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Il mito dell'atterraggio di tallone

Aperto da max, Luglio 06, 2014, 11:27:16 PM

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max

Non ho avuto sinceramente tempo di leggere bene, non so quindi cosa dica con esattezza ne chi lo dica. Sono solo stato catturato dal titolo controcorrente. E come ogni cosa controcorrente desta la mia curiosità.

http://enlightenedequine.com/2013/11/27/the-myth-of-the-heel-first-landing-part-1/
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

Mah.... io ricordo bene le vecchissime serie di immagini di Muybridge, dove l'atterraggio di tallone è evidentissimo alle alte velocità. Mi sembra che il post segnalato abbia un po' troppe congetture. L'idea che mi sono fatto io è che alle alte velocità un cavallo debba fare uno sforzo muscolare e debba in qualche modo "trattenersi" per atterrare di piatto; cosa che farà senz'altro se gli dolgono i talloni, a detrimento della fluidità del movimento. Mi pare che l'articolista non abbia riflettuto bene sul meccanismo accelerazione-decelerazione dell'arto nel movimento; e anche quella cosa del baricentro che non si sposta in avanti non mi convince affatto.

Sull'argomento preferisco seguire gli approfondimenti di Rooney e di Bowker. Unicuique suum.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Quindi se lenti, al passo, può anche essere normale atterrare di piatto.
Un evidente atterraggio di punta al passo lento però sarebbe anomalo.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

raffaele de martinis

Secondo me, bisogna guardare il lallo nel suo complesso et valutare l'andatura tenendo conto: del'impulso, della fluidità, della scioltessa dei movimenti.

Questi son pipponi da barefutti.

Mi sorprende, la schizofrenia di Alex che approfondisce (e segue) i ragionamenti di Runei e Baucr, ma diffida/dubita delle affermazioni di personaggiucci come L'Hotte e Fillis che non danno scientifiche pruove dell'evidenza delle loro osservationi.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

La questione è una questione di metodo. Esiste il metodo scientifico, che è collaudato da Galilei in poi, e il resto. Chi non segue il metodo scientifico o non lo conosce, o conoscendolo non lo segue. E' provato che l'autorevolezza di chi espone un'opinione di per sè non è sufficiente. L'esperienza di autorità riconosciute nel campo è considerata, in medicina, una evidenza debole (la più debole fra quelle accettabili).



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Sarà come tu dici, Lorenz il papà dell'etologia, prese un solenne abbaglio (divenuto un classico) definendo - secondo i suoi parametri sciscientifici - il comportamento di un cane, plobabilmente, se avesse chiesto al padrone del cane (chi cognosceva lo cane) gli avrebbe dato la spiegazione giusta.

Chiudo perché siamo ottì.

Nel tema: perché, per quanto mi ricordi, nessuno prestava attenzione all'atterramento di tacco o di punta e ora sembra cosa di vitalissima importantia ?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Non so se è vero e se è vero non ho idea del perchè. Di certo, la navicolite veniva vista come "progressiva ed inguaribile" mentre oggi, sarà vero? si moltiplicano le segnalazioni di casi recuperati, "guariti"; e non solo con la sferratura, ma anche, semplicemente, con una ferratura migliore.

Quanto al problema di "riuscire a vedere" l'atterraggio di punta, suppongo che il consumo del ferro in punta dia elementi utili: dopo l'uso, ci sono dei ferri "arrotondati" e invece dei ferri "abrasi a piano inclinato", in punta; immagino che nel secondo caso l'angolo del "piano di abrasione" rappresenti l'angolo medio di atterraggio.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

carodubbio

Un PSI che atterra in punta( patologia molto  studiata ) lo si piglia a 1000 euri.

Un PSI che atterra di tallone costa quanto un appartamento.

Nel mezzo ci trovi  solo le fregature .

raffaele de martinis

Siamo al solito, due tesi completamente diverse...in primis  - perché ho il morto in casa - per me è praticamente impossibile distinguere l'atterraggio al galoppo, facile al passo, facile al trotto.

Bisogna poi considerare che l'atterraggio cambia a seconda della spinta, cambia a seconda della velocitè, cambia a seconda dell'inclinatione del terreno, cambia a seconda delle ferrature specializzate, cambia a seconda di chi lo vede.

Quello che riesco a fare discretamente è valutare: una zoppia, una marcatura, una contrattura, un raccorciamento...ma non è detto che ci azzecchi sempre, dunque diffido moltissimo delle ragasse che - con solo tre anni di pratica - valutano l'andatura del loro lallo appena sferrato...





... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

rhox

infatti raffaele se si vuole comprendere l'argomento ci sono un sacco di filmati su internet in slow motion per cui si capisce cosa vedere. c'è da farsi esperienza e farsi aiutare molto dalle foto scattare al nostro lallo... dicono molto più di quanto si pensi e mostrano accuse molto peggiori di quello che si pensa.. :firuu:
dopo 3 anni puoi benissimo valutare se in alcuni casi il tuo cavallo atterra di punta escludendo gli estremi: non si valuta su dislivello, non si valuta al pascolo, non si valuta su andature svogliate e trascinate..
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

raffaele de martinis

Nella mia - purtroppo - longa experienza, ho visto prendere delle sonore cantonate anche da vet. rinomati, ritenuti al toppo nella zona!

Valutare l'andatura di un lallo è difficile, ci si inganna...ho detto tre anni ma anche dopo trent'anni puoi fallare, e poi, può darsi che il lallo atterri di piatto e marchi, sia zoppo, sia legato, può darsi che sia drittogiuntato...ho avuto una cavalla così: consumava i ferri in punta ed era un pò cagnola, a 23/24 anni era ancora lei che  "tirava" la comitiva.

Nell'articolo postato da Max, il ploblema in essere è: atterrare di piatto o di tallone ?
L'autore dice : piatto, mentre Roney&C. dicono tacco comparando (sbagliando) l'andatura quadrupede con l'andar humano, bisognerebbe leggiere il seguito...

Ci vogliono secoli di esperientia per capire, ricordo che il Maestro ed io assistevamo alla compravendita di un lallo da salto, l'ippobabbo e la ragassa erano entusiasti: una montagna, grande genealogia, "cavallo a gettone"...il M/llo Canto disse: quel cavallo è zoppo, zoppo di spalla, tra qualche mese vedrai, per me era perfetto...vidi, vedemmo.

E' regola/era regola non scritta - se non direttamente interessati - di non intervenire mai in situazioni del genere, il perché - anche se non siete ragasse particolarmente vispe - potete immaginarlo.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Ipparco

Ho già avuto modo di commentare privatamente questo articolo alcuni mesi fa, riporto quelle che erano state le mie osservazioni di allora:
1) faccio notare che quanto descritto nell'articolo, l'autore lo attribuisce solo al cavallo al passo, mentre per le altre andature prende per buono anche lui l'atterraggio di talloni. Personalmente, se riesco a far atterrare di piatto, al passo, un cavallo che prima appoggiava di punta,  mi ritengo già abbastanza soddisfatto.
Come ho già scritto tante volte in giro per il web, è comunque un discorso "statistico": è bene che il piede appoggi prevalentemente di talloni, ma capiterà spesso che appoggi anche di punta, di quarti, solo al centro ecc, in funzione dei terreni, delle andature e via dicendo.
2) mentre può essere vero che distinguere il momento del contatto a terra di punta e talloni può essere difficile per i motivi spiegati nell'articolo, ciò non vale per la posizione dell'arto negli istanti immediatamente precedenti al contatto. Una completa distensione dell'arto, desiderabile per motivi prettamente meccanici/ingegneristici, è ben distinguibile, ha una definizione temporale di alcuni decimi di secondo ed è un'ottima premessa ad un appoggio di talloni.
3) tutto il discorso fatto sul baricentro e sulla cinematica si basa su fondamenta piuttosto friabili. Il metodo utilizzato per determinare il baricentro ha delle grosse lacune: l'assunto di densità uniforme a mio avviso è piuttosto avventato, inoltre non viene tenuto conto in nessun modo dello sviluppo del piede nella 3a dimensione. Personalmente ho motivo di credere che il baricentro del piede in foto si trovi più indietro di dove individuato di almeno 5 mm, forse di più. E' comunque un aspetto da investigare più a fondo e non si può liquidare con una semplificazione come quella dell'articolo.
4) anche ammettendo che il baricentro fosse dove dice lui, ciò porterebbe il piede verso un atterraggio di talloni. Provate a prendere un pezzo di catena e a farlo oscillare: all'estremità dell'oscillazione, l'ultimo anello sarà completamente "esteso", "dorsiflesso", per usare un termine anatomico. Se il piede fosse veramente libero dall'azione dei tendini, come ipotizza l'autore, e il baricentro fosse dove dice lui, appoggerebbe necessariamente di talloni.
5) in tutto il testo, l'arto viene trattato come un insieme inerte di oggetti concatenati. Non viene preso in esame in nessun momento l'aspetto propriocettivo o circolatorio. Solo nei commenti, dopo che gli viene fatto notare, dice che effettivamente se il cavallo ha male da qualche parte, può alterare il modo di appoggiare. Aggiungo che c'è un altro fattore, che a mio avviso fa propendere per l'atterraggio di talloni come "normale": le principali terminazioni sensoriali del piede sono nel fettone! E' importante che tocchino per prime, per avvisare il cavallo della natura del terreno! E' preventivo agli infortuni! Lo stesso dicasi per la circolazione. Vedere "Macroscopic and Microscopic Anatomy of the Ungual Cartilage: A Hemodynamic Flow Hypothesis of Energy Dissipation" di Bowker per i dettagli.
6) ingegneria inversa, un concetto poco utilizzato dai biologi "della domenica" ma molto usato da chi si occupa di evoluzione: risalire alla funzione a partire dall'anatomia. Per come è fatto il piede equino (e non solo quello equino), l'atterraggio di talloni è quello che offre il miglior assorbimento dell'energia cinetica del piede e riduce gli effetti distruttivi delle onde d'urto. Sarebbe "stupido" che il cavallo non sfruttasse questa caratteristica dei suoi piedi a tutte le andature. E la selezione naturale raramente fa cose "stupide". Allo stesso modo, la completa dorsiflessione delle falangi è quella disposizione delle strutture che offre la miglior capacità di ammortizzare, riducendo al minimo i traumatismi sulle articolazioni.
7) anatomia (e biomeccanica) comparata: checchè ne dica l'autore, la maggior parte degli animali, noi compresi, durante la normale deambulazione appoggia prima il cuscinetto plantare, qualunque sia la sua anatomia. Cani, gatti, plantigradi, pachidermi ecc. appoggiano prima il retro del piede, quello fatto per ammortizzare ed assorbire energia, e solo dopo fanno lavorare la punta, che fornisce grip e spinta. Non vedo perchè il cavallo dovrebbe esulare da questa "legge generale" del mondo animale.
8) pareggio corretto: quale sarebbe secondo costui il pareggio corretto? Mentre posso concordare che il piede della prima sequenza ha talloni molto alti (e forse proprio per questo riesce ad appoggiare di talloni?), quello della seconda sequenza non mi pare proprio un bel piede: punta lunga e talloni bassi, forse anche "underrun", una pendenza della muraglia decisamente bassa, porzione caudale del piede poco sviluppata se confrontata a quella rostrale.. L'estensione dell'arto è incompleta, e l'appoggio, più che di piatto, mi pare di punta.. Se devo scegliere, preferisco il piede della prima sequenza.
9) azione muscolare: siamo sicuri che non ci sia azione muscolare sul piede? Mai osservato un cavallo camminare su terreno insidioso? Il piede non penzola certo in modo inerte in fondo alla gamba. Viene posizionato con cura prima di appoggiarlo. Si possono addirittura vedere i tendini tendersi per ruotare il piede in avanti o indietro a seconda dei casi.
Riporto cosa scrive riguardo alle osservazioni di Rooney: "transecting the extensor and deep flexor tendons in the vicinity of the short pastern really had no significant effect on the orientation of the hoof as it landed."
Cosa indica quel significant? Abbiamo appena letto che la differenza tra un atterraggio di punta, di piatto o di talloni può essere ridotta ad una differenza temporale di pochi decimi o centesimi di secondo, e pochi gradi in più o in meno di estensione delle articolazioni. Abbiamo anche visto che se il piede fosse solo "appeso" alla sua articolazione sarebbe molto probabile che appoggiasse di talloni. Anche qui, le argomentazioni mi sembrano piuttosto farraginose..
10) il "modello" wild cosa dice? I mustang, come appoggiano? Se vogliamo "appoggiarci" a un modello esistente in natura, è inutile stare a discutere sul sesso degli angeli. Bisogna andare a vedere. Dai filmati presenti in rete e da quelli contenuti in "Under the Horse" si vede bene che anche al passo i mustang appoggiano spesso di talloni. Direi che già questo dovrebbe bastare a chiudere la discussione. Al limite, se uno avesse dei dubbi, dovrebbe andare a filmarli dotato di videocamere ad alta velocità e definizione. Tutto il resto è aria fritta..

Questo è quanto. Per mio conto, continuerò a tenermi buono l'atterraggio di talloni come obiettivo. Senza forzare o disperarmi se appoggia di piatto, ma sapendo che si può fare meglio..

Saluti
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

Ipparco

Segnalo anche la seconda parte dell'articolo, a cui fanno riferimento alcuni dei miei commenti:
http://enlightenedequine.com/2014/03/16/the-myth-of-the-heel-first-landing-part-2/
Saluti
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

raffaele de martinis

Pipponi, per principio non leggo i pipponi nel foro, siano essi dedicati alle gioconde avventure diaristiche che a scientifici et seriosi argomenta.

Leggo i linchi, grazie per aver postato la secunda parte del mito....
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alex

Commento alla parte 2: anch'io a naso avevo raggiunto la conclusione che il meccanismo dovrebbe essere passivo e inerziale-elastico. Qualcuno ricorderà un vecchio pippone in cui cercavo di quantificare le accelerazioni e decelerazioni - raggiungendo la conclusione che sono molto forti e che qualsiasi appesantimento periferico causa forti incrementi di forze che agiscono su articolazioni, legamenti e tendini. Il discorso è molto interessante, ha a che fare, secondo me, con la "fluidità" del movimento.

Comunque al passo - che è la mia andatura prediletta - grandi accelerazioni non ci sono, quindi mi "depipponizzo" e non ci penso più  :horse-wink:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.