In queste nostre liete ciacolate, l'ho citato molte volte, e conservo gelosamente il primo dei suoi numerosi libri che ho acquistato oltre 40anni fa.
Il Nostro sosteneva che l'essere umano non è fatto per essere vegetariano, ma deve rispettare i "compagni di viaggio" di cui si nutre.
Forse, più che su impossibili campagne veganistiche, sarebbe più intelligente impegnarsi sul ripristino/sulla ricostruzione/sulla ristipulazione del vecchio contratto con gli animali che è stato distrutto dalla cupidigia umana e dal conseguente orribile sfruttamento intensivo degli animali imposto dalla società dei consumi.
Se vi capita leggetelo, non sarà tempo perso...
http://www.linkiesta.it/it/article/2016/04/16/danilo-mainardi-si-puo-essere-animalisti-e-mangiare-carne/29994/
Molto bello. Ma non mi colpisce certo quell'accenno al consumo di carne - ottimo anche lo svicolamento dal quella sciocca provocazione del giornalista, che mette il WWF fra le associazioni animaliste: o è ignorantissimo, o mente sapendo di mentire; mi colpisce invece questo:
Citazione"Cosa si prova quando si capisce un meccanismo del pensiero di una specie animale?
È un'emozione speciale. Perché di colpo si rivela e tocchi con mano la parentela che abbiamo con le altre specie. La parentela fatta non solo di percentuale di Dna in comune fra noi e loro, ma anche di consapevolezza di un comune sentire e di un senso intimo di condivisione.
Da quando frequento i cavalli, e monto in sella e giro per il Carso, questo è esattamente quello che mi affascina. Ma si sente soprattutto quando si è soli con il cavallo: nè spettatori, nè altri cavalieri. Sono
elementi di disturbo.