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Cavalleria germana

Aperto da alex, Dicembre 19, 2017, 08:38:47 AM

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Zarathustra

Circa i Germani, la faccenda era pressappoco quella descritta da Alex. I Germani combattevano a terra, e usavano i cavalli per spostarsi, una sorta di fanteria motorizzata. Peraltro questa tecnica era la prima che veniva utilizzata in un contesto non specializzato, i Germani non erano cavalieri. Usavano cavalli piccoli e frugali per questo: facilità nel risalire, poca "manutenzione". La sella la disprezzavano perchè non avevano capito a cosa servisse, o meglio credevano che lo scopo fosse solo quello di aiutare il cavaliere a stare in sella nel tragitto, non avevano capito (finchè non incontrarono i romani) che questi combattevano "senza scendere", e che la sella dava maggiore stabilità per poter colpire stando sopra al cavallo.
Le selle erano dei quadricorni di cuoio, senza staffe. Con le staffe sarebbe stata una carneficina.

alex

Grazie Zarathustra ma dalla lettura di Cesare (autorevole testimone diretto) le cose non mi pare che stiano esattamente così. La tecnica "dragone puro" non mi sembra quella descritta. Piuttosto, qualcosa di simile lo facevano i Britanni con i carri: in quel caso sì l'auriga faceva l'auriga, e si allontanava dal combattimento dopo aver scaricato lo spaventoso fante, in grado di rimontare al volo sul carro in corsa con una manovra acrobatica  per ritirarsi; ma minimizzare l'abilità equestre dei Germani, che "affrontavano, anche in piccolo numero, qualsiasi numero di cavalieri dotati di sella" (ritenendoli dei conigli), mi pare esagerato. Qual'è la tua fonte?

Piuttosto una cosa curiosa: i  Germani erano di alta statura, eppure prediligevano  cavalli piccoli (ma tosti); il che dimostrerebbe che non serve affatto un "cavallo grande per un cavaliere grande", basta un cavallo robusto. I  Romani erano di statura molto più piccola,   e per questo (erroneamente) si ritenevano deboli, da parte dei "barbari".... finchè non si sperimentavano in combattimento.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Zarathustra

Odio che mi spariscano i libri. Fortunatamente c'è internet che soccorre, ma la parte di testo cui mi riferivo è la stessa alla quale ti sei riferito tu, quella sugli Svevi. http://online.scuola.zanichelli.it/candidisoles-files/testi/6393_Candidi-Soles_Cesare_Testo-01.pdf
Quindi non credo di poter aggiungere granchè alla discussione, se non l'idea che mi sono fatto da confuse e numerose letture che convergono un pò tutte su un argomento di fondo: il ruolo della cavalleria in battaglia.

A quanto ho capito, la cavalleria è stata lungamente utilizzata come ricognizione o diversivo tattico (colpire e fuggire), quindi principalmente in "versione leggera". Sia romani (ricordo i Numidi di Annibale, poi passati con Scipione) che greci (eccetto i Tessali ed in certa misura i Macedoni) puntavano sulla fanteria. Sono soprattutto i popoli orientali (principalmente nomadi) ad avere utilizzato la cavalleria come arma principale, variando le versioni da leggera anche in "pesante" (catafratti). Selle e poi staffe sembrano provenire da là, come anche gli archi corti.

C'è poi stata una evoluzione della cavaleria in "pesante", da sfondamento, in parte del medioevo, per poi tornare alla versione "leggera" (e ai Dragoni) dopo l'avvento della polvere da sparo. Un libro (romanzo, con alcune inesattezze peraltro) titolato "Il runore sordo della battaglia" (A.Scurati) celebra la fine della guerra cavalleresca decretato prima dall'Istrice svizzero, e poi dalle armi da fuoco, e l'ingresso nell'era della c.d. "guerra moderna", impersonale ed estesa anche ai non belligeranti.

Zarathustra

I Germani dovrebbero quindi appartenere al "modo occidentale" di intendere la cavalleria, essendo anche loro principalmente basati sulla fanteria (formazione falangitica a cuneo, Tacito-Germania-1°sec.DC https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_militare_dei_Germani)

alex

Se interessasse a qualcuno potremmo riportare qui il testo integrale (pochi paragrafi) di Cesare e lasciare a chi legge di farsi un'idea del tipo di equitazione praticata dagli antichi Germani.

Sull'equitazione galla invece non ho trovato particolari; si vede che non c'era molto da dire, non c'erano sostanziali differenze con la cavalleria romana; anche dell'equitazione romana Cesare non parla affatto, come non dedica una riga all'a tecnica equestre numida. Cesare si dilunga (per modo di dire) della cultura  equestre germanica e britanna probabilmente perchè "interessanti", diverse e nuove; proprio come accenna ai punti più "strani" della cultura dei vari popoli. E il bello è, che - a distanza di due millenni - disponiamo di una testimonianza diretta e personale.

L'ìeffetto dell'attacco della cavalleria leggera, e anche di quella dei Britanni, con i carri, mi sembra sostanzialmente di "portare scompiglio"; oltre a questo, di rincorrere e fare strage dei nemici in fuga, e di compiere scorrerie distruttive in territorio nemico (coinvolgendo, altrochè, anche la popolazione civile: facendo "terra bruciata", distruggendo popolazione, campi e centri abitati grandi e piccoli).

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.