• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Linguaggio e aiuti

Aperto da alex, Settembre 16, 2015, 02:48:59 PM

« precedente - successivo »

alex

Il linguaggio è una cosetta complicata, e non sono un linguista, ma terra terra penso di poter fare qualche riflessione.

Negli elementi del linguaggio ci sono almeno due cose: un concetto (ciò a cui l'elemento si riferisce) e una sua rappresentazione simbolica (l'elemento del linguaggio vero e proprio). Fra le due cose c'è una relazione convenzionale, appresa; il concetto di "mano" ha un rapporto puramente convenzionale , "culturale", con la parola "mano"; ogni lingua ha una sua particolare parola per riferirsi al concetto "mano", e perchè il linguaggio funzioni entrambi gli attori della comunicazione linguistica devono seguire la stessa convenzione - oltre a conoscere entrambi, ovviamente, il concetto che l'elemento del linguaggio indica.

Gli aiuti sono una forma di linguaggio (per gran parte appreso, culturale). Sia il cavaliere che il cavallo devono aver chiaro sia il concetto, ossia: la risposta attesa, che la sua "rappresentazione", ossia: l'aiuto che indica tale risposta. Il concetto "rallenta" è una cosa, gli aiuti che chiedono di rallentare una cosa del tutto diversa. Non so quanto sia diffuso, ma ho sentito che in alcune varietà della MW l'aiuto per rallentare è il peso su una delle due staffe (non ricordo quale: ma una sola delle due "funziona"). Ovviamente, questo è frutto di apprendimento/di addestramento: inutile aspettarsi che un cavallo che non conosce l'aiuto risponda correttamente!

Non solo: il concetto "rallenta" è semplice, altre azioni sono molto più complesse, e sia il cavallo che il cavaliere possono avere le idee poco chiare sul concetto stesso; figuriamoci come può essere la risposta all'aiuto, che è una rappresentazione convenzionale di un concetto, se il concetto stesso è nebuloso (es: riunione, passo spagnolo....).

Un video su cui molto si è ironizzato mostra, per esempio, un'azione assai sguaiata della gamba del cavaliere per chiedere il sollevamento di un anteriore, tipo passo spagnolo ("il cavaliere tenta di urinare dalla sella"  :horse-wink:).  Dal punto di vista della comunicazione non c'è niente da ridere; il segnale era condiviso ed efficace; dal punto di vista della sua eleganza.... è un altro discorso, una ulteriore complicazione.

Conclusione: inutile chiedersi quale sia l'aiuto giusto per ottenere una certa risposta; appena si va oltre le cose più elementari, espressione di "riflessi nervosi" o di forme di comunicazione "istintiva", l'aiuto giusto è semplicemente quello che il cavallo ha appreso; se vogliamo cambiare le cose dobbiamo fargliene apprendere di nuove, ossia: addestrarlo. Se riteniamo di non essere in grado di addestrarlo, dobbiamo semplicemente apprendere noi quello il linguaggio che conosce il cavallo, ossia:  adeguarci al suo specifico addestramento.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

segreto

Come dire:
- Ad azione corrisponde una reazione.
- Ad azione ripetuta N volte corrisponde, salvo variabili impreviste, sempre la stessa reazione.
- Sta all'uomo/donna di cavalli prevenire le variabili per minimizzare l'incidenza delle variabili stesse.

Domanda: è l'azione (che tutti chiamano "aiuto") ad essere il significante del messaggio?

Se l'aiuto è il significante del messaggio è necessario definire due tipi di aiuti:

A: quelli che agiscono per reazione fisiologica (o come vogliamo definirla), comunque innata (ad esempio, le contrazioni muscolari e gli spostamenti di anca alle sollecitazioni di sperone, vedi Licart, "Equitazione ragionata")
B: quelli che agiscono dopo apprendimento.

Nel caso di B il tuo discorso calza, nel caso di A, meglio pensarci su un poco di più.
Forse A non è un messaggio dello stesso tipo di B.

Questo distinguo va ipotizzato per evitare input contradditori che generano spesso ansia e reazione da parte del cavallo.

Comunque, per continuare lo scherzo sul grasso tenditore di gambe: non credo che abbia insegnato al cavallo una cosa così palesemente buffa. Se lo avesse fatto non si potrebbe certo definirlo un addestratore che si preoccupa di dare un cavallo ben dressato ai suoi clienti.

Segreto

alex

Nel caso A, siamo dentro quello che avevo accennato con le cose più elementari, espressione di "riflessi nervosi" o di forme di comunicazione "istintiva". Certo, le due cose si mescolano, occorrerebbe avere idee chiarissime su dove finisce l'effetto A e dove inizia l'effetto B.

Le cose sono certamente molto più complicate: mi viene per esempio in mente che, considerando il linguaggio umano parlato, il significato varia in base al tono, e anche in base al contesto (la parola "scemo" può veicolare un messaggio tale che la risposta può essere un sorriso con una carezza, oppure un pugno in faccia.... it depends); e chissà a quante altre sottili sfumature.

Sta il fatto che l'aiuto di pesare sulla staffa sinistra (o destra, ce lo diranno gli appassionati di MW) con il significato di "stop", o il cavallo lo conosce, o non produrrà alcun effetto; idem per gli aiuti di voce. Può essere invece che la pressione energica e continua degli speroni faccia fermare un cavallo anche se non conosce il significato dell'aiuto; e allora vuol dire che è una risposta "fisiologica-istintiva".
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

segreto

Non sono sicuro che la pressione continua ed energica generi un'esigenza di stop nel cavallo: l'impulso da qualche parte va a finire.
Probabilmente in un'azione di indietreggiamento, pena l'ingorgo emozionale, con conseguente blocco fisico ed emotivo, da non confondere con lo stop, che è un'azione programmabile ed auspicabile.
Il cavallo stoppato nel modo corretto sta fermo in attesa di ulteriori aiuti che, si augura, siano chiari, non dolorosi, non stressanti; quello bloccato, povero cristo, è lì che non sa.

Segreto

silviasco

Spesso ho pensato che l'azione degli speroni potesse somigliare, come meccanismo, al "solletico" fatto da qualcuno che ti punta un dito sotto le costole: per molte persone la reazione istintiva è di contrazione (oltre che di risata!). In questo caso, forse, lo sperone è un aiuto paradossalmente più "naturale"della gamba, perché si fonda su un riflesso istintivo e non su un linguaggio appreso. Chissà se in addestramento dei puledri c'è chi propone la progressione sperone-gamba (perché ovviamente per premere con lo sperone devi anche accostare la gamba e dopo un po' il cavallo risponderà solo alla gamba); ma nelle mie reminiscenze forumiste, se ricordo bene, la lezione alla gamba si fa con l'aiuto semmai del frustino, o no?

segreto

Trovo credibile, oltre che logica, l'ipotesi di Silviasco sullo sperone come aiuto "altro" rispetto alla gamba.
Credo sia possibile che la contrazione stia alla base del successo dello sperone, se ben usato e non contro tempo (il difficile è proprio il tempismo).
Personalmente, e non so se sia universalmente accettato, distinguo il lavoro di sperone da quello della gamba: li vivo come addirittura opposti, sia come reazione suscitata che come "atmosfera".
La mia gamba propone un "tono confidenziale" al dialogo col cavallo che il gesto dello sperone nega.

Segreto

max

Lo sperone causa una decontrazione "brusca", la gamba e/o la mano decontraggono in modo più "dolce" e progressivo.
Ciononostante la gamba non potrebbe decontrarre altrettanto bene se il cavallo non conoscesse lo sperone.

Esatto, lo sperone dovrebbe decontrarre se usato bene, non solo contrarre. Solo che anche la decontrazione è brusca.

Ad un certo punto viene da usare lo sperone solo per alzare la schiena, o coadiuvare la messa in mano, e la gamba solo per dire "vai". E' normale ritrovarsi con queste sensazioni. Ma le due cose si possono scambiare anzi è utile per un addestramento completo. Metti che un giorno dimentichi gli speroni...
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

segreto

Non credo che lo sperone decontragga.
Tutt'al più può sembrare che ci sia una decontrazione dopo la contrazione, ma non lo è: penso sia un recupero di equilibrio su una nuova posizione del baricentro.
Che nasce dalla spinta successiva alla contrazione.
Contrazione e poi estensione = moto (giudicabile buono solo se coincidente con l'azione richiesta).

Non credo esista un addestramento "completo": non servirebbe a nulla.
Sarebbe solo un "barocchismo".
Penso sia meglio perseguire la massima sinergia con il cavallo usando gli stimoli di tipo B e riservare quelli di tipo A alla correzione delle imprecisioni, delle variabili impreviste, dei problemi che dovessero sorgere. Forse così ci si avvicinerebbe al "cavallo partecipe e, nei logici limiti, coscente e consenziente".
Peraltro sempre radrizzabile, attraverso gli stimoli di tipo A, quando dovesse essere insoddisfacente.

Segreto

max

Decontrae, decontrae...
Lo spasmo che crea nella fascia muscolare interessata fa in modo che la successiva estensione sia più libera, lunga...

Siete invischiati in queste classificazioni... A o B....

Riassumo/semplifico:
A= richieste elementari, fisiologiche e naturali che sortiscono sempre le stesse risposte in tutti
B= richieste più complicate che necessitano di essere insegnate e che quindi variano da addestratore a addestratore

"Inutile chiedersi quale sia l'aiuto giusto per ottenere una certa risposta; appena si va oltre le cose più elementari, espressione di "riflessi nervosi" o di forme di comunicazione "istintiva", l'aiuto giusto è semplicemente quello che il cavallo ha appreso" dice Alex.

Il fatto è che se non ti domandi quale sia l'aiuto giusto finisci con il credere che qualunque aiuto/mezzo sia valido. Anche perché pure un aiuto di tipo B dovrà essergli stato insegnato in qualche modo.

Ora se anche B non viene insegnato prendendo a riferimento la natura, la fisica, si sa che a un cavallo gli puoi insegnare tutto agendo anche al contrario di natura e buonsenso ma di certo non sei nel giusto.

Allora che cos'è giusto o sbagliato? Per forza di cose bisogna prendere in considerazione il fatto che anche B abbia qualche attinenza con il modo in cui il cavallo pensa e si muove per dire se sia più giusto di un'altro B che magari è fantasioso ed è più una forzatura che un aiuto.

Alla fine dovrebbero esistere solo richieste di tipo A1 fisiologiche/naturali e qualche A2 appresa. Il tipo B lo vedo più come una porta aperta alla qualunquecosa, una legittimazione dei "bottoni" che uno può mettere nella testa del cavallo e che io non amo. Quando mi accorgo che senza volerlo ho inculcato un bottone al cavallo mi affretto ad eliminarlo. Il cavallo dovrebbe rimanere come mamma l'ha fatto, chi sale non dovrebbe cercare dei bottoni da premere ma usare le forze in gioco naturali. E se non sai quali sono e come usarle il cavallo dovrebbe sembrare sdomo. Quello che fa un addestratore dovrebbe essere solo insegnare al cavallo a lasciarsi disporre morbidamente in ogni circostanza.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

segreto

Sono d'accordissimo con te, Max: è tutto sacrosanto.
Salvo il fatto che tu equipari decontrazione ed estensione.
Sono cose diversissime: l'una agisce su una situazione suscettibile di miglioramento, l'altra, l'estensione è la ciliegina sul gelato dell'equitazione.

Segreto

alex

Se le cose stanno come dici Max un eccellente cavaliere dovrebbe poter ottenere quasi qualsiasi cosa da un cavallo sdomo; l'istruzione del cavaliere sarebbe quasi tutto, e l'addestramento del cavallo quasi niente. Può essere che sia così, ma per me è una novità.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

segreto

Per me invece è una tesi sostenibilissima (e storicamente sostenuta da molti), se per "qualsiasi cosa" si intende quel che il cavallo può fare senza danno e senza coercizione mentale oltre che fisica.
Poi qualcuno, per lucro, manda i cavalli a girare in pista con un leone in groppa, ma quello è un crimine e questa non è la sede per quel tipo di analisi.
Segreto

max

Beh un'estensione non può avvenire in presenza di contrazione, quindi per certi versi sono sinonimi. E lo sperone ha molto da dire a proposito di decontrazione. Beninteso il cavallo deve venire abituato poco per volta, altrimenti su un cavallo in difesa l'effetto non si avrà mai anzi. L'unico che associa sperone a decontrazione, tra i volumi che posseggo, è Oliveira che descrive una correlazione di effetti muscolari; Licart cita sempre e solo effetti dovuti a contrazioni.

Sull'altra questione, come ogni affermazione anche la mia vuole essere valida nel limite del buonsenso.

Un cavallo veramente "sdomo" non è montabile "subito", o meglio lo è ma si fa un disastro, non è quello che intendevo. Passata la fase in cui gli si presentano e gli si fanno accettare le cose (frusta, imboccatura, sella, cavaliere, etc) allora sì: da qui in poi possiamo montare e iniziare a metterci i "bottoni" oppure agire in un altro modo, che non saprei come chiamarlo, ma che di fatto abitua semplicemente il cavallo a lasciarsi piegare e seguire il peso del cavaliere in tutti gli equilibri possibili.

Per ogni flessione laterale (destra o sinistra) e per ogni senso di marcia (indicato mandando l'equilibrio verso una direzione) corrisponde una figura di maneggio.

Cos'è un'appoggiata se non un cavallo piegato ad esempio a destra che si muove verso destra lungo la diagonale del maneggio? E che cos'è un travers se non la stessa cosa ma fatta lungo la parete? Basta scegliere una flessione e dare indicazione di equilibrio verso una direzione praticamente per fare tutto (quindi non attivando la tale o tal'altra figura premendo bottoni).

L'energia che il cavallo mette (impulso), la flessibilità che si è saputo dare alle articolazioni esercitandolo nel tempo e la capacità del cavaliere a dirigere l'equilibrio nel modo più "pulito" possibile restituiscono figure ben eseguite o pasticci.

La vera difficoltà è piegare il cavallo di lato in modo corretto di modo che se ne tragga vero vantaggio. Quasi sempre lo si piega di lato ma non ci si accorge che la flessione non è quella utile. Allora se si prosegue lo stesso nell'addestramento si sarà tentati per forza di cose a ingegnarsi a come mettere dei bottoni (risposte apprese) cioè a far ripetere al cavallo le cose a memoria dietro richieste specifiche (fai questo, fai quello) anziché padroneggiare senza soluzione di continuità le forze in gioco.

Ecco che chi ha capito (ha trascorso le ore in sella con la volontà di risalire alle cause delle cose) può ragionevolmente prendere un cavallo che non sa nulla, tribolare relativamente all'inizio per rendere flessibili articolazioni che non lo sono (il cavallo non prende subito subito equilibri contrari alle sue abitudini), ottenere appoggiate o partenze di galoppo sul piede giusto fin dalla prima volta, scendere e lasciare un cavallo senza "bottoni" in senso stretto ma solo più flessibile.

Poi chiaramente il cavallo le azioni che il cavaliere ha fatto per dirigere le forze in gioco se le ricorda, quindi chi sale dopo e azzecca la combinazione gli sembra di aver premuto un bottone, ma dura poco, perché se non ha capito davvero, il "bottone-che-non-è-un-bottone" svanisce in fretta.

L'unico vero signor "bottone" (risposta appresa) che sicuramente è indispensabile è quello del "vai" con le gambe, in quel caso non c'è verso, bisogna inculcarlo.

Subito dopo viene la gamba isolata che sposta via le anche, ma se vale come risposta appresa al 100% a cavallo fermo, mano a mano che prende velocità il bottone della gamba isolata perde di efficacia, o meglio il cavallo lo sente ma non può rispondervi se l'equilibrio non è corretto. Più si va veloci più diventa evidente quanto il cavaliere ha davvero capito sulle forze in gioco.

Anche l'abbassamento dell'incollatura sono indotto a pensare che non debba essere un bottone (agisco sulle commessure e lui allunga) perché chiesto così è inevitabilmente una forzatura. L'abbassamento deve avvenire a seguito di rilassamento del dorso e la tensione sulle redini sono sempre più convinto sia una conseguenza dell'impulso e di un lavoro corretto riducente l'asimmetria. La tecnica di agire verso le commessure per far prendere il ferro dovrebbe essere solo un rimedio per quei cavalli che si dimostrano impauriti dallo stesso.

Poi c'è il passo spagnolo, che è un'altro bottone per antonomasia. Ma esula già da un lavoro "naturale", come l'inchino, il campo e altre figure da circo a comando.

La levade invece non dovrebbe di nuovo essere un "bottone" ma una risultante di forze giostrate perfettamente (difatti chi la inculca come bottone mette anche a rischio un malcapitato che per disgrazia la attiva senza volerlo).

Si capisce come mai i puristi dell'equitazione classica disconoscano il passo spagnolo e accettino la levade. Tutti i movimenti che non sono ottenuti dirigendo le forze in gioco ma che il cavallo ripete a memoria non farebbero parte di un lavoro "classico". Un'appoggiata quindi può essere classica oppure no se viene attivata a mo di bottone.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

max

Minkia che pippone che ho scritto.
Mi autosospendo fino alla prossima settimana!
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

segreto

Aspeta ad autosospenderti e spiegami(ci) una cosa: con cosa posso sostituire il lavoro sulle commessure labiali quando manca il ferro in bocca (ha una nasierina imbottita che ho fatto io)?
La cavalla gira bene a tutte le andature (meglio a sinistra che a destra, ma è normale). Andando abbassa e distende l'incollatura in avanti se lavoro di strizzate di spugna e gambe ma non lo fa lateralmente. Neanche da ferma. E' per il tipo di contatto, alto e relativamente mobile? (io non stringo la nasiera).
Segreto