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The Times They Are a-Changin'

Aperto da Ipparco, Maggio 03, 2013, 09:58:19 AM

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Ipparco

Non tanto la membrana basale (che è un velo dello spessore di poche cellule), quanto quello che c'è sotto. Se si danneggiano meccanicamente le lamine secondarie, o se c'è necrosi di una o più strutture, allora resterà la "cicatrice", e il piede non funzionerà più come prima.
Purtroppo nei casi acuti è quasi certo al 100% che dei danni rimangano, quindi se c'è distruzione della membrana basale di solito ci sono anche danni permanenti, anche se il nesso è indiretto..
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

alex

Grazie Ipparco: vedrò di rintracciare le ricerche che hai nominato.

Peraltro, fermo restando che è l'evidenza degli studi e non i "modelli mentali personali" quello che conta, mi sembra strano che si dia per scontata l'irreversibilità delle lesioni della laminite; e questo sulla base di un modello che tutti voi possedete e che molti di voi hanno visto all'opera: l'effetto di una bella martellata su una vostra unghia. Se la martellata è efficace, l'intera unghia "casca" e dopo un po' di tempo il letto si rimargina e si ricopre di una cute in cui in apparenza non c'è traccia dei tessuti ungueali: nè lamina, nè corion, nulla; solo cute un po' sottile e piuttosto sensibile.

E' irreversibile questo processo? Nemmeno per sogno. Se la radice ungueale è vitale, lentamente l'unghia ricresce; e non solo la lamina, ricrescono man mano tutte le strutture correlate; il corion, la giunzione laminare, tutto.... alla fine spesso, dopo parecchi mesi, l'unghia è perfettamente rigenerata e indistinguibile dalle altre; ma può essere più o meno deformata, e questo dipende da eventuali danni alla radice.

Non solo! Perfino un'ampia perdita dell'osso della terza falange rigenera perfettamente purchè venga conservata la lamina ungueale (il "letto" dell'unghia); è quindi la radice dell'unghia che basta a rigenerare l'unghia, ed è il letto ungueale che induce la rigenerazione dell'osso sottostante.

Se e quanto questo possa essere estrapolato dall'unghia umana allo zoccolo equino è tutto da vedere ma comunque riflettere alla propria unghia, spesso, permette di capire, più o meno, come funzionano le cose. Natura non facit saltus....

Piccola correzione: la "membrana basale" è una struttura sottilissima, MOLTO più sottile di una singola cellula.... è  ben visibile solo al microscopio elettronico, al microscopio luce la si immagina, più che vederla. Non è grossa "alcuni strati di cellule".

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

con anche la differenza che dopo la martellata io il dito lo tengo a riposo per mesi, il cavallo ci cammina sopra, e l'altra differenza è che non è una martellata la causa ma dove e come vive il cavallo, per assurdo è meglio la martellata che arriva e va via subito, cambiare vita è più complicato
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

rhox

http://blog.easycareinc.com/blog/bootlegging/10-things-you-should-know-about-easyboots-at-tevis-2013

terzo anno consecutivo che un cavallo scalzo vince la Tevis Cup, l'icona dell'endurance.
questa edizione i primi 6 cavalli indossavano easyboot
7 cavalli nei primi 11 erano scalzi
11 cavalli nei primi 20 erano scalzi
il 56% dei cavalli in easyboot ha finito la gara contro il 44% dei cavalli senza easyboot
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

alex

Nota per non riaccendere una polemica infinita: quando rhox dice "scalzi" intende "che indossano easyboot", nulla si sa di cosa indossavano i cavalli "che non indossano easyboot", se fossero ferrati (com'è probabile), o indossassero scarpette di modello diverso, o  avessero il piede completamente nudo.

D'altronde la fonte è Easycare, che produce Easyboot; i numeri consentono un po' di orgoglio del produttore.....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

#35
Infatti. Numeri QUASI inutili.

Diciamo che ormai la "sfida", quando si parla di prestazioni ad alto livello come una maratona equestre, andrebbe spostata dal "falso scalzo" ad una più apertamente dichiarata "alternativa al ferro". Nessun pazzo correrebbe oltre le 90 senza una protezione, che si tratti di resine o scarpette. Chiarire apertamente quali sono i limiti riconosciuti di un cavallo scalzo vero farebbe solo del bene.

Io lo dissi in qualche post vecchio. Con il nostro, per perfetto che sia il suo piede, ho sperimentato che un viaggio di 9 ore tra andata e ritorno (circa 30 km totali, passo all'andata e trotto al ritorno, strade miste ghiaia/pietre/terra/asfalto) si avvicinano molto al limite del diventare sensibile. Ma fù un'escursione improvvisata dal nulla senza preparazione e precauzione alcuna, che si è trasformata in una sorta di endurance quando ha cominciato a far buio.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

rhox

ai mondiali del 2008 a dubai, dove vincemmo la medaglia d'oro una statunitense, tale carolyn butler, partì col suo cavallo completamente scalzo. uscì per questioni metaboliche attorno al 90° km, ma se segui la sua pagine fb mostra i risultati delle due gare con cavalli scalzi senza scarpette che finiscono anche 120 così..
idem la pagina fb del perseverance horse, squadra sud africana che ha portato 8 cavalli a terminare le 160 km senza scarpette. con tanto id foto sul percorso eh..

ovviamente quel cavallo può completare quella gara perchè è molto simile ai terreni su cui normalmente lavora (la butler ad esempio allena sempre metà tempo con scarpette e metà senza nulla per tenere un equilibrio), non potrà completarne una su terreni troppo distanti come caratteristiche..

tu hai affrontato 30 km con un cavallo che non ha i piedi condizionati a sopportare certi sforzi quindi il tuo esempio vale assolutamente a nulla..

e se un cavallo scalzo tu dici che non può terminare una gara senza ferri o protezione evidentemente i ferri o le scarpette costituiscono un doping per poter andare oltre il suo limite fisiologico? :firuu:
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

max

La mia testimonianza dimostra semplicemente quello che è avvenuto. Nulla più e nulla meno. Casomai sei tu che, piuttosto, sembri desiderosa di dimostrare qualcosa in assoluto.
Ti direi calleggia a dovere i piedi di uno dei tuoi cavalli e corri una 120. Io non ho voglia nè tempo, quindi molto prudentemente dichiaro che, per quello che vedo attorno e su me stesso, se non calleggiato a dovere un piede scalzo mediamente bello e sano, dopo un tot è destinato ad accusare comunque il colpo, e questo tot mi pare verosimile attestarlo su un chilometraggio e ad andature inferiori di chi corre per agonismo.
Mi sembra meglio procedere in questo modo che spararle continuamente grosse come faceva Gandini all'inizio. E difatti s'è bruciato abbastanza terreno attorno. Ora recupera con interventi più consoni.

Mi fa piacere poi che ci sia qualcuno che vada oltre le 90 davvero scalzo e lo documenti. Ma paradossalmente anche questi casi dimostrano la stessa cosa che dimostro io con la mia uscita: e cioè che la performance del piede scalzo dipende da vari fattori, non è una cosa assoluta. Se io con un cavallo che lavora prevalentemente in piano mi posso permettere al massimo una 30 km, allo stesso modo questa agonista che ha potuto farne oltre 90 km dimostra che ci vuole una preparazione ad hoc. Altrimenti potrebbe farli chiunque.

Le competizioni estreme come l'endurance ad alti livelli o la formula uno, ad essere lungimiranti e a lungo andare, servono alla fine a far progredire il proprio settore. Nella formula uno prototipi e idee da milioni di euro al pezzo diventeranno, se si dimostrano validi, di serie e a buon mercato nelle auto a venire. Prendiamo ad esempio le mescole delle gomme. Però nessuno penso si fa venire in mente di poter correre con la propria auto, una volta messe le gomme nuove di ultima generazione, un gran premio.
Cos'è però che rallenta il progresso? Ma è ovvio: le menzogne create per tirare acqua al proprio mulino. Fanno così anche le marche di pneumatici, dichiarano prestazioni che non sono vere. Un sacco di tempo e aspettative sprecati.

Volevo dire semplicemente questo. Cioè che diffido come credo anche Alex dei numeri che si leggono in giro.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

raffaele de martinis

Citazione da: alex - Agosto 02, 2013, 11:04:34 PM
Nota per non riaccendere una polemica infinita: quando rhox dice "scalzi" intende "che indossano easyboot", nulla si sa di cosa indossavano i cavalli "che non indossano easyboot", se fossero ferrati (com'è probabile), o indossassero scarpette di modello diverso, o  avessero il piede completamente nudo.

D'altronde la fonte è Easycare, che produce Easyboot; i numeri consentono un po' di orgoglio del produttore.....

Ho il serio sospetto che la nota casa produttrice di scarpelle abbia sponsorizzato i migliori lalli della manifestatione, non esiste contro prova ma probabilmente quei lalli opportunamente ferrati e seguiti avrebbero avuto più o meno gli stessi risultati.

Si tratta di bisiniss...ho avuto una cocente delusione quando ho scoperto che Tschiffley si è fatto il suo viaggetto coi lalli ferrati; è caduto uno dei pilastri dove poggiavo la mia convinzione che - in determinate condizioni - un cavallo scalzo può ottenere delle straordinarie performans.

La quistione ormai mi annoia soltanto, i dati portati sono di parte, dalla mia esperienza dieretta ho ricavato che per tenere un lallo scalzo (senza scarpette) bisogna avere un lallo dai piedi buoni ed essere terribilmente disponibili e sottostare ai suoi tempi, ai fondi, al clima, alla stabulazione ecc. ecc.

D'altronde sono convintissimo che una ferratura ben fatta e regularmiente rinnovata abbia pochissimi effetti collaterali negativi a fronte di enormi vantaggi pratici.

Comunque, il fatto che una tizia si faccia una gara di 90 km col lallo scalzo non mi sorprende affatto, sarei sorpreso se quel lallo dopo la garetta non avesse bisogno di un congruo periodo di riposo...è quello che facevano gli eserciti scalzoippomontati dell'antichità: due settimane di forzature e tre mesi di sosta e riposo.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#39
CitazioneComunque, il fatto che una tizia si faccia una gara di 90 km col lallo scalzo non mi sorprende affatto, sarei sorpreso se quel lallo dopo la garetta non avesse bisogno di un congruo periodo di riposo...è quello che facevano gli eserciti scalzoippomontati dell'antichità: due settimane di forzature e tre mesi di sosta e riposo.

Impagabile. Vedo che il livello dell'asticella della sorpresa si alza sempre.... pur di no ammettere che nel 99% dei casi la ferratura è inutile, si arriverà, di questo passo, a dire: "Ok, può essere che un cavallo completamente scalzo finisca una Tevis, ma voglio vedere se il giorno dopo potrebbe ripetere il percorso".

Già in Horses and roads, nel 1800, si descrivono gustose scenette di maniscalchi del tempo che non potevano credere che un cavallo potesse percorrere scalzo qualche chilometro su terreno duro o asfalto senza restare "senza piede".....  e su per giù è quello che credono ancora molti. Quello che mi meravoglia di certe precisazioni sulla sferratura, della ricerca di certi peli nell'uovo, di certe sottolineature a matita rossa e blu di ogni piccola sbavatura nelle affermazioni dei barefooters è l'assoluta mancanza di altrettanta puntigliosità nel far rilevare le immense sciocchezze, credenze, leggende che circolano a sostegno della ferratura; dello stesso segno, la comparazione dei risultati fra il migliore dei maniscalchi e il più mediocre dei pareggiatori. Me è chiaro segno di amore.... di amore per la polemica.  :icon_rolleyes:

Ho guardato il regolamento della Tevis; vedo che mentre in passato la protezione allo zoccolo (ferri o altro) era obbligatoria, adesso è prevista un'eccezione, e che lo staff veterinario, a determinate condizioni e previa documentazione di partecipazione a vari eventi senza alcuna protezione, può consentire la partecipazione di cavalli completamente scalzi.

Quanto al fatto che i cavalli con scarpette leggere e con ottima presa abbiano un vantaggio sfacciato sui cavalli appesantiti da ferri scivolosi, mi pare talmente ovvio che non occorre nemmeno chiedersi il perchè. Nella mia soffitta di casa, da ragazzo, ho trovato un paio di pesanti scarponi chiodati. Per sfida, li ho ingrassati, ammorbiditi e poi ci ha fatto una lunga escursione in montagna. Una tortura, quella durezza e quella pesantezza..... con un solo momento di pura gioia: quando sono finalmente arrivato al ghiaione (ciottoloni sbrecciati, da un chilo in su, mica ghiaietta!) e come facevo in quegli anni ho "volato" a salti. Chi di voi ha provato sa di cosa parlo. Ebbene, in quel momento, quei pesanti scarponi chiodati erano la cosa migliore che avessi potuto avere ai piedi. Poi è finito il ghiaione, è finito il volo, e sono tornati quello che erano.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Scarpelle di prima, seconda e futura generazione hanno tutto il mio beneplacito, sono una evoluzione degli ipposandali in ferro o in vimini inventati 2000 anni fa, probabilmente inventeranno una protezione che si indosserà come un guanto, morbida come un guanto ma con la resistenza all'abrasione dell'acciaio.

Il problema non si pone tra scarpelle e ferri, ma tra scalzo e protetto...fatevi scalzi una 90 km ben sostenuta  e poi ditemi se non dovete fermare il vostro lallo.

Attenzione, ho tenuto il mio lallo scalzo per sei anni, ma sapevo quello che poteva e non poteva fare...aveva/ha i piedi come il marmo...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

max

Già.
In realtà non è proprio un problema. Riguarda semplicemente le aspettative.

Quando ho fatto quell'uscita in solitaria di 30 km ero perfettamente consapevole che stavo testando dei limiti. In realtà sarebbe dovuta essere 15 km + 15 km il giorno dopo ma poi le cose sono andate come sono andate. Il giorno seguente il cavallo ha fatto un'altra uscita tranquilla, non è che avesse problemi, ma cercava il bordo strada, cosa che normalmente non fa mai.

Un cavallo scalzo ha bisogno di consapevolezza. E questo dovrebbe essere un bene! Il suo antagonista ferrato infatti solitamente ha un padrone che non ha la minima idea degli argomenti delle nostre discussioni, e questo è sicuramente un male.

Che la maggiorparte dei cavalli scalzi non si possano permettere una 90 di trotto e galoppo (ma secondo me nemmeno una 30) non è un fallimento del barefoot, è semplicemente un dato di fatto. Come è un dato di fatto che il 90% dei cavalli non dovrà mai affrontare nemmeno una 30 in vita sua, e quindi potrebbe stare tranquillamente scalzo purché stabulato nel pulito!
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

CitazioneScarpelle di prima, seconda e futura generazione hanno tutto il mio beneplacito

Però ti sei rifiutato con caparbietà degna solo di una tua polemica nei confronti di un famoso colonnello  di provare le scarpette come alternativa ai ferri: o ferro, o niente. Anzi, con viva e vibrante soddisfazione ho visto che le hai usate, e proprio su Oddo: le scarpette.... sopra i ferri. Meno male che il post in cui avevo commentato questa strana cosa (ripetendo l'esempio dei miei scarpini chiodati, è come se sopra gli scarponi avessi indossato un paio di moderne pedule..... di misara adeguata) con toni leggermente ironici è lontano nel tempo e nello spazio web.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Hahaha è vero, ricordo di aver visto le foto!
Devo ammettere: Alex 2 - Piciopacio 0
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

rhox

#44
Citazione da: max - Agosto 03, 2013, 02:37:32 PM
La mia testimonianza dimostra semplicemente quello che è avvenuto. Nulla più e nulla meno. Casomai sei tu che, piuttosto, sembri desiderosa di dimostrare qualcosa in assoluto.
Ti direi calleggia a dovere i piedi di uno dei tuoi cavalli e corri una 120. Io non ho voglia nè tempo, quindi molto prudentemente dichiaro che, per quello che vedo attorno e su me stesso, se non calleggiato a dovere un piede scalzo mediamente bello e sano, dopo un tot è destinato ad accusare comunque il colpo, e questo tot mi pare verosimile attestarlo su un chilometraggio e ad andature inferiori di chi corre per agonismo.
Mi sembra meglio procedere in questo modo che spararle continuamente grosse come faceva Gandini all'inizio. E difatti s'è bruciato abbastanza terreno attorno. Ora recupera con interventi più consoni.

Mi fa piacere poi che ci sia qualcuno che vada oltre le 90 davvero scalzo e lo documenti. Ma paradossalmente anche questi casi dimostrano la stessa cosa che dimostro io con la mia uscita: e cioè che la performance del piede scalzo dipende da vari fattori, non è una cosa assoluta. Se io con un cavallo che lavora prevalentemente in piano mi posso permettere al massimo una 30 km, allo stesso modo questa agonista che ha potuto farne oltre 90 km dimostra che ci vuole una preparazione ad hoc. Altrimenti potrebbe farli chiunque.

Le competizioni estreme come l'endurance ad alti livelli o la formula uno, ad essere lungimiranti e a lungo andare, servono alla fine a far progredire il proprio settore. Nella formula uno prototipi e idee da milioni di euro al pezzo diventeranno, se si dimostrano validi, di serie e a buon mercato nelle auto a venire. Prendiamo ad esempio le mescole delle gomme. Però nessuno penso si fa venire in mente di poter correre con la propria auto, una volta messe le gomme nuove di ultima generazione, un gran premio.
Cos'è però che rallenta il progresso? Ma è ovvio: le menzogne create per tirare acqua al proprio mulino. Fanno così anche le marche di pneumatici, dichiarano prestazioni che non sono vere. Un sacco di tempo e aspettative sprecati.

Volevo dire semplicemente questo. Cioè che diffido come credo anche Alex dei numeri che si leggono in giro.

il tuo cavallo non era condizionato per fare endurance quindi che validità ha la tua esperienza in un campo in cui sapevi di essere al limite? stiamo parlando di endurance, non di cavalli da passeggiatina che hanno un chilometraggio molto limitato rispetto a quelli allenati a compierne molti di più... anche solo a livello muscolare
non ho il tempo e la voglia neanche io di preparare un cavallo alle 120, tant'è che la mia cavalla vecchia gira scalza su qualsiasi terreno nonostante in questi anni sia esattamente in condizioni opposte a quelle considerate ideali per il barefoot e la piccina gira scarpettata perchè ha i piedi devastati da ferratura da pista..

un cavallo da endurance è un cavallo allenato e gestito per fare quello.. neanche un cavallo ferrato la finisce una 90 se non ha lavoro alle spalle, quindi mentre fai il fisico fai i piedi.
se uno vuole fare un lavoro non dannoso per il fisico del cavallo si dovrebbero affrontare le lunghe distanze dopo almeno 2 anni dall'inizio dell'allenamento (tempo minimo per il condizionamento osseo), tempo spesso sufficiente a creare un buon piede.

io non ho intenzione di spararle grosse, ho solo riportato alcuni dati, di parte per quanto riguarda la marca delle scarpette, non sul numero dei cavalli, voi li avete presi come se con questi avessi dichiarato ai 4 venti che solo i cavalli che corrono sferrati sono fichi!
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso