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I cavalli "fanno i furbi"?

Aperto da alex, Giugno 09, 2017, 07:02:21 PM

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alex

Tutti noi abbiamo talora "visto" un cavallo fare il furbo. Ma avremo visto bene? I cavalli hanno la capacità di essere "furbi" ossia: di simulare di non aver capito, quando hanno capito benissimo?

Ci sono al proposito opinioni contrarie, e non "di mammolette".

Riporto da un vecchissimo lavoro che avevo completamente dimenticato il "primo principio di Rarey" (Rarey non era un deficiente e men che meno un lallista, la sua specialità era domare, con metodi niente affatto "dolci" cavalli difficilissimi):
CitazionePRIMO. Il cavallo è forgiato dalla natura in modo da non fare resistenza ad alcuna richiesta che gli venga fatta e che abbia completamente capito, purché la richiesta sia fatta in un modo coerente con le regole della sua stessa natura.
....
Di conseguenza, quando disobbedisce, è colpa dell'uomo....
https://it.wikibooks.org/wiki/Doma_dei_cavalli/Parte_II

Una seconda opinione è quella di Rashid, che la considera così importante da usarla come titolo di un libretto molto noto: "Horses never lie" (i cavalli non mentono mai), e il mio commento è: non perchè abbiano una forte etica, ma perchè non ne sono capaci.

A voi: le vostre opinioni, e le opinioni che avete raccolto leggendo, meglio se autorevoli.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

Beh Etrillo ha avuto un periodo di "bastian contrario", ormai diversi anni fa (e felicemente risolto!).
Ma del tipo che nel cambiamento trasversale io mettevo gli aiuti per girare a destra e lui si buttava a sinistra.
Ora anche ammettendo mie limitate capacità tecniche, dopo 10 anni di maneggi penso che fossi in grado di dare correttamente gli aiuti per girare a destra, a un cavallo addestrato di 12 anni.. Quindi lui non faceva certo finta di non capire, capiva benissimo. Ma era in "urto" con me, non gli piacevo neanche un po', dunque faceva mille difese. Insomma resisteva eccome  :icon_rolleyes:

I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

alex

Ammetto che quel principio di Rarey non lo capisco. In particolare la conclusione "coerente con le regole della sua stessa natura" è oscura: e lascia a chi enuncia il principio la possibilità di affermare sempre "eh, la tua richiesta non era coerente con la natura del cavallo...."

D'altronde non può essere che Rarey non sapesse che i cavalli possono disobbedire. E allora? Chiedo aiuto per interpretare questo principio.

Sta il fatto che spesso vediamo che un cavallo disobbediente con un cavaliere, obbedisce prontamente ad un altro. E' quistione di "rispetto della personalità del cavaliere" o è questione di "chiarezza e appropriatezza degli aiuti"?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

Ritengo nel mio piccolo possa essere l'una e l'altra e anche una combinazione di entrambe.

Negare al cavallo la capacità di provare "sentimenti" o meglio emozioni (positive, ma ahimè anche negative) nei confronti del suo cavaliere, che influenzano le risposte alle richieste del cavaliere stesso, mi sembra fargli un grosso torto.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

Zarathustra

Ma guardate, io credo che sia una cosa tutto sommato banale.
Gli animali apprendono per tentativi ed errori, memorizzano i vari esiti, ripetono i comportamenti di successo.
Non c'è menzogna o furbizia, semplicemente ci sono comportamenti "che funzionano" e altri che non lo fanno.
Chiaramente sono individui, quindi c'è quello più "maligno" e quello più "bocco", facilmente si ricollega ad una genetica da gregario o da condottiero.....
Tutti, ma il "maligno" in particolare, studiano e memorizzano le esperienze, gli input che ricevono dall'ambiente, e ne traggono le debite conclusioni.
Se ad esempio alla richiesta di galoppo un giorno gli "viene" da tirare una sgroppa (così, per stizza) e il cavaliere se la fa sotto e lo rimette al passo o peggio scende, un carattere un pò "attento" potrebbe fare l'associazione, e provare a ripetere. Gli funziona 20 volte, ma quando crede di aver risolto sale uno che se ne frega e lo fa galoppare. Un "disattento" magari se ne fa una ragione e corregge le sue convinzioni, un altro più perfezionista invece capisce che CON QUEL cavaliere non funziona, ma con l'altro si, e quindi ARTICOLA il comportamento.

Un altro esempio sono le classiche paure di oggetti incontrati "in uscita" da casa oppure "in rientro" a casa: fanno tutto un altro effetto, e la ragione è semplice. La cosa spaventa sempre, ma la MOTIVAZIONE a procedere cambia radicalmente.....il coraggio cos'è? Non la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla...

Etcetera etcetera

max

Che cos'è la furbizia se non usare le situazioni a proprio vantaggio?

E che cos'è l'apprendimento per tentativi ed errori se non una memorizzazione di risposte/comportamenti vantaggiosi per se stessi in varie situazioni?

E che cos'è un cavallo che sceglie di emettere un comportamento o un altro in base alla situazione, appunto, per trarne il massimo vantaggio?

E' un cavallo FURBO!  :horse-wink:

Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.