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rusticità

Aperto da piciopacio, Agosto 08, 2012, 01:31:54 PM

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piciopacio

Certamente CuChullaine O'Reilly , non ha visto i pedi di Mancha e Gato il suo duro come l'acciaio era semplicemente descrittivo.

A proposito di mucca carnivora...avrai letto: - http://www.lrgaf.org/deadly_equines.htm ??

Sono un tantino confuso...

Nicola

Da appassionato di uestern e di cutting in particolare, il dubbio mi è comparso parecchi anni fa. Il cavallo da cutting viene addestrato soprattutto a non toccare i vitelli, perchè, a lungo andare, molti di questi cavalli diventano molto aggressivi, non oserei dire voraci, ma aggressivi di certo sì.

La prima esperienza diretta, per cui affermo con ironia non totale che la Mucca è carnivora, fu il vederla radunare un branco di mucche (bovini) che pascolavano in un prato. Il lavoro fu svolto con estrema precisione, ma con una sorprendente aggressività (arrivarono anche sonori morsi sulle schiene dei poveri mal capitati).

Per fortuna il pastore non mi sparò dietro, pur senza ringraziarmi in modo esplicito.

In seguito, avendo la mucca guidato alcuni trekking in ambiente montano, più volte è capitato di incontrare bovini sulla strada: atteggiamento sempre spavaldo ed aggressivo.

E' assai probabile che Zara abbia vissuto la sua infanzia in situazione di convivenza promiscua tra equini e bovini, che spiega di certo la consuetudine con questa specie animale (mentre gli asini e le pecore non le ispirano affatto fiducia).

Ora, esistono video, abbastanza noti, di puledri iberici allevati per la corrida che dimostrano livelli di aggressività sorprendenti nei confronti di giovani tori.

Qualcuno sostiene che gli scaglioni, nel cavallo, siano il resto visibile di una evoluzione da una originaria creatura carnivora, del cavallo.

Fine del "fuori tema".
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

piciopacio

Già...scaglioni - denti da lupo.

Già l'ho detto, ho avuto una certa dimestichezza coi PSI, animali meravigliosi ma quanti problemi, quante cure, quanti soldi spesi !

Quando è morto Fiore, decisi di comprare un lallo rustico, un sanfratellano, in dodici anni il veterinario l'ho visto solo in caso di incidenti: - due...uno pauroso.

Per il resto normale routine, addirittura era 4anni che no sverminavo il Caimano...tondo come un pesce; un paio di mesi fa fu sverminato - a mia insaputa - col sondino.

Da oltre 5 anni è scalzo, di recente l'ha visto una pareggiatrice professionista...c'era niente da pareggiare.

La rusticità, il ritorno alle razze italiane autoctone dovrebbe essere un imperativo categorico per il lallista desideroso di tenere il lallo in maniera naturale...ma che fa il nostro ?

Sceglie razze migliorate o costruite all'estero con tutti gli annessi e connessi...pochi giorni fa è morta a un mio amico una quarter di una importante linea di sangue: - colica, malgrado fosse tenuta come una pupiddra.




bambolik

#18
non entro nel merito della disquisizione se la genetica influenzi o meno anche se credo possa avere un buon 50% di responsabilità nella rustichezza di un animale il resto lo fa l'ambiente e la"sorte".
Ricordo però che girovagando tra librerie e siti anni fa sulle razze equine in molti testi anche datati o recenti alcune razze avevano nella classica scheda "morfologica" di razza tra tipi di mantello ecc.."Piede robusto, unghia durissima , puo non ssere ferrato, cavallo adatto a pascolo marginale, resistentissimo alle intemperie, fame e sete" della serie quasi un macigno...E queste caratteristiche le ritrovavo sempre in "maremmani" NON migliorati....Sanfratellani e razze "autocnone" lasciate crescere in stato semibrado o brado (cosa adesso quasi scomparsa aimè).
Certo è che in Maremma e simili, quella "amara", non si allevavano cavalli per "signori" ma da lavoro e pure duro, da sella o tiro e perchè no l'aratro ogni tanto ci stava...i pascoli "buoni" erano per il bestiame da carne o le pecore laddove si bonificavano gli acquitrini malarici...il cavallo magiava i "margini" dei pascoli, la macchia, il limitare delle coltivazioni...e chi sopravviveva di certo non era "delicato"...non poteva permetterselo ne il cavallo ne l'uomo che lo allevava...
"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).

alex

Vi ricordo che attualmente, in Appennino, si realizzano delle condizioni di selezione durissima da predazione; mi diceva de Giorgio, che organizza dei trekking specifici per osservare i branchi dei nostri Pony di Esperia, che la predazione da lupo si porta via almeno il 50% dei puledri. Mi pare ovvio che fra le vittime dei lupi ci siano innanzitutto i puledri deboli e malaticci, ma subito dopo quelli che non sanno correre, bene e con molta velocità, su qualsiasi terreno accidentato.

Ora, la presenza di grandi predatori di questo tipo ha caratteristiche di eccezionalità, mentre in un lontano passato era la normalità. Anche se la genetica non avesse alcun peso, una selezione del genere può far sparire, sistematicamente, tutti gli esemplari con "piede cattivo". Se esistono dei "geni del piede buono", una selezione così intensa, penso, potrebbe avere effetti efidenti in poche generazioni. Ma.... è un'eccezione; di certo una cosa del genere non esiste nè fra i mustang, e tantomeno fra i brumbies.




La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

bambolik

Certamente quella che io chiamo genericamente "sorte" fortuna casi della vita...atti predatori ecc accelerano la selezione in senso di "sopravvivente"...meglio un piede fortem delle articolazioni tozze e robuste...parlavo con il mio maniscalco sulla possibilità di togliere i ferri al vecchio mio maremmano (forse mha maremmano) e lui mi diceva che quando avrò il paddock non vede problemi a sferrarlo...il PSi.."tra 150 anni" ma anche li è sorte .
Il maniscalco mi spiegava che in vari corsi e letture di aggiornamento studi sui cavalli bradi (pochissimi) hanno portato a una serie di informazioni per il suo settore (piede quindi non tutto quel che puo essere metabolismo eccc) per cui i cavalli "selvatici" spesso hanno delle piccole zoppie dovute proprio a terreni e peripezie ma la natura rimedia comunque sempre a tali patologie o incidenti mettendo in grado il cavallo di fugguere anche in situazioni di fisico non ottimali...la sopravvivenza prima di tutto insomma è il criterio di selezione.
"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).

piciopacio

I nobili, avevano il sangue blù, per quistione genetica: - i continui matrimoni tra parenti erano portatori di gravi malattie come l'emofilia, che causando il ritardo di coagulazione del sangue, faceva assumere al sangue fuoriuscito un colore molto scuro vicino al blù.

Per quistione ambientale: - i nobili non lavorando all'aria aperta, pertanto, la loro pelle era bianchissima, dunque, il sangue delle vene dei polsi - scuro - risaltava molto bene all'occhio, mentre, ai villici scuri di pelle, abbronzati le vene non si notavano. 

I nobili sono i lalli selezionati; i villani sono i lalli rustici, sia per i primi che per i secondi vale: - influenza ambiente 20 % - genetica 80 %.

Un nobile malaticcio sarebbe quasi certamente  soccosso se messo a lavorare nei campi, il rude campagnolo sarebbe brillantemente sopravvissuto allegramente se trapiantato alla corte del re Sole.


sophie87

riporto qui il mio caso:
Ali cavallo arabo di 21 anni sferrato da 5, allo stato attuale va ovunque e trotta su ghiaia e pietre (quando vuole galoppa anche alla faccia di chi avrebbe chiamato la protezione animali!)
Chicco (scayo di Galliano per farlo figo^^')Merens di 5 anni vissuto sempre allo stato brado, tolto dall'alpeggio e portato a casa quasi un anno fa. Suola piattissima, non camminava, mi son dovuta munire di scarpette quasi subito ..e io che gia pensavo di prendere e partire. Esco senza da qualche mese ma grazie alla mia perseveranza (mesi di camminate forzate a mano su qualsiasi tipo di pietraia).