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La "Parola Contraria": la mia.

Aperto da raffaele de martinis, Aprile 24, 2013, 02:32:51 AM

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alex

Chi stai citando, sui ferri? Vi sono evidenze (non robustissime) che i Celti ferrassero già, prima della fine della dominazione romana; e cioè che i romani abbiano visto qualche ferro; ma non certo nel 400 avanti cristo, almeno sei o sette secoli dopo. Poi c'è il "grande buco nero", e quando arriviamo su per giù all'anno 1000 la ferratura è già bella che diffusa. In mezzo, notizie poche.

Sugli ipposandali: immaginare che un cavallo potesse essere montato a qualsiasi andatura con quelle robe legate ai piedi è come immaginare un nuotatore che gareggia con una macina attaccata alla cintola. "Non contano" come abbozzo di ferratura, nè come protezione per un cavallo in lavoro.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Le fonti sono di due libri che ti consiliaii di accattare tanto tempo fa: Il lallo nell'antichità di paul Vigneron e Come ferrare il lallo del colonnello Hickman, inoltre, c'è questo bel sito: http://l-art-a-cheval.com/ferrure.aspx che però oggi non riesco ad aprire.

Bisogrerà farti fare un esorcismo per cacciare dal tuo corpaccio il barefutto assatanato che l'ha invaso... poi ti spiegherò/ti spiegherà - in altra sede - Lefrebreves de Noettes l'utilizzo degli ipposandali nell'antichità...

Ora torniamo all'origine della ferratura.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Due fonti per un testo citato sono troppe. Se il testo è identico nelle due fonti, o uno dei due cita l'altro, o ha copiato. Quindi ripeto la domanda: qual'è la fonte originale della notizia su Brenno?

Cosa c'entri questa domanda che ho fatto con il demonio barefutto che mi avrebbe invaso, non lo capisco, ma pazienza. La ferratura mi interessa forse più di quanto interessa a molti che la usano senza porsi tanti problemi. Ammetto comunque di non avere il tempo e la voglia di leggere tutti i libri che consigli ;-)
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Quello in corsivo non è scritto da me, ma è quello che io critico, appunto.

Lo afferma qualhuno che ha reputatione di espertissimo uomo di lalli, dunque, bisognerebbe chiederlo a lui.

Gli ipposandali sono gli antenati delle scarpelle, o meglio scarpelle fatte con i materiali e le tenniche del luogo e del tempo... stupende dovevano essere le scarpelle in seta fatte per i lalli dei potenti cinesi.

Quanti libri ti consiliiai? due forse 3.... se devo stringere accattati il lallo nell'antichità: per capire il presente lallesco (barefutto o non) bisogna sapere il passato... quello prossimo - che potevi vedere in diretta - te lo sei perso, aggiorniamoci informandoci su quello remoto.

Fonte: http://books.google.it/books?id=9Fa-UD-SxQMC&printsec=frontcover&dq=horse+shoe+and+horse+shoeing+fleming&source=bl&ots=umivmEBydI&sig=IhY6ABHo8gOb9j7abkQkcWxN_WE&hl=it&ei=cnOkTLe_MuiK4gbE-6z-DA&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=3&ved=0CCYQ6AEwAg#v=onepage&q&f=false
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Il suggerimento su Fleming come sai l'ho accettato - al punto che il testo è stato importato e digitalizzato in wikisource, un grosso lavoro fatto a più mani. Lì chi vuole lo può leggere molto più comodamente: http://en.wikisource.org/wiki/Horse_shoes_and_horse_shoeing:_their_origin,_history,_uses,_and_abuses

Ora: vi sono parti di quel testo che non condividi, o che sono superate da ricerche successive? Se ti sembra attendibile, possiamo prenderlo come riferimento per la storia della ferratura? Quando mi capita di citare qualcosa riguardante la ferratura antica, io in genere faccio riferimento - implicito o esplicito - a quel testo.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Citazione da: raffaele de martinis - Novembre 24, 2014, 02:49:12 PM
...a  ferratura  con  i  chiodi  sarebbe  stata
adottata circa 400 anni prima di Cristo.
Brenno, a capo dei Galli, invade Roma
nel 387 a.C.. I suoi cavalli sono ferrati...


Ma chi l'ha detto ?

Se fosse successo gli storici posteriori se lo sono dimenticato, infatti sia Varrone (116- 25 a.C.) che Virgilio (70 - 19 a. C.) sottolineano l'importanza di selezionare lalli dagli zoccoli forti. Columella (40 d.C.) non solo consiglia di acquistare lalli dagli zoccoli dur, dritti e concavi, ma raccomanda anche che quando i polledri devono svezzarsi siano condotti a pascolare sulle montagne e in zon impervie per rinforzare gli zoccoli cosicché possano resistere meglio al logorio e garantire loro lunghi spostamenti.

Oltre ciò, gli autori romani fanno riferimento alle soleae sparteae che erano calzature per lalli fatte con corda schiacciata e intrecciata e agli ipposandali in ferro, Sventonio parlando degli eccessi di Nerone (37 - 68 d.C.) dice che viaggiava con 4000 carri trainati da mule calzate d'argento, Poppea - la sua simpatica mogliettina - per non esser da meno ordinò che i suoi muli fossero calzati d'oro... il ché non è possibile data la duttilità/fragilità di quei materiali, plobabilmente si tratta di

...ipposandali argentati o dorati o forse dei decori che si mettevano ai piedi di quelle vestie tipo cavigliere.

Vegezio (V secolo d.C) nei suoi scritti di veterinaria descrive dettagliatamente la cura per gli zoccoli dei lalli ma non fa alcun cenno alla ferratura, dunque è sicuro che i romani - fino a quel periodo - non conoscevano la ferratura inchiodata.

Il Nostro, riporta dati di vecchi studiosi che posticipano la ferratura di molti secoli, quest'errore è stato fatto perché i lalli ferrati del medioevo perdevano i ferri magari restando impantanati coll'acqua fino al petto o annegando in fiumi o laghi oggi scomparsi, pertanto, hanno lasciato i ferri in strati geologici più antichi per cui gli studiosi furono tratti in inganno.

Può darsi che i Celti abbiano cominciato a fare esperimenti ben prima che la ferratura si difondesse massivamente in Europa ma - per quanto appena detto - non mi pare possibile che Brenno sia sbarcato a Roma coi lalli ferrati.

Ecco un'altra ingenuità del Nostro:

Eppure  Alessandro  Magno,  nato  nel
356, morto nel 323 a.C., sul dorso di
Bucefalo, senza staffe e senza ferri, da
non  credere,  percorre  circa  6000  km 
per arrivare alle sorgenti del fume Indo...


Ora, basta avere un pò di esperienza di spostamenti militari per capire che...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... gli spostamenti degli eserciti antichi erano delle popolazioni in viaggio con tanto di mandrie di cavalli e buoi che andavano di conserva pascolando accanto le colonne dei soldati più o meno inquadrati con al seguito i carri delle salmerie e gli animali da basto, il tutto era collegato da staffette in continuo movimento.

Dunque la descrizione - Alessandro  Magno,  nato  nel 356, morto nel 323 a.C., sul dorso di Bucefalo, senza staffe e senza ferri, da non  credere,  percorre  circa  6000  km  per arrivare alle sorgenti del fume Indo. la possiamo accettare come esposizione letteraria, in realtà, in realtà,  i condottieri dell'antichità, ma non solo (vedi Napoleone), in questi lunghi viaggi - per la maggior parte - si facevano scarrozzare, montavano a lallo per occasioni ben precise e per necessità, inoltre non avevano un solo lallo, ne avevano a disposizione almeno una diecina, Bucefalo veniva usato per le grandi occasioni come il destriero medioevale e il war pony dei pellerossa nordamericani.

Infatti,
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... le antiche testimonianze ci dicono che i personaggi di alto lignaggio si viaggiavano con al seguito famigli, valletti, scudieri et lalli, ma sopratutto avevano dei carri specificatamente costruiti per i vari percorsi: la raeda, un robusto carro per 3/4 passeggeri + bagagli, era quello più economico, la classica vettura da posta.
E poi c'era la carruca la Rollsrois del tempo, tra questi due tipi una decina di tipi di mezzi dalle fogge e gli usi più diaparati.
Marziale stigmatizza un ricco vanitoso dicendo: la costruzione della sua carruca dorata costa il prezzo di una podere.

La carruca doveva avere un tetto per la pioggia et lo sole ed era fatta iin modo che si potesse allestire un letto affinché il giolivo proprietario si potesse riposare tra una cena elegante e l'altra.

C'era anche una vettura chiamata pilentum, doveva esser l'equivalente della mini attuale, una vettura per signore e signorine che era usata anche per



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

... per matrimoni e altre feste sontuose, ma l'uso corrente era per recarsi a funzioni religiose o ai giochi dei gladiatori etc. etc. come dire andare al cinema o a farsi uno spriz.
Virgilio parla di: belle matrone che - nelle morbide pilenta - portano sacrifici ai sacri dei, dunque, dovevano esser confortevoli, armate di cuscini o cose del genere.

Prima dell'introduzione
delle  staffe un  viaggiatore  sul dorso di
un  cavallo  riesce a percorrere  non più
di  25  a  30  chilometri  al  giorno. Con
le  staffe  un  dispaccio  trasportato  dai
corrieri militari (più corrieri, ovviamente)
arriva a percorrere fno a 120 chilome-
tri in 24 ore.


Le staffe hanno avuto un'importanza enorme nell'uso del lallo in battaglia fornendo un punto di appoggio sia per lanciare giavellotti sia per resitere agli impatti collo avversario.
Hano avuto importanza assai minore per i corrieri militari, infatti,
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raffaele de martinis

... le percorrenze dei corrieri antichi senza staffe erano simili a quelle dei staffati "moderni", Ciro il grande inventò il servizio delle stazioni di posta, fatto in maniera tale che un dispaccio gli arrivasse in tempi brevi da ogni angolo dell'impero.
La velocità del servizio si basava sul continuo cambio di cavaglieri e cavalli, pare che a questo servizio fossero deputati 400.000 lalli (ricordiamoci che i lalli non erano ferrati) e alcune migliaia di cavalieri oltre il personale di stanza nelle poste.

Si diceva che i corrieri di Ciro andassero più veloci delle gru, era un servizio davvero imponente, a volte la corsa non si fermava neanche di notte.

Però abbiamo testimonianze di cavalieri particolarmente robusti e allenati che - senza staffe - con spossanti cavalcate coprivano centinaia di km in pochi giorni, ovviamente cambiando spesso le cavalcature, ma, se era necessario se ne stracatafottevano dell'animala e lo portavano all'estremo consumo pur di raggiungere il loro scopo.

Posso riferire di vari episodi del genere,  mi piace citarne due...
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raffaele de martinis

#565
... Catone il Vecchio coprì in 5 giorni quasi 600 km. (suppongo non da solo). Inviato a Roma per portarvi la notizia della vittoria su Antioco il Grande, sbarcò a Brindisi. Partendo da là, arrivò in giornata a Taranto, fu in strada altri 4 giorni pe giungere a Roma dove annunciò per primo la vittoria.

La prima tapa - Brindisi Taranto - non fu che di 60 km. perché essendo Catone sbarcato il mattino non ebbe che il pomeriggio per fare strada, ma nei 4 giorni successivi raddoppiò la media, infatti ci sono 480 km. di distanza tra Taranto e Roma.

Scegliendo cavalieri atletici e animali eccezionali (sono sempre lalli scalzi), Dione riesce - nel 357 a.C. - ad impedire lo sbarco del suo nemico Eraclide a Siracusa.
Battendolo sul tempo, percorre circa 100 km partendo la sera per trovarsi verso le 9 di mattina alle porte della città, svanita la sorpresa Eraclide si allontana con la sua flotta.

Supponiamo che questi personaggi mandassero i loro lalli a tutta birra, dunque, il fatto che i cavaglieri fossero non fosero staffati non ha avuto influenza sulle loro prestazioni, dunque, quest'affermazione:

Prima dell'introduzione delle  staffe un  viaggiatore  sul dorso di un  cavallo  riesce a percorrere  non più di 25  a  30  chilometri  al  giorno. Con le  staffe  un  dispaccio  trasportato  dai corrieri militari (più corrieri, ovviamente) arriva a percorrere fno a 120 chilometri in 24 ore.

è falsa.
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raffaele de martinis

#566
I  libri  sono  impor-
tanti  perché  insegnano  ad  addestrare
il  cavallo  per  la  guerra.  Tutti  i  libri  di
equitazione pubblicati nel Cinquecento,
nel Seicento, nel Settecento  e in buona
parte anche nell'Ottocento hanno come
unica fnalità la guerra. Non esiste il con-
cetto di arte equestre come la conside-
riamo noi oggi. Il cavallo è lo strumento,
nel  senso  più  nobile  della  parola,  per
combattere, difendersi, vincere e soprav-
vivere.


... è vero che i libri di equitazione antigui parlano dell'addestramento dei cavalli da guerra, ma non è affatto la loro "unica finalità" anzi, il merito storico dei cavallerizzi che scrissero di equitazione a partire da 500, è di aver inventato l'alta squola/la scuola accademica equestre per tutt'altre esigentie.

Per intanto beccatevi sto linco che anticipa la mia visione sulla nascita dell'equitazione accademica:

http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2011/02/le-guerre-festiue-delle-reali-nozze-de.html

per il mio piacere mi dilungherò sull'argomento...
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Spetta un attimo.

Sulle lunghe percorrenze veloci (tipo servizi di posta rapida) è ovvio che gli antichi fossero organizzati tipo pony express: una rete di "poste" a distanze prestabilite, per cambiare il cavallo stanco con uno fresco. Se non sbaglio, la distanza fra tale poste era di una ventina di chilometri. Il galoppo è andatura comoda senza staffe; non vedo problemi.

Altro è, però, lo spostamento veloce su terreno sconosciuto o non servito da regolari punti di cambio cavalli. In questo caso i cavalli con cui si parte sono gli stessi con cui si arriva. L'unico sistema di "cambiarli" è di portarsene dietro alcuni scossi, e alternarli con quelli montati; oppure di sequestrarne/rubarne di freschi per via, abbandonando quelli stanchi.

Chiariscici.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#568
Il mio discorso parte da quest'affermazione del Nostro:

Prima dell'introduzione
delle  staffe un  viaggiatore  sul dorso di
un  cavallo  riesce a percorrere  non più
di  25  a  30  chilometri  al  giorno. Con
le  staffe  un  dispaccio  trasportato  dai
corrieri militari (più corrieri, ovviamente)
arriva a percorrere fno a 120 chilome-
tri in 24 ore.


Dunque si parla di corrieri postali, appunto.
Io ho demolito l'idea che gli antichi non potessero fare più di 20/30 km al giorno senza staffe, punto.

Riguardo alla tua ossservazione:
L'unico sistema di "cambiarli" è di portarsene dietro alcuni scossi, e alternarli con quelli montati; oppure di sequestrarne/rubarne di freschi per via, abbandonando quelli stanchi.
Non è esattamente così, l'episodio di Dione - già citato (ma ce ne sono altri) - dimostra che dei lalli particolarmente dotati potevano fare anche 100 km (scalzi) in 14/16 ore... presumibilmente alla fine della promenade erano da "buttare", ma di questo gli antigui non si preoccupavano  - se le bestie non recuperavano - ne trovavano altri, quelli accciaccati se li magnavano.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

L'arte dell'allenamento delli lalli è antichissima; era già consolidata da parte degli ittiti, come dimostra il "protocollo di Kikkuli" risalente a oltre il 1000 a.C. (ma erano attaccati a carri da guerra). leggevo da qualche parte che erano devastanti perchè capaci di percorrere decine di miglia nella notte, e comparire la mattina, totalmente inaspettati, addosso al nemico - in altri termini: erano in grado, dopo quella scarpinata, di combattere. Le cure con cui li allevavano e allenavano mi sembra che renda improbabile che fossero cavalli "usa e getta" o, come dici tu, "usa e magna".
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