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La "Parola Contraria": la mia.

Aperto da raffaele de martinis, Aprile 24, 2013, 02:32:51 AM

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carodubbio

Trovo curioso il fatto che IO usi per sellare un cavallo gli stessi oggetti del capitano,

il filetto a aghi

e sella di medie dimensioni con una paletta decisamente poco accentuata.


La sella magari è standard nel mio settore, ma il filetto a aghi lo scelgono in pochi , e personalmente  penso che sia il filetto più corretto da usare per uscire in campo aperto 

raffaele de martinis

L'episodio è notissimo, il Capitano era inc***ato come un bufalo cafro: era stato eliminato dalla gara, allora... beccatevi sto linco, c'è tutta la storia esposta:

http://www.granducato.com/pentagono/giu09/7pg.pdf



Notate i marmittoni che reggono la barriera coi badili...un aiutino per il Capitano? Chissà!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla

Mi piace soprattutto la storia delle dame che lanciavano fiori e baci e l'appuntamento galante mancato, secondo me il marito della dama era appostato dietro il muro delle scuderie Gallina ad aspettare il galletto per tirargli il collo.
Infatti.

raffaele de martinis

Eh già! A noi ragasse piace il gossippo... lasciamo perdere la misteriosa (ma non troppo) morte di Caprilli e mi permetto di segnalare una enorme escortanata detta dal Capitano che forse è alla base dell'abbandono del dressaggio da parte degli italioti equitanti di ieri et di oggi:

Nello stesso
articolo scrive la frase diventata famosa:
«Le due equitazioni di cavallerizza e
di campagna sono, a mio credere, op-
poste;  si  escludono  e  si  distruggono
l'una con  l'altra».
Per questo motivo e
perché Caprilli  insegnava  il modo  più
semplice  di  montare  a  cavallo  per  la
recluta  di  cavalleria,  dal  Regolamento
militare,  e poi dal Manuale della FISE,
sono stati eliminati tutti gli insegnamenti
non necessari per l'equitazione di cam-
pagna.


Quell'affermazione,
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Caprilli insegnava per un'equitazione militare? Ora, se equitazione militare significa equitazione da guerra, penso che all'inizio del 1900 l'equitazione da guerra fosse già morta (ma forse non se n'era accorta); in ogni caso, uno stile di monta che si basi sulla tenuta delle redini con entrambe le mani non può essere nè un'equitazione da lavoro, nè un'equitazione da guerra, perchè in entrambi i casi occorre avere una mano libera.

Un'equitazione che si fondi sulla tenuta di una redine per mano non può essere che "sportiva", ossia: fatta "per sport" e non per motivi seri.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

milla

Alex credo che il discorso dell'equitazione militare nasca dal fatto che Caprilli ecc. dovevano insegnare alla recluta di cavalleria che doveva essere messa in sella il più rapidamente possibile.

alex

Citazione da: milla - Dicembre 08, 2014, 08:28:14 PM
Alex credo che il discorso dell'equitazione militare nasca dal fatto che Caprilli ecc. dovevano insegnare alla recluta di cavalleria che doveva essere messa in sella il più rapidamente possibile.

Certo.
Ma la probabilità che quella recluta combattesse veramente era già bassa allora - almeno, lo penso. Adesso è totalmente azzerata.
Già allora alla recluta Caprilli insegnava un'equitazione "sportiva", proprio come gli istruttori militari insegnano tuttora ai loro allievi civili.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Non è completamente vero, le cariche sono continuate fino alla II guerra mondiale, si sono distinti in queste manovre imbecilli - contro i carri armati - i polacchi e gli irlandesi.

La stupidità militare, doveva essere particolarmente concentrata negli alti comandi dei reparti di cavalleria, il massacro di Balaklava ne è l'emblema più eclatante,
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

#638
«Le due equitazioni di cavallerizza e
di campagna sono, a mio credere, op-
poste;  si  escludono  e  si  distruggono
l'una con  l'altra»


Questa affermazione, questa convinzione non è nuova, già ai tempi di d'Aure vs Baucher, era scoppiata la querelle a proposito, lo stesso L'Hotte era sulla linea di Caprilli, Baucher la risolse colla sua celebre frase: chi può fare il massimo può fare anche il minimo.
Poi si è visto che le due cose sono complementari, solo un imbecille tiene il suo lallo sempre nella cavallerizza, almeno una volta la settimana dovrebbe portarlo fuori in campagna a rinfrancarsi un pò.

... Caprilli non ha  rivoluzionato
l'equitazione. In tutti i suoi scritti non c'è
una parola che riguardi l'equitazione così
come  l'hanno  trattata  tutti  i maestri che
l'hanno preceduto, cioè  l'arte equestre.
Caprilli  considera  il  salto  non  un  fatto
fne a se stesso, ma come esercizio per
insegnare alla recluta a seguire in ogni
circostanza il cavallo per non tirare sul-
la  bocca  e  non  intralciarlo  facendogli
compiere uno sforzo inutile: combattere
con la mano del cavaliere.


Questo - secondo me - non è vero, perché, se negli scritti si dedica sopratutto alla formazione delle reclute, nella pratica,
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

si dedicò - con viva e vibrante soddisfazione alle competizioni ippiche, nel 1898, fece il record del mondo superando - nel concorso ippico di Modena - metri uno e sessanta, misura mai fatta prima, con un lallo maremmano di nome Bagongo.
Nel 1902, nel concorso internazionale di Torino porta il record del modo a metri 2.08 con Melopo, primato che resistette fino al 1909, due anni dopo la sua scomparsa.
Pare che Caprilli abbia gareggiato 33 volte, vincendo 18 volte e piazzandosi per 11, gareggiando anche in steeple chase, corse in piano e caccia alla volpe sport tutti sports inglesi, dunque, Caprilli praticava la monta inglese erroneamente chiamata monta itagliana.

... Ha  fatto  tutto  da  solo,  con  il  suo
occhio  e  la  sua  sensibilità.  Incredibile.
Per primo, dopo circa 4500 anni pas-
sati dall'addomesticamento del cavallo,
ha capito che bisognava andare avanti,
non indietro.


Veramente Xenophon - 2500 anni fa - descrive una perfetta ceduta quando parla di come bisogna saltare il fosso, come, da questo assetto caprilliano ante litteram, si sia passati al buttarsi jndietro, solo Iddio lo sa


... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Caprilli non era
un uomo di lettere. Egli stesso scrive nel
febbraio del 1905 al suo collega capi-
tano De Margherita: «E' mia cattiva ab-
itudine di leggere poco»
. E questo fatto
– penso io – è stata la sua fortuna. Per-
ché le letture di equitazione, per il peso
dei  cavalieri  autori  che  hanno  scritto,
hanno  infuenza,  formano,  talvolta con-
dizionano.


Questa è una opignione del Nostro e come tutte le opinignioni va rispettata, ma nulla ci impedisce di criticarla, come ho sottolineato sono un modesto igniorante, di una cosa - mettendo la modestia a parte - mi vanto: di aver letto molto/moltissimo non solo di lalli  of course, secondo me il Nostro ha detto una meretriciata, vi immaginate il genio di Caprilli supportato da una solida cultura non solo equestre?

E' lovvio che i grandi scrittori influenzano - talvolta in male - noi ragasse più flebili di capa, ma avendo una capa che funzioni normalmente...

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... e Caprilli aveva una capa di prim'ordine, se avesse letto/se avesse studiato i classici avrebbe impostato diversamente il sistema, magari si sarebbero evitati i fraintendimenti che hanno portato l'equitazione itagliana allo stato comatoso nel quale si dibatte da troppo tempo.

Il Nostro ci ricorda che:
Il 17 marzo 1861 è proclamato il Regno
d'Italia.  Il 24 ottobre 1861,  sette mesi
dopo  la  proclamazione,  viene  pubbli-
cato a Torino il primo Regolamento per
l'esercizio  e  le  evoluzioni  della  caval-
leria,  il  primo  regolamento  nazionale.
Sono quattro volumi, in ottavo, cioè cm
17x10, per un  totale di 1805 pagine
con numerose tavole ripiegate all'interno
di  ciascun  volume.  Il  regolamento  con-
tiene tutto quello che allora serviva alla
cavalleria  intesa  come  arma  combat-
tente, al militare di cavalleria, al cava-
liere, al cavallo. Sottolineo tutto.


Sto minchia di regolamento conteneva tutto e ha sottolineato tutto ma si scorda dei lalli, infatti:

Che sapessero i piemontesi del Cavallo Napoletano solo Iddio lo sa, e infatti nel 1874 dopo 8 anni di abbandono e 6 di gestione italiana, con un decreto del ministro Ricotti - e mai un ministro fu così tristemente famoso per gli uomini di cavalli - la razza di Persano fu soppressa e i cavalli che restavano della mandria furono venduti all'asta pubblica sulla piazza di Eboli; secondo altri storici furono venduti a Salerno, durante l'antichissima fiera del Crocifisso.
Così, con un effimero vantaggio degli allevatori della zona, si disperse il lavoro di selezione di qualche secolo che aveva creato: - I Cavalli d'o Re.  Angelo Retta - 1994

Dunque, per 14 anni i militari piemontesi ebbero in mano un tesoro e non se ne accorsero lasciandolo - colpevolmente -  deperire mentre erano intenti a scrivere e ad applicare un minuzioso regolamento che diventerà presto carta straccia.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#642
Quindi non solo Cristo, ma anche l'equitazione italiana si è fermata a Eboli.

Fanculo.

Ho provato - per wikisouce -a reperire scansioni del Regolamento, un documento storico che nelle sue successive edizioni,ci scommetterei, racconta molto anche dell'equitazione italiana attuale, ma non ci sono ancora riuscito. Eppure dovrebbe essere un documento presente in varie copie e in varie biblioteche. Oppure, chissà, il Persano si sarà vendicato disperdendolo.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Fatto sta, che la gestione organizzativa del lallo in Itaglia è stata - fin dalla unificazione -  in mano ai militari che avevano/hanno hanno la lungimiranza di una talpa miope, e, malgrado o forse a causa anche del genio di Caprilli, l'equitazione si è evoluta altrove, la stessa cosa è accaduto per l'allevamento, il sangue persano lo si trova in Germania specificatamente nella razza Trakehner (A.Retta nel libro già citato), quello Napolitano in Austria nel Lipizzano, ma anche in Spagna nel PRE.

Già dopo il 1945, fnita la guerra, quan-
do riprende l'attività equestre e iniziano a
funzionare le scuole di equitazione civili
nate poco prima del 1940, si presenta
il problema dell'insegnamento. Non  ci
sono libri, l'unico è quello del capitano
Baldo Bacca, pubblicato  nel 1937, di
diffcile  reperimento e messo al bando
dai puristi caprilliani perché considerato
non fedele al dettato di Caprilli. Bacca
ha  preso  dai  Francesi,  in  particolare  i
cinque  effetti delle redini di cui Caprilli
non ha mai parlato durante  l'istruzione
e tanto meno scritto. C'è un'unica rivista
mensile, Il Cavallo italiano, che non è in
vendita in edicola, ma che viene inviata
alle  Scuole  di  equitazione  riconosciute
e ai soci della FISE, perché  la FISE ha
ancora i soci che erano quelli della vec-
chia Società pel Cavallo Italiano da Sel-
la. La rivista non è un organo didattico,
anche  se  vi  scrivono  i  grandi  cavalieri
di  anteguerra  e  alcuni  allievi  diretti  di
Caprilli.  L'unico  insegnamento è quello
degli  istruttori,  tutti già  uffciali e  sottuf-
fciali  di Cavalleria,  usciti  dai  corsi  di
Pinerolo  e di  Tor di Quinto. Giubbilei,
diventato  generale  e  lasciato  l'esercito
per limiti di età, scrive su Il Cavallo Ital-
iano.  Tutti  coloro  che  collaborano  con
la rivista della FISE non fanno altro che
scrivere e riscrive del Sistema di Equita-
zione Naturale, di assetto, di posizione,
come se tutto il problema del montare a
cavallo fosse costituito dall'assetto.
In  poche  parole,  il  Sistema  di Caprilli
è  stato  ridotto a  «tallone basso,  suola
in fuori e tutto il piede nella staffa».


Questo è molto interessante perché contraddice - e me ne compiaccio - quando ho detto sopra, infatti, quando vuole anche un militare sa ragionare, guardate come continua...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Il generale Giubbilei era Is-
pettore della Cavalleria, cioè era la più
alta autorità della Cavalleria, quando fu
redatto e pubblicato il regolamento. Sei
anni dopo, nel 1957,  la FISE pubblica
il Manuale di equitazione che altro non
è che il regolamento per la Cavalleria,
con l'unica differenza che invece di re-
cluta o soldato è scritto allievo.
Questo è il grande equivoco alla base
del  nostro  insegnamento:  un  regola-
mento, scritto per  insegnare  in sei mesi
a montare a  cavallo alla  recluta, a  un
coscritto di cavalleria, che vuol dire sol-
dato  appena  arruolato,  è  considerato
un testo didattico utile per formare il cav-
aliere  civile  che dovrà affrontare,  nella
competizione ad alto livello, tutte le dif-
fcoltà......

.....Pensate
che  abbiamo  avuto  come  presidente
Tommaso  Lequio  di Assaba  (fotografa
in alto), medaglia d'oro nel  salto osta-
coli all'olimpiade di Anversa nel 1920,
medaglia  d'argento  in  quella  di  Parigi
del 1924, non solo un cavaliere straor-
dinario, ma un uomo straordinario, autor-
evole, stimato in Italia e all'estero. Aveva
l'autorità morale e  sportiva di decidere
quello che voleva.......

.....Siamo
partiti soltanto grazie al generale Lequio
che  si  è  imposto  con  il  presidente  del
CONI,  avvocato  Onesti.  E  siamo  tor-
nati  con  due  medaglie  d'oro!  Come
abbiamo  risolto  il  problema  delle  nos-
tre carenze didattiche? Facendo fnta di
niente, dimenticando Caprilli, per forza
di  cose,  e  prendendo  dall'estero.  Ciò
che  non  hanno dovuto  fare, per esem-
pio, la Francia e la Germania e neppure
paesi europei minori come  importanza
equestre,  la  Svizzera,  per  esempio. .
....... An-
che perché, proprio  l'Italia, con un ap-
parato teorico scritto per la recluta di Ca-
valleria, in quegli anni, dal Cinquanta al
Sessanta, otteneva nei concorsi di salto
ostacoli i risultati straordinari.....
....Piero e Raimondo  d'Inzeo,  Salvatore
Oppes, in particolare, che mascheravano così,
con le loro strepitose vittorie, la carenza
dell'insegnamento  rivolto  ai  cavalieri
normali.


Niente da dire, è un'analisi lucida è coerente, dice quello che da tempo io scrivo: i militari sono stati incapaci di evolvere il sistema di Caprilli e di allargare la conoscenza al mondo civile.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...