Povera Asia, nuovo esperimento. una volta scaldata, partire a un trottino e.... mantenerlo sempre uguale fino alla fine della passeggiata, qualsiasi sia il terreno e la pendenza, per parecchi chilometri (da 6 a 10), con rare e brevi pause. Obiettivo ovvio: il "self carrying", il cavallo che procede senza aiuti fino a segnale contrario (o quasi), la "responsabilità del mantenimento dell'andatura" di Parelli. In più, un po' di ginnastica.
E' uno stupidez?
(beninteso: il mantenimento della cadenza comprende anche la rinuncia a galoppare là dove il terreno è invitante e dove "si galoppa per abitudine", chi va in campagna su terreni noti sa che in certi tratti il cavallo chiede di galoppare, o parte al galoppo direttamente)
Ehi, Alex, hai quasi inventato le vecchie gare di endurance degli anni ottanta con la FITEEC ANTE (non ricordo se allora si chiamasse così), categorie di regolarità, media "obbligata" da tenere 12 chilometri all'ora, divieto di frustino e speroni. Solo che non erano di 6 o 10 chilometri ma di 30 e ci si mettevano due ore e mezza (!!!). Erano piene di gente la più improbabile, chi con selle americane da novantotto chili, chi con figli e pony al seguito, chi con cavalli che non avevano mai fatto quelle distanze e il lunedì gli morivano di crampi. Abitualmente chi aveva un cavallo decente (e poi sarebbe passato alle categorie superiori) arrivava mezz'ora prima, si fermava dietro una siepe, smontava e aspettava di poter passare il traguardo (ancora oggi in Regolarità se arrivi prima o dopo il tempo fissato sei penalizzato). Una volta l'ho fatta tutta al trotto, a trecento metri dall'arrivo sono entrato nel cancello di una ditta, che era aperto, ho trovato una pompa dell'acqua e ho dato da bere al cavallo. Poi l'ho dissellato, l'ho lavato, ho chiamato gli altri che arrivavano dopo di me e, quando è stata l'ora, l'ho risellato e ho passato il traguardo con un cavallo che sembrava appena uscito dal box. Un ottimo "self carrying".
Segreto
Segreto, apri un diario.
Bei tempi!!!
Io c'ero!
Io ero fra la gente più improbabile: una specie di ragazzino entusiasta e totalmente ignorante di quasi tutto... a ben più di quarant'anni... tutto sembrava facile, facilissimo, chiaro... i dubbi, la consapevolezza di quanto le cose sono difficili nemmeno mi sfioravano; e la mia saura Tabi, che qualcuno aveva scaricato di brutto, la sentivo il cavallo perfetto.
No, nulla a che fare con quel periodo, quei pochi chilometri hanno un altro senso (segreto, mi viene il dubbio che tu possa pensare che mi sto vantando dell'impresa di fare qualche chilometro a un trottino tranquillo.... non l'hai pensato, vero?)
Ma no, Alex, cosa vai a pensare. La mia era solo nostalgia, aggravata dal fatto che fino a dopo l'epifania il mio femore non mi permetterà di montare. Comunque adesso che mi ci fai pensare, quella pratica lì del "self carrying" richiede un distinguo: la differenza la fa il fatto che il cavallo sia su un percorso conosciuto o no. Sbaglio? Io ho una sensazione del genere quando giro in circuito (millecinquecento metri di sentiero) che ripeto molte volte.
Quando la cavalla va per terre variate e sconosciute, cicca!
Segreto
Bello come esercizio alex! e' anche utile per il fiato e la condizione :pollicesu: