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I lalli: animali senza quore!

Aperto da raffaele de martinis, Giugno 22, 2014, 03:19:54 AM

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alex

#30
Citazione da: raffaele de martinis - Giugno 24, 2014, 02:28:06 PM
i cavalli vanno trattati con delicatezza ma con decisione.
No, esistono due modalità che possono essere alternate: la "decisione" (usata dai cavalli per allontanare gli altri cavalli dal proprio spazio vitale, o dal gruppo, in pratica per "forzare un cavallo a allontanarsi") e il "peer attachment", che invece incoraggia un cavallo a restare vicino, fino al contatto fisico, provando reciproco piacere per il "crollo delle barriere".
Citazione
La doma è sempre un atto amaro non può essere dolce. I lalli accettano la doma perché sono abituati a cedere ai "tiranni" della loro specie.
Dipende dalla definizione di doma. Se doma è fare accettare sella e finimenti, far accettare il peso del cavaliere sulla schiena, far accettare aiuti leggeri non ne sono convinto. Penso che la relazione peer attachment basti. Se invece per doma si intende il "breacking" ossia, la "rottura" della volontà del cavallo, fino a inibirgli le espressioni di volontà propria, allora ok.
Citazione
L'addestramento si basa su premi punizioni o meglio sull'assioma di L'Hotte.
Vedi sopra. Se addestramento = obbedienza, ok.
Citazione
Per quanto riguarda la lallitazione, possiamo considerare il lallo alla stregua di un coniglietto nano, un criceto, un micio:
non abbiamo bisogno di doma ma solo di relatione.
Non abbiamo bisogno di strumenti particolari: selle, morsi, frustini ecc. al massimo di una scatoletta che fa cliccheclacche.
Possiamo, volendo, insegnargli tanti giuochini e tanti esercizi sfiziosi, sorprendenti.
Infine, l'impegno più arduo: dobbiamo fargli tante/tantissime coccole.
Lallitazione: espressione che sminuisce capziosamente alcuni aspetti della relazione uomo-cavallo. Non solo la lallitazione, ma anche l'ammansimento (passo piuttosto necessario, direi) e l'ammaestramento (esercizio non necessario, ma utile) richiedono la stessa identica cosa.

Il mio dubbio: possiamo - rinunciando a un'obbedienza cieca, ma accontentandoci di una amichevole collaborazione fra pari, quale quella che si usa nell'ammansimento e nell'ammaestramento - arrivare al punto di montare sul lallo e andare a zonzo in pace? Rischiamo maggiormente incidenti da disobbedienza "in buona fede"; rischiamo di meno incidenti da ribellione. Ci sono pro e contro. Ma sedondo me è un rischio che - sapendo quello che si fa - si può decidere di correre.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#31
Equitazione sappiamo tutti cos'è.

Lallitazione: neologismo derivante da lallo, termine in voga tra noi ragasse una 15ina d'anni fa, quando nacquette la lallitazione, appunto.
Il termine sta ad indicare il nuovo rapporto col cavallo instaurato da noi ragasse quando la bestia oltre a non essere più utilizzata per fini pratici non ci interessa per veri competizioni sportivi.
In pratica il lallo è considerato un "pet" col quale sopratutto si giuoca e ci si relationa e che si può - incidentalmente - montare, senza pretendere nulla di particolare: gironzolare per la cavallerizza, andare a spasso a traino di compagnucci et similia.

Dunque, chi fa/o cerca di fare equitazione guarda i grandi cavallerizzi, chi si dedica alla lallitazione segue gli scienziati del comportamento e mutua - con viva e vibrante soddisfazione - tenniche studiate per altre specie, è emblematico - nell'addestramento (meglio nell'ammaestramento) del cavallo - l'introduzione del clicclac, scatolina nata per addestrare animala a distanza: cani, delfini, toponi, ecc.....un nonsense perché lo lallo - in equitatione - lo si addestra sopratutto con comandi tattili, se lo si lavora in libertà - come al circo - va bene la scatoletta, ma va benissimo la voce, molto meglio la voce.

Domare: avvezzare un cavallo, un mulo e similia a farsi cavalcare, al tiro di carri, al lavoro nei campi ecc. dunque, la doma non può essere che "amara", non abbisognano altri commenti.

L'addestramento senza obbedientia non è addestramento, se un lallo non obbedisce o obbedisce ad minchiam non è addestrato o è male addestrato, questo è un aspetto di capitale importanza nell'equitazione mentre è assolutamente marginale nella lallitazione.






... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#32
Finalmente ci siamo.

Il discrimine è l'obbedienza.

Sbagli IMHO Raffaele a ritenere che non si possano ottenere risultati "importanti" rinunciando il principio dell'obbedienza, e che il massimo che si possa ottenere sia il giretto in cavallerizza o andare a spasso a traino. Non è così. Anzi, si possono ottenere alte prestazioni ed esercizi complessi - esattamente come sono tecnicamente difficili le cose che si ottengono con l'ammaestramento. La differenza sta nell'obbedienza; ossia, nella certezza che a una richiesta seguirà l'esecuzione. La mancanza di obbedienza - ossia: l'incertezza che a una richiesta segua l'esecuzione, perchè si "chiede", non si "ordina" comporta due rischi, uno  casuale e raro, uno molto serio, frequente e intollerabile. Il rischio casuale e raro è che disobbedendo il cavallo, in situazioni di emergenza, non esegua una manovra necessaria a evitare un incidente di varia gravità. Il rischio serio, frequente e intollerabile è che il cavaliere perda la faccia. perchè non si fa ubbidire dal cavallo.

Pochi sono disponibili ad affrontare il secondo rischio.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Luna di Primavera

è tutto molto interessante, e quel che dice alex sull'obbedienza mi fa riflettere; tuttavia mi sento affine al discorso fatto in precedenza (non ricordo da chi, scusate, raffaele forse?) che non può esserci rapporto tra pari se uno insegna e uno impara.

e in ogni relazione che intessiamo col cavallo, a mio parere, c'è questo aspetto, perché noi addestriamo (= insegniamo qualcosa) il cavallo sempre, da quando mettiamo piede al maneggio a quando torniamo a casa.
molti dei problemi (= delle disobbedienze = delle difese) che la gente riscontra col proprio cavallo in effetti dipendono dall'avergli insegnato, involontariamente s'intende, le cose sbagliate  :firuu:

poi sono d'accordo che le persone trovano intollerabile che il cavallo disobbedisca... tuttavia ci sono disobbedienze e disobbedienze.
esempio 1: io ti chiamo e tu cavallo anziché venire da me scappi per tutto il paddock - questo è un problema da poco (benché frustrante)
esempio 2: io ti porto alla lunghina e tu mi vieni addosso e mi sali sui piedi - questo è un problema un tantino più fastidioso
esempio 3: io ti chiedo di girare in tondino e tu mi rampi contro; oppure ti chiedo galoppo e tu mi scaraventi per le terre - beh...

I cavalli davanti mordono, dietro scalciano e in mezzo sono scomodi.
I. Fleming

alex

#34
Nessuno degli esempi che fai avviene, se esiste (se può esistere!) un rapporto di "peer attachment" ossia: se la disobbedienza è serena, e la risposta del cavallo è semplicemente "adesso non mi va".

1. il cavallo non scappa in giro; semplicemente ti ignora perchè al momento ha di meglio da fare;
2. il cavallo non ti calpesta e non ti viene addosso; al massimo non ti segue;
3. il cavallo non ti rampa e non ti scarica; al massimo ignora amichevolmente la richiesta.

Le disobbedienze tipiche del cavallo "non ben addestrato all'obbedienza" ma con un buon rapporto collaborativo ed amichevole (troppo!) con il suo cavaliere hanno a che vedere con "iniziative" che il cavallo si prende o con "risposte non immediate" alla richiesta. Tipici esempi: il cavallo montato, fermo ad attendere eventuali compagni, si mette a brucare intanto che aspetta; un pochino peggio: attraversando un corso d'acqua gli viene tanta voglia di un bagnetto; decisamente peggio: il cavallo con cui sta passeggiando gli è fortemente antipatico e lui esprime con i fatti la sua antipatia, e se quello  insiste nello stare troppo vicino gli molla un calcio; o rischio mortale: il cavallo, attraversando una strada trafficata, non capisce il pericolo e procede al passo intanto che arriva un autotreno  :horse-scared:. O peggio ancora: durante una ripresina di dressage non è agli ordini e ti fa fare una figura di cacca prendendo una caterva di penalità, o rifiuta serenamente di saltare perchè in quel momento non gli va.

Un gatto che abbia un discreto rapporto amichevole con te non ti morde e non ti graffia; semplicemente risponde al richiamo solo se gli va di farlo (e non essendo "addestrabile" non c'è nulla da fare). Un cane mal addestrato ti tira di qua e di là con il guinzaglio, ma non ti morde.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Il "problemino" di un addestramento condotto fino in fondo, è proprio l'obbedienza. Io non ci vedo un grosso problema ad ammettere che, in certi momenti, questa vada assolutamente cercata e ottenuta. Passato il momento può pure fare quello che gli pare, anche con me sopra, salvo ritornare obbediente alla bisogna.

Tanto più ci si spinge oltre le naturali possibilità di un soggetto tanto più si avrà bisogno di obbedienza agli aiuti. Un cavallo con reni deboli non si mette ad esercitarli da solo, anzi è più probabile che alle prime richieste di tali esercitazioni provi a mandarti al diavolo.

La vera questione per me è: come ottenere l'obbedienza senza fare danni e anzi cercando un miglioramento.

CitazioneIl ploblema dell'addestramento equestre sta nel far capire allo lallo cosa gli si chiede e cosa ci si aspetta da lui.

....aggiungendo: fino ad ottenere all'occorrenza completa obbedienza senza andare a fare danni.

L'avversione all'assioma di l'Hotte e all'obbedienza c'è solo perché abbiamo sotto gli occhi i danni di addestramenti maldestri che la ricercano.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

alex

Concordo; e per me la cosa più obbrobriosa (anche se non escludo che sia efficace) è provocare deliberatamente la ribellione, allo scopo di poterla punire. Sono rimasto basito quando Raffaele ha difeso questa pratica, che viola, per me, il secondo dei due fondamenti del buon rapporto con il cavallo: coerenza e integrità. Ma forse basta il primo: basta essere coerentemente str....

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Bubba

Se fosse efficace lo farebbero anche i top trainer.
Invece lo fanno gli altri  :chewyhorse:

max

Un concetto molto radicato in certi "filoni natural" mi sembra molto simile: vale a dire, quando si presenta un comportamento indesiderato, anziché sorvolare e tornare prontamente alla calma (che ricordo è il primo requisito dei famosi tre), lo si va deliberatamente a provocare di modo che "butti fuori quello che deve buttar fuori" o concetti simili.

Ora, una cosa del genere, che per certi versi l'ho ritrovata in ambiti accademici sotto il nome di "burst" (attendere e provocare il burst di un comportamento per poterlo estinguere) non mi scandalizza, esiste, si fa. Quello che mi lascia dubbioso è l'effettiva messa in pratica con un po' troppa frequenza e leggerezza da parte di molti.

Una cosa che nasconde più insidie che benefici (ricordate l'esempio dell'apprendista stregone che evoca gli spiriti senza sapere come eventualmente scacciarli, o l'apertura del famoso vaso di Pandora, o ancora più semplicemente il non provocare cane che dorme), che dovrebbe essere tenuta come ultima spiaggia e messa in campo da chi sa bene a cosa va in contro, viene presa invece quasi come regola base.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

raffaele de martinis

Vi dirò, finoaquando mi è stato possibile, l'equitazione per me era andare a lallo - da soli - per sconosciute contrade, attraversando monti e valli e ubertose pianure, lovviamente incontrando paesi e città di molto traffico muniti.

Per lo bene mio, del lallo et delle genti ignare, mai affronterei codesta situazione con un lallo addestrato come ipotizzato da Alex, è lovvio che gitarelle del genere le facevo una tantum, ma per tenere il lallo in forma o stavo nel mio piccolo maneggino o facevo il solito percorso (la strada in terra battuta che costeggia l'autostrada: 14 km andata e ritorno, passo e galoppo), il lallo quella strada l'aveva imparata a memoria, prendeva le andature da solo, ero praticamente un passeggero che ogni tanto diceva: vai piano, accelera; per variare, ogni tanto mi allungavo fino ad una discarica abusiva piena di orrifiche cose colorate et svolazzanti...arrivai perfino a portarlo nell'area di un mio amico sfasciacarrozze (anch'egli cavallaro) dove terribil soni et orribil macchine in movimento sbucavano da tutti i lati.

Lovviamente ci andai quando il lallo era ben confermato, sapevo di poterlo tranquillizzare, cosa ho fatto ?

Provocazione, pura e semplice provocazione già raccomandata - portando i polledri nelle strade dei lattarini - dal Grisone.

Quell'adesso non mi va del lallo non esiste, perché al di fuori del maneggino o del percorso abituale (in condizioni abituali) potrebbe fare la differenza tra la vita o la morte.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

Credo si debba distinguere tra:
Ti lascio sbagliare e poi ti castigo/punisco/ riprendo...
E invece:
Non fai nulla di male, ma io ti picchio fino a quando ti difendi e poi te le do ancora, cosi' impari a ribellarti.

Il primo caso lo si vede fare anche ai bravi.
Esempio, per insegnare ai piccoli a cerchiare da soli, in autonomia, li si mette sul cerchio, non si fa nulla, quando vanno dritti o puntano al cancello li si riprende ( non necessariamente con violenza). Tornano in cerchio, carezze.
Dopo poco stanno in cerchio da soli, volentieri.
Funziona.

Diverso e' il caso numero 2. Non solo non funziona ma e' un buon modo, secondo me, per rovinare una buona bestia.
Magari si abitua a prenderle, ma sara' sempre sospettoso.
Al mio e' successo cosi'. Abbastanza " solido" per non impazzire, e' rimasto giustamente schifato dalle persone

alex

#41
@ Raffaele: Non c'entra una cippa.

La pratica di mettere il cavallo a contatto con quante più cose spaventose possibili non ha nulla a che vedere con la provocazione alla ribellione. In queste condizioni si provoca la paura; ma non lo si punisce affatto per il risultato della provocazione: lo si tranquillizza, lo si rassicura, lo si incoraggia. Da ben prima di Senofonte, punire - in queste circostanze - un moto di paura è indicato come assolutamente controproducente.

Sul rischio che il cavallo "non obbediente" faccia una bizzarria in quelle rare circostanze in cui potrebbe essere pericolosissimo farla, non c'è dubbio: l'ho detto per primo; è un rischio che si deve affrontare. Il solo pensiero è angosciante; e per vincere questa angoscia molti si affidano (illudendosi!) a strumenti teoricamente "sicuri" come un'imboccatura severa e sarebbero in grande ansia a uscire dal maneggio senza. D'altra parte, c'è però il rischio che lo strumento coercitivo-doloroso causi - in caso di addestramento con qualche pecca, o in caso di serio errore del cavaliere -  - una ribellione del cavallo e una reazione violenta, e il risultato potenziale ("la fossa sempre aperta") non cambia. Si tratta di scegliere fra due rischi. Che poi l'abilità e la tecnica riduca il rischio, è vero; ma che lo annullino..... Caprilli caduto misteriosamente senza testimoni in una passeggiatina,  Baralis schiacciato dal suo cavallo personale impennato e rovesciato, Brascorens ucciso da una caduta su una staccionatina banalissima....

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Nessun essere humano sano di mente, mette in pratica la tua seconda ipotesi.

Quì si parla di addestramento e di disciplina: salireste su di un aereo dove il pilota ha preso il brevetto per corrispondenza, e a volte non gli va di controllare gli strumenti prima di partire ?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Se so che un lallo ha il vitio di mordere lo provoco a mordere e - quando dico io - gli somministro una correzione che non dimenticherà mai.
Lo stesso per l'impennata ecc. ecc.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

Raffaele, se ti riferisci alla mia seconda ipotesi non posso che darti ragione.
Eppure c' e' chi lo fa.
Picchiano " gratis" per vedere se si ribellano. E in quel caso puniscono  :icon_puke_r:

Molti cavalli, finiti in mano di addestratori di tipo 2, concordano con te e dubiteranno per tutta la vita della sanita' mentale dei.bipedi ( come dar loro torto?)

Il caso " ti lascio sbagliare e poi vedi le conseguenze" e', secondo me, comprensibile per il cavallo. Se fatto con cognizione di causa, il cavallo riesce a capire e la sua fiducia non ne risente.