Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli.

Prendiamoci cura di lui => Doma, Lavoro da Terra e alla Corda => Topic aperto da: raffaele de martinis - Gennaio 07, 2016, 08:16:05 AM

Titolo: Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 07, 2016, 08:16:05 AM
Ogni tanto il mio amico Alex – imparegiabilissimo pareggiatore - ci racconta di come si fa dare i piedi da lalli un po' riottosi.
Ci riesce benissimo, ormai come uomo di lalli è cintura marrone, ancora una decina d'anni e avrà quella nera.

Son sicuro che non ha mai provato a maneggiare un lallo mai toccato prima dall'uomo, per toccare un soggetto simile - non i piedi, toccarlo e basta - bisogna che il polledro stia legato o costretto in un travaglio, o bisogna abituarlo poco a poco  alla vicinanza col mostro.
Per puro caso, ho provato nelle due maniere, costrizione e gradualizzazione della vicinanza fino al magico tocco, al contatto fisico, ma di questo parliamo dopo, al tocco magico.

Stavo dicendo del prendere i piedi, il lallo è legato all'anello, avvicinarsi e tentare di prendere i piedi con le mani vuol dire che o si è matti o si sta tentando una forma di suicidio che sembri un incidente per fregare l'assicurazione.

Racconto queste scemenzuole perché l'impareggiabile ha scritto:
a me che interessano i particolari da cavallaro, da equitazione bassissima, da cavalcatore di bardella.... niente o quasi, soprattutto della cultura antica sull'argomento. Millenni di esperienze tramandate, malamente, a brandelli, per sola via orale....
dunque,  a voi che quando sentite cavallaro arricciate il naso, a voi che cominciate a scassare i cabasisi ai puledrini da subito dopo il parto con la doma etologica, a voi che vi comprate il lallo già bell'e fatto, l'argomento non interessa.

Allora, si comincia con l'acqua, non lo dovete lavare, gli dovete indirizzare il getto sui piedi e sulle gambe, la prima volta che sentirà lo spruzzo sulle gambe - il poareto - cercherà di scappare, poi, visto che il contatto continua  bellamente comincerà a scalciare come un pazzo, questione di minuti, gli passa.

Oh... sempre coltello affilato a portata di mano perché si dice: ogni putru rumpi la capizza, quanno e bono dui ni'spezza – tutti i puledri rompono la capezza, ma se è buono ne rompe due... ma anche tre.

Per quello che mi riguarda, il polledro fin da subito deve capire che la capezza non si rompe, non si deve rompere e che è inutile tirare, però, può capitare che dibattendosi vada a gambe all'aria e resti appeso (già successo) allora – benedetto il coltello... ma che sia affilato, se lo usate spesso come faccio io, compratevi una di quelle belle pietre giapponesi e fate il filo ogni tanto.

A proposito, ricordate Palmiro cosa dice? Quando so che c'è un mulo "cattivo" in paese, vendo la mula buona e compro quello cattivo... calci da muli cattivi non ne ho mai presi, da quelli buoni si!

Quì il discorso si allarga, e lo faremo un'altra volta, ma quel "cattivo" indica che c'è grinta, c'è reattività... c'è "sangue", come dissi, anche i nostri bardonari volevano la stessa cosa e che a volte tenevano i muli interi (un mulo intero è un pericolo) ma erano quelli che facevano i lavori più pesanti tipo gli spietramenti e le arature difficili.

Torniamo all'acqua, il lallo intonso/vergine – poaereto – non distingue...

P.L.


Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 07, 2016, 11:47:48 AM
Confermo, sono pareggiatore non pareggiabile, chi prova a pareggiarmi si prende una doppietta. Idem per chi provasse a ferrarmi.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 07, 2016, 06:45:58 PM
... va beh, allora diro invece che impareggiabile pareggiatore: incommensurabile commensatore.  :icon_eek:

continuo nelle cose spicciole che tanto ti piacciono.

.. il poaereto – non distingue/non fa differenza tra il tocco della mano da quello di una canna, da quello dell'acqua, da quello di una horda, dunque, esclusa la mano come detto,  è meglio evitare anche la canna perché certamente conosce il bastone, magari solo come minaccia, e pertanto va in paranoia, in un momenta che invece dovremmo tranquillizzarlo, vederci con in mano un lungo bastione non aiuta e  la horda sarà usata dopo.

Resta l'acqua, potete "toccarlo" con l'acqua con decisione et insistenza basta aumentare la pressione ma senza esagerare.
In due o tre sedute, il vostro amato lallo, si farà docciare i pedi et le jambe senza fare un  plissé, è un bel passo avanti, fatto questo, si passa alla corda, e poi alla mano... ma questo lo sapete già/dovreste saperlo già.
Mi raccomando, quando fate queste operationi, parlate al vostro lallo, se non avete niente da dire al vostro polledro, canticchiate, zufolate, dite le tabelline, non ha importanza, ma fatelo con voce soave... ogni tanto dategli – accompagnata da voce soavissima – una appetitosissima ghiottoneria.

Una volta accostumato al tuca tuca, lo striglierete, e lo toccherete dappertutto senza troppa delicatezza, e lo barderete senza stare a prendere troppe precautioni, certo non siate bruschi ma nemmeno pavidi... andateci deciso e se c'è una reazione minacciosa: terribilissima voce – se è il caso – accompagnata da un dolce  :icon_eek: calcio nella panza, dovrebbe bastare,  ma se la hosa si ripetesse il calcio sarà amaro, amarissimo, ricordatevi che è sempre prudente calzare scarpe di sicurezza, quelle con la punta d'acciaio, appunto.

Non non abbiate pudori, il lallo non cognosce questo concetto: vulve, tette e testicoli vanno trattati come le orecchie o il muso, beh, se insistete su quelle parti – a volte -  potreste avere delle liete reazioni... i lalli non son fatti di legno, hanno anche altri punti erogeni che - normalemente - sono:  la grassella, le cosce la pancia e la bocca.

Ora andiamo magia della mano dell'uomo, al magic touch... come dite voi che avete studiato.

Il cavallaro, come il cavaliere, l'amazzone, il cavallerizzo non ha bisogno di creare il rapporto, non ha bisogno di instaurare la relazione, non vuole l'amicizia collo lallo, sa che il lallo è un pò "stupidotto" ma lo ama lo stesso, non si costruisce una immagine falsa, soddisfacente, gratificante, ma sballiata, a nessuno defli appena elencati personaggi - in età adulta - verrebbe in mente di scrivere un lbro titolato: Cavallo amico mio. Fratello, dolce compagno.

Ora, non cominciate la solita leguleia sulla intelligenza animala colla quale ci scassate le ovaie appena si accenna al tema; io dicio una hosa assai semplice: il lallo nel suo campo è intelligente, ma nel nostro campo è "stupido", e, dato che lui vive nel nostro campo/lo costrigniamo a vivere nel nostro campo, di questa "stupidità"  - ci piaccia o non ci piacci - noi ragasse approfittiamo bellillamente, magari a nostra scajola.

Avete capito cos'è il tocco magico?... con gli elementi che ho dato finora dovrebbe esser chiaro, o no?


: ..

P.L.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 07, 2016, 06:56:43 PM
Per favore, considerami un lallo e tieni conto che mi reputo abbastanza intelligente nel mio campo, ma piuttosto stupido nella cavallaria; diciamo che sono un preraffaelita.

Niente indovinelli  :icon_rolleyes:

Ovviamente stai parlando di uno lallo giovine ma non puledrino, vero? Mai tocco dall'uomo, o anche maleducato dall'uomo o con cattive esperienze sull'uomo?
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 07, 2016, 07:17:39 PM
Volevi dire cavallareria of course.
Da scudiero sei passato prima cavagliere, ora sei cavaliero, ti manca poco per diventare cavaliere, per raggiungere lo stato di cavallaro ci vuole ancora tempo e applicazione ma ci riuscirai... per cavallerizzo scordiamocelo: è fuori dalla nostra portata, forse Max ci potrebbe riuscire.

Credo che - con 10 anni di seria applicatione  - di aver riabilitato la parola "cavallerizzo", i nostri sapienti in divisa si vergognavano a pronunziarla: faceva "circo equestre"; ora è diventata/sta diventando di uso comune.
Voglio rivalutare anco la palabra "cavallaro", voi ragasse - poarete - non sapendo l'avete accettata e la usate come un termine di offessa.
Forse, non vi siete mai soffermate sui cavallari, o forse - più probabilmente - non ne avete cognosciuti



Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: PokerFace - Gennaio 08, 2016, 12:34:13 PM
una volta ho dovuto (si, dovuto, non si poteva fare altrimenti) prendere a paddock una puledra di 8 mesi mai toccata. dovevamo per forza fare i documenti, quindi microchip, coggin's ecc)... è stato un problema abbastanza grosso ed eravamo in tre.
poi ho avuto a che fare con un lieto puledro che avrebbe dovuto essere già educato e invece non si faceva neanche mettere la capezza, figuriamoci toccare le gambe (e lì ha assaggiato la canna dell'acqua e anche il torcinaso).
e altre amene realtà che capitano quando si lavoricchia nel commercio dei cavalli.... è proprio vero che è un mondo in cui si raccontano tante palle e i cavalli son tutti bravi e buoni a parole....
poi va anche detto che con certi cavalli particolarmente rompiscatole non mi faccio problemi ad usare qualche prodotto le prime volte che toso, per esempio. li stendo così non li spavento, non si inc***ano, non si creano brutti ricordi e la volta dopo, in genere, quando toso sono tranquilli, si lasciano fare (ovvio che comunque prima di fare le gambe o la testa passano un  paio di tosature, a meno che non sia una mummia equina).
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 08, 2016, 02:00:25 PM
Già, Alex ha sottolineato che alcune delle nostre ragasse, specialmente una particolarmente esperta et  vivace, parla col "noi" dunque, la gioliva sottintende che esistono gli altri, i diversi.

Un pò come quella barzelletina dove due ragassi si incontrano e uno fa all'altro: sei normale o ti piacciono le donne?

Ecco, quì è lo stesso, cambia la domanda: sei lallista o fai equitazione?

Mio caro, ai tempi i lalli "infami" erano più comuni, perché non si selezionava la bontà ma la prestazione, vedere un mulo o un lallo lavorare con la museruola era normale, cos' come vedere un lallo col fiocco rosso alla coda... Tesio aveva uno stallone talmente infame che, vado a memoria:

La sua scatola aveva due porte.
una si apriva sul cortile l'altra dava in un prato cinto da un muro altissimo, quando Ladas era nel prato gli si metteva il cibo e si faceva pulizia, per la monta: si faceva entrare la giumenta da una porta del muro e da uno spioncino si osservava se avveniva l'accoppiamento, poi, quando il maschio lo permetteva, forse lo si attirava col cibo, si andava a riprendere la cavalla.

Torniamo al  megic tach...


Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 08, 2016, 10:06:53 PM
Dunque, qualche tempo fa, mi recai da un mio conoscente che commerciava in cavalli: andava nei macelli all'estero e portava giù delle carcasse che aggiustava alla bell'emeglio e vendeva coi piccioli.

Entro nella proprietà, e trovo il giolivo in ambasce: ha portato giù - tra l'altro - uno stallone akal teke, un bel baio con balzane e sfacciato, siccome ha dei problemi, ha chiamato il veterinario - mio amico - per farlo visitare.

Non so cosa è successo, fatto sta che il lallo è scappato, sono riusciti a dirigerlo verso un giardino di limoni che è chiuso ai tre lati, è molto grande, il lallo, forse perché ha sentito dolore, non è disposto a farsi prendere... è praticamente impossibile prendere un lallo in quelle condizioni: appena arrivato, traumatizzato da un viaggio lunghissimo, non cognosce nessuno, gli hanno appena fatto male, perché mai dovrebbe accostumarsi con quei tipi?

La scena: il veterinario è di vedetta al lato aperto per impedire al lallo di uscire e prendere il largo con conseguenze inimmaginabili, il padrone con un cato col magime dentro, cerca di avvicinarsi al lallo, che. appena lo vede oltre la distanza che lui ritiene di sicuressa, scappa.

Il vet, è incatzato come una Jena: è rimasto bloccato e avrà avuto altre mille cose da fare, il padrone del lallo sembra sempre meno convinto di prenderlo e faceva scrusciare le granaglie nel secchio, vedo che il lallo ha una ferita alla alla coscia (è infetta)  che - forse - stavano cercando di curare.

Resto qualche minuto a godermi la scena, poi dico al lieto proprietario: hai una corda lunga? Valla a prendere.
Lui va, e torna con due longhine, le unisco e gli metto un capo in mano e dico: fai quello che ti dico, in ogni caso, muoviti piano e - comunque - non prendere iniziative...

P.L.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 11, 2016, 07:49:35 AM
Come in ogni saspens che si rispetti, facciamo un flescbec, i particolari ve li dirò nel mio blog, per ora sappiate che: tanti anni fa mi scappò uno stallone, dopo due giorni di ricerche lo andai a ritrovare  in una mànnera ad un decina di km di distanza.

Il ploprietario lo aveva ristretto in un grande recinto dove c'erano delle vacche, nella stalla c'erano delle giumente, certamente qualcuna in calore, dunque, Orlando tutto voleva tranne che farsi pigliare e andar  via.

Capisco subito che ci saranno ploblemi e comincio a parlarne con l'amico che mi aveva accompagnato in macchina, nel mentre, il vaccaro, che si chiamava Vito, uomo più  abituato alle sue bestie che ai cristiani, dopo i convenevoli, si era allontanato, torna dopo un po' con una lungha corda, mi mette uno dei capi in mano e mi fa:  pigghiasse c'à e a tinisse sempri tisa  (prenda e la tenga sempre tesa), si allontana per tutta la lunghezza della fune e mi fa cenno di avanzare verso il lallo, ad un certo punto mi fa cenno di fermarmi, lui continua ad avanzarei borbottando sommessamente, lo stallone, fermo faccia a noi, ci punta e ci guarda sospettoso; Vito non va verso il lallo ma avanza di lato, si ferma,  mi fa cenno con la testa di avanzare, dopo qualche passo alza la mano e io mi fermo, riprende ad avanzare, ad un certo punto, la corda tocca il collo dell'animala – io sempre fermo – lui, senza mai perdere il contatto corda-collo, va accorciando la fune fino a quando non è abbastanza vicino al lallo, dopo di che – lentamente - passa la corda attorno al collo  di Orlando, è fatta.

Ecco, io dopo una trentina d'anni feci esattamente la stessa cosa nella parte di Vito con l'akal teke e funzionò pari pari.

Ora le più vispe di voi hanno capito perfettamente dov'è la "magia"  e l'attinenza tra il tocco dell'acqua e quello della fune, la differenza sta nel fatto che l'acqua si da ad un lallo mai toccato, la fune funziona solo se il lallo è stato abbondantemente toccato dalla mano dell'uomo.

Evidentemente, la tennica è stata scoperta in maniera empirica dai cavallari, però, il vostro affezionatissimo, la può spiegare anche sciscientificamente, per farlo deve chiamare in ballo:  l'assioma di L'Hotte, l'imbozzolamento di JDO, e la querencia di Hemingway ... già, Vito, per avvicinarsi così al lallo, doveva sapere tuto questo e anche di più anche se  l'aveva imparato a sua scajola.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 11, 2016, 05:43:02 PM
Ora, queste cose non le trovate in alcun libro scientifico, tantomento in quelli tecnici, chi le metteva in pratica - i sapienti - non ce n'è più e se ci sono non lo sanno scrivere in un blog.
Solo per una stranissima combinazione di circostanze, Vito e il suo tocco magico sopravvivono, sopravviveranno e forse saranno ripresi da altri.
Ecco perché vado a mettere il "tocco magico" nel mio blog e mi farà piacere se altri se ne approprieranno, basta che - per correttezza - citino la fonte.

Se questo è frainteso non è colpa mia.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 11, 2016, 05:53:00 PM
Non mi era mica sfuggito, l'ho memorizzato con golosità non appena l'hai raccontato la prima volta.... chissà dove, chissà quando. Quello che mi fa imbufalire è, come dici, che queste cose nessuno le dice, nessuno le raccoglie, nessuno ne comprende il valore.... empirismo puro, da conoscere però; e volendo, da arrovellarsi per comprendere il perchè; ma questo è un altro paio di maniche.

Non ho ancora avuto l'occasione di sperimentarlo, i nostri cavalli non scappano quasi mai, ma prima o poi.... ho già raccontato una volta il "trucco delle bracca conserte", una cavalla braccata da tre "cacciatori" in un largo paddock scappava scappava, io mi sono messo sulla recinzione, fermo e zitto, a braccia conserte, cercando di "afferrarla con lo sguardo" e quando ne ho catturato lo sguardo è corsa da me.... ma questo è un altro discorso.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 14, 2016, 09:37:03 PM
Questo fatto ci rimanda implacabilmente alla "relatione", ora, dimmi quale relazione aveva Vito con Orlando? Quale relazione avevo io con Pugaciof, o Gorbaciof che fosse?

Evidentemente nessuna, ma avevamo un cicinin di esperienza, che coincideva con l'etologia dello lallo.

Questo implica una consapevolezza che confligge con quanto ci propongono i relazionisti, che stride con la supposta amicizia uomo lallo, con la relazione personale.

Apprezzerò se tu o chiunque altro dica la sua, dopo di che cercherò di spiegare e concludere magari nel mio bloggo.



Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 14, 2016, 09:55:00 PM
Fra i due fatti - quello che hai raccontato tu e quello che ho raccontato io - non c'è la benchè minima relazione, ovviamente; semplicemente, mi sono ricordato di uno dei pochi casi in cui ho visto un cavallo che scappa.

Appena posso, ci provo, e guardo bene cosa succede.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 08:40:37 AM
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 14, 2016, 09:37:03 PM
Questo implica una consapevolezza che confligge con quanto ci propongono i relazionisti, che stride con la supposta amicizia uomo lallo, con la relazione personale.

Interessante. Secondo me non proprio esatto però.

Vi propongo un filmatino

https://www.youtube.com/watch?v=HZKilVK7KPs

Le esperienze di Raffaele raccontano di un mondo "empatico" con l'equino, per familiarità, condizioni di vita, condivisione di fatica e lavoro e, nei casi di esperienze belliche, comune destino.

I "relazionisti", come li definisce Raffaele, non fanno altro che cercare di ricostruire uno stato di empatia con un soggetto, il cavallo, affascinante ma sostanzialmente ignoto, e certamente molto più impenetrabile di altri "animali domestici" nelle sue manifestazioni.

I relazionisti non mentono, ma mostrano solo la faccia illuminata della relazione empatica.

Sbaglio?
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 15, 2016, 08:49:37 AM
Tutto sarebbe più semplice e più chiaro se si considerasse l'uomo un animale come tutti gli altri (trascurando "l'ultimo strato della cipolla") e si analizzassero le cose prendendo in considerazione il tema, molto interessante, della comunicazione interspecifica in generale, e delle situazioni di commensalismo.

Uno dei miei gatti è abilissimo, ad esempio, nell'ammansimento dei cani (da una prospettiva gattocentrica ovviamente); arriva al punto da di far affezionare a lui i cani. Non sa farlo con tutti i cani, usa il cervello e valuta la situazione, ma mantiene costantemente la calma in tutto l'ammansimento. Gli altri gatti non ne sono minimamente capaci: ritrovano la calma solo mediante abitudine, in tempi molto lunghi.

Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 08:53:35 AM
Arrivo a spingermi oltre, e mi scuso se il paragone non sarà proprio da "prima colazione".

L'empatia di cui parlo riguarda anche la responsabilità sul dolore altrui. Nel nostro, nemmeno così remoto, passato contadino, la relazione empatica con gli animali avveniva anche nel momento della macellazione.

Come diceva Pokerface altrove, l'ipocrisia di non voler sapere da dove viene la carne comprata al supermercato (fateci caso, i macelli una volta erano dentro le città, ora nessuno più sa dove siano nascosti) è la medesima ipocrisia di chi affronta il tema della relazione con l'equino negando l'assioma nello stesso momento in cui lo utilizza.

Mi sono convinto che l'assioma sia una delle forme di rispetto più straordinarie mai tributate al mondo degli equini. Riconosce il danno della domesticazione, riconosce la forzatura di una condizione esistenziale altrui, e, riconoscendola, se ne prende carico.

Il fardello è condiviso.

Questo è il problema dei relazionisti. Sanno perfettamente (o se non lo sanno è una vera tragedia) che la luna è per metà buia, ma evitano ostinatamente di sottolineare questa sconvolgente evidenza.

Per questo Baucher piangeva. Per vera empatia.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 08:58:12 AM
Citazione da: alex - Gennaio 15, 2016, 08:49:37 AM
Uno dei miei gatti è abilissimo......

Ti prego, mi crei un grave dolore. Io sono stato soggiogato da entrambi i miei gatti, di cui sono arrivato a pietire l'affetto mostrandomi solerte e servizievole. Per carità non parliamo di gatti.  :laughter-485:
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: alex - Gennaio 15, 2016, 09:16:30 AM
Tutti i gatti dispongono di sufficiente sentiment e tacte per addestrare minuziosamente un umano medio; arrivano a insegnare precisi comandi vocali, ne ho già parlato. Segnalavo il caso perchè non tutti ce l'hanno per ammansire un cane.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 09:21:03 AM
Peraltro l'empatia è un concetto meraviglioso perché prescinde dalla conoscenza diretta. E' consapevolezza di una comune condizione esistenziale anche quando non esiste un legame affettivo.

Anche un totale estraneo che si mostra (meglio se lo è realmente) empatico è in grado di farmi percepire una sensazione di comfort.

Molti dei corsi di formazione che seguo per il mio lavoro trattano di questi argomenti. Strano ma vero, trattandosi di relazioni tra uomini "the dark side of the moon" non viene quasi mai sottaciuta.

Perdonate la frammentarietà dei post. Le idee giungono un po' per volta.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: milla - Gennaio 15, 2016, 09:34:59 AM
Condivido pienamente.
Argomento interessantissimo e poco affrontato.
Nicola continua quando puoi  :pollicesu:
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 15, 2016, 09:42:04 AM
Già, le sentiment e le tact:
considerando queste due espressioni, la prima empatica, la seconda semiempatica, deduciamo che sono qualità innate o quasi innate, come: il fascino, il carisma, l'intuito ecc- ecc.

http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2011/03/8-tom-bass.html

Dunque, fare scuola di relazione è come andar a fare scuola di talento, una mi... scusate la scimmia che ho sulla spalla mi suggerisce - ... una sciocchezza.

La relazione, o meglio, il convivere con gli animali fin da bambini sviluppa l'empatia, il vostro affezionatissimo è empatico forse proprio per quello, infatti, ho percepito il disagio di una persona attraverso questo freddo schermo che sto guardando e  - pur ribadendo che la utante mi stava pesantemente sui... sulle scatole - volevo ovviare alla sua penosa situazione, tentativo fallito per uno spiacevole incidente.

Dunque, chi propone queste tecniche vuol solo spillar valsente alla lallista, a meno che, non dica che assieme ai suoi dettati - la poareta - non stia almeno 8 ore il giorno assieme alle amate bestiole... forse a 42 anni è un pò e tardi sarebbe stato opportuno cominciar da piccine... ma è già qualcosa, e comunque le fruitrici del cavallo sono soddisfatte.


Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: PokerFace - Gennaio 15, 2016, 09:42:35 AM

il tema mi interessa particolarmente. L'empatia si può insegnare? I gerarchi nazisti – che avevano dimostrato di non conoscerla – avrebbero potuto essere "rieducati" a com-patire (soffrire insieme) alle loro vittime?
Per me la risposta è no. E se è no per quanto riguarda le persone, è ancor più no per quanto riguarda gli animali, soprattutto quando sono silenti come i cavalli.
I miei genitori mi hanno raccontato che, quando ero piccolo e mi mettevano a letto, io piangevo disperatamente. E a volte mi svegliavo nel cuore della notte, magari per un incubo, e cominciavo a piangere come una fontana, strillando.
Mia madre – che soffriva a sentirmi e finiva per piangere pure lei – voleva venire da me e rassicurarmi. Mio padre glie lo impediva sistematicamente. Non c'era alcun pericolo nella mia cameretta, nessun mostro e io stavo bene. Lui si alzava, chiudeva a chiave la porta di camera mia e si portava via la chiave. Dopo un po' che piangevo, vinto dallo stesso sforzo di strillare, mi riaddormentavo profondamente sino a mattina.
Ho smesso in brevissimo tempo di piangere. Non mai avuto bisogno della luce notturna e anche mandato in colonia d'estate in mezzo ad estranei (in prima elementare, quanti ricordi) sono sempre stato sereno e sicuro.
Avrei sicuramente avuto lo stesso risultato anche se la questione fosse stata gestita nel modo che desiderava mia mamma, ovvero con la rassicurazione, con la protezione.
I metodi funzionano entrambi.
Non so se mio padre non avesse empatia o semplicemente tenesse a bada il suo naturale istinto di consolarmi.
Sicuramente mia madre, questo istinto, non solo lo aveva ma non riusciva a controllarlo, tanto da piangere anche lei quando mio padre – chiudendo la porta a chiave e portandosela via – le impediva di venire da me.
Dipende dal sesso? O dalle naturali inclinazioni caratteriali, indipendentemente dall'essere uomo o donna? Non lo so.
So però per certo che le donne, in genere, sopportano benissimo il loro stesso dolore e soffrono molto per il dolore degli altri (spesso si sentono male alla vista del sangue e di ferite ecc.). E in genere le volontarie ai canili sono donne. E le gattare sono donne. Indice di una forte propensione a prendersi carico del disagio e del dolore (anche emotivo) altrui.
Di contro, quante donne fanno il macellaio in italia?
E sicuramente avete sentito qualche notizia (magari l'avete anche vissuta) di bambini (maschi) che danno fuoco al gatto o prendono a sassate il cane o fanno esplodere col petardo il piccione.
Le femmine non lo fanno in genere.
Ecco dove sta la differenza, per me, anche nella scelta dell'equitazione praticata o della scuola seguita.
La donna, in genere, è empatica. E tale empatia è talmente forte come istinto da non poter essere controllata. Nel senso che – sentendo che una data azione fa soffrire (si ok, parolone) il cavallo – trova la cosa ingiusta e insopportabile e pertanto si orienta verso strade che (almeno in teoria, almeno per quel che "promettono" propagandisticamente) sono dolci, indolori ecc.... Ecco mia mamma che, quando io piangevo, si disperava perché non le era permesso di consolarmi e quindi di salvarmi dalla mia paura, dal mio dolore.
L'uomo, in genere, è anche lui empatico. Ma – non so se per machismo o per mera applicazione della fredda ragione – tiene sotto controllo tale sentimento e non si fa guidare da esso. Sa che l'imboccatura può causare dolore ma la usa lo stesso e – per via dell'empatia – la usa responsabilmente, ovvero applicando il minor dolore possibile per ottenere il risultato che vuole. Accetta l'eventualità che, per insegnare al cavallo una cosa, si debba passare per la somministrazione di un tot di dolore. Ed ecco che si orienta per l'equitazione classica. Mette gli speroni. Mette la briglia. E se il cavallo dice NO lo costringe a dire SI. E sa perfettamente che lo sta costringendo con il dolore o con la minaccia del dolore. Pertanto (quanto meno nelle intenzioni) non eccederà nella somministrazione dello stesso.
Poi ci sono i non empatici. Sicuramente più rari tra le donne che tra gli uomini. E in ogni caso, eccezioni. Questi sono i sadici, ignoranti nei sentimenti e nella conoscenza. I picchiatori. Ma stiamo parlando di soggetti borderline anche nei rapporti umani.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: milla - Gennaio 15, 2016, 09:49:58 AM
Bell'intervento Poker, una chiave di lettura (a mio avviso, in quanto donna) che può spiegare in maniera convincente la relazione donna-lallo (più delle strampalate teorie "sessuologiche").
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 10:07:09 AM
Cucio insieme alcuni aspetti interessanti.

- L'empatia è innata nell'uomo ma può essere sopita
- L'empatia è molto difficile da recuperare una volta "estirpata"
- L'empatia è molto più naturalmente evidente nel genere femminile
- L'empatia si sviluppa con il tempo e la socialità

L'empatia, in ultimo, NON nega l'esistenza del dolore.

Ok va fondata una setta!! La cavalleria empatica. Voglio diventare ricco presto, questa mi sembra un'idea geniale!!

Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: milla - Gennaio 15, 2016, 10:37:16 AM
Concordo ancora una volta.
Certo che l'empatia NON nega il dolore ma, come diceva anche Poker, lo rende tollerabile (sia per chi lo subisce che per colui che ne è causa) mediante la condivisione empatica.
Potrebbe essere anche un meccanismo egoistico se vogliamo, volto ad alleviare i sensi di colpa appunto di chi è causa del dolore mediante la condivisione ma qui credo che ci spingeremmo oltre.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: Nicola - Gennaio 15, 2016, 10:44:14 AM
Citazione da: milla - Gennaio 15, 2016, 10:37:16 AM
Potrebbe essere anche un meccanismo egoistico se vogliamo, volto ad alleviare i sensi di colpa

Probabilmente oggi sì, ma non in passato. Oggi il rapporto con il dolore e con la morte è frequentemente negato e rifuggito.

Questo è uno dei più evidenti problemi della nostra società attuale. Facile che il fatto dipenda da una mancata assimilazione emotiva della seconda guerra mondiale, ma è una mia teoria
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: PokerFace - Gennaio 15, 2016, 10:51:16 AM
Per me no Nicola.
Per me deriva dal fatto che le persone sono lontane dalla morte in genere, non ne hanno esperienza.
Anche le guerre oggi non fanno piu impressione.
Si ammazza la gente a distanza di km dall alto di un caccia o addirittura da casa coi droni.
Ammazzare qualcuno con una pistola è semplice. Puoi farlo da lontano. Non vedi neanche il sangue. Non senti i rantoli. Ammazzare a lama é un filino diverso.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: PokerFace - Gennaio 15, 2016, 11:13:20 AM
tocco magico
https://www.youtube.com/watch?v=zqKTOikYpds
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: milla - Gennaio 15, 2016, 11:35:12 AM
L'avevo visto Poker, fantastico, soprattutto per me gattofila impenitente.

Continuando il discorso è vero che oggi le persone sono lontane dalla morte, dalla malattia, dalla vecchiaia ecc.
Per tanti motivi.
-Vari studi hanno sottolineato come la spettacolarizzazione della morte abbia contribuito a renderla meno reale (quello che diceva Poker: vedi in tv uno che fa una strage in una scuola in USA e percepisci il fatto come lontano da te e un po' come se fosse l'ennesimo telefilm).
-Indubbiamente ci stiamo irrimediabilmente staccando da quella civiltà contadina che considerava naturali il dolore, la vecchiaia e la morte come parti inscindibili della vita
-Il mondo attuale dei media ci propone continuamente dei modelli in cui ogni imperfezione viene bandita, la morte viene negata o edulcorata al massimo, non so se avete notato la pubblicità dei prodotti destinati agli anziani, uomini e donne che portano la potesi, il pannolone ecc. che sembrano dei quarantenni in ottima forma, telefilm ambientati nei reparti di oncologia pediatrica dove i ragazzini ne combinano di ogni. Ecco questa è una deformazione della realtà che ci induce a credere che saremo giovani, belli e sani in eterno.

L'empatia potrebbe essere più sviluppata nelle donne per motivi ancestrali derivanti dall'esigenza di accudire alla prole, ovvero ad un essere che non si esprime e quindi, al fine di garantirne la sopravvivenza, occorre che la madre sia dotata di particolare empatia per capirne i bisogni ed alleviarne le sofferenze, idem per l'accudimento degli anziani, anch'esso affidato alle donne chiamate a condividerne il decadimento, la sofferenza e la morte.         
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: silviasco - Gennaio 15, 2016, 11:48:20 AM
Aggiungo una considerazione sul come si sviluppa l'empatia e perché le donne sembrano averne naturalmente di più. Non riesco a recuperare fonti precise per ciascuna affermazione, ma una delle autrici di riferimento per l'argomento è Alice Miller, psicologa svizzera. Studiò proprio le personalità di Hitler e di altri personaggi feroci o viceversa virtuosi, ipotizzando (e l'ipotesi è suffragata da vari altri studi ed autori) che le radici della violenza umana siano nella violenza educativa. Se un bambino viene trattato con rispetto ed empatia, sviluppa la sua naturale sensibilità ed empatia. Viceversa, l'educazione o piuttosto l'addestramento esercitato in modo freddo, severo e violento tende a distruggere l'empatia. Detto proprio in due parole, ma la Miller ci ha scritto su svariati tomi. Ed ha anche chiarito perché questo non è automatico, ossia non tutti i bambini maltrattati divengono, fortunatamente, serial killer, ma non voglio dilungarmi qui su questo aspetto.
Quel che fa la differenza fra uomini e donne non è tanto un fattore genetico, ma epigenetico: le bimbe vengono coccolate più dei maschietti, in genere. I maschi (generalizzo ben sapendo che il mondo è vario) ricevono da un lato meno empatia (tipico, se piangono: ma che fai, non fare la femminuccia!), dall'altro in loro i comportamenti violenti o irruenti sono tollerati se non incoraggiati (che ci vuoi fare, è un maschiaccio, e non esiste il termine "femminaccia"). Il risultato è che in media gli uomini tendono ad essere meno empatici, anche meno consapevoli del loro mondo emotivo perché addestrati a reprimerlo e nasconderlo. E siccome si pensa che i maschi siano meno empatici e sensibili delle femmine, quando si ha a che fare con un neonato o un bimbo piccolo il comportamento tende ad essere diverso a seconda del sesso, ed a costruire le basi per la diversità futura (anche questo è stato oggetti di studi sperimentali appositi).
Secondo la Miller, è possibile recuperare la capacità empatia anche in soggetti che hanno subito gravi maltrattamenti in infanzia (e di fatto questo avviene molto comunemente, altrimenti saremmo invasi da una moltitudine di soggetti violenti!), questo meccanismo  è anche alla base della comune accettazione della "violenza educativa ordinaria", i cui effetti negativi sono mascherati dalla grande capacità di compensazione dell'animo umano, e dal fatto che la violenza educativa ordinaria è inserita in un contesto relazionale ed emotivo complessivamente sano e positivo per il bambino. Quindi, coloro che "sono cresciuti bene" a suon di ceffoni, sono cresciuti bene nonostante i ceffoni e non grazie ad essi. Sarebbero senz'altro cresciuti ancor meglio senza (a parità di tutto il resto della relazione educativa, s'intende).
Ma questo coi cavalli c'entra poco, poiché i cavalli, a differenza dei bambini, vanno addestrati, non educati. Mamma cavallo educa il puledro (e lo educa a fare il cavallo ed eventualmente al rapporto di base con l'uomo), noi lo addestriamo, e condivido in toto il discorso sulla consapevolezza delle proprie azioni punitive/correttive.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: PokerFace - Gennaio 19, 2016, 09:48:38 AM
Raffaele ha sta smania di chiudere i topics che mi fa prudere le mani...
ma zioccaro, ma se voglio rispondere????


siccome il tocco magico delle questioni è closed scrivo qui (e mando MP)


il tocco magico è relativo a cavalli che già conoscono – per l'appunto – il tocco.
Io parlo della cosa opposta. Quando ho dovuto prendere a paddock la famosa puledra di 8 mesi mai toccata eravamo in 3 e abbiamo usato proprio l'opposto del tocco magico. Ovvero la naturale repulsione del cavallo ad attraversare un nastro o una corda tirata.
L'abbiamo chiuso nell'angolo semplicemente tirando una corda. La puledra – benchè fosse una longia tenuta da 3 persone, quindi facilmente sfondabile – non ha mai provato a sfondarla ma anzi si è rinchiusa nell'angolo come se la longia fosse un muro invalicabile.
Proprio il contrario del tocco magico. La cavalla poi l'abbiamo presa al laccio con  il fiocco di una longia, tipo lazo, e portata in box (sempre usando la corda, come una U intorno alla puledra che si allontanava dalla corda e dunque andava nell'unica direzione libera, ovvero l'apertura della U di corda, che portava verso il box/capannina all'interno del paddock.
Una volta dentro poi l'abbiamo con calma toccata incapezzata ecc..
Ecco perché ho parlato anche della fettuccina del salto in libertà. I cavalli piuttosto che sfondare la fettuccina (che poi è quella bianca e rossa dei cantieri, una cosa ridicola da spaccare) si fanno un sacco di fatica e salti e sbattimenti.
Io sono daccordo col tocco magico ma c'è da dire, ma è un'altra cosa rispetto a quello di cui ho parlato io.
Titolo: Re:Il tocco magico.
Inserito da: milla - Gennaio 19, 2016, 12:41:59 PM
Da noi invece è successo l'esatto contrario (non so se la cosa è attinente al tocco magico, perdonatemi), infatti un puledro svezzato da poco è stato messo in un paddock delimitato dalla solita fettuccia bianca tesa a due altezze diverse, prima che facessero in tempo a collegare l'elettricità il puledro ha travolto tutto andandosene allegramente in giro.
Quindi il rispetto della corda/fettuccia ecc. non è innato e secondo me è anche logico che non lo sia: che ne sa un puledro di cosa significa quell'affare bianco teso tra i pali.
Una volta rimesso in paddock con la corrente inserita è bastata UNA "frizzata" perchè capisse immediatamente (altra applicazione dell'assioma).