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Il tocco magico

Aperto da raffaele de martinis, Gennaio 15, 2016, 09:56:32 AM

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Nicola

Come diceva Pokerface altrove, è ipocrita e non empatico ignorare scientemente che la bistecca era una mucca un dì, come è ipocrita e non empatico negare che la mia cavalla, se fosse libera di scegliere, se ne andrebbe libera a fare puledri in un branco.

Quello che posso fare è esprimere gratitudine e cercare di seguire la linea di minore resistenza coerente con i miei fini.

E non posso escludere in maniera assoluta (purtroppo) che le manifestazioni di "affetto" che la mia cavalla esprime siano in realtà una specie di sindrome di Stoccolma.
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Nicola

Certo Raffaele, ho scritto e confermo che l'Assioma è la più alta forma di empatia e di rispetto che sia mai stata tributata ad un cavallo.

L'Hotte si carica sulle spalle la sofferenza che infligge, e quando si commuove lo fa perché gli pare incredibile che, da un gesto ccosì innaturale come l'atto dell'equitare, il cavaliere riceva in dono una così prorompente manifestazione di vitalità e di energia.

Quello che il cavaliere restituisce al cavallo è, al limite, un allenamento fisico che induce nel cavallo uno stato di benessere fisico. 
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

raffaele de martinis

#17
Allora, la relazione esiste o è mera illusione?

Io ho detto la mia:
Potete ripetere facilmente l'esperimento di Fillis tra di voi, fate con una vostra amica quello che io propongo al mio allievo cavallaro, che ormai è pronto, prontissimo a recepire quanto gli dico.
Do appuntamento ad Alex per due giorni nelle mie scuderie (un vecchio capannone) e gli dico: guarda quello che faccio da lontano ma non intervenire.
Dopo di chè gli lascio cavallo e capannone e me ne vado.
Bene, il lallo che ho da 16 anni, preso selvaggio dalle foreste dei Nebrodi, se Alex si comporterà come me, non si accorgerà neanche della sostituzione; dirò di più, se  gli spiego i trucchi, il lallo farà tutti i sollazzi e le esibizioni di "alta squola" che ha imparato da me; dirò ancora di più: se spiego al giolivo patologo la tennica, lo porterà a mazzetta al galoppo a fare gimkane, e, se vuole, con un pò di confidenza la bestiola farà le stese hose col collare.


A proposito di quanto sopra, sarebbero gradite - al publico pagante -  le sapienti opignioni di quelli che hanno partecipato a questa lieta discussione.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

segreto

Torniamo al ruolo dell'empatia, così come molto ben esposto da Nicola: mi vien da concludere che molte delle novelle teorie per un equitazione "naturale", che vedo spessissimo proposte, siano d'ostacolo a un corretto processo empatico.
Sembrano essere un'ennesima forma di umanizzazione del cavallo dettata da visioni chiuse nel mondo dei bei desideri: ipocrita simpatia e non comprensione.
Ho conosciuto un "non più montante" (giovane, non vecchio e stanco) che guardava suo padre a cavallo e gli diceva: "Non vedi che gli rompi i c...?".
Era una dimostrazione di empatia applicata.
Segreto

Nicola

Ho capito il concetto.

La mia opinione é che la relazione esista eccome ma che risponde alle caratteristiche proprie dei cavalli. É una relazione che non concepisce, lato cavallo,  il distacco come un fatto traumatico, salvo che non avvenga attraverso l'isolamento di un solo individuo.

Se hai pazienza qualche ora provo a riorganizzazione le idee e ti spiego meglio.

Sto facendo esperienza di branchi variabili e ho una teoria.

Mi concedi qualche ora?
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

alex

#20
@Raffaele: La mia opinione è che tu intenda la relazione come legame o addirittura come affetto (per non parlare dei nefasti effetti della traduzione di sentiment con sentimento, da cui "equitazione sentimentale"  :horse-scared:, di cui hai già parlato spesso). Io dò al termine un significato molto più vasto; qualcosa come "influenza reciproca". In pratica, nient'altro che tacte (che serve alla comunicazione uomo-cavallo) e sentiment (che serve alla comunicazione cavallo-uomo). Banale? Non del tutto; alle volte si sopravvaluta la comunicazione uomo-cavallo e si sottovaluta quella cavallo-uomo, e si sottovaluta, perciò, il fatto che l'una e l'altra sono strettamente correlate e dipendenti e si modificano continuamente in funzione una dell'altra. Ipotizzo anche che entrambi (cavaliere e cavallo) avvertano la qualità di questo scambio di messaggi.

Non mi dispiace affatto che si insista di più sulla relazione, intesa come maggiore valorizzazione di entrambi i canali di comunicazione.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Nicola

Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

raffaele de martinis

Moment, parliamo di cose diverse:
relazione, da come la vendono i coltivatori di lalliste è il legame che si "deve" creare tra il lallo e l'homo, quell'homo, quell'homo che paga la retta per avere le letioni che faranno si che quell'homo abbia un legame con quel lallo/con quei lalli... giusto?

Con la prova Fillis, mi pare di aver smontato quel paradigma: il lallo,  in tre giorni cambia di casacca (scioglie il legame) senza fare un bai, dopo 16 anni di relazione.



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Mah, non so; io ho frequentato piccoli corsi di almeno tre "innovativi", e questa cosa non l'ho avvertita; Ho avvertito molto di più (e apprezzato) la novità di una "relazione" nel senso che ho detto io. D'altronde ho poi avuto l'esperienza frequentissima che quel tipo di relazione come dico io - interazione più che relazione - piacevole per me, e sembrerebbe anche per il cavallo, fatto di comunicazione, lo posso riprodurre in pochi minuti con svariati cavalli, perfino in pieno pascolo, anche se  li conosco pochissimo; e se fossi bravo come gli istruttori che ho avuto, lo avrei potuto riprodurre con la quasi totalità.

A che "venditori di relazione", precisamente, ti riferisci?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Aspettiamo la sapiente conclusione del'ingegniere e chiudiamo questo topichetto.

Lo differente judicio non è offessa ai begli ingegni....
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

PokerFace

Ma è ovvio che ci sia interazione. Il cavallo ascolta l uomo e l uomo ascolta il cavallo.
Solo che il cavallo non esegue un esercizio per compiacere l uomo a cui è affezionato, lo fa perché in fin dei conti è costretto a farlo.
Quando giro i puledri in tondino le prime volte posso spoatarli e girarli e fermarli con la mia postura fisica srnza toccarli o usare strumenti. Eppure li sto obbligando. Uso una minaccia (come fanno i cavalli tra loro).

raffaele de martinis

Già, ma la questione è questa - da cui l'esperimento Fillis - il "legame" (la relazione) tra te e il tuo lallo quanto è solido, quanto è esclusivo, quanto è duraturo?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

Il legame o la relazione?

La relazione c' e' sempre, quando mi approcio ad un essere senziente. Non vuol dire che ci sia affetto, o rabbia o che ne so. Posso relazionarmi senza metterci emotivita'. Esempio: un amico mi fa passeggiare il cavallo mentre lui va a telefonare. Io entro in relazione col cavallo " gira, fermo, sta dritto" e lui risponde " ok, giro, no scema molla ste redini". Ma emotivamente a me non frega niente e al cavallo meno che meno.
Una relazione non implica affetto.
Per assurdo vi sono affetti senza relazione. Tipo le ragazzine che danno di matto per i cantanti, gli attori.. gente con cui non hanno mai interagito. Ai miei tempi quando si sciolsero i take that ci furono pianti collettivi. Scene folli.


Il legame affettivo e' diverso.
Chiaro che un cavallo addestrato risponde a chiunque lo monti correttamente. Spesso e' piu' bravo.con lo sconosciuto professionista che non con il proprietario.
Ma ad esempio il mio se lo monta uno sconosciuto va in ansia. Magari dopo lavora meglio, ma e' li' con l' occhio spalancato e i nervi tesi.
Stessa cosa se do la longhina in mano al veterinario o se il maniscalco gli chiede i piedi. Lo fa , ma e' molto teso.
Conclusione lallista: mi riconosce e preferisce avere attorno me che non altra gente


Ps realista: se potesse scegliere tra me e un gruppetto di cavalli.. addio bipede!

Nicola

#28
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 16, 2016, 11:42:25 PM
Aspettiamo la sapiente conclusione del'ingegniere e chiudiamo questo topichetto.

Lo differente judicio non è offessa ai begli ingegni....

Ho esperienza recente di branchi variabili di cavalli e sto studiando la loro interazione.

Nel farlo mi sono ricordato del filmato di shy boy (monty Roberts) in cui il cavallo viene reintrodotto dopo un certo tempo nel suo branco di origine. Non posso non dubitare dell'autenticità almeno parziale dell'evento ma alcune considerazioni posso fare a partire dalle mie osservazioni:

- Salvo rari casi il cavallo pare non concepire il distacco in senso affettivo
- Ciò nondimeno é capace di divertirsi in compagnia
- Il cavallo accoglie volentieri altri soggetti che ha conosciuto anche molto tempo prima e manifestare il piacere dell'interazione

Non ho motivo per non immaginare che il cavallo con noi si comporti, con gli ovvi distinguo, nello stesso modo.

Per quanto mi riguarda penso che il problema sia di non leggere la relazione a partite dal cavallo e non dall'uomo.

I relazionisti di oggi spesso fanno una sorta di etologia comparativa che ritengo addirittura pericolosa.
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est

Nicola

In conclusione la relazione esiste ma è totalmente gestita dal cavallo anche se è domestico
Tu sarai pure Bob Loomis ma io non sono nato ieri

Falsum saepe vero suavius est