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Equitazione etica

Aperto da alex, Luglio 17, 2015, 08:03:10 AM

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alex

Il fatto è che l'etica, oggi, non è il principio dominante, Il principio dominante è Business first. La stessa etica (come la sicurezza, l'accoglienza, la tutela ambientale, lo spirito sportivo originario, "olimpico"....) è effettivamente usata da molti per fare business. Da molti ma, sono certo, non da tutti. Come sempre, bisogna distinguere.

Sto riflettendo, per far felice Poker   :angel5:, a una curiosa analogia: agonismo e gioco d'azzardo. Appena mi sono chiarito le idee e ho raffinato la comparazione, ci apro un topico apposito  :horse-wink:

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Wild

Citazione da: alex - Luglio 17, 2015, 01:52:47 PM
Il principio dominante è Business first. La stessa etica (come la sicurezza, l'accoglienza, la tutela ambientale, lo spirito sportivo originario, "olimpico"....) è effettivamente usata da molti per fare business. Da molti ma, sono certo, non da tutti. Come sempre, bisogna distinguere.

Bersaglio centrato!!!!  :4pres:
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli

Miky Estancia

Citazione da: Wild - Luglio 17, 2015, 01:13:41 PM


Per citare frasi (un tantino rivedute in quanto non le ricordo alla perfezione) che mi sono state dette e che seguirò sempre: "ascolta tutte le campane, prendi il meglio da ognuna, fatti una tua idea personale e seguila sempre, seguila anche quando continui ad ascoltare tutte le campane e a prenderne il meglio"
"Quando non avrai più niente da imparare da noi, vai via. Vai da qualcuno di più grande di noi e ricomincia"
"Non sempre è bene indossare le magliette degli altri"
"Fai quel che credi sia più giusto e vai dove stai bene"



:pollicesu:  :occasion14:

Non è  facile tracciare il proprio percorso, ma mi sembra che tu sia sulla buona strada per riuscirci  :horse-wink:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Alexis85

Dal sito in realtà non si capisce benissimo di cosa si tratta... è molto "pubblicitario" perciò faccio fatica a capire realmente cos'è XD

Wild, Scusa il paragone... ma avete un apporccio simile a quello della scuola di Parelli (e simili?)






Wild

Citazione da: Alexis85 - Luglio 17, 2015, 02:00:31 PM
Wild, Scusa il paragone... ma avete un apporccio simile a quello della scuola di Parelli (e simili?)

Non devi scusarti, io stessa appena arrivata ho chiesto: "Ma fate Parelli?".
In realtà non proprio: è un derivato di Parelli e delle scuole di equitazione naturale, ma non è la stessa cosa anche se per alcuni aspetti gli somiglia e si utilizzano gli stessi strumenti.
Le differenze si riscontrano in primis nell'attenzione a come il cavallo vive, Parelli accetta il cavallo scuderizzato e in paddock singoli, ad esempio, l'equitazione etica prevede la gestione del cavallo in branco e scalzo. Inoltre Parelli si concentra sull'addestramento, l'equitazione etica si concentra sull'educazione (ex-ducere ossia trarre fuori da) e sulla formazione di un cavallo competente e autocontrollato.
Parelli si concentra sui principi di comodità e scomodità, l'equitazione etica li prevede in misura molto minore concentrandosi di più sulla comunicazione interspecifica cavallo-uomo e sul piacere dei due componenti del binomio (partner) di fare qualcosa assieme che sia un gioco o un lavoro, il cavallo va convinto e non costretto.
Altro punto che distingue le due scuole di pensiero è: parelli vede il lavoro da terra come propedeutico a quello da sella, l'equitazione etica da ad esso un valore aggiunto, non solo come propedeutico alla sella, ma anche come strumento di relazione e conoscenza reciproca e come attività a sé stante. L'Oasi infatti prevede anche un campo per l'horse agility che è considerata una disciplina a sé stante, con una propria specificità, un proprio valore intrinseco e una propria indipendenza e individualità.
Parelli prevede l'utilizzo dello sperone, mentre l'equitazione etica lo esclude quasi completamente: viene utilizzato solo nel caso in cui ci sia realmente la necessità di toccare un unico punto specifico del cavallo, ad esempio nel caso di una rigidezza muscolare, e solo dai più esperti e capaci, di certo non è uno strumento per "far andare" il cavallo. Questo utilizzo dello sperone devo approfondirlo e farmelo spiegare meglio dell'ultima volta quindi prendetelo come qualcosa da prendere con le pinze.
Parelli accetta di avere come finalità l'agonismo, l'equitazione etica no in quanto non ritiene etico (appunto) far diventare il cavallo uno strumento di competitività umana.

Certamente se non ci fossero stati Parelli e ancora di più Monty Roberts, ad approfondire (difatti non sono stati i primi a intuire che fosse possibile comunicare in qualche modo con cavallo e convincerlo a stare con noi nel lavoro) la comunicazione tra cavalli e col cavalli e a ideare metodi di doma dolce, ora non esisterebbe l'equitazione etica, i tempi non sarebbero maturi e non ci sarebbero le conoscenze e le intuizioni per iniziare.

Cito dalla sezione domande del sito:
"Dalle foto ho visto che utilizzate la stessa attrezzatura impiegata nell'equitazione naturale. In cosa vi differenziate?

Alcuni metodi di equitazione naturale non si preoccupano di come il cavallo vive, ma sono focalizzati esclusivamente sulla parte addestrativa.
Questi metodi propongono un approccio focalizzato sul condizionare il comportamento del cavallo, agendo con stimoli, pressioni e rinforzi. Le tecniche di solito impiegate da questi metodi sono basate sull'idea di rendere "comode" al cavallo le situazioni/comportamenti voluti dall'essere umano e "scomode" quelle non volute."
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli

alex

Se conosci l'inglese, e non ti spaventano i pipponi spaventosi,  :icon_eek:, ti suggerisco, Wild, di leggere il sito di un altro "eccentrico": Chuck Minzlaff, ideatore di una definizione per un certo tipo di approccio all'addeastramento: il "friendship training". Anche questa una cosa che farà sbellicare molti dalle risa, eppure Chuck ci ha provato lo stesso. Ho idea che ci ritroverai qualcosa di familiare.

http://friendshiptraining.org/



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Wild

Continua la risposta sopracitata nella sezione domande: "L'approccio etico basa le fondamenta della sua eticità proprio preoccupandosi in primo luogo di garantire condizioni di benessere al cavallo, a partire da come e dove il cavallo vive, prima ancora di guardare alla parte di interazione con l'essere umano. Quest'ultima deve avvenire in un ambiente che offra sia al partner umano che a quello equino condizioni di equità, di benessere e di soddisfacimento delle motivazioni di entrambi, trovando i punti di incontro in modo continuo e dinamico.

La relazione come punto di partenza e non di arrivo e un approccio collaborativo e non competitivo favoriscono la riduzione al minimo di situazioni conflittuali e di stress. La ricerca dell'individualità e l'esaltazione delle qualità e dei punti di forza del singolo segnano il percorso dei due partner insieme. Far sì che il comportamento del cavallo sia sempre qualcosa da lui voluto e non dovuto fa parte del processo. Non fanno pertanto parte di questo approccio pratiche ubbiditive, ma l'attenzione è focalizzata sulla scoperta e comprensione della mente del cavallo, dei processi che avvengono al suo interno, di come il cavallo apprende e di come possiamo aiutare ogni singolo individuo ad ampliare il suo bagaglio culturale ed esperienziale.

L'attrezzatura e le tecniche impiegate in questo approccio possono essere in parte comuni ad altri metodi o discipline, ma ciò che conta, sempre, è l'approccio che sta dietro ad ogni tecnica o attrezzatura. E l'approccio dell'equitazione etica è in questo senso unico."


Citazione da: alex - Luglio 17, 2015, 03:07:02 PM
Se conosci l'inglese, e non ti spaventano i pipponi spaventosi,  :icon_eek:, ti suggerisco, Wild, di leggere il sito di un altro "eccentrico": Chuck Minzlaff, ideatore di una definizione per un certo tipo di approccio all'addeastramento: il "friendship training". Anche questa una cosa che farà sbellicare molti dalle risa, eppure Chuck ci ha provato lo stesso. Ho idea che ci ritroverai qualcosa di familiare.

http://friendshiptraining.org/





Purtroppo l'inglese lo so molto male, ma lo sto studiando e con un po' di pazienza e sangue freddo credo che riuscirò a seguire il tuo consiglio e a leggerlo. Grazie del consiglio, Alex.
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli

PokerFace

il problema è che, se fatte da una persona che sa applicarli, TUTTI i metodi di addestramento funzionano.
anche prendere un cavallo a mazzate e educarlo/addestrarlo a mazzate.
se uno sa COME, QUANDO e QUANTO darle, ne viene fuori un cavallo super addestrato, che fa tutto, un giocattolino super educato e performante.

io no ho nessun dubbio che il metodo utilizzato dall'oasi funziona. perchè funzionano tutti. la doma maremmana anche funziona. anche quella vaquera. anche quella classica. e pure quella della mongolia. e pure il rollkur funziona.
è giusto che tu diffondi ciò in cui credi. spero solo che darai altre possibilità anche al mondo esterno di mostrarti che le tue (limitate) esperienze e brutte esperienze non sono il mondo intero. in ogni scuola c'è chi è bravo e chi no, chi applica bene il metodo e chi lo applica male. vincere o perdere non è tutto. è importante anche come si vince o si perde, e questo è diverso per ognuno.


Alexis85

ho capito Wild. Lo trovo proprio un Parelli "estremizzato". Per quanto io non apprezzi appieno Parelli (anche se sicuramente ha la sua utilità...)perchè trovo che ci voglia moltissimo tempo (troppo) prima di arrivare a montare sul serio, cioè anche solo a mettere un filetto.... perchè si, ok , il lavoro da terra è importante e complementare al lavoro da sella (come ho già detto), però quest'ultimo bisogna pur farlo prima o poi.... e poi trovo si possa agire eticamente o "etologicamente" anche da sella con una imboccatura, senza ore ore e ore da terra XD. Poi ognuno si fa la sua strada e ben vengano le nuove idee. Questo dovrebbe essere chiaro a tutti, sopratutto a chi crede che siano gli altri ad avere limitate esperienze




Wild

@ Poker
Se non dessi altre possibilità al mondo esterno non avrei girato 5 maneggi in 3 anni, non avrei avuto voglia di imparare tante cose differenti. A settembre voglio andare a seguire (nel senza gradare dalla staccionata) l'addestramento di un puledro in un altro posto ancora...imparare imparare imparare, non chiedo altro e non chiudo le porte a niente e nessuno se funziona e se non c'è un'alternativa che non comprende le mazzate e il dolore, prima di non voler fare una cosa in assoluto che venga dell'equitazione etica o no, non ha differenza, devo aver visto che è più dannosa che utile e che non c'è un'alternativa che preferirei usare e che funziona ugualmente ma senza farmi venire rimorsi e sensi di colpa. Non so se mi spiego...
Da questo punto di vista puoi stare tranquillo.

Tuttavia non sono d'accordo sul fatto che tutti i cavalli imparino con tutti i metodi se applicati bene, credo invece che alcuni cavalli apprendano meglio in un modo altri in un altro e che gli addestratori realmente efficaci conoscano metodi e sistemi differenti a seconda del soggetto che hanno davanti, proprio per questo voglio impararne molti e proprio per questo ritengo dannoso chiudere le porte a qualcosa di diverso da quello che si pratica: magari un cavallo con me non esprime al meglio le sue capacità anche se le ho provate tutte mentre con un altro che fa in maniera diversa o forse solo perché è una persona diversa (parlo a parità di esperienza) riesce a tirare fuori il meglio.

Se io (mettendomi nei panni di un professionista che non sono) fossi chiusa in me stessa e mi credessi superiore a tutti non solo non otterrei nulla da quel cavallo, ma gli mancherei anche di rispetto. Se poi a questo ci aggiungessi l'incapacità estrema di mettermi in discussione, non volessi ammettere che qualcuno sa fare meglio di me in qualcosa, che qualcuno riesce dove io no o non volessi rischiare che qualche mio allievo dubiti di me neppure per un attimo, farei presto a far sparire le prove del mio fallimento non solo tecnico ma anche morale ed intellettivo. Capisci che, in base a quello che ho scritto prima, non è possibile che io mi voglia comportare in questo modo? Concordi con me sul fatto che non sarebbe etico?

E infatti: "La Scuola di Equitazione Etica, pur prevedendo l'impiego di svariate metodiche provenienti da campi anche molto distanti fra loro, adotta l'approccio cognitivo relazionale che non è di per sé un metodo, ma piuttosto un paradigma, cioè un modo di interpretare l'espressione e il profilo comportamentale del cavallo." (dalla pagina del sito http://equitazioneetica.it/index.php/it/equitazioneetica/faq)
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli

Miky Estancia

Educazione, comunicazione, relazione, no speroni, vita in branco, no situazioni conflittuali...condivido in pieno questo modo di pensare.

Non condivido il cavallo scalzo o l'utilizzo della capezza coi nodi o l'uscire in capezza (notare che tengo due dei miei quattro cavalli, scalzi e Snoby è stato addestrato ad essere montato senza testiera ne imboccatura).

Poker, wild non ha tantissima esperienza (per ora), ma ha una cosa che invece manca a molti: la mente aperta.
Questo le permette di osservare obiettivamente (infatti parla serenamente, non è invasata), sa benissimo che per imparare non deve soffermarsi su una strada sola, ha capito che deve fare il suo percorso e tirar fuori qualcosa di "suo" che ad indossare le magliette altrui, si rischia solo di essere degli scimmiottatori che poco profondamente hanno capito qualcosa.

Questa apertura mentale io la apprezzo moltissimo,  poiché mi ci riconosco. Ne vedo poca in giro però : tutti parlano, citano, criticano, ma sono rarissimi quelli che hanno ficcato il naso fuori dalla disciplina che praticano....



La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

PokerFace

ah ma certo, cè sempre qualcuno che sa fare meglio di noi, in qualunque campo.
ed è vero che i canali di apprendimento possono essere diversi da soggetto a soggetto e quindi con uno può funzionare meglio una metodologia che un'altra. questo anche con le persone.
però se il vostro è un approccio etico, dovreste tener fermo sempre lo stesso metodo con qualunque cavallo, proprio perchè ne va della vostra etica. il giorno che vi capita quello che impara solo a dita negli occhi (ovviamente sto scherzando) immagino che voi comunque le dita negli occhi non glie le mettete.... :-)
in genere, comunque, se è vero che con alcuni funziona meglio una cosa che un'altra, resta il fatto che se applicati bene funzionano TUTTI i metodi, con TUTTI. magari ci vuole piu tempo, magari la strada è piu in salita, ma alla fine se l'addestratore sa bene quello che fa arriva sempre al risultato (nel rispetto di quelli che sono i limiti oggettivi del singolo soggetto).


Miky Estancia

Citazione da: Wild - Luglio 17, 2015, 03:50:11 PM
credo invece che alcuni cavalli apprendano meglio in un modo altri in un altro e che gli addestratori realmente efficaci conoscano metodi e sistemi differenti a seconda del soggetto che hanno davanti,

Completamente d'accordo  :pollicesu:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: PokerFace - Luglio 17, 2015, 04:03:41 PM
magari ci vuole piu tempo, magari la strada è piu in salita, ma alla fine se l'addestratore sa bene quello che fa arriva sempre al risultato (nel rispetto di quelli che sono i limiti oggettivi del singolo soggetto).

Qui sta la differenza.
Se usando un certo metodo, con quel tal cavallo ci metto più tempo o faccio più fatica, perché mi devo ostinare ad usare quel metodo, se usandone un altro dimezzo tempi e fatica?
Se mi ostino, lo faccio o perché non conosco altri sistemi o perché sono invasato.
È  vero che magari si arriva sempre al risultato, ma bisogna valutare anche la qualità di quel risultato: se ho fatto fatica o ci ho messo molto tempo vuol dire che ho incontrato resistenza da parte del cavallo e quindi è  vero, farà quel che gli ho chiesto, ma con un atteggiamento mentale non dei migliori.

Esempio: posso insegnare ad un puledro a tirare l'erpice insegnandogli a temere la frusta, oppure insegnandogli ad avanzare a richiesta vocale. Tutti e due alla fine tireranno l'erpice e poi l'aratro, ma uno avrà sempre la tendenza a lavorare "col cervello in fuga" dalla frusta (e il cavallo che ti scappa per la vigna con l'aratro attaccato, non è bello), mentre l'altro sarà sereno e non avrà questo problema.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Wild

Citazione da: Alexis85 - Luglio 17, 2015, 03:47:59 PM
e poi trovo si possa agire eticamente o "etologicamente" anche da sella con una imboccatura, senza ore ore e ore da terra XD.

Già che hai nominato l'imboccatura: anche l'imboccatura in casi di bisogno e soprattutto nella ginnastica del cavallo è prevista.
Ci sono anche allievi aspiranti istruttori etici che, avendo un cavallo di proprietà, ritengono meglio tenerlo ferrato e sono lì lo stesso.
Con le imboccature è la stessa cosa, se le si sanno usare sono accettate, ma quando non servono, perché usarle? (Questa è la domanda che ci si pone).

Non è un fondamentalismo, e se lo si vuole considerare tale allora è un fondamentalismo molto molto aperto alle idee altrui e molto liberale. Ho trovato più fondamentalisti nel mondo esterno che in quello interno.

Io ad esempio a seconda del cavallo che ho al momento, di ciò che consiglia il proprietario che me lo offre (che di solito è un istruttore (non di equitazione etica) e mi corregge qualche difetto insegnandomi sempre qualcosa di nuovo) e del lavoro che penso di fare decido se mettere l'imboccatura (di solito un filetto spezzato semplice, ma ho usato anche alcuni morsi a leve, con cavalli ben preparati e quando mi sono sentita sicura di poterli e saperli utilizzare) oppure se montare in capezza coi nodi, semplice o in BB. Continuo, infatti, anche se molto meno (infatti non sono iscritta ad altri maneggi come socia) a montare in altri contesti tanto per necessità in quanto non sempre ho la possibilità di prendere la macchina dei miei per andare all'Oasi quanto per continuare a vedere, anche in minima parte, il mondo fuori e cercare sempre qualcosa con cui integrare le mie conoscenze e idee con cui ampliare la mia mente e le mie idee. Inoltre spesso ho piacere di passare del tempo con i miei amici e andare il passeggiata a cavallo con loro e loro non montano in capezza, non hanno cavalli scalzi, non li tengono in branco e non si definiscono etici, ma anche se non si definiscono tali, sono in gamba, amano i loro cavalli che sono tenuti in maniera perfetta e mi insegnano tanto.

Non so se lo si possa considerare un "Parelli estremizzato" perché ci sono molti punti che non sono ripresi per nulla da Parelli...mmmm...questo non lo so...passo a chi ne sa di più...

Citazione da: Miky Estancia - Luglio 17, 2015, 04:02:43 PM
Non condivido il cavallo scalzo o l'utilizzo della capezza coi nodi o l'uscire in capezza (notare che tengo due dei miei quattro cavalli, scalzi e Snoby è stato addestrato ad essere montato senza testiera ne imboccatura).

Il cavallo scalzo, parlo per me e per la mia idea, lo si può tenere se e solo se non è un cavallo che lavora tanto o che lavora su terreni molto abrasivi, se non ha difetti di appiombi o altri difetti che comportano zoppie o altro che non conosco, se ha un buon piede che regge lo stare scalzo, se si è disposti a dargli tutto ciò di cui ha bisogno per tenere un piede sano (alimentazione, terreni adatti, lavoro moderato in modo che il piede non si consumi troppo), se è un cavallo che non soffre se scalzo per come è gestito, nel senso che se io ho un cavallo (come ha fatto un ragazzo che conosco) e ho necessità di tenerlo in un certo modo e che faccia certe attività in un certo modo e il piede non regge e gli da dolore allora si ferra almeno davanti, se ancora non va bene anche dietro.
I vantaggi del piede scalzo penso siano la maggiore aderenza su diversi terreni, il discorso sui cinque cuori, il fatto di poterli tenere in branco senza preoccupazioni, o quasi, la sensibilità del piede, che non è dolore, ma è sentire bene il terreno sotto di sé e avere un senso in più per orientarsi nell' ambiente.
Come tutte le cose va valutata con buon senso, valutando soprattutto le proprie priorità, l'ambiente in cui si vive, la condizione del piede e degli arti, e il lavoro che svolge il cavallo...

Uscire in capezza in generale mi da un po' di insicurezza (non so se intendevi la stessa cosa, forse no), anche se dipende da che cavallo ho con me e da chi è a montarlo se io, l'istruttore, un bambino...sono insicura anche a galoppare in capezza: ho paura di perdere il controllo del cavallo e di non essere in grado di recuperarlo, probabilmente può succedere anche con l'imboccatura, ma psicologicamente è diversa la questione...

Sono d'accordo sul fatto che sarebbe meglio non usare la capezza con nodi (la "capezza da lavoro") durante il grooming o per legare il cavallo, durante il lavoro io mi ci trovo abbastanza, anche se spesso devo interrompere il lavoro per stringere i nuovo il nodo e rimetterla a posto, e spesso si sposta troppo (difatti con la BB mi sento molto più sicura e tranquilla).
Tu come mai non la condividi?
Magari scopro che è meglio fare in un altro modo. Ad esempio, brevissima parentesi, giorni fa, parlando con un mio amico, ho scoperto che è rischioso per i tendini del cavallo galoppare sulla spiaggia, cosa che a me piace tanto e non credo lo farò più (troppa ansia e paura di far male al cavallo).

Queste sono secondo me i concetti importanti e fondamentali, quelli che mi hanno spinta ad avvicinarmi a questo mondo, che mi motivano ad imparare da loro e grazie ai quali riesco a star bene e inserirmi bene in questo ambiente: "Educazione, comunicazione, relazione, no speroni, vita in branco, no situazioni conflittuali..." .
"Quando accarezzi un cavallo metti il cuore nella tua mano" Pat Parelli