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Ricordi di un vet freelance

Aperto da Flavio, Maggio 17, 2012, 11:39:02 PM

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rhox

c'è sempre da restare senza parole..
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

Flavio

no , per favore risparmiatemi . Non ho voglia di menzionare  e di scrivere riguardo le malpratiche  dell'ippica.

sono cose che si trascinano da decenni e decenni ed unabattaglia contro un muro di gomma.

f


Ipparco

Ma il cavallo è morto? Non si può sporgere denuncia per maltrattamento?
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

vaniglia1981

Cosa possono avergli somministrato per aver avuto tali effetti?

bambolik

"Non è mai tempo perso quello trascorso a cavallo"(Winston Churchill).

lovely


Flavio

Passiamo a cose migliori 

"Corso intensivo di artroscopia "

Verso la fine degli anni 80 cominciava ad affacciarsi anche in campo chirurgico equino la tecnica di operare lesioni all'interno delle articolazioni mediante l'uso dell'artroscopio.

Come funziona . Le articolazioni degli arti  sono costituite dalla giunzione di due o più' ossa, che sono rivestite da cartilagini per  evitare l'attrito e ogni articolazione e' contenuta in una specie di sacchetto che si chiama capsula articolare, al cui interno e' contenuto una specie di olio che le  lubrifica le ed e' di colore giallognolo, tip vino bianco , ma viscoso.

Ora  , quando c'era un problema alle articolazioni, vuoi frammento osseo vagante ( chip ) vuoi lesione cartilaginea,  l'unica tecnica era di incidere la capsula articolare col bisturi , esporre l'articolazione e rimuovere il problema.

Semplice, ma con molti strascichi. Si esponeva l'articolazione e questo la metteva a rischio di contaminazione, il periodo di recupero era lungo ed indaginoso con pericolo sempre di contaminazione.
L'artroscopia prevedeva l'impiego di due  tubicini di circa 5 mm di diametro  .
in uno era infilata una telecamera collegata a fibre ottiche  e un tubo in cui fare penetrare in articolazione soluzione fisiologica.
In questo modo si distendeva il sacchetto, capsula articolare , in maniera tale da creare spazio per muovere i tubicini. Nel secondo tubicino si poteva infilar ed una pinza con becco a coccodrillo in modo da afferrare il frammento, oppure una specie di mini cucchiaio per poter ripulire  eventuali lesioni. Una volta estratto poteva servire come " tubo di scarico " cioè' , da una parte  si immetteva soluzione fisiologica per lavare l'articolazione ed il liquido fuoriusciva dall'altro tubicino inserito nel secondo foro.
Tale tecnica aveva dei tempi di recupero velocissimi  e quasi rendeva quasi nullo il rischio di contaminazione.

Ad uno vet laureato da poco  all'univ. L'artroscopia sembrava una parola della luna. Di cui si era sentito parlare , ma in pratica mai vista.

Nella prima clinica dova avevo iniziato il tirocinio, in Australia, l'uso di questa nuova tecnica era già' pratica quasi quotidiana.
Ero riuscito a partecipare come assistente , ma mai fatta di persona. Sulla carta sapevo tutto , ma in pratica mai fatta.
Il vet chirurgo non mi affidava certo casi di artroscopia, mi spiegava bene..ma di fatto  ben poco.
Gli chiesi un giorno di come avrei potuto imparare se di fatto  non avessi mai usato le mie   mani. Lui mi disse che presto si sarebbe presentata l'occasione, prima pero' avrei dovuto fare un po' di allenamento. Come , non lo capivo.

Ma ecco che si presento' l'occasione.

La clinica si trovava circa 80 km fuori Sydney  ai piedi di quelle che loro chiamano le " blue mountains", all'inizio di una cittadina di circa 10.000 abitanti: questa città'  era divisa in due da un fiume, Hawksbury, che prendeva questo nome dopo che due affluenti provenienti dalle gole delle montagne si congiungevano, per altro in un posto da eden.
In Australia  , almeno quella interna, non si praticano grandi opere di ingegneria per le strade, spesso non asfaltate,  e dato lo scarsissimo traffico, spesso non costruiscono ponti , ma la strada passa nel letto del fiume  quasi sempre secco, oppure ponticelli minimi, ma che comunque garantiscono il passaggio anche quando c'è una rara pioggia.

Era il caso anche del ponte sull'Hawksbury , che percorrevo  2 volte al giorno nell'andare e nel tornare dalla clinica.
Orbene, piovve per 5  giorni di fila e dal terzo giorno in poi il ponte andò' sott'acqua.
Morale 3 vet su nove  nr1 john il boss,3 il chirurgo ed il 9 io, rimanemmo isolati e non potevamo tornare a casa.
Poco male ...si fa per dire.... allora la clinica era organizzata per dormire , due letti ed un terzo letto optional , cioè' il terzo letto era il tavolo operatorio comunque comodo.
Il clima era caldo per cui i vestiti era le tute da lavoro e ce ne erano a bizzeffe. Si tratto' in pratica di acquistare un attimo di " intimo " per ricambi e toelettatura varia.
Certo , le sere cercavamo di stare da alcuni clienti...ma intorno alle 8 ,..clinica.

Il boss aveva fatto una scorta di birra notevole e dopo le 9.30 in pratica era " dormiente "
il 3 , appassionato di volo, si dilettava a frequentare un vicino aeroporto militare, ed il  vet 9...si grattava .
Vista la noia 3 mi venne incontro. Mi arriva la seconda sera  verso le 22 con 2 gambe di cavallo un'anteriore  ed una posteriore.Dal carpo compreso in giù' la prima e dal garretto la seconda.
Bene , mi disse di tornare dopo 10 minuti , intanto lo sentivo armeggiare in sala chirurgica.
Dopo 10 minuti mi chiama e vedo l'artroscopio pronto per essere usato , e le due gambe sul tavolo operatorio.
Ok Flavio, vuoi allenarti in artroscopia.... Bene ho inserito alcuni chicchi di riso in un nodello, e nel vedi di riparar i danni alle ossa del tarso ( garretto ).
Qui c'è l'artroscopio, la teoria la sai. Divertiti , ciao. Ci sentiamo domani mattina.

Eccomi ,l'avevo voluto , bloccato in clinica, silenzio assoluto. Un certo odore di ...carne, Artroscopio in mano e poca possibilità di fare danni.
Come al solito la pratica e' ben diversa. Potevo comunque permettermi di sbagliare .
Dopo qualche tentativo, fatto con siringa ed ago riesco a centrare la capsula articolare del nodello  e comincio a gonfiarla. Si distende quasi come un arancio.  Quando la vedo ben tesa decido di inserire l'obbiettivo .

Il chè non fu difficile.  Il difficile era capire cosa si vedeva. Lente ad occhio di pesce che deformava le strutture . Istintivamente la spingevo all'interno , ma in questo modo diminuiva il campo visivo . Dopo circa 10 minuti di " qui ci capisco un ...."
Decidido di interpellare il 3 illudendomi che fosse rimasto......speranza vana..
Cerco il boss, ma nell'avvicinarmi alla stanza  dove vedevo la TV accesa, sento  un discreto rutto.... Rido,  ed il boss... Flavio vieni per una birra. Dura dire di no.... Ok vada per una birra, ma lo vedo in stato  niente male....
inutile chiedergli di artroscopia , l'unico argomento era barche e battute di pesca...
Ok ridiscendo, ricomincio.
Questa volta allento l'obiettivo e comincio a riconoscere le strutture, ma di chicchi di riso nemmeno l'ombra..
Ci provo, riprovo  ,riprovo...lascio perdere. Mi dichiaro ignorante .Ore 24 circa..

Ok decido per il garretto, ,ma qua era più' facile essendo in pratica quasi scoperto. Vedo alcune graffiatine,  e le sistemo , ma senza nemmeno  l'artroscopio.
Ore 00.45
Decido per l'altro nodello....
Inserisco l'ago, aspiro....non ci sono. Riprovo, mi sembra Ok , ma aspirando per controllare esce una cosa bluastra..... Buio completo.

Provo comunque a distendere e tutto va secondo norma. Buio ancora intenso.

Inserisco la telecamera... blu un po' attenuato... ma in pratica non vedevo niente...
Decido di inserire  l'altro tubo e procedo col lavaggio articolare , nel giro di 5 minuti la cosa si rischiara.  Ci vedo  e ....incredibile vedo anche un chicco di riso . Si trattava di afferrarlo. Inserisco il coccodrillo, ma la coordinazione fra cervello e mani e' un attimo difficoltosa. Facendola breve ci son voluti alcuni tentativi, ma alla fine lo estraggo. Ore 02.30 circa.
Rimetto in ordine il tutto  e decido che e' ora di dormire , sempre nella stessa stanza. Unica precauzione  : messe le zampe in cella frigorifera.

Non vedo l'ora di dirlo al 3 la mattina dopo, ma scopro che il vet 3 ha dovuto in qualche modo raggiungere casa, facendosi traghettare , perché' la sua bambina aveva problemi.
Vabbe'.
Lo rivedo la sera dopo e non mi fa nemmeno parlare...Ok OK stasera dovrebbe essere ancora una sera in clinica... dai altre artroscopie.
Più' o meno la stessa cosa della sera precedente, ma la differenza fu che la prima era blu e la seconda normale.....
Ma che patologia poteva essere ???  Blu... Boh...
Quella sera pure il vet 3 era in clinica, e viene a trovarmi.
Alle mie domande lui ridacchia. Ok penso qui mi prendono in giro.... dov'è la fregatura ???
Mi spiego' che un'articolazione era stata lasciata normale , in maniera tale che avrei potuto avere un riferimento di una sana. E la cosa ha una vera logica. Prima devo certo sapere come si vede una cosa normale , prima di capire come funziona quando qualcosa non va...
Ed il blu ???
Ah Ah .... semplice avevo introdotto il chicco di riso e poi un colorante giusto perché' alcune volte c'è sangue e non vedi. Solo che l'unica cosa a disposizione era il colorante blu......

ahhhhhhhhhhhhhh
Bene l'idea del lavaggio.
Insomma il corso era superato o quasi.
Ci voleva una birra, quindi birra per  vet 1 . vet 3 , tra l'altro eran cognati avendo sposato due sorelle, e vet 9.
ore 23 circa. Terza ed ultima notte sul letto operatorio.

Col tempo venne introdotto anche un monitor tipo TV collegato all'artroscopio, in cui si vedeva l'immagine dell'articolazione , ben in grande, rendendole cose più' facili. Ed in particolare  vet 3 poteva guidare le mie mani vedendo lo schermo....alza, gira, fai entrare liquido, aspira , afferra, esci..

wow !
Ok ci voleva una mini alluvione ed alcune notti su di un materasso verde,non cambiarsi per 3 giorni, un capo ubriaco o quasi, ma qualcosa nella direzione giusta si era mossa.
Cominciavo a capire come fare le artroscopie.

DivinityOfDarkness

Citazione da: Flavio - Luglio 19, 2012, 10:01:30 PM
Mi arriva la seconda sera  verso le 22 con 2 gambe di cavallo un'anteriore  ed una posteriore.

Lì per lì, cooscendo i tipi, credevo si trattasse della......cena!

Ecco, la 'microchirurgia, la laparoscopia.. ma alla fine qual è l'aspetto più ostico della faccenda? La manualità che serve per fare movimenti minimi vedendoli però ingigantiti su uno schermo? Non si ha un senso di irrealtà?
A me capita quado uso il pad grafico sul pc: guardo il monitor ma..la mia mano sta agendo altrove, tipo ombre cinesi...
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

alex

Grazie Flavio, il racconto mi fa venire in mente, come medico e pareggiatore dilettante, due cose.

La prima. Spesso la medicina veterinaria è un passo in avanti rispetto a quella umana. Non so se è avvenuto anche per le tecniche artroscopiche, ma il caso della fecondazione assistita è un classico. Suppongo che nel web - per chi è curioso - si trovino bizzeffe di filmati di interventi. Attualmente è sorprendente quello che si può fare in chirurgia umana in ogni cavità (torace, addome....). Il prossimo passo, probabilmente, saranno i microrobot realizzati con nanostrutture.

Un secondo ricordo, i monconi degli arti. Gran parte dei corsi di pareggio barefoot, probabilmente lo sapete, iniziano, in pratica, con il pareggio di parecchi monconi. Non tutti gli allievi gradiscono la cosa....
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Flavio

No fastidio per nulla. Avevo fatto la tesi in anatomia patologica / autopsie. Anzi per fortuna ho potuto allenarmi e molto su cadaveri.

a volte sentivo racconti di ortopedici umani su come poco loro potessero  " allenarsi "  rispetto a noi.

Credo che un pareggiatore  almeno agli inizi, non abbia avuto molto a che fare con  pezzi di cadavere e forse psicologicamente son disturbati un attimo. Tuttavia mi sembra una buona cosa imparare appunto prima su  reperti anatomici che su gambe vive e vitali, A rischio calci inoltre..

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La prossima sara' su come ho cominciato a farele chiamte da solo , pagato , in Australia...

f

Flavio

Buata paga

Ho sempre avuto sin da bambino la voglia di girare il mondo. Un  desiderio quasi ossessivo.
Non dico di esserci riuscito in toto, ma qualcosa in giro ho visto .
Dopo l'agognata laurea le prospettive di girare aumentarono di molto. Tralasciando sul come son finito in Australia, ma in questo  il rugby gioca un ruolo determinante. Finita l'università appunto  mi trovai come quasi tutti veterinari  Italiani con una buona base teorica, ma molto carente in pratica.
Avevo bisogno di fare un di vero lavoro , affiancare qualcuno  che già' lo facesse , magari ad un discreto livello. Conoscere l'inglese bene e qualche aggancio rugbystico, un po' di fortuna  furono il mix che mi portò in Australia.

Le severe leggi australiane in fatto di immigrazione non mi permettevano di lavorare e la laurea italiana Non era riconosciuta e bisognava passare attraverso un esame teorico scritto ,ed uno pratico.
Nel frattempo potevo pero' affiancare vet per fare una specie di tirocinio , ma non venivo pagato.

Ok  decisi di affrontare le cose un po' per volta senza fretta.
Piano piano, appunto la strada si raddrizzava e sebbene dal punto di vista burocratico  i vari permessi ed esami  venivano concessi e superati ,  essere pagati era ancora un po' difficile.

Qui tratterò' di come son stato pagato la prima volta.

Ero si veterinario ed ormai da qualche mese anche in Australia. La seconda clinica in cui andai a far pratica era molto più' piccola della prima, solo due vet , ed il lavoro verteva esclusivamente su cavalli da corsa galoppatori. Ecografie, ginecologia, nulla di  nulla, in compenso medicina dello sport e zoppie all'ordine del giorno più' volte al giorno.

Il lavoro stesso  in clinica era minimo, sempre in giro per scuderie. Allora non capivo, anzi mi rompevo proprio, per il fatto che il boss si fermasse sempre a chiacchierare con in vari allenatori di scuderia. Con gli anni invece  arrivai a capire quanto fondamentale fosse nel lavoro questa prassi. Mi stufavo quando finite le visite  appunto il capo si fermava in ufficio per mezzore ed io cercavo in qualche modo di ingannare il tempo. Ma allora nessun cellulare o PC o simili. Insomma una vita da portaborse. Ogni tanto autista  in quanto  mi faceva guidare la macchina.
In compenso cominciai a conoscere più' o meno tutti i clienti, e sebbene educati , difficilmente trovai il modo di conversare in quanto ben poco conoscevo  dei galoppatori australiani e le varie rumors di ippodromi.

Il lavoro nelle varie scuderie consisteva spesso nel recupero post corsa e nella preparazione della corsa. Integratori , legali, erano la base di tutto. Più' qualche zoppia, ma di solito gli zoppi  gravi venivano subito inviati ai centri di recupero, dove venivan meglio visitati.

Il mio boss era veramente simpatico, e forse quello che più' di tutti ha lasciato un'impronta su di me. Divenne davvero un amico . Oggi lavora in Malesia, e nonostante la distanza siamo ancora in contatto. Era un individuo spassoso sempre di buon umore difficilmente irritabile. Una certa tendenza a  rincorrere sottane, ma molto dedicato al lavoro.

Col tempo riesco a capire che effettivamente spesso la sera non e' a casa, avendo qualche suo giro, ma la cosa mi interessa poco. 
Un giorno mi dice che la sera deve uscire con Mr xxx, ed io ci credo ben poco, ma lui mi spiega che mr xxx e' il marito di una che lui ogni tanto vede..... Ahi....
Sembrava pero' tranquillo.

Ok ci salutiamo e fissiamo come al solito l'appuntamento nostro quotidiano, per il giorno seguente alle 06.45 , come di regola.

Bene  06.45 il giorno dopo , casa sua, parcheggio etc..
All'apparenza tutto come sempre, sebbene nel tragitto casa ippodromo comincia dirmi di aver mal di testa.  E che la sera prima aveva forse, ma solo forse, esagerato nel bere.
Vuoi che guidi io ?? No No ...
Nel tragitto prosegue dicendomi che pensava che quell'uomo volesse ucciderlo...Beh pensai , in fin dei conti qualche ragione l'avrebbe anche avuta. Forse  da buon italiano latino pensavo a qualche scenata con urla   strilli . Gli anglosassoni invece avevano tecniche meno  teatrali ma tremendamente efficaci credetti di ritenere.
Insomma non so quanto whisky  avesse bevuto, ma arrivati dal primo cliente , il capo della scuderia si accorge che qualcosa non va. Mi chiede , ma domanda inutile, se fosse un attimo alterato-.... Domanda inutile,nella cultura aussie la sbronza non è vista poi cosi' male anzi fa parte del loro essere.

Morale lo portiamo in una stanza  e  lo mettiamo a smaltire i fumi, molto densi , residui dell'alcool. Ricordo che osai per la prima volta...Ehi , se vuoi ci penso io alle chiamate di stamattina, chiamo in clinica e vedo cosa c'è' da fare...
la risposta che in condizioni normali sarebbe stata un NO colossale,almeno ritenevo , fu un Grazie Flaff, vai tu  , e poi biascicando la lingua cominciava a spiegarmi come somministrare un integratore , cosa fatta almeno 1000 volte .. Era proprio fatto...

Bene , torno alla macchina. Mi sentivo un re . Cellulare portatile in auto , quando in Europa non si sapeva nemmeno cosa fossero...  chiamata in clinica e spiego il caso.  Ok vieni qua , circa 15 minuti di auto, ritira le chiamate e poi vai...
Arrivo in clinica ritiro il foglio, ed il bello che mentre per me era la VERA prima volta che dovevo fare tutto da solo , come un vero vet australiano, per loro sembrava tutto normale, tutti calmi...
Forse il fatto di avermi visto per lungo tempo, non so .
Non ero molto nervoso, solo felice, arrivai dal primo cliente  , solite cose, solita calma, idem il secondo e terzo.
Dopo passato mezzogiorno torno dal boss per vedere come va. Era strano , abituato al trambusto del primo mattino  nelle scuderie degli ippodromi, intorno alle 13 solo  silenzio.
Il boss si era ripreso, ma ancora non era il massimo. Sosta ulteriore di un'ora poi via per le cose pomeridiane. Io al volante, lui a recriminare che la sera prima l'altro , il cornuto aggiungo io, avesse  voluto ucciderlo. Ma mi tenevo i commenti per me.
Nel pomeriggio ci arrangiammo e verso le 18 ora del commiato le cose sembravano andare meglio. Gli raccomandai di stare calmo  quella sera.

Il venerdì' successivo ero in clinica e mi chiama la segretaria. Abitudine loro e' la paga non mensile ma settimanale o al max ogni due settimane, ed io al momento pensai ad altro. Ero bene o male ancora un tirocinante e non mi aspettavo niente.
Bene , cosa c'è'?  Lei mi allungo' una busta con un sorrisino, .....non capivo, pensavo ad un scherzo o qualcosa , arte in cui il boss era maestro, ma davvero...
Guardai dentro ed ecco  nei loro variopinti colori  due fogli da AUD 100 (100 dollari australiani ). Credevo fossero falsi..... Chiesi perché'  e lei..non so chiedi al capo , mi ha detto di darteli...
Corro dal capo ed appunto chiedo.....ma lui risponde che in pratica gli ho salvato la giornata etc..etc.. e quella era la ricompensa. Stentai a crederci...anzi forse non ci ho mai creduto , nemmeno quando li usai per pagare le spese... Io umile vet Italiano, all'estero ad imparare , ero stato pagato per il mio lavoro di Vet... Nel mio piccolo era una grande conquista.

Piano piano cl tempo ne seguirono altre di giornate, ma in modo diverso, nel senso che la sera prima ci si organizzava, e ...Ok Flaff domani tu vai qui e la' etc..etc.. Non era certo tutti i giorni,di solito il mercoledì' poi il lunedì' ed il mercoledì e piano piano in crescendo.

Un po' di merito  devo averlo avuto, ma mi chiedo se quel famoso mister xx cornuto, che non ho mai conosciuto non avesse fatto ubriacare il mio capo.....

F

DivinityOfDarkness

Chissà quanto avrai gongolato e pensato, anche a distanza di tempo, "Che fortuna che il tizio fosse sbronzo"..ma i certe cose, come in questo caso, la fortuna è quando la capacità incontra l'occasione  :pollicesu:
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

Flavio

Terra della lunga nuvola bianca

Nel corso del mio periodo australiano  notai che era piuttosto facile  la possibilità di trovare lavoro presso altre strutture veterinarie per ricoprire la posizione di qualcuno che si era temporaneamente assentato.

Dopo circa due anni , mi venne voglia di vedere la Nuova Zelanda. Motivi ne avevo da vendere, vuoi perché' aveva il fascino della terra più lontana dall'Italia, e soprattutto per un fanatico di rugby come me, la terra dei leggendari All Blacks, la nazionale di rugby  di quel paese . I guerrieri tutti neri , che fan notizia solo quando , raramente , perdono. Volevo vedere se la NZ era come me la immaginavo, cioè'  rugby al posto del calcio nostrano.

Per la verità qualche contatto con neozelandesi  ne avevo avuto, fra AUS ed NZ esistono infatti un sacco di accordi fra cui il riconoscimento reciproco di ogni forma di laurea , ed i cittadini delle due nazioni  godevano una volta nell'altra degli stessi diritti dei residenti senza alcun balzello burocratico, ma davvero.  Erano equiparati al 100 %. Ciò' portava  molti giovani NZ a cercare lavoro in Aus e viceversa.  Nei vari allevamenti ne avevo conosciuti parecchi. Inoltre, giocavo a rugby, ed il fatto di essere venuto in contatto con qualche mostro sacro locale, aiutava , ma parecchio.
Morale ne parlo un giorno al  mio sponsor,  senza nessuna pretesa, ed ecco che nel giro di breve mi trovo due cliniche  disposte a tenermi per due mesi circa. Una nell'isola del Nord ed una nell'isola del Sud.

Prendo accordi , ed ecco che in un ottobre  dopo tre ore di jumbo  arrivo nella terra  "Art atearoa" , la" terra della Lunga Nuvola Bianca", che i bianchi  "pakeha "hanno ribattezzato nel 1838 New Zealand.

L'impatto  fu  non povero di novità.
Meno controlli doganali rispetto all'AUS , forse perché' appunto il volo proveniva da lì, poi nel tragitto aeroporto  cento di Auckland, notai un ristorante italiano con tanto di disegno della Ferrari....anche qui ..pensai.
Noleggiata un auto a lungo termine , mi  avviai verso una cittadina , che da noi sarebbe stato non più' di un pesino dal nome  curioso " Matamata " , per fortuna una sola " T " .
Non c'erano navigatori allora, ma mi ero ben documentato con cartine geografiche dettagliate e già' preparata una specie di itinerario.
Auckland era una metropoli di circa un milione di abitanti, il 25  e più' % della popolazione NZ, uscendo notai dapprima che le strade da 4 corsie divenne a 3 poi 2, poi  la grande arteria divenne ad una sola corsia.
Il traffico spari' dopo circa 40 minuti. La sensazione di essermi perso era forte.
Ad alcuni incroci tuttavia le mini indicazioni stradali , simili a quelle di un sentiero alpino, tuttavia indicavano che ero nella giusta direzione.
Abituato al secco australiano con scarsità' di vegetazione , rimasi colpito da quanto verde fosse. ME lo aspettavo , ma questo voleva dire anche tanta pioggia.. Dopo circa due ore arrivo nella regione di Waiakato.
E poco dopo eccomi a Matamata  in clinica.

Mi attendevano  e con sorpresa mi offrirono subito un alloggio in casa di uno dei vet. Mi feci un attimo di riguardo , e quasi questo si offende e di brutto anche..

Fu nel suo piccolo un periodo ricchissimo di esperienze. Prima di tutto il capo era un esperto mondiale, realmente, di Marketing Veterinario. Come organizzare una clinica, come disporre i tavoli, come organizzare la macchina;, rapporti con i partner, rapporti coi colleghi, eventuali problematiche con la famiglia etc..etc... cose che nel lavoro contano MOLTISSIMO, e che certo all'università non insegnano.
Il tutto era superorganizzato, la Germania o la Svizzera al confronto reggevano a stento.
Mi colpi' anche la situazione meteorologica. Avevo già' vissuto in USA costa est, Irlanda  Australia, ma il tempo in NZ non era imprevedibile, molto molto di più'.
Ricordo di essermi alzato una delle prime mattine, e vedere una giornata stupenda , chiara, limpida soleggiata , non una nuvola.
Bene faccio una doccia  , il tempo di riassestarmi,  faccio per uscire ..... pioggerellina battente dovunque e cielo senza la minima traccia di azzurro..

Il tempo di arrivare in clinica e lamentarmi dello strano tempo che c'era di nuovo il sole, per poi piovere un'ora dopo e cosi' di seguito.
La sera a cena facevo alcune osservazioni sulla variabilità' del tempo, ed il capo disse, " Flavio,.... non ti piace il tempo in NZ ?? ...... allora devi solo aspettare 5 minuti"
Ci impiegai poco ad ingranare in clinica, le distanze rispetto all'AUS erano minori. Meno caldo, qualche montagna ( Finalmente  ! ) e la possibilità' di sciare....
Nei periodi senza ancora internet , e due canali televisivi e basta , le sere diventavano pero' di una noia mortale, e solo verso il fine settimana si muoveva qualcosa , ma ben poco.

Fra quelle colline e montagne di origine vulcaniche , dove non era raro imbattersi in geyser o sorgenti calde con fanghi , si svolgeva il lavoro. I terreni per i cavalli erano ottimi. Loro dicono,che in NZ  c'era il clima  del kentucky, lo spazio dell'Australia,  l'erba  dell'Irlanda ( o forse il clima dell'Irlanda e l'erba del Kentucky ) , in pratica-il paradiso per i cavalli. Lo era. Mai visti paddock più' grandi e verdi. Il business si reggeva sulla produzione d ottimi cavalli , alcuni , pochi, restavano, ed erano i migliori,il resto spesso venduto ad asiatici poi , americani e qualcuno in Europa.
Fra le arie attività' della clinica  c'era il velveting.  Mai sentito prima. Velvet ?? Ok vuol dire velluto, ma non sapevo nulla a riguardo.
Uno dei vet mi chiede  un giorno di accompagnarlo a    a fare un po' di velveting.
Boh..... ok vado.  Dopo circa 3-4 km mi chiede se avessi mai fatto velveting... ed io  chiaramente no mai...  e lui .. " sai i cinesi ci fanno gli afrodisiaci...."
Il buio era totale..decisi di fare outing... Scusa Jeff, ma cos'è' velveting ???
E lui , ok andiamo a tagliare le corna ai cervi , poi le vendono ai cinesi e ci fan gli afrodisiaci...
Cervi ?!!   L'unica conoscenza che avevo dei cervi  era fooorse dai libri che erano ruminanti ungulati, mai toccato uno in vita mia..
la cosa  mi incuriosisce.
Arriviamo nel bel mezzo di nonsodove. Valle , nessuna persona , una casa specie di rifugio alpino, con strani recinti in legno intorno, e lungo i prati sulla montagna  recinti  altissimi e con fili elettrici trasversali piuttosto grossi. Sembrava la bella copia di un lager.
Entriamo in una stanza che sembrava una torre di controllo.
Monitor dovunque , registratori  e pulsanti.
Mi spiega che per fare avvicinare i cervi alla casa bisogna  fare dei rumori tipo spari,e  ci sono altoparlanti che  diffondono i suoni. Insomma premo il pulsante 1 e  si sente uno sparo  lontano. I cervi vicino a quel punto si spaventano e scappano avvicinandosi alla casa...

In pratica  si scatena una specie di guerra dei rumori che  fa scappare i cervi e si avvicinano , non tutti. Poi  quando sono abbastanza vicino alla casa, si chiude un recinto  ed alcuni restano dentro.
Da qui si cerca di  farne arrivare uno all'interno di un altro recinto più' piccolo. Una volta dentro . Lo si  fa andare in un altro ancora più' piccolo, e li lo si rinchiude. Recinti e' dire poco , son vere e proprie stanze senza il tetto talmente sono alte le pareti.
Una volta nell'ultima stanza, lo si spia da una feritoia e da qui ....lo si  stordisce  con un'iniezione sparata con cerbottana o con il fucile. Ci riuscimmo con la cerbottana, era infatti a non più' di 70 cm dalla feritoia.
Dopo circa 5 minuti il cervo era ben  sedato , ma mi disse di non avvicinarmi finché' non fosse completamente in terra- Occhio , il cervo  morde, calcia, rampa, ed incorna...capii col tempo che era molto vero.
Una volta in terra il lavoro era molto semplice , si doveva solamente segare le corna quasi alla base con una sega Gigli. Più' o meno un filo simile a quello dei freni della bicicletta  . Le corna  erano, vicino alla
base di circa 5 -6 cm di diametro , ma all'interno non erano molto dure. Afferrandole con la mano, almeno vicino alla base si ha la sensazione del velluto ....... o meglio ,direi io ,velluto sporco di grasso.
L'operazione fu velocissima, un minuto forse , il moncone poi viene tamponato . Finito il tutto , si fa l'antidoto per risvegliarlo , e dopo 5 minuti si riapre la porta e lui se ne va  via saltando e scornato.  Le corna sarebbero comunque ricresciute.
Ricordo di una foto  con queste enormi corna in mano.

Della NZ ho anche qualche ricordo collegato al rugby.
Allora negli anni 80 non c'era ancora il rugby professionistico di adesso. Anche i nazionali , i $$$   se li dovevano guadagnare lavorando. Non era raro allora che i grandissimi del tempo , avendo le stagioni opposte alle nostre , passassero  del tempo in squadre Italiane  fra ottobre e marzo, quando da loro non si giocava, dove qualcosa, non molto ma più' di niente si raccattava.
Avevo Conosciuto quindi qualche  nazionale australiano, anzi con uno divisi la casa per mesi, e neozelandese che  magari era stato in <Italia.
Mentre in AUS il rugby e' conosciuto, ma nulla e' in confronto al crickett o vela,  o football australiano,  in NZ il rugby e'  religione.

Una sera a casa,  chiesi quanto fosse lontana una certa cittadina,  , vorrei andare a trovare un conoscente... Scoprii che era meno di un'ora di auto.
Bene. Ci andrò' sabato. Continuai  chiedendo se potevo usare il telefono per cercare appunto il numero di questo tipo. Non c'era internet allora.. Il capo si offri'  di darmi un  mano.
Come si chiama il tuo conoscente ed io ..Guarda questo e'  'indirizzo....
vide il nome e sbianco'..... ma...ma...ma...ma.. ed io ...si gioca a rugby  e ci conosciamo, etc..
Sarebbe come dire  qui  che vi arriva in casa uno dalla NZ e vi dice che Sabato va trovare del Piero  o Totti  o Buffon.....
Il giorno dopo in clinica ero l'argomento del giorno, e a mezzogiorno ero l'argomento del paese....Flavio conosce RB, un all Black, wowowo il quale però  aveva  anche giocato nella sua off Season a Brescia..... spiegato il tutto.
Andai a trovarlo e fu bello per un  week end avere porte aperte dovunque etc.. senza degenerare nel divismo -gossip locale.

Le mie azioni in clinica salirono del 300 %. Il soggiorno duro' 7-settimane . Poi andai in un college di agricoltura nell'isola del sud vicino a Christchurch, la città' principale, ma solo per tre settimane.
L'isola del sud ricorda molto il Friuli-V.G. Ossia montagne altissime , fin oltre 4000 m che degradano a picco sul mare da un lato e leggermente più' dolcemente verso est.  Come appunto si vede in FG dalle Alpi verso  grado  Lignano o dintorni. Montagne poi colline una lingua di pianura e poi il mare.
SE l'isola del Nord e' poco popolata,l'isola del sud e' il  nulla fuori città'.
Molte ,ma molte pecore. Il sud dell'isola del sud ricorda i fiordi della Norvegia, ma senza una casa.
Vorrei ricordare un episodio  che accadde al college di agricoltura.

Non era una clinica veterinaria, ma un college in cui c'erano anche dei cavalli.
Il curioso e' che arrivando mi trovai due veterinari Italiani, che erano li' per una breve esperienza . Facemmo amicizia e mi aggiornarono su come andavano le cosa  a casa.  Eravamo considerati una specie di  extracomunitari . Era evidente che ci guardavano dall'alto in basso.
Ma venne il giorno della vendetta,e come  mi era già' capitato c'entrava il rapporto maschi femmine.

Si iniziava allora la pratica della fecondazione artificiale equina. Ed uno dei due vet italiani già' la faceva...ma detto da noi.....

questi NZ ci provavano ma senza successo.  Il problemone era la raccolta del seme dallo stallone.
In soldoni come si fa  : si usa una vagina artificiale che e' sostituita da , semplificando, un cilindro di alluminio,  al cui interno e' infilato una specie di preservativo gigante di gomma spessa. Fra l'alluminio e la gomma si forma quindi un intercapedine che va riempita con acqua calda.

I sacri testi dicono che l'acqua  deve avere la temp di 37 °.
Bene  loro facevano tutto secondo le regole , ma lo stallone non ne voleva sapere   e " batteva in ritirata " non appena gli si infilava la vagina artificiale.
La cosa durava uno due giorni.
Forse perché' sapevano l'inglese un po' meno di me , ma i due vet italiani non capivano cosa succedeva.  Io lo spiegai loro , e candidamente uno dei due disse...ma l'acqua devon metterla ad almeno 50 ° , il tempo di arrivare dallo stallone e si raffredda, se partono già' con 37° questo sente freddo e ti credo che  non gli garba...

Il terzo giorno i locali erano quasi alla disperazione e noi a guardare. Si arrivo' ad un punto in cui si ridussero , letteralmente, a domandare a noi  se avessimo qualche idea..
L'altro vet...mettete l'acqua a 50°. Fine.
Ci furono un attimo sguardi del tipo  macccheccavolo stai dicendo...Resto convinto ancora oggi che ci provarono a mettere l'acqua a 50 ° non tanto per convinzione, ma per poter poi denigrare ancor di più'  noi  che non capivamo o sapevamo un bel tubo .
Ok , vanno con i 50 ° eeeeeeeeeeee magia   ..TA  DAAAM
Lo stallone non batte in ritirata e tutto fila via ...

i miei due colleghi non fanno un a piega, solo un " Vistooooo" in Italiano. Loro li solo per pochi giorni  non conoscevano la mentalità' ed allora agli spiegai io per bene di  come li avessero trafitti . A dire il vero ai due  vet ITA la cosa sembrò interessare poco...Ma  a me no , Io godevo come un riccio.

Il giorno dopo riprovano la fecondazione , raccolta , acqua a 50 ° tutto Ok.
Finita la manovra uno dei vet locali passa vicino a noi , si ferma..... " certo che voi Italiani pur di trombare ne sapete più' di tutti "...
i due colleghi, piccola risatina , io piccola risatina fuori, ma dentro  un sentimento di grande vittoria. Mi sembrava di aver fatto meta agli all blacks!

Il soggiorno in NZ fini' a breve , ritrovai i due vet in Australia dove si fermarono circa due mesi.
A tutt'oggi ci vediamo ogni tanto a qualche congresso, e ricordiamo quel periodo, l'episodio dei 50 ° non manca mai. Adesso han realizzato di che colpo gli avevano inferto .

I ricordi della NZ son comunque positivi . Terra molto al naturale dove convive l'etnia locale Maori e quella bianca, piu' qualche isolano e qualche europeo in fuga dalla civiltà.
Una cosa  : scoprii dopo circa due settimane di soggiorno che nella casa in cui abitavo, bella villetta  con terreno , tranquillamente si beveva l'acqua piovana.
Sul tetto c'era un serbatoio di raccolta , un piccolo depuratore  e nient'altro. Cosi' anche in molte altre case.. Nessun disturbo o malattia accusati. Solo una strana sensazione quando lo scoprii..

Sachiko.88

Caro Vet.. non ci avrà mica abbandonati?
cordialmente..
S
E anche se fosse solo finzione, solo il pretesto per fare una canzone!
vale la pena almeno di tentare, se è un'occasione per poter volare
allora non la sprecare, prova a volare!...

DivinityOfDarkness

Ma... ma com'è che m'ero persa per strada questa puntata Neozelandese??

Ma Flavio... qualche foto dell'epoca??
Com'è vivere in un posto in cui non inciampi ad ogni passo in qualcosa di storico?
Qui in Italia, gira che ti rigira ti imbatti sempre in una muraglia medievale, in un palazzo rinascimentale, in un sito archeologico etrusco...
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.