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D'Auvergne.

Aperto da raffaele de martinis, Settembre 19, 2021, 03:48:07 AM

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raffaele de martinis

Jacques D'Auvergne (attività: dalla metà del 18° secolo) - Come è nata la "gamba fasciante".

Per tracciare un breve ritratto del D'Auvergne, cosa c'è di meglio dei ricordi di L'Hotte?
Infatti, nel suo capolavoro: Un Ufficiale di Cavalleria così scrive:
D'Auvergne, il celebre D'Auvergne, è stato un caposcuola nel vero senso deella parola.
Può esser considerato come il fondatore dell'equitazione militare francese. E' lui che ha sfrondato l'equitazione di tutte quelle  inutilità della equitazione di corte e ha confermato soltanto tutto ciò che è necessario alla gestione delle necessità delle truppe a cavallo.
Ha modificato l'assetto del cavaliere rendendolo più naturale e sciolto rispetto all'assetto accademico che tutto è tranne che naturale.
Ha opposto al rigore e alle minuzie dell'equitazione di corte, fatta nello stretto perimetro del maneggio, l'esigenza del cavaliere militare di stare a cavallo per lunghe ore in "plein air" e di manovrare in velocità.

L'Hotte, dice che il D'Auvergne non ha lasciato nulla di scritto, e che il suo pensiero è stato riportato dai suoi numerosi seguaci, per vero son stati trovati suoi manoscritti pubblicati nel 1902.

La sua è una vera rivoluzione rispetto le "messe cantate" dell'equitazione di corte, elimina:
il capezzone
la briglia: la detesta
le arie alte: faticose e inutili
i pieghi: li giudica dei "giochetti"
Prescrive il filetto e la ricerca del lallo dritto, il cavaliere assieme/legato al cavallo, insomma, cerca una equitazione più naturale, coraggiosa, ardita... militare.

E' fortemente influenzato dai principi "scientifici" del Dupaty de Clam, e cerca di metterli in pratica in maniera pragmatica, utilitaristica.
In quest'ottica, entra il suo concetto di "gamba fasciante" (cosce e gambe devono fare un tuttuno col corpo del cavallo) e del peso delle gambe che "tira" verso il basso come un bilanciere dell'equilibrio, quasi come se fosse una zavorra per le imbarcazioni, questo principio è arrivato fino a noi ed è illustrato - in chiave moderna - dall'immagine del pupazzo di Ercolino sempreinpiedi.... JDO molto più "serio" sentenzia che il peso del cavagliere deve essere nel tallone

Il ragionamento è questo: ai militari non servono le finezze della equitazione superiore, ma la migliore condizione per stare a cavallo in sicurezza durante le manovre, dunque, abbracciare il lallo con le gambe offre certamente un solido ancoraggio ma impedisce la varietà e la finezza degli aiuti inferiori, cosa del tutto trascurabile per gente che le gambe le usa solo per dare liete speronate per andare alla carica.

Inoltre, contraddice le parole di L'Hotte: Il cavaliere non deve esser legato al cavallo ma ai suoi movimenti... ma il Generale parlava da un altro "pianeta".

Per concludere, la gamba fasciante come un asciugamano bagnato è una "depravazione" militare dell'assetto classico che vede il ginocchio come perno della tenuta a cavallo, certo, i polpacci e i talloni possono - all'occorrenza - contribuire a rimanere in sella, ma in maniera complementare come dice JDO.

Conclusioni: la "gamba fasciante" fu inventata per tenere in sella dei marmittoni, per la gran parte analfabeti, dai quali poco si pretendeva e loro poco davano dal punto di vista equestre, inoltre, ai tempi si montava staffati molto lunghi, quindi, si cercò di sopperire all'impossibile "giusto uso della staffa" di caprilliana memoria di là da venire, con la massima superfice di contatto ed aderenza delle gambe col costato dello lallo per ottenere una la solidità a cavallo.

Però, stringere le gambe a cavallo vuol dire irrigidirsi e irrigidire il bestio e si è impossibilitati a dare aiuti di una certa finezza.
Come questa pratica sia diventata "classica" e adottata dallo stesso Baucher è quello che tenteremo - in altra sede  - di capire.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...