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Rischi del cross

Aperto da Ina:), Febbraio 04, 2015, 10:05:20 PM

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alex

Citazione da: silviasco - Aprile 13, 2015, 07:52:55 PM
Alex, tu parli di misurare la frequenza del rischio, ed è cosa importante benché quasi impossibile da fare in modo oggettivo. A meno che ti accontenti del dato grezzo numero di incidenti /numero di praticanti.

Perchè mai è impossibile? ad esempio: qualcuno senz'altro conosce esattamente il numero di competizioni (perlomeno di determinate categorie) e il numero di partecipanti nelle varie specialità equestri; dovrebbe essere possibile conoscere il numero di incidenti in queste specialità; una moltiplicazione e una divisione, ed ecco il rischio di incidente per partecipante per ogni specialità e quindi la possibilità di un confronto esatto. O non interessa, o non si vuole fare; ma questo è un discorso del tutto diverso.

Di tre volte che ho rischiato seriamente la pelle, due ero a cavallo e una ero pedone; mai mentre ero guidatore o passeggero di automobile; ma il mio "tempo da pedone" è enormemente superiore al mio "tempo da cavaliere" (almeno di un fattore 10); quindi ho perfino gli elementi per una grossolanissima statistica personale.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

silviasco

Allora preciso meglio: certo è possibile quantificare il tasso di incidenti mortali (e non) in gara. Ma ci sono poi, e sono stati qui citati, anche gli incidenti in allenamento, e perfino gli incidenti in cazzeggio. Quelli non li puoi quantificare. E soprattutto, non ne puoi modificare i fattori di rischio.
In F1 e motoGP ci sono pochi incidenti mortali anche per l'enorme evoluzione delle tecnologie delle auto/moto e delle protezioni. Le chicane sono state inventate per evitare che in certi percorsi le auto prendessero troppa velocità.
Quindi, in una specialità sportiva, si può sempre prendere in considerazione l'opzione di cambiare qualcosa. Se l'ostacolo fisso è un fattore di maggior rischio rispetto a quello mobile, è pensabile rendere mobile almeno la parte terminale dell'ostacolo per ridurre il rischio che urtandolo il cavallo perda completamente l'equilibrio? Magari è una str..., ma sono sicura che persone competenti in questo sport potrebbero proporre modifiche utili a ridurre il rischio.
Ci sarà pure una via di mezzo fra il totale fatalismo e l'ossessione per l'avere tutto sotto controllo, no? E ci sarà pur sempre un margine di miglioramento, o viviamo già nel migliore dei mondi possibili?  :icon_eek:
Come ho già detto, c'è sempre il quid di imprevedibile, tipo Simoncelli che va a finire sotto la moto di Rossi, o il cavallo di questa povera amazzone che le cade addosso...  :(

silviasco

Della serie Incidenti pericolosi, io ne ho avuti da pedone, come già detto, e ripensando meglio anche da ragazzina in bici (ed ero pure senza casco, non usava ancora), tornando da scuola eh, non in gara, mai fatto ciclismo; e in macchina ma da ferma, mi sono venuti addosso, e pensare che stavo per scendere, fossi scesa forse davvero non sarei viva. Mai niente di che a cavallo, caduta una sola volta e in modo scemo, buffo quasi.
Forse sono andata troppo poco a cavallo per correre dei rischi rilevanti? Forse ho sempre avuto sotto il chiurlo cavalli adatti al mio (scarso) livello? Forse ho solo avuto un chiurlo pazzesco?   O tutto questo insieme? :dontknow:

alex

#33
Rinuncio. Si vede che il rischio dell'equitazione rasenta l'imponderabile. Non per la sapienza popolare condensata nei proverbi... ma il proverbio a cui mi riferisco è già stato citato: e poi parla di uomini, e non di donne, quindi è OT.  :horse-wink:

Vorrei comunque sottolineare che la mia ostinazione sulla misura del rischio ha vagamente a che fare con la domanda che ci è stata fatta nel primo post di apertura:

CitazioneÉ molto più facile che il cavallo di infortuni rispetto a salto ostacoli?

Risposta: non si sa e non si saprà mai:dontknow:
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

kriss

La notizia mi ha molto scossa, si trattava di una ragazza che vedevo spesso in gara, era la compagna del gestore di un maneggio a pochi km dal mio.
Nella mia zona sono tutti molto turbati, alcune sellerie oggi, in occasione del funerale, sono rimaste chiuse per lutto.
I post del fidanzato stringono il cuore.

PokerFace

ho letto un articolo che riassumeva i post del fidanzato. ce n'era uno (probabilmente pubblicato su facebook) particolarmente toccante, riportato per l'intero.

l'unica cosa su cui mi soffermo è la stranezza di questa cosa. che uno scriva l'addio alla persona amata su facebook, dove tutti lo possono leggere, condividere. il dolore, specie quello della morte, per me è una cosa intima.
ma forse, oggi, una cosa diventa vera solo se la scrivi, se la condividi col mondo. la gente si avvede sei sentimenti altrui solo se questi sono palesati, urlati, condivisi da migliaia di post.... esiste solo il dolore che viene divulgato. se non lo fai, non soffri.

che cosa strana.

è proprio cambiato il mondo.

alex

#36
Strano: io queste cose su facebook non le leggo mai. Sarà perchè ho cancellato il mio account?

Inoltre, non ricevo mai inviti a attivare una app, nè foto-video sul cellulare; e non ne spedisco mai. Sarà perchè non possiedo uno smartphone, ma solo un cellulare con le funzioni base voce-messaggi? 
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

questo che dici è un fenomeno sociologico correntemente studiato.

e del resto, vista la tragicità dell'evento, mi pare normale che tutti i like e le condivisioni portino a questo ragazzo un po' di conforto.
I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

PokerFace

non penso che like e condivisioni possano portare conforto.

ma questa è la mia opinione da persona diffidente nei confronti di social e internet e diffusione dei dati personali (comprese foto, filmati, informazioni private ecc).

l'altro giorno ho visto (non mi ricordo se su mtv o dj tv) una trasmissione che si chiama catfish credo. si occupa degli amori su facebook. relazioni a distanza tra gente che non si è mai vista. praticamente una grande percentuale delle relazioni via web (cioè tra gente che non si è mai incontrata di persona) sono farlocche. ci si inventa il nome, si mettono foto rubate, si decide una città, una occupazione ecc... insomma un alter ego. e le persone si innamorano di queste false identità. e magari sognano, soffrono, stanno male. finiscono per non avere una vita vera, reale.

che brutto

crazycat

Citazione da: PokerFace - Aprile 14, 2015, 03:25:22 PM
ho letto un articolo che riassumeva i post del fidanzato. ce n'era uno (probabilmente pubblicato su facebook) particolarmente toccante, riportato per l'intero.

l'unica cosa su cui mi soffermo è la stranezza di questa cosa. che uno scriva l'addio alla persona amata su facebook, dove tutti lo possono leggere, condividere. il dolore, specie quello della morte, per me è una cosa intima.
ma forse, oggi, una cosa diventa vera solo se la scrivi, se la condividi col mondo. la gente si avvede sei sentimenti altrui solo se questi sono palesati, urlati, condivisi da migliaia di post.... esiste solo il dolore che viene divulgato. se non lo fai, non soffri.

che cosa strana.

è proprio cambiato il mondo.

Rischiando di scivolare un po' fuori tema, già da un po' sono arrivata anche io alle stesse conclusioni.
E, se posso, esprimo invece anche un po' di disaccordo con Luna di Primavera: non so quanto i "mi piace" e le condivisioni di un post possano portare conforto (certo è che se è così, tanto meglio per lui, ne sono felice).
Per chi affida a post, blog e scritti online i propri sentimenti, pensierie, idee, penso sia anche un modo di auto-affermazione, auto-definizione e auto-determinazione, uno sfogo, un urlo appunto. E in questo, secondo me, non c'è niente di male. È il "bello" della democrazia della rete.
Che poi diventi una dipendenza, un'esigenza, beh, qui siamo già a un'altra storia.
E per chi legge, piazza "mi piace", condivide penso sia un modo per sentirsi uniti, seppur in un modo un po' effimero e volatile, anche con sconosciuti.

Parlo con cognizione di causa eh, ma mi fa ancora sorridere quando anni fa un'amica insisteva perché mi iscrivessi a Facebook (e alla fine mi arresi!) e, atterrando sul sito, la prima cosa che mi fece trasalire fu la necessità di inserire nome e cognome reali e data di nascita. Ma vista la diffusione del mezzo, le insistenze e la mia curiosità cliccati sul famigerato "Iscriviti".
In quel calderone tritura-relazioni (ormai lo vedo solo così) sono finiti (non contro la mia volontà, ovviamente) veri e propri "pezzetti di vita" (foto con amiche dei tempi dell'Erasmus, contatti con persone lontane, date, eventi, commenti, qualche screzio) che ho scelto di lasciare lì, per il momento, perché ho riflettutto cercando di capire se erano di più gli aspetti positivi o quelli negativi connessi a questo mezzo: arrivata alla conclusione che era più l'ansia di vedere gli aggiornamenti altrui, il curiosare per commentare, l'aspettare i commenti ai propri post, vedere quanti "mi piace" sulla tal attività di chissachi, l'arrabbiarsi nel leggere status di semi-sconosciuti senza poi avere abbastanza energie da dedicare a risposte sensate per evitare scontri diretti, il controllare che le foto che pubblicavo (perdendone consapevolmente i diritti ma conservando ancora quel po' di gelosia che chi scatta foto forse conosce) non circolassero troppo liberamente, ho semplicemente lasciato perdere. Nel vero senso della parola. La password non occupa più spazio nel mio brain-hard disk e le mail che ogni tanto arrivano ancora finiscono senza pietà nel cestino.

A quei pochi amici veri che ho preferisco fare una telefonata in più, magari un messaggio (e qui su Whatsapp si apre un altro mega OT, volendo  :firuu:), e va bene così. Qualche tempo fa ricordavo con un'amica i tempi in cui da piccole si andava a casa degli uni e degli altri a piedi, si suonavano i citofoni, ci si telefonava sul fisso... Mah, ho sempre paura che "faccia un po' vecchio" il discorso del "si stava meglio quando si stava peggio", ma per alcuni aspetti a mio avviso "tiene".

Perdonate la scarsa sintesi  :horse-embarrassed:

Giulia
Giulia

milla

Io ho fatto esattamente la stessa riflessione di Poker, mai mi verrebbe in mente di condividere qualcosa di così intimo su fb o altrove ma credevo dipendesse dal fatto che IO sono molto riservata e anche démodé relativamente ai social ecc.

bionda

Su fb e i social potreste aprire un topic a parte. Personalmente ero sui newsgroup, quando qualcuna di voi andava ancora all'asilo. Dei "social" credo di aver fatto sempre un uso equilibrato e costruttivo, e non mi sembra una cosa difficile a farsi. Mi deprime la massa di ignoranti che li scopre adesso, solo perchè accedono col "telefonino", e li demonizza perchè non sa come gestirsi.

Tornando al cross, ho guardato un pezzetto della trasmissione del martedì su CHTV, perchè Paolo Manili è un amico ed ero curiosa di sentire il commento. Delusione, chi non era informato prima, non lo è stato neanche dopo. Si sono limitati ad intervistare telefonicamente un qualche trombone FISE, che si è limitato a dare la colpa alla fatalità, appoggiandosi ad uno studio FEI di ben 20 anni fa! Figura da scemo... Sono anni e anni che, in tempi ben più recenti, si discute di cambiare il cross per prevenire la tradizionale ecatombe di cavalieri e cavalli. Ho trovato in rete articoli di giornali vari dal 2007 ad oggi. Varie personalità chiedono da anni di eliminare gli ostacoli fissi e renderli abbattibili, ma niente ...è come chiedere di eliminare i palii.

Sarei curiosa di sapere cosa ne sanno e cosa ne pensano, in concreto, le ragazze che qui nel gruppo fanno completo.
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

Auburn

Io domenica c'ero, penso che chiunque per parlare dovrebbe sapere di cosa sta parlando. In ogni caso probabilmente le misure di sicurezza si possono aumentare, ma questo a prescindere dall'incidente.

alex

Eri presente all'incidente? Sei testimone? Sarebbe giusto che tu ci dicessi di più; in modo di poterne parlare con maggiori elementi.

Gli incidenti vanno discussi in ogni dettaglio, proprio per evitare di parlarne a vanvera, arrivando magari a conclusioni sbagliate. 
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Kimimela

Citazione da: PokerFace - Aprile 14, 2015, 03:25:22 PM
ho letto un articolo che riassumeva i post del fidanzato. ce n'era uno (probabilmente pubblicato su facebook) particolarmente toccante, riportato per l'intero.

l'unica cosa su cui mi soffermo è la stranezza di questa cosa. che uno scriva l'addio alla persona amata su facebook, dove tutti lo possono leggere, condividere. il dolore, specie quello della morte, per me è una cosa intima.
ma forse, oggi, una cosa diventa vera solo se la scrivi, se la condividi col mondo. la gente si avvede sei sentimenti altrui solo se questi sono palesati, urlati, condivisi da migliaia di post.... esiste solo il dolore che viene divulgato. se non lo fai, non soffri.

che cosa strana.

è proprio cambiato il mondo.
sono d'accordo con te, io pero' la trovo una cosa schifosa.
facebook ha cambiato il mondo, ha reso l'uomo ancora piu solo secondo me.
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"