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Cura e pulizia

Aperto da alex, Agosto 14, 2014, 08:30:34 AM

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kitiara

Il mio non era un discorso rivolto a te in particolare visto che, come ben sai, c'è molta più gente che legge di quanta risponde e scrive, e albero=natura per eccellenza lo trovo riduttivo.
Personalmente io non amo il concetto di ricostruire "pezzi di natura" trovo che la natura non faccia cose a "pezzi" e quando si ricostruisce non ci si può limitare a piantare un albero et voila. Penso che in un territorio devastato non ci si possa limitare a piantare qualche albero, ma che si debba valutare il complesso... fauna compresa.  :horse-wink:
Come dire... all'epoca abbiamo tagliato alberi pensando che avremmo eliminato solo quelli e senza capire che ci saremmo persi altro, cerchiamo di non reintrodurli commettendo gli stessi errori.
... ed ognuno che è veramente cavaliere monta allo stesso modo in cui vive. Cerca quindi te stesso in sella o meglio ancora vicino ai cavalli. Accanto a loro troverai le ragioni nascoste del tuo essere e del tuo destino.

kitiara

ah comunque per la cronaca le orchidee dell'impianto eolico sono state censite, la loro posizione mappata con il gps, prelevate e ripiantate quando le condizioni sono state ottimali.
... ed ognuno che è veramente cavaliere monta allo stesso modo in cui vive. Cerca quindi te stesso in sella o meglio ancora vicino ai cavalli. Accanto a loro troverai le ragioni nascoste del tuo essere e del tuo destino.

alex

#17
Citazione da: kitiara - Agosto 15, 2014, 06:21:42 PM
ah comunque per la cronaca le orchidee dell'impianto eolico sono state censite, la loro posizione mappata con il gps, prelevate e ripiantate quando le condizioni sono state ottimali.

Questo mi fa piacere; mi interessa saperne di più. Tuttavia, le orchidee di un prato hanno un doppio valore; come individui e come specie (e da questo punto di vista se sono sopravvissute al prelievo-ritrapianto è una ottima cosa), e come indicatore di ecosistema antico e stabile (e aimè se l'ecosistema è stato sconvolto solo il tempo, ossia: alcuni secoli, potrà ricostruirlo, forse).

Basta una singola aratura, basta un singolo scavo e rimescolamento del terreno, e l'ecosistema di un antico prato è totalmente sconvolto.

Hai un link che descriva in dettaglio  l'iniziativa?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

elleon

Torno un attimo all' argomento " boschi". Nell' Appennino Tosco-Emiliano, l' avanzare del bosco ha riportato dopo anni di assenza la presenza dei lupi. Si parla anche dell' arrivo dell' orso che si sta avvicinando proprio grazie all' espandersi dei boschi. Positivo o negativo? I lupi mantengono limitato il numero degli erbivori, che da noi proliferano e fanno razzie di prati. In alto Appennino fanno ancora qualche danno al bestiame ma poca roba vista la continua sorveglianza. L' ecosistema mi pare maggiormente equilibrato in questo modo.
Conquista la fiducia di un cavallo e avrai conquistato il mondo..

Nicola

Citazione da: alex - Agosto 15, 2014, 09:28:46 PM
Basta una singola aratura, basta un singolo scavo e rimescolamento del terreno, e l'ecosistema di un antico prato è totalmente sconvolto.

Già. E, meglio tardi che mai, se ne sta accorgendo anche il mondo delle costruzioni.

In un recente convegno organizzato da una nota associazione di cui faccio parte (Royal Institution of Chartered Surveyors) si parlava di quanto "vale" la terra. Finalmente si inizia a dire chiaramente che il consumo di terra per finalità "urbane", ma anche agricole in forma deteriore, comporta danni economici molto rilevanti, molto maggiori dei benefici di breve termine derivanti dalla moltiplicazione dei diritti edificatori.

Ebbene, la terra fertile è preziosissima, perchè è un bene deperibile, e non solo a causa dei cambiamenti climatici. Anche ammettendo di restituire alla natura parte del patrimonio edilizio abbandonato nel nostro paese, e ipotizzando per assurdo la totale assenza di forme di inquinamento, sarebbero necessari secoli a rendere nuovamente fertili quei siti.

Tutto ciò senza contare che oggi, solo nel nostro paese, la quota edificata inutilizzata è talmente ampia che permetterebe, da sola, di reggere incrementi demografici e di produzione di beni e servizi per oltre il 20% rispetto ad oggi.

Chi oppone ad un simile ragionamento la strategicità urbana e produttiva di determinati territori, compie un ragionamento totalmente antistorico, e legato a modelli di vita che hanno più di tre secoli.

Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

alex

I secoli però rimediano.  :horse-wink:

Tutto un ampio territorio intorno ad Aquileia è molto fertile;è un suolo molto particolare, con una grossa componente in laterizio finemente sbriciolato.  :horse-cool:

Anche ai tempi di Roma non scherzavano mica, con l'urbanizzazione.... e sì che il laterizio è molto, molto più durevole del cemento, destinato alla carbonatazione e conseguente spappolamento in pochi decenni/secoli.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

silviasco

Ma che bella discussione questa qui! E io che pensavo a "cura e pulizia" dei lalli!
Questi temi sono il mio pane quotidiano, e mi fa molto piacere vedere che se ne comincia a parlare fuori dalla "solita cerchia".
Personalmente detesto il concetto di "climax", perché lo ritengo una pura astrazione botanica. In ambito europeo (ma anche africano, asiatico, e in buona misura anche americano!), immaginare cosa sarebbe il territorio X "senza l'uomo" è pura teoria. L'uomo frequenta la Terra da quando un australopiteco divenne più furbo degli altri, e da sempre fa quel che il genere Homo fa. Si dirà: ma l'uomo è diverso, lui modifica il territorio!! Certo! ANCHE  l'uomo modifica il territorio, e moltissime specie "insospettabili" lo fanno: i castori creano laghi (e si sa che sono stati determinanti nella costruzione di suolo delle ampie regioni che hanno abitato ,perché i laghi si riempiono via via di ottimo limo, e poi i castori si spostano un po' più in là, e via così); i coralli, addirittura senza nemmeno avere un cervello, creano isole dove prima c'era il mare! E le termiti, che allevano funghi e si costruiscono grattacieli climatizzati?
La trasformazione ambientale non è di per sé un "male", o qualcosa che rende l'uomo "diverso". Lo è quella trasformazione che distrugge le dinamiche ecosistemiche senza dar modo di adattarsi, e ciò avviene, in genere, in quegli interventi che richiedono enormi quantitativi di energia, enormi potenze, come quelle tipicamente sprigionate dall'utilizzo di fonti fossili.
Il discorso si farebbe davvero lungo, ma sono stata davvero contenta di trovare questo topic qui!

alex

Io ne parlo - come il solito - come autodidatta di livello medio-basso, mi interessano tante cose che non posso che cercarne di afferrarne i punti principali; l'idea che mi piacerebbe è quella di diffondere almeno l'idea che una vegetazione climax - per quanto ideale - è quella della maggiore efficienza biologica possibile, e che viene raggiunta attraverso passaggi successivi, di cui noi vediamo solo quelli iniziali; e che dovremo riconoscerli, e rispettarli, cercando - se siamo furbi - di assecondarli piuttosto che combatterli solo perchè non li capiamo; certo, se ci è necessario, lo dobbiamo fare, ma sapendo quello che stiamo facendo. Se li assecondiamo, risparmiamo fatica ed energie....  :horse-wink:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Il pianeta Krukismac si trova ai margini di Alpha Centauri, ci abita il dottor Alexasco che - come tutti i suoi abitanti - campa in media 285.000 anni, da poco - 30.000 anni - sta studiando la terra: ha visto le glaciazioni, le eruzioni, le desertificazioni ecc. si è accorto che un parassita - in brevissimo tempo, solo da un centinaio di anni - sta distruggendo questo interessantissimo pianetino.

Lui non riesce a vedere questi distruttori, ma - coi suoi potenti mezzi - vede gli effetti devastanti di queste creature: si rende conto dell'inquinamento atmosferico, nota delle luminosità innaturali, vede che le acque cominciano a scarseggiare così come i terreni fertili, deduce che le altre specie viventi scompaiono a passo di carica e che la Terra è come una mela piena di piccolissimi vermetti che tra un pò - dopo aver digerito anche il torsolo - si mangeranno tra di loro.

Che fare?

Sta valutando, i mezzi non gli mancano: ci indirizza su una pioggia di asteroidi? Devia leggermente l'orbita del pianeta? Sposta il suo asse?

Disinfettare il pianeta è facile facilissimo e prima o poi - appena Alexasco ha un pò di tempo - lo farà, a meno che i vermetti non si autodistruggano da soli prima... forse il dottore - prima di intervenire - sta aspettando proprio quello, può aspettare - la Terra può aspettare - cosa volete che siano per loro 4/5mila anni?.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

silviasco

Questa, francamente, Raffaele, non la capisco.
L'immagine dell'uomo come parassita del pianeta è un po' vetero-ambientalista, e non credo proprio che appartenga a coloro che hanno partecipato a questa discussione.
Più rileggo quel che hai scritto, meno mi è chiaro cosa vorresti dire. L'unica cosa chiara è che hai voglia di fare del sarcasmo, ma contro chi e che cosa resta un mistero per me.
Comunque, Alex, il concetto di climax è stato superato da una branca dell'ecologia chiamata "disturbance ecology", che enfatizza proprio il ruolo dei "disturbi" nel mantenere una elevata biodiversità. Per disturbi si intendono sia occasionali eventi catastrofici (alluvioni, eruzioni, ecc.), ma anche eventi più ordinari, relativi alla catena dei consumatori: l'azione di pascolamento, i laghi dei castori di cui dicevo sopra, epidemie di parassiti, ecc.. Alcuni studiosi sostengono che l'attuale diffusione di specie animali e vegetali legate agli ambienti aperti non è compatibile con la classica teoria che vede l'Europa cosparsa di distese ininterrotte di foreste fino all'arrivo di quel birbone dell'uomo. Se le praterie "secondarie" (cioè quelle presenti a quote inferiori a quelle della linea del bosco) fossero state create solo dall'azione dell'uomo, dato il lasso di tempo intercorso, non sarebbe stato possibile avere così tante specie legate agli ambienti aperti. Ergo, gli ambienti aperti (le praterie "secondarie" che secondo i botanici non avrebbero dovuto esistere prima del disboscamento agricolo) esistevano ben prima dell'uomo, a causa appunto di una serie di "disturbi" (che chiamare così evidenzia proprio la natura "botanocentrica" della teoria del climax) che mantenevano la vegetazione in quello stato lì a dispetto di tutti i climax.
Per questo è bene pensare in termini di aspetti dinamici degli ecosistemi, piuttosto che di climax e disturbo. E di quanta resistenza e resilienza tali sistemi abbiano. Si riesce ad essere più obiettivi, ecco.

raffaele de martinis

Sarcasmo? Bah!

Volevo sottolineare la nostra piccolezze di fronte al tempo: siamo su questo pianeta da circa 100.000 anni (il motore a scoppio è stato inventato 150 anni fa), i dinosauri ci son rimasti per 150 miglioni d'anni e allo spazio, dicono che per uscire dalla nostra galassia ci vuole un viaggio di svariate migliaia di anni luce.

Pare che sconvolgimenti come quello che portò alla scomparsa dei dino si siano succeduti con una certa regolarità nel corso delle ere, e non si può escludere che uno di questi accada tra un pò.

L'idea della mela parassitata non è mia ma di Bertrand Russel, il cuale propose delle soluzioni macropolitiche, macroeconomiche ma fu subito tacciato di nazismo, tornando ai taglio dei boschi e ai praticelli la storia comincia da lontano, da lontanissimo:

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=18501
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

La lettura di quell'articolo, Raffaele,  mi ha rattristato.... è tutto inutile, è energia sprecata tentare di cambiare qualcosa nel rapporto fra uomo e natura (o fra uomo e cavallo che è la stessa, identica cosa); e probabilmente in Italia, per cultura secolare e forse millenaria, è ancora più inutile che altrove.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Oltre Russell, anche un altro grandissimo fu tacciato di nazismo: Lorenz e Darwin fu preso come "padre nobile" dagli eugenetisti hitleriani, detta in termini antropizzati la natura non è Madre, è matrigna feralissima, se volessimo essere veramente "naturali" dovremmo essere spietati.

Plobabilmente, l'umanità troverà la sua salvezza prendendo ad esempio - per la sua salvatione - gli insetti, la società degli insetti, una sorta di alveare dove l'individuo è annientato a favore della comunità... l'alternativa?
Una nuova guerra a livello planetario ad altissima efficienza distruttiva, le occasioni saranno moltissime e tutte - come sempre - economiche... parliamo d'altro.

Ho notato, nell'interessatissimo articolo, che l'autore - Francesco Lamendola - 18/04/2008 -  dice che i fiumi esondano, come è comune dire/sentire oggigiorno, mentre nel brano tratto da: Le vie della storia, Bari, Editori Laterza, 1979, 1986, vol. 2, pp. 52-58: gli autori - Vittoria Calvani e Andrea Giardina - scrivono che straripano, come dicevamo/scrivevamo tutti noi ai tempi, come e perché è avvenuto questo cambiamento non lo so, so soltanto che - per me -  il conformismo/l'appecoronamento/l'omologazione/l' omogeneizzazione è uno dei difetti più gravi che assilla la nostra società.

Riguardo l'assimilamento che fai tra il rapporto uomo/natura : uomo/lallo non sono d'accordo!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

silviasco

L'articolo linkato da Raffaele, interessantissimo, evidenzia, senza sottolinearlo abbastanza, un fattore che secondo me è cruciale nel determinare il sovrasfruttamento di una risorsa: il conflitto fra "civiltà" romana e comunità locali. Quando le risorse di un territorio non sono usate da chi lo abita ma da qualcun altro che lo sfrutta, allora si determina sovrasfruttamento (o overshooting in ecologia), perché chi opera lo sfruttamento non subisce le conseguenze negative che ne derivano. L'impero romano fu un assaggio di globalizzazione e dei suoi mali.
L'economia mediata dal denaro è il fattore che, in epoca passata, determinò il superamento della capacità portante degli ecosistemi: quelli che razziavano legname e pece lo facevano perché potevano venderlo in cambio di denaro (cosa facile da portare in giro, che si può accumulare ed utilizzare con comodo nel tempo). Ai giorni nostri, oltre a questo deleterio fattore economico, si aggiunge l'utilizzo di fonti energetiche fossili che consentono una accelerazione esponenziale di questo fenomeno, grazie alle enormi potenze che consentono di sprigionare.
In questo preciso modo l'uomo si è collocato fuori dal mondo naturale: col denaro e col petrolio. E l'uomo è fuori dalla natura nella misura in cui la sua vita si fonda su questi due elementi. Un contadino che si zappa il suo orto e alleva le sue galline, oggi, non è fuori della natura molto più di quanto lo sia un formicaio o una barriera corallina. Il problema sorge quando prende la macchina per andare in paese, e ancor prima quando alleva 3000 galline per venderle al miglior prezzo spendendo il minimo possibile in modo da potersi comprare una macchina...
Sembra solo una teoria, questa del denaro e del petrolio, perché all'atto pratico tutti noi dipendiamo dal denaro e dal petrolio per le nostre vite quotidiane. Ma io trovo comunque utile circoscrivere la "condanna" a questi due (pur pervasivi) elementi, piuttosto che all' "uomo" tout court. Perché ci ricorda che ogni volta che coltiviamo le nostre zucchine, fosse anche sul balcone, ogni volta che scegliamo prodotti locali, e ogni volta che entriamo in reti sociali basate sullo scambio mutualistico, ci riavviciniamo, anche solo un po', al nostro stato naturale. Ed io sono convinta che il benessere che molti ricavano da tali attività dipende proprio da questo.
Abbiamo davanti non una rivoluzione da fare da un giorno all'altro, buoni contro cattivi, "verdi" contro tutti. Piuttosto una lunga strada fatta di piccoli passi, di pezzetti di consapevolezza, inclusa la consapevolezza che potremmo non avere più tutto il tempo necessario per percorrerla tutta. Pensare di abolire petrolio e denaro da un giorno all'altro dalle nostre vite è sciocca utopia. Percorrere, ciascuno a modo suo, una via di decrescita, di "downshifting", è l'unica possibilità intelligente che vedo.
A scanso di equivoci, io lavoro (quindi come tutti faccio uso del denaro), e non sto qui nemmeno ad elencare le migliaia di modi diretti ed indiretti con cui il petrolio entra nella mia vita, quindi questa non vuole assolutamente essere una predica, ma solo condivisione (gratuita!  :occasion14: ).