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Disgustato.

Aperto da raffaele de martinis, Gennaio 01, 2014, 02:45:06 AM

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raffaele de martinis

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

#1
Questa è una palabra che non sento da tempo, non nel foro, sembra che tutti i lalli in circolazione tra noi ragasse siano dei principini accuditi e riveriti anco quando sono delle bestiacce stronche ed infami.

Ripensando alla mia piccola esperienza di lalli, e vedendo un lallo disgustato che abbiamo in maneggio che Cimarosa si ostina a lavorare, ho tratto questa conclusione: quando un lallo si disgusta è per sempre, certo lo si potrà far di nuovo lavorare, ma bisogna aspettarsi la magagnata da un momento all'altro.

Spesso i lalli disgustati passano di mano in mano, il disgusto nasce dalle cattive esperienze subite, è facilissimo disgustare un lallo specie se questo è disponibile e generoso, recuperarlo è difficilissimo e comunque - secondo me - è impossibile r
rimetterlo in attività agonistica/utilitaristica...passaggiate e trecching; il massimo che si può ottenere.

Fino a pruova contraria.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla

Disgustato non lo avevo mai sentito (riferito ad un lallo ovviamente), sarebbe sinonimo di ingranato?

raffaele de martinis

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Mi piace l'idea che una equitazione sia considerata disgustosa quando disgusta il cavallo, piuttosto che quando non piace agli spettatori.... Io trovo gli spettatori un "corpo estraneo" nella relazione fra uomo e cavallo, un ostacolo.

E' la vecchia storia dell'equitazione buona vs equitazione bella: l'idea che coincidano per forza non è esatta, e ho l'impressione che più volte per renderla bella la si renda meno buona; ma essendo che l'arte è anche pavoneggiamento di fronte a spettatori..... purtroppo si capisce che molti cavalieri considerino MOLTO importante il giudizio di chi assiste.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Questa è una tua fissa confortata dalla realtà utilitaristica/sportivo dello dressage, dalla ignoranza lallistica che non conosce i Maestri, dalle forzature di parte dei movimenti dolci.

La Bella Equitazione, deve essere per forza buona, altrimenti non est bella.

Da Baucher a scendere si è fatto largo un concetto sinonimo di Bella Equitazione: la leggerezza, cito a memoria i concetti del Generale:

...la caratteristica della equitazione superiore deve essere la leggerezza, che i movimenti siano semplici/elementari o difficili/complessi, dunque, non è importante la difficoltà dell'aria ma la leggerezza nel proporla anche se facile.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#6
Sarà una mia fissa, ma di problemi derivanti da tentativi (per lo più inutili) di prepararsi alla bella equitazione ne vedo tanti, e come giustamente elenchi sono confortato da validi e diffusi motivi.

Se all'equitazione bella e buona, ci arriva si e no una manciata di pesone in tutt'Italia, e tutti gli altri che ci provano, nel tentativo di arrivarci, non fanno altro che danni (vedi la sciocca pretesa di riunire un cavallo (ossia: di fare alta scuola) quando non se ne ha nè bisogno, nè capacità, nè possibilità....): perchè non occuparsi innanzitutto della bontà lasciando perdere la bellezza? Tanto, alla bella equitazione, chi ci arriva?

E questo, secondo me, che è disgustoso.....  :horse-wink:

In più: il criterio della bellezza è quantomai soggettivo. Il criterio della bontà (in termini di percentuale di cavalli che non si rompono anzitempo nella mente e nel corpo, e di numero di incidenti) è invece misurabile.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Ma allora devi spiegarmi cos'è - per te - la buona equitatione e perché è difficile che sia bella, sennò non si capisce.

Alcuni esempi di buona et bella equitazione.







... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Il meglio è nemico del bene.

Buona equitazione è semplicemente la più semplice equitazione che espone il cavaliere ai minimi rischi e preserva il cavallo da danni fisici e psicologici.

E' quella che Dom Duarte chiama "montare decentemente" e che è in grado di "portare la gioia nel cuore" di chi la pratica; ed è un obiettivo raggiungibile da chiunque.

Potrei dire, in una parola, che è un'equitazione che non affatica nè il cavallo nè il cavaliere; un'equitazione senza sforzo, e se è senza sforzo, è leggera anche se non è bella per tutti, nè per i cultori dell'arte, nè per chi assiste; ma è bella per il cavallo, e per il cavaliere.

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

alex

Aggiungo per chiarire: una buona equitazione è quella da trekking, che comporta ore e ore di sella per giorni e giorni, sempre che alla fine il cavallo sia in ottime condizioni; altrettanto buona quella da fondo, fatta bene, ossia senza logorare il cavallo.

Purtroppo in questo forum sembra ci siano pochi appassionati di queste due discipline; era bello parlare con Anna, su Il Lallo.

Un'altra buona equitazione è quella da vero lavoro, anche lei comporta l'uso del cavallo per molte ore, e per molti giorni; e non ha quasi nulla a che vedere con le simulazioni della MW, perchè - come da testimonianze di chi ha frequentato veri butteri in transumanza - è un'equitazione per lo più lenta, per il 90% e più del tempo al passo.

Qualcuno sa vedere la bellezza in queste equitazioni "non spettacolari"? Pochi; ma sono equitazioni buone. Queste sarebbero le equitazioni da imparare a menadito, IMHO, prima di pensare lontanamente alla equitazione "bella".
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

#10
Sono cose/visioni personali, non ho mai avuto la propensione per il s.o. non per lo sport in sè ma per l'ambiente di "figli di papà" e militari che - essendo figlio di mammà e antimilitarista convinto - non potevo frequentaro/ho frequentato di sguincio.
Comunque, sono stato uno scavezzacollo e non mi son fatto mancare niente.

Ho fatto alcuni viaggi a cavallo in tempi non sospetti (senza gip e telefonini) con cartine militari e la bussola, a dormir per terra vicino ai lalli...la gente che fermavamo per informazioni immancabilmente ci diceva: ma che siti foddi ?
Poi avendo intrapreso un'attività che mi consentiva la vicinanza assidua collo mio lallo, mi dedicai all'addestramento/all'ammaestramento, ma una volta la settimana, siccome i uikends - quando uscivano i miei amici - ero costretto a lavorare, facevo chilometri da solo o meglio: io e il mio lallo,  quindi, usavo il giorno di riposo settimanale per fare escursioni a margherita (da mettere nel ditionario).

So di cosa parli.

Ma nel frattempo avevo scoperto Oliveira e tutto il seguito, oggi, in base all'esperienza, dico che meglio partire col piede giusto, dalla bella equitazione che è molto più facile di quanto sembri, non per diventare dei veri cavallerizzi ma per assimilare i giusti principi.

In Itaglia, c'è una difficoltà: mancanza di cultura.

Le ragasse/i giovini sanno solo di s.o. i lallisti/i nature tendono all'ippotrasporto: una volta sulle anche è per loro una prodezza da circo, dei passi indietro decenti è roba da alta squola, fare entrare il lallo negli angoli richiede una preparazione accademica.

Oggi frequento (si fa per dire, mi occupo solo del mio) un centro molto attivo, se dovessi fare quello che sarebbe - secondo me - giusto, cioè partire da quelle basi, perderei il 90% dei clienti/delle ragasse...mi credi ??




... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

milla

Già.
Gli istruttori devono accontentare i clienti, tutti vogliono imparare alla svelta, tutti vogliono saltare, tutti vogliono andare a fare la garetta.
Ne so qualcosa, il centro che frequento io è impostato al contrario: si punta alla qualità, se al cliente non va bene, può prendere la porta ed andarsene. Molti lo fanno.