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La pietra filosofale....ovvero il motivo della ferratura

Aperto da Nicola, Giugno 14, 2012, 11:11:10 AM

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Nicola

Alex di recente scriveva che, in una serie di studi su testi di mascalcia, aveva trovato la propria "fondata" risposta alla domanda:

Perchè ferrare?

Concludeva tuttavia che, trovata quella risposta, la propria convinzione circa la scelta barefoot ne usciva rafforzata.

Ora, ad Alex chiedo di raccontarci questo suo percorso, e agli altri barefooters di interrogarsi sull'argomento, se vorranno..
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Ipparco

Beh, posso dare la risposta che mi sono dato io: il ferro, a mio avviso, nella maggior parte dei casi è il modo più rapido ed economico per mettere al lavoro un cavallo anche quando la gestione non sarebbe tale da permettergli di avere piedi sufficientemente sani, oppure di spingerlo oltre quelli che sarebbero i limiti imposti dalla gestione del momento o dallo sviluppo delle strutture interne dello zoccolo.
In quest'ottica, il ferro diventa funzionale ad una forma di "maltrattamento" del cavallo, in quanto permette di utilizzarlo anche senza rispettare i suoi bisogni fisici, fisiologici, etologici ecc., e in molti casi può contribuire a causargli danni fisici permanenti, a breve o a lungo termine.

Ora, non so se è la stessa risposta che ha trovato Alex, ma posso dire che anche nel mio caso la scelta "pro barefoot" ne è uscita rafforzata.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

Nicola

Caro Ipparco,

questo è un po il topic della "pigrizia" :evil3:

Non essendo io stato sufficientemente diligente da leggere i testi ottocenteschi sulla mascalcia che Alex ha suggerito, tento di stanarlo per fargli confessare cosa ci ha trovato :horse-cool:
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

alex

Citazione da: Ipparco - Giugno 14, 2012, 11:50:41 AM
Beh, posso dare la risposta che mi sono dato io: il ferro, a mio avviso, nella maggior parte dei casi è il modo più rapido ed economico per mettere al lavoro un cavallo anche quando la gestione non sarebbe tale da permettergli di avere piedi sufficientemente sani, oppure di spingerlo oltre quelli che sarebbero i limiti imposti dalla gestione del momento o dallo sviluppo delle strutture interne dello zoccolo.
In quest'ottica, il ferro diventa funzionale ad una forma di "maltrattamento" del cavallo, in quanto permette di utilizzarlo anche senza rispettare i suoi bisogni fisici, fisiologici, etologici ecc., e in molti casi può contribuire a causargli danni fisici permanenti, a breve o a lungo termine.

Esattissimo al 100%; sostituirei solo la parola "maltrattamento" con "sfruttamento". Dopodichè, sta al proprietario; se si ritiene autorizzato a sfruttare il proprio cavallo al massimo (cosa perfettamente legittima perchè rientra nel campo dell'etica pesonale), dovrebbe solo conoscere per vantaggi e svantaggi a breve e a lungo termine; se invece ritiene il cavallo un "amico", un "compagno di vita", allora le cose sono un tantino diverse e sarebbe diversa anche la scelta..... se fosse una scelta consapevole.

Il colmo della stupidità è lasciare ferrato un cavallo che non lavora (ma se i ferri "proteggono" gli zoccoli, allora è una scelta comprensibile nella sua stupidità).
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Ipparco

Due parole per precisare il senso di quel "maltrattamento", che non ho usato a caso.
Le cause più frequenti che "obbligano" a ferrare il cavallo per poterlo utilizzare per le attività più comuni (senza spingerci in casi limite, quindi) nella mia esperienza sono sempre le stesse: stabulazione in box, alimentazione ipercalorica, igiene non ottimale degli ambienti, isolamento e conseguente mancanza di movimento spontaneo, ecc.
Queste condizioni, se da un lato rendono "necessari" i ferri per il normale utilizzo del cavallo, sono anche la negazione di tutto ciò che costituisce l'habitat ideale del cavallo: grandi spazi, alimentazione povera e sparsa, ambienti prevalentemente asciutti e puliti, vita di branco, abbondante movimento spontaneo ecc..
Quindi, le cause che rendono necessari i ferri, hanno in realtà tutta una serie di effetti che a conti fatti sono probabilmente peggiori dei ferri in sè.
Se dovessi scegliere per i miei cavalli tra vivere in box scalzi (ammettendo che fosse fattibile) o ferrati ma al paddock in un contesto di gestione naturale, sceglierei la seconda, senza esitare un attimo, proprio perchè ritengo che la prima sia una forma (blanda, se vogliamo, e per questo l'avevo messo tra virgolette) di maltrattamento, perchè nega al cavallo molte delle esigenze dettate dalla sua natura.

Se non esistesse la ferratura (nè altre forme di protezione), saremmo giocoforza obbligati a dare al cavallo la possibilità di vivere secondo i suoi bisogni, per poterlo utilizzare con successo. Invece, grazie alla ferratura, possiamo decidere di tenerlo in condizioni che per lui sono tutt'altro che ottimali, continuando ad utilizzarlo a nostro piacimento (finchè non si rompe qualcosa nel "giochino").
Per questo a mio avviso la ferratura è potenzialmente funzionale a quella che secondo me è una forma di "maltrattamento".
Dopodichè, purtroppo so bene che in Italia non tutti possono garantire ai loro cavalli ettari ed ettari di paddock, per mere ragioni pratiche (siamo un paese densamente popolato), ma sarebbe bene che tutti prendessero coscienza di ciò che stanno facendo nel momento in cui confinano un cavallo in un box 20+ ore al giorno.
Solo così si può sperare in un miglioramento delle condizioni di vita medie dei cavalli in Italia.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
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Leonardo da Vinci

alex

In effetti testualmente maltrattamento significa cattivo trattamento, ossia cattiva "gestione" o, per accontentare piciopacio, cattivo governo. Quando Homocaballus dice che ritiene eticamente obbligatorio, visto che usa il cavallo per puro piacere e non per necessità, assicurare strettamente al cavallo le sue esigenze etologiche, va molto, ma molto lontano, molto più lontano di quanti sono certi di assicurare al proprio cavallo una vita "naturale". Infatti, Homocaballus assicura ai suoi cavalli una vita sociale completa: non solo stanno 24/7 all'aperto, non soltanto stanno in gruppo, ma vivono nella società etologicamente naturale, ossia in harem: stallone, cavalle, e giovani (pochissimi). Nessun cavallo castrato. L'unica altra comunità etologicamente corretta sarebbe quella del gruppo di stalloni senza femmine (il "branco degli scapoli").

Non è facilissimo, seguire questo esempio di "rispetto dell'etologia del cavallo" fino a questo punto.

Ma avendolo visto con i miei occhi, avendo visto lo stallone che "dava il permesso" a Homocaballus di prendere dal recinto una delle femmine, affollate sulla porta come a dire Prendi me! Prendi me! so che è possibile. Chi mi conosce da altri forum mi scusi della ripetizione... sono certo che qualcuno, qui, non ha mai sentito parlare di Homocaballus.


La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

DivinityOfDarkness

Il pericolo di ripetizione non sussiste se le cose erano state dette altrove  :horse-wink: e non ci scandalizziamo nemmeno se si ripetoo cose già scritte qui su questo forum. Repetita iuvant

Oggi come oggi, il paddock è un LUSSO, perchè per un maneggio avere un paddock decente per ciascun cavallo equivale ad avere grossi possedimenti terrieri. E ora come ora, chi si può permettere di comprare della terra? O meglio, c'è ancora del terreno acquistabile? E se lo dico da abitante in toscana, cosa dovrebbero dire i lombardi o i liguri?

Noi stessi viviamo in una situazione poco etologica: stiamo chiusi in uffici, con gerarchie assurde in cui comanda il più scemo, abbiamo poco tempo per stare in famiglia le mamme devono mandare i figli al nido se vogliono lavorare per campare...  e anche il cavallo, purtroppo, spesso capita in contesti poco etologici...e la ferratura spesso, è un male necessario.

E lo dico da sostenitrice del barefoot!
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

piciopacio

Diciamo che il simpatico olandese è un eccentrico signore  che tenta di mettere in pratica delle sue rispettabilissime idee.
MI chiedo, cosa fa il suo "dolcissimo" stallone quando un lallo estraneo si avvicina alla sua mandrietta ?

Anche a Sanfratello, esistono branchetti simili a quello di H.C. liberi per le montagne, attualmente, evitano di tenere lo stallone con le giumente per i motivi che sono la ragione della mia domanda.

Eravamo sul ciglio della strada in un fitto bosco, ad un certo punto il mio amico scese dalla macchina e fece un fischio, dopo qualche minuto arrivò la "madrina" col campanaccio al collo seguita da altri sei o sette cavalli, dopo qualche carezza, le saltò in groppa e si diresse - col branchetto - verso i suoi recinti per selezionare  alcuni soggetti da presentare all'imminente rassegna annuale.

In realtà, qualcosa di simile avviene ancora oggi in Mongolia, in Argentina, in Cile, in Ungheria ecc.  dove quello che fa H.C per il suo piacere - con nostro grande stupore - è di uso comune, solo che quei lalli sono considerati animali da reddito e dunque trattati come tali.
Si selezionano i migliori soggetti per le varie attività e per la riproduzione, gli altri - ci piaccia o non ci piaccia - vanno al macello. :o







alex

Questa frase, spesso la ferratura è un male necessario (beninteso per chi non lo sa: è una frase tradizionale della vecchia buona mascalcia: NON è un'invenzione dei barefoot!) va analizzata un pochino; prendiamola per buona, ma elenchiamo i casi coperti da quello "spesso".

1. innanzitutto, chi pronuncia questa frase ammette che quando non è necessaria, la ferratura è un male e basta. La Palisse.... però... vai tu a farlo capire a chi pensa che la ferratura abbia una funzione di protezione dello zoccolo. Mai visto un puledrone prima di essere domato, e ancora senza ferri, che soffra per essere sferrato....

2. in secondo luogo, qualsiasi sia una eventuale malattia/difetto dello zoccolo o dell'arto, la ferratura non migliora la situazione (ossia, non aiuta un eventuale processo di guarigione). Ne consegue che qualsiasi cavallo che abbia problemi agli zoccoli e qualsiasi cavallo che abbia un problema agli arti dovrebbe essere immediatamente sferrato per facilitare la guarigione. Altra nozione non certo scoperta dai barefoot, ma dalla vecchia mascalcia: sferratura e pascolo, vecchissimo rimedio.

3. l'uso del cavallo, ai giorni nostri, è necessario? Se ci pensate bene, non è mai necessario per l'utilizzatore finale. Può essere  piacevole, entusiasmante, ecc. ma non è mai necessario. Perfino nei casi di utilizzazione professionistica, con persone che "ci campano", alla fin fine queste persone lavorano per il "sollazzo" di qualche utilizzatore finale. Mettiamo l'ippica: l'utilizzatore finale è lo spettatore e lo scommettitore; che assiste e che gioca per puro sollazzo, non per necessità. Che poi tutto l'agonismo non sia necessario lo dice chiaramente l'espressione comune: quando si afferma che una certa cosa la si fa per sport,  non si intende forse indicare che non si tratta affatto di un'azione necessaria?

4. Un ultimo pregiudizio riguarda il fatto che le condizioni più comuni di governo del cavallo (box con paddock poco o niente; stazionamento in lettiera che per varie ore al giorno non può essere perfettamente pulita; alimentazione; eccetera eccetera) comportano un tale deterioramento dello zoccolo che il cavallo non sarebbe in grado nemmeno di camminare, se non ferrato. Questa idea, paradossalmente, è alimentata anche dall'insistenza di alcune scuole barefoot sulla necessità della "gestione naturale", per cui si diffonde l'idea che se non si assicura al cavallo un ampio paddock per moltissime ore al giorno; se il fondo del paddock non è quello giusto; se l'alimentazione non viene rivoluzionata; se non lavora duro; se non è disponibile in zona un pareggiatore espertissimo; eccetera, eccetera, eccetera, la sferratura è destinata al fallimento e il cavallo non potrà lavorare sferrato. Visitate il maneggio di Alberto Barozzi dove tutti i cavalli il lavoro stanno prevalentemente in box, e ciò  nonostante lavorano eccome, e sono TUTTI scalzi, e questa idea si ridimensiona un pochetto.  :firuu:

Cosa resta? Restano i cavalli che svolgono una quantità di lavoro straordinaria, su fondi straordinariamente duri/abrasivi, come i cavalli da tiro che lavorano sodo; o i cavalli che fanno lunghissimi percorsi su terreni molto impegnativi.

Ebbene, Horses and roads, scritto nel 1880, riporta testimonianze precise sui vantaggi della sferratura (preceduta magari da un periodo di ferratura parziale, solo sulla punta, con lunette o "ferri Charlie") e relative testimonianze proprio sui cavalli "che lavorano duro", i cavalli da tiro della Londra di fine 1800. I risultati della sferratura che Free Lance riporta, le sue considerazioni, la transizione  eccetera sono esattamente identici ai fenomeni che osserviamo e discutiamo adesso, eppure questi ottimi risultati sono ottenuti senza alcuna menzione nè di paddock, nè di alimentazione. Anzi, la transizione è nettamente più breve. Come si spiega? La mia spiegazione è semplice: il principale problema di nostri cavalli attuali non è tanto la stabulazione, ma il poco lavoro, lo scarso movimento; e non illudiamoci che il cavallo al pascolo o in paddock di movimento ne faccia tanto.... indurre un cavallo in paddock a muoversi molto è un'impresa....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

@piciopacio: Se mi chiedi come ci è riuscito, ti dico subito che non lo so; ma so, perchè ho visto le foto, che Homocaballus, montando lo stallone con il solo collare , va in paese anche quando ci sono le adunate popolari di cavalieri; va sempre dappertutto. Homocaballus non ha nemmeno un maneggio o un rettangolo recintato; tutta la sua equitazione si svolge fuori.

Se mi chiedi come lo stallone si comporta fuori, quando non è solo, ma è in compagnia di una delle sue "mogli" e si avvicina un altro stallone con fare aggressivo.... e che ne so io  :dontknow:, glielo chiederò la prossima volta che lo incontro.






La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Nicola

Citazione da: alex - Giugno 15, 2012, 01:27:16 AM
La mia spiegazione è semplice: il principale problema di nostri cavalli attuali non è tanto la stabulazione, ma il poco lavoro, lo scarso movimento; e non illudiamoci che il cavallo al pascolo o in paddock di movimento ne faccia tanto.... indurre un cavallo in paddock a muoversi molto è un'impresa....

Mi trovo particolarmente d'accordo su questa affermazione. In realtà il tema del movimento e del lavoro è valido per qualsiasi animale, compreso l'uomo. Il "lavoro" ben fatto ha effetti benefici abbastanza incontrovertibili.

Concordo anche che indurre il movimento è, anche in presenza di ottime condizioni di gestione, un'impresa piuttosto complessa.

In realtà i nostri cavalli sono, come noi, sostanzialmente sedentari
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

piciopacio

#11
Il governo del lallo, scalzo o ferrato che sia, dovrebbe essere sempre accettabile, dunque la distinzione "gestione naturale" fatta dai barefutti serve solo a far confusione, anzi - secondo la loro logica - un lallo ferrato avrebbe bisogno di una "gestione ottima" perché andicappato artificialmente dalla inchiodatura.
Il cavallo è un unguligrado nel termine stretto dell'accezione, ma se guardiamo lo zoccolo è formato da sostanze cheratinose assimilabili all'unghia ma di struttura consistenza e funzione differenti.
La parete/la muraglia corrisponde all'unghia all'artiglio degli altri mammiferi e ha funzione di contenimento e di presa, mentre la suola e il fettone corrispondono alla pianta del piede dei plantigradi o ai cuscinetti dei digitigradi e hanno funzione di sostegno e di ammortizzazione.

Infatti la muraglia cresce similmente alle unghie dei cani, dei gatti dei criceti e degli umani.
La suola e il fettone - con l'uso - si calleggiano tal quale le piante dei piedi umani in assenza di scarpe.

Il bravo barefutto, come il bravo maniscalco non devono mai toccare in maniera invasiva la suola e il fettone, mentre devono sempre intervenire - a volte in maniera demolitoria - sulla muraglia, che si pareggi o si ferri.

Fatta questa distinzione, che mi sembra corretta, lasciamo perdere le ragioni della ferratura - oggetto di fin troppe elucubrazioni della beata - e domandiamoci: - Come agisce la ferratura ? Come deve essere una ferratura ben fatta?


DivinityOfDarkness

Citazione da: alex - Giugno 15, 2012, 01:27:16 AMVisitate il maneggio di Alberto Barozzi dove tutti i cavalli il lavoro stanno prevalentemente in box, e ciò  nonostante lavorano eccome, e sono TUTTI scalzi, e questa idea si ridimensiona un pochetto.  :firuu:

...

e non illudiamoci che il cavallo al pascolo o in paddock di movimento ne faccia tanto.... indurre un cavallo in paddock a muoversi molto è un'impresa....

Un cavallo al pascolo....pascola. E in vari periodi dell'anno non va nemmeno tanto spesso a bere, quindi cammina per ore col naso in terra, facendo un metro al minuto. 60 metri l'ora. Wow, che grandi distanze! I puledri si muovono di più, si rincorrono, giocano...ma un cavallo adulto al pascolo fa ben pochi metri.
Un mio conoscente, che arde col sacro fuoco del barefoot, ha fatto quello che lui chiama paddock paradise, ma io chiamo paddick hell. Sti poveri cavalli che devono fare il giro dell'oca su sabbia, fango e sassi per andare a mangiare o andare a bere, affrontando questi percorsi obbligati finchè questo tizio non li va a prendere per metterli in todino e strusciarli con i sacchetti di plastica...
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

piciopacio

Come deve essere una ferratura ben fatta lo trovate in un topico apposta aperto da Alex, per proseguire,  bisognerebbe stabilire la funzionalità della ferratura, la sua intrusione sul naturale funzionamento dello zoccolo del lallo.

piciopacio

In realtà i nostri cavalli sono, come noi, sostanzialmente sedentari

Nicola ha centrato appieno il problema.

Però tra la sedentarietà e lo sfruttamento ci può essere una via di mezzo ed è quella che ho trovato.

Un lallo dai piedi buoni che non sia stabulato nella fanga e che lavori in maniera moderata - cioè senza superare il suo B.P. - può star scalzo tutta la vita senza bisogno di scarpette e di barefutti.
Il resto son chiacchiere.