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I quattro livelli della paura

Aperto da alex, Gennaio 13, 2013, 05:56:44 PM

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alex

Rimando innanzitutto al magnifico articolo di Andy McLean (uno di otto; meglio se li leggete tutti) sulla teoria dell'apprendimento, che parla della paura.

Riflettendo un po' direi che la paura del cavallo (problema con cui occorre convivere dal primo momento che si sale in sella e anche prima) ha quattro livelli.

Livello 0: totale indifferenza (in genere da "abitudine consolidata")
Livello 1: reazione di attenzione; il cavallo guarda con intensità un oggetto nuovo.
Livello 2: reazione di evitamento: il cavallo, guardato un po' l'oggetto, decide che è meglio non fidarsi; si ferma, sbuffa, alza l'incollatura, scarta, aggira l'oggetto tenendosi a debita distanza o fa un bel dietro front. Può essere convinto a desistere; può essere incoraggiato e può decidere che, alla fin fine, quell'oggetto non è poi cattivo. Insistendo, passerà al livello 1 e poi al livello 0.
Livello 3: reazione di panico. Pericolo di morte!!!! Il cavallo fugge "a gambe levate", sordo a qualsiasi aiuto fintantochè non decide che si è allontanato abbastanza. Situazione di estremo rischio mentre si verifica; altamente probabile che l'esperienza resti per sempre impressa nella memoria e riemerga inaspettatamente in una frazione di secondo. Difficilissimo sradicare questo trauma; molto meglio evitare che questa situazione si verifichi. In ogni caso, occorre che il cavaliere si accorga per primo del "pericolo", altrimenti il cavallo prenderà l'iniziativa; e questo per tutta la vita del  cavallo.

Che ve ne pare?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

I lalli sono tra gli animali più paurosi che esistano...ma anche no.

Conosco un lallo che passa nello foco, ma per indole possiamo collocarlo tra il secondo e il terzo livello della scala Meclin, conosco un puledro appena scozzonato e scozzonato male che - fatto raro - non conosce paura è sotto il livello 0...non teme neanche la frusta; conosco un lallo tremebondo di natura, va in panico per un movimento inusuale della mano del cavagliere o per la gamba che gli tocca il fianco inavvertitamente, per lui dovremmo creare un livello 5 di paura; per contro, in passeggiata - aggredito da una muta di cani non fa un plissé anzi se li sente troppo vicini dietro scalcia, se li vede davanti abbassa le orecchie, li minaccia.

Questa scala di  4 livelli di paure, non vuol dire niente, ci sono sfumature e situazioni spesso contraddittorie che rendono impossibile stabilire la paura per gradazioni se non in via del tutto teorica e assolutamente schematica.
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... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

#2
Il senso è: attenti al panico: gli attacchi di vero panico restano impressi per sempre nella psiche del cavallo, pronti a riemergere dal nulla a distanza di anni; l'apprendimento è completo in un solo episodio. Ovviamente la cosa ha un senso: si tratta della reazione a un rischio mortale, sfuggito per puro caso; non ci possono essere "ripetizioni", o si è imparato da quell'episodio, o si muore. Che poi il "rischio mortale" magari sia costituito da una stupidaggine, una fisima da cavallo fifone, non ha la minima importanza.

L'apprendimento per paura (di livello 4) ha questo di caratteristico: la sua indelebilità.

Mica lo dico io eh.... io ho solo giocato a livellare. Chi è interessato può scaricare qui il comodo pdf realizzato da Orcinus Orca (ciao Orca!). Cercate "Il principio della paura".

La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Tu Reviens

Non metto in dubbio l'indelebilità dell'apprendimento per paura ma sono perplessa sull'indicazione di evitare che accada: con cavalli giovani e nevrili non è facile prevenire sempre questo tipo di reazioni, spesso repentine e prive di preavviso. Inoltre mi chiedo come si possa fare nel caso di cavalli non "stallini", cioè cresciuti non solo  in box. La mia cavalla è stata al pascolo con delle coetanee per i primi tre anni e mezzo di vita: erano libere in alcuni ettari di terreno e le ho osservate spesso, di attacchi di panico di gruppo ne ho visti parecchi: bastava una bestiolina che si muoveva nella siepe di confine per scatenare fugoni epici. In pratica, quando l'ho domata, aveva già imparato benissimo il livello 3.

alex

Hai ragione, probabilmente manca ancora un livello, quello superiore alla fuga: il vero attacco di panico assoluto. Il fugone di gruppo non è ancora abbastanza.

Asia ad esempio ha avuto un episodio di panico assoluto (quasi mortale per me) causato da bici da cross comparse improvvisamente in discesa mentre sia io, che lei eravamo distratti (terribile imprudenza: se il cavallo è distratto, il cavaliere deve essere due volte vigile; altrimenti ha ragione il cavallo a non fidarsi!). Sono passati anni, ma ancora, con tutta evidenza, se ne ricorda. Quello era un episodio da "livello 5".
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DivinityOfDarkness

Secondo me i livelli son piuttosto validi per classificare eventi di paura, non per classificare un cavallo in sè.

Mi spiego con un esempio: tre cavalli normali percorrono una stradina che fanno abitualmente.
Cavallo 1: Il suo livello è zero. A un certo punto nota qualcosa su un lato della strada, indietreggia, sbuffa..è a livello 2. Quel qualcosa era un biscia che se ne va dopo poco, il cavallo scende a livello 1 guardando intensamente il luogo in cui era la biscia, per poi passare nuovamente a livello zero, riprendendo a camminare normalmente.

Cavallo 2: Il cavallo è di solito nevrile, sull'occhio, ombroso che resta ombroso a livello 1 sempre e comunque, dal sellaggio alla passeggiatina a mano per brucare erba.
In questo caso vede la biscia come il suo compare, ma il suo livello di paura non sale, continua a camminare e arriva a destinazione con lo stesso stato d'animo con cui è partito.

Cavallo 3: Il suo livello è zero, cammina sempre a occhi socchiusi, noncurante di camion che lo sorpassano o di fruste che sibilano in campo mentre lavora. Ma sulla stradine, vedendo il cavallo 1 sbuffare, viene colto da panico di livello 3 e fa un superfugone verso casa, disarcionando il cavaliere, trascinandoselo dietro e pesticciandolo.


Che dovremmo dedurre? Che il cavallo 1 è un livello 1, che il cavallo 2 è un livello 1 e che il cavallo 3 è un livello 3?
No, piuttosto si deduce quel che ho scritto, ossia che il cavallo 1 ha avuto un episodio di paura di livello 1, il cavallo 2 non ha manifestato paure strane ed è rimasto al livello 1 he ha perennemente..e che il cavallo 3 ha avuto uno sporadico evento di livello 3.
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

alex

Citazione da: DivinityOfDarkness - Gennaio 16, 2013, 11:20:38 PM
Che dovremmo dedurre? Che il cavallo 1 è un livello 1, che il cavallo 2 è un livello 1 e che il cavallo 3 è un livello 3?
No, piuttosto si deduce quel che ho scritto, ossia che il cavallo 1 ha avuto un episodio di paura di livello 1, il cavallo 2 non ha manifestato paure strane ed è rimasto al livello 1 he ha perennemente..e che il cavallo 3 ha avuto uno sporadico evento di livello 3.

Perfettamente d'accordo! Io infatti parlo dei singoli episodi, che avvengono continuamente, ai vari livelli, a qualsiasi cavallo. Al momento non mi interessa tracciare il "profilo di paura" del singolo cavallo, per distinguere un cavallo pauroso da uno coraggioso; questo è un altro discorso. Altrettanto diverso, da cavallo a cavallo, è l'elenco delle situazioni che generano paura: la varietà è infinita, dalla farfalla che attraversa il sentiero all'esplosione di un pneumatico di camion in prossimità di un'autostrada. Semplicemente, un cavallo pauroso avrà episodi di paura di elevato livello molto spesso e per situazioni banali, un cavallo coraggioso avrà episodi di paura di elevato livello molto rari, di fronte a situazioni veramente drammatiche. Mi piacerebbe riflettere in concreto sugli episodi (rari nel cavallo  coraggioso, frequenti nel cavallo pauroso) per ragionare su cosa succede e su come è opportuno che il cavaliere reagisca.

Il primo punto è: come reagire alla manifestazione di paura per superarla? E qui, da Senofonte in poi, mi pare che sia assodato un concetto: il cavallo spaventato va sempre incoraggiato e non va mai punito. Incoraggiando il cavallo, si tende a fargli superare la paura e a farla diminuire di livello fino alla scomparsa; punendo la manifestazione di paura, si rischia seriamente di ottenere l'effetto opposto, perchè alla paura della situazione si aggiunge la paura della punizione.

E' una banalità, che però pochi applicano in modo sistematico.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

DivinityOfDarkness

Ti dirò, credo che il più delle volte la punizione da parte del cavaliere sia una reazione alla paura che lui stesso ha provato nei confronti di quanto appena accaduto.
Un po' come la mamma che dà lo schiaffo al bambino che s'è divincolato dalla sua mano ed ha attraversato di corsa la strada senza curarsi del traffico e che, per pura fortuna, non è stato investito.

Mettiamo il caso di un cavallo che attraversa un ponticello ampio e che, vedendo qualcosa nell'acqua muoversi, ha scartato e ha fatto un mezzo fugotto con sgropponata e attacco isterico. Il cavaliere, caduto a terra o ancora in sella, punisce il cavallo con quatro frustate date a modo, sgambate o sgangherate in bocca varie.
C'è chi, invece, dà le carezzine rassicuranti.

Per me sono sbagliati entrambi gli approcci, paradossalmente la carezzina può essere più deleteria perchè potrebbe spingere il cavallo a pensare "cavolo, mi sta premiando per aver avuto quella reazione!", mentre la punizione può esser deleteria e il cavallo l'asocia con la riacquisita lucidità. Chissà!
Secondo me va fatto un distinguo tra episodi casuali ed episodi cercati.

Mi spiego: il cavallo che reagisce con terrore a uno sparo improvviso durante una passegiata va approcciato diversamente da un cavallo che è in addetramento per essere desensibilizzato da un rumore o da qualcosa che siamo NOI a causare e che possiamo controllare.


Poi oh, la paura e lo spavento sono la paura e lo spavento: se io accendessi la luce del bagno e vedessi una biscia dentro il cesso, non c'è addestramento o abitudine che regga, mi spavento, tiro un urlo e scappo via. E non è che se mi mettete una biscia nel ceso tutti i giorni per i prossimi 3 mesi la paura mi passa... quindi mi chiedo come si possa pretendere ciò da un cavallo.
Se io ho paura dei ragni e me ne mettete uno sotto al cuscino ogni notte per i prossimi 20 anni, tranquilli che dopo 20 anni e un giorno io me la farò ancora addosso se, alzando il cuscino, ci troverò un ragno...

Al massimo scaperò meno lontano o urlerò meno rispetto ale prime volte... ma di sicuro la strizza mi resterà.

E non mi passerà nemmeno se il ragno me lo spalmate addosso o se me lo riproponete in altri ambienti... mi fa schifo ora, mi farà schifo poi, mi farà schifo in macchina così come mi farà schifo in una tazza di gelato..
Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

rhox

probabilmente dopo 1 anno in cui trovi il ragno nel letto non entreresti neanche nel letto, ti inchiodi alla porta della camera, poi nel corridoio, ecc
o se dovessi andare per forza ti piglierebbe un'ansia pazzesca

è il motivo per cui desensibilizzare non è così facile da fare, ha dei limiti e tempistiche complesse.. e soprattutto non c'è un solo modo per ottenere il risultato
Il miglior modo per rispettare il cavallo è rispettare te stesso

alex

Piano, piano! Il livello del panico è un problema serissimo e difficilissimo. Se ci impegoliamo a quel livello (dove la soluzione definitiva richiede quasi "un miracolo") non ne usciamo; io mi accontenterei di discutere i livelli più bassi, che invece sono "maneggiabili" (stavo per scrivere "gestibili" ma ho sentito un prurito alla nuca, come se stesse per arrivarmi un paterno scappellotto...), a partire dal livello 1: la reazione di attenzione.

bene, al proposito direi che non solo non dobbiamo combattere questo livello di paura ma anzi: questo livello (bassissimo) di paura, che determina un "click" dallo stato di totale indifferenza, è la base del lavoro del cavallo. Quindi per montare dobbiamo sapere come farlo scattare.

Esempio: sono soddisfatto di come Asia risponde ad aiuti leggeri; ai miei aiuti leggeri. Ho fatto montare un giorno una ragazza, non monta affatto male; ebbene, non è riuscita in alcun modo a superare il livello di indifferenza di Asia. Risultato: nonostante lei in sella facesse tutto quello che poteva, Asia continuava tranquillamente a brucare; come se in sella non ci fosse assolutamente nessuno.  :icon_rolleyes:



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

neolover

A me sembra una cosa sensata dividere la paura in livelli, anche se poi, naturalmente, ci saranno cavalli che fanno eccezione.
Può ad esempio esserci il cavallo di livello 0 che in poco tempo, magari solo perchè viene montato da cavaliere sbagliato, passa al "livello 5", o magari un "livello 5" che, essendo montato dalla persona adeguata, passa al livello 1/0.
Comunque per la maggior parte dei casi i livelli sono adeguati.