• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Steinbrecht.

Aperto da raffaele de martinis, Ottobre 08, 2021, 10:12:44 AM

« precedente - successivo »

raffaele de martinis

In questa mia galleria di grandi cavallerizzi non può mancare la figura di Gustavo Steinbrecht, personaggio fondamentale per l'equitazione allievo di Seeger il "nemico giurato" di Baucher.
Curiosamente, invece, ho trovato moltissimi punti in comune tra lui e Rousselet, però...:
ricordo una intervista (che a suo tempo tradussi) a Bettina Drummond una delle più assidue allieve di Oliveira la quale cita  quest'episodio: ... in quel periodo (negli Stati Uniti) mi capitò di leggere il libro di Steinbrecht, quando tornai dal maestro Oliveira a prender lezioni, questi mi detto le regole per "alleggerire" l'avantreno del mio cavallo... subito gli dissi: ma questo che mi stai insegnando lo ha scritto Steinbrecht!
Certo... fu la risposta e mi citò il numero della pagina del libro.
Aspetta un pò! Tu sei un cavallerizzo di scuola francese, che c'entra con noi sta roba tedesca?
Il Maestro mi guardò come si guarda una mentecatta e disse: "Steinbrecht è semplicemente un Baucher al di là del Reno".


Comunque, una mia cara amica, molti anni fa, mi fece omaggio del Das Gymnasium des Pferdes, tradotto in itagliano da Giuliana Belli per la SIAEC come: La Palestra del Cavallo.
Steinbrecht non è facile, ma, per approfondire l'assetto, poche tempo fa, l'ho ripreso e ci ho scoperto una "miniera" preziosa, nella quale spiccano le gemme dello "assetto aperto" e dello "aiuto di sostegno" (aiuto sussidiario/complementare).

Riguardo l'assetto aperto, il Nostro dice qualcosa di molto saggio:  un corpo compresso (nel caso il lallo Riunito), diminuisce in lunghezza e aumenta in larghezza,
siccome - per l'alta squola - è  proprio questo quello che vogliamo, bisogna fare in modo di agevolare il più possibile e di non ostacolare in alcun modo questa dilatazione.
Per non impedire il suo sviluppo, soprattutto per favorirlo il più possibile, il cavaliere, nella riunione e nelle arie che richiedono un forte impegno del posteriore, deve aprire cosce e ginocchia, dunque allontanarle dallo lallo, affinché la loro pressione, fosse anche solo la risultante naturale del loro peso, non turbi il raccorciamento e l'aumento di volume che ne deriva.
Ma questo richiede una condizione fondamentale, cioè, che le cosce siano mantenute di piatto, non solo per tener ferme le anche ma per poter intervenire tempestivamente con ginocchia e gambe in caso di bisogno....
... l'assetto aperto corretto consente la massima finezza degli aiuti, poiché il cavaliere, per tenersi deve contare sull'appoggio dei glutei e del peso sulle staffe. (come nella M.W. nota mia personale)
Questa situazione è di una efficacia straordinaria in quanto il cavaliere non disturba in alcun modo il lallo e il peso del suo corpo è - per così dire - dimezzato... ... In questa posizione, la sola pressione del ginocchio può essere efficace come aiuto propulsivo e questo è possibile solo con l'assetto aperto... il lallo (riunito,da alta scuola) coll'assetto aperto si sente,  per così dire, in libertà e lavorerà con la stessa leggerezza e lo stesso piacere che avrebbe nel fare salti spontanei in un prato. Ugualmente, quest'assetto, adattato ad un lallo meno raccolto che si muove alle andature libere, lo renderà sciolto e leggero come se avesse le ali ai piedi. Il pesare di staffa, col tallone sollevato
... e qui il Nostro comincia a spiegar il pesar di staffa di cui parleremo più avanti...

Abbiamo visto la leggerezza degli aiuti di gambe di Steinbrecht (che lui chiama aiuti di propulsione)  portata all'estremo limite nel suo "assetto aperto", ora vediamo cosa ci dice a proposito degli aiuti di mano (che lui chiama aiuti di ritenzione) e della loro leggerezza, inoltre, il grande cavallerizzo di Germania ci spiega anche come usare gli aiuti sussidiari (che lui chiama aiuti di sostegno).

Leggere, ma sopratutto capire Steinbrecht è impresa ardua, la sua pignoleria teutonica lo porta a minuziosità e arzigogoli che scoraggiano la lettura ai meno motivati, ma val la pena di affrontarla, io l'ho fatto almeno per gli argomenti di generale interesse.
Provo a sintetizzare la sua descrizione degli aiuti propulsivi: peso sulle chiappe e sulle staffe, gambe che agiscono graduando la loro azione dalla speronata a "levapilu" alla leggera stretta delle cosce.
Questa, sarà l'ultimo "anello della catena" propulsiva bastante per mandare avanti - nella massima leggerezza - il cavallo ben addestrato.
Questa è la sostanza, vi ho risparmiato 6 pagine di accurate descrizione degli aiuti di sperone, di polpacci, di ginocchia, di gambe e di cosce... tanto per esempio: scrive che lo sperone può esser usato di rondella, di branca, d'attacco, d'appoggio, di minaccia e dona una esauriente spiegazione per ognuna di queste incombenze.

Passiamo agli aiuti di ritenzione: il Nostro "viviseziona", analizza al microscopio le azioni di mano con una pedanteria insopportabile, sintetizziamo: la mano della briglia può esssere: leggera, dolce e ferma, facendo riferimento all'appoggio che deve essere:
leggero: quello per l'alta scuola, cioè col peso sulle anche, il cavallo che si "porta da solo".
dolce: per il cavallo di servizio, cioè in equilibrio orizzontale.
fermo: con equilibrio sulle spalle, cioè per l'equitazione da caccia e da corsa.
Vi risparmio ancora una volta le 4 pagine di accurate descrizioni dell'uso della mano, mi limito a sottolineare che il Nostro ritiene necessario sapersi servire delle "tre mani" a seconda delle circostanze e a seconda del lallo e che:  la sola correzione di mano, qualunque sia l'imboccatura utilizzata, è la resistenza continua del pugno solidamente chiuso.
Dare strattoni o tirare, serve solo a rovinare la bocca del cavallo e a condurlo alla ribellione.
Se in casi eccezionali, non si arriva allo scopo con un'imboccatura normale, ci si serve del capezzone, della corda e dei pilieri, gli addestratori che non sono in grado di lavorare i propri cavalli intelligentemente solo con questi mezzi, è meglio che cambino mestiere.
Infine, ecco gli aiuti di sostegno, in linguaggio equestre moderno sono gli "aiuti sussidiari" che comprendono - però - frustini speroni ecc., quelli che - come dice la parola - hanno una funzione ausiliaria agli aiuti principali: di mano e di gambe.
In pratica, Steinbrecht parla degli aiuti di assetto e di peso, e, da grandissimo uomo di cavalli, auspica che questi aiuti sussidiari divengano, col tempo, i soli aiuti per comunicare col lallo, ciò presuppone che il cavaliere abbia un'estrema scioltezza fisica e che "senta" il cavallo.
Come al solito, analizza il piazzamento e la funzione di ogni parte del corpo in relazione al "sostegno" da dare, ad esempio: divide il "pesare di staffa" in quanto aiuto, in due modi: con tallone alto e con il tallone basso e via una tiritera sulle loro differenti azioni, ma, allo stesso tempo, spende parole di ammirazione per gli arabi, i cechi e altri popoli equestri che fanno girare  - istintivamente - i loro lalli solo col movimento del busto... intelligentemente, consiglia ai suoi allievi: che la testa sia portata un pò all'indietro in modo che sia tolta al cavaliere la possibilità di guardare i movimenti del proprio cavallo.

Comuunque, che io sappia, Steinbrecht è il primo e il solo (?) che definisce doviziosamente l'assetto aperto, ne dà una versione deformata dalla sua visione di cavallerizzo sopraffino d'alta scuola con velleità di spiegazioni "scientifiche", ma quello che dice, nella sostanza, corrisponde all'assetto dei vecchi cowboy, dei giocatori di kok-buro e dei giocatori di polo... la sua è la maniera più efficace di stare a cavallo, non a caso, il cavallerizzo tedesco, raccomanda "il gioco della palla a cavallo" per solidificare l'assetto degli allievi.

In definitiva, ci si



... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

        ... teneva a cavallo con 3 punti di contatto: le staffe e le chiappe.

        Ma sono debitore dell'esposizione degli aiuti di ritenzione: secondo il Nostro.
        Stein "viviseziona", analizza al microscopio le azioni di mano con una pedanteria insopportabile, stringiamo: la mano della briglia può esssere: leggera, dolce e ferma, facendo riferimento all'appoggio:

        • leggero: quello per l'alta scuola, cioè col peso sulle anche, il cavallo che si "porta da solo".
        • dolce: per il cavallo di servizio, cioè in equilibrio orizzontale.
          • fermo: con equilibrio sulle spalle, cioè per l'equitazione da caccia e da corsa.
          Vi risparmio le 4 pagine di accurate descrizioni dell'uso della mano, mi limito a sottolineare che il Nostro ritiene necessario sapersi servire delle tre "mani" a seconda delle circostanze e a seconda del lallo e che:  la sola correzione di mano, qualunque sia l'imboccatura utilizzata, è la resistenza continua del pugno solidamente chiuso.
          Dare strattoni o tirare, serve solo a rovinare la bocca del cavallo e a condurlo alla ribellione.
          Se in casi eccezionali, non si arriva allo scopo con un'imboccatura normale, ci si serve del capezzone, della corda e dei pilieri, gli addestratori che non sono in grado di lavorare i propri cavalli intelligentemente solo con questi mezzi, è meglio che cambino mestiere.

          Infine, ecco gli aiuti di sostegno, in linguaggio equestre moderno sono gli "aiuti sussidiari", quelli che - come dice la parola - hanno una funzione ausiliaria agli aiuti principali: di mano e di gambe... fruste, speroni, capezzoni, ecc.

          In pratica, Steinbrecht inserisce in questa categoria gli aiuti di assetto e di peso, e, aggiungo io di voce.
          Da grandissimo uomo di cavalli, auspica che questi aiuti sussidiari divengano, col tempo, i soli aiuti per comunicare col lallo, ciò presuppone che il cavaliere abbia un'estrema scioltezza fisica e che "senta" il cavallo.
          Come al solito, analizza il piazzamento e la funzione di ogni parte del corpo in relazione al "sostegno" da dare, ad esempio: divide il "pesare di staffa" in quanto aiuto, in due modi: con tallone alto e con il tallone basso e via una tiritera sulle loro differenti azioni, ma, allo stesso tempo, spende parole di ammirazione per gli arabi, i cechi e altri popoli equestri che fanno girare  - istintivamente - i loro lalli solo col movimento del busto... intelligentemente, consiglia ai suoi allievi:
che la testa sia portata un pò all'indietro in modo che sia tolta al cavaliere la possibilità di guardare i movimenti del proprio cavallo.[/list][/list][/list][/list]
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...