Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli.

Chi cerca..trova! => Fiere, Manifestazioni, Stages => Topic aperto da: Nicoletta - Gennaio 11, 2017, 09:14:34 PM

Titolo: pat parelli
Inserito da: Nicoletta - Gennaio 11, 2017, 09:14:34 PM
buona sera a tutti. volevo chiedere se qualcuno ha già letto i libri di Pet Parelli e come li ha trovati
grazie mille! :horse-embarrassed:
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 11, 2017, 09:48:10 PM
Pat Parelli, mi raccomando! Non Pet, in inglese stonerebbe tanto con la sua immagine di uomo duro ("il cucciolo Parelli"....)

Per me, Parelli dice molte cose giuste e interessanti; e non afferma che siano "sue". C'è dietro un discreto business, ma evitando di cadere nella "organizzazione" Parelli e limitandosi a riflettere sulle sue idee, è molto interessante. MOltissimi istruttori (fuori del mondo dell'equitazione agonistica) hanno preso da Parelli molto, magari rielaborandolo un po'.

Titolo: Re:pet parelli
Inserito da: aDy_90 - Gennaio 12, 2017, 10:20:57 AM
Ho iniziato a lavorare un po'con il metodo Parelli circa un anno fa, qualcosa di più. Ho fatto anche dei mesi da autodidatta in questo periodo dopo le prime lezioni causa trasferimento del cavallo in maneggio dove non si fa nulla di Parelli. Non è vero che solo al di fuori dell'agonismo si usa il metodo, anche se è vero che molti agonisti lo snobbano. Io lo trovo utile, e i cavalli spesso lo capiscono molto in fretta... Basti sapere che ho iniziato con il mio 18enne che non aveva mai fatto Parelli esattamente come me, temevo potesse essere molto difficile ma in realtà nel giro di poco ha capito benissimo come funziona e il metodo ha aiutato anche me nella gestione di "piccoli" problemi che incontravo prima. Primo tra tutti la gestione di energia in eccesso alla corda. Ora fermo il cavallo senza tirare, lo impegno in qualche esercizio, ma non mi metto contro di lui. Prima se gli giravano i 5 minuti facevo sci nautico nel campo ... :firuu: Non ho letto i libri ma forse aiuterebbe anche quello.
Titolo: Re:pet parelli
Inserito da: carodubbio - Gennaio 12, 2017, 10:57:55 AM
Circa 8 anni fa ho venduto un PSI nato in Irlanda a una signora inglese che all'epoca frequentava il maneggio dove vado di rado, la signora in questione usava il metodo parelli e mi ringrazio per la vendita visto che trovava il cavallo molto intelligente e collaborativo con il metodo parelli.

Cliente contento cliente felice cliente da tenersi stretto, averne di clienti ci camperei con questo mestiere ma da noi non ci mangi tranne in casi molto limitati.

Resta un prodotto commerciale come altri
Titolo: Re:pet parelli
Inserito da: Lux - Gennaio 12, 2017, 11:24:18 AM
Ciao Nicoletta, prima di tutto ci farebbe piacere che tu ti presentassi nella sezione apposita ;)

Io sto da poco iniziando a conoscere ed utilizzare questo "metodo" insieme ad una ragazza che ha fatto diversi corsi con gli istruttori Parelli.
Per ora non ho trovato niente che non mi piacesse! Mi sta aiutando a capire meglio il mio cavallo (puledrotto di 4 anni il prossimo marzo) e soprattutto a farmi capire da lui facendo dei semplici esercizi da terra. Ho anche notato che, se prima di montarlo lo lavoro un po' da terra con semplici esercizi che non sono il farlo sfogare girandolo alla corda, anche montato è più collaborativo e rilassato.
Per ora questa è la mia misera esperienza!
È ovvio che è un prodotto commerciale, ma quali non lo sono?
Titolo: Re:pet parelli
Inserito da: Nefferit - Gennaio 12, 2017, 11:56:51 AM
io ho partecipato ed organizzato nel maneggio che frequento diversi corsi, è da 5/6 anni che conosco meglio il metodo e pur non applicandolo in toto trovo che da terra sia molto utile, insegna la comunicazione, aiuta a capire che il cavallo comunica con noi, ma sopratutto che "interpreta" ogni nostro movimento/gesto ecc.. anche quando noi non ci rendiamo conto.
Consiglio a tutti di partecipare almeno ai base per il lavoro da terra, i sette giochi sono facili da capire e spesso sono "chiavi di accesso" ai cavalli più difficili. Fare i corsi è un metodo più diretto per imparare, se si ha il proprio cavallo meglio ancora, altrimenti anche come auditori, vedere e sperimentare di persona permette di far uscire i dubbi e di chiedere direttamente all'istruttore.
Mi è capitato di frequentare anche degli stages con etologi e alla fine le cose son quelle.. concordo con alex, Parelli mi piace perchè al di là del businness, dichiara chiaramente di avere il solo "merito" di aver confezionato il rpodotto, tutto quello che "insegna" era già noto ai grandi horsemanship e anche agli etologi.
I libri li ho guardati poco, pur ricevendo le riviste periodicamente le ho trovate meno efficaci del lavoro diretto.
Ultimamente ci sono tantissimi istruttori (quando ho iniziato io erano 4 o forse 5 in tutta Italia) quindi è veramente facile poter partecipare ad un corso,consiglio di sentire attraverso il sito istruttori parelli italia oppure contattare un istruttore della tua zona chiedendo se ci siano eventi in programma cui puoi partecipare.
Organizzare un corso nel proprio centro è più facile di quanto non si pensi...
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: segreto - Gennaio 13, 2017, 05:35:23 PM
@ Nefferit: Spiegami: uno si avvicina al metodo (te lo chiedo perché un'amica farà il corso base a marzo, non so dove, non so con chi e non ho capito perchè lo fa) e poi come si procede tornati a casa? Voglio dire: oltre ai sette giochi, cosa si fa? C'è una riconduzione alla normale pratica equestre (a una qualunque delle normali pratiche equestri)? Bisogna dedicare delle sedute settimanali per tener attuale la cosa? Qual'è l'atteggiamento nei confronti di una monta con imboccature e bardature diverse da quella canonica di Parelli?
Grazie,
Segreto
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 13, 2017, 05:45:10 PM
Intanto ti rispondo io, segreto; ma prima preciso: Parelli non è solo il "Parelli doc", ma una miriade di "variazioni sul tema" di istruttori e appassionati che "colgono l'idea" con piccole modifiche (e che ovviamente sono bollati come "eretici" dalle scuole Parelli ufficialmente riconosciute, "doc").

Ti pongo il caso di un'amica, che montava da anni, ma che aveva un po' di timore della sua cavalla. Fatto il solo corso di base, da terra, non ha avuto più paura della propria cavalla, ha avuto la certezza di poterla controllare sempre, e così è stato. Probabilmente è cambiata lei, non la cavalla.

Ovvio che poteva succedere in moltissimi altri modi e con moltissimi altri approcci; ma è successo; e non è affatto un caso isolato; l'abbandono dell'imboccatura è proprio la dimostrazione della perdita della paura di non controllare il cavallo.

Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Nefferit - Gennaio 13, 2017, 05:56:46 PM
@ segreto: racconto la mia esperienza fatta con uno degli istruttori storici del metodo, faccio questa precisazione perchè come tutte le cose in "evoluzione" non posso essere certa che la stessa cosa si ripeta ancora e per tutti gli altri  (molti) istruttori. Gruppo ristretto 7 persone a cavallo, su due giorni di attività. Parte di teoria, parte pratica senza cavallo, parte pratica con il proprio cavallo. L'istruttore lavora con il cavaliere e con il cavallo e li mette assieme. Insomma come in tutti i corsi ben fatti, l'istruttore ha attenzione che tutti recepiscano le informazioni e le possano poi utilizzare in modo autonomo, corretto e sicuro.
I primi corsi sono tutti a terra, si imparano i sette giochi, e queste sono attività molto utili che ben si integrano nella normale e comune gestione. es. gioco dell'amicizia = per far conoscere nuove attrezzature al cavallo o per rendere più sereno un cavallo diffidente... e così per ogni gioco.
Una volta tornati a casa all'inizio è consigliabile dedicare qualche ora di lavoro per imparare bene i giochi, l'utilizzo dell'attrezzature, osservare le reazioni del propio cavallo... inizia un cammino di "riscoperta" di cose che magari qualcuno ci aveva detto, ma che non per tutti sono ovvie. passato il primo periodo fatto di incertezze, tentativi, confusione, conferme... come per tutto il metodo inizia ad integrarsi con le normali attività, si gioca a quello che serve quando serve, "non c'è più bisogno della regola perchè la regola è dentro di noi  e noi la possiamo utilizzare" (questa non è di Parelli... ma di un'altra mia maestra di vita).
Proseguendo con i corsi si sale in sella, all'inizio si monta senza imboccatura, ma è solo una fase, che serve per capire alcune cose sulla comunicazione, rapporto, rispetto ecc... poi parelli prevede che si utilizzi sella e imboccatura. Le sue? boh? forse è businness. Personalmente quando scrivo che non lo seguo in toto è per questa parte.. il lavoro in sella per me è altro. Non ho continuato con i livelli successivi in sella avendo ottenuto le risposte che cercavo per il rapporto con la mia cavalla da terra.
Ripeto che consiglio a tutti almeno i corsi base i sette giochi, i cavalli si relazionano in modo diverso, o io lo faccio con loro.. non ti so dire, ma di certo ho acquisito una buona capacità di gestire ogni cavallo da terra. Per alcuni poratre un cavallo non è fondamentale, ottenere la sua attenzione, poterlo pulire in libertà senza che scappi, fargli abbassare la testa o alzare una gamba... capisco che possano sembrare cose frivole e semplici rispetto altre attività, ma io ho visto come questo rapporto cambiando possa cambiare anche il lavoro "vero", come se c'è feeling poi ci sia spazio per altro. Questo è quello che mi ha insegnato parelli e lo ringrazio.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: cilla - Gennaio 13, 2017, 06:02:57 PM
Io ho fatto un paio di lezioni per curiosità con il mio cavallo anziano, mi sembrava anche un bel modo di fare qualcosa di nuovo insieme senza montare. A casa ho applicato quanto imparato anche agli altri due. Quello che mi ha più colpita ed aiutata è stato imparare il timing di sospensione dello stimolo per insegnare al cavallo, imparare questo mi ha concesso di inventare alcune personali variazioni sul tema ai 7 giochi ( robe sciocche, tipo far fare uno slalom tra i bidoni, saltare un ostacolo, salire su un qualcosa con gli zoccoli antriori....alla avelignese sto togliendo la fobia di farsi toccare le orecchie applicando quanto appreso dal metodo). Come l'amica di Alex la cosa mi sta dando fiducia nel mio nuovo cavallo, che sto anche imparando a conoscere. In più secondo me i 7 giochi e l'utilizzo dei comandi parelli nella normale gestione quotidiana rafforza l'interesse dei cavalli nei miei confronti. Non so, sembrano ansiosi di fare qualcosa insieme, sono ricettivi e si sforzano di capire. Il bello è che si lascia ai cavalli la possibilità di ragionare, non li si costringe, e loro rispondono bene.

Io monto con l'imboccatura, non mi sento pronta per la capezza in trekking ma credo che una mano leggera e un filetto non siano poi questo male. I miei cavalli sono scalzi perché credo che così sia meglio per la loro salute, non perché me l'ha detto parelli. Il mio compagno monta la sua avelignese in bitless da anni, semplicemente perché si fida e la sua fiducia non è mai stata tradita.

Insomma quello che cerco di dire è che è una cosa utile per tutti, anche se non si segue il metodo da affiliati, come dice Alex molti addestratori/istruttori vi attingono
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Nefferit - Gennaio 13, 2017, 06:05:36 PM
scusa risposta sintetica.. Moneta fa salto ostacoli .. è partito dal metodo parelli, poi lo ha adattato alla sua attività, altri in America fanno gare di reining con buoni risultati...
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: segreto - Gennaio 13, 2017, 10:47:06 PM
Prima di tutto, grazie: ho capito e trovo interessante la frase di Alex: "Probabilmente è cambiata lei, non la cavalla."
Poi a Nefferit, che è molto chiara, devo dire che la mia (certo vecchia) visione dell'equitazione fatica a lasciare spazio ad attività equestri che non siano di impegno fisico (leggi sforzo). So di non essere attuale ma qui son più vicino alle idee di Poker.
Un rapporto con il cavallo che passa attraverso tutti quegli artifici mi sa di enorme rottura di scatole, per lui che aspira a stare tranquillo.
L'affettività, che ritengo importantissima, cerco di comunicargliela utilmente anche senza chiedergli cose, con una certa pratica del grooming.
Non dico che non si faccia ottima equitazione anche con queste nuove tecniche: conosco gente che salta fossi ben più di me, e che applica questo metodo.
Cito un episodio. Martedì mattina levo la coperta alla cavalla e la vado a mettere su una trave che fa da balaustra al corridoio dei box.
Tra la trave e i box un'istruttrice di secondo livello FISE che pratica Parelli (è una che manda gente a Piazza di Siena) sta preparando un doppio-ponino.
Le do' la voce per evitare che il cavallo schizzi e lei ci lasci sotto la punta di un piede: "Occhio che metto lì la coperta" .
"Fa niente: è desensibilizzato."
E io, istintivamente: "Por bestiot".
"Ma no, guarda che è un complimento."
Bene: non riesco a convincermi che la desensibilizzazione sia uno status auspicabile.

Segreto
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 14, 2017, 12:11:42 AM
Guarda che ha detto desensibilizzato, non lobotomizzato.....  la prima cosa che faccio con un cavallo nuovo è verificare se ha paura di qualcosa (es: frustino, mano), e se trovo che ha paura di qualcosa, allora sì che dico "Por bestiot" (queste paure raccontano molto sul suo passato e sulle sue esperienze!) e lo desensibilizzo; gli elimino la paura. Non per questo diventa insensibile alla mano o al frustino. Probabilmente la scelta del termine "desensibilizzazione" è impropria; in realtà si tratta di eliminare piccole, o grandi, paure o fobie. Non a caso il primo dei sette giochi è il gioco dell'amicizia, che fa perdere al cavallo, se ce l'ha, la paura della vicinanza e del contatto con l'uomo. Solo quando il cavallo non dà più alcun segno di paura si procede.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 14, 2017, 12:22:07 AM
(un buon esempio di desensibilizzazione: Asia non ha alcuna paura del fischio del frustino, del suo suono; posso troncare con un fischiante colpo di frustino un rametto a dieci centimetri dalle sue orecchie e non batte ciglio; eppure, un tocco sul fianco o sulla groppa, lo sente eccome! Semplicemente è desensibilizzata al fischio del frustino; un cavallo non desensibilizzato potrebbe entrare in panico)

Conoscere bene il meccanismo della desensibilizzazione, e del suo reciproco: la sensibilizzazione, evita di desensibilizzare o di sensibilizzare inconsapevolmente, ad minchiam. Qualcuno lo capisce per intuizione, a qualcuno invece va spiegato; non tutti hanno capacità innate straordinarie  e non è nè una colpa nè una vergogna non averle.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: segreto - Gennaio 14, 2017, 09:53:53 AM
@: Alex: Riesci a farmi un parallelo tra desensibilizzazione equina e interventi simili sull'uomo? Che so, interventi sull'ansia o sugli attacchi di panico?

Segreto

P.S.:Non sto ciurlando nel manico, sto solo cercando di capire se la desensibilizzazione esiste oggettivamente o se è un fenomeno di situazione. Perché, come dico nella mia mission, tendo a dubitare di tutto quello che non capisco.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 14, 2017, 10:06:54 AM
La desensibilizzazione si fonda sul primo, più antico, e condiviso con le amebe, meccanismo di apprendimento: l'abitudine, habituation. E' banale, ma nulla è banale finchè non ci si riflette un po'. L'importanza dell'abitudine in equitazione e in generale nel contatto con i cavalli è largamente sottovalutato. Si tratta di una di quelle ovvietà che Parelli ha il merito di affrontare esplicitamente; per molti è una novità assoluta; non è merito di Parelli, è demerito di chi avrebbe dovuto farlo assai prima.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: segreto - Gennaio 15, 2017, 10:16:45 AM
Ma al di là del tuo apprezzamento per la ricera e la capacità divulgativa di Parelli, come mi spieghi che se lavoro con sottosella sventagliati, fogli di polietilene blu per terra, sacchetti di plastica e cose simili, poi il cavallo non si dovrebbe spaventare per un pacchetto vuoto di Marlboro o una bottiglia di acqua minerale mossi dal vento attraverso il sentiero?
Non si spaventerà per le cose che ho usato nel training, ma il resto continuerà ad agitarlo. O no?

Segreto
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 15, 2017, 10:45:33 AM
Saltiamo dal più elementare (abitudine) al più evoluto meccanismo di apprendimento: la generalizzazione, che permette al cavallo di generalizzare il concetto "oggetto strano", qualsiasi sia la sua forma e il suo colore, e quindi si realizza la "abitudine agli oggetti strani". I saltatori generalizzano bene il concetto di "ostacolo" se sono ben addestrati, e non ne hanno paura qualsiasi sia il colore o la forma (entro certi limiti). Non è mica che occorra abituarli ad ogni possibile forma e a ogni possibile colore.... li si abitua al concetto generale "ostacolo".

E' certamente un'altra banalità nota da qualche migliaio di anni (Senofonte raccomanda di portare i cavalli giovani nelle stradine degli artigiani del suo tempo, piene di stranezze e di strani rumori, certo non per abituarli ai rumori specifici prodotti dagli artigiani, ma a qualsiasi rumore forte, strano  e improvviso).

Un buon cavallo da trekking è "abituato alle novità".

Il gioco dell'amicizia non è altro che un metodo per ottenere il primo (ma mica sempre rispettato) requisito di L'Hotte: calmo. Non è una cattiva idea.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: cilla - Gennaio 15, 2017, 10:54:58 AM
Quoto alex e aggiungo che nella mia modesta esperienza il lavoro di parelli serve ad accrescere la leadership del cavaliere e la fiducia del cavallo nello stesso, allo stesso modo in cui se chiedo di passare sul telone di plastica e dico al cavallo di fidarsi di me, che non gli succederà nulla, quando gli chiederò di guadare un torrente o passare su una griglia il cavallo si fiderà
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Winter Mirage - Gennaio 15, 2017, 01:14:35 PM
Io sono una dei detrattori del metodo, lo sanno tutti.
Non mi piace parlare male... ma dato che ci siamo, stavolta mi sfogo.

Come quasi tutti gli addestratori/educatori moderni, Parelli non ha inventato niente.
Forse le ultime cose realmente "inventate" in equitazione risalgono alla cavalleria hyxos.

Quello che non tollero di Parelli è l'assoluta mancanza di nozioni scientifiche.
È forse uno dei pochi metodi moderni basati al 99% sulle sensazioni, su giudizi emotivi e personali.

Quelle quattro idee intelligenti che presenta, sono ovviamente copiate e riprese in termini di lallismo.
Sono inoltre presenti anche nella quasi totalità degli altri metodi.

Tutte le dimostrazioni di alto livello che ho visto dal vivo sono state assolutamente pietose.
Cavalli terrorizzati, lobotomizzati o del tutto incapaci.
Ma soprattutto terrorizzati.

Cavalieri che non sanno reagire ai problemi perché l'unica risposta dell'istruttore è "sentiti un leader".
Tanti cavalieri che partono dall'idea che il loro cavallo è sinistro comunista con punte di introversaggine a sprazzi... l'individuazione del tipo di cavallo e la sua compattazione in una piccola, piccolissima, scatoletta emotiva è il primo passo per diventare un parellista invasato.
E da lì in poi tanti cercano di ascrivere ogni comportamento del cavallo alla sua natura interiore.
Anche quando le cause dei problemi sono evidentemente veterinarie o educattive (malnutrizione, problemi muscolari, dome feroci o approssinative) certi invasati riescono ugualmente a dare la colpa al carattere del cavallo.

Primo, immenso errore da non fare mai in equitazione e che invece costituisce la prima giustificazione dell'invasato parellista: no, ma sai, il mio cavallo fa così solo perché è destro fascista convinto.
Ahbbeh.
Se il mio fa così si becca tante di quelle botte!!!
...no, sbagliato!! Perché il cavallo non deve essere menato.
Ah. Giusto, mai picchiare. È molto meglio piantargli la punta della frusta nello sterno per farlo indietreggiare, con quella tecnica il cui nome ufficiale è pelo-pelle-muscolo-osso.
Un nome, un programma.
Poi ci si chiede come mai i cavalli dei parellisti invasati indirtreggino alla velocità della luce e con le orecchie indietro da paura.

Infine, è impossibile garantire la costanza o la coerenza: questo metodo funziona solo su certi cavalli, solo se applicato in  certe proporzioni e da cavalieri con certi atteggiamenti.
Ha una proporzione di successi così scarsa, che potrebbe essere paragonato al metodo Karlista...solo con una diffusione diecimila volte superiore.

Infine, come dice Segreto, non prepara il binomio ad affrontare gli imprevisti della vita in gara/campagna/maneggio. Propone solo degli esercizi che diventano routinari e che si confermano nella mente del cavallo senza modificarne il comportamento.

Facciamo esempi.
Una mia amica, cavallo Karlista passato a Parelli perché le dava più soddisfazione.
Lavorata in campo per anni con sacchetti e teli di plastica sia addosso che in mano al cavaliere, teli pestati e usati per tunnel...una santa.
Aveva imparato che non c'era niente di male e stava buona.
(Poi non sono mai riusciti a metterle il repellente perché calcia lo spruzzino, ma pazienza, misteri del metodo Parelli).
Comunque, durante una passeggiata, ha visto una bottiglia di plastica identica a quelle che usavano in maneggio e ha scaricato la padrona che ha terminato la giornata in ospedale.
Non è così strano.
Il perfetto cavallo che non ha paura di niente, in parte ci nasce per indole... ed in parte vive d'esperienze, di continui stimoli, diversificati e superati di volta in volta.

Gli esercizi fatti in campo sono appresi come gesti fine a se stessi.
Quello che realmente fa il binomio è l'intesa.
Che poi sia un'intesa violenta o delicata, non fa differenza: esistono delle Azioni che tutti i cavalieri fanno.
"Sentirsi un leader" non è un comando.non è una speronata nè una redine d'apertura.
Peggio: è il lupo vestito da agnello.
È il predatore che vuole convincere la preda a fidarsi di lui e a seguirlo come un capo branco.
Chiamasi sindrome di Stoccolma; alcuni ci cascano, ma la maggioranza soccombono o si ribellano.

L'idea di poter far fesso un animale che è stato disegnato e progettato tre ere fa per sgamare i suoi predatori e scappare da loro, è ridicola.
Soprattutto è ridicolo pensare di farlo attraverso uno stato d'animo del cavaliere.



Ho tuttavia un enorme rispetto per la famiglia Parelli... non certo come addestratori o conoscitori di cavalli, ma come geniali, brillanti e impareggiabili commerciali.

Sono dei grandi: hanno individuato una redditizia nicchia di clientela in espansione e hanno fornito un sistema basato totalmente sulle necessità del mercato.
Per questo, credo onestamente che si meritino ogni centesimo che guadagnano; da commerciale, io per prima riconosco ed ammiro ogni parte del lavoro di merchandising delle loro idee e gadget così come stimo la loro capacità di creare un setta in cui accogliere e far sentire speciali tutti quelli che raccolgono.
Sono virtù notevoli... non equestri certamente, ma comunque notevoli.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Bubba - Gennaio 15, 2017, 02:02:45 PM
( in effetti ho notato pure io che le dimostrazioni Parelli spesso lasciano a desiderare. Senza nulla togliere al metodo che non conosco e del quale un ottimo trainer parla bene)
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: cilla - Gennaio 15, 2017, 04:34:18 PM
Winter, temo che tu abbia incontrato la peggiore tipologia di parellisti  :laughter-485:

Addirittura mi ha raccontato una mia amica di aver conosciuto una istruttrice del metodo che sostiene che montare non sia etico e rispettoso del cavallo  :icon_eek:

La mia esperienza è solo con la mia amica che è istruttrice ma parliamo soprattutto di una gran donna di cavalli. Non solo una seguace del metodo ma una persona - beata lei - dotata di quell'innato senso del cavallo che le fa comprendere qualsiasi bestio e gestirlo al meglio, a prescindere dal metodo.

Ti posso garantire che è la persona meno lallista che conosco, si è fatta l'alta via dei monti liguri da La Spezia a Imperia con pochi appoggi con il suo cavallo, allevato domato ed addestrato da lei. L'ho vista lavorare una trotter fetentissima che caricava il suo padrone ogni volta che entrava nel paddock ed ottenerne il rispetto in una mezz'ora.

Insomma  :  :chapeau:

Poi ho il massimo rispetto anche per la tua opinione, ci mancherebbe, ma secondo me nel metodo c'è del buono se trovi le persone giuste
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 15, 2017, 05:23:46 PM
Bè, mi pare che il "ventaglio di opinioni" sia quasi completo.

Una critica al metodo Parelli la aggiungo io, riportando l'opinione di persone che stimo: il cavallo ben addestrato secondo il metodo Parelli perde un po' di "pepe", quel pepe che è apprezzato da chi vuol fare equitazione avanzata.

Contesto invece la critica di Winter riguardo al fatto che siano "quattro cose note da sempre". Note da sempre sì, in teoria, o per lunga pratica di animali e di cavalli; in pratica, ignorate, o non abbastanza sottolineate.

Ho l'impressione che molto del male che si dice di Parelli sia dovuto al fatto che in effetti attira cavalieri selezionati in negativo - persone che trovano molte difficoltà in cose che altri, più portati, non ritengono difficili. Per favore, rispettiamo le loro difficoltà senza ridicolizzarli. Un po' come nel movimento barefoot: molti si sono rivolti al barefoot perchè avevano cavalli con piedi estremamente problematici, o addirittura - in qualche caso - come ultimo tentativo prima di rinunciare; o infine come nel caso del "passaggio in bitless", i primi sono stati proprietari di cavalli con particolare insofferenza all'imboccatura. E' logico che in tutti questi casi il risultato "assoluto" non sia gran che; io ho constatato più di un caso in cui il risultato "relativo", ossia: il miglioramento di una condizione difficile antecedente, è stato notevole.



Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Winter Mirage - Gennaio 15, 2017, 06:29:25 PM
Cilla, la persona di cui parli è come dici tu una gran persona di cavalli.
Quelli vanno sempre bene e sono sempre le benvenute, anche e soprattutto perché di solito sono capaci di mischiare i metodi prendendo il meglio da ciascuno.

Questo lo adoro.

Non so se poi ho incontrato veramente il peggio di Parelli... ho visto quello che viene presentato. Ho assistito a lezioni ufficiali e meno ufficiali.



No, però dai Alex, non puoi dire a me di non prendere sul serio le difficoltà dei cavalieri meno dotati... io SONO una di loro!!

Anche il metodo Karlista è qualcosa a cui molto spesso si arriva perché non c'è la caviamo con i metodi classici.

...e poi si sta sempre parlando di me, di quasi 100 kg di pandacinese che per anni ha avuto il panico di salire in sella usando la staffa.

Al contrario, sono una fan degli equitati sfigati come me, ci facciamo compagnia e insieme siamo tutti più forti.

Però credo che per rendere una persona più forte, ed un cavaliere più forte, si debba provare molte cose, fare molte esperienze, tentare molte strade...

Quasi tutti i metodi sono un po' delle sette che ti fossilizzano su un sistema (grande male non solo equestre, ma della società intera) e che ti fanno percepire ogni altra idea come malvagia perché non approvata dal Leader.

Ma almeno un metodo con basi scientifiche solide non può negare né evitare di interagire con altri sistemi.
Lascia più strade aperte e si spera che una...oppure tutte mescolate... possano davvero aiutare il cavaliere.


Perché su una cosa Alex ha ragione: questi metodi (incluso il lato lallista di karl) tendenzialmente sono fatti in gran parte di sistemi per aiutare i cavalieri, non i cavalli.

Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: cilla - Gennaio 15, 2017, 07:41:11 PM
[quote author=alex link=topic=5412.msg151369#msg151369 date=1484497426

Una critica al metodo Parelli la aggiungo io, riportando l'opinione di persone che stimo: il cavallo ben addestrato secondo il metodo Parelli perde un po' di "pepe", quel pepe che è apprezzato da chi vuol fare equitazione avanzata.

[/quote]

Sul serio???? Volesse il Signore!   ;D
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: segreto - Gennaio 15, 2017, 08:56:11 PM
Alex, il ragionamento della generalizzazione passa attraverso il fatto che il confronto verbale con il cavallo è precluso e quindi tu NON puoi verificare la reale esistenza di fattori che accomunano un agente di disturbo a un altro.
Non puoi quindi valutare seriamente le motivazioni del comportamento e le reazioni al training desensibilizzante.
E non dire che non è così: ricordi la storiella di quello che comandava alle mosche di volare? E che avendo strappate le ali a una mosca concluse che la mosca senza ali è sorda?
La mia deficente non teme, non dico il trattore, ma nemmeno la trebbiatrice del riso che scarica con un rumore da bolgia il suo carico di chicchi sul rimorchio del trattore (ci sono passato a tre metri, poche palle); non teme i tir della logistica vicina; non teme Harley e Yamaha; teme i van ed i trailer perché sa bene cosa sono. Teme il depuratore di Santa Cristina perché non lo so (si sente solo uno sgocciolio). Teme i tombini metallici (chiusi) e non le barre di rallentamento. Teme i sacchi vuoti di semi o concimi lasciati al bordo dei campi. Non teme un improvviso volo di fagiano o di pernici (sai cosa fanno quando partono, vero?). Teme il rumore che fa la borsa di plastica da cui levo quattro pugni di mangime che le dò prima del lavoro. Al punto che corre fuori dalla capannina senza toccarlo. Teme i solchi dei canaletti che attraversano i campi (profondità e larghezza trenta centimetri). Non teme il frustone, il frustino e il frustrato (che sono io quando cerco di capire cosa le fa paura).
O la mia cavalla odia Parelli e prenderebbe botte per fargli fare la figura del pippa o sono io che, non temendo la mia cavalla non le trasmetto la paura di quel che le farei se lei dimostrasse paura.
Troppo tortuoso? Anche la psicologia della mia cavalla (e forse di tutti i cavalli). Preferisco avvicinarmi al crudo realismo di Winter.

Segreto
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: alex - Gennaio 16, 2017, 12:04:52 AM
Il mio suggerimento è, infatti, di non rivolgersi a istruttori "Parelli doc", ma a istruttori "Parelli eretici". Il fatto che non abbiano accettato gli onori ed oneri della "attestazione di origine controllata" mi garantisce che si tratta di persone dotate di senso critico. Capaci però di non buttare via il bambino con l'acqua calda....   Molti il bambino lo buttano, per pregiudizio o per motivi "viscerali" o per partigianeria, ma perdono molto. Idem per il barefoot. E per molti altri aspetti dell'equitazione.

Sulla generalizzazione, penso che vi siano prove sperimentali di psicologia animale della capacità del cavallo di utilizzare questo meccanismo, non è una sensazione personale; i cavalli sono - da quanto ho letto e sentito - anche capaci di astrazione; ma non insisto perchè si tratta di argomenti ostici (ad esempio non saprei spiegare la differenza e le relazioni fra generalizzazione e astrazione) su cui ho le idee abbastanza confuse.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Nefferit - Gennaio 16, 2017, 10:40:42 AM
tanta roba...
@segreto .. la desensibilizzazione serve, come ha detto cilla sopratutto al cavaliere che "impara" come gestire le proprie emozioni in caso di eventi "straordinari" diventa un leader? boh.. non so dillo come ti pare. Io ho visto sperimentato e capito che il metodo mi ha fornito strumenti più adatti a gestire situazioni di crisi, e meno vado in "panico" io cavaliere maggiore è la tranquillità del cavallo.
Quindi poco importa se la bottiglia non è esattamente quella... non so se mi sono spiegata bene.

@ai detrattori del metodo... è solo UN metodo, non è VERITA' RIVELATA, un buon istruttore vi racconterà del metodo, della sua esperienza prima e dopo e vi farà vedere le cose che si possono fare. Il mio che è un ottimo istruttore oltre che persona, ci ha lasciati sempre liberi di fare ciò che ci interessava di più, ciò che ci sembrava essere più utile, prendendo le cose che ci servivano, quando ci servivano. Io ho comprato l'attrezzatura basa perchè ho voluto farlo, altrimenti avrei potuto usare altro o quella prestata dall'istruttore. Null'altro ho "speso" che il costo del corso (onesto peraltro) e il mio tempo. Tutti quelli che lo vogliono far apparire come una cosa straordinaria, che sanno fare solo loro... sono solo persone che hanno bisogno di essere prese in considerazione, ma non centra nulla con quello che "dovrebbero insegnare".

Insomma una persona sana di mente, adulta e mediamente autonoma non fa VOTO a NULLA. Piuttosto impara delle cose e le utilizza alla bisogna. Se lo sa capire bene altrimenti.. andrà a mettersi in fila con tutti i fissati di questo o quello. In questo concordo con chi dice che in giro c'è di tutto... Segreto.. se quell'istruttrice ti avesse detto che il cavallo è "abituato" non ti avrebbe fatto scattare nessun pensiero, a volte non li capisco quelli che usano termini evidentemente classisti, non fanno il "bene" del metodo perchè sembra che posseggano un'atre oscura.

Personalmente lo trovo utile, lo utilizzo sempre con ogni cavallo e nessun cavallo finora ne ha smentito l'utilità. In maneggio da me sono rimasta l'ultima del vecchio gruppo quindi nessuno sa di parelli ecc.. lo conoscono per il sentito dire. Guardano quello che faccio con i cavalli e mi chiedono "come fai a...?" io dico: fate un corso base... e loro allora dicono che a quel tale il cavallo è schizzato di testa allora non fanno...

Incontrare le persone giuste accorcia il viaggio.
Titolo: Re:pat parelli
Inserito da: Nefferit - Gennaio 16, 2017, 10:43:18 AM
Citazione da: cilla - Gennaio 15, 2017, 04:34:18 PM
Poi ho il massimo rispetto anche per la tua opinione, ci mancherebbe, ma secondo me nel metodo c'è del buono se trovi le persone giuste

concordo