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Aperto da pighetti, Dicembre 03, 2018, 11:48:00 PM

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Miky Estancia

#45
Citazione da: Luna di Primavera - Dicembre 19, 2018, 10:00:32 AM
è interessante come aneddoto, ma mi pare che confermi quanto dicevo.
infatti nell'imprevisto il cavaliere più bravo (con più tecnica) è riuscito comunque a ottenere l'obbedienza e fare l'esercizio anche in assenza di relazione e anche se il cavallo non era per niente convinto. magari con più passaggi avrebbe saputo anche mitigare il salto a capra e il fugone e dimostrare a Matador che davvero non c'erano pericoli.
concordo che in spettacolo tutto dovrebbe filare liscio e intoppi di questo genere non sono proponibili, ha chiaramente ragione Luraschi.
però non ho capito come è finita nello spettacolo vero e proprio. avete rinunciato allo scambio cavalli?

No Luna, non hai capito....tra due cavalieri bravi (Tony e quel ragazzo), è riuscito a far fare discretamente l'esercizio Tony che aveva una buona relazione con Matador.....gli altri o si sono beccati dei bei rifiuti, o come è  successo al ragazzo,  hanno ottenuto non obbedienza, ma un esercizio, fatto male, per costrizione con relativa difesa successiva. E di passaggi ne ha provati parecchi...ma che ci vuoi fare, Matador aveva una testa particolare e continuare ad insistere, quando dava già a fatica il massimo di se con Tony, significava solo violentarlo e non ci interessava la cosa, visto che già per ottenere saltoacaprascartoefugone si era tribolato abbastanza...e dopo quello, cavallo e cavaliere erano ridotti uno schifo.
Continuare a fare passaggi? A che pro? Passava gia con Tony, aveva gia capito che  poteva accontentare Tony senza farsi male, ma con gli altri cavalieri era un altra storia, come ti dicevo, con gli altri, bravi finche vuoi, non aveva relazione. La relazione non la costruisci in 10 minuti, ci va tempo, e non la costruisci certo forzandolo a suon di passaggi. Ci sono cavalli che a furia di insistere (e con l'ausilio di speronate e frustate), passano, certo...con Matador accanirsi portava solo a farsi male e a schiacciarlo mentalmente...perché rovinare un cavallo?
Insomma puoi essere bravo finché vuoi, ma se il cavallo dice no, è no, si può trasformare il no in un ni se c'è quel valore aggiunto in più che si chiama relazione.

Si scambiavano i cavalli perché in spettacolo può succedere che un cavaliere in un numero precedente si faccia male o debba andare via per un urgenza; abitualmente ci sono cavalieri, e se si può, anche cavalli di riserva.
In spettacolo Matador è sempre stato montato solo da Tony...era un cavallo impegnativo, molto particolare,  diciamo che non c'era la fila di persone che volevano metterci il sedere sopra...da terra invece, lo facevo lavorare anche con i disabili...
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

milla

Interessante l'aneddoto di Micky infatti in dressage accade che un cavallo vada molto bene con un cavaliere e decisamente meno bene con un altro (un esempio a caso il buon Totilas) e sicuramente la "relazione" c'entra eccome, mentre nel salto ci sono competizioni in cui è proprio previsto lo scambio dei cavalli e lì pare (e dico pare) che il fatto di cambiare cavaliere sia meno influente.
Se è vero (e dico SE) come si spiega?

Miky Estancia

Citazione da: Luna di Primavera - Dicembre 18, 2018, 07:11:38 PM
Boh, definiamo "imprevisto". Normalmente il cavaliere più bravo di me ne ha anche passati ben più di me di imprevisti, e normalmente se la cava sempre meglio.
Se l'imprevisto è Godzilla che esce da sottoterra e il cavallo impazzisce, il cavaliere con più tecnica riesce a riprendere il controllo prima e meglio di me.
Se l'imprevisto è una disobbedienza o un'incomprensione più o meno marcata per vari motivi, il cavaliere con più tecnica riesce comunque a riconquistare l'obbedienza e a chiarire l'incomprensione anche senza la relazione.

Ma magari ti riferisci a situazioni insolite. Raccontaci.
Beh Luna, tu dici questo probabilmente perché questo hai vissuto. E se non ricordo male, il riferimento, tratto dal tuo album, potrebbe essere quando il tuo istruttore F (se non sbaglio ), ti montava super Etrillo.
In quel caso, concordo con te.
Come concordo in tutte quelle situazioni in cui, cavalieri principianti, mettono in mano il loro lallo ad un cavaliere con un minimo di esperienza in più. È ovvio che se si monta poco o da poco, il cavallo vada meglio con un cavaliere che monta meglio e di piu. Anche perché,  parliamoci chiaro...chi sta da poco o sta poco col cavallo, che relazione vuoi che abbia? Zero. Ma magari è convinto di avere una relazzzzione mmmeravigghiosa perché il lallo gli nitrisce quando li vede arrivare in scuderia col sacchetto del pane in mano.

Diverso è quando col cavallo ci vivi, ci lavori e la relazione esiste davvero perché ci hai lavorato su per costruirla.
Aaaaaanni e aaaaaanni fa, decisi di progredire nel lavoro alla doppia longia e redini lunghe. Me la cavavo discretamente,  ma volevo di più. Mi feci seguire da un mio caro amico,  sulla cui bravura, esperienza  e competenza nessuno può mettere bocca. Ovviamente,  Prince nelle sue mani era una meraviglia, uno spettacolino.
Fino a quando non è nato un piccolo contrasto su un nuovo esercizio.
Io i contrasti me li gestisco facendo leva sulla relazione e sulla tecnica. Il mio amico usa la sua tecnica impeccabile.
Risultato: con la tecnica, dopo un pò di lite, ha ottenuto alla fine l'esercizio, anche ben fatto tecnicamente, ma Prince era  teso e nervoso durante l'esecuzione e cosi e rimasto fino alla fine della sessione di lavoro.
La sessione di lavoro successiva,  Prince è entrato in difesa praticamente subito (ovvio, visto che è abituato a finire il lavoro con un esercizio ben fatto e relativo premio,  in modo da conservare un ricordo positivo di quanto fatto, e per lui il mio amico era legato a tensione e nervosismo ), al che i mio amico mi ha passato le redini e mi ha fatto un mazzo a quadretti per insegnarmi quel che volevo. Certo, se me lo lavorava lui il cavallo,  facevo prima (è più facile imparare con un cavallo che già sa, invece ho dovuto imparare e contemporaneamente insegnare al mio cavallo), io ho dovuto sudare ben più di sette camicie, ma con me Prince era più tollerante, e in caso di contrasto, risolvendo alla mia maniera, lui rimaneva tranquillo invece di diventare un isterico blocco di marmo.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

BigDream

Miky, non voglio per forza andarti contro, però mentre leggevo pensavo due cose: 1. forse Tony è comunque più bravo dell'altro cavaliere, magari non per forza tecnicamente migliore ma migliore nel dare fiducia (che per me equivale comunque ad un "essere più bravo", in questo caso) e 2. io ho qualche dubbio sul fatto che il cavallo colleghi le due cose, ovvero io cavallo, da terra vedo Tizio, lo riconosco, so che è lui e che abbiamo una bella relazione ecc ecc. Ma ho qualche dubbio sul fatto che colleghino il fatto che in questo momento è Tizio sulla loro groppa e si comportino di conseguenza. Sentono che è Tizio rispetto alle altre volte che hanno avuto Tizio in sella, questo si, perché riconoscono che ne so la mano, la gamba, ecc. Ma che colleghino le due persone (da terra/in sella) onestamente non ci metterei la mano sul fuoco. Ma non perché siano stupidi eh, ovvio che "vedono" che è Tizio che li sella e che sale, ma non so quanto possano collegare la relazione diciamo affettiva e quel che accade quando invece si lavora in sella. Secondo me sono proprio due cose distinte, per loro, poi ognuno può pensarla diversamente ma nessuno ha la prova scientifica di questa cosa, quindi posso avere ragione io come può avere ragione chi dice il contrario.

Per spiegarmi meglio e fare un esempio, il mio cavallo si stra fida di me da terra. Si getterebbe nel fuoco se io lo facessi prima di lui, e ho avuto diverse prove di ciò. Anzi, si fida più di me che di M o di chiunque altro. Anche per dire alla longe, tutto benissimo, comandi alla perfezione ecc ecc. Tuttavia, in sella non è così. O meglio, si fida anche di me per molte cose, però lavora meglio e ascolta di più M. E io si sono amatore ma non è che monto da due giorni, quindi non vale la regola citata prima "sono talmente principiante che è ovvio che di me non si fidi ma di M che è un cavaliere esperto si". Perché non é che non si fida di me, anche io riesco a fargli fare cose di cui normalmente ha paura (penso solo al bagno in mare in Normandia), solo che con M su molte cose funziona meglio, in sella. Perché? Perché tecnicamente è molto più avanti (e sicuro) di me.

Miky Estancia

Citazione da: BigDream - Dicembre 20, 2018, 03:19:52 PM
Miky, non voglio per forza andarti contro, però mentre leggevo pensavo due cose: 1. forse Tony è comunque più bravo dell'altro cavaliere, magari non per forza tecnicamente migliore ma migliore nel dare fiducia (che per me equivale comunque ad un "essere più bravo", in questo caso) e 2. io ho qualche dubbio sul fatto che il cavallo colleghi le due cose, ovvero io cavallo, da terra vedo Tizio, lo riconosco, so che è lui e che abbiamo una bella relazione ecc ecc. Ma ho qualche dubbio sul fatto che colleghino il fatto che in questo momento è Tizio sulla loro groppa e si comportino di conseguenza. Sentono che è Tizio rispetto alle altre volte che hanno avuto Tizio in sella, questo si, perché riconoscono che ne so la mano, la gamba, ecc. Ma che colleghino le due persone (da terra/in sella) onestamente non ci metterei la mano sul fuoco. Ma non perché siano stupidi eh, ovvio che "vedono" che è Tizio che li sella e che sale, ma non so quanto possano collegare la relazione diciamo affettiva e quel che accade quando invece si lavora in sella. Secondo me sono proprio due cose distinte, per loro, poi ognuno può pensarla diversamente ma nessuno ha la prova scientifica di questa cosa, quindi posso avere ragione io come può avere ragione chi dice il contrario.

Per spiegarmi meglio e fare un esempio, il mio cavallo si stra fida di me da terra. Si getterebbe nel fuoco se io lo facessi prima di lui, e ho avuto diverse prove di ciò. Anzi, si fida più di me che di M o di chiunque altro. Anche per dire alla longe, tutto benissimo, comandi alla perfezione ecc ecc. Tuttavia, in sella non è così. O meglio, si fida anche di me per molte cose, però lavora meglio e ascolta di più M. E io si sono amatore ma non è che monto da due giorni, quindi non vale la regola citata prima "sono talmente principiante che è ovvio che di me non si fidi ma di M che è un cavaliere esperto si". Perché non é che non si fida di me, anche io riesco a fargli fare cose di cui normalmente ha paura (penso solo al bagno in mare in Normandia), solo che con M su molte cose funziona meglio, in sella. Perché? Perché tecnicamente è molto più avanti (e sicuro) di me.

Nessun problema big, non mi stai dando contro, chiami solo le cose in modo diverso da me...e grazie per il complimento a Tony  :occasion14:
Cercherò di risponere punto per punto così magari riesco a farmi capire meglio.

1. forse Tony è comunque più bravo dell'altro cavaliere, magari non per forza tecnicamente migliore ma migliore nel dare fiducia (che per me equivale comunque ad un "essere più bravo", in questo caso).

Qui hai centrato in pieno l'obiettivo.
Ho detto più  volte che, in certe situazioni, per uscirne bene, ci va quel valore aggiunto in più,  che io chiamo "relazione", poiché la sola tecnica non basta.
Io questo valore aggiunto lo chiamo, in modo riassuntivo,  "relazione", tu invece, hai usato il termine "fiducia".
In pratica stiamo dicendo la stessa cosa, poiché scrivi che magari non era il migliore tecnicamente, ma la fiducia ha fatto la differenza e per te è "più bravo"...ossia, nel caso specifico,  ha ottenuto un risultato guardabile invece di una schifezza  :laughter-485:
Quello che tu dici "dare fiducia", infatti, è uno dei punti cardine del nostro metodo addestrativo.

2.non so quanto possano collegare la relazione diciamo affettiva e quel che accade quando invece si lavora in sella. non so quanto possano collegare la relazione diciamo affettiva e quel che accade quando invece si lavora in sella.  io ho qualche dubbio sul fatto che il cavallo colleghi le due cose, ovvero io cavallo, da terra vedo Tizio, lo riconosco, so che è lui e che abbiamo una bella relazione ecc ecc. Ma ho qualche dubbio sul fatto che colleghino il fatto che in questo momento è Tizio sulla loro groppa e si comportino di conseguenza.
....non so quanto possano collegare la relazione diciamo affettiva e quel che accade quando invece si lavora in sella.


Qui, o non ho capito io cosa volevi dire, o hai fatto un pò di confusione, mi sembra quasi che ti contraddici  :dontknow:
Quando parlo di relazione, io non intendo relazione affettiva pucci pucci e sbaciucchi, ma intendo qualcosa di molto più  profondo, di cui fa parte quello che tu definisci più  sopra "fiducia".
Questa relazione (che porta i nostri cavalli a vederci un pò come dei soggetti dominanti) o fiducia, come la chiami tu, è  compito del cavaliere/conduttore far si che esista sempre, da terra, da sella, e in attacco, indipendentemente dalla nostra capacità tecnica.
Cioè,  devo essere il capobranco alias devo avere la fiducia del cavallo, sempre, ovunque e comunque.

Se così  non è, succede questo che dici tu:

il mio cavallo si stra fida di me da terra.  Anzi, si fida più di me che di M o di chiunque altro. Tuttavia, in sella non è così. O meglio, si fida anche di me per molte cose, però lavora meglio e ascolta di più M. Perché non é che non si fida di me, anche io riesco a fargli fare cose di cui normalmente ha paura (penso solo al bagno in mare in Normandia), solo che con M su molte cose funziona meglio, in sella. Perché? Perché tecnicamente è molto più avanti (e sicuro) di me.

Il tuo M, in sella, non solo è  tecnicamente molto bravo, ma è anche sicuro di se....ottima dote di un soggetto dominante degno di fiducia....e il tuo cavallo lo sa  :horse-wink:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

nala

Micki, avrei una domanda, scusami se è banale.
La fiducia, a terra e in sella, si ottiene attraverso necessariamente una tecnica competente oppure si può non avere una buona tecnica ma comunque avere la fiducia ( e quindi l'obbedienza) del cavallo?
Non scorderò mai il fratello di un mio vecchio istruttore che in sella non era il massimo, rispetto al mio vecchio istruttore che al contrario, era precisissimo. Eppure il cavallo di proprietà dell'istruttore diventava un altro con il fratello. Eseguiva meglio con l'istruttore ovviamente ma sempre titubante, teso, che se avesse potuto sarebbe tornato volentieri nel box. Col fratello appariva invece rilassato, fiducioso, avrebbe saltato pure un palazzo se glielo avesse chiesto. Con l'istruttore in passeggiata era tutto uno storcersi, col fratello andava liscio come l'olio.
Che cosa sentiva il cavallo con la persona meno competente in termini tecnici?
Scusa ancora la domanda banale, io un'idea ce l'avrei anche ma mi piacerebbe sentire il tuo parere




alex

La mia idea -deriva da esperienze di quando ero assolutamente ignaro di tutto, eppure.... - si esprime in due parole: fiducia reciproca. E' giustissimo che il cavallo deve avere fiducia del cavaliere, ma altrettanto giusto (e magnifico) che il cavaliere abbia fiducia nel cavallo. Se avviene di realizza un "circolo virtuoso", altrmenti, senza un'enorme tecnica, inizia un "circolo vizioso".
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Miky Estancia

Citazione da: nala - Dicembre 20, 2018, 07:51:28 PM
Micki, avrei una domanda, scusami se è banale.
La fiducia, a terra e in sella, si ottiene attraverso necessariamente una tecnica competente oppure si può non avere una buona tecnica ma comunque avere la fiducia ( e quindi l'obbedienza) del cavallo?
Non scorderò mai il fratello di un mio vecchio istruttore che in sella non era il massimo, rispetto al mio vecchio istruttore che al contrario, era precisissimo. Eppure il cavallo di proprietà dell'istruttore diventava un altro con il fratello. Eseguiva meglio con l'istruttore ovviamente ma sempre titubante, teso, che se avesse potuto sarebbe tornato volentieri nel box. Col fratello appariva invece rilassato, fiducioso, avrebbe saltato pure un palazzo se glielo avesse chiesto. Con l'istruttore in passeggiata era tutto uno storcersi, col fratello andava liscio come l'olio.
Che cosa sentiva il cavallo con la persona meno competente in termini tecnici?
Scusa ancora la domanda banale, io un'idea ce l'avrei anche ma mi piacerebbe sentire il tuo parere

Due belle domande e per niente banali!

1. La fiducia, a terra e in sella, si ottiene attraverso necessariamente una tecnica competente oppure si può non avere una buona tecnica ma comunque avere la fiducia ( e quindi l'obbedienza) del cavallo?

Allora, per quanto attiene la mia esperienza, posso dire che: inizio il lavoro per instaurare la relazione (fatta di rispetto, fiducia, attenzione, chiara definizione dei ruoli, equilibrio, corretto atteggiamento mentale) prima da terra, poi a sella /attacco. Importantissimo essere coerenti ed avere un buon equilibrio tra fermezza e giustizia e tenere un corretto atteggiamento mentale.
Quindi, per costruire questa relazione e far si che esista sempre comunque e ovunque, devo avere una buona tecnica/metodo per farlo (metodo per instaurare la relazione), che è  diverso dal montare in perfetto assetto, o essere vincenti in una disciplina.
Di conseguenza, può accadere ciò che hai notato tu, con lo stesso cavallo montato dall'istruttore e da suo fratello.
E qui veniamo alla seconda domanda:

2. Che cosa sentiva il cavallo con la persona meno competente in termini tecnici?

Non parlano la nostra lingua, ma si fanno capire abbastanza bene i cavalli  :blob9:
Io mi chiedo cosa sente il cavallo con ciascuno dei cavalieri, visto che le reazioni sono molto diverse.
Bisogna anche considerare il carattere del cavallo, la sua "sensibilità", perché  magari, facendo montare un cavallo differente ai due fratelli, si otterrebbero reazioni ancora diverse.

Posso fare delle supposizioni.
Prima ho parlato di fermezza e giustizia. A volte, una buona tecnica, risulta "pesante", per un cavallo molto sensibile, che la vive come eccessiva fermezza e si sente un pò "aggredito", quindi si innervosisce.
Altre volte, una buona tecnica comporta l'utilizzo degli aiuti...tutti...e alcuni cavalli invece, gradirebbero una riduzione di questi aiuti, che anche se dati correttamente,  gli danno fastidio ugualmente (classico esempio quei cavalli che si difendono se gli si chiede la partenza al galoppo con tutti i crismi, che smettono di far storie e partono serenamente se magari si usa solo la voce o un leggero tocco di frusta sulla coscia).

Col cavaliere meno tecnico, probabilmente il cavallo si sente meno "schiacciato", meno sotto pressione, forse quel cavaliere monta in modo meno "autoritario", o e piu sciolto e rilassato in sella, chi lo sa.
Di certo, questo è uno di quei casi in cui mi viene da dire che non sempre siamo la cosa migliore che poteva capitare al nostro cavallo  :happy_birthday-736:

La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: alex - Dicembre 20, 2018, 11:13:42 PM
E' giustissimo che il cavallo deve avere fiducia del cavaliere, ma altrettanto giusto (e magnifico) che il cavaliere abbia fiducia nel cavallo. Se avviene di realizza un "circolo virtuoso", altrmenti, senza un'enorme tecnica, inizia un "circolo vizioso".

Si, la relazione che intendo io, presuppone proprio la reciprocità. E quando si lavora c'è una bella differenza.
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

milla

Micky quando ho letto le parole relative al cavaliere meno tecnico ho subito pensato alla mia lalla che, quando era lavorata dalla Capa (indubbiamente mille volte più capace e talentuosa di me) era sempre tesa e ansiosa mentre da quando la monto solo io andiamo d'amore e d'accordo e lei è sempre serena e disponibile.
Aggiungo (leggendo adesso il post di Micky) che da quando IO ho capito che potevo fidarmi della mia cavalla è cambiato tutto. :pollicesu:

Zarathustra

#55
Alle volte è una questione di tatto equestre, ovvero di "capire" lo status psicologico/addestrativo del cavallo che si monta in quel momento. E capirlo in breve tempo.....dopo di che, anche SCEGLIERE che cosa chiedere, oltre che il come....

Ognuno conosce bene il proprio cavallo (almeno si suppone), e anche il cavallo conosce bene il proprio cavaliere.
C'è un livello di abitudine reciproca: può essere buono o cattivo, ma supponiamo che sia buono, come sarà di certo per Tony (preso ad esempio solo perchè citato, eh....). Tony ha un livello tecnico, il cavallo anche (non è detto che siano uguali).

Se monta Tizio, supponendo che abbia un livello tecnico almeno pari al Tony di turno, manca però l'abitudine reciproca: chiunque di noi ha più o meno impercettibili differenze nel montare. Il cavallo percepisce la differenza, la qual cosa può essere quasi indifferente (cavallo piacione veterano dei cambi di mano), oppure no (cavallo c.d."padronale", un pò permaloso, un pò fiscale, un pò gerarchico).
Ad esempio, ci sono cavalli un pò "gerarchici" (mi sono inventato il nome), i quali, se sale uno nuovo, devono subito fare dei test per capire se costui può avere il "privilegio" di montarli. Non sarà il caso in esame, ma ne vedo spesso.
A me capitò un veterano di gare grosse che era stato messo a riposo, ma c'era un sociale (30cm in meno delle gare che faceva anni prima), e aveva disarcionato la ragazza che lo montava con una difesa (peraltro modesta). Gli amici mi "sfidarono" a fare il percorso e io, malgrado non l'avessi mai montato, all'epoca ero un pò garoso, accettai. Appena salito il buongiorno fu cercare di buttarmi alla staccionata, io reagii, cercai di mettere ordine e di rilasciare appena mi dava un minimo retta, poi bon, feci il segno della croce e partimmo verso l'uno, lui accelerò alla grande (secondo me troppo), ma lo lasciai fare (ha fatto gare ben superiori, non ha voglia di spaccarsi le gambe....). Bhe, fu l'uovo di colombo, lo lasciai fare dandogli solo la direzione dell'ostacolo successivo. Netto, bravissimo, fece tutto lui. Alla fine, se posso dirlo, lui era "contento". Un professore che non voleva scemi che gli insegnassero il mestiere?

I cavalli sono abitudinari, in un momento di stress (impegno alto, difficoltà nuova, ad es.), se aggiungiamo alla difficoltà in sè anche qualche altra "novità" (un assetto, un tocco, un tatto un pò diversi), ci sta che aumentino il livello di stress. Se invece ALMENO i parametri "endogeni" sono costanti, si possono concentrare sulla difficoltà. Almeno ritengo.

Non parliamo poi delle "incompatibilità" caratteriali......qui si tratta di errori veri e propri (a volte giustificabili) che alcuni cavalieri, tecnicamente bravi, però commettono quando pretendono di prendere per il verso sbagliato certi cavalli, ad esempio i "ribelli" cui si vuole imporre disciplina a tutti i costi....ci vuole un pò di psicologia, e forse anche un pò di tempo per capire, perchè a volte ti fregano, resti nel dubbio che se sei tollerante quello si approfitti, o se sei duro tu stia sbagliando.....

Ricordo una cavalla, una ribelle nata ma dotata, che se la montava una ragazza era un agnello, se la montava un buon cavaliere non faceva altro che protestare (calciava l'ostacolo a fine parabola, o il muro alla gamba esterna alla richiesta di galoppo). Il percorso lo faceva comunque , eh, anche bene (calci a parte). Un giorno alzarono un pò il percorso, e la ragazza si beccò 4 rifiuti, il cavaliere zero (ma le solite proteste). Morale? La ragazza chiedeva poco, e grazie che con lei era un agnello, le faceva fare quello che voleva e solo il fatto di "sentirlo" la rendeva più tranquilla. Con gli ostacoli bassi la accontentava, quando c'era da fare fatica, le diceva no. Col cavaliere era incavolata, perchè quello le faceva fare quello che voleva lui, protestava, ma lo faceva.

Insomma, l'apparenza inganna, ed è difficile trovare sicurezze.

Miky Estancia

#56
Citazione da: milla - Dicembre 21, 2018, 02:02:01 PM
Micky quando ho letto le parole relative al cavaliere meno tecnico ho subito pensato alla mia lalla che, quando era lavorata dalla Capa (indubbiamente mille volte più capace e talentuosa di me) era sempre tesa e ansiosa mentre da quando la monto solo io andiamo d'amore e d'accordo e lei è sempre serena e disponibile.
Aggiungo (leggendo adesso il post di Micky) che da quando IO ho capito che potevo fidarmi della mia cavalla è cambiato tutto. :pollicesu:

Bene, anche tu hai notato e vissuto la differenza  :occasion14:
Evidentemente, la sola tecnica, per quanto buona, non basta, ci va anche ciò che Zara ha fatto notare: il tatto equestre/sentimento equestre.
Non penso che la Capa ne fosse priva, piuttosto forse era troppo presa dal "prendere" invece che dal "chiedere". Succede a tutti, quando ci si concentra sull'esercizio e sul risultato e ci si "dimentica" che le chiappe sono poggiate su un essere senziente.
Nel film Danse avec lui, danno una bella spiegazione di che cos'è il tatto equestre...vabbè, quel film per me è bellissimo, se capite il francese, regalatevelo per Natale, ne vale la pena  :love4:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Miky Estancia

Citazione da: Zarathustra - Dicembre 21, 2018, 03:47:02 PM

1.
Se monta Tizio, supponendo che abbia un livello tecnico almeno pari al Tony di turno, manca però l'abitudine reciproca: chiunque di noi ha più o meno impercettibili differenze nel montare. Il cavallo percepisce la differenza, la qual cosa può essere quasi indifferente (cavallo piacione veterano dei cambi di mano), oppure no (cavallo c.d."padronale", un pò permaloso, un pò fiscale, un pò gerarchico).
Ad esempio, ci sono cavalli un pò "gerarchici" (mi sono inventato il nome), i quali, se sale uno nuovo, devono subito fare dei test per capire se costui può avere il "privilegio" di montarli. 


2.
Un professore che non voleva scemi che gli insegnassero il mestiere?


3.
Non parliamo poi delle "incompatibilità" caratteriali......qui si tratta di errori veri e propri (a volte giustificabili) che alcuni cavalieri, tecnicamente bravi, però commettono quando pretendono di prendere per il verso sbagliato certi cavalli, ad esempio i "ribelli" cui si vuole imporre disciplina a tutti i costi....


1.
Hai appena descritto il nostro Snoby, padronale e gerarchico  :laughter-485:
Attaccato, a casa, si lascia guidare da altre persone, ma esegue sempre qualche test prima....e se alla guida ci sono principianti, ingrana la marcia "passo funebre" :icon_rolleyes:.
Attaccato fuori, in servizio fiera, Tony si alterna alla guida con un nostro amico molto molto bravo...e la bestiaccia comunque esegue i comandi vocali di Tony (la differenza nella mano la annusa come un cane da tartufi)...e durante le pause, da segni di nervosismo se non lo vede o non lo sente parlare...i primi servizi era una palla quando Tony doveva andare in bagno  :icon_rolleyes:
Il fatto che sia padronale e gerarchico, mi è immensamente d'aiuto durante i corsi che facciamo...aiuta le persone a capire meglio e prima certi concetti  :horse-cool:

2.
Ecco, qui invece mi viene in mente Prince, la mia super nave scuola...che dopo l'ennesimo errore di una principiante, su un esercizio di lavoro con i tronchi, l'ha allegramente sfanculata, partendosene al galoppo con tronco al seguito e redini lunghe annesse :icon_axe:
Quell'esercizio lui era in grado di farlo praticamente da solo e ai comandi vocali...dopo n mila errori ha fatto capire che ne aveva piene le tasche  :firuu:

3.
Anche questa è una cosa che valuto quando faccio gli abbinamenti con i miei cavalli e gli stagisti....a volte, ci sono persone che hanno proprio bisogno di confrontarsi con qualcuno con cui sono poco compatibili....così imparano ad ammorbidirsi  :cheesy3:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

pighetti

Mi sembrano buone considerazioni per un cavaliere che sa montare e che sa già capire/interpretare veramente il cavallo...
La mia Sole Luna è bravissima sto imparando a gestirla pian piano, non faccio salti nel fuoco ma per me è come se lo fossero, due giorni fa è stata montata da un cavaliere più esperto e ho visto i miglioramenti!!! parte subito ho notato comunque che se la tocco i punti giusti è sensibilissima, mi cade nei cambi di galoppo, ma ripeto non sto considerando i suoi limiti ma assolutamente i miei!!!
Adesso la tengo sveglia durante tutta la prima fase quindi trotto sveglio e lei mi considera di più... al galoppo taglia le curve ma nei salti si scalda, mi sto eccitando nel sentirla più reattiva è potente non ha bisogno di frustini ma credetemi sto facendo fatica