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scalzo e ahi,ahi,ahi...

Aperto da raffaele de martinis, Luglio 12, 2014, 01:44:44 PM

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aDy_90

Ora, faccio la solita mosca bianca in questa sezione (ho il cavallo ferrato, ma qui l'argomento che mi interessa è trattato più che in altri topic), ma se posso fare una domanda terra terra: si parla di infezione profonda al fettone scambiata per navicolite, sia in questo topic che in altri ...
Questa dannata infezione profonda al fettone come cavolo la si diagnostica? Ovvero ... Di solito una visita ortopedica, specie se la causa della zoppia è poco evidente, contempla lastre ed ecografie ... Oltre alla visita clinica. Se alla vista il fettone è compatto, dalle rx non si vede e dalle eco suppongo neppure, come si fa? Certo, una volta che la situazione degenera si vede benissimo, ma fin lì ci arrivo pure io.
Badate bene, è una personalissima curiosità, non ho spirito polemico.

Ipparco

Un cavallo non è una macchina: oltre alla meccanica, entrano in gioco altri fattori, tra cui la propriocezione, il dolore e altri meccanismi di protezione. Se il retro del piede è dolorante, abbassare i talloni ottiene esattamente l'effetto opposto di quanto sperato: il cavallo sente fastidio e si protegge appoggiando la punta. Risultato: zero stimolazione del fettone.
Non è una macchina.

Riguardo all'infezione profonda del fettone, si riconosce abbastanza facilmente: se il fettone non è così

è abbastanza probabile che ci sia infezione del fettone. In particolare una lacuna centrale stretta e profonda

è sintomo inequivocabile di marciume ed è sufficientemente dolorosa da causare un appoggio di punta.
Saluti
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

aDy_90

#92
A parte i toni un po' coloriti ... Ero semplicemente curiosa!!! Grazie per la risposta... Sto passando da qualcosa di analogo e confermi alcuni miei sospetti. Ringrazio tuttavia la veterinaria per aver considerato subito i fettoni senza lanciarsi in diagnosi ben peggiori ... Anche se ora quantomeno zoppia non ce n'è più

raffaele de martinis

Citazione da: raffaele de martinis - Luglio 23, 2014, 10:08:24 PM
...zoppo.

Sono passati circa due mesi, ho rimesso il lallo dritto a tutte le andature sulla stercomochet, abbastanza latino sul semiduro, ancora ploblemi sul duro.

Da allora, ai pedi ho fatto quasi nulla, solo ho abbassato le barre che - specie nei posteriori - erano sovradimenzionate.

Secondo Ramey/Alex dovrei abbassare i talloni, secondo Ipparco no.

Ora, il lallo va sulle punte, pertanto non sono i talloni a crescere ma le punte a conzumarsi, la logica vorrebbe che io segua R. et A.

Est quello che farò.





... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Bubba

però se non consuma i talloni perchè gli fanno male, forse se accorci lo azzoppi (la parte dietro dello zoccolo è il mio incubo :horse-scared:)

raffaele de martinis

Mi son convinto che la dolenzia sia nella parte centrale dello soccolo, in stazione o al pascolo non difende i tacchi è dritto come un fuso.

Se avessi continuato a ferrarlo prima o poi sarebbe passato ai ferri normali come Baffon, da scalzo il ragionamento di Ramey ha una certa logica, io ho sostituito le scarpelle colla mierdamochet ma il risultato ci fu.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Alea jacta est !

Non è successo niente, ho messo i tacchi al livello della forchetta e poi ha fatto il normale lavoro serale come il solito: lavoro "duro" sulla stercomochet, morbido sul relativamente duro, sul duro - per ora - non ci provo neppure.

Conto di fare un robustissimo mustangrollo, praticamente voglio fare dei soccoli rullanti, ma con calma.

Il lallo camminava sulle punte coi tacchi alti e continua a farlo coi tacchi bassi, forse al passo va di piatto... ma può essere solo una impressione.

Comunque è impossibile giudicare sulla mochet, e poi era l'imbrunire, vedrò colla luce giusta.

Sono contento, mi rendo conto che il lallo non fa il lavoro per il cuale è stato addestrato, ma chissenefrega, il successo sarebbe completo se riuscissi a farlo passeggiare scalzo sul duro, vedremo.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

raffaele de martinis

Domanda curiosa: perché in un movimento "innovativo" come quello barefutto non si usa massivamente la smerigliatrice per tondare i pedi alle belve?
Io ho imparato ad usare (per necessità) un normale attrezzo da lavoro ma ce ne sono di più specifiche/più adatte: a variazione di giri, a rotazione verticale, etc.

Anche nella mascalcia bovina l'uso dell'attrezzo è la norma, inoltre si può controllare il risultato mentre si opera, vedi l'abbassamiento dei tacchi.

Feci la domanda all'unica pareggiatrice vista da vicino: stava sudando come una bestia alle prese con la raspa a mano, non rispose, ma mi guardò con aria di sufficienza... chissàmaiperché!
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Ipparco

Con l'uso combinato ed esperto di tenaglie e raspa il tempo e la fatica sono praticamente gli stessi e ci sono alcuni vantaggi: non si è condizionati dalla presenza/assenza di corrente elettrica, si riduce drasticamente il rischio di togliere troppo, si elimina il rischio di surriscaldamento del piede, si può lavorare su qualunque cavallo senza doverlo prima desensibilizzare al rumore dell'attrezzo ecc.
E' una scelta dettata da considerazioni di opportunità.
Anche perchè se si segue un programma ben pianificato, non c'è quasi mai bisogno di fare grosse asportazioni.
C'è comunque anche chi usa smerigliatrici, frese e affini.

Hai fatto male ad abbassare i talloni, e il cavallo ne sta pagando le conseguenze, da ciò che dici. Ti consiglio di aiutarlo con scarpette e solette, a questo punto. Non so cosa tu abbia letto di Ramey, ma hai fatto esattamente il contrario di quanto fa e consiglia da almeno 10 anni a questa parte.. E penso di parlare con un minimo di cognizione di causa, visto che sono stato accettato come membro nella American Hoof Association, da lui fondata insieme ad altri professionisti.
Se magari ogni tanto la smettessi di fare il bastian contrario e dessi ascolto a chi a queste cose ci si dedica a tempo pieno, potresti anche scoprire qualcosa di nuovo.
Saluti
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

raffaele de martinis

Beccati sto pippone tradotto da Alex:
....Di fronte a questa situazione abbiamo due possibilità. La prima: possiamo nascondere il problema con ferri barrati e
con solette, assicurandoci che il fettone non tocchi mai terra. Sarebbe giusto, se non per le forze distruttive che nel
frattempo sono al lavoro. Prima di tutto, più proteggiamo il fettone ed i cuscinetti digitali, peggiore sarà la loro perdita
di  funzione.  Mascherare  il  vero problema  lottando contro  i  sintomi  ci  presenterà  il  conto alla fine.  E,  cosa ancora
peggiore, agendo in tal modo blocchiamo la naturale espansione dello zoccolo ed il sistema di assorbimento idraulico
degli  urti.  Quando alziamo  i   talloni  per  proteggere  il   fettone dolente,  gli  urti  non possono essere adeguatamente
assorbiti dall'apparato sospensorio, e dal punto di vista scheletrico (quello che ha veramente importanza per il cavallo)
costringerà comunque ad un atterraggio di punta (provate a correre con scarpe con i talloni alti o con stivali da cowboy,
e constaterete esattamente quello che sto dicendo).
Rendetevi conto che tutto questo parlare di atterraggio di tallone riguarda il naturale allineamento delle ossa durante la
locomozione; NON i talloni esterni come li vediamo. Se i talloni di un cavallo sono artificialmente rialzati e toccano
terra per primi,  P3 potrebbe ANCORA atterrare di  punta e causare  le stesse forze  innaturali.  Tutte queste ricerche
possono essere riassunte dicendo che la nozione lungamente sostenuta che alzare i talloni procura una protezione al 
tendine flessore profondo e quindi riduce lo stress sul navicolare, è falso. Mentre potrebbe valere nel cavallo fermo,
avviene esattamente l'inverso nel cavallo in movimento. Talloni bassi, un breakover corto, uno zoccolo funzionante
normalmente e un atterraggio di   tallone minimizzano  lo  stress  al   tendine  flessore profondo e quindi  alla  regione
navicolare.....

....Così, qual'è l'altra possibilità quando dovete occuparvi di un cavallo navicolitico? Risolvere i problemi veri. Questo si fa rimettendo al lavoro i fettoni ed i cuscinetti digitali (spero che nessuno imparerà a pareggiare da questo articolo. Ho scritto un intero libro, un gran numero di articoli e una piccola parte di un vasto programma di addestramento, quello della  AANHCP,   a  quello  scopo).  La   suola  del   cavallo dev'essere   lasciata   stare  mentre   i   talloni  gradualmente   si abbassano aumentando la pressione del cavallo quando l'animale la può sopportare. È come camminare su una corda da
funambulo. Se andate troppo piano, non fate progressi. Se andate troppo veloci, il cavallo diventerà ipersensibile nella parte posteriore del piede è camminerà comunque sulle punte, e non farete progressi (leggete "L'altezza dei talloni: il fattore decisivo"). La capacità di camminare su questa fune sospesa separa i maestri dai taglialegna, nel pareggio dello zoccolo. Evitate di pareggiare il tallone, tranne che togliere ogni parte già distrutta da un processo patologico. Occorre lasciarlo indurirsi in un denso materiale calloso come la suola. Tenete il breakover basso come dovrebbe essere, in
corrispondenza del triangolare (leggete "Breakover").


I lalli da scuderia sono quasi tutti desenzibbilizzati perché vengono/dovrebbero essere tosati, comunque ci vogliono pochi mihuti e qualche delicatessen per dezenzibbilizzare la smeriglio.

Se la muraglia è troppo longa, assieme alla smeriglio, ci vogliono le tenaglie, punto; in un lallo "normale" basta la smeriglio, 10 minuti di lavoro e fai i 4pedi.

Il lallo va dritto come una spada sulla stercomochet - leggi scarpelle; va bene sul semiduro, per ora non lo porto sul duro.

Quello che ho letto sopra mi sembra intelligente salvo il fatto che un lallo normale atterra di piatto non di tacco, invece, quello che dici tu è strano:

Se il retro del piede è dolorante, abbassare i talloni ottiene esattamente l'effetto opposto di quanto sperato: il cavallo sente fastidio e si protegge appoggiando la punta. Risultato: zero stimolazione del fettone.

Ti era sfuggito il fatto che il lallo va già di punta, quindi: ch'iù scuru ra mezzanotti nun pò fari può (secondo Ramey) solo migliorare.

... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

Ipparco

Citazionei   talloni  gradualmente   si abbassano aumentando la pressione del cavallo quando l'animale la può sopportare. È come camminare su una corda da
funambulo. Se andate troppo piano, non fate progressi. Se andate troppo veloci, il cavallo diventerà ipersensibile nella parte posteriore del piede è camminerà comunque sulle punte, e non farete progressi (leggete "L'altezza dei talloni: il fattore decisivo"). La capacità di camminare su questa fune sospesa separa i maestri dai taglialegna, nel pareggio dello zoccolo. Evitate di pareggiare il tallone, tranne che togliere ogni parte già distrutta da un processo patologico. Occorre lasciarlo indurirsi in un denso materiale calloso come la suola.
Leggilo, rileggilo e rileggilo ancora: QUANDO L'ANIMALE LA PUO' SOPPORTARE.
Se stava appoggiando di punta, voleva dire che non la poteva sopportare. Quindi i talloni andavano lasciati stare. Non ci vuole un genio.
Saluti.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

carodubbio

Nelle mie esperienze , non ho mai toccato i TALLONI per il semplice fatto che tutti i cavalli che ho curato li avevano al limite, e per farli crescere ci vuole un mare di tempo visto che personalmente il  cavallo che sello esce  tutti i giorni per 8 km al giorno

raffaele de martinis

Citazione da: Ipparco - Settembre 17, 2014, 05:38:06 PM
Citazionei   talloni  gradualmente   si abbassano aumentando la pressione del cavallo quando l'animale la può sopportare. È come camminare su una corda da
funambulo. Se andate troppo piano, non fate progressi. Se andate troppo veloci, il cavallo diventerà ipersensibile nella parte posteriore del piede è camminerà comunque sulle punte, e non farete progressi (leggete "L'altezza dei talloni: il fattore decisivo"). La capacità di camminare su questa fune sospesa separa i maestri dai taglialegna, nel pareggio dello zoccolo. Evitate di pareggiare il tallone, tranne che togliere ogni parte già distrutta da un processo patologico. Occorre lasciarlo indurirsi in un denso materiale calloso come la suola.
Leggilo, rileggilo e rileggilo ancora: QUANDO L'ANIMALE LA PUO' SOPPORTARE.
Se stava appoggiando di punta, voleva dire che non la poteva sopportare. Quindi i talloni andavano lasciati stare. Non ci vuole un genio.
Saluti.

Evidentemente, l'animala navicolitico ora può sopportare (la prima volta no... troppo recente la sferratura?) perché va dritto come una spada (sul morbido/colle scarpette) e poi quello che mi sconfinfera e questo concetto in neretto:

Rendetevi conto che tutto questo parlare di atterraggio di tallone riguarda il naturale allineamento delle ossa durante la locomozione; NON i talloni esterni come li vediamo. Se i talloni di un cavallo sono artificialmente rialzati e toccano  terra per primi,  P3 potrebbe ANCORA atterrare di  punta e causare  le stesse forze  innaturali.  Tutte queste ricerche  possono essere riassunte dicendo che la nozione lungamente sostenuta che alzare i talloni procura una protezione al  tendine flessore profondo e quindi riduce lo stress sul navicolare, è falso.

La parte in corsivo non è - nel mio caso - vera, il lallo ferrato ad ovo rullante e con solette ai tacchi si è messo immediatamente dritto e ha fatto normalmente il suo lavoro, fino a quando ho deciso - per mie ragioni personali - di metterlo in penzione, prima di togliere i ferri si è fatto circa 8 km sul duro ad andatura sostenuta vispo come una vespa vispa.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

carodubbio

Nel 95 IO e mio cugino siamo scesi  a Floridia per prendere un PSI green storn, il padrone del cavallo ci a portato a vedere una prova di preparazione a Avola per il palio , da un suo amico ho visto un cavallo al quale il maniscalco aveva messo degli spessori sui ferrei per tenere i talloni più alti.

Naturalmente non ho aperto bocca , ma a loro questo metodo  sembrava efficace :firuu:

raffaele de martinis

Caro Caro, sto parlando di un lallo navicolitico, a detta dei vet. andava ferrato chiuso, rullante e con soletta ai tacchi.

Questa ferratura ha funzionato perfettamente per quasi un anno, forse/certamente sarebbero andate bene anche le scarpelle ma la vedo dura fare piroette e cambi di galoppo in velocità con quegli attrezzi attaccati ai piedi.

Anche le scarpelle sono chiuse e ammortizzanti, forse sono più costrittive per l'elaterio: stringono tutto lo soccolo, i ferri lasciano liberi quarti e talloni.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...