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La "Parola Contraria": la mia.

Aperto da raffaele de martinis, Aprile 24, 2013, 02:32:51 AM

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alex

Mi ronza in testa l'espressione "partire in folla" nel senso di "partire in gruppo", riferito a cavalli; ma forse me lo sono inventato, un colpo di Google non ha dato alcun esito. In questo caso, "affollato" potrebbe significare "imbrancato" ossia: trascinato dalla partenza di altri cavalli. Nel contesto avrebbe pure un minimo di senso.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Nella fattispecie si parla di tensione, è il capitulo dedicato alla tensione, infatti viene definito teso il cavallonzolo che - da fermo - parte correttamente.

Quindi si parla di stati d'animo della belva non di situazioni logistiche, comunque bisognerebbe cpgnoscere la parola che usa l'autore in franzose.

La tua spiegazione mi pare tirata per i capelli.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

No, è una "minchiata semplice": l'espressione è "partire in frotta", il cervello mi si è intorcinato. Ritiro tutto.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Bene, rimane il mistero del cavallo affollato sarebbe facile risolverlo, quando avrò 50 euri da buttare vado ad ordinare l'edizione in francese del tomo.

Per lo vero, questi sono errori che si possono perdonare, capitano a tutti, quello che è più pesante per il lettore delle traduzioni di Angioni è la forma particolare che gli viene offerta, in pratica deve fare un continuo esercitio di parafrasi per comprendere quell'italiano, ve ne posso dare amplissime pruove.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Preso il coraggio a tre mani, ho letto questo malloppone:

http://www.***.it/viewtopic.php?f=33&t=1863

è molto interessante, è un po come se Erode ci spiegasse - mettendosi al di sopra dei fatti - la "strage degli innocenti".

Le ragioni del "declino" sono molteplici, le possiamo vedere, ma, certamente - dato che comandava lei  - la "casta" militare è stata incapace di governare e trasmettere la cultura equestre, il Nostro parte dal s.o. e fa una analisi delle "Coppe delle Nazioni"...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla

Scusa ma non si capisce esattamente COSA hai letto, magari se rimetti il link possiamo leggere anche noi e farci un'opinione. Grazie.

raffaele de martinis

Esiste un foro dedicato allo lallo che modestamente - lui disent - vanta innumerevoli tentativi di imitazione, i questo foro - il colonnelo Angioni - MEDAGLIA DORO OLIMPICa - tiene un "filo firetto" cogli utanti, attaccati al filo e scegli la setione "articoli", dopodiché entra in: "I motivi della decadenza", quello è il matacubo del quale ho messo il linco ma pare che non funzioni.

L'articolo di Angioni è molto interessante ma criticabile in certi punti e lo criticherò... piccola parente: come ho già esplicitato, è sorprendente che questo topico abbia avuto - in questo inclito foro - un numero di visite assolutamente spropositato: si va verso le 26.000, anche tenendo conto  dell'argomento: letteratura equestre e traduzioni che dovrebbe coinvolgere noi ragasse più di tanto, infatti i toptopici  :icon_eek: sono: i diarii, l'ippoacquistomania, i novelli tatuaggi, la scelta ultravegetariana e Cavalli, cani & bipedi: quello che volete, su misura per voi.

Ho il sospetto che molti utanti del foro innumerevolmente ma vanamente oggetto di imitatione  :icon_eek: vengano a leggere in questo topico quello che non si può dire/non si può scrivere da loro, sarà così? BOH!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

#413
Caprilli ha combattuto? Chiisà se trovo nell'articolo citato questa cosa che mi interessa: l'equitazione sportiva, l'equitazione "inglese" e la sua derivazione, la tecnica Caprilli,  è adatta al reale compito della cavalleria, ossia: il combattimento? Che sia adattissima al salto, e pure ai percorsi veloci in campagna tipo cacce o cross, OK: ma ho dei dubbi che sia adatta al combattimento, sia per la minore solidità dell'assetto, che per il fatto che usare una mano sola per guidare il cavallo è  cosa estranea all'equitazione sportiva. O sbaglio?

Mi domando se mantenere viva la tradizione della vera equitazione da guerra, solida e sicura, con una mano libera,  anche se meno "sportiva", non sia una specie di atto di "serietà", e se l'abbandono di questa tradizione, da parte dell'equitazione italiana con Caprilli, molto orientata agli aspetti sportivi, non sia uno dei tanti aspetti di una certa "poca serietà" che, aimè, ci caratterizzano come nazione.

Di certo gli ufficiali italiani di cavalleria avranno avuto, dopo Caprilli, viva e vibrante soddisfazione di battere (finalmente, dopo tante umiliazioni) i civili inglesi sui percorsi veloci di campagna.... ma il combattimento? O almeno, il suo ricordo?

Mi immedesimo nei vecchi ufficiali di cavalleria che avevano combattuto veramente, e duramente, di fronte al giovane, frizzante, Caprilli....  chissà cosa pensavano.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Il s.o. è l'equitatione di campagna fatta in picciol spatio, nacque in Inghilterra come esigenza di pruovare i lalli in vendita presso i grossi commercianti senza spostarsi nelle brughiere albioniche.

I militari - lovviamente -- praticavano l'equitazione campagnola e Caprilli rivoluzionò il metodo di saltare, più che per guerra o non guerra i capoccioni militari itagliani (vedi Cadorna) ostacolarono Caprilli per puro spirito conzervazionistico, per principio il "marmittone" è/era retrivo a qualunque novità.

Dunque, il s.o. non si riferisce direttamente alla equitatione militare ma a quella da caccia/sportiva/di sollazzo per i nobili gentiluomini specialmente inglesi che si lanciavano per pianure e per valli dietro le peste di: volpi, cervi, cinghiali etc. etc.

Per il combattimento si richiedevano altre cose: il caricare dritto, il voltare/il piruettare agilmente dando la destra, il fermarsi e ripartire prontamente agli ordini della mano della briglia.

Col tempo, l'equitazione militare si è evoluta anch'essa in forma sportiva nel "military" il bibisnonno del completo che racchiudeva pruove di resistenza, addestramento e s.o. .







... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#415
Solo per conservazionismo, o perchè alcuni degli aspetti dell'equitazione militare tradizionale, di derivazione "classica", erano utili e finalizzati al combattimento, tanto quanto le tecniche caprilliane erano invece utili e finalizzati al salto? Questa è la domanda che pongo. Ho visto tempo fa un video sulla monta spagnola, rappresentava un reale, realissimo "combattimento" fra uomo e cavallo e toro; e nei movimenti e nell'addestramento del cavallo ho visto quintali di alta scuola tradizionale, e pochissima monta sportiva.

Non apprezzo la tradizionale corrida in nessuna delle sue varianti, è una di quelle tradizioni che cancellerei ben volentieri senza rimpianto, insieme ai piaceri degli uccelletti con la polenta e al festoso rito paesano dell'uccisione del  maiale nel cortile di casa; ma questo è un altro paio di maniche.

E' ben vero che già nell'epoca caprilliana il cavallo era superato come mezzo di guerra, perlomeno di combattimento in campo aperto; una sola mitragliatrice può falciare un battaglione di cavalleria come burro; ma mi immedesimo nella tristezza, nella "nostalgia" dei vecchi ufficiali di cavalleria. Tutto qui.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

La corrida a cavallo è uno sciò, pertanto ci inserirono arie di alta squola, i più grandi guerrieri a lallo furono gli orientali e quando dico questa palabra parto dagli antiqui persiani per arrivare ai mongoli includendo lovviamente arabi, turchi, afgani ectc. etc.

Se vuoi vedere un combattimento equestre realistico eccolo:
https://www.youtube.com/watch?v=_UB3eA8B4qI

Caprilli lovviamente penzava alla equitatione da campagna, alla equitatione militare, incidentalmente la sua tennica servì anche al s.o.

Riguardo la "ceduta", già Xenophon descrive qualcosa di simile 2500 anni fa, e pare che i grooms irlandesi saltassero istintivamente "da una vita" secondo il "sistema" prima che Caprilli lo inventasse... e Caprilli frequentò molto l'Irlanda per selezionare le rimonte per gli ufficiali itagliani.  :horse-wink:

Come si è giunti/i militari sono giunti a codificare il salto buttandosi all'indietro facendo il contrario di quello che la logica dice... soloiddiolosa.
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raffaele de martinis

Non apprezzo la tradizionale corrida in nessuna delle sue varianti, è una di quelle tradizioni che cancellerei ben volentieri senza rimpianto, insieme ai piaceri degli uccelletti con la polenta e al festoso rito paesano dell'uccisione del  maiale nel cortile di casa; ma questo è un altro paio di maniche.

Perfettamente d'accordo con il non apprezzamento delle corride, et aggiungo: coi palii, coi capri espiatori, colle colombine firenzuole, colle macellazioni rituali, colle cacce più o meno esotiche (se non fatte da popola primitiva), collli experimenti sugli animali, coi terribili allevamenti di animala da pelliccia ma non solo che ancor oggi avvengono in molte parti del mondo... dietro casa nostra.

Altra cosa è il sano rapporto colla morte che è diventato l'ultimo tabù dello homo moderno, era normale che un bimbo di 5/6 anni vedesse tirare il collo alla gallina, più grandicelli si vedeva abbattere i conigli, più avanti si assisteva anco alla macellazione del maiale che - hai ragione - era un rito, rappresentava una importante risorsa alimentare, per questo, il maiale di famiglia veniva allevato con amore ed è vero: non si buttava via niente, anche i peli (le setole) erano accuratamente recuperate per il calzolaio.

Attenzione, nessun rimpianto per queste pratiche, mi limito a constatare che - noi ragasse moderne - crediamo che la fettina di vitellina, il filetto di manzo, il petto di pollo nascano al centro commerciale.
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raffaele de martinis

Torniamo al tema, l'analisi del buon Colonnello parte dalle "Coppe delle Nazioni", la trovo curiosa ma dato che è una sua scelta - non mi permetto di sindacare, però esiste una competitione ai massimi livelli che da oltre cent'anni si svolgie ogni 4 anni per tutti gli sports: le Olimpiadi, guardando i nostri risultati equestri in quel contesto, avremmo dovuto ricorrere ai ripari fin dagli anni d'oro della nostra equitazione o meglio del nostro s.o. perché di questo si tratta, ci siamo/si sono arroccati in questa disciplina trascurando il completo e igniorando il Dressage, prima di proseguire beccatevi la tabella coi nostri risultati olimpici...
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raffaele de martinis

Mentre sviluppo la tabella beccatevi questa chicca olimpionica, da Cavallo Magazine:

STOCCOLMA 1912

Detto che gli italiani non sono presenti e che la Francia medaglia d'argento nel salto ostacoli con la stessa identica formazione ottiene anche il 4° posto in completo, è proprio lo stesso completo la specialità su cui vale la pena di soffermarsi per constatare come le modalità di svolgimento di allora differissero radicalmente da quelle attuali. Alla gara sono ammessi soltanto cavalieri che abbiano già svolto il servizio militare per la nazione che rappresentano, o che ancora siano in servizio. I cavalli devono essere di proprietà dell'esercito, ma non quelli utilizzati per la scuola. Il peso minimo ammesso è di ottanta chili. È obbligatorio l'uso del morso e filetto per tutte le prove fatta eccezione per lo steeple-chase. La gara si disputa nell'arco di quattro giornate: nel corso della prima viene svolta la marcia di 55 chilometri da completare in tre ore e quarantacinque minuti, immediatamente seguita dal cross-country di 5 chilometri da compiersi in quindici minuti. Il secondo giorno è dedicato allo steeple-chase: un percorso di dieci ostacoli lungo un tracciato di tre chilometri e mezzo da compiersi in cinque minuti e cinquanta secondi.

Il terzo giorno si disputa la prova di salto ostacoli su quindici ostacoli di altezza non superiore al metro e trenta, e di larghezza non superiore ai tre metri (per gli ostacoli di estensione). Interessante il criterio di attribuzione delle penalità: due per il primo rifiuto, quattro per il secondo; sei per la caduta del cavallo o del cavaliere; per gli ostacoli di elevazione una penalità viene attribuita nel toccare la barriera senza farla cadere; quattro per l'abbattimento con gli anteriori e due per quello con i posteriori; negli ostacoli di estensione, cioè la riviera, toccare la stecca con i posteriori costa una penalità, mettere i posteriori in acqua due penalità, toccare la stecca con gli anteriori due penalità, mettere gli anteriori in acqua quattro penalità. Ultima giornata dedicata al dressage, una ripresa di dieci minuti valutata da sette giudici comprendente passo riunito e allungato, trotto riunito e allungato, passi indietro, galoppo e piroette.
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