• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Paure del lallo e del cavagliere.

Aperto da raffaele de martinis, Marzo 03, 2013, 03:22:18 PM

« precedente - successivo »

raffaele de martinis

... a giudicare dagli ultimi topici aperti, mi pare che stia frequentando un foro di cacasotto.

Ora, il lallo è uno degli animali più paurosi e umbratili che esistano, punto.

Per il cavagliere è diverso: -
in generale la paura è un sentimento salvifico: il coraggioso non è un uomo che non ha paura ma quello che riesce a controllarla rationalmente.

Detto questo, esiste una condizione nella quale non si ha paura a cavallo, cioè quando l'approccio col lallo è stato precoce, pensateci accade la stessa cosa con altri strumenti o altre situazioni se queste vengono affrontate da bambini.

Se avete cominciato da piccoli, dubito che abbiate paura: dei vostri pattini, della vostra bicicletta, del vostro motorino, dei vostri sci, dei vostri scarpini da calcio, di andare sott'acqua, di tuffarvi dal trampolino ecc. ecc.

Tornando al lallo, per esperienza diretta dico che se si ha consuetudine con questi animali fin da piccolissimi e se si comincia a montare da piccoli, è del tutto normale non averne paura, inoltre, il "sentiment" sboccia naturale, d'altronde non esiste nessun libro o trattato leggendo il quale si può apprendere il "senso del cavallo", il "tatto equestre".

Non dubito che ci siano degli adulti che abbiano innato il "sentiment", l'ho riscontrato direttamente con alcune ragazze che - benchè avessero cominciato ad andare a cavallo dopo i vent'anni - dimostravano in sella una scioltezza e una naturalezza invidiabili...delle loro paure non so, non chiesi mai, comunque se ne avevano le dissimulavano egregiamente.

Ricordo mio figlio, a sette otto anni, provocava le sgroppate ad un pony e - per suo sollazzo - cadeva, si buttava giù ridendo per poi rimontare subito.
La cosa strana è che il pony, aspettava che il bimbo rimontasse e sembrava capisse quando doveva sgroppare e quando stare all'ordine...quando il giuoco era finito.



Uploaded with ImageShack.us

C'è da dire che Mimì a 4 anni già girava alla corda su Gilda una cavallona sanfratellana, a dieci anni per lui montare a cavallo era una cosa normale come mettersi le scarpe.







... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

kitiara

chi inizia da piccolo sicuramente è avvantaggiato, io ho iniziato non da piccolissima (12-13 anni) e mi rendo conto che per certe cose la tranquillità me la dà quel periodo in cui si era "di gomma" e si cadeva senza problemi....dopo un periodo di interruzione ho poi ripreso da "grande" finchè andavo all'università, lì mi son resa conto che spesso non è la paura a fermarti ma anche il "peso" delle responsabilità fuori dal campo, non ci si può permettere che un braccio o una gamba rotta rallentino il rimo vorticoso delle scadenze lavorative o della conduzione familiare per cui si finisce spesso per aver paura più delle conseguenze di una caduta che della caduta in sè....almeno per me è sempre stato così.
... ed ognuno che è veramente cavaliere monta allo stesso modo in cui vive. Cerca quindi te stesso in sella o meglio ancora vicino ai cavalli. Accanto a loro troverai le ragioni nascoste del tuo essere e del tuo destino.

DivinityOfDarkness

Credo si tratti semplicemente di 'tempi che sono cambiati'.

Anni fa non si girava con in tasca il gel disinfettante per le mani, si correva a piedi nudi sui prati e i genitori ci lasciavano andare coi pattini trainati dale biciclette a cui si levavano le rotelle il prima possibile, se il maestro a scuola ti sgridava, mamma e papà ti davano una ripassata...e da cavallo era prassi cascare.
Ora.... 'na sega!
I bambini vanno a scuola con lo zainetto col trolley, sui pattini ci si va con il caschetto e le ginocchiere, si impara a nuotare in piscina con l'istruttore, se il maestro ti sgrida il giorno dopo mammae papà ti dicono che sei troppo severo ....e se il pargolo casca da cavallo si denuncia l'istruttore.

Forse s'è passata da eccessiva disinvoltura a eccessiva preoccupazione.

Per il resto, concordo cok Kitiara: è il 'poi' che, spesso, ci frega.
Conosco gente che fino a pochi anni fa (perchè mo' è vietato e se ti beccano ti fanno un chiurlo così) si lanciava al galoppo in pineta, rischiando di travolgere ciclisti o turisti, con cavalli non propriamente 'calmi'. Coraggiosi? Forse, ma per me sono irresponsabili...
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

raffaele de martinis

Secondo me è più pericoloso giuocare a calcetto che andare a cavallo, è certamente più pericoloso andare in bici o in motorino in città come Roma o Milano che andare a cavallo, sicuramente è più pericoloso andare a sciare che andare a cavallo eppure nessuno - in queste attività - pensa al poi...almeno se ci pensa se ne stracatafotte.

Perché ?

Per la stessa ragione del successo delle dome etologiche, della barefutteria, della monta naturale, ecc. ecc.
Il lallo, ma anche: il mulo, l'asino, il maiale, i polli, le pecore per noi bimbi erano compagni di vita, spesso di giuochi, oggi li conosciamo tramite i libri e la TV oppure li troviamo nelle confezioni già belle e pronte dei supermercati.

Si ha paura - spesso senza ragione - dell'ignoto, dello straniero, del diverso...conosciamo benissimo le bici e i motorini, conosciamo il traffico delle grandi città dunque non ci fanno paura anche se le possibilità di farsi del male - praticando quei mezzi e quei posti - sono alte molto alte.

Ora, malgrado la naturale attrazione che abbiamo verso il cavallo, si è creato un muro tra noi e loro, questo muro prima non esisteva infatti qualsiasi mandriano, cocchiere o carrettiere ne sapeva molto di più sui lalli dei relazionisti etologi natural dolci domatori della beata che ci dispensano il loro sapere a caro prezzo.




... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

DivinityOfDarkness

Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

raffaele de martinis

Già, te lo immagini il baffone o il panzone tentar di vendere i loro metodi a mio nonno ?

Perché costoro non vanno a piazzare i loro stages presso i mongoli o presso i gauchos venezuelani ?

Perché non  tentano di vendere i loro carrot stick le loro capezze ai guardians della camargue ?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Winter Mirage

Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 03, 2013, 03:22:18 PM
... a giudicare dagli ultimi topici aperti, mi pare che stia frequentando un foro di cacasotto.


Non è che sarà un foro pieno di gente disposta a dire la verità?
A riflettere, ad essere sincera, a costo di sembrare dei perenni cacasotto?
A costo di ammettere che sì, a volte facciamo fatica. Una fatica immonda. Ma siamo ancora qui, a cavallo, in sella.
Siamo esseri umani, noi. E domandiamo perdono se le nostre indecenti emozioni non sono al livello auspicato.


E magari siamo solo persone che, quando si alzano da terra con la sabbia sulle chiappe, ammettono di essersela fatta sotto invece che dire "Ah, no, ma io l'ho fatto apposta, volevo appunto scendere, figurarsi, io mi diverto a spaccarmi le costole, e ci mancherebbe altro! Che, per caso a voi non piace il reparto ortopedia?"

Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

milla

Raffaele ha esposto benissimo le motivazioni della paura dei cavaglieri.
Ne vorrei aggiungere un'altra,forse mia peculiare,non so, ma montare a cavallo mette in gioco la nostra capacità di controllo degli eventi. Mi spiego meglio . Io,come spesso accade alle persone fondamentalmente ansiose,tendo a tenere tutto sotto controllo,cerco di avere il più possibile il controllo di ciò che mi circonda e mi riguarda da vicino e,montando a cavallo ciò non è possibile per ovvi motivi,da qui il timore ma anche il fascino che esercita l'equitazione ed anche il valore "terapeutico" della relazione con il cavallo che ci insegna a fidarci/affidarci ad un altro essere.

Concordo anche con Kitiara,come ho già detto in un altro topic avendo marito,figli,lavoro,casa da mandare avanti e chi più ne ha più ne metta, credo inevitabile (e sano) porsi qualche interrogativo circa i casini in cui metteremmo noi stessi e quelli che ci circondano in caso di rottura di qualche osso.

Comunque io purtroppo ho cominciato a montare da vecchia , sono una cagasotto e non ho problemi ad ammetterlo (ecco ho fatto outing) però montare mi piace immensamente e credo veramente che piano piano mi stia facendo diventare una persona migliore.

raffaele de martinis

Vecchio aforisma ormai dimenticato di quando si andava a cavallo:

L'equitazione è educazione al coraggio: il cavaliere ne sia maestro al cavallo.

Abbiamo paura del lallo perché abbiamo perso la sapienza di come trattarlo, abbiamo sciolto l'antica fratellanza .

Piuttosto che trastullarci con le nostre paure cavallifere io metterei in evidenza che: -
il coraggioso non è un uomo che non ha paura ma quello che riesce a controllarla rationalmente.
Che: anche Raimondo D'Inzeo è caduto molte volte, fa parte del giuoco.
Che: se si cade da cavallo, si cade da un metroemezzo non dalla rupe Tarpea.
Che: a meno chè non state per incocciare il Frecciarossa mai buttarsi se il cavallo scappa, prima o poi si fermerà.
Che: è il lallo ad avere il ferro in bocca, non voi, in altre parole siete voi a controllare lui non viceversa.

Dubito di trovare qualcuno sano di mente che ama frequentare da paziente il reparto ortopedico di qualsivoglia struttura sanitaria e comunque partecipare urbi et orbi le proprie debolezze non ci aiuterà ad esorcizzare la paura, anzi, probabilmente verrà confermata, allora sarà meglio dedicarci alla canasta o all'uncinetto, nel fratempo beccatevi ques'altro aforisma assai istruttivo:

Come la donna, così il cavallo non ama i deboli, tanto meno li rispetta.





... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla

Ucci ucci sento odor di equitazione "militaresca".

milla

Scusa la battuta Raffaele ma vorrei obiettare che:
D'Inzeo montava per lavoro,noi per hobby
E'vero che si cade da un metro e mezzo ma una bua grossa ce la si può fare lo stesso
Il cavallo avrà pure un ferro in bocca però se mi smontona , mi tira una frena su un ostacolo ecc, in terra ci vado lo stesso.
Magari è vero che parlare non esorcizza la paura anzi la amplifica ma non ne sarei poi così convinta,non è che spazzando sotto il tappeto le nostre paure e facendo finta che non esistano loro spariscono,no,no,restano lì dove sono allora...mal comune,mezzo gaudio.

Quello che ti contesto (educatamente sia chiaro) è il richiamo al coraggio contrapposto alla debolezza di chi non lo ha o non finge di averlo. Quando ero una ragazzina presi una decina di lezioni da un militare che aveva un maneggio sulle colline vicino alla mia città, costui non faceva che sottolineare la necessità di essere coraggiosi,vincere le nostre paure,non essere timide mammolette o femminucce, osannando il salto ostacoli come sistema per temprare il carattere e bollando ogni cenno di paura con sicure predizioni di insuccesso nella vita.
Il risultato è che sono rimontata a cavallo,per puro caso,dopo circa 25 anni.
Ho una certa allergia a discorsi sul coraggio che mi fanno anche venire in mente alcuni personaggi storici di un passato non poi lontanissimo( hai presente:meglio un giorno da leoni ecc.ecc.?).
Preferisci i miei cento giorni da cacasotto.
Con immutata simpatia per Raffaele che, avendo avuto l'inestimabile fortuna di nascere tra i cavalli, non sarà mai costretto alla canasta!


bionda

Non credo sia sufficiente cominciare a montare da piccoli per non aver paura. Vedo le figlie del proprietario del maneggio, 28, 25 e 15 anni... sono nate tra i cavalli, hanno cominciato a montare prima che a camminare, le due grandi montano stra-bene, la piccola monta meglio di quasi tutti noi. Eppure ho visto diverse volte la piccola scendere in lacrime e portare il cavallo in scuderia solo perchè sgroppicchiava un pochino ...ma poco eh, niente di drammatico.

Io ho cominciato da vecchia, verso i 50 addirittura, sono fifona, e ho trovato un mio modo di gestire la cosa razionalmente. Se una cosa mi fa paura, non la faccio, punto. Con il passare del tempo e crescendo l'esperienza, migliorando l'assetto, migliorando la comprensione dei cavalli, le situazioni che evito diminuiscono di numero e aumentano per contro le possibilità di fare cose con i cavalli, senza paura, divertendomi, e senza rischi.

Si mette in conto di dover cadere qualche volta, ma è meglio di no. Sono caduta 8 volte in totale e 2 volte sono finita all'ospedale. Andate a raccontare a qualcun altro che per motare bisogna cadere, io non ci sento! L'ultima caduta è di 4 anni fa e sinceramente spero sia stata l'ultima in assoluto.


"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

raffaele de martinis

Cara Milla, ho azzardato un riferimento ad aforismi equestri di stampo militaresco perché in questo spettabile foro ripetutamente ho detto che i militari/la mentalità militare mi stanno/mi stà allegramente sui cabasisi.
Va da se che penso tutto il male possibile del ventennio e del capoccione.

Detto questo, è innegabile che in Itaglia i militari hanno avuto il monopolio dell'equitazione fino a pochi anni fa combinando disastri.
D'altronde sarebbe assurdo dire che costoro non capiscono niente di cavalli e tutto ciò che è militare è sbagliato per definizione, in questo caso, solleticare il coraggio piuttosto che tintillare le paure mi sembra positivo.

Poi è questione di carattere, nei lalli come nei cavaglieri...

Citazione da: piciopacio - Luglio 01, 2012, 04:17:31 PM
Per puro caso, venni in possesso - negli anni 70 del secolo scorso - di un "paccotto" di pubblicazioni della rivista di equitazione militare in oggetto, risalente agli anni 30/50 (non ricordo) del citato secolo.

Tenete presente che sono un accanito biblofilo, ebbene, malgrado ciò - dopo averle consultate ripetutamente - presi un'allegra decisione: - le buttai nella monnezza.

Praticamente era come leggere le pubblicazioni dei testimoni di geova, o quelle dei creazionisti, o quelle degli avventisti, o quelle dei gesuiti: - scritture di parte, esegetiche, tromboniche, autocelebrative di nessun valore pratico al di fuori delle loro caste: - testimoniali, creazioniste, avventistiche, gesuitiche.

I militari son sempre stati una casta, casta nella casta furono quelli della "arma nobile": - la cavalleria.

I militari furono  e forse sono ancora i peggior nemici dei lalli, non dimentichiamo mai che: - "la carica di cavalleria non è altro che la fuga di poveri animali terrorizzati nella direzione sbagliata".

Se ti sollazza, fai una ricerca in codesto spettabile foro: militari - piciopacio e vedrai che ne esce !
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Shanna

Raffaele scusa, non mi ricordo o forse non l'ho mai saputo. Ma tu monti/montavi o sei un ippobabbo?

Ungarina

Si discosta un po' dal topic, ma mi viene in mente un ragazzino del mio maneggio, al quale non fu più permesso di montare dopo un fugone di un cavallo perché "questo sport è troppo pericoloso"...il mese dopo ha dato sue notizie, si era iscritto a calcio era caduto e si era rotto il braccio  :firuu:
..tutto il resto è noia!
Senza fretta, ma senza sosta.