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Area Equitazione Classica e altro => Equitazione Classica - Alta Scuola => Topic aperto da: raffaele de martinis - Marzo 20, 2014, 01:07:45 PM

Titolo: Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 20, 2014, 01:07:45 PM
Perché in Itaglia non ci sono veri cavallerizzi?

Cioè, uomini di cavalli in grado di addestrare cavalli all'equitazione superiore, formare dei cavaglieri evoluti il tutto possedendo una ampia cultura equestre, un radicato gusto per il bello e per l'arte.
E' semplice, noi non siamo abituati al metodo e alla disciplina, si conta sull'improvvisazione e sul talento personale, qualità ottime ma coi lalli fanno poca pochissima strada specialmente se parliamo di squola classica.
I tempi dei cavalli non sono i nostri, dunque, siamo noi che dobbiamo adattarci ad essi non il contrario, inoltre, questi tempi vanno rispettati e mantenuti con professionale dedizione così i risultati arrivano, arrivano con qualsiasi lallo, e in qualunque disciplina.
Se non si sa quello che si vuole, l'addestramento superiore - specie all'initio - est cosa noiosa, meglio zompare con gli istruttori gambegambe, molto più divertente !

Ho avuto modo di conoscere meglio Philippe Karl, ne avevo letto alcuni libri e visionato una cassetta, ora, ho avuto la possibilità di approfondire la sua conoscenza: è un vero cavallerizzo e un grande signore...resto critico su alcune sue prese di posizione, ma mi rendo conto che anche lui deve campare, ora, ho trovato questo verso:

L'avait le don, c'est vrai, je conviens, l'avait l'genie, ma sans tecnique, le don n'èst rien qu'une sale manie.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 21, 2014, 12:43:20 AM
Si trova in una canzone di Brassens, ed è citato da Karl in un suo libro.
Una traduzione certamente fedele potrebbe essere:
E' vero, convengo che aveva talento e predisposizione,
ma senza tecnica,
il talento e soltanto una fottuta perversione.


L'avait le don, c'est vrai, je conviens, l'avait l'genie,
ma sans tecnique,
le don n'èst rien qu'une sale manie.

Notate che ho conservato l'andamento in rima francese anco in itagliano, dunque, il buon Karl ci dice che più che il talento, con i lalli ci vuole padronanza della tecnica e - lo spiega in seguito - disciplina e applicazione, infatti cita - a tal proposito - un altro poeta musicista, Nougaro:

La danse est une cage où l'on apprend l'oiseau.

La danza è una gabbia dove si impara ad esser uccelli - oppure in una traduzione libera ma più efficace: La danza è una prigione dove si impara a volare.

Insomma se non si fosse capito, l'equitazione superiore necessita in primis di tecnica, di disciplina, di sacrificio e applicazione e passione, poi se c'è talento ben venga.

Pensate alle etoile: Fracci, Nureyev, Fontayn, Savignano, Bolle ecc. per ottenere quella plastica facilità di movimenti devo lavorare/studiare 4/6/8 ore al giorno tutti i giorni; c'è una frase del Generale che accumuna l'equitazione superiore e la danza: ...che i movimenti siano semplici o complicati, quello che distingue l'equitazione classica (il balletto classico aggiungo io) è la leggerezza.

Purtroppo,







Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 21, 2014, 09:00:07 AM
Quanti praticano la danza classica? E quanti invece si divertono semplicemente a ballare?

Quanti scrivono testi di grandissimo valore letterario? E quanti invece usano la lingua semplicemente per comunicare in maniera decentemente efficace?

Quanti fanno MTB acrobatica? E quanti invece sanno semplicemente andare in bicicletta?

La confusione fra saper andare semplicemente, banalmente a cavallo e essere degli artisti dell'equitazione è massima....  e me ne dispiace molto.

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 21, 2014, 09:39:45 AM
Citazione da: alex - Marzo 21, 2014, 09:00:07 AM
Quanti praticano la danza classica? E quanti invece si divertono semplicemente a ballare?

Quanti scrivono testi di grandissimo valore letterario? E quanti invece usano la lingua semplicemente per comunicare in maniera decentemente efficace?

Quanti fanno MTB acrobatica? E quanti invece sanno semplicemente andare in bicicletta?

La confusione fra saper andare semplicemente, banalmente a cavallo e essere degli artisti dell'equitazione è massima....  e me ne dispiace molto.

Questo vale per i liberi cavalcanti della domenica, e sono d'accordo.
Ma cosa dire dei sedicenti professionisti? L'equitazione superiore è volta prima di tutto ai professionisti.
Ci sono una valanga di istruttori/distruttori agonisti/agonizzanti che basano il loro operato sul nulla cosmico tramandando questo vuoto spinto di generazione in generazione.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 21, 2014, 11:37:40 AM
Io avevo lasciato il plecedente mio pos con: purtroppo, a quel purtroppo sarebbe seguito più o meno quello che ha scritto Max, nulla da aggiungere: chapeau.

Posso solo specificare la mia esperientia in quel senso che - vista cogli oculi di un vecchio cavallaro - è absolutamente sconfortante...

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 21, 2014, 01:04:07 PM
Sarei felice se Max ampliasse il discorso sui gambegambe e sui nuovi maestri di equitatione classica, nel frattempo:

Lunedì sono venuti a trovarmi Gregorio e Dorian, Gregorio è un mio ottimo amico che conosco da una vita, Dorian è un puledro di tre anni, è di struttura compatta, petto largo e posteriore importante/bellissimo un pò sciddicatu (berbero)...una vera "tigre nel motore", garretti d'acciaio, piedi scalzi duri come il marmo, sguardo attento e fiero.
E' ancora tutto da fare ma è sincero, in avanti e scattante: le prime qualità da ricercare in un lallo da sella, bene, il mio pensiero è andato a Portorosa dell'anno scorso: centinaia di frison, spagnuoli & c. la maggior parte erano scarti degli allevamenti di mezz'europa pagati "a tutti piccioli" da gente incompetente, mentre Dorian, se non fosse capitato - l'anno scorso - sotto il mio sguardo e se Gregorio non avesse accettato il mio invito a comprarlo per 4lire - probabilmente - sarebbe andato al macello.


Ma perché Gregò venne a trovarmi ?

Gregorio monta da una vita, ha un'esperienza pari alla mia, ma è venuto da me per avere qualche suggerimento per non fare degli errori nella primissima fase dell'addestramento...è come se avesse scritto su questo foro, tra l'altro: il mio lallino è sensibilissimo alle gambe, ma non distingue quando deve spostare il post e quando deve andare avanti, lui va sempre, e se cerco di corriggerlo si mette in difesa, come faccio ?

In 7 minuti risolto il ploblema.

Ora, il mio amico fa equitatione da campagna, ma da cavallaro serio cerca di addestrare - stranamente - il lallo alla campagna, ma non disdegna la riunion, l'appoggiata, le volte sulle spalle et sulle anche...anco il campo, tutte cose che servono - se ce le hai - puro in campagna.

Dunque, l'atteggiamento nichilista di Alex est absolutamente incomprensibilo, ad esempio, nella maggior parte dei frequentatori di squole di danza, il piacere di imparare a ballare bene, non è dettato dal fatto di andare a far competitioni o diventare maestro di danza, ma semplicemente perché gli piace ballaro bene et per far ciò bisogna - anche se a livello dilettanto - bisogna applicarsi/impegnarsi/studiare.

La stessa cosa dovrebbo essere per l'equitatione...il ploblema sono i cavallerizzi, ma - anche se il fatto non mi consola - il Generale disse 150 anni fa: perchè i grandi cavallerizzi formano pochi aglievi ? Perché i veri maestri di equitatione sono rari, sopratutto fuori di Francia ?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 21, 2014, 01:24:12 PM
Raffaele ha ragione quando dice che la maggior parte di chi frequenta le scuole di danza (e i maneggi) non desidera andare a competere o insegnare ma solo imparare a ballare (montare) bene.
Molto raffinata la traduzione, pure in rima, di Brassens, concordo, ma se si vuole puntare in alto il talento è indispensabile-
Io credo che si debba distinguere tra chi è dotato di un talento naturale, di una predisposizione verso la danza, l'equitazione, la pittura, quel che volete e che, unendo il talento innato con la dura fatica quotidiana per apprendere la tecnica, potrà raggiungere l'eccellenza, e chi , come tutti noi credo, non particolarmente talentuosi, dobbiamo sopperire con il lavoro, la fatica, la testardaggine ecc.
Non diventeremo mai dei cavallerizzi ma forse degli onesti cavalieri sì.
Resta l'irrisolto problema degli insegnanti.

Da quello che scrive Alex mi pare che, convinto di non riuscire ad eccellere, getti la spugna prima di cominciare, come se non valesse neanche la pena di impegnarsi. Naturalmente non lo conosco, è solo l'impressione derivante da ciò che scrive.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 21, 2014, 01:30:42 PM
Il mio proverbio prediletto è: il meglio è nemico del bene. Una delle chiavi della mia personale filosofia è in una breve, piccola parola: accontentarsi. Accontentarsi è, fra l'altro, sininomo di libertà: libertà dalla schiavitù di desiderare sempre più di quello che si possiede.

Chi lo capisce fino in fondo e lo condivide, può capire anche me; chi si propone il meglio, e non sa quindi, nè tantomeno vuole,  accontentarsi, non lo può capire.

PS: sono ben consapevole che in questa civiltà basata sulla competizione in tutto, il mio potrebbe essere considerato il ritratto del perfetto perdente; pazienza.  :horse-cool:
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 21, 2014, 02:10:16 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 21, 2014, 01:04:07 PM
Sarei felice se Max ampliasse il discorso sui gambegambe e sui nuovi maestri di equitatione classica

Cioè?!?!?!
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 21, 2014, 02:25:02 PM
Alex, lo diceva anche un mio prof di chimica all'uni (lui diceva: "l'ottimo è nemico del bene"). E' vero che se ti accontenti ti liberi della schiavitù di desiderare di più e di competere ma contemporaneamente ti autolimiti.
Io non dimenticherò mai la gioia e la soddisfazione provate all'università di fronte ad una materia che pensavo mi fosse ostica. Ho studiato anche la notte, disperato, mi sono inquizzita, addirittura mi sono costruita modellini da sola per capire, poi alla fine la lampadina si è accesa, l'esame ha avuto un ottimo risultato e da lì in poi tutta la strada è stata in discesa.
Tante volte nella mia vita mi è capitato di dover scegliere se accontentarmi o tentare e vedere se riuscivo a fare qualcosa in più , ho sempre scelto di tentare, se non altro non sarei rimasta col rimpianto di non sapere se ce l'avrei fatta o meno.
Comunque massimo rispetto per le scelte di chi preferisce accontentarsi, basta essere soddisfatti della scelta, appunto :horse-wink:
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: bionda - Marzo 21, 2014, 10:35:21 PM
Ha ha, credo che alex sia un filino ipocrita, in realtà non è che si accontenta, è invece molto pignolo sulle basi, e di conseguenza conscio del fatto che oltre le basi non andrà mai. Tutto sommato meglio che cercare risultati per finta.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 21, 2014, 11:21:04 PM
Va benissimo, basta non accontentarsi delle basi così così e cercare di ottenere basi sempre migliori.
Credo che nessuno di noi amatori andrà mai molto oltre le basi.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 12:10:16 AM
Citazione da: bionda - Marzo 21, 2014, 10:35:21 PM
Ha ha, credo che alex sia un filino ipocrita, in realtà non è che si accontenta, è invece molto pignolo sulle basi, e di conseguenza conscio del fatto che oltre le basi non andrà mai. Tutto sommato meglio che cercare risultati per finta.

Brava Bionda!   :horse-smile:

Ogni tanto penso alla favola della volpe e dell'uva, e un po' volpe mi sento, ne sono consapevole. Però.... c'è volpe e volpe; c'è quella che rinuncia solo dopo essersi stremata a forza di salti, e quella che prima ancora di fare il primo salto ha valutato ad occhio l'altezza del grappolo e non ci prova nemmeno... nessuna delle due mangia l'uva, ma la seconda si è stancata di meno e intanto che la prima saltava e saltava (divertendosi un mondo, pare; ognuno si diverte come meglio crede) ha magari trovato soddisfazione altrimenti. :horse-wink:
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 01:04:30 AM
Come al solito la discussione va al rialzo...

Ora, come ho detto, decine di migliaia di coppie vanno a squola di danza e - a qualunque età - cercano di migliorarsi anche se non faranno mai vere competitioni.

Ad esempio, tramite una amica di mia moglie ho conosciuto un gruppo di danza storica di Mazara, si riuniscono periodicamente e curano le coreografie e di tanto in tanto fanno esibizioni per beneficenza.
Sono professionisti, commercianti, artigiani ecc. tutti sanno di Strauss, Bellini, Verdi, grazie agli organizzatori, hanno competenze su costumi, sulle musiche, sul periodo storico che rappresentano, infatti, gli animatori sono preparati a fondo sull'argomento e fanno ricerche per approfondirlo e impongono una disciplina per raggiungere i loro scopi, coivolgendo tutti su personaggi emblematici del periodo quali: Sissi, il Gattopardo, la corte italiana, Radesky, lo zar delle russie, ecc.
https://www.youtube.com/watch?v=S-A2tQmjiGk
In un certo senzo, il cosidetto binomio potrebbo esser paragonato ad una coppia di ballerinio dove - se l'affiatamento est iusto - l'homo indica e il lallo esegue.
L'anno passato, facemmo un misero tentativo di organizzare una semplice coreografia coinvolgendo il gambegambe e i 4 migliori binomi di s.o.
Tre o quattro sedute e il Cimarosa capì - in preda ad un attacco isterico - che la cosa non era possibile, coordinare in facili evolutioni 5 binomi formati da ragasse confermate a lallo e da cavalli addestrati (si fa per dire) fu miscionimpossibol, si sarebbe dovuto cominciare d'accapo/dalle basi, fatto improponibile anche perché a quelle ragasse gliene fregava una beatissima minchia della coreografia, dunque, elle tornarono - con viva e vibrante soddisfazione - a zompare per fatti loro.

Ora, se riunissi tutti gli aglievi (alcuni montano da anni) e dicessi, parlatemi di: spalla in dentro, Oliveira, travers, testa al muro, Fillis, piego, La Gueriniere, L'Hotte, piaffo...vedrei degli occhioni sgranati e sentirei confusi borbottii.

Quì convergono due deficienze: la mancanza di istruttori preparati, la mancanza di volontà degli aglievi ad imparare le fondamenta della bella equitatione.
Una ventina d'anni fa organizzai dei "cenacoli" di cultura equestre, con proiezioni di videocassetten ecc. il tutto a gratis, tentativo abortito subito, tenete presente che per 5/6 anni ho fatto da istruttore in corsi professionali, dunque, so come si deve tenere desta l'attenzione dei ragazzi e son abituato a parlare in pubblico, in realtà, alla maggior parte degli utanti mancavano le basi elementari per capire, era come se parlassi di equazioni ad un pubblico che conosceva manco la divisione, tanto per fare un paragone alla Patrone...

Ora,

...a proposito, per chi volesse sapere chi aveva talento ma non tennica ecco svelato l'arcano:
http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2012/02/travagli-del-traduttore.html




Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 07:42:42 AM
Affascinante lettura, quella pagina del blog.

Vi sono parole che sottolineano la nostra umana schizofrenia, il rapporto amore/odio verso qualcosa.

Uno dei casi che ho scoperto per primo, amante come sono della natura (e cosa intendo, precisamente, per "natura" lo dirò un'altra volta), è "silvestre" e "selvaggio". Indicano esattamente la stessa cosa (territorio coperto da boschi) ma una le indica il lato attraente, la seconda il lato pauroso. Due aspetti della stessa,identica cosa.

Ispirato dall'inizio di questa discussione, ecco a voi un'altra coppia: "artistico" e "artefatto" oppure "artificiale". Tutti vedete che "artificiale" è l'opposto di "naturale", tutti voi pensate di amare la natura, tutti voi quindi dovreste sprezzare l'artificialità; eppure in  molti apprezzate l'artistico, ossia l'opposto del naturale.





Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 10:22:43 AM
La madre natura bona da apprezzare est fabula falsa, la natura è malvagia, tinta, paurosa/fa paura, appunto. Cosa c'è di più naturale di un terremoto o di uno zunami ? Il vibrione del colera est naturalissimo e se è naturale perché accanirsi contro il batterio della peste ?

Generationi di medici, architetti, scienziati hanno impiegato tutte le loro intelligenze per coriggere la mala matre.

Non zo quali boschi naturali frequenti, io ne conosco alcuni in Sicilia, alcuni in Sardegna: sono infrequentabili, non ci vai, non ci passi a meno che tu non sia un cinghiale, o ci vai armato di macete...con una squadra di macetisti.

Dunquo, se devo scegliere tra naturale et artistico non ho dubito: artistico.

Cosa c'entra tutto ciò con i miei cavallerizzi, solo Iddio lo za.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 12:19:56 PM
Rispettosamente ti faccio notare che esiste una cosiddetta "equitazione naturale", e che non è nata ieri. Quindi, c'entra eccome.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 01:54:52 PM
La cosidetta equitazione naturale si riferisce - con ottime ragioni - al sistema di Caprilli, in quanto prefiguira l'atteggiamento naturale dello lallo in oppositione a quello di squola.
Solo in quest'accezione l'aggectivo naturale ha un senzo, in tutti gli altri casi è un ossimoro
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 02:25:08 PM
E allora per te un quiz: cosa c'è di assolutamente e profondamente naturale in ogni forma di equitazione (che permetta di stare decentemente in sella) e in ogni forma di governo dello lallo (che gli consenta una vita decentemente lunga e sana)?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 02:42:44 PM
Il buon maneggio: i lalli della squola di Vienna sono longevi per razza et rimangono soddisfacentemente  sani fino ai trent'anni per l'ottimo maneggio...eppuro quella èst tutto tranne che equitatione natural.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 04:05:47 PM
Non la faccio lunga. Come nel bosco la vera naturalità sta nella dinamica, nell'evoluzione del bosco, così nella domesticazione del lallo la naturalità consiste nella sua adattabilità: che è totalmente e assolutamente naturale; e che gli permette di adattarsi dinamicamente a varie condizioni e a vari governi/maneggi..... purchè si resti dentro i limiti naturali di tale adattabilità.

Poichè l'uomo ama le sfide, porta il cavallo ai limiti estremi della sua naturale adattabilità, a quei limiti per cui non tutti i cavalli ce la fanno.

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 07:24:34 PM
...così nella domesticazione del lallo la naturalità consiste nella sua adattabilità:..

La naturalità della domesticatione lallina - etologicamente - non stà affatto nella adattabilità.

Forse volevi dire: così nell'addestramento del lallo la naturalità consiste nella sua adattabilità
...allora ci siamo !
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 22, 2014, 07:56:54 PM
No. Anche nella domesticazione: nel cavallo è connaturato quel grado di adattabilità che la rende possibile. Ed è sempre connaturato l'insieme dei meccanismi naturali di apprendimento, che rendono possibile l'addestramento.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 09:30:10 PM
Sono due cose diverse, altrimenti non si spiega perché il lallo èst domestico e l'onagro nein, l'asino si e la zebra not, la volpe no lo cane si.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: bionda - Marzo 22, 2014, 11:15:03 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 22, 2014, 09:30:10 PM
Sono due cose diverse, altrimenti non si spiega perché il lallo èst domestico e l'onagro nein, l'asino si e la zebra not, la volpe no lo cane si.

Non è quello che ha detto alex?

Raffaele, per piacere, scrivi in italiano. Io mi sono stufata delle tue licenze poetiche, e non credo di essere l'unica.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 23, 2014, 01:10:41 AM
Ho perso il filo di questo posto, comunquo quello che volevo significare lo trovate in questo linco:
http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2014/03/ippo-tesi-di-philippe-karl.html

Per il sollazzo di Bionda e le altre ragasse, è scritto in itagliano incommensurabilmente belo et sforbito...elf uhr kein Wein ?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 23, 2014, 07:05:17 AM
Per farmi perdonare della deviazione naturalistica (ci torneremo sopra, volendo, altrove...) mi son letto l'interessantissimo post sul blog e questo è il mio commento: a diverso livello, a partire da quello elementare, tutto quello che dice Karl dovrebbe valere; non solo per l'equitazione artistica, ma anche per la più semplice equitazione di base, senza pretese di eccellenza.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 23, 2014, 10:28:43 AM
In equitatione tutto sembra scontato, tutto sembra desgiàvù, ma in realtè c'è voluto L'Hotte per dire/spiegare a Chiara e a Lettera l'assioma, la maggior parte dei putei e delle ragasse che zompano, non si rendono conto che il morso ma anco il capesson, la bb fanno male/devono far male.
I gambegambe gli dicono che si mette il ferro sulle barre che sono senzibbili, e via a zompare!

Per mio sollazzo, offro - se gli piace - uno spatio a Max nello meo bloggo, riguardo l'addestramento superior et la conoscentia dei maestri e degli aglievi e delle letture che ha conosciuto...reputo assai importante il suo punto di vista.

Caro Alex, la differentia tra fare una cosa correttamente seguendo li boni principi o in maniera improvvisata è nulla, anzi è più facile farla seguendo li boni et giusti principi...te lo dice un cavallaro che improvvisò molto...tanto. 
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 23, 2014, 10:51:58 AM
Ho letto il blog  :chapeau:
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 23, 2014, 01:29:27 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 23, 2014, 10:28:43 AM
Caro Alex, la differentia tra fare una cosa correttamente seguendo li boni principi o in maniera improvvisata è nulla, anzi è più facile farla seguendo li boni et giusti principi...te lo dice un cavallaro che improvvisò molto...tanto.

E cosa pensi che io stia cercando? Basta che i principi siano veramente buoni; e non è affatto detto che i buoni principi per arrivare all'equitazione superiore lo siano altrettanto per l'equitazione inferiore; proprio come gli esercizi alla sbarra delle ballerine classiche, e le scarpette per danzare sulle punte e la preparazione fisica di anni che richiedono, non sono affatto un buon principio per forme di danza elementare.

E chi me li insegnerà, visto che chi conosce l'equitazione veramente bene ha la fissa dell'equitazione superiore e anche senza volerlo ragione in quei termini?

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 23, 2014, 05:36:52 PM
Non confondiamo la fissa per l'equitazione superiore con la fissa per l'equitazione artistica.
La prima è utile anche e soprattutto ai principianti, la seconda è facoltativa e finalizzata agli spettacoli.

La questione è che ci ritroviamo con una cultura equestre talmente di bassa lega che il primo pistola che tenta di spiegare la messa in mano viene visto come un eccentrico fissato, guardato persino con sospetto. In realtà sarebbe di una banalità disarmante.

Voglio dire, meglio conoscere qualcosa in più che qualcosa in meno. Se poi torni a casa e, con quelle conoscenze, fai dei disastri, sono fatti tuoi. Mi raccontavano di gente che dopo il corso con Gandini (guru del barefoot ndr) tornavano a casa e credendo di aver capito tutto azzoppavano i cavalli, ma mica era colpa di Gandini o del barefoot. Difatti a me non è successo anzi mi è servito molto.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 23, 2014, 05:37:50 PM
Ringrazio Raffaele per la proposta, a dire il vero ne sono lusingato ma non credo proprio di avere il tempo.......
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 23, 2014, 06:15:08 PM
...fa niente, si trattava semplicemente di dare ordine a concetti come quello sopra.

Il buon Alex, che ha cominciato ad andare a lallo solo 20 anni fa e si trova di fronte a un trilemma:

1)seguire il suo istinto di autodidattta.

2)andare a squola dar mejo cavallerizzo.

3)seguire i guru della beatissima minchia tipo Parrelli&C.

Secondo me li ha provati un pò tutti - con cadaverica e staticissima insoddisfazione - ma se avesse cominciato a cavalcar 50anni fa da bambino, avrebbe comunque un dilemma: scegliere tra i primi due punti e qualunque scelta facesse sarebbe giusta....

Dunque per un doveroso contrappasso dopo l'equitatione bella parlerò dell'altrettanto bella equitatione istintiva: http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/2014/03/equitazione-istintiva.html

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 23, 2014, 06:56:27 PM
Avendo fatto oltre 10 anni di danza classica con conseguimento di relativi diplomi ecc. contraddico subito Alex. Gli esercizi alla sbarra e quelli non alla sbarra sono uguali per tutti (anzi anche i ballerini affermati devono continuare ad esercitarsi quotidianamente per tutta la vita), seguono una progressione in modo da far sì che, mediamente dopo 5 anni, le ragazzine possano indossare le terribili ed agognate scarpette da punta perchè il piede, le articolazioni, i muscoli ecc. sono stati messi in grado di sopportarle.
Gli esercizi cambiano poco, cambia molto invece lo sforzo, la fatica, la durata, l'agilità ecc. e per giorni e mesi si prova sempre il medesimo esercizio per rendere il movimento perfetto, dissimulare lo sforzo, acquisire leggerezza.
Credo che a cavallo sia lo stesso, provare e riprovare per migliorare, perfezionare, alleggerire, sentire, capire. In realtà a parte pochi esercizi particolari l'amatore e il Maestro fanno le stesse cose, quello che cambia è il come le fanno.
Secondo me il problema fondamentale è che non ci sono istruttori che sappiano e sappiano insegnare, quello che scrive Karl è una chimera.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 23, 2014, 07:35:22 PM
Non sto parlando della danza classica.... sto parlando di una tranquilla e allegra danza da sagra di paese! Non dirmi che per imparare quella danza lì (che pure è danza) occorrono gli esercizi per indossare le scarpette per ballare sulla punta.... se me lo dici non ti credo.

L'equitazione "che mira all'equitazione superiore" è piena di queste cose difficili, utili solo come base per prepararsi all'equitazione superiore; "esercizi per prepararsi alle scarpette per ballare sulle punte". E si perdono di vista le banalità veramente importanti; quelle che insegnano solo Parelli, McLean, e pochi altri, guardati con sufficienza dai "cavallerizzi". Questa sufficienza è veramente irritante.





Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 23, 2014, 07:56:58 PM
...quello che scrive Karl è una chimera...in Itaglia, of course.

In questo inclito foro, vidi un video,  :icon_eek: dove un maestro (si fa per dire) itagliano insegnava l'entrata negli angoli ad un aglievo: imbarazzante.
Dovrebbe esser portato come fulgido esempio di come non si insegna qualcosa a quaccuno.
Decenni di squola militare non passarono invano, avrò fatto 7/8 letioni con un ex marmittone: marecciallo dei carabbinieri a riposo: fu subito amore.
Mai preso più una letione di equitazione: ho rubbatio cogli occhi: in Francia, Germania e Spagna...allora non c'era il tubo.

Ebbene si !
Bisogna applicarsi anche per ballare (bene: assieme agli altri) la tarantella, il ballo sardo, la pizzica ecc.
Irritati iritati fortemente: le parrellate son state studiate a tavolino ploprio per ragasse come te: la maggioranza che frequenta oggi i manecci a parte gli aglievi dei gambegambe












Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 23, 2014, 08:03:41 PM
Citazione da: alex - Marzo 23, 2014, 07:35:22 PM
L'equitazione "che mira all'equitazione superiore" è piena di queste cose difficili

No aspetta, vuoi dirmi che tu hai trovato subito facile andare in bici senza rotelle? O camminare eretto fuori dal girello?
La gente che vuole tutto facile mi manda in bestia. Non perché sono masochista e mi cerco tutte le cose difficili, ma perché questa gente ha smesso di imparare, si crede di sapere, e così facendo rovina un intero settore.

Ti è venuto facile imparare l'HTML? Un pochino, perché magari masticavi già qualcosa. Ma sapresti suonare una chitarra senza conoscere nulla di musica? Io no, se volessi imparare saprei che sarebbe molto molto difficile all'inizio. Ora, ti pare che comprarmi comunque una chitarra e mettermi a sditerellare sulle corde mi autorizzi ad additare come "esagerato" chi invece si impegna ad imparare bene? Certo, allo stesso tempo sarebbe dovere di quello che sta imparando bene non lasciarsi andare a facili ironie verso l'amico che invece strimpella, ma comunque, chi dei due avrebbe più diritto a criticare l'altro?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 23, 2014, 08:05:19 PM
Alex ma allora tu devi prima di tutto chiarire se vuoi fare danza classica o la sagra della porchetta :horse-wink: dopo di che ovviamente il percorso sarà diverso.
Io avevo inteso il tuo discorso nel senso che ti piacesse il lavoro in piano e ritenessi superflui esercizi basilari per tutti, amatori, dressagisti, guru dell'equitazione superiore ecc.
Comunque chi ha fatto bene danza classica di certo sarà più aggraziato anche a fare il ballo del qua qua :firuu:
Se tu conosci le basi anche una passeggiata l'affronti in modo diverso

Credo che molti guardino con sufficienza Parelli & C. perchè spacciano per oro colato concetti che non sono affatto nuovi e ne hanno fatto  un business.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 24, 2014, 10:00:34 AM
sabato sono stato in una scuderia di commercio, solo commercio, molto conosciuta.
ho visto una ragazzetta fare un percorso non grosso, sarà stato un metro e venti.
la cavalla infuocata ma ordinata, una bomba.
poi, intervallo a trotto a redini lunghe, e si è messa a fare: testa al muro, spalle in dentro, groppa in dentro, pirouette (da cui usciva poi in galoppo medio), cambi di galoppo al volo.

e questa ragazzetta era la piu scarsa che ho visto montare lì. c'erano due cavalieri che saltavano in cima ai pilieri, chiacchierando amabilmente tra loro. i cavalli perfettamente agli ordini lavoravano su due piste nel risaldamento, cambiavano di piede correttamente, avevano bellissime andature (non contratte), erano elastici, con la nuca leggermente aperta ecc.

i posti top sono così. poi c'è la fascia medio/alta, poi la fascia media, poi la fascia bassa e poi la fascia infima. come in tutte le cose.

vai al ristorante e puoi magiare spazzatura esattamente come puoi mangiare benissimo. tutto dipende dalla preparazione del cuoco e dalla sua voglia di fare un piatto decente.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 24, 2014, 10:45:29 AM
Certo, ma tu stai parlando di una scuderia da commercio (oltretutto mi par di capire specializzata in SO) dove venderanno cavalli da svariate migliaia di eurini perfettamente addestrati. In maneggio da me c'era una signora che, per varie circostanze, si è trovata ad avere in fida una cavalla (figlia diretta di Sir Donnerhall) che faceva i St. George. La signora con questa cavalla andava benissimo: cambi, appoggiate ecc,ecc.
Quando la cavalla è andata a fare la fattrice la signora è improvvisamente ripiombata giù dall'Empireo tra noi comuni mortali, questa sigmora il l'ho vista montare la cavalla che ho in fida io (vecchietta, rigidina), ti assicuro che la signora sembrava un'altra persona.
Appurato che il cavallo addestrato (e non necessariamente costoso come spesso ci ha dimostrato Raffaele) è componente indispensabile (ovvio), noi stavamo discutendo di Maestri che paiono del tutto inesistenti (almeno per noi amatori) e di allievi (sempre amatori, non professionisti) disposti o meno a farsi un chiulo tanto per imparare "il poco".
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 24, 2014, 11:14:42 AM
Non è questione di montare da Dio, saltare le case come fossero barrierine o saper fare le due piste (e viva Dio anche qualche estensione dell'incollatura, ben venga) ma di cultura e fame di essa. Vedo gente montare benissimo ed eseguire anche delle perfette appoggiate, ma non è affatto sinonimo di un background culturale in materia, o di avere una mentalità aperta, o di amare e capire quello che si sta facendo. Anzi i migliori maestri di solito li trovi in postaci sperduti, non nei posti top da vip, ed in genere montano anche male.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 24, 2014, 11:40:57 AM
Ci fu un periodo, nel quale veniva a dar lezioni in un maneggio quì vicino il generale Tommaso Perrone, meschino è mancato già da qualche anno, avevo un ottimo rapporto umano con lui e spesso abbiamo scambiato delle opinioni con una buona bottiglia davanti, è inutile dire che eravamo in disaccordo su tante cose, ma sui principi fondamentali c'era concordanza.

I ragazzi - comunque - avevano tanto da imparare da lui, ma è durato pochissimo, perché ?

L'ha detto Max: mancanza di cultura, e questa ci può stare, quello che non ci stà è rifiutarla, inoltre i giovani zompazompa andarono - accompagnati dal generale - a fare qualcosa (forse un saggio) ai Pratoni del Vivaro, bene, i ragazzi si dimostrarono incapaci di sottostare neanche ad una leggera disciplina: arrivare in orario...il povero Tommy tornò con l'esaurimento nervoso e da allora - giustamente - non si fece più vedere.

   
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 24, 2014, 01:52:15 PM
Volevo un attimo ritornare all'esempio del famigerato video sugli angoli ricordato da Raffaele.
Quando ho letto il post ho subito pensato: " Ma come fa una persona qualunque, che desidera imparare a montare, capire se l'insegnante è competente, sa e sa insegnare?"
Ho scritto che gli insegnanti descritti da Karl secondo me non esistono, Raffaele mi risponde che non esistono il Italia, e allora che facciamo, emigriamo tutti?
Raffaele è nato in mezzo ai cavalli quindi gli elementi per valutare un insegnante li avrà insiti nel suo DNA ma prendiamo una persona normale, di normale intelligenza e cultura che si avvicina all'equitazione, che fa?
Vi dico quello che ho fatto io. Assolutamente digiuna mi sono affidata al centro più noto della mia città, FISE, istruttori qualificati, tanti cavalli da scuola, tenuti bene (apparentemente), tutto pulito, ordinato, ottimi risultati in gara di molti allievi ecc. Ottimo, c'erano tutte le premesse per ritenere che il centro fosse valido.
Ho impiegato 2 anni per capire che non è tutto oro quello che luccica, ma nel frattempo, siccome mi ero appassionata, sono curiosa, studiare mi piace molto, mi ero informata, seguivo i forum, avevo cominciato a leggere ecc. quindi ho potuto ragionare un pochino di più su quello che vedevo e che mi insegnavano.
Ho cambiato posto, ho continuato a leggere e ora ho un briciolino di spirito critico in più, non accetto pedissequamente tutto quello che mi propinano ma ancora sono ben lontana dal poter valutare con sicurezza l'insegnamento che mi viene offerto.
Se neppure l'insegnamento di un personaggio arcinoto come quello del video di cui parlava Raffaele, uomo di indiscutibile cultura, palmares fantastico ecc. ecc. è valido (ed in effetti almeno quel video qualche dubbio lo suscitava) allora come si fa a capire che un insegnante è quello giusto? E' impossibile, lo si capisce solo strada facendo ma allora l'insegnante avrà prodotto dei danni che occorrerà riparare...
Forse ha davvero ragione Alex che rinuncia a priori.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: Bubba - Marzo 24, 2014, 02:26:04 PM
In effetti... se penso quanto ho.speso in lezioni inutili ( alla Edgard) se non sbagliate.. specie all' inizio. Poi un po' di spirito critico, un po' di cultura ti aiuta ad evitare il peggio.
Io mi son fatta questa idea : studiando con serieta' ( ma anche li, prima di capire dove studiare...) riesci ad accorgerti se ti propongono escortanate. Sai cosa non devi fare, cosa non va fatto.
Che e' gia' tanto..
Ma se uno vuol capire cosa fare, come farlo.. niente, ci vuole un istruttore. O stai ferma come un baccala'.
Io sono " imbaccalata".
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 24, 2014, 02:34:53 PM
Non dico assolutamente che sia facile nè insegnare nè imparare un'equitazione semplice, di base. Dico però che un vero maestro dovrebbe innanzitutto chiedere agli allievi: dove volete arrivare? cosa vorreste imparare?

Alcune cose sono generali e indispensabili sempre e comunque; l'equilibrio indipendente, la meccanica degli aiuti, l'immediato rilascio degli aiuti al momento della risposta del cavallo. Ma già dalla scelta della sella (inglese vs. da lavoro) le cose cambiano parecchio; la stessa imboccatura (che giustamente Parelli utilizza solo molto in avanti nell'istruzione, essendo adatta a "messaggi fini") è inutile; per non parlare della riunione, che è "alta scuola".
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 24, 2014, 03:15:31 PM
Ma questa paura della riunione... mah...

Messa come la metti tu, sembra che ad un bambino il primo giorno di scuola gli si debba chiedere: da grande cosa vorresti fare? L'avvocato? Bene, allora ti precludiamo questi, questi e questi studi tanto per fare l'avvocato non servono, mentre dovrai imparare bene questi altri.

Non si dovrebbe precludere niente, anche perché uno non sa quello che vuole fare fino a che non prova di tutto. Si dovrebbe discutere quindi liberamente di tutto, anche di riunione, e magari provare a capire cosa vuol dire. Un insegnante infatti non è nient'altro che una persona che condivide un pezzo del cammino di un'altro. Se il bambino ti chiede "come si arriva sulla Luna?" che rispondi? "tu sulla Luna non ci devi andare, dimenticala, tanto hai detto che farai l'avvocato no?".

Il problema che tu accusi non nasce dalla riunione in se, ma da una situazione generale paradossale. Cioè quasi tutti gli istruttori inculcano nella gente che certe azioni generino la riunione e che questa sia necessaria. Come se al bambino non venga chiesto cosa vuole fare da grande (e fino qua, ok) ma subito dopo anziché esplorare insieme le possibilità offerte gli venga detto di fare sempre solo in un certo modo e che così facendo diventerà astronauta: "ecco, vedi? senti? tira i freni e pedala forte! lo senti il rombo del motore? stai decollando! lo vedi che sei già in orbita?" mentre in realtà non succede nulla anzi nella realtà il bambino è seduto su una bici e la sta scassando frenando e pedalando allo stesso tempo. Crede di essere un astronauta, non ha chiesto di diventarlo, in realtà infatti non lo è, però tuttosommato si sente figo.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 24, 2014, 03:36:17 PM
E' vero o non è vero che la riunione è il primo punto della "haute ecole"?

Non è che ne abbia paura; semplicemente prendo atto di questo. Per tutta la "bassa scuola" non serve; non esiste; non dovrebbe essere nemmeno nominata. E poi, che cos'è questa vergogna di nominare la "bassa scuola"? Ci si vergogna forse di frequentare le "scuole medie inferiori" prima delle "scuole superiori"? Alle elementari si studia forse il greco?



Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 24, 2014, 04:32:51 PM
Quando andavo alle elementari io, la maestra nell'ultimo anno usava spesso ricordarci: "quando sarete alle medie questa cosa etc etc"... Quindi no, io bambino delle elementari non sapevo nulla delle medie e nemmeno le nominavo, ma la maestra lo sapeva bene, DOVEVA saperlo se voleva prepararci.

Il fatto è che (se hai mai addestrato qualche cavallo lo sai) le cose nella realtà non sono mai così lineari come nell'indice di un libro. Hanno messo l'inizio dell'alta scuola dopo la bassa scuola, tra le partenze al galoppo semplici e l'inizio delle arie basse. E dove dovevano metterla scusa? Un'ordine logico uno se vuole stendere un libro se lo deve dare. Però capita che po' di riunione chiesta come si deve elimina anche certi problemi della bassa scuola che altrimenti resterebbero sempre.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 24, 2014, 04:38:40 PM
Ma io sarei molto felice di avere un maestro ELEMENTARE ma lo vorrei con i fiocchi e i controfiocchi e vorrei imparare alla perfezione a fare le aste, a fare le addizioni ecc.ecc.sarebbe già tantissimo.
Alex, tanto per fare un esempio, tu ritieni giustamente indispensabile l'indipendenza degli aiuti ma una vera indipendenza degli aiuti, confermata, che non viene mai meno ti pare cosa da poco? Avercela!
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 24, 2014, 04:54:56 PM
il punto è un pò diverso ancora.

io penso che non ci sia molta differenza tra addestrare un cavallo e un principiante.

prendi il puledro e puoi fare due cose, entrambe legittime e funzionanti. puoi iniziare utilizzando aiuti molto palesi, molto forti, e poi man mano che impara diminuire l'incisività degli aiuti. oppure puoi iniziare utilizzando aiuti molto leggeri e mantenerli leggeri sempre durante il suo addestramento. nel primo caso ci vorrà meno tempo a mettere il cavallo in grado di fare le cose. però ci vorrà tantissimo tempo a mettere il cavallo in condizione di fare quelle cose con aiuti leggeri. nel secondo caso ci vorrà tantissimo tempo  a mettere in grado il cavallo di fare le cose e però saranno subito fatte con aiuti leggeri.

questa è una prima cosa, che fa la differenza. la sensibilità. chi insegna (a cavalli e cavalieri) in modo sensibile ottiene allievi sensibili. e la sensibilità altro non è che una forma di ascolto, anche (perchè no) di quello che è stato scritto, di quello che è il patrimonio culturale del nostro sport.

c'è però da dire che trovo estremamente divertente questo accanimento contro gli istruttori "saltapali". i saltapali in verità possono essere pagliacci esattamente come i karlisti, come i classici, come i naturalisti (o, perchè no, naturisti.....).

io ho una mia personale idea del perchè ci sia, da parte di coloro che non saltano, questa idea che i saltapali siano tutti machisti tira e spingi.
un pò perchè, francamente, a lavorare solo in piano ci si rincoglionisce. si diventa nichilisti. si comincia a fissarsi sul nulla, sull'aria fritta, ci si parla addosso, si filosofeggia troppo. l'assenza di azione, di adrenalina, la ripetizione, la ricerca di chissà quale pelo nell'uovo a volte stroppia.
chi salta e fa concorsi può farlo bene o male ma in genere lavora in piano e fa tutto quello che fanno i dressagisti. solo che lo approfondisce di meno. solo che lo perfeziona di meno. sono che si rincoglionisce di meno. e siccome ha adrenalina e deve tirare fuori il coraggio e lo spirito di improvvisazione, si annichilisce di meno, accetta anche di fare le cose un pò alla carlona quando capita, e deve per forza fare i conti col fatto che si, va bene, il cavallo avrà questo e quel problema, ma una precessa è una precessa, una carrozza è una carrozza, una girata storta è una girata storta, un tempo in piu in una linea è un tempo in piu in una linea. questo fa la differenza. perchè chi non salta si arrovella il cervello su cose complicate come... il mio cavallo porta la groppa all'interno. come mai? cos avrà? forse non ho raggiunto sufficiente simmetria? forse cerca di sottrarsi? e perchè? non è che magari la superca**ola con scapperamento a destra sta influenzando l'estensione della spalla? e se fosse invece che una contrazione del muscolo superiore va a sacrificare l'impegno del posteriore? o forse il suo ingaggio? o forse che.... cioè... è ovvio che la gente, in linea di massima, da uno sport vorrebbe evitare menate pseudocervellotiche di questo tipo. cioè io recentemente ho dato un occhio al gruppo classical dressage e ci sono pagine e pagine di minchiate se una foto è di un passage o di un piaffe... se c'è simmetria tra inclinazione dell'arto anteriore e posteriore del trotto o meno... se l'iperflessione porta a un allungamento del tendine della spalla e quindi a una spettacolarizzazione del gesto di anteriori che poi viene premiata in gara o meno. cioè che menate.

chi salta quanto meno ha un pò di palle e un pò di adrenalina e quando fa una girata di me**a si gira, guarda l'istruttore e dice: ho fatto una girata di me**a. ci si fa una risata e si torna, girando un pò meglio. una cosa molto piu semplice da un certo punto di vista. senza essere tecnicamente piu semplice, anzi. senza contare che il tutto è complicato da elementi di imprevedibilità (la posizione del salto, i colori, i riempitivi, la lunghezza di una combinazione, la combinazione dei salti ecc), di eccitazione, di attività, che nel lavoro in piano puro non ci sono.

e non è che non ci sia cultura. voi partite da questo presupposto perchè in Italia dopo caprilli s'eran tutti rincoglioniti a rinnegare la scuola classica, addirittura giungendo a fare tabula rasa del passato e a bollare come pressochè inutile il lavoro in piano (e pure questo fu un travisamento dell'insegnamento di caprilli, che era un tipo strano ma non un cafone ignorante). i caprilliani si erano un pò invasati, fissandosi su quattro slogan e facendo diventare stupida e grossolana un'equitazione che non lo era. così come i karlisti si sono fissati su quattro slogan da bacio perugina (adattissimi per altro ad un pubblico di ragasse amanti dei lalli, come dice raffaele) facendo sembrare stupida una scuola che non lo è. idem i tetteschi tressacisti con la mitica scala, come se uno potesse fare uno schemino di come si lavora un cavallo. un cavallo non è una formula chimica che se unisci una parte di O e due di H ti viene sempre fuori l'acqua. talvolta coi cavalli se unisci una parte di O e due di H ti viene fuori vodka o nitroglicerina o cacca.

che poi guardate che tante volte quelli che si riempiono la bocca di nomi altisonanti, magari non hanno letto nulla, se non qualche riferimento su un blog come questo o su un giornaletto. eddai.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 24, 2014, 05:09:44 PM
Mia figlia è nata a cavallo, fino a dodici anni/tredici anni mai visto un istruttore, avevamo un campetto e ci salticchiava pure, magari di rimessa, grande, si piantava, ma passava e comunque non l'ho mai vista cadere.

Bene, appena ha cominciato a prender lezioni dal gambegambe, due cadute nella stessa letione...la piccina voleva seguire quello che gli diceva il gg piuttosto che fare quello che già sapeva fare, poi ha trovato un compromesso ed in seguito è andata anche su ostacoli grossi (per lei/per loro) 140 150.

L'ho detto e lo ripeto il miglior insegnante è il lallo/i lalli/tanti lalli differenti...poi se si vuol diventar veri cavallerizzi, bisogna studiare e seguire dei maestri, in Itaglia non ci sono, oggi c'è il tub e ci sono gli audiovisivi, in mancanza di meglio ci si può accontentare.



Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 24, 2014, 05:29:50 PM
Poker noi non ce l'abbiamo con i gambegambe perché non saltiamo grosso con la fise, o perché la notte stiamo lì a ragionare su quale arto porti più peso nel galoppo rovescio e vorremmo che tutti non dormissero per quello. Ma perché i gambegambe oggettivamente ti riempiono la testa di nozioni vuote, spesso contrarie anche al buon senso come dimostra anche l'esperienza di Raffaele. Se devo fare lezione con uno che tutto quello che può darmi è il "nonfarmitroppeparanoie gambe e via" o il coraggio di lanciarmi al galoppo su una serie di salti anche col cavallo fuori controllo (perché questo è) posso benissimo farmi coraggio da solo, se lo voglio. Molti non lo vogliono affatto, vorrebbero solo imparare ad andare a cavallo e invece devono sottostare a questa cosa che diventa una vera e propria forma di sindrome di Stoccolma: l'autoconvincimento che ti piaccia saltare, e che nontidebbafaretroppeparanoie perché è tutto quello che l'istruttore ti concede di fare.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 24, 2014, 06:27:33 PM
Ma sai, l'esperienza di Raffaele sui saltapali lascia il tempo che trova. Perché è molto circoscritta. Cioè se l'istruttore dietro casa è un cane, non è che poi trarne che tutti gli istruttori sono cani.

Io vedo tante ragazzine che montano bene. Saltano ma non mi pare proprio che si buttano contro i salti senza un'idea, con il cavallo fuori controllo. Anzi... se proprio vogliamo un difetto dell'equitazione di livello brevetto di salto ostacoli, oggi, è proprio la mancanza di galoppo in percorso.
Il discorso che hai fatto dimostra che ne vedi pochi di saltapali. E vedi quelli sbagliati. Io ne vedo tanti e vedo i difetti opposti a quelli da te descritti. Vedo ragazzini/e che tirano indietro per lo piu. E magari gli istruttori li facessero galoppare un po' piu in avanti, con una cadenza da concorso. Invece no (complici anche le gare indoor e campi a casa, ormai, sempre troppo piccoli per creare un certo respiro).


Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 24, 2014, 07:30:34 PM
E' proprio sto continuo voler tirare indietro che mi fa vedere cavalli esasperati. Può darsi che... anzi sicuramente ora stiamo esagerando, ma tra tutti gli utenti qua sembri l'unico soddisfatto di quello che vede. Non è solo l'esperienza di Raffaele, è un sentimento comune che puoi trovare in tutti forum o gruppi. Chiaramente chi si lamenta è gente che ha abbandonato l'ambiente non certo chi è ancora sotto qualche istruttore. E' vero, qualche centro dove si monta e si addestra bene c'è (vivadio), come dici tu è come per i ristoranti, ma devi darci atto che trovare un centro dove fiorisce la cultura equestre in Italia è come trovare un bar che fa un buon caffè in Inghilterra.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 25, 2014, 01:23:51 AM
Pokerface ha ragione, facendo mente locale ho conosciuto solo 20/25 istruttori gg più o meno bene, dal Generale a riposo che ho citato, al ragazzo talentuoso che si è fatto da se, ho conosciuto anco vecchi uomini di cavalli...uno per tutti Defendente Pogliaga: un mito.

I militari meritano un discorso a parte...che ho già fatto, i civili non seguono l'aglievo più bravo ma quello che può cambiar lallo più spesso...il papù del quale può permetterselo.

Ho il terribile sospetto che alcuni gg quando vedono il talento, la classe, in un figlio di mammà, anzicché gioirne cerchino di ostacolarlo, specialmente se il ragasso/la ragassa non ha comprato il lallo da lui (esperienza personale).

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 25, 2014, 09:27:32 AM
quello degli istruttori/commercianti è in effetti un problema. ed è proprio la commistione di questi due ruoli che crea il danno.
e comunque io faccio piccoli esempi. prendo la lombardia, che è la realtà che conosco. abbiamo qui dressagisti importanti (tra cui Lau.. C..z, James Conn.., nel suo piccolo la Go... , Annette Ill..., Nor.. Pa... ecc ecc) abbiamo saltatori forti (per citarne qualcuno Pi... D'Ono..., i fratellini Prev...., Pa.... Ad... Zuv......, Ala.. Leu..., Palm..., Max Fri....., Fil... Moy....., Rob.... Turc....., Al.. Cro.., Rob.... Ar...., e mille altri, ne potrei citare mille ma son troppi. il problema non è la poca cultura equestre di questi signori, il problema è che gli introiti li ricavano un pò, si, dall'attività di cavalieri ma il grosso dalla compravendita dei cavalli agli allievi (infatti sono TUTTI istruttori).
che poi a ben vedere in passato non so se era diverso. cioè Va...io S..zi non monta piu, commercia cavalli e fa l'istruttore. Gi....pe Fo... idem. Puri....i anche.
la cultura equestre non centra una ceppaleppa. centra che c'è l'interesse economico, e girano tantissimi soldi, alla faccia della crisi.
chiaro che nel postaccio da morti di fame, dove non c'è un campo degno di questo nome, dove i cavalli son scarti del macellaio, magari l'istruttore sta dietro anche all'ultimo derelitto negato che s'è comprato l'argentino ultracentenario zoppo. ma è anche chiaro che se vai a montare da Pf.... o fai i concorsi e condividi i suoi obiettivi o monti da solo guardato solo dall'OTB che segue le messe in sella.
però se sei bravo e hai senso da Pf..... vai avanti, ti segue, ti fa il mazzo, ti porta avanti mentre se vai nel postaccio da morti di fame avanti non ci vai.
che poi, se uno avesse veramente voglia di imparare a montare, prende, va da Gi... Bas.. o da Fr.... Etr.. e si offre di montare i cavalli. monti 10 cavalli al giorno, prendi mille euro, ma ti fai veramente le ossa, diventi bravo. così hanno fatto cavalieri di tutto rispetto che oggi saltano le coppe. montavano proprio lì. e sono diventati super forti. montando cavalli, tantissimi cavalli, facendosi il mazzo.
i commercianti sono una grande risorsa per chi vuole imparare a montare a cavallo. vai lì, per due lire, e monti qualsiasi cosa abbia una sella.
perchè alla fine uno può avere la cultura che vuole, ma solo se ha montato millemila cavalli, tutti diversi, dal brocco a quello buono, impara e diventa forte. se no l'equitazione è solo chiacchiere da salotto fatte da gente che ha studiato e non ha mai montato.
l'istruttore serve ma non è necessario il maestro/luminare. soprattutto per fare le quattro cagate elementari che facciamo noi amatori iscritti a questo forum.
fa sorridere che, pur essendo tutti a livelli ultra elementari (io per primo, che salto a stento il metro, per dire...) ci lamentiamo che non abbiamo grandi maestri a disposizione, che ci infondano la cultura equestre e bla bla...
la verità è che non ci servirebbero a nulla. a noi servirebbe montare di piu. l'unico maestro veramente indispensabile è il cavallo. anzi, centinaia di cavalli.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 25, 2014, 10:30:33 AM
Secondo me confondete cultura con esperienza.
Dal commerciante, o facendo agonismo, si fa esperienza.
La cultura è qualcosa di molto personale. Non so nemmeno se cultura sia la parola giusta.
Ho conosciuto uno con una cultura e una esperienza abbastanza vasta, eppure in sella spacca i cavalli.
Perché? Perché???

Ideali. Forse la parola giusta è ideali. Gli ideali fanno la differenza. Mah!
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 25, 2014, 01:26:55 PM
Fanno o gallo n'coppa a'munnezza.

Non seguo da anni l'agonismo equestre, lo aborro, ho visto le immani schifezze che si fanno in nome del valsente ma anco della coppetta.

Comunque, sono relativamente informato; tutti i nomi citati da poker (io non ne ho capito neanch'uno) sono a livello internazionale delle mezzecalzette, non me ne frega una minchia che qualcuno di questi vada a vincere - una tantum - in un concorso a Baden Baden, i loro omologhi tedeschifrancesiolandesi vengono quà e sbaragliano il campo quando vogliono, a volte arrivano con le loro seconde monte, non sprecano i loro cavalli di punta per venire a gareggiare in Itaglia.
Questa è la situazione nel s.o e nel dressaggio. Chi mi contraddice ?

Ma il discorso introdotto da poker fuorvia, nel s.o. puoi riuscire ad altissimi livelli pur essendo un emerito analfabeta, il topico verteva sulla mancanza di cultura equestre in Itaglia e delle sue ragioni.


Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: bionda - Marzo 25, 2014, 01:53:55 PM
In Italia manca l'amore per la cultura in generale, come potrebbe esserci campo equestre?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 25, 2014, 02:47:36 PM
De Luca D'Onofrio Moneta Gaudiano Bucci, solo per fare pochi nomi.
vincono a livello internazionale. saltano la Longines...
insomma.... non sono proprio dei pirli.
per altro fanno un'equitazione molto migliore rispetto a quella che facevano i cavalieri italiani quando l'italia ancora vinceva... mancinelli d'inzeo... insomma... quando le barriere ancora erano inchiodate ai pilieri e c'era un salto ogni 600 metri.....

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 25, 2014, 03:23:02 PM
In effetti Moneta mi piace.

Mi siamo sempre lì. Chissenefrega della competizione. Ad alti livelli trovi il marcio come ai bassi livelli. Competere ad alti livelli non è sinonimo di una equitazione di sani principi.

E' chiaro che per diventare "cavallerizzo" serve montare molti cavalli, serve conoscere i cavallerizzi che ci sono stati prima e quelli contemporanei, sapere i metodi usati in passato e quelli in vigore. Insomma bisogna essere intimamente appassionati a tutto tondo più che desiderosi di vincere qualcosa. Tanto è vero che spesso dietro un atleta vincente (cavaliere in questo caso) c'è un preparatore che resta semisconosciuto. Ecco, è lui il nostro uomo.

E' uno che per la flessione di qua o di là non ci dorme la notte, che usa le posate una volta con una mano e una volta con l'altra perché ha il dubbio di non usare le mani in modo uguale, che in ascensore da solo davanti allo specchio mima l'assetto corretto. Insomma: uno malato.
:benedizione:

Ma che non è malato e basta, se no ha ragione Poker a prendere x il chilo i gruppi che si fanno le seghe mentali su fb, ma in sella o da terra riesce effettivamente ad addestrare i cavalli.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 25, 2014, 03:40:31 PM
Citazione da: max - Marzo 25, 2014, 03:23:02 PM
Competere ad alti livelli non è sinonimo di una equitazione di sani principi.

c'è un piccolo problema.... e cioè... chi lo decide cos'è una equitazione di SANI PRINCIPI? io non ci trovo niente di male a incaprettare un cavallo nella redine pessoa per un'ora, magari a un altro fa ribrezzo. io apprezzo gli hackmore anche se sono forti, altri li odiano. io uso spesso il chiudibocca altri lo trovano un maltrattamento. io strizzo l'occhio a chi stringe un buco i paranocche prima di entrare in campo gara, altri gridano allo scandalo. e mille altre cose. chi lo decide cos'è di SANI PRINCIPI. e pensare che i nostri maestri del passato, tanto citati in questo forum, non è che fossero proprio dei santi. e, tanto per stare in tema di karl (nominato in questa discussione), neanche baucher era proprio uno che montava coi guanti di velluto...

e comunque vedi? tu vuoi uno che non ci dorme la notte pensando da che parte deve andare la flessione. io ne vorrei uno che se ne frega di pensare da che parte mettere la flessione, perchè lo sente nelle dita, in automatico, quando monta. fa la cosa giusta, che non è sempre quella descritta dalla teoria. i cavalli non sono teoria, sono in gran parte individui, assemblati magari male, costruiti in modi diversi l'uno dall'altro, con punti deboli e punti di forza opposti l'uno dall'altro. non si può a tavolino tirare fuori una regoletta che fa funzionare tutti i cavalli e fa diventare forti tutti quelli che la applicano.

ecco perchè karl è forte e i suoi allievi (pure istruttori) no.
è forte perchè la verità è che il successo del metodo di karl è...karl.
chiunque altro cerchi di applicarlo, non ha gli stessi risultati.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 25, 2014, 04:15:47 PM
De Luca D'Onofrio Moneta Gaudiano Bucci...mai coperti è colpa mia che non seguo, ma se uno di questi avesse fatto sfracelli, mi sarebbe faliliare come Rodrigo, Skelton, Beerbaum, Wihtaker, AnKy, Ingrid, ecc. ecc. dunque a quel livello mezzepippe.

Conosco pure la Truppa, per i mirabolanti risultati avuti nel dressage: 16esima alle Olimpiadi, godiamo et esultiamo, mai nella storia dell'Itaglia, appunto.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 25, 2014, 04:40:48 PM
Bisogna sentire cosa fare e non avere uno schema rigido o dogmi in testa, sono il primo a dirlo. Ma una base teorica corretta e sensata bisogna averla. Baucher e La Gueriniere hanno lavorato una vita per questo.

Il resto delle robe che citi fa parte dell'ideale che uno ha. Conosco gente che perché il cane abbaia davanti ai cancelli lo coricano di botte davanti a tutti, per loro è normale, anzi se potessero gliene ficcherebbero di più, purtroppo il cane è grosso ed il proprietario dopo un po' che si dimena si stanca.

Ti spiego il ruolo dei maestri con sani principii, è facile: tu nasci con il vantaggio di sapere già che esiste la spalla in dentro e l'effetto d'insieme, ad esempio. Se questi Signori non si fossero presi la briga di codificare quelle due cose, magari non dormendo qualche notte, oggi sentiresti sotto di te un cavallo storto, non sapresti bene identificare il perché e faresti magari azioni stupide senza cavare un ragno dal buco per tutta la tua vita. Invece un giorno leggi La Gueriniere, o incontri uno che lo conosce e ti spiega la spalla in dentro e certi perché di certe sensazioni, e in due settimane capisci e ti correggi.
L'effeto d'insieme lo stesso. Senza conoscerlo senti che se tieni e se dai gambe succede qualcosa che subito ti piace ma che non capisci bene, esageri, e ingrani tutti i cavalli che monti. Poi un giorno leggi Baucher e dici: ma che pirla, ecco cos'era. Certo non diventi come La Gueriniere o Baucher, ma capisci e migliori un pochino cosa che altrimenti non sarebbe successo.

LaGueriniere faceva sicuramente nefandezze anche lui ma ha contribuito con la sua ricerca a migliorare l'equitazione; Baucher idem, su dieci nefandezze due erano idee geniali.

Karl anche ha avuto delle intuizioni ulteriori e le insegna. Non deve farlo? Penso sappia benissimo che i suoi insegnamenti non giovano a tutti, sarebbe un motivo questo per non divulgare le sue intuizioni? A parte che quello che insegna funziona, su tutti i cavalli e con tutti gli allievi, lo ha dimostrato ampiamente. L'espressività e la qualità dei movimenti poi certo dipendono dal binomio. Solo in Itaglia ha avuto scarsi risultati, tanto da andarsene. CHISSA' COME MAI.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: alex - Marzo 25, 2014, 05:14:39 PM
Quello che dici, Pokerface è molto deprimente.... in parte ha ragione: ogni cavallo è diverso dall'altro; ogni allievo è diverso dall'altro; ma la conclusione - non esistono regole nè principi - è esagerata e anche poco logica.

Invece esistono regole e principi, tanto più che tu stesso, enunciando "ogni cavallo è diverso dall'altro", affermi, appunto, una regola.  :horse-wink: Ma non è certo l'unica esistente.

Tutto questo mi ricorda la medicina di molti decenni fa, affidata all'intuito e all'esperienza di Maestri. Anche in quel caso, non era scienza, era Arte. Esattamente come dice Pokerface, c'era un problema serio: i risultati non erano riproducibili. E le regole erano un guazzabuglio - ogni ospedale e ogni primario all'interno dello stesso ospedale aveva le sue, a partire dalle banalità come "come si medica una ferita"  :horse-scared:

Perchè erano un guazzabuglio? perchè non c'era un sistema codificato di eliminare (per sempre) le minchiate. In equitazione siamo ancora a questo punto: non c'è un sistema codificato per eliminare (per sempre) le minchiate. Durano secoli e secoli, mescolate con geniali intuizioni che stentano a emergere annegate fra le minchiate. Il risultato: una marmellata di affermazioni contradditorie entro cui uno pesca come vuole, con la scusa che non c'è nessuna regola e nessuno che possa dimostrare  "questo è meglio di quello" e che bisogna decidere "caso per caso".


Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 25, 2014, 05:33:04 PM
ecco alex mi riferisco esattamente a questo.
cioè, se io fossi un dressagista smanaccione rollkurista, potrei sempre dire che il rollkur è bene e potrei sempre citare baucher che s'inventò il ramener outrè.
se fossi un staltostacolista tedesco, che ne so, alla ulrich kirchhoff, potrei sempre dire che la compressione disumana del cavallo tra mano e gamba è bene e potrei sempre citare licart e la sua leggendaria metafora del fioretto.
e così per tutto e il contrario di tutto.
alla fine ha ragione l'hotte. i libri servono solo a chi già sa fare le cose...

io credo che le cose che si possono insegnare, che si devono sapere dei cavalli non riguardano la tecnica equestre raffinata.
credo che bisogna studiare com'è fatto un cavallo e come si muove. dove si attaccano i muscoli, i legamenti, come son fatte le ossa, quali sono i muscoli che si contraggono o si estendono in dati movimenti ecc...
ma questa non è equitazione, questa è biologia, bio meccanica al massimo.
l'equitazione è un'altra cosa.

l'equitazione si fa e basta. e se non hai talento puoi studiare quanto vuoi e avere un sacco di nozioni, ma poi arriverà sempre il ragazzino portato che, pur senza leggere una riga, monterà cento volte meglio di te. e lui farà, senza nemmeno averle lette, le azioni giuste, quelle che tu non riesci a fare nonostante le hai studiate e cerchi di metterle in pratica da anni. questo str***zetto ignorante salirà sul tuo cavallo e lo monterà cento volte meglio di te.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 25, 2014, 05:46:35 PM
Tutta sta tarantella voleva arrivare ad una conclusione: coi lalli, per raggiungere l'eccellenza - competere da pari a pari coi tedeschi ecc. - bisogna avere un metodo; anco al di fuori della competizione, nel sollazzo, manca una squola, mancano i cavallerizzi et latita la voglia di imparare degli aglievi, manca l'idea della programmazione e della disciplina; alcuni temerari si affittano un cavaliere spagnuolo (che stranamente vende anco lalli) e fanno degli stage, altri eccentrici (quello che avrei fatto io, e consiglio vivamente a Chicche e a Sia) vanno all'estero a prender letioni, alcuni di costoro (aglievi evoluti) dopo 20 lezioni da un vero cavallerizzo e la lettura di uno o due libretti assumono l'aplomb di Oliveira e danno letioni di alta squola.

Certamente ci sono ragassi che in silenzio, applicandosi, a costo di sacrifici, di errori, da dilettanti proseguono la loro strada, a questi và il mio applauso, il ploblema è che si capiscono certe cose troppo tardi, come me, per esempio.

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 25, 2014, 08:40:46 PM
Mettiamoci l'anima in pace, l'Italia esporta cuochi, forse musicisti, ma mai esporterà cavallerizzi. Quelli li dobbiamo importare.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: bionda - Marzo 25, 2014, 10:11:50 PM
Citazione da: PokerFace - Marzo 25, 2014, 05:33:04 PM
l'equitazione si fa e basta. e se non hai talento puoi studiare quanto vuoi e avere un sacco di nozioni, ma poi arriverà sempre il ragazzino portato che, pur senza leggere una riga, monterà cento volte meglio di te. e lui farà, senza nemmeno averle lette, le azioni giuste, quelle che tu non riesci a fare nonostante le hai studiate e cerchi di metterle in pratica da anni. questo str***zetto ignorante salirà sul tuo cavallo e lo monterà cento volte meglio di te.

No, non è vero. Vedo spesso persone che sanno montare, nel senso che fisicamente sanno stare in sella, sanno accordarsi al cavallo, lo controllano e... fanno delle schifezze inguardabili, perchè non sanno proprio cosa stanno facendo, gli manca l'idea di cosa è giusto e di cosa è sbagliato.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 25, 2014, 10:44:47 PM
Sottoscrivo Bionda.
Quello che dice Poker succede tra praticoni mediobassi.

Nessun cavaliere che sa quello che fa, per quanto abbia problemi con un dato cavallo, si fa prendere per il naso dal primo ragazzetto. Se mai succedesse, vedrebbe le azioni del ragazzetto e immediatamente rielaborerebbe il da farsi, ringraziandolo.

Io mi reputo un pistola a montare, chiaramente il frisone mi da dei problemi, ma so quello che faccio. In sei anni sopra il frisone non ho ancora visto nessuno che se la cavi meglio di me o almeno come me, eccetto gli allievi di Karl. Chiunque salga non riesce a farci niente, qualcuno neanche passo.

Sono salite alcune ragazzine sveglie a volte. Possiamo paragonarle a delle scozzonatrici. Queste lo facevano filare e si guardava bene dal fermarsi. Ma punto, finiva lì.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: bionda - Marzo 25, 2014, 11:01:43 PM
Ci sta bene questo: http://www.dressur-studien.de/wp-content/uploads/Posterlayout_290x460.pdf

Nella realtà di tutti i giorni, ammettiamolo, si vedono più spesso le immagini sbagliate di destra che quelle giuste di sinistra. Si può disegnare qualsiasi cosa, la perfezione non è di questo mondo, ma per sapere almeno qual è l'obiettivo e come ci si arriva ci va appunto la cultura che spesso non c'è.......
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 26, 2014, 11:31:12 AM
Citazione da: max - Marzo 25, 2014, 10:44:47 PM


Io mi reputo un pistola a montare, chiaramente il frisone mi da dei problemi, ma so quello che faccio.

si e infatti per fare la diagonale al galoppo senza cambiare dicevi che mai e poi mai avresti preso il cavallo all'esterno. e poi si vede chiaramente che nella diagonale da destra a sinistra apri e abbassi la redine destra, quindi l'esterna.....

cioè è inutile che facciamo i fighi perchè abbiamo letto quattro trattati... max tu razionalmente, magari avendolo letto qua o la, vuoi mettere la flessione all'interno nel galoppo rovescio, ma automaticamente, nella curva, senza accorgertene, fai il contrario.
le cose sono due. o sei uno che ha una certa intuizione e sensibilità a cavallo e fai l'azione giusta NONOSTANTE tu ti sia fissato con la testa che devi fare un'altra cosa...
oppure l'azione giusta sarebbe mettere la flessione all'interno, come vorresti fare, ma sei troppo pippa per farlo, non ci riesci, non ti viene.

in entrambi i casi, non ti è servito a nulla leggere questo o quello.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 26, 2014, 12:50:56 PM
Caro, volendo si possono trovare dei difetti anche guardando i videii di Oliveira (che il bon Ippoteo mi perdoni), Baucher - scusate se è poco - fu criticatissimo ai suoi tempi e lo è tutt'ora dai maligni e dagli invidiosi. Il marchese di Saint-Phalle fu scambiato per una mezzacalzetta da Fillis...ma stava montando dei lalli in addestramento, dunque, prima di criticare tieni presente: sei in un foro di amatori,
stai valutando un dilettante,che disinteressatamente mette a disposizione la sua esperienza, che coraggiosamente si espone in un video, che monta un cavallaccio inadatto - per razza - al galoppo, se avesse voluto fare il figo - con quel lallo - avrebbe postato un video al trotto e i suoi derivati, so per esperienza diretta quanto sia difficile far galoppare un frisone in maniera decente.

Oltre ad aver letto il buon Max ha fatto ben altro ma non proseguo per non invadere la sua praivasi.
Ora, troppi cavalieri prendono alla lettera la famosa boutade del generale L'Hotte: " L'Arte non si impara dai libri, che istruiscono solamente coloro che già sanno"; allora il risultato è un empirismo spesso senza senso, a volte impiumato coi pennacchi dello snobismo.

Ecco, il tuo atteggiamento è l'esempio calzante di quanto sopra..

Lettura, osservazione, riflessione e pratica si valorizzano mutualmente.
"Quello che conta , è montare tanto, senza lasciare che i libri si ricoprano di polvere in biblioteca".


Ecco io spero che voi ragasse che fate il zompazompa, seguiate il consilio/le sagge parole di Oliveira, e leggiate almeno le Questioni di L'Hotte, non vi farà alcun nocumento anzi io credo che ne beneficeranno sopratutto i vostri lalli.

 
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 26, 2014, 01:41:26 PM
Io non faccio il figo dopo aver letto niente e tu dimostri solo di essere il classico saputone da staccionata.

Mentre il dubbio che sollevi è legittimo e ben conosciuto dal sottosctitto (cioè quello di dire una cosa e di farne un'altra anche in buonafede, conosco bene il problema essendo che io per primo devo capire quello che altri insegnano), Poker pensa di sapere a prescindere cosa faccio meglio di me che lo faccio. Fantastico. Abbiamo bisogno di gente così.

Come quelli che vedevano Baucher lavorare e volevano convincere tutti che non erano le cose che lui diceva di fare a far muovere così i cavalli, ma la musica dell'orchestra. Eccezionale!

Se poi mi dici che prima dell'angolo cambio flessione mentre non è vero, e scambi quell'azione di redine per un cambio di flessione, dimostra solo che non hai idea di cosa sia quell'azione di redine e io non ho certo tempo da perdere a spiegarla a uno che non vuol capire, ne ho già impiegato fin troppo in questi giorni e tra l'altro i perditempo li ignoro dal vivo figurati nei forum.

Buone cose.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 26, 2014, 02:45:25 PM
non fare il permaloso.

e non ho parlato di flessione, leggi bene.

hai messo un video, ho espresso un parere. e per la cronaca, io ho letto un sacco di cose. solo che la metà di quello che leggevo mi sembrava fuorviante. perchè non avendo le competenze tecniche per metterlo in pratica non ci capivo nulla, mi confondeva. io sono un amatore vero, di quelli che fanno cose facili, saltano percorsi bassi e semplici, in piano si accontentano di fare veramente cose elementari, tipo lavorare alle tre andature con il cavallo sereno, che aumenta quando gli viene chiesto, che raccorcia quando gli viene chiesto, che rimane morbido, che non si oppone a questi semplici esercizi che faccio e che quando sbaglio ci mette una pezza.
non ho nè avrò mai le competenze tecniche per fare dell'altro. cioè melis che piaffa, che fa il passage la piruetta ecc, è bravissima, ed è giusto che lei legga e studi della piruetta, del piaffo e del passage. ma chi, come me, non farà mai un lavoro del genere, può anche lasciar perdere che evita solo di confondersi.

per questo dico che i libri servono a chi già sa fare le cose trattate. perchè se no si comincia a ragionare di cose che non si hanno mai sperimentate e si rischia di prendere grossi granchi.

e a proposito di sapientoni da staccionata, voi siete i primi che criticano i video anche dei grandi campioni, per cui che volete? quando siete criticati voi non va bene?
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 26, 2014, 05:34:16 PM
Mi prendi a esempio per screditare più persone, dici cose al contrario di quello che sono, e poi mi dici di non fare il permaloso. MAH!

Citazionemax tu razionalmente, magari avendolo letto qua o la, vuoi mettere la flessione all'interno nel galoppo rovescio, ma automaticamente, nella curva, senza accorgertene, fai il contrario.

Questo per me vuol dire che vedi che metto la flessione al contrario di quello che dico, oltre a darmi dello scemo. Cioè sono anni che secondo te faccio una cosa al posto dell'altra. Altri l'hanno insegnata a me, io stesso spiego come farla ad altri, la cosa funziona infallibilmente, però nessuno si è mai accorto che nella curva facciamo il contrario. Ci volevi tu.

Dato che quello che ho appena ipotizzato è abbastanza impossibile, e dato che dal video si vede abbastanza dove metto la flessione nel rovescio (non solo, faccio pure due giri per far vedere bene) mi viene il sospetto che o non ci intendiamo cosa sia esterno/interno, o non ci intendiamo cosa sia una flessione, oppure sei orbo.

L'azione di redine verso destra che vedi (anzi le azioni rapide e ripetute) servono a impedire al cavallo di cadere verso sinistra. Sicuramente sono decisive per tenere il rovescio, ma funzionano perché c'è la flessione a sinistra. Quindi non sono quelle azioni che fanno tenere il rovescio, è tutto l'insieme. Per dire ci sono anche le gambe che agiscono. Nel video, grossolano fin che vuoi, tutto ha un senso. Quello a cui non riesco dare un senso sono le tue critiche.

Le critiche vanno bene ma non riesco a capirti. Cioè capisco che non capisci. Sei nella fase "rifiuto tutte le teorie tanto non sono quelle che mi fanno migliorare", ci può stare, ci sono passato.

Ad esempio penso che alcune cose che hanno inculcato alla Melys e che lei ripete a sua volta siano aria fritta, e lei lo sa perché ci conosciamo. Lei a me del resto muove altre critiche. Problemi non ce ne sono. Io mentre monto penso alle sue critiche e spero che lei faccia altrettanto. E così via passano gli anni, i confronti vanno avanti, qualcosa di buono viene sempre fuori.

Se in giro ci sono integralisti che fanno sembrare tutta una categoria degli invasati pazienza.

Mi rendo conto che conoscersi di persona o meno cambia anche il giudizio verso le persone, e va beh.

Io devo difendere le mie idee, tu le tue, però quando credi di sapere o vedere cose che non sono scusa ma resto perplesso.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 26, 2014, 10:08:28 PM
Temo che si siano frammiskiati due posti, per riportare un pò di ordine - quì si parla ci cavallerizzi/maestri di equitazione - ecco un bel capitoletto di Oliveira dedicato alla figura dell'Ecuyer Professor, al Maestro di Equitazione, al Cavallerizzo, appunto:

Savoir enseigner et donner tout ce que l'on a appris par la pratique, savoir l'expliquer, le transmettre, nécessite des notions de psychologie afin de saisir le caractère de l'élève et de sentir comment lui faire comprendre.

Il faut aussi réaliser quel est l'état d'esprit du cheval quand il est monté par tel ou tel cavalier. Pour arriver à ce que l'élève obtienne telle ou telle chose de son cheval, il faut d'abord juger de ses capacités, trouver la meilleure façon de se faire comprendre de lui et la meilleure façon qu'il se fasse comprendre de son cheval. Il faut parler au moment précis et surtout avec le ton de voix qui convient.

La voix du professeur doit savoir calmer, donner de l'énergie, de la confiance et ne jamais mettre l'élève ou le cheval (par association de la voix sur l'état d'esprit du cavalier et donc de ses aides) en désarroi. (e quì mi viene in mente il simpatico video dello entrameto nell'angolo.)

L'écuyer-professeur doit savoir reconnaître un résultat, même inférieur à ce que l'on souhaite, savoir encourager ou admonester, savoir faire comprendre ce que l'on veut obtenir par un langage imagé. Tout en étant à pied, il doit pouvoir avoir la connaissance profonde de ce qu'il enseigne et presque sentir le cheval que monte l'élève.

Il doit savoir comment parler à celui qui a besoin d'explications continuelles parce que le silence l'intimide et savoir parler très peu à celui qui a besoin de « recueillement ».

Savoir aussi comment surmonter certaines difficultés qui semblent insurmontables au cavalier, contourner le problème en ne donnant ni à l'élève ni au cheval l'impression que l'un s'est désisté et que l'autre a vaincu.

Le professeur qui arrive à obtenir cela a une vraie connaissance de son art et celui-là seul mérite d'être appelé Écuyer.

Il faut aussi qu'il puisse monter le cheval de l'élève et résoudre la difficulté sans pour autant que l'élève ait l'impression d'en être incapable ; qu'il n'ait pas la sottise du complexe de supériorité et la vanité de se prendre pour un génie, mais qu'il montre au contraire une grande simplicité, qu'il mette rapidement le cheval en état d'être monté de nouveau par l'élève et de résoudre le problème plus facilement.

Enfin, il doit savoir arrêter au moment précis où l'élève a réussi s'il n'est pas sûr qu'il pourra réussir à nouveau sans rencontrer d'importantes difficultés. L'Écuyer, le vrai, n'est pas tributaire d'un système ou d'un règlement quelconque, il doit savoir que des chemins différents peuvent tous mener à Rome.

L'Écuyer, c'est celui qui a dressé beaucoup de chevaux, celui qui a passé des heures et des années sur le dos des chevaux en méditant et en s'enrichissant de connaissances qu'il essaie de transmettre de son mieux.

L'Écuyer est celui qui, en vieillissant et en voyant diminuer ses facultés physiques, sait apprécier celles de ses collègues et élèves plus jeunes, et qui sera heureux si l'un de ses élèves, grâce à son enseignement, a un jour des qualités équestres supérieures aux siennes.

L'Écuyer, c'est celui qui sait rester simple et qui, par son honnêteté professionnelle, aura fait de son élève un ami."
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 27, 2014, 12:04:59 AM
Ma Raffaele dove li trovi oggi questi Maestri? Secondo me sono estinti come i dinosauri.
Quando leggo queste cose e penso agli istruttori che ho/ho avuto/abbiamo/vedo in giro mi viene da ridere o da piangere.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 27, 2014, 01:14:11 AM
La Reale Scuola di Jerez - Il Cadre Noir di Saumur - La Scuola Spagnola di Vienna - Escuela Portuguesa de Arte Ecuestre sono una continua fucina da dove escono cavallerizzi di impostazione classica, in Germania ed Olanda ne trovi di maestri dressagisti a tutti i livelli.
In Inghilterra, patria di bellissimi cavalli, sebbene - in tempi moderni - abbiano fatto come l'Itaglia, dedicandosi prevalentemente al s.o. ma senza trascurare il completo, il polo, e gli attacchi, negli ultimi due decenni si sono applicati anche al dressage, il risultato: due medaglie olimpiche a Londra: oro e bronzo.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 27, 2014, 08:31:45 AM
E in ItaGLIa?
Poi prima di arrivare a quei livelli di eccellenza ci vorrebbero ottimi Maestri già dalla messa in sella altrimenti nei luoghi citati ne arriva 1 su un milione e solo perchè naturalmente dotato di grande talento.
E' come se tu mi parlassi di Cambridge, della Sorbona ecc. quali centri di eccellenza per questa o quella facoltà, benissimo ma per arrivarci o sei un genio nato o trovi una fantastica maestra elementare, bravissimi prof alle medie, eccellenti insegnanti al liceo e tutti si impegnassero al massimo per istruire l'allievo (che, dal canto suo, dovrà impegnarsi seriamente a studiare ovvio).
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 27, 2014, 09:07:28 AM
Faccio un esempio: Francia.
In qualunque centro ippico qualunque ragazza che fa la messa in sella, fino al grande maestro, ti insegnano a partire al galoppo in un modo solo: gamba interna alla cinghia, gamba esterna appena arretrata, piccola redine di apertura interna, peso all'esterno ed il via lo dai con la gamba interna. Fanno TUTTI così. Quando sei principiante non sai il perché ma lo fai, quando incontri un maestro ti spiega anche il perché.

Ora in Italia, vuoi provare ad aprire un topic qua o sull'azzurrino, o andare in giro per maneggi a chiedere "salve, quali sono gli aiuti per partire al galoppo"? Apriti cielo!

Secondo te della gente che si scanna per mesi interi dietro ogni dettaglio, concludendo sempre che, alla fine, ciascuno fa come gli pare, ha la possibilità di eccellere in qualcosa?

Chi eccelle o chi ha capito qualcosa è perché è stato all'estero, in uno dei paesi citati da Raffaele. Perché là ciascuno ha la sua disciplina e quella è, non si discute, giusta o sbagliata che sia.

Difatti per dirne uno, Moneta, ha preso da Parelli e da chissà chi altri. Tutta gente che ha un metodo.

Qua quando proponi un metodo (topic della diagonale docet) il cavaliere invece di applicarsi a capire dove sta sbagliando LUI conclude che TANTO I METODI NON SERVONO.
Vero????
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: PokerFace - Marzo 27, 2014, 12:17:22 PM
ahahah sei ancora piccato ahahahah

non è vero che i metodi non servono.
solo che il metodo che hai espresso tu non è l'unico. non è, per esempio, quello che ha insegnato a milla la sua insegnante. non è, allo stesso modo, quello che ha spiegato melis.
insomma, il metodo max non è la bibbia, anche perchè è pieno il mondo di gente che fa galoppo rovescio senza problemi utilizzando altri aiuti.
poi chiaramente, siamo tutti d'accordo che ok il fine è portare il cavallo a galoppare rovescio a mano sinistra con galoppo destro e flessione sinistra o quanto meno dritto.

per questo dico, e ne sono sicuro, che uno deve studiare l'equitazione che fa, che mette in pratica.
francamente uno come me ha piu senso che si legga klimke o strincrecht piuttosto che oliveira o karl.
bisogna scegliere che cosa si vuole fare. non si può piaffare se si son prese 10 lezioni e si monta la sera alle 8 due volte a settimana, col pony pezzato di turno.


Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 27, 2014, 01:12:09 PM
Allora, in primo luogo volevo far notare che , almeno a Saumur, dove sono stata appunto l'estate scorsa, non può accedere chiunque ma è un'accademia rivolta ai professionisti (fino a poco tempo fa come sapete non accettavano nè donne nè civili) e anzi da poco è stata inquadrata nel sistema di formazione universitaria (anche questo la dice lunga sulla  qualità e sulla considerazione in cui è tenuta in Francia l'equitazione, ve lo immaginate voi una facoltà di equitazione in Italia?), quindi stiiamo parlando di due cose differenti: un conto è la formazione del professionista, cosa diversa è la formazione dell'amatore che non può certo andare a Saumur, a Vienna, in Portogallo perchè in Italia non ci sono istruttori decenti!

Circa il metodo concordo con Max, è assolutamente indispensabile anche per chi ha un talento naturale (ricordate il verso di Brassens citato da Raffaele), anzi chi ,come me, è poco dotato di talento e sensibilità naturali, a maggior ragione ha bisogno di un metodo. Poi certo l'equitazione è improvvisazione, genio, arte, ecc. però non si può prescindere da tecnica e metodo.

Poker in quello che dici c'è spesso del vero (tipo paranoie da dressagisti ecc.) però non concordo sul fatto che uno debba leggere solo ciò che riguarda l'equitazione che pratica, se così fosse nessuno di noi dovrebbe neanche avvicinarsi ai testi di Oliveira, l'Hotte, Karl ecc. Si può anche leggere per il semplice piacere di leggere delle belle cose poi io apprezzerò il lato "letterario", la Melis potrà mettere in pratica un certo numero di cose, il cavaliere ancora più esperto potrà capire ancora più a fondo certe finezze ecc. E' come per tutte le altre discipline e gli altri testi: all'uni mi sono spaccata i neuroni su cose che adesso posso molto facilmente applicare, il libro X ,che al liceo mi sembrava un mattone incomprensibile, adesso che ho accumulato conoscenze, mi pare un capolavoro.

Max il tuo esempio della partenza al galoppo mi ha fatto venire in mente che dove ho cominciato io (blasonatissimo maneggio di saltatori dove insegnano e monta gente da GP) mi avevano insegnato a partire con la gamba esterna che si alzava e premeva. Quando sono arrivata dove sto adesso, a parte lo sbalordimento degli istruttori, è stata la cavalla stessa che, a sgroppate, mi ha insegnato che così non si fa.
Quindi si insegnano cose sbagliate e poi si deve perder tempo ad eliminare difetti magari radicati.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: max - Marzo 27, 2014, 01:25:44 PM
Poker, siamo d'accordo.
Difatti in quel topico dissi non solo che nel mondo ci sono sicuramente cavalli che galoppano rovesci con la testa in mezzo alle gambe e un piede legato, ma anche che ero consapevole che una volta visto il mio video Milla ne avrebbe saputo come prima, e difatti....

Dove sta allora il mio disappunto, se sono consapevole che quello che scrivo può anche non funzionare per mille ragioni?

Sta che per uno che cerca di spiegare una cosa (che già di per sè a distanza è complicato) altri cinque arrivano a confondere il tutto senza farsi minimamente problemi e pensando di saperla più lunga.

La cosa che spiego può non funzionare, e lo so, ma nel momento che ho deciso di spiegarla DEVO crederci e devo puntare tutto sulle ragioni del perché secondo me funziona, se no che la spiego a fare?

Il metodo della Mely è in pratica un Renvers nell'angolo. Credi che non conosca il metodo della Mely? Io lo conosco e se vuoi ti rifaccio un'altro video con quel metodo, ma secondo me non è il migliore con un cavallo che ha il problema simile al mio. Tu conosci tutti questi metodi? Hai un cavallo con quel problema e l'hai risolto?

Forse hai risolto evitando di affrontare il problema.

Sono intervenuto in quel topic semplicemente perché il cavallo che monto nel video aveva/ha lo stesso problema. Se non avessi sbattuto il naso per mesi su quel problema non avrei mai commentato, come ultimamente non commento il 99% dei topici di gente che ha problemi.

Sarò piccato, ma quello che è successo è l'emblema di quello che succede anche fuori, per uno che cerca di affrontare razionalmente un problema in campo, alla staccionata ce ne sono cinque che ne sanno di più.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 27, 2014, 02:32:38 PM
In questo topico si fa riferimento alla squola che dovrebbe esser diretta da cavallerizzi per formare nuovi cavallerizzi, noi ragasse comuni siamo escluse dal discorso diretto, ma coinvoltissime indirettamiente, perché - a cascata - la cultura la tradizione e il suo radicamento nella società si riverberano fin nelle classi più lontane dalle elite.

Mio nonno - carrettiere e semianalfabeta - era un amante dell'opera e dell'operetta, il suo lallo mitico si chiamava Trovatore, un'altra sua lalla si chiamava Norma, ma so che usava anche nomi di uccelli: Canario, Cardillo, Uccellino...sentiva le opere alla radio, e raccontava sempre di quando era stato al San Carlo a sentire Tosca; certo, credo che non potesse sostenere una discussione con un musicologo, ma gli piaceva la musica e sicuramente conosceva Toscanini, Caruso, ecc.

Tieni presente che quando uno mantiene una famiglia, cioè fa un la lavoro...magari due come per un certo periodo feci anch'io, non potrà mai aspirare a diventare un cavallerizzo, ma al massimo un dilettante evoluto.
Per farlo, ormai trent'anni fa, cercai dei testi equestri, allora ce ne erano pochissimi e scritti da vecchi caprillioni dunque in stile militar trombonico e qualche traduzione tra cui quella di Angioni che grida vendetta di fronte a Dio ...quel poco che ho imparato l'ho rubato guardando dei cavalieri all'estero e leggendo alcuni testi in francese...a stare in sella mi insegnarono alcune decine di lalli per lo più saggi ma c'erano anche alcuni infami e due o tre infamissimi.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 29, 2014, 04:32:49 PM
Citazione da: milla - Marzo 27, 2014, 01:12:09 PM
....Poi certo l'equitazione è improvvisazione, genio, arte, ecc. però non si può prescindere da tecnica e metodo...

L'equivoco in cui incorre Milla è assai diffuso, in realtà - a livello professionale - equitazione e improvvisazione non possono convivere, non devono coesistere.

Come è sentimento comune, l'equitazione artistica è assimilabile alla danza, è indubbio che ci vuole talento ma in queste arti, il talento deve essere inquadrato in una disciplina ferrea e in un metodo applicato con ascetica dedizione; Nureyev, la Fontayn, non potevano e non dovevano improvvisare, e se non si preparavano minuziosamente tutti i giorni era meglio che - pur con tutto il loro talento - non si presentassero sul palcoscenico.

Questo per i professionisti, per la gente comune come noi, bisogna fare una piccola ragionevole analisi preliminare e accontentarsi dei risultati ottenuti rispetto alla premessa analitica fatta in maniera ragionevole.

Quello a cui non c'è limite è formarsi culturalmente, anche un rozzo cavallaro come me, in vecchiaia può capire/ha capito tante cose, che poi riesca a trasmetterle a sollecitare qualcuno ad applicarsi è tutto da vedere, io ci provo/ci ho provato.

Già il fatto che, in questo inclito fo

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 30, 2014, 03:03:10 AM
ro abbia uno spazio dedicato alle buone letture est un fatto che mi provoca viva e vibrante soddisfazione, non per mero esibizionismo della beata ma per il fatto che certamente qualcuno ha potuto conoscere - tramite il mio imput - personaggi veramente importanti dell'Equitazione.

Inoltre, a poco a poco, la parola "cavallerizzo" sta diventando - di nuovo - di uso comune, era stata cancellata dal glossario equestre itagliano dalla casta militare caprilliona che aborriva/che aborre il lavoro di squola, il lavoro dei cavallerizzi - appunto - coi risultati che abbiamo visto/che vediamo.

Anni fa un ragasso che cognosco, riuscì ad avere un contatto con uno dei più stretti collaboratori di Bartabas, e gli chiese come entrare all'accademia di Versailles, il tizio lo vide montare, capì che aveva passione e gli disse: bene, vai un anno da un vero maestro e ne riparliamo.

Purtroppo (per lui) il ragasso non seguì quel consilio

http://www.bartabas.fr/fr/Academie-du-spectacle-equestre/presentation

Come vedete, hanno affidato a Bartabas parte delle antiche scuderie di Versailles per fare accademia, creare spettacoli, incassare dinero, dare lavoro - direttamente et indirettamente - ad alcune centinaia di addetti e per mantenere viva una tradizione.

Vi immaginate, il corrispettivo itagliano di Bartabas che chiede di fare ciò alla Reggia di Caserta, alla Floridiana di Napoli, alla Favorita di Palermo, a Villa Borghese a Roma, ai Giardini di Boboli di Firenze, in una qualsiasi Villa Palladiana Veneta ???












Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: Bubba - Marzo 30, 2014, 10:10:36 AM
 :mago:vedo vedo vedo... ah no, in.Italia no. Non avremo scuole classiche in ville palladiane.


:horse-smile: parlando di cultura, i ragazzi ( in realta' mi pare un ragazzo e le altre son donne)  che mobtano i lusitani cremello non fanno " solo" equitazione. Affrontano altre materie, che Bartabas ritiene fondamentalu per un buon cavlerizzo. Musica, danza ecc.. ecc..

Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: milla - Marzo 30, 2014, 04:13:31 PM
Raffaele, non hai letto con attenzione. Vai dietro la lavagna !
Io ho detto che la base di tutto, la cosa indispensabile e bla bla bla è la tecnica, il metodo ecc. poi serve ANCHE l'improvvisazione (per es. per toglierti d'impiccio in una situazione nuova e magari pericolosa), il genio ed il talento artistico che sicuramente non guastano.
Titolo: Re:Cavallerizzi.
Inserito da: raffaele de martinis - Marzo 30, 2014, 10:48:11 PM
Citazione da: milla - Marzo 30, 2014, 04:13:31 PM
Raffaele, non hai letto con attenzione. Vai dietro la lavagna !
Io ho detto che la base di tutto, la cosa indispensabile e bla bla bla è la tecnica, il metodo ecc. poi serve ANCHE l'improvvisazione (per es. per toglierti d'impiccio in una situazione nuova e magari pericolosa), il genio ed il talento artistico che sicuramente non guastano.

Se ti metti in una situatione nuova e magari pericolosa non fai parte della categoria dei  cavallerizzi, ma ammesso che ciò - comunque - accadesse il cavallerizzo non la risolve improvvisando, ma riprendendo le fila di un discorso interrotto, compris ?