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Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.

Aperto da francobelmonte, Novembre 17, 2013, 11:02:10 AM

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francobelmonte

Un messaggoio del veterinario Tomas Teskey agli amici di bitlessandbarefoot-studio ed ai lettori di lingua italiana...

Dear lovers of horses,

If you or one of your family were injured, would you seek out the best possible care? Why? I ask you this because it really is a CHOICE that you make. While we are surrounded today by a society that...


http://www.bitlessandbarefoot-studio.org/category/sindrome-navicolare/

alex

Carissimo Teskey! Che brava persona. Ho avuto con lui qualche contatto email; cordiale, comprensivo per il pessimo inglese,  :horse-scared:, disponibile, pronto nella risposta e generoso nel permettere di condividere illimitatamente i suoi lavori.

Se hai l'opportunità, Franco, mandagli tantissimi saluti dal suo primo traduttore italiano Alex. La storia di Krystal - che pure resta, in sè,un aneddoto, ma un bell'aneddoto - mi ha profondamente colpito.... eppure, stranamente, non ha colpito tante persone come avrei voluto.

Una domanda: secondo te, a prescindere da gruppi e gruppuscoli, quanti sono oggi, in Italia, i pareggiatori in grado di applicare bene il protocollo di riabilitazione della navicolite sferrando il cavallo, pareggiandolo e guidando i proprietari alla gestione più opportuna? E secondo te, a occhio, in che percentuale di casi questi pareggiatori "abili" ottengono una riabilitazione tale che il cavallo viva felice il resto della sua vita, magari lavorando poco? Non chiedo numeri, chiedo una valutazione spannometrica... Tu stai registrando i tuoi numeri?





La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

francobelmonte

Lo farò Alex con tanto piacere. E spero di farvi incontrare un giorno.
E' un naturalista prima di essere un veterinario. E fa il vet. con tutto l'amore e l'incanto di un naturalista.

E' vero, quell'articolo (che TU hai avuto la saggezza di tradurre tanti anni fa) non solo non ha avuto la meritevole divulgazione, gli ha causato e continua a causare problemi. Sono molti a desiderare che lui stesso abbia bisogno di un medico. I suoi nemici sono tanti e ancora maggiore é il numero di quelli che "hanno paura" e con la paura regolano le loro azioni. Sto in qualche modo usando parole sue...
Non colpisce perchè anche i migliori guardano alla tecnica e poco al cuore. Questo fu l'obiettivo di quell'articolo che scrissi un paio di anni fa per Yvonne, ti ricordi? Hearth and Tecn..

Alla domanda cerco di rispondere sinceramente. E' un fatto che la nostra tecnica, la mia, la tua, quella di Ipparco, viene dopo la gestione corretta e la sferratura. Una unghia corta accompagnata al natural boarding è assolutamente vincente. Purtroppo da qualche tempo sono presentate nuove linee di guida, da parte di alcuni, che si concretizzano in piedi lunghi e meccanicamente sfavorevoli. Pareti che debbono necessariamente rimanere attive nonostante tutto e così via. Nel nostro caso, ciò si traduce in una zona di breakover distale rispetto al corretto con tutto quel che ciò comporta. Se non altro un inutile allungamento dei tempi e della sofferenza.

Secondo Ramey, con cui ho parlato di questo forse qualche mese fa, si tratta di un fenomeno pendolare. Ovvero, coloro che non hanno tecnica ne teoria e basano la loro azione sulla copiatura sempre eguale di un modello possono cambiare la loro interpretazione ma l'esito é casuale. Chi ha "lavorato"  troppo su alcuni tessuti in passato resosi conto che qualche cosa non va si ritira, senza fermarsi dove logica vorrebbe, nella inazione.

Non so rispondere perché come sai tra i navicolitici diagnosticati tali ben poche sono in effetti le disease e molte le syndrom. La sferratura accompagnata alla sopravvenuta maturità del proprietario fa il resto. Dei navicolitici veri o presunti tali provenienti dallo sport la maggior parte viene macellata, i restanti cambiano padrone e vita. E nessuno si ricorda più di loro.

Per quel che mi riguarda la maggior parte sono semplici infezioni al fettone che cambiando ambiente si risolvono facendo svanire come neve al sole le diagnosi avventate o di comodo. Ramey per esempio ne ha solo uno solo, radiograficamente compromesso,   costretto a calzare le scarpette da sempre anche in passeggiata e non si riesce a farne a meno.

Spannometricamente :-) la percentuale è altissima considerando anche che l'attività condotta è prevalentemente su sabbia o erba.

Se mi permetti però, purtroppo, non credo che coloro che sono capaci di applicare un protocollo siano tanti. Quando incontro qualcuno, o per via dell'inglese o per via del fatto che la teoria e esperienza degli altri è snobbata, non trovo  lettori di Rooney, di Ramey, di Strasser. Si, forse un paio di articoli ma se si va appena più a fondo non sono conosciute nemmeno le ragioni cui conseguono, o dovrebbero conseguire, le differenti modalità di intervento di coloro che sono considerati i maestri. Quindi tornando a quanto accennavo prima, si tratta di natural boarding nella speranza che il cavallo ci metta tanto del suo.

il primo problema d tutti coloro che cercano di fare scuola vera é che non c'è chi vuole sgobbare sui libri.   Ma se non si sgobba sui libri non si può pretendere poi di rubare con gli occhi. Abbiamo tanti riproduttori ma pochi artisti.

Dovrò scrivere a Tomas la prossima settimana. Aprirò con i tuoi cari saluti.   

Bubba

Mi inserisco brevemente per ringraziare te, Alex e tutti coloro che si sono presi la briga di tradurre e diffondere, credendoci e sperando di contribuire al benessere dei cavalli.
Grazie!

francobelmonte

Inserimento opportuno Bubba! Non ci sono aggettivi per descrivere il suo lavoro. Produce anche e soprattutto a distanza di tempo. Spero che un giorno o l'altro riprenda. Magari ha già ripreso e io non lo so. Purtroppo le traduzioni mangiano molto del nostro tempo. Nel mio caso le traduzioni ed i commenti a "The Horse's Hoof" trimestrale costano a conti fatti 10 mattine (come dire tre mattinate al mese). Ho ricevuto un piccolo aiuto solo da Ipparco e un certo Fabrizio Gennenzi, un intellettuale marca Alex (non ti arrabbiare Alex) che pochi conoscono.
Il vero salto di questa Italia provinciale, diciamo un saltino, avverrebbe con la comprensione almeno dell'inglese scritto. Gli ultimi ragazzi che sono saliti sul carro di bitlessandbarefoot-studio nel 2013 hanno bruciato le tappe per questo. Sono in grado di leggere Founder da soli, tutto ... non stralci. Sono in grado di ascoltare "Under The Horse" e di leggere "Shoeing,a ..." o di capire La Pierre. Insomma sono veri studenti. Le traduzioni di Brollo con il testo a fronte, come nei classici greci, sono di aiuto anche alla prima veloce traduzione e comprensione di vocaboli nuovi.

www.bitlessandbarefoot-studio.org

francobelmonte

Ma lasciate che ritorni brevemente ad Alex ed al protocollo. Se per protocollo intendiamo ad es. quello della American Hoof Association spesso mancano le condizioni per applicarlo pienamente.

Primo i terreni di riabilitazione.
Secondo le scarpette. E le solette.
Terzo gli spazi.
Quarto l'igiene.

1- Al di fuori dei maggiori centri, dove purtroppo i cavalli vengono stabulati, troviamo fondi inadeguati. Impenetrabili d'estate , fangosi d'inverno.
2- Le scarpette rimangono un optional poco gradito al nuovo proprietario (povero) del cavallo "navicolitico" o per insufficienza economica o più spesso intellettuale. La frase ricorrente è vedremo... se sarà necessario... quando non sarebbe il caso ne di attendere ne di mettere in discussione di fatto la prescrizione fatta da un professionista.
Comportamento che tradisce immaturità e la malcelata scelta di fare il barefooter per risparmio.
3- Le solette, di diversa densità e spessore, sono misconosciute a causa della diffusa credenza, ANCORA E NONOSTANTE TUTTO, sulla necessità e correttezza teorica del carico periferico. Le solette sono fondamentali infatti per la distribuzione del carico ed impegno della suola e fettone.
4- L'igiene veterinaria intesa come benessere animale e non come tecnica per il contenimento della trasmissione di malattie al consumatore è lontana dall'essere praticata. Se l'atterraggio di punta é la conseguenza di un dolore nella parte posteriore del piede questo dolore é determinato da immaturità strutturale o appunto da infezioni esito di condizioni igieniche approssimative o mancanti.

In sostanza, tornando indietro di qualche post, che il professionista sia del livello di Ipparco o un modesto tagliaunghie lo spazio del trimmer è limitato ed i protocolli, se conosciuti debbono essere adeguati, mortificandoli, alla realtà. Questo, attenzione, non mette professionisti e cialtroni sullo stesso piano. Semmai eleva alla massima potenza la capacità di ottenere comunque un risultato da parte dei primi nel solo interesse del cavallo nella speranza che il proprietario prima o poi segua. 

francobelmonte

Dimenticavo gli spazi

3- Gli spazi non garantiscono quasi mai la possibilità di movimento autonomo al cavallo descritta come necessaria nei protocolli. Il cavallo viene invece "mosso" con tutti gli errori, sovrapposizioni ed omissioni possibili. Quando il dr. Rooney nel '73 scrive:
"Lasciate il cavallo "navicolitico" barefoot. Troverà i suoi piani, seguiteli. La vostra impressione o capacità sono inferiori a quelle della natura"
si riferisce a possibilità e spazi difficili da immaginare per la maggior parte degli europei che vivono in città che spesso e lodevolmente suppliscono con il loro coinvolgimento è vero ma si tratta pur sempre di animali che si "riabilitano" seguendo un programma di movimenti imposti umani non di loro libera espressione.

raffaele de martinis

Praticamente, ci hai detto che in Itaglia/in Europa non ci sono le condizioni, le conoscenze, i materiali e gli specialisti per "curare" la navicolite secondo i sistemi barefutti.

Sbaglio ?
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

francobelmonte

Credo che la risposta sia già nei miei post precedenti. Mi riferisco a protocolli. Quel che é sicuro é che le virgolette tra cui hai racchiuso la parola curare si addicono alla "ferratura terapeutica" per stessa esplicita e continua ammissione nell'Adams'.

raffaele de martinis

terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

se terapia vuol dire quanto sopra, esiste ed è dimostrabile la ferratura terapeutica ovviamente coadiuvata da opportune medizine.

Cavallo saltatore: a 16 anni diagnosticata navicolite agli anteriori, ora và per i 22 e continua a saltare a buon livello.
Terapia: ferratura rullante chiusa (ad uovo) con barbette laterali e solette in gomma, accorciamento della punta con generoso mustangrollo;  :icon_eek: cicli di somministrazione di 20 ml crysanphyton equistrum e di 6 gr. aspirina per dì; non c'è stato bisogno di intervenire con antinfiammatori sintetici; raccomandazioni: evitare il  lavoro sul duro, limitare il trotto dando la preferenza al passo e al galoppo.

Questo esempio mi è stato dato - per conforto - perché il mio lallo è da poco in quelle condizioni.
Appena ferrato rullante  :icon_eek: Oddo si è messo dritto.

Chiedo scusa al veterinario nostro ospite se ho pubblicato il lavoro di un suo collega, se vuole, avrei piacere che - per linee generali - lo commentasse.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Terapia - inutile andare a cercare il greco - è parola ambigua, esiste ed è estremamente praticata nei casi incurabili umani la "terapia palliativa" che non si propone altro che il sollievo dei sintomi senza alcuna ambizione di modificare il corso della malattia.

Da questo punto di vista tutto è terapeutico.

Tutavia un valente maniscalco (quello invitato a tenere lezioni presso l'Università di Padova, se non ricordo male) ammetteva che esistono molte ferrature "correttive" e poche ferrature "terapeutiche"; ovviamente lui usava il termine nel senso di "intento di guarigione". Onesto.

Basta non giocare con i termini e non lasciare intendere che l'intento di tutte le terapie è la guarigione della malattia, che "terapeutico" significa "atto a guarire la malattia in una certa proporzione di casi". Altrimenti, si prende la gente per il cucullo.

Mi pare di capire che la navicolite (qualsiasi cosa essa sia...)viene classificata dalla veterinaria ufficiale  come malattia degenerativa, irreversibile, progressiva, inguaribile, e come tale viene impostato il trattamento. Sbaglio?

Di fronte a una asserita "riabilitazione del cavallo con navicolite", sulla base di questo inquadramento, si resta fra l'increduli e lo sciettici e si sospetta fortemente la mistificazione. Qualcuno scrolla le spalle, qualcuno reagisce "alla piciopacio", a seconda della propria attitudine/personalità. Sbaglio?

Mi aspetto che almeno un piccolissimo numero di persone (e di veterinari) vada a "toccare con mano"; ma sono anni che aspetto....  :dontknow:






La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

Ipparco

#11
Riporto il protocollo per la gestione del "caudal foot pain" utilizzato e approvato dall' Auburn Veterinary College, sia in presenza che in assenza di lesioni visibili radiologicamente.
"Caudal Foot Pain: The relatively easy lifestyle horses enjoy in domestication typically does not foster complete development of the lateral cartilages, digital cushion, sole or frog corium. This in turn can cause both chronic heel pain and also a less severe 'sensitivity' that leads to toe first landing common in domestic horses. It is often the compensative toe-first landing that leads to lesions of the navicular bone, deep digital flexor tendon, coffin bone, and ligaments attached to the navicular bone [Robert M. Bowker VMD, PhD].
Under our Hoof Rehabilitation Protocol caudal foot pain (with or without radiographic evidence of disease) is treated as internal weakness or developmental deficiency of the caudal foot. Our working theory is that additional damage can be prevented by allowing/encouraging a heel-first impact. This is initially achieved by:
·         Prioritizing the treatment of any painful frog sulcus infections
·         Preserving natural frog thickness and callus
·         Trimming the heels as stated above with an eventual target of positive 5-10 degree P3 solar angle to the ground plane (exceptions readily allowed for various conformation issues)
·         Keeping breakover in a position [relative to the dorsal aspect of P3] that would exist with perfect wall connection and sole thickness.
·         Providing hoof protection that decreases foot pain to promote a heel first landing and meets the requirements stated above.
Once comfort and heel first impact are established, the internal development of the foot is encouraged by:
Keeping the horse barefoot (for turnout) and the feet routinely (every 3-6 weeks) trimmed/balanced.
Encouraging exercise/riding in padded hoof boots. Our working hypothesis is that the vertical flexion of the boot promotes lateral cartilage flexion/development, and the foam rubber pads stimulate development of the solar corium, frog corium and digital cushion. Barefoot riding is allowed only when comfort and heel first impact is achieved on the given terrain. Barefoot riding is then encouraged, as it tends to accelerate foot development.
Pea gravel loafing areas are provided in stalls, around gates, shade or watering areas the horse frequents. This stimulates and calluses the bottom of the foot while providing vertical support to P3 through the sole.
Turnout with pasture mates as much as possible to maximize movement, and thus maximize the stimulation of internal foot development.
The realistic goal is not to reverse the navicular pathology presented, but arrest its progression and to complete the development of the caudal portion of the foot. Implementation of this hoof care and husbandry system typically results in a wider, stronger 'more able' foot and a comfortable horse. The distinguishing advantage to this system for horses with caudal foot pain and 'navicular syndrome' is that soundness and usability typically increase over time and the need for protective or corrective devices decreases."

Ho sottolineato i passaggi salienti.
Ovviamente eventuali danni preesistenti, soprattutto a livello osseo e cartilagineo, difficilmente si potranno riparare, ma se si riesce ad evitare un ulteriore degrado e portare alla remissione dei sintomi, il risultato mi pare comunque più che soddisfacente, visto che in passato questa patologia veniva considerata una malattia degenerativa inarrestabile.
Mi dispiace molto per Oddo, e spero che la soluzione adottata, per quanto non si concili molto con la mia visione del problema, possa portare a risultati altrettanto soddisfacenti.
Leonardo de Curtis, AHACP, PHCP
www.leonardodecurtis.it
"La semplicità è la sofisticazione finale"
Leonardo da Vinci

raffaele de martinis

terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che nel caso che ho descritto possa trattarsi di : terapia sintomatica ma sempre di terapia si tratta...il lallo/i lalli stanno bene/fanno bene - con gli accorgimenti prescritti - le attività per le quali sono stati addestrati.

Non sono preparato ma - così ad occhio - le ferrature sono terapeutiche in questo senso, e non mi pare poco.
Anche per gli umani un grandissimo numero di malattie viene curato in maniera sintomatica; io stesso, sono sopravvissuto - fin'ora - all'asma in questa maniera: ce l'ho da vent'anni, essa non è diminuita di un grammo, ma con le giuste terapie e gli adatti stili di vita essa è sotto controllo.

Io non ho niente contro la barefutterìa, quello che trovo insopportabile è la campagna terroristica che i barefutti "devono" fare contro la mascalcia...






... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...

alex

Questo forum si distingue da altri per la scarsissima virulenza della polemica ferri-non ferri. Mi sembra che sia un fatto obiettivo. A me basta che tutti accettino l'adagio della vecchia mascalcia: "Shoe is a necessary evil", corrispondente alla nostrana "Il ferro è un male necessario", anch'esso della vecchia mascalcia; e che si accetti l'idea che quel "necessario" non riguarda il semplice atto di montare, ma riguarda la necessità di ottenere dal cavallo prestazioni superiori alle sue possibilità fisiche effettive, per età, per debolezza dei piedi, per incipienti patologie.

Fintanto che non ci sarà una larga, diffusa accettazione di questa semplice, banale  verità, il dibattito resterà confinato nella "controversia per partito preso" e al proprietario non saranno dati gli elementi necessari per un vero consenso informato.



La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

raffaele de martinis

Citazione da: raffaele de martinis - Novembre 22, 2013, 02:12:12 AM
terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

se terapia vuol dire quanto sopra, esiste ed è dimostrabile la ferratura terapeutica ovviamente coadiuvata da opportune medizine.

Cavallo saltatore: a 16 anni diagnosticata navicolite agli anteriori, ora và per i 22 e continua a saltare a buon livello.
Terapia: ferratura rullante chiusa (ad uovo) con barbette laterali e solette in gomma, accorciamento della punta con generoso mustangrollo;  :icon_eek: cicli di somministrazione di 20 ml crysanphyton equistrum e di 6 gr. aspirina per dì; non c'è stato bisogno di intervenire con antinfiammatori sintetici; raccomandazioni: evitare il  lavoro sul duro, limitare il trotto dando la preferenza al passo e al galoppo.

Questo esempio mi è stato dato - per conforto - perché il mio lallo è da poco in quelle condizioni.
Appena ferrato rullante  :icon_eek: Oddo si è messo dritto.

Chiedo scusa al veterinario nostro ospite se ho pubblicato il lavoro di un suo collega, se vuole, avrei piacere che - per linee generali - lo commentasse.


Dimenticavo di dire che il lallo va riferrato ogni 25 giorni perché: come tutti sappiamo, la punta cresce più in fretta dei talloni, dunque non bisogna  che il pede vada di nuovo all'indietro,
Una coppia di ferri rullanti chiusi ad uovo costa 34 euri + speditione, non è poco, anzi è molto.

Dunque, con la collaboratione di un giovin maniscalco che ho preso sotto la mia ala protettora, ho modificato dei ferri in alluminio: costo 12 euri, il lallo li ha accettati con entusiasmo, prima di darvi la ricetta voglio vederli alla prova di sforzo/di resistenza, nel caso metterò anco le photo.
... "il culo nella carriola e le gambe avanti"...