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Incontri che lasciano un segno

Aperto da Miky Estancia, Agosto 21, 2012, 09:32:13 AM

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Miky Estancia

Il cavallo, tra le altre cose, ci fornisce molteplici occasioni di incontro. Chiunque viva nel mondo del cavallo, ha avuto a che fare con diverse figure professionali: istruttori, allenatori, commercianti, veterinari, maniscalchi, addestratori, groom ecc.

Ciascun incontro può averci lasciato "qualcosa", nel bene o nel male, che ci portiamo dietro e ci è servito per il nostro percorso nel mondo equestre.

Sarebbe bello che in questo topic ognuno raccontasse degli incontri "speciali" avuti e dei relativi risvolti.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Comincio io.
Anni fa, avevo un problema con Prince. Gli davo il comando di rimanere fermo, mi allontanavo e lui invece di rimanere fermo dov'era e attendere di essere chiamato, mi veniva incontro subito. Non riuscivo a capire dove fosse il mio errore, perchè questa cosa accadeva solo con lui, con i cavalli in rieducazione o quelli degli stagisti, non avevo problemi. Nonostante mi sforzassi di eseguire le richieste nel modo corretto, con lui non riuscivo a venirne a capo. Per fortuna l'ennesimo corso di aggiornamento con Jean François era vicino.

Quando arrivai al corso gli spiegai nei minimi dettagli il problema che avevo, conoscendolo, sapevo che non avrei avuto una risposta pre-confezionata. Infatti dovetti attendere l'ultimo giorno di corso per poter avere quel che mi serviva.

Jean François chiamò una stagista e il suo cavallo a lavorare da sola nel piccolo campo in sabbia. Quando la signora fu dentro, si voltò verso di me e mi disse "Regarde, c'est pour toi ça" ovviamente non mi persi una briciola di quanto veniva detto e fatto all'interno di quel piccolo spazio. Al termine del lavoro, la stagista era in mezzo al campo col cavallo fermo e libero ed io avevo ancora il mio bel punto interrogativo. Poi JF disse alla stagista che aveva fatto un buon lavoro, che aveva terminato e che poteva venire a recuperare capezza e longhina a bordo campo per uscire dall'arena. Nell'esatto momento in cui vidi la signora eseguire, col cavallo che rimaneva immobile al suo posto, mi si accese la lampadina... e in quel preciso momento JF mi chiese "Tu as vu?" (da notare: hai visto? non "hai capito?").

Gli risposi che pensavo di si e gli dissi dove pensavo di aver sbagliato con Prince. Sorrise soddisfatto e mi disse che il mio cavallo mi avrebbe dato la sua opinione e che tutti gli altri cavalli con cui avrei lavorato mi avrebbero dato...il resto.

Il "resto" continua ad arrivare ancora oggi, ad anni di distanza e tanti cavalli lavorati.
Tre passi fondamentali: vedere, capire quello che si è riusciti a vedere, e tradurre il tutto in azioni giuste per ciascun soggetto che ci si trova davanti...con ogni cavallo si riparte da zero.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Winter Mirage

#2
Beh, se devo assegnare un primo posto, direi Chiara, la padrona del mio attuale maneggio.
Che quando vidi in sella la prima volta pensai... oddio, non sa montare... lei e le sue manacce alte da principiante che davano un'impressione allucinante ad una ex-ostacolista in procinto di acquistare un pellham per la sua cavalla di M.
Che quando le feci presente che Andromeda aveva paura del cavaliere che saliva in sella, si abbarbicò come un macaco ad un quartiere e si fece portare a zonzo dalla cavalla ammattita aggrappata al suo fianco come i fratelli Giona.
Che quando mi resi conto di essere un orrore in sella e che non ero in grado nemmeno di gestire la mia cavalla, mi mise in scuola con Roberta Camoni.
Che quando vidi Valkiria appogiare a trotto con una scioltezza da non credere e mi scappò detto: "Cacchio se sei brava", mi rispose a bassa voce "Bah, più o meno..."
Che quando le dissi che il pessoa con Mu non bastava, mi rispose "Prova con la capezza".

Che a volte mi dice che ho fatto un gran lavoro con la mucca... e io che penso che non ce l'avrai mai fatta se lei non fosse stata una mattacchiona sempre allegra e sempre disposta a prendermi leggiadramente a calci nel chiurlo.




Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

Miky Estancia

Mario Marocco, cavaliere 2 volte olimpico (Monaco e Montreal), tecnico e giudice di equitazione.

Il mio primo incontro con lui risale ai primi anni '90, quando affrontai l'esame per ottenere il brevetto FISE. L'istruttrice del nostro centro ci aveva preparato con una scupolosità quasi maniacale: ci teneva che i suoi allievi facessero una bella figura con lui che era uno dei suoi miti. Ce lo descrisse come una persona molto seria, estremamente preparata e precisa e severissimo.
Quindi il giorno dell'esame eravamo tutti un pelo tesi, un pò per il fatto di trovarsi di fronte ad ad un personaggio di così alto rango, un pò perchè era risaputa la sua estrema severità nel giudicare la preparazione sia teorica che pratica degli esaminandi.

Io e una mia compagna di corso fummo tra i primi ad essere esaminati e la cosa filò liscia come l'olio: la mia istruttrice aveva fatto un ottimo lavoro ma anche io ci avevo messo del mio: il mio obiettivo era proseguire nel dressage e oltre al montare, ero interessata a tutto quello che ruotava intorno al cavallo, dalla veterinaria alla mascalcia all'addestramento alla rieducazione all'allevamento, quindi, in aggiunta ai manuali che lei stessa ci aveva fornito per il programma d'esame richiesto, io ci avevo aggiunto un bel pò di altre cosette, sia mai che ci fosse stata qualche domanda "fuori dal cesto".

La maggiorparte di noi passò l'esame, altri furono rimandati o perchè scarsi nella pratica o scarsi nella teoria: non erano trascurabili nè l'una nè l'altra.

Tutto si era concluso bene per me e col mio nuovo brevettino fiammante in mano, continuai nel mio percorso nel mondo del cavallo, che poi, mi portò verso tutt'altre direzioni rispetto all'idea iniziale, e conservai per anni l'immagine del Maestro Mario Marocco come una persona seria, severissima e giusta.

Qualche anno fa, Tony fu chiamato a ferrare in una prestigiosa scuderia di trotter nell'allevamento Ajrale, a 10 minuti da casa nostra. Tra le tante persone, conobbe Carolina, nipote del proprietario della struttura, ottima amazzone in completo, proprietaria di una piccola scuderia di trotter e lei stessa in fase di studio per poter correre coi suoi cavalli nelle gare di trotter.

Chiacchierando, vennero furi le nostre attività e Carolina volle venirci a trovare per toccare con mano quel che facevamo. Ne parlò in casa e venne accompagnata dal compagno di sua mamma: Mario Marocco.

Il passaggio dal "lei" al "tu" fu facile e veloce e scoprii una persona estremamente piacevole, preparata e di ampie vedute, molto interessata alle nostre attività, curiosa e con un gran senso dell'umorismo. Dopo che Carolina aveva montato il mio cavallo (avevo avuto un problema di salute e lei si offrì di aiutarmi) passavamo delle belle serate alla nostra tavola, davanti ad una pizza surgelata, a chiacchierare, ridere e scherzare...Mario aveva da raccontare una infinita serie di aneddoti e storielle ed era sempre prontissimo a dare spiegazioni tecniche: un pozzo di sapienza da cui attingere a piene mani senza che mai ti facesse sentire un ignorante, grande dote questa, di cui invece difettano tanti mediocri.

Lo invitammo a sedere in tribuna Vip durante uno dei nostri spettacoli, e quando (non senza orgoglio, lo ammetto!) lo presentai al pubblico durante l'apertura della serata, si alzò e salutò timidamente e io pensai: questo grande personaggio del mondo equestre ci ha fatto l'onore di venire a vedere le nostre piccole cose perchè ha visto delle cose buone in queste, anche se sono lontane anni luce dalla sua disciplina...garazie!
Alla fine dello spettacolo venne dietro le quinte con la famiglia a farci i complimenti e soprattutto graditissime, furono le sue critiche costruttive di cui facemmo tesoro.

Purtroppo a marzo 2010 la malattia se lo portò via, un pezzo della storia dell'equitazione italiana se n'è andato. Rimangono i ricordi delle belle (e purtroppo troppo poche) serate trascorse insieme, dei consigli ricevuti e la lezione appresa: mai basarsi alla facciata ma conoscere chi si ha davanti....i grandi, quelli veri, rimangono umili e curiosi e non hanno difficoltà ad approcciarsi con chi fa cose diverse dalle loro.

La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

DivinityOfDarkness

Citazione da: Miky Estancia - Agosto 21, 2012, 09:58:08 AM
Nell'esatto momento in cui vidi la signora eseguire, col cavallo che rimaneva immobile al suo posto, mi si accese la lampadina...


Ora però falla accendere anche a me, perchè son curiosa come una scimmia.

Chapeau a Mario Marocco
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Miky Estancia

Citazione da: DivinityOfDarkness - Agosto 23, 2012, 11:34:16 AM
Citazione da: Miky Estancia - Agosto 21, 2012, 09:58:08 AM
Nell'esatto momento in cui vidi la signora eseguire, col cavallo che rimaneva immobile al suo posto, mi si accese la lampadina...


Ora però falla accendere anche a me, perchè son curiosa come una scimmia.

Chapeau a Mario Marocco

Ti accontento subbbito!
La signora, che fino a pochi istanti prima aveva lavorato in libertà col suo cavallo, aveva disconnesso l'attenzione dall'equide COMPLETAMENTE perchè JF aveva spostato la sua attenzione all'andare a recuperare la capezza e la longia che erano a  bordo campo.
Il cavallo aveva "sentito" questa disconnessione (mentale e quindi fisica) e se ne era stato buono buono al suo posto.

Io conoscevo benissimo il procedimento, il fatto di disconnettere la mente e di adattare la postura di conseguenza, tant'è che con gli altri cavalli non avevo problemi ma solo con Prince. Ma una cosa è sapere, una cosa è saper tradurre mentalmente e fisicamente alla perfezione questo sapere con TUTTI i cavalli.
Ora, ogni cavallo ha la sua sensibilità e Prince è particolare, oltre ad essere MIO,  il che da una "pressione" psicologica diversa (tipo: vedo castrare qualsiasi cavallo e non faccio una piega, vedo castrare il mio e...mi sento un pò diversa): io ero convinta di disconnettermi alla perfezione ma in realtà non era così (mentalmente probabilmente avevo delle "riserve" che si riperquotevano sul mio modo di muovermi) e Prince me lo dimostrava.

Arrivata a casa, ho subito provato. Nessun pensiero tipo "adesso mi segue", "devi star fermo lì" ma il vuoto assoluto, poi un pensiero completamente estraneo (tipo "che cucino per cena"), mi allontano e Prince rimane al suo posto. Mai più avuto quel problema.

Il "resto": il controllo delle proprie emozioni e di conseguenza del proprio modo di attuare la progressione nei movimenti e la capacità di adattare il tutto ad ogni singolo cavallo che ci si trova davanti, fa la differenza tra una richiesta eseguita e una non eseguita, un atteggiamento positivo del cavallo o negativo.
Le persone vengono a fare i corsi e devono imparare "come fare" col proprio cavallo, poi li si fa provare con altri cavalli, in modo che sia loro ben chiaro che sono tutti diversi e che sta a loro imparare a "come fare" con ognuno di essi.
Facile a dirsi, concetto elementare, ma difficile da attuare per noi umani che possediamo un forte ego e a volte siamo troppo "sentimentali".

Con Prince ero troppo "sentimentale": un capobranco non lo è  :horse-wink:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Winter, tienitela ben stretta la tua istruttrice, ce ne fossero a bizzeffe di donne come lei!
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Winter Mirage

Zì... l'ho legata con una corda di canapa.   :horse-wink:

In 16 anni in sella... anzi, vado per i 17...  :occasion14:... ho montato in un bel po' di maneggi del piemonte, ho vissuto in Toscana e ho montato anche lì. Ma sono sempre riuscita a litigare (o desiderare di farlo) con tutti i capi.
Non avendo però mai avuto un cavallo mio prima della mucca, era facile... ti stufi, molli e cambi posto.
Ma quando mi sono scocciata del mio ex.maneggio, che già avevo Mu... mi è preso male.
Perchè non basta più trovare un posto dove tu puoi stare bene... ma devi cercare un posto dove possa stare bene anche il cavallo... grandi paddock, buon vet, cibo giusto, stalliere giusto... ed il compromesso tra te e la bestia, non è sempre facile.
Confesso, ho scelto questo posto più per Mu, che non per me. Io, per me, non avrei mai scelto un posto senza coperto... ma per lei era perfetto: verde, passeggiate, paddock enormi, fuori tutti i giorni, uno stalliere carino (quello attuale è ancora più bravo) e una vet che mi ha subito fatto simpatia... l'ho ritenuto er mejo compromesso possibile.

Menomale che ci è andata bene!! :)
Perchè credo che la va a chiulo... e basta!!

Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

Mario Biserni

Perchè spiegami il veterinario lo decide il proprietario o gestore del maneggio?
Io avevao i cavalli a casa, quando ho cambiato e li ho portati nel maneggio il veterinario è sempre venuto lo stesso, poco grazie a dio, ma sempre lo stesso visto che lo pago io e il cavallo è il mio..O mi sbaglio.

Winter Mirage

Nel maneggio in cui sto adesso sono tutti liberi di scegliere i professionisti che meglio gradiscono.

Ma da queste parti non è sempre così: anzi, in molti maneggi che ho girato chiedendo info per la cavalla imponevano il loro maniscalco e/o veterinario... affari interni, no comment...   :firuu:
Non parlo di coercizione, ma mi sono sentita dire spesso: "Chiama pure chi vuoi, ma se il cavallo sta male e tu non ci sei, io chiamo comunque Tizio, perchè lo conosco e so che è affidabile (e magari lo conosci pure tu ed è un cane)... poi tizio è bravissimo, di solito viene e vaccina tutti i cavalli direttamente, sai, così restano in pari, poi viene una volta a con il ragazzo che fa i massaggi equini e sai, di solito NESSUNO rifiuta. E il maniscalco viene Caio, sempre, e fa tutti in batteria... ogni trenta giorni spaccati così stanno tutti a posto, sai, lui ci conosce, viene qui da vent'anni e sono SEMPRE tutti contenti... no comunque porta pure il tuo, eh, ci mancherebbe!"

... beh, già la cosa mi sta cul chiurlo... i soldi sono miei, non sono nemmeno pochi, ma posso almeno decidere a chi cacchio darli ? ? ?  :ciao:

Poi nella veccha scuderia ho conosciuto un maniscalco davvero bravo e del cui lavoro sono molto sddisfatta, quindi ci tenevo a continuare con lui e me lo sono "portata dietro"... ed è piaciuto anche ad un'altra signora che fa ferrare solo davanti la sua cavallina (siamo le uniche due che non hanno cavalli del tutto scalzi)

Mentre non posso dire la stessa cosa del vet.
Quello lo volevo proprio cambiare... ma non sapevo a chi chiedere, non è mica facile se è il tuo primo cavallo dopo mari di mezzefide!! E' stata una solenne botta di chiappa trovare una bravissima vet residente a 5 km dal maneggio attuale. Per quanto non sia lei a curare tutti i cavalli del maneggio (ci mettono mano almeno almeno altri due vet, da quanto ho capito... e siamo nemmeno 20 cavalli... :icon_rolleyes:), quando me l'hanno presentata, mi è subito piaciuta più degli altri e ho scelto lei. Che poi sia la stessa che chiama la padrona, direi essere solo un caso.

Ah... PS... se volevo cambiare vet non era per niente... ma perchè con l'unica colica che mi ha fatto la cavalla, posso dire che è viva solo perchè all'universo garbava così.
Mi chiama la mia ex-istruttrice, cavalla stesa in box che si calciava... chiamiamo il vet, h. 21.30, il grande, famoso, glorioso, geniale vet risponde che non può, perchè è sabato sera. Dei suoi tanto vantati dieci assistenti nessuno è disponibile, ma forse ce ne sarebbe un undicesimo, ma lo deve avvisare... comunque, essendo un mago delle diagnosi telefoniche, mi assicura che la cavalla sta bene, solo un po' di costipazione. Disperata (e avevo le stampelle) faccio passeggiare la cavalla quasi tre ore e quando l'assistente arriva, ormai la cavalla aveva defecato e stava un pelo meglio. Abbastanza bene da girarsi come una saetta darle una bella testata in pieno petto quando ha tentato l'esplorazione (avendole l'assistente legato un anteriore nella beata speranza di non beccarsi una doppia. Certamente ha funzionato...)

Tutto sommato non è nemmeno un OT... anche questo mongolo è quasi riuscito a cambiarmi la vita equestre... ma proprio alla grande!!!!  :icon_axe:





Assiduus usus uni rei deditus et artem et ingenium saepe vincit

Miky Estancia

C'è stato un periodo, qualche anno fa, in cui sicuramente avevo molto più tempo libero di adesso, nel quale l'allora direttore dell'InformaVigone, Ivano Arena, mi chiese di partecipare al giornalino con una serie di articoli sul mondo del cavallo. Gli articoli dovevano avere una parte di storia e una parte legata alla realtà locale attuale. La cosa mi piacque molto ed ebbi occasione di approfondire la conoscenza con parecchi personaggi...interessanti.

Uno dei primi, fu, ovviamente, Il M.llo Vincenzo Blasio. Impossibile parlare di cavalli a due passi da Pinerolo, culla dell'equitazione mondiale grazie a Caprilli e sede della scuola militare di mascalcia fino al 1996, senza parlare di questo Maestro.

Il Maresciallo lo conoscevo già (accompagnando Tony spesso e volentieri a lavorare era facile trovarsi nelle stesse scuderie, inoltre un nostro carissimo amico, in quel periodo gli faceva da aiutante), ma intervistarlo per poi scrivere un articolo su di lui (benchè molto "leggero" come articolo, visto il pubblico al quale era indirizzato), chiedergli dei suoi inizi...bèh...è stato bellissimo.

Approfittammo del fatto che in quel perido avevamo a casa un cavallo zoppo (il mio Willone) a causa di formelle e gli chiedemmo un consulto(Tony e i nostri veterinari ne avevano già provate di tutti i colori ma questo non andava a posto). Lui venne con Andrea e tutti e tre (Tony, il Maresciallo e Andrea) si misero a studiare per bene il cavallo: una lezione magnifica. Poi passarono alla ferratura: creazione in diretta di un mega ferro (Willone aveva i piedoni enormi...pesava più di 8 quintali)....vederlo lavorare, battere il ferro e modellarlo sembrava una cosa facilissima...sembra....dovessi usare io la mazzetta non riuscirei manco a centrare l'incudine...Alla fine il mio Willone aveva un bel paio di scarpette nuove nuove, piano inclinato eccentrico...ma il Maresciallo fu chiaro....manco sant'Andrea in certi casi può far miracoli...e Tony aveva già fatto a suo parere, tutto il possibile e di più se possibile.

Dopo la ferratura, pranzo e poi l'intervista per l'articolo....aneddoti, ricordi, spiegazioni, domande e risposte chiare e precise....insomma, una giornata magnifica.

Questo è l'articolo che venne pubblicato tre mesi dopo (pagina 21):

http://www.comune.vigone.to.it/public/informa_dicembre2006.pdf

Quello che mi piace di quest'uomo che ha dedicato la vita all'arte della forgiatura e della ferratura, è che, nonostante sia un Grande Maestro, ha conservato un'umiltà, una gentilezza, una sensibilità ed un sapersi rapportare serenamente col prossimo, che traspare in ogni suo gesto...

Willone, esattamente come mi aveva gentilmente detto, è rimasto zoppo....ma almeno ci abbiamo provato!
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.