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Indietro non si torna: agricoltura sostenibile

Aperto da alex, Dicembre 24, 2015, 08:53:32 AM

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carodubbio

Ma , da piccolo nel periodo estivo i miei genitori impegnati con una attività stagionale mi mandavano a volte a casa di zii, non è che ricordo bene ma di sicuro ricordo che; lo zio andava per i campi con una slitta trainata dal bestiame, al mattino facevo la caccia al tesoro con le uova delle galline , per colazione pane fatto a casa con marmellata di prugne fatte a casa, come succo di frutta pera fatta sempre a casa messa in bottiglie di gazzosa  riciclate dopo il loro uso, facevo il bagno in un fusto ci cemento alto 1,5metri adibito a cisterna a cielo aperto per ogni uso.

Sono ricordi bellissimi di una infanzia spensierata, ma dalle mie parti un detto dice ; con questo tipo di vita ci mangi ma non ci bevi.

Alexis85

ora abbiamo uno strumento in piu': la scelta. mia nonna (nata nel 1915) scappo' dalla poverta' contadina di un piccolo paese nelle murge per vivere in una grande citta' dove ha messo su famiglia. A quell'epoca assieme alle bestie ci dormivano e mangiavano , il pane era tenuto sotto chiave, avevano un paio di scarpe per l inverno e uno per l'estate. non capiva come facessero a piacermi i cavalli e gli animali in generale, li associava alla poverta' che aveva vissuto, per lei erano solo ... bestie. oggi, nel 2015, mio cognato ha deciso di utilizzare 1 degli 8 ettari di terra di famiglia abbandonati da tempo per fare una piantagione: i lavori stanno procedendo. Per lui e la moglie lavorare la terra e' una cosa che appassiona e li realizza (e lo hanno sempre fatto, sanno benissimo i sacrifici che comporta), fanno fatica , ma sono contenti. mia nonna avrebbe pensato "ma chi te lo fa fare?"

cosa e' cambiato? sono cambiate le possibilita' perche una volta lavorare la terra era una costrizione, non avevi alternativa. ora e' diventata UNA SCELTA. ben venga.

alex

Un bravo agronomo potrebbe forse progettare una "fattoria autosufficiente", che produca (tanto o poco non importa) alimenti anche per uomini fuori della fattoria, senza aver bisogno di alcun apporto di energia o di materia dall'esterno.

E' un compito improbo. Pensiamo solo a una cosa: alla grande superficie che serve. Gli uomini mangiano, ma anche gli animali mangiano; un cavallo che lavora sodo ha bisogno di vari chili di cereali al giorno, oppure può lavorare molto meno, a solo fieno. In entrambi i casi, una bella superficie della fattoria deve essere dedicata alla coltivazione di quello che serve per nutrire gli animali.

Un'altra parte del terreno dovrebbe essere destinata a bosco, una superficie tale da fornire costantemente tutta la legna necessaria senza impoverirsi.

Tolta la superficie a bosco, tolta quella a prato o comunque destinata all'alimentazione animale, ciò che resta dovrebbe produrre abbastanza per non morire di fame, e per avere un sovrappiù da vendere per procurarsi tutto ciò che serve.

Beninteso, in questo scenario non ci sarebbero ricchi cittadini disposti a spendere enormità per una verdurina biologica..... a parte il fatto che tutto sarebbe biologico com'era un tempo, perchè non ci sarebbe il denaro per acquistare nè concimi di sintesi, nè tantomeno fitofarmaci, il cibo da produrre sarebbe quello "di sostanza": cereali, legumi, verdure sostanziose come le patate o simili.



La vedo durissima.


La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Strano... hai dimenticato: i polli, i conigli, i maiali, le pecorelle, le caprette, per non parlar di cani e gatti.

Forse non lo sai ma i polli, le galline, si tenevano libere attorno la hasa rurale anche perché sono ottime come guardia antivipere... ricordo benissimo che una volta scovarono un nido di questi simpatici serpentelli,; fu uno spettacolo vederle correre: alcune coi viperotti in becco, le altre a cercar di rubarglieli!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

Discorsi simili li avevo trovati su un altro forum ( non di cavalli). Pisso fare il nome?
Comunque si discuteva sia di vivere in autosufficienza e permacultura( che non avevo mai sentuto prina) che come reagire in caso di catastrofe. Era riportato un link allo scritto di un signore cge raccobtava la sua esperienza dyrante la guerra in Jugoslavia , di cone da un giorno all' aktro niente elettricita', polizia, negozi.. di cosa pissano diventare le persone quando hanno fame e di come lui e buona parte della sua famiglia sono sopravvissuti ( comnciava tipo.. quando accadono ste cose i deboli muoiono subito. Gli altri combattono) .
Scenari apocalittici a parte, piu' che salvare gli animali da lavoro io salverei le piante, le sementi, le conoscenze.
Moltissime varieta' di grano sono scomparse petche' e' posdibile coktivare solo quelle registrate. Credo che sia lo stesso per fagioli ecc..
Il mese scorso ho chiesto a mio padre di esser presente quando da l' orto, per capire come funziona. Abbiamo le sementi " di famiglia" ( chissa' a quando risalgono!) ma io da sola non le saprei curare.
Mio papa' si e' messo a ridere. L' orto e' fatica ( ok, provo lo stesso).

Le mucche indigene qua son scomparse, una frisona manco entra per la porta della stalla vecchia.
I cavalli pero' non li hanno mai usati. Troppo impervio. Disboscavano a mano. Ancge 8 uomini per spostare i tronchi.
Fatica fatica. Se si va a decrescere torniamo alla selezione naturale pure noi.
Io non ho la forza ma nemmeno la piu' pallida idea di come funzioni.
Mi sono " allevata" il lievito madre, giusto percge' credo sia una cosa che " sta bene imparata".
Avessi le galline, non so come macellarle. Non parliamo di come procurare loro mais e frumento.
Tralascio la macellazione delle galline, tento la salvaguardia delle sementi.

Tra parentesi, un agriturismo locale organizzava la giornata dei semi, dove appunto.ci si scambiava questi tesori clandestini scampati alla burocrazia. Chissa' se la faranno ancora.

Intervento un po' confuso, spero se ne capisca comunque il senso

carodubbio

Ho un conoscente che dopo aver lavorato  per diversi anni nel settore cavalli da corsa, si è rimesso a lavorare in campagna, ma il padre ha terreni suoi, attrezzi suoi, da una vita che lavora la terra ha solo una misera pensione e una casa + i vari attrezzi per lavorare la terra, se il figlio dovesse partire da zero non solo non beve , ma nemmeno ci mangia lavorando la terra.

La concorrenza nel settore è spietata, ti puoi salvare solo nel settore biologico altrimenti sei fuori mercato con i prezzi di quello che produci.

Certamente si può fare, come si può anche vivere facendo il barbone.