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Intensità vs efficacia

Aperto da Nicola, Agosto 19, 2012, 01:10:08 PM

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Nicola

Citazione da: Miky Estancia - Agosto 20, 2012, 10:36:53 AM
Parliamo di blocco. Cavallo che non vuole salire sul van.

Onestamente non ne ho idea. Conosco il lavoro da sella di Fappani, ed i documenti che ha pubblicato e di cui dispongo hanno tema strettamente legato all'equitazione montata, e nulla hanno a che fare con il governo.

Con questo spero si chiuda l'off topic.
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Miky Estancia

Citazione da: Nicola - Agosto 19, 2012, 01:10:08 PM
L'argomento è border line tra etologia ed addestramento, ma essendo un principio generale (e non legato unicamente alla disciplina che si pratica) lo posto qui.

Fappani, di cui sto riguardando le pubblicazioni, ripete spesso qualcosa di simile a questo:

"la pressione connessa ad una richiesta dovrà essere la minima necessaria per creare discomfort per il cavallo che non la esegue, ma non va mai aumentata. Aumentare la pressione significa concentrare l'attenzione del cavallo sulla pressione stessa, e sul dolore (o fastidio, per chi preferisce), e pertanto far perdere al cavallo la concentrazione connessa alla ricerca di una soluzione per far cessare l'applicazione della pressione".

Si parla molto di tempismo, di cui nessuno nega l'importanza fondante, ma l'idea dell'accurata modulazione della pressione è a mio parere un argomento piuttosto trascurato.

Posto il tuo primo post, poichè non vi è alcun riferimento al fatto che si debba parlare solo di lavoro montato riguardo alla pressione. Mi era parso soprattutto dalla frase in grassetto, che l'argomento fosse un principio generale e non specifico al lavoro in sella (e visto che dici "border line tra etologia e addestramento", ho inserito proprio il caso del blocco sul van che non è governo, ma addestramento vero e proprio).

Se si fa un affermazione a carattere generale, bisogna ricomprendere tutti i casi, non una situazione sola.
Quindi, qui si parla del lavoro di Fappani o di un principio generale?

Se qui parliamo del lavoro di Fappani, dopo aver cambiato il titolo al topic, mi eclisso, perchè se non dà risposta al quesito è inutile per me continuare (inutile cercare risposte dove non ce ne sono).

Se invece si parla del principio generale, sarei curiosa di sapere come altri (che sostengono lo stesso principio) vedono l'uscita dal problema.

La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

max

come principio generale allora è chiaro che l'intensità debba essere sempre proporzionata all'efficacia

se conducendo dentro un trailer un cavallo tramite la trazione sulla lunghina il cavallo, che fino un momento prima seguiva, si pianta, posso scegliere se aumentare la trazione o passare ad altro, se aumentando la trazione si convince e riprende la marcia vuol dire che l'aumento di intensità è stato efficace, se comincia ad indietreggiare vuol dire che l'aumento è stato non solo inefficace ma deleterio, dunque?

il confine se sia buona cosa aumentare l'intensità o passare ad altro lo "sente" e lo valuta quello che lo porta alla lunghina, se non ha esperienza e non sa sentire ne valutare che ci possiamo fare?
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

Nicola

Citazione da: max - Agosto 20, 2012, 12:53:42 PM
come principio generale allora è chiaro che l'intensità debba essere sempre proporzionata all'efficacia
[...]
il confine se sia buona cosa aumentare l'intensità o passare ad altro lo "sente" e lo valuta quello che lo porta alla lunghina, se non ha esperienza e non sa sentire ne valutare che ci possiamo fare?

Si torna certamente al tatto equestre. E' certo che affermare semplicemente "usare l'intensità minima necessaria per ottenere un risultato nella direzione voluta" presuppone una certa dose di tatto equestre.

Per quanto mi riguarda io sono certo i poter ottenere buoni risultati unicamente nella richiesta di cose estremamente semplici.

Per Miky: ho semplicemente risposto alla tua domanda. Non ho idea di come Fappani gestisca la situazione da te proposta, perchè non dispongo di informazioni sul tema specifico. Spero di essere stato sufficientemente chiaro: non considero il discorso del trailer off topic, considero off topic la richiesta reiterata di una informazione di cui ho già affermato di non disporre.

Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Miky Estancia

Citazione da: max - Agosto 20, 2012, 12:53:42 PM
il confine se sia buona cosa aumentare l'intensità o passare ad altro lo "sente" e lo valuta quello che lo porta alla lunghina, se non ha esperienza e non sa sentire ne valutare che ci possiamo fare?

Possiamo dargli l'indirizzo giusto per frequentare un corso che tratta appositamente di questa questione.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

piciopacio

Citazione da: Miky Estancia - Agosto 20, 2012, 10:36:53 AM
Citazione da: Nicola - Agosto 20, 2012, 08:46:31 AM
Andrea Fappani:

www.fappaniperformance.com/

Ciò detto, il tema è molto semplice: se il segnale di richiesta è troppo intenso, il cavallo si concentra sul dolore che prova, più che concentrarsi sul trovare una soluzione per uscire da una situazione (combinazione di aiuti) che gli crea fastidio (dolore).

Per rispondere circa le situazioni di blocco, ci sono 2 possibili questioni:
- se il cavallo conosce la richiesta la sequenza di PP è esattamente quella utilizzata
- se il cavallo non conosce la richiesta, si ritorna a lavorare su un esercizio precedente e propedeutico

Per Max: il tema è generale, di qualsiasi tipo di pressione/fatica si tratti

Parliamo di blocco. Cavallo che non vuole salire sul van. Mette in atto ogni genere di difesa in crescendo di intensità e pericolosità fino ad andare in blocco vero e proprio, ovvero, si pianta davanti al ramblè e oppone resitenza passiva. Non sente e quindi non risponde più a nessuno stimolo. Se lo si "distrae" facendogli fare qualcos'altro, lo fa a rallentatore per poi ritornare in blocco apatico quando gli viene ripresentato il van. Come ne esce Fappani? Come fa uscire il cavallo da quello stato di blocco?

Come ne esce Fappani ?..lo dirà lui, per quello che mi riguarda: - intero, a pezzi, a fettine, a spezzatino il lallo salirà sul van...sta a lui decidere come.

Altro discorso è come abituare il lallo a salire sul van: - calma, tempistica, assuefazione, comfort, puccipucci tutto va bene...sta a lui decidere come.
Cosa c'entra tutto ciò con l'intensità degli aiuti, solo Iddio lo sa.


Nicola

Faccio una breve precisazione. Ho scelto Andrea Fappani per tre semplici motivi:

- è un esponente noto (e vincente) a livello mondiale della disciplina equestre che pratico
- posso dire di disporre di molto materiale da lui pubblicato
- per chi volesse vederlo in sella, youtube è pieno di filmati, ivi compreso il canale dedicato della sua scuderia

Mi permettete una battuta? L'Italia, nelle competizioni western, è stabilmente la terza nazione al mondo da ben più di 10 anni, ed anche a livello allevatoriale disponiamo di soggetti competitivi in senso assoluto. Abbiamo esportato negli Stati Uniti cavalieri, addestratori, allevatori.

Che forse sia la western la vera equitazione itagliana?
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Miky Estancia

Citazione da: piciopacio - Agosto 20, 2012, 11:13:01 PM
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 20, 2012, 10:36:53 AM
Citazione da: Nicola - Agosto 20, 2012, 08:46:31 AM
Andrea Fappani:

www.fappaniperformance.com/

Ciò detto, il tema è molto semplice: se il segnale di richiesta è troppo intenso, il cavallo si concentra sul dolore che prova, più che concentrarsi sul trovare una soluzione per uscire da una situazione (combinazione di aiuti) che gli crea fastidio (dolore).

Per rispondere circa le situazioni di blocco, ci sono 2 possibili questioni:
- se il cavallo conosce la richiesta la sequenza di PP è esattamente quella utilizzata
- se il cavallo non conosce la richiesta, si ritorna a lavorare su un esercizio precedente e propedeutico

Per Max: il tema è generale, di qualsiasi tipo di pressione/fatica si tratti

Parliamo di blocco. Cavallo che non vuole salire sul van. Mette in atto ogni genere di difesa in crescendo di intensità e pericolosità fino ad andare in blocco vero e proprio, ovvero, si pianta davanti al ramblè e oppone resitenza passiva. Non sente e quindi non risponde più a nessuno stimolo. Se lo si "distrae" facendogli fare qualcos'altro, lo fa a rallentatore per poi ritornare in blocco apatico quando gli viene ripresentato il van. Come ne esce Fappani? Come fa uscire il cavallo da quello stato di blocco?

Come ne esce Fappani ?..lo dirà lui, per quello che mi riguarda: - intero, a pezzi, a fettine, a spezzatino il lallo salirà sul van...sta a lui decidere come.

Altro discorso è come abituare il lallo a salire sul van: - calma, tempistica, assuefazione, comfort, puccipucci tutto va bene...sta a lui decidere come.
Cosa c'entra tutto ciò con l'intensità degli aiuti, solo Iddio lo sa.

Ho fatto riferimento ad un caso di blocco con van, ma potrei anche far riferimento ad un caso di blocco montato. Cavallo che nonostante la progressione degli aiuti (quella già citata in un post più a monte, secondo la quale dopo l'uso severo dello sperone il cavallo...o và o và), non ne vuole proprio sapere di andare avanti e si pianta come un mulo, sperone o non sperone, frustate ecc.
Caso reale, visto più volte con diversi cavalli e visto approcciare nei modi più disparati (compreso attaccare il suddetto cavallo ad un pick up per farlo uscire dal maneggio) da diversi addestratori di scuole di pensiero differenti.

Cosa c'entra questo con l'intensità degli aiuti? C'entra eccome. Il più efficace che ho visto, è un Iddio che usa gli aiuti ad intensità crescente ad ondate. Il cavallo esce dallo stato di blocco e si può di nuovo "ragionare" con lui.

Di qui, la mia curiosità di sapere come far uscire un cavallo da uno stato di blocco mantenendo gli aiuti sempre entro e non olte una certa soglia.

Non so se mi sono spiegata...



La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.