• Welcome to Cavallo Planet - Forum Per gli appassionati di equitazione inglese e americana... e di cavalli..

Si fa presto a dire etologia....

Aperto da alex, Giugno 25, 2012, 12:38:30 AM

« precedente - successivo »

alex

In effetti, etologia è una scienza, molto giovane, e parecchio malintesa. Assai rigorosa e specialistica; e pure molto, molto noiosa... per fortuna uno dei massimi autori - Konrad Lorentz - è stato anche un affascinante divulgatore; ma l'etologia vera, quella che Lorentz praticava e che era il pane quotidiano suo e dei suoi allievi, era una enorme pizza, e il cavallo - per la sua natura di animale a metà fra stato selvatico e stato domestico non è stato, a lungo, studiato come si deve.

Posso assicurarvi che gli addestratori che affermano di basarsi sull'etologia del cavallo non sono ricercatori dell'etologia del cavallo.

Per chi volesse confrontarsi con i metodi canonici dell'etologia applicata agli equidi c'è un testo di riferimento (almeno, lo era fino a pochi anni fa, ditemi se c'è qualcosa di meglio): The equid ethogram di Sue McDonnell. L'etogramma èil campionario dei comportamenti elementari, le "lettere dell'alfabeto", che dev'essere completo per permettere di osservare, registrare e analizzare qualsiasi comportamento complesso reale; solo il primo passo dell'osservazione e dell'analisi, la base per registrare i fatti   da sottoporre poi  a complesse e rigorose analisi statistiche per arrivare a delle conclusioni "scientifiche". Nulla di intuitivo, nessuna immedesimazione, nessuna umanizzazione.

Già complesso negli animali selvatici in natura, che possono esprimere un comportamento "originario", il compito dell'etologo diventa dieci volte più complesso avendo a che fare con animali il cui comportamento naturale è stato modificato dall'uomo nello stato di cattività dalla nascita; e cento volte più complesso quando agli effetti del contatto dell'uomo, derivante dalla pura cattività, si somma pure il deliberato addestramento (in senso lato), ossia l'insegnamento di specifici comportamenti e l'uso abitudinario di specifici attrezzi ecc. Esempio: il "gioco di afferrarsi la capezza", che diverte così tanto i nostri castroni, non è possibile osservarlo in natura perchè in natura i cavalli non hanno la capezza e chi provasse a mettergliela, a un cavallo veramente selvaggio, si beccherebbe una zoccolata. Quindi dietro alla capezza c'è un attrezzo, ma anche un addestramento (quello indispensabile a evitare la zoccolata).
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Fioravante Patrone

Per chi fosse ignorante come me e volesse farsi un'idea di cosa siano gli etogrammi, segnalo questo:
http://www.treccanilab.com/etologia/approfondimento.html

Dedicate ai cavalli queste slide:
http://www.equitando.com/contenuto/subsections/57/File/File986.pdf

In rete è anche disponibile (liberamente) la seguente pubblicazioni in merito, di cui Sue McDonnell è una delle due autrici:
http://www.ans.iastate.edu/faculty/johnsona/acc/breeze/week3/McDonald%20Equid%20Play%20Ethogram.pdf

piciopacio

Infatti, doma dolce è un ossimoro, chi dice di avere un rapporto etologico col suo lallo dice un'enorme escortanata..

alex

Bello il pdf dell'Università di Milano... lascia però a "bocca asciutta" in quanto viene una gran voglia di ascoltare lo svolgimento di ciascun tema. Mi ricorda le parole del mio maestro n. 2, Homocaballus, quando dice che un approccio etico al cavallo, oggi in cui l'uso del cavallo non è una necessità, ma un sollazzo, dovrebbe rispettare quanto più possibile la sua etologia, ossia indirettamente il suo benessere.

Un campo molto interessante, riguardante i cavalli, e poco esplorato, è quello dei normali comportamenti interspecifici. Fra le tante cose che complicano l'etologia delle specie addomesticate, c'è la forzata convivenza con altre specie di animali; nel caso del cavallo, la specie più fastidiosa con cui avere relazioni è sicuramente l'uomo.  :icon_rolleyes: Ma non è l'unico. Ora, proprio guardando i normali comportamenti di relazione fra cavalli e altri animali (uomo escluso, quello  è un caso a sè...) ho spesso avuto l'impressione che  oltre al linguaggio intraspecifico, esista comunque un "linguaggio interspecifico", una specie di esperanto comprensibile da tutte le specie. Come dicevo in altri fori, da noi, in maneggio, c'era Bubi, il "maiale sussurratore", che non era soddisfatto finchè non "domava" tutti i cavalli che incontrava; e per farlo rischiava la vita, perchè vari cavalli odiano i maiali e li attaccano senza tante cerimonie. Usava senz'altro la "doma dolce", fatta di movimenti lenti e di teneri grugniti, evitando ogni segno di aggressività; le armi principali era una ostinata manifestazione di interesse e una rocciosa pazienza.

Avete mai osservato un maiale sussurratore? E alle donzelle: avete mai incontrato un sussurratore maiale? Ma questo è un altro discorso. Etologico anche quello, ma un altro discorso.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

Noi si calpesta l'etologia del lallo dal momento in cui gli si mette una corda al collo e lo si chiude in un recinto, non approfondisco oltre.

Se dovessimo rispettare la sua etologia, dovremmo spostarci andando prevalentemente sottovento, così si muovono i lalli in natura, quasi nessuno si rende conto che questi animali hanno un odorato sviluppatissimo.

Se dovessimo rispettare l'etologia del lallo, ogni volta che una lalla è in calore dovremmo procurargli uno stallone e lasciarli accoppiare in libertà, per quante volte e per quanto tempo, la giumenta desidera.

Se dovessimo rispettare l'etologia del lallo, ogni volta che si incontrano due cavalli maschi dovremmo lasciare che stabiliscano "motu proprio", senza alcun nostro intervento intrusivo, chi di loro "comanda"; potrei continuare a lungo sull'argomento, mi pare superfluo.

Stabiliamo - una volta per tutte - che il cavallo è un animale domestico, e che la sua etologia è condizionata dai "lacci e lacciuoli" imposti dall'homo sapiens da circa 5000 anni .



alex

Fermo restando che la domesticazione e l'addestramento in qualche modo/in qualche misura confliggono con il comportamento naturale, la domanda che HC si è posto è: fino a che punto posso consentire ai miei cavalli un comportamento naturale? E' una questione di compromesso, ovvio; ma la "lancetta" del compromesso (compatibilmente con domesticazione e "cavalcabilità") ha degli amplissimi scostamenti. Lo dico non per piciopacio, a cui l'ho detto millanta volte, ma per chi non ha mai sentito descrivere il compromesso di HC (Homocaballus).

I suoi cavalli vivono in un branchetto, anzi: in una famiglia, composta da stallone, femmine adulte, giovani fino ai due-tre anni (l'età dell'espulsione dall'harem). Ovviamente sono all'aperto, nel recinto, 24/7, anche se si sono box sufficienti per ciascuno di loro, inutilizzati, in caso di qualsiasi emergenza. Dopo il primo sfalcio, utilizzato per la produzione di ottimo fieno, stanno nel pascolo grande (non grandissimo; un ettaro o poco più, mi par di ricordare).

Già questo è del tutto inusuale (ditemi in quanti centri ippici i cavalli stanno in harem, senza nessun castrone, con lo stallone sempre insieme alle femmine e i giovani mai svezzati e mai isolati dal gruppo familiare fino al momento del loro naturale allontanamento).

Ma c'è di più. Immagino che Homocaballus soffra più che se gli cavassero un dente senza anestesia, quando deve cedere un puledro. Ma lasciando stallone e cavalle insieme, i puledri abbonderebbero; forse non uno per ogni cavalla ogni anno, ma quasi. E allora, fra i pochi in Europa, Homocaballus controlla la fertilità delle femmine con il PZP* in modo da ridurla drasticamente, ma senza intaccare minimamente il comportamento sessuale. In altri termini, nonostante domesticazione e addestramento, i suoi cavalli possono"vivere" tutti i naturali comportamenti familiari e di gruppo. Non è naturalità al 100%, è un compromesso, però.... non mi pare malaccio.

* (PZP: Porcine Zona Pellucida, è il componente di una tecnica di "immunosterilizzazione temporanea" di molti animali, soprattutto di erbivori).




La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

piciopacio

H.C. non fa testo, come dissi è un simpatico eccentrico personaggio, forse incoerente, perché andando a vivere nella pampas boliviana o argentina, nelle steppe del Gobi, nelle lande sperdute del nord della Mongolia avrebbe allargato la "forbice" del compromesso in maniera sostanziale.
Detto questo, non mi permetto di giudicare, daltrocanto mi ricorda "Caccialano", io l'ho conosciuto già vecchio, ma mi dissero che da giovane aveva un branchetto più numeroso dove era compreso anche lo stallone.
Se volete leggere del mio incontro con lui: - http://calmoinavantiedritto.blogspot.it/search/label/Le%20mie%20avventure%20e%20disavventure%20coi%20lalli.

Muriel

Contattai la Mcdonnell a proposito di un mio stallone . Poi rivelatosi affetto da tumore.
Ma ha scritto (di mio particolare interesse avendo gestito sei stalloni in un certo periodo) cose interessantissime sul comportamento dello stallone in accoppiamento e sul comportamento violento di essi. E la loro gestione.
Davvero una eminenza grigia.

Muriel

Non bisogna andare tanto lontano.
Io tengo i giovani maschi e stalloni e castroni insieme.  Lo stallone riproduttore vive con le sue femmine fino a tre quattro giorni dopo il parto. Il resto dei cavalli vive stabilmente insieme. Puledri, fattrici, castroni.

Mi risparmia un sacco di lavoro.