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Equitazione italiana.

Aperto da piciopacio, Luglio 24, 2012, 07:48:25 PM

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piciopacio

Olimpiadi.
Adesso sto vedendo/ho visto un pò di s.o. tra bicivolei femminile e bmx...

Francamente me ne infischio degli sport equestri, ma l'occhio è rubato da questi splendidi lalli !!

Nessuno dei cavalieri che ho visto praticava la monta/l'equitazione italiana.
Fermo restante la ceduta - descritta da Xenophon 2500 anni fa - i dettati di Caprilli sono stati elaborati stravolti.

Dei cavaglieri che ho visto: -

Nessuno tiene più la staffa completamente calzata.
Nessuno tiene più le mani basse.
Molti stanno seduti tra un ostacolo e l'altro.
Moltissimi hanno come presa la gamba, non fanno fulcro del ginocchio.
Si vede che quasi tutti quei lalli sanno stare incassati, dunque sono stati preparati seguendo - anche - le regole classiche.

Che dire ?
La squola itagliana è stata importantissima nel s.o. ne dobbiamo essere giustamente orgogliosi, ma non esiste più così come era stata codificata, sono cambiati i cavalli, i percorsi, i cavalieri, le esigenze spettacolari.

Sicome nello sport l'importante è vincere, nessuno salta più seguendo il Sistema Naturale di Caprilli perché da anni è perdente...elementare Watson.











PokerFace

ma meno male che non si vede piu usare come fulcro il ginocchio!!
:icon_puke_r:

piciopacio



Ecco, questo è un documento storico unico !

Infatti, Mancinelli è stato l'unico cavaliere civile italiano a vincere un'Olimpiade.

Italia, Germania, Francia, Inghilterra alla fine della Seconda Guerra Mondiale - nazioni vincitrici e vinte - erano ugualmente distrutte da quella stupida carneficina.

L'equitazione anche.

I militari, gli ufficiali e sotto ufficiali di cavalleria: francesi tedeschi italiani inglesi ebbero il compito di ricostruire gli sport equestri nelle loro rispettive nazioni...misero in sella tantissimi giovani.

Tutti progredirono tranne noi itagliani.

I D'Inzeo e altri militari mascherarono il vuoto che avevano alle spalle con delle loro buone prestazioni protrattesi fino agli anni 80...ho visto gareggiare un D'Inzeo alla Favorita di Palermo, quando era già in pensione...fece un percorso di mierda ma fu lungamente applaudito - applaudi anch'io - in nome del largo ai giovani. :icon_eek:

Come mai i nostri militari fallirono mentre i loro colleghi europei rifondarono l'equitazione nei loro rispettivi paesi ??





piciopacio

Il generale Domenico Susanna scrive. 1978: -

Caprilli, per imporre il suo sistema dovette semplificare al massimo, e fare una specie di lavaggio del cervello ai suoi discepoli diretti per poter disporre di menti fresche e genuine......a causa di un complesso di circostanze, in Italia si è verificata una crisi tecnica di fondo proprio per la scomparsa della scuola di Pinerolo, altre nazioni hanno saputo, potuto e voluto far fronte alle conseguenze belliche ed hanno ridato vita ad una organizzazione strutturale, organizzativa e didattica sufficientemente vitale con cui tramandare le antiche tradizioni.........fu così che da una parte e dall'altra di queste immaginarie barricate per motivi di un genere o tutt'altro, il Dressage fu abbandonatosia come materia di istruzione a Pinerolo, quindi, come pratica sportiva...........in un quasi secolo di apartheid a noi son venuti a mancare la Scuola, i Maestri, i maneggi dotati di cavalli dressés, la tradizione didattica, la comprensione dell'opinione pubblica, l'organizzazione agonistica l'apporto di una stampa competente e obiettiva.

Messo giù il cappello, proseguo sulla stessa linea.

La sola vera "equitazione naturale" è "il sistema di Caprilli", inteso nel lasciare il cavallo in atteggiamento naturale/spontaneo...probabilmente se il Capitano fosse vissuto più a lungo forse avrebbe potuto dire che: - "essere naturali" va bene, ma eliminare la preparazione di base per un cavallo sportivo è come castrare uno stallone...lo "stallone" fu castrato. 
Già ! Forti di una presunta superiorità, i "caprillioni buttarono l'acqua sporca e il bambino"...la prova??

Nessun cavaliere italiano si è mai piazzato in gare di dressage di un certo livello nè ieri nè oggi, mai abbiamo avuto una squadra di questa specialità a livello olimpico o mondiale; a tutti i livelli, la prova di dressage - che  in un bel italiano potremmo chiamare: - "prova di maneggio" -  è stata semplicemente ignorata e snobbata.

L'addestramento equestre - di fatto - è stato escluso dal panorama sportivo italiano dai militari, ottusamente ancorati al quel pezzo di "sistema" che Caprilli di fatto non aveva potuto veder evolvere e completare e affinare; cosa che fecero i francesi (vedi Danloux col suo amico Alvisi) e i tedeschi con Muselerer e via discorrendo che pur accettando la "novità" e l'evidente efficacia del "sistema" non rinnegarono gli antichi principi dell'addestramento classico.

Traduco: - in Italia, i militari hanno avuto il monopolio degli sport equestri fino a qualche decennio fa, non hanno saputo elaborare le geniali intuizioni di Caprilli, probabilmente lo hanno frainteso e si sono attaccati a dei dogma che probabilmente Caprilli stesso non avrebbe dettato. Non solo non hanno saputo trasmettere la nostra grande tradizione equestre, ma restando chiusi nella loro casta, hanno distrutto l'Equitazione Italiana per asfissia...la prova  ?

L'unico cavaliere CIVILE della storia dell'equitazione italiana di livello olimpico/mondiale nel salto ostacoli è stato Graziano Mancinelli...il resto dei "non militari":  - mezzecalzette !