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Pillole di teoria dell'apprendimento

Aperto da alex, Luglio 05, 2012, 01:48:11 AM

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alex

Gli organismi viventi hanno una caratteristica comune, dall'ameba all'uomo: hanno una base di comportamenti innati, automatici;  ma hanno anche la capacità di reagire agli stimoli modificando questi comportamenti automatici e innati: ossia imparano.

Fra i comportamenti innati, sono importanti i riflessi nervosi e i comportamenti istintivi o innati.

Riflesso nervoso: reazione automatica, involontaria  e istantanea a uno stimolo. Esempio: improvviso dolore a un'estremità (scottatura, puntura) -> retrazione dell'arto. Ma anche, molto più complesso: perdita di equilibrio -> reazione posturale per risistemare l'equilibrio.

Comportamento istintuale: catena organizzata e innata di comportamenti, anche molto complessi, scatenati da uno stimolo chiave. Esempio: piccolo oggetto che si muove visto da un predatore (es. un gatto) -> scatenamento del comportamento di cattura. Visione di un oggetto sconosciuto e allarmante nel cavallo -> scatenamento del comportamento di allarme e poi di fuga. "Profumo di femmina" per un maschio -> corteggiamento con quel che segue se la femmina dà segnali-chiave di disponibilità.

Mediante l'apprendimento questi schemi-base innati vengono modificati, raffinati, integrati.

I più elementari meccanismi di apprendimento sono: abitudine, condizionamento classico (associazione), condizionamento operante (apprendimento per tentativi ed errori; in inglese, molto efficacemente, "try and learn", ossia "prova e impara").

Abitudine: i riflessi, ma  non solo, tendono ad affievolirsi con la ripetizione frequente dello stimolo. Un cavallo si agita appena portato in un ambiente rumoroso; ma pian piano "si abitua", ossia lo stimolo perde di efficacia. Uno stimolo fisico scatena un riflesso nervoso, ma la ripetizione dello stesso stimolo pian piano perde efficacia. Un cavallo reagisce a un aiuto leggero, ma se questo aiuto leggero viene mantenuto costante troppo a lungo, l'aiuto perde di efficacia.

Condizionamento classico: l'associazione abbastanza regolare fra due eventi, entrambi non controllati dall'animale, crea un'associazione fra gli eventi per cui l'animale "si aspetta" che al primo evento segua il secondo e con il tempo reagisce al primo come reagirebbe al secondo. Il cigolio della carriola del mangime, in una stalla, viene associato alla distribuzione del cibo, e quindi i cavalli associano le due cose: alla fine il solo cigolio, anche se la carriola non si vede e il cibo meno ancora, causa la stessa eccitazione e lo stesso entusiasmo che prima era causato dalla vista del cibo. Da notare che nè il cigolio della carriola, nè la comparsa del cibo, sono sotto il controllo dell'animale: il condizionamento classico è del tutto passivo.

Condizionamento operante: qui il meccanismo è diverso. Il segnale è costituito da un "problema" e l'animale deve attivamente esplorare vari comportamenti per risolverlo; deve "provare" e deve "imparare dai successi e dagli errori". E' quindi un apprendimento attivo; l'animale dev'essere disponibile a provare a risolvere un problema, e procede per tentativi, tenendo conto dei risultati; carota e bastone, premi e punizioni. E' questo il meccanismo più usato nell'addestramento, ma attenzione: anche gli altri meccanismi, abitudine e condizionamento classico, agiscono contemporaneamente e l'apprendimento è la sommatoria di tutte le componenti.

Non è finita, vi sono altri meccanismi; l'imprinting, ossia l'apprendimento specifico derivante dai primi stimoli ricevuti in una stretta finestra immediatamente successiva alla nascita; l'apprendimento causato dalla paura; ma soprattutto l'apprendimento cognitivo,  che deriva dal funzionamento delle parti più evolute del cervello di tutti gli animali superiori, e che consente astrazione e generalizzazione. In vetta il modello caratteristico dell'uomo, ossia l'apprendimento per concettualizzazione e comunicazione simbolica, attraverso il linguaggio. Dimenticare che ci sono questi livelli (l'ultimo escluso) è un grave errore, ma io non ne parlerò affatto, perchè le mie idee, al proposito, sono molto confuse.

Fermiamoci al condizionamento operante e immaginiamo un animale di fronte a un problema. Prova a fare varie cose, ed esamina i risultati. Non succede nulla? Avviene l'estinzione, ossia, le azioni che non provocano alcuna conseguenza sono abbandonate. Succede qualcosa di buono, il problema si attenua o si risolve? Allora l'azione viene "rinforzata", e diventa sempre più frequente e rapida quando il problema si ripresenta: è il rinforzo. Avviene che l'azione che l'animale tenta peggiora le cose ed anzi crea nuovi e seri problemi? Questa è la punizione: il comportamento che è seguito dalla punizione viene messo da parte e diventa sempre più raro, se il problema si ripete.

Questi meccanismi sono assolutamente e completamente naturali; gli animali li usano continuamente, in libertà e in cattività; in altri termini, il vecchio metodo "carota e bastone", ossia: rinforzi e punizioni, è totalmente naturale e non considerarlo tale (intendendo tutt'altro con l'espressione "addestramento naturale") è una mistificazione.

Prossima puntata, la questione rinforzo positivo/negativo e punizione positiva/negativa; ma non è molto importante, l'importante è rendersi conto della differenza sostanziale fra rinforzo e punizione, e introdurre il principio della "open door", la "porta aperta", caro a Homocaballus.















La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

Breve inciso. In altri topic si parla di aiuti, di premi e di punizioni.

Nel condizionamento operante c'è uno schema fisso in tre passi:

segnale->comportamento volontario dell'animale in risposta al segnale->risultato (premio o punizione)

Il problema dell'equitazione è che nel corso di migiaia di anni di tentativi, con un po' di fortuna, l'uomo ha individuato alcuni strumenti che possono essere usati come segnale, come premio e come punizione. Da qui l'immane confusione.

Pensiamo alla briglia: viene certamente usata come segnale; ma viene usata anche come premio (rilascio della pressione) o come punizione ("sbrigliata"). facciamo fatica noi a capirlo: è verosimile che anche il cavallo abbia qualche problema... no?  :horse-wink:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Citazionel'azione che l'animale tenta peggiora le cose ed anzi crea nuovi e seri problemi? Questa è la punizione: il comportamento che è seguito dalla punizione viene messo da parte e diventa sempre più raro, se il problema si ripete.

sembrerebbe ineccepibile ma c'è una sottigliezza, sulla punizione, che meriterebbe un approfondimento, di là avevo cercato di introdurre l'argomento

sempre che l'utente che stai ignorando nel forum non sia io in questo caso non leggerai mai queste parole.... :icon_rolleyes:
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

In questo momento non sto ignorando nessuno, ed anzi: ammetto che in questo forum mi trovo benissimo. Però se planetadmin, con un gioco combinato di javascript e di cookie, farà la magia di permettere di ignorare una discussione, starò ancora meglio.  :horse-wink:





La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

io credo che la punizione (positiva o negativa che sia) viene intesa erroneamente da quasi tutti, io stesso la intendevo come te prima di ascoltare i racconti di Telatin, ora, lui non ha parlato espressamente di questo, ma ascoltandolo mi sono riformulato le idee a riguardo
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

Sento aria di graaaandi complicazioni.... non che mi dispiaccia: il fatto è che nella teoria dell'apprendimento le cose sono molto semplici; segnale/problema -> tentativo volontario di risolverlo ->conseguenza del tentativo ->memorizzazione della catena e suo riutilizzo alla prossima occasione in cui si ripresenterà il segnale/problema

Ciò che dall'animale viene giudicato un tentativo riuscito di risolvere il problema, rende più frequente il comportamento risolutivo; ciò che dall'animale viene giudicato un tentativo che peggiora, invece di migliorare, le cose, rende meno frequente il comportamento risolutivo; ciò che non fa nulla, ossia: non migliora nè peggiora le cose, subisce la cosiddetta estinzione (viene serenamente abbandonato).

Tutto qua.

"I sette aiuti ed i sette  castighi" del Grisone sono molto interessanti, perchè svariati aiuti e castighi utilizzano lo stesso mezzo materiale (voce, briglia, eccetera... devo ripassarmeli); ma non ho la certezza che Grisone elenchi altrettanti "rinforzi" o "premi". Eppure.... il frustino o bacchetta, ad esempio, sembrerebbe che non possa essere altro che un aiuto, o un castigo. Non è vero! Io spesso accarezzo la cavalla con la bacchetta che tengo in mano. 
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

bionda

Citazione da: max - Luglio 25, 2012, 10:18:33 PM
io stesso la intendevo come te prima di ascoltare i racconti di Telatin, ora, lui non ha parlato espressamente di questo, ma ascoltandolo mi sono riformulato le idee a riguardo

Piccolo OT: avevo visto Telatin in fiera a Milano nel 2010 ed ero rimasta affascinata dalla sua cavalla, davvero fenomenale per me. Dove l'hai visto? Vuoi fare un report dello stage?
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

max

mi ero ripromesso di fare un report del seminario tenuto a Venaria ma il poco tempo libero mi rende insolvente... :(
dovrei essere come il col.: in pensione!

x alex: il primo obiettivo che mi dò in equitazione è semplificare, ma forse non ci riesco
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

Citazione da: max - Luglio 26, 2012, 08:59:58 AM
x alex: il primo obiettivo che mi dò in equitazione è semplificare, ma forse non ci riesco

Semplificare non è semplice. Sei partito dall'obiettivo più difficile! Se poi si tratta di un "sistema complesso" allora è semplicemente impossibile, e semplificvando troppo si perde inevitabilmente, sempre, parecchio. Tanto vale rassegnarsi, e non credere mai a quelli che dicono che le cose dell'equitazione sono semplici.....
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max

Citazionenella teoria dell'apprendimento le cose sono molto semplici; segnale/problema -> tentativo volontario di risolverlo ->conseguenza del tentativo ->memorizzazione della catena e suo riutilizzo alla prossima occasione in cui si ripresenterà il segnale/problema

la descrizione non fa una piega ma proprio perché è ad ampio respiro lascia spazio alle interpretazioni, la sequenza ideale che adesso cerco di figurarmi, pur facente capo al condizionamento operante, tenta di inquadrare le cose con più precisione dal punto di vista delle problematiche di addestramento/rieducazione, non è una nuova invenzione, è semplicemente vedere le stesse cose da un'altra prospettiva:

1) PREDISPOSIZIONE della situazione ideale che renda il risultato cercato il più facile possibile, sia che si tratti di insegnare un nuovo sollazzo, sia che si tratti di risolvere una difesa grave (ovvero il "set": la scelta del luogo, degli strumenti, etc, fosse anche solo il chiarirsi bene le idee prima di procedere: fondamentale! come diceva Mozart: "tranquilli, ho un PIANO!")

2) MOTIVAZIONE/SEGNALE per il cavallo a fornire un comportamento e/o trovare una soluzione (può darsi che a un cavallo ipernutrito l'offerta di cibo non freghi una mazza, o che a un cavallo indolente non freghi di essere toccato con la frusta, bisogna tenere conto di questo: se si vuole una prestazione offrire 50 euro a un ricco non sortisce lo stesso risultato che offrirli a un povero)

3) COMPORTAMENTI/RISPOSTE scatenati dalla motivazione (non resta che ignorare quelli sbagliati e aspettare quello giusto, se si è predisposto bene il punto 1, non tarda ad arrivare, se invece si è degli improvvisatori è facile che si venga persuasi spesso a dover utilizzare il punto 4)

4) EVENTUALE PUNIZIONE positiva (la P+ ovvero una punizione che si aggiunge a quello che sta accadendo, data nell'istante stesso del comportamento errato funziona, tipo l'esempio del recinto elettrico, ma siccome che a noi serve del tempo per valutare le risposte, facilmente diventa in realtà una nuova motivazione, più pressante, che scatena nuovi comportamenti e risposte più congestionate e difficili da gestire, si perde dunque la motivazione/segnale originale per cercare di risolvere la nuova più "cazzuta", questo rende tutto più simile ad una roulette che a qualcosa di ben pianificato)

5) EVENTUALE PUNIZIONE negativa (meriterebbe un'approfondimento particolare, la P- a prima vista richiama il salto della cena o robe simili fatte a posteriori ma, invece, anche lei va vista come utilizzabile unicamente durante la fase attiva della ricerca del comportamento, il solo presentare del cibo come motivazione per poi non darlo fino al comparire della risposta voluta equivale secondo me ad una punizione negativa, cioè che sottrae qualcosa, così come mettere un cavallo che sfugge di lato contro un muro significa togliergli il privilegio di prendere quella direzione, e tra l'altro fa anche capo al punto 1, e che secondo Telatin anche questo rientra nella puniz negativa)

6) RINFORZO negativo e/o positivo del comportamento voluto (cessando al momento giusto la motivazione stessa a fornire risposte, elargendo un premio aggiuntivo o elargendo finalmente il premio che era stato promesso come motivazione stessa)

mi sembra che, almeno per la mia zucca, sia uno schema più pratico con concetti più reali, spero di non aver commesso errori nelle descrizioni...

magari invece chi legge non essendosi mai cimentato in queste cose non capisce comunque una mina....
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

Ehehehehe.... caro Max, ho il piacere di dirti che ti sei spaventosamente incasinato da te. Adesso non ho tempo, ma vedo che il principio della "porta aperta", che per primo mi ha segnalato Homocaballus, non è del tutto banale; e se non l'hai colto tu..... ci scommetterei che non l'hanno colto parecchi altri.  :horse-wink:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

rhox

quindi facendo un esempio ho un cavallo che non mi lascia salire perchè si sposta appena metto il piede nella staffa.
lo porto in un maneggio con le pareti chiuse, piccolo, tranquillo. prendo le redini con un leggero contatto e faccio per salire, lui si muove o no. se non si muove ho "risolto" perchè la risposta è quella voluta, se si muove lo riprendo più forte in bocca e se continua a muoversi lo porto nell'angolo dove ha un muro davanti e uno di fianco e una volta su mollo le mani e lo accarezzo?

cioè a grandi linee al posto di alzare le pressioni, aumento il numero di queste tenendole a un livello medio-basso?
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

max

#12
se noti che la motivazione a muoversi di lato è il tuo gesto di salire, conviene usare subito lo steccato così non rischi che le pressioni di redini diventino un nuovo problema che lo distrae dal primo

poi ti allontani un po' e riprovi, potrebbe non aver generalizzato e allora ti rimetti vicino alla parete e procedi fino a che non si dimentica il viziaccio

se usi le redini invece (non sempre si ha un muro a portata di mano) le devi usare nell'idea di impedire i suoi spostamenti con la postura (con la flessione, giocando sull'equilibrio tramite l'incollatura), quando sali l'ottimale è che i suoi piedi restino fermi senza che tu stia agendo sulle redini, devi poter salire come se ci fosse il muro, senza usare le redini, il muro è costituito dalla posizione in cui è messo il cavallo che gli impedisce fisicamente di muoversi (più facile a farsi che a dirsi)
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

PokerFace

rox è un buon esempio quello.

io però farei al contrario.
se sto cavallo parte quando metto il piede nella staffa io prima lo abituerei a salire nell'angolo.
dove non può andare avanti insomma, nè di lato (ci sono io che salgo da una parte e dall'altra c'è la parete).
non faccio nulla, non tiro le redini, magari uso un pò la voce perchè stia tranquillo.
e magari gli do uno zuccherino se sta fermo un pò dopo che sono salito.
quando ciò è confermato, faccio la stessa cosa in un altro posto del maneggio coperto e alla fine nell'arena esterna.
secondo me è importante addestrare mettendo in condizione da subito il cavallo a non sbagliare.
le cose che vengono subito giuste sono molto piu facili da memorizzare rispetto a quelle che prima sono fatte sbagliate e poi meno sbagliate e poi giuste.

ricordo un cavallo che aveva paura dell'acqua, fin da puledro ne aveva un terrore.
mi abituai a mettere l'acqua da una parte del paddock e il fieno dall'altra. in mezzo, la riviera/fosso (profondo circa 10 cm, niente di trascendentale).
il giorno dopo già giocava con l'acqua.
l'ho messo nella condizione di non poter sbagliare, fare giusto era la cosa piu semplice per lui.

max

Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.