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Il Parere degli Esperti => Mascalcia => Topic aperto da: alex - Settembre 02, 2015, 04:46:25 PM

Titolo: Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 02, 2015, 04:46:25 PM
In altro topic mi è stato detto che la buona mascalcia/la podologia equina scientifica  non ha "scuole", ma che segue criteri omogenei e condivisi. Se le cose stanno così, tanto meglio, sono felicissimo di essere caduto vittima di un pregiudizio errato, e posso fare alcune domande a cui la buona mascalcia fornisce senz'altro risposte condivise da tutti i maniscalchi che la praticano (e che quindi l'hanno appresa da buone fonti).

Domanda 1: la buona mascalcia prevede e/o raccomanda la "sferratura di riposo"?
Domanda 2: quali sono i casi in cui la mascalcia ammette l'uso del cavallo sferrato?
Domanda 3: per che patologie del piede la buona mascalcia prescrive la sferratura temporanea come parte della terapia?

Ribadisco: non chiedo opinioni: chiedo quello che la buona mascalcia/la podologia equina scientifica prescrive o almeno raccomanda fermamente; quindi le domande sono rivolte solo a chi la buona mascalcia la conosce a fondo per averla studiata a fondo. 
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 02, 2015, 04:53:11 PM
Ps: aggiungo, questa discussione ha relazione con la precedente, sotto "I segreti del mestiere", ed in particolare è basata su questa affermazione:

"Esistono  scuole a riguardo e corsi regionali, che, per quanto ne so, non sono affatto contrapposte. "
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: segreto - Settembre 03, 2015, 03:44:37 PM
Mi permetto di commentare le tue domande, Alex:
A me sembra che tu vada a chiedere ad Angus mcBoh, titolare di premiata distilleria di Whisky, di fare una donazione ad un'associazione di proibizionisti.
Non credo si possa fare proselitismo da quelle parti.
Chi tiene sferrato oggi, oltre a noi fanatici? Quelli a cui conviene (chi fa scuola pony, chi fa scuola solo in maneggio con fondi che reputa adatti, chi non monta spesso, chi non vuole spendere e si inventa un motivo suo da raccontare).
Sono quasi del tutto uscito da un brutto marciume al fettone nel quale la ferratura mi è stata consigliata, anzi raccomandata, da più parti e più di una volta.
Ho tenuto duro ma nessuno mi ha detto: "fai bene a tenerla sferrata". Ora la cavalla deve solo ricostruire.

Segreto
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 03, 2015, 09:38:52 PM
Può sembrare strano ma non è così. Non lo è perchè al momento il migliore pareggio di cavallo sferrato  che ho visto è stato fatto da un bravo maniscalco, che - a quanto ne sappia - non ha mai frequentato corsi di "scuole barefoot". Quindi SO che la buona masclalcia insegna anche un buon pareggio, e mi sono fatto l'idea che il buon pareggio di un cavallo ferrato, e quello di un cavallo sferrato, hanno molti punti comuni e alcune differenze marginali. Voglio risalire alle fonti di quegli insegnamenti; e capire quanti, fra i maniscalchi, li hanno assimilati.

La domanda successiva, se qualcuno mi risponderà, è infatti la seguente: accettata l'idea che una ottima mascalcia esiste, e data per scontata la buona fede di chi la pratica - che non nasconderebbe la "verità" a solo scopo di "difesa della corporazione": quanti sono i maniscalchi che praticano quella ottima mascalcia? Quasi tutti? La metà? Un quarto? Uno su dieci? Uno su cento? Perchè, nella nostra esperienza comune, non ci confrontiamo con una mascalcia astratta, ideale, ma con quella normalmente e comunemente praticata.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: segreto - Settembre 04, 2015, 10:35:16 AM
Ok, esplorererò il tema con Roby che è il miglior fré che abbia incontrato in tanti anni. Ci vorrà un mesetto perchè è passato sabato e viene da lontano.
Anche mio bisnonno era maniscalco, con fucina vicino a un ponte in chiatte sul Po; ferrava cavalloni da tiro che facevano la spola tra l'Oltrepo e Milano, tirando carri-botte pieni di Barbera. Non credo avesse competenze sul tema cavallo scalzo.
A proposito: anni fa a Praga ho visto alcuni cavalli delle carrozze di piazza con pianelle fatte con copertoni e fissate tra il ferro e il selciato. Non ricordo con cosa. A prima vista i  cavalli, questo lo ricordo, non presentavano cerchiature patologiche.

Segreto
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 06, 2015, 05:47:22 PM
Nulla impedisce che restino domande senza risposta.... aspettiamo un po' prima di concludere, lapalissianamente, che la mascalcia non ha le risposte a tutte le domande.  :horse-wink:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Settembre 06, 2015, 08:20:26 PM
oppure concluderemo che gli ottimi maniscalchi hanno altro da fare che leggere i forum (tipo vivere, lavorare, migliorarsi, aggiornarsi)  :benedizione:

se invece ti accontenti di quanto possono riportare i loro clienti....allora la discussione potrebbe (dico potrebbe) andare avanti ancora un pochino.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: segreto - Settembre 06, 2015, 08:26:15 PM
Rispondo a SilvyCH
Gli ottimi maniscalchi leggono i forum perchè oltre a vivere, lavorare, migliorarsi e aggiornarsi devono promuoversi (sana raccolta di info utili). Credimi.
Segreto
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Fioravante Patrone - Settembre 06, 2015, 10:39:59 PM
Citazione da: alex - Settembre 06, 2015, 05:47:22 PM
Nulla impedisce che restino domande senza risposta.... aspettiamo un po' prima di concludere, lapalissianamente, che la mascalcia non ha le risposte a tutte le domande.  :horse-wink:

SilvyCH è stata troppo buona. Questo è un esempio da manuale di paralogismo.

Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 07, 2015, 07:17:10 AM
Paralogismo è un parola grossa per indicare una battuta di spirito (bene o mal riuscita che sia).  :horse-wink:

Se rileggete, non ho affatto evocato le risposte di un ottimo maniscalco, ma solo di chi la mascalcia l'ha studiata a fondo; quella buona mascalcia a cui è stato fatto riferimento esplicito e che mi è stato detto che - contrariamente a quanto avviene nel "movimento barefoot" - non segue "scuole di pensiero" ma è coerente nei principi che indica.



Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Settembre 07, 2015, 08:21:56 AM
Alex, o chiami in causa persone specifiche, con nome o nick che sia..... oppure apri un topic e fai domande per tutti.
Altrimenti discuti in privato e poi riporti le informazioni.

Io ho studiato biomeccanica e mascalcia, ma come posso sapere se ne ho studiato "abbastanza" e di "così buona" da poter avere un confronto con te? Visto che non sono maniscalca? né veterinaria?

I maniscalchi migliori che ho conosciuto io (ovvero quelli che fanno stare subito meglio un cavallo dolorante o laminitico, quelli che non hanno mai e dico mai inchiodato un cavallo nemmeno per sbaglio, quelli che guardano le lastre con il veterinario e poi sanno riportare quanto visto sul piede correggendo) non sanno nemmeno cosa sia un forum.

Figuriamoci venire a leggerlo di sottecchi per capire l'andazzo o farsi pubblicità.
Idem per i veterinari!

Quindi alex facci capire meglio dove vuoi andare a parare.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 07, 2015, 05:43:14 PM
Vorrei sapere quali sono le risposte della buona mascalcia teorica (quella che si studia su fonti scritte e, essendo scritte, verificabili) alle tre domande che ho fatto. Tutto qui: nessun secondo fine; solo una verifica per trovare un punto (almeno piccolino) di contatto e di condivisione, e per superare una fastidiosa contrapposizione per principio.

No, mi secca "tirare per la giacchetta" un utente in particolare; risponderà se gli va.

Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 13, 2015, 01:25:49 PM
Questo topic sta invecchiando tristemente. Il titolo era chiaro, le domande poste in termini non polemici, prendo atto che nessuno di coloro che ha studiato la mascalcia è passato di qua, o, se è passato, ha deciso che non era il caso di rispondere. Aspetto ancora qualche giorno, questo è l'ultimo tentativo di rianimazione. Però ho l'impressione che una sezione "mascalcia" dove quelle tre banalissime domande non trovino risposta rapida ha poco senso.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 13, 2015, 02:39:09 PM
Citazione da: segreto - Settembre 06, 2015, 08:26:15 PM
Rispondo a SilvyCH
Gli ottimi maniscalchi leggono i forum perchè oltre a vivere, lavorare, migliorarsi e aggiornarsi devono promuoversi (sana raccolta di info utili). Credimi.
Segreto

Concordo con SilvyCH.
Sono la felice consorte di un ottimo maniscalco, che anni fa, dietro mia insistenza e per sua curiosità,  decise di dedicare un pò del suo pochissimo tempo libero, ai forum.
Poi, visto l'andazzo (polemiche, cafonaggine, ecc), ha deciso di impiegare meglio il suo poco tempo libero e ha smesso di partecipare.
La promozione la fa il passaparola personale di lavori ben eseguiti; info utili e aggiornamenti, difficilmente si trovano sui forum.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Settembre 13, 2015, 04:27:29 PM
Citazione da: alex - Settembre 13, 2015, 01:25:49 PM
Però ho l'impressione che una sezione "mascalcia" dove quelle tre banalissime domande non trovino risposta rapida ha poco senso.

la sezione mascalcia ha senso per gli utenti che vogliono parlare di mascalcia.

non per chi vuole polemizzare su ferratura o non ferratura, né per trovare "piccoli punti in comune" per superare una diatriba che, guardacaso, non hanno nemmeno iniziato i maniscalchi o chi ha i cavalli ferrati.

Citazione da: Miky Estancia - Settembre 13, 2015, 02:39:09 PM

Concordo con SilvyCH.
Sono la felice consorte di un ottimo maniscalco, che anni fa, dietro mia insistenza e per sua curiosità,  decise di dedicare un pò del suo pochissimo tempo libero, ai forum.
Poi, visto l'andazzo (polemiche, cafonaggine, ecc), ha deciso di impiegare meglio il suo poco tempo libero e ha smesso di partecipare.
La promozione la fa il passaparola personale di lavori ben eseguiti; info utili e aggiornamenti, difficilmente si trovano sui forum.


Esatto. Buoni lavori, puntualità, collaborazione con i veterinari, cavalli sani, che lavorano regolarmente, clienti contenti. Questa é la vita reale.
:occasion14:

Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 13, 2015, 04:59:14 PM
Citazione da: SilvyCH - Settembre 13, 2015, 04:27:29 PM


la sezione mascalcia ha senso per gli utenti che vogliono parlare di mascalcia.

non per chi vuole polemizzare su ferratura o non ferratura, né per trovare "piccoli punti in comune" per superare una diatriba che, guardacaso, non hanno nemmeno iniziato i maniscalchi o chi ha i cavalli ferrati.



Quoto al 100%
In genere i maniscalchi non amano perder tempo in inutili polemiche o diatribe: loro vivono in una realtà di fatti, di lavoro, di cavalli da mantenere dritti o da rimettere dritti.  E questo si fa con gli attrezzi in mano, non su una tastiera.

Ben vengano i forum per chiacvhierare allegramente e confrontarsi, ma il lavoro, la realtà,  è ben altro.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 13, 2015, 05:23:27 PM
Le domande non erano rivolte ai maniscalchi, ma a chi ha studiato la mascalcia; non avevano nulla di "pratico", sono tre questioni puramente teoriche, sono "principi", nulla a che fare con il momento in cui si prendono gli attrezzi in mano. Non erano nemmeno domande polemiche:erano domande reali, per condividere conoscenze; perchè secondo me anche a questo servono i forum.
Non è così? La mia opinione è sbagliata? Posso prenderne atto.




Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Nicola - Settembre 13, 2015, 05:24:05 PM
Questo é un vero peccato.

Altre professioni hanno tratto e traggono grandi benefici da strumenti come i forum. Con la diffusione sempre più ampia della rete vi sono forum anche internazionali su cui informarsi.

Nel mio mestiere, ad esempio, l'utilizzo di forum tematici.

Anche organismi istituzionali ormai aprono a pubbliche consultazioni su temi anche delicati.

Il problema, purtroppo, è che questi strumenti applicati a tematiche serie sono riservati a categorie professionali di elevata specializzazione.

La medicina é infatti stata pioniera in questo.

Se non ci fosse condivisione planetaria certe patologie sarebbero ancora addirittura ignote.

La mascalcia é ancora più una gilda medievale che una professione
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: bionda - Settembre 13, 2015, 09:52:23 PM
Ma no, dai. Seguo (in silenzio) un gruppo di maniscalchi su fb e mi sembra che gli piaccia confrontare casi e tecniche e che considerino tutto ciò una possibilità di arricchimento professionale, ci scrive anche qualche "star" del settore, ma con umiltà, mi sembra.


Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 13, 2015, 11:05:48 PM
Appunto, un gruppo di maniscalchi che parlano e si confrontano tra di loro.... :horse-wink:
Diverso è parlare con chi non è del mestiere: ci sono quelli che chiedono educatamente e quelli che scrivono solo per dar contro o conl'intenzione di far polemica o "saggiare" la competenza del professionista.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 14, 2015, 08:20:27 AM
.... già, fra di loro .... "i segreti del mestiere".

Miky, una sola osservazione e poi la pianto. Tutto quel poco che so degli zoccoli, lo so per averlo imparato da maniscalchi che non solo hanno praticato la loro professione per molti anni, ma poi ne hanno parlato. Jackson e Ramey sono appunto maniscalchi, che però hanno pubblicato le loro idee, e - in misura diversa - non solo sui libri o su articoli, ma anche sul web. Gene Ovnicek è ancora maniscalco "tradizionale", che usa i ferri. Si vede che sono tutti nullafacenti che hanno tempo da perdere nel web.... vero?

Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Fioravante Patrone - Settembre 14, 2015, 08:33:29 AM
alex, un conto è pubblicare delle cose sul web, altro è intervenire in un forum
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 14, 2015, 09:00:38 AM
Benissimo. In effetti, nessuno dei tre autori che ho nominato partecipano, che io sappia, a forum pubblici. Uno dei tre apertamente sconsiglia gli iscritti della sua associazione a farlo.

Allora chi lo conosce mi dia un link italiano, o il nome di un testo, o di una dispensa, o di un documento qualsiasi, dove io trovi la risposta alle tre domande. Mi basta che in tali fonti le risposte ci siano, e siano quelle "di riferimento" della buona mascalcia italiana, quella che viene insegnata nei corsi professionali e che mi è stato detto non è "divisa" in più scuole e più opinioni, ma è coerente nei propri principi.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Kimimela - Settembre 14, 2015, 01:40:32 PM
ho letto tutto, mi permetto solo di dire che secondo me un maniscalco professionista dubito venga qui a scrivere e a spiegare.
piuttosto va sul campo e lavora...ergo: secondo me alex non troverai mai le tue risposte
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: maya - Settembre 14, 2015, 02:14:30 PM
A volte poi la sensazione è più di stare sotto inchiesta che in un forum a scambiare opinioni :icon_rolleyes:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Kimimela - Settembre 14, 2015, 04:00:11 PM
Citazione da: maya - Settembre 14, 2015, 02:14:30 PM
A volte poi la sensazione è più di stare sotto inchiesta che in un forum a scambiare opinioni :icon_rolleyes:
si concordo, poi aver messo queste domande di sferratura nella sezione mascalcia gia' stride...
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 14, 2015, 05:50:26 PM
Citazione da: alex - Settembre 14, 2015, 08:20:27 AM
.... già, fra di loro .... "i segreti del mestiere".

Miky, una sola osservazione e poi la pianto. ....Si vede che sono tutti nullafacenti che hanno tempo da perdere nel web.... vero?

Alex, cosa facciano gli altri non so e sinceramente non mi interessa.
So solo che Tony, quando ai tempi decise di scrivere nei forum, sia come maniscalco che come addestratore,  era in un periodo particolare: si stava riprendendo da un grave incidente che lo aveva tenuto segregato nel letto per un mese e senza lavorare per 5 mesi, quindi se la prendeva comoda, lavorava non certo ai ritmi abituali, quindi, aveva tempo da "sprecare".
I suoi ritmi attuali di lavoro, non gli consentono di "perder tempo" adesso, inoltre, visto che si può scegliere, preferisce impiegare in altro modo il suo tempo libero: se qualcuno vuol sapere qualcosa, si compri un libro, frequenti corsi ( ne teniamo anche noi, di mascalcia di primo soccorso e mascalcia legata al benessere animale: l'ultimo lo abbiamo organizzato per le Giacche Verdi) o legga i forum, c'è sempre chi ha tempo e voglia di raccontare della sua professione.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 14, 2015, 05:51:53 PM
Citazione da: maya - Settembre 14, 2015, 02:14:30 PM
A volte poi la sensazione è più di stare sotto inchiesta che in un forum a scambiare opinioni :icon_rolleyes:

Verissimo.
Questo è uno dei motivi per cui i professionisti prima o poi si rompono le scatole e non partecipano più.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Settembre 14, 2015, 07:33:37 PM
penso che le tre domande si possano riassumere in una sola, ovvero se la mascalcia aborrisce il cavallo sferrato.

Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"
non avresti mai fatto queste domande.

La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri.
Se il piede é corretto, in appiombo e non ha particolari problemi, si pareggia per tenerlo equilibrato e basta.

Se però il cavallo presenta dolori, consumo anomalo e/o squilibrato, pressioni anomale sulle articolazioni per via di appiombi strani, precedenti ferrature/pareggi scorretti  etc etc
Allora il proprietario intelligente chiamerà il maniscalco intelligente, che farà chiamare il veterinario intelligente che con delle intelligenti lastre alla mano deciderà come intervenire, sia per degli intelligenti cicli di ferratura temporanea (in caso si riesca a riportare il cavallo in una situazione ideale), sia per un'intelligente ferratura vita natural durante.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Kimimela - Settembre 15, 2015, 10:23:30 AM
Citazione da: SilvyCH - Settembre 14, 2015, 07:33:37 PM
penso che le tre domande si possano riassumere in una sola, ovvero se la mascalcia aborrisce il cavallo sferrato.

Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"
non avresti mai fatto queste domande.

La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri.
Se il piede é corretto, in appiombo e non ha particolari problemi, si pareggia per tenerlo equilibrato e basta.

Se però il cavallo presenta dolori, consumo anomalo e/o squilibrato, pressioni anomale sulle articolazioni per via di appiombi strani, precedenti ferrature/pareggi scorretti  etc etc
Allora il proprietario intelligente chiamerà il maniscalco intelligente, che farà chiamare il veterinario intelligente che con delle intelligenti lastre alla mano deciderà come intervenire, sia per degli intelligenti cicli di ferratura temporanea (in caso si riesca a riportare il cavallo in una situazione ideale), sia per un'intelligente ferratura vita natural durante.
:cheer: :perfect: :perfect:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: old duck - Settembre 15, 2015, 10:32:27 AM
Citazione da: SilvyCH - Settembre 14, 2015, 07:33:37 PM
penso che le tre domande si possano riassumere in una sola, ovvero se la mascalcia aborrisce il cavallo sferrato.

Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"
non avresti mai fatto queste domande.

La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri.
Se il piede é corretto, in appiombo e non ha particolari problemi, si pareggia per tenerlo equilibrato e basta.

Se però il cavallo presenta dolori, consumo anomalo e/o squilibrato, pressioni anomale sulle articolazioni per via di appiombi strani, precedenti ferrature/pareggi scorretti  etc etc

:perfect: e aggiungo che in tutte le cose ma soprattutto con i cavalli ci vuole BUON SENSO. Spiegami tu Alex che senso ha vedere cavalli che hanno transizioni dolorose per ANNI....o che devono SEMPRE portare le scarpette, che camminano sulle uova, quando i ferri risolverebbero immediatamente e darebbero sollievo immediato. Poi se si ha la possibilità di sferrare ogni tanto, ben venga! Se si evitano gli estremismi da entrambe le parti i cavalli ci ringrazieranno. Purtroppo l'uso dell'intelligenza non è così comune come si spererebbe e non si spiega il perchè sia così difficile capire che ci sono cavalli che possono vivere sferrati tutta la vita, altri NO.
Allora il proprietario intelligente chiamerà il maniscalco intelligente, che farà chiamare il veterinario intelligente che con delle intelligenti lastre alla mano deciderà come intervenire, sia per degli intelligenti cicli di ferratura temporanea (in caso si riesca a riportare il cavallo in una situazione ideale), sia per un'intelligente ferratura vita natural durante.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Fioravante Patrone - Settembre 15, 2015, 10:42:34 AM
Certo, nell'isola di Thomas More
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Ally - Settembre 15, 2015, 10:48:51 AM
Diffiderei parecchio di un maniscalco (in attività) molto attivo su un forum...
stesso discorso per un veterinario....

il veterinario del mio cane, ci vuol tutta che abbia il tempo per risponderti al telefono...
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 15, 2015, 11:35:52 AM
Divagazioni, enunciazione di questioni di principio che nessuno adotta, tentativi di far passare quelle domande per insinuazioni....

Quell'affermazione poi: "Ma se tu conoscessi il principio base della podologia e della mascalcia: "La ferratura é un male necessario"  non avresti mai fatto queste domande." permettetemi di dire che mi fa sorridere.... chi può dubitare che non la conosca?  L'ho citata millanta volte, cercando di farmela spiegare: inutilmente..... :horse-wink:

Che dire poi di questa affermazione: "La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri."? Ma in che film? Nel mondo reale, il 99% per cento dei proprietari di cavalli, dei veterinari, dei gestori di maneggio, dei maniscalchi ritiene che il cavallo che mette piede fuori di un prato o che indossi una sella DEBBA essere ferrato PREVENTIVAMENTE. Che invece quel principio si diffonda, almeno un po',  è il mio obiettivo, questa è la mascalcia che vorrei io, ideale, rarissima; ne ho trovato tracce solo in quello che dice Miky, riguardo al fatto che i suoi cavalli da tiro vengono ferrati quando se ne presenta la necessità e non prima, e che tale necessità, qualche volta, non si presenta nemmeno in cavalli che lavorano; io voglio sapere se questa mascalcia ideale è scritta sui testi e sulle dispense e viene insegnata in teoria, ma non applicata in pratica (se non in casi ultra-rari) oppure se neppure viene insegnata in teoria. Tutto qui.

Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Settembre 15, 2015, 12:33:21 PM
Viene insegnata e applicata dai maniscalchi definiti "bravi", spero che le tue domande abbiano avuto risposta.

di attaccaferri é pieno il mondo così come di pareggiatori barefoot che sarebbe meglio facessero altro nella vita.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: silviasco - Settembre 15, 2015, 01:16:17 PM
Non so se questa mia osservazione può essere utile alla discussione in atto. Dalle mie parti i maniscalchi "professionali"sono rarissimi, i cavallari sono tutti "capaci" di attaccare un ferro, e chi lascia sferrato lo fa solo per risparmiare, per incuria, ergo non pareggia.
Uno dei gestori del mio maneggio si sta formando come maniscalco: non è esperto, ma la teoria dovrebbe averla fresca fresca.eppure i puledri sdomi hanno i piedi a papera (scusate ma non conosco il termine tecnico), e lui sostiene che i terreni in loco sono troppo duri per tenere i cavalli sferrati, mentre è palese che sono semmai troppo morbidi, troppo poco abrasivi... Non mi sembra abbia consapevolezza che la salute del piede scalzo dipende dalla gestione in generale del cavallo (dimensione e caratteristiche dei paddock ad esempio).
Eppure, ho visto praticare una parziale sferratura di riposo, ai posteriori di una cavalla da scuola.
Ho sentito commenti negativi sulle ferrature fatte da alcuni maniscalchi chiamati dai clienti,, e positivi su quelle fatte dal loro di fiducia
Insomma, lamia percezione è che in effetti ci siano molte teorie, ed anche una notevole distanza fra le teorie e le pratiche...
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 15, 2015, 04:03:27 PM
Citazione da: alex - Settembre 15, 2015, 11:35:52 AM


1. Che dire poi di questa affermazione: "La mascalcia parte dal presupposto che se un cavallo sta bene senza ferri, lo si lascia senza ferri."? Ma in che film? Nel mondo reale, il 99% per cento dei proprietari di cavalli, dei veterinari, dei gestori di maneggio, dei maniscalchi ritiene che il cavallo che mette piede fuori di un prato o che indossi una sella DEBBA essere ferrato PREVENTIVAMENTE.

2. Che invece quel principio si diffonda, almeno un po',  è il mio obiettivo, questa è la mascalcia che vorrei io, ideale, rarissima; ne ho trovato tracce solo in quello che dice Miky, riguardo al fatto che i suoi cavalli da tiro vengono ferrati quando se ne presenta la necessità e non prima, e che tale necessità, qualche volta, non si presenta nemmeno in cavalli che lavorano;

3. io voglio sapere se questa mascalcia ideale è scritta sui testi e sulle dispense e viene insegnata in teoria, ma non applicata in pratica (se non in casi ultra-rari) oppure se neppure viene insegnata in teoria. Tutto qui.

Dico la mia.

1. Prevenire è meglio che curare. Se un maniscalco o un veterinario, consigliano la ferratura, spesso è  perché sanno che il cavallo in questione, ne ha bisogno per non aver problemi in lavoro. Il proprietario, molto sovente, non ha la competenza necessaria per compiere una scelta, oppure il tempo, le strutture, la conoscenza, per star dietro alle esigenze che certe scelte comportano. Classico esempio è  quello del cavaliere che vuole il cavallo scalzo per fare trek, e lo tiene chiuso in box per 5 giorni su sette, nel piscio....

2. Non è tanto rara la cosa...frequento spesso e volentieri insieme a Tony, cene raduno di maniscalchi, e sono in moltissimi a dire che il cavallo si ferra come e quando serve. Il M.llo Blasio stesso lo dice, pure nella sua nuova scuola a Pinerolo. Il fatto è che, come sopra, le condizioni ideali per tenere il cavallo scalzo, non si verificano così sovente, quindi, si cerca di evitare di far soffrire inutilmente il cavallo per sobbattiture e transizioni impossibili.
Per quanto attiene i cavalli da tiro....i puledri che domiamo e addestriamo, stanno scalzi fin quando è possibile, dopodiché  appaiono i ferri. Capita spesso che dopo una decina di giorni di lavoro, il puledro non ha più piede, e quindi, per continuare  l'addestramento, bisogna ferrarlo. Se il proprietario, una volta il puledro a casa, ha ritmi di lavoro che lo consentono, può tenere il puledro scalzo, tenendo anche conto dei terreni sui quali si muove e il tipo di lavoro richiesto.

3. Visto che i maniscalchi che conosco lo dicono, sembra proprio che faccia parte del bagaglio culturale. Ma tra il dire e il fare, la conoscenza e lo studio, ci sta di mezzo la realtà,  fatta di cavalli con unghie qualitativamente scarse, con difetti di appiombo, gestiti in modo non idoneo al piede scalzo e praticanti attività che è megli offrontare con le scarpe.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 28, 2015, 03:40:28 PM
Citazione da: Miky Estancia - Settembre 15, 2015, 04:03:27 PM
Per quanto attiene i cavalli da tiro....i puledri che domiamo e addestriamo, stanno scalzi fin quando è possibile, dopodiché  appaiono i ferri. Capita spesso che dopo una decina di giorni di lavoro, il puledro non ha più piede, e quindi, per continuare  l'addestramento, bisogna ferrarlo.

Forse te l'ho già chiesto, ma - visto che ce n'è l'opportunità - ti chiedo di nuovo: il giudizio "non ha più piede" si riferisce a un consumo della muraglia/della suola valutato visivamente, o si riferisce al fatto che si rende evidente una certa sensibilità del cavallo al terreno? Nel primo caso, che aspetto ha, precisamente, quel consumo eccessivo che viene indicato con la colorita espressione "essere senza piede"? Nel secondo caso, questa sensibilità si manifesta su tutti i terreni o si manifesta solo sui terreni più difficili? E che segni dà, precisamente?
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 30, 2015, 11:20:36 AM
Entrambe le cose Alex: il piede si presenta con unghia corta e il cavallo manifesta fastidio/dolore nel camminare.
Non c'è  una lunghezza standard dell'unghia per definire "senza piede" un cavallo, varia da soggetto a soggetto in base alla sua conformazione, come varia da soggetto a soggetto  (la sua soglia di sopportazione del dolore/fastidio) la reazione a questo stato.

Ci sono cavalli che zoppicano vistosamente, altri che camminano "sulle uova", altri che cercano di limitare al minimo i loro movimenti, altri che invece tendono a "scappare di sotto" quando sono montati per "sfuggire al dolore/disagio", alcuni diventano nervosi e cercano di scegliere il terreno più confortevole dove muoversi, altri ancora si mettono contro durante il lavoro e rifiutano di portare sotto il posteriore...ne ho visto anche uno che si rifiutava di uscire dal box ed altri che cercavano di rientrare nel box perché il fondo del paddok era troppo duro, mentre ad un soggetto è  venuto il mal di schiena (con tanto di sgropparella ogni volta che veniva montato).

È importante saper ricondurre questi atteggiamenti allo stato che li ha originati, eppure, troppo sovente, il barefooters estremista (che sovente è  colui che sotto sotto fa questa scelta per risparmiare i soldi della ferratura e non per altri motivi), si rifiuta di vedere come stanno le cose e di li nascono le famose "storielle": il cavallo non zoppica, è  la sua andatura naturale; non sta camminando sulle uova, è attento a dove mette i piedi; si muove poco perché è  pigro o è  più tranquillo senza i ferri; scappa di sotto perché da quando è senza ferri è  più vivace perché il sangue circola meglio; cerca il terreno migliore perché è intelligente (ma va!?); si mette contro, è  rigido, non porta il posteriore sotto perché mangia troppo/è una testa di gomma, ecc.; chissà perché non vuole uscire dal box/non vuol stare in paddok...qualcuno lo avrà picchiato/non è abituato/c'è bisogno del rieducatore; sgroppa perché è allegro; chissà perche ha mal di schiena...oddio chiamiamo lo specialista....ecc. ecc. ecc.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 30, 2015, 11:48:37 AM
Perfetto, adesso è chiaro, grazie. Non sono del tutto convinto che tutti usino questa definizione per "essere senza piede" (visibile eccesso di consumo + sensibilità, i cui sintomi hai descritto benissimo!), ma la tua definizione è perfettamente condivisibile. Io la vedo, ma mai per eccesso di consumo: sempre per eccesso di pareggio. Se capita dopo un pareggio fatto da me, incolpo il pareggio (ossia me!) istantaneamente.

La regola, quasi infallibile tranne casi particolarissimi, per distinguere un buon pareggio barefoot da uno eccessivo è semplicissima: bisogna che dopo il pareggio il cavallo si muova al minimo come prima del pareggio, e spesso meglio di prima del pareggio.

Il pareggiatore ideale è quello che, chiamato, se ne va senza aver fatto niente, perchè non c'è niente da fare.  :icon_rolleyes:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 30, 2015, 12:09:40 PM
Citazione da: alex - Settembre 28, 2015, 03:40:28 PM
.... E che segni dà, precisamente?

Ti racconto una cosa...
I paddok in sabbia (a grana grossa e molto abrasiva) dove alloggiano i nostri cavalli 24/24 per 365 giorni all'anno,  abbiamo l'abitudine di erpicarli, a seconda del bisogno, settimanalmente, quindicinalmente o mensilmente.

Quando lo faccio io, uso Prince che è  perfetto per il mio passo e date le sue dimensioni, mi consente di fare dei bei lavoretti di fino. Prince era ferrato solo davanti, visto che si godeva le ferie estive ed era praticamente senza piede, in attesa che Tony si ritagliasse il tempo per mettergli le scarpe.
Avevo gente in stage in settimana e dovevo erpicare per forza i paddok, tutti e tre e pure il tondino. Farlo col quad è  una rottura, alzo troppa polvere, Snoby ha il passo che non concorda col mio in più è  un transatlantico e non mi avrebbe permesso certe rifiniture.

Ho fatto lavorare Prince. E lui ha bestemmiato. E non abbiamo finito il lavoro da scalzi, ho dovuto rifare tutto il pomeriggio dopo, dopo che Tony lo ha ferrato.

Che segni ho avuto? Tanti, tanti perché non mi sono foderata gli occhi di prosciutto, ma li ho tenuti ben bene aperti.
Le bestemmie di Prine si sono tradotte in:
- andatura più lenta del solito (una processione funebre sembrava!)
- inesistente uso del posteriore e quindi trazione solo con le spalle (questo ha fatto si che non mi potessi sedere sull'erpice e quindi il lavoro è  risultato superficiale, di cattiva qualità )
- l'inesistente uso del posteriore ha fatto si che la postura di Price in trazione non fosse corretta (il che, se avessi continuato il lavoro fregandomene, avrebbe portato a contratture e mal di schiena)
- frequenti fermate di Prince, non richieste
-andatura non costante (è  uno schifo lavorare così,  con l'attrezzo attaccato si rischia di farsi male)
- Prince non era attento ne collaborativo come al solito e quindi non abbiamo lavorato bene, nessuna leggerezza

Ho interrotto il lavoro e ripreso dopo la ferratura.
In seguito alla ferratura, il cavallo era perfetto ed il lavoro è venuto molto bene.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 30, 2015, 12:18:22 PM
Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 11:48:37 AM
Io la vedo, ma mai per eccesso di consumo: sempre per eccesso di pareggio. Se capita dopo un pareggio fatto da me, incolpo il pareggio (ossia me!) istantaneamente.



Ecco, da noi l'eccesso di pareggio invece, è una cosa che proprio non si vede.
Prince infatti si è consumato i piedi sulla sabbia abrasiva: aveva le unghie molto più corte di quando era stato sferrato.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Settembre 30, 2015, 02:59:03 PM
Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 11:48:37 AM


Il pareggiatore ideale è quello che, chiamato, se ne va senza aver fatto niente, perchè non c'è niente da fare.  :icon_rolleyes:

Io la vedo così: se il cavallo è gestito correttamente, non c'è proprio bisogno di chiamare il pareggiatore.
Se c'è  bisogno del pareggiatore, c'è qualcosa che non va in questa gestione "natural", perché insomma, in natura i cavalli bradi se ne stanno tranquilli e felici senza sapere cos'è un pareggiatore (a tal esempio mi ricordo i piedi perfetti dei cavalli bradi della Jasmine Coissieux), quindi: o siamo in presenza di un soggetto con difetti di appiombo tali da richiedere l'intervento di un pareggiatore, oppure i cavalli non sono riusciti a consumare l'unghia (ad esempio perché tenuti in spazi troppo ristretti o perché a causa di malattie o debolezza, non si sono mossi abbastanza) e quindi deve intervenire l'uomo per ristabilire i corretti appiombi.

Quindi, non è questione di pareggiatore, ma di come viene gestito il cavallo, di come PUÒ essere gestito il cavallo.
Nel momento in cui interviene il bipede con la raspa in mano o una scarpetta, per me non si può più parlare di gestione naturale del piede...ma questo è un altro discorso...fine OT
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Settembre 30, 2015, 04:55:48 PM
Spero di non nominare mai la "gestione naturale del piede", lascio questa espressione ad altri, proprio come altre espressioni come "equitazione naturale", "comunicazione naturale" ecc. e lo stesso in millanta altri campi (alimentazione umana, medicina....)

Però adesso ti apostrofo io con l'epiteto di fondamentalista  :icon_rolleyes: quando indichi la condizione di cavallo brado come quella che permette di mantenere zoccoli perfetti e dici che in cattività si dovrebbero ottenere le stesse condizioni, in modo da evitare del tutto  quindi la necessità del pareggiatore.... semplicemente, nella realtà delle cose non è possibile. La migliore condizione, in stato di cattività, è un compromesso, che determina un piede non ideale (troppo lungo o troppo corto) a cui si rimedia con la ferratura, o con il pareggio. E torniamo quindi alle domande iniziali: esiste un certo numero di casi reali in cui questo compromesso si raggiunge senza ricorrere alla ferratura? Tu stessa hai ammesso che questo avviene, alcuni dei tuoi cavalli lavorano scalzi, quindi resta solo da chiarire quanto spesso questa cosa può avvenire e quali sono i limiti ragionevoli entro cui può avvenire.  I proprietari sono informati che questa, in certe condizioni, è una possibilità concreta? E se sono informati, chi è che li ha informati? Il gestore del maneggio? Il veterinario? Il maniscalco?

E restano poi le altre due domande: la sferratura di riposo è una buona idea, come lo era un tempo, oppure è una vecchia sciocchezza da dimenticare? Ci sono patologie che risentono positivamente della sferratura?
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Ottobre 01, 2015, 09:17:44 AM
Citazione da: alex - Settembre 30, 2015, 04:55:48 PM

1. Però adesso ti apostrofo io con l'epiteto di fondamentalista  :icon_rolleyes: quando indichi la condizione di cavallo brado come quella che permette di mantenere zoccoli perfetti e dici che in cattività si dovrebbero ottenere le stesse condizioni, in modo da evitare del tutto  quindi la necessità del pareggiatore.... semplicemente, nella realtà delle cose non è possibile. La migliore condizione, in stato di cattività, è un compromesso, che determina un piede non ideale (troppo lungo o troppo corto) a cui si rimedia con la ferratura, o con il pareggio.

2. E torniamo quindi alle domande iniziali: esiste un certo numero di casi reali in cui questo compromesso si raggiunge senza ricorrere alla ferratura? Tu stessa hai ammesso che questo avviene, alcuni dei tuoi cavalli lavorano scalzi, quindi resta solo da chiarire quanto spesso questa cosa può avvenire e quali sono i limiti ragionevoli entro cui può avvenire. 

3. I proprietari sono informati che questa, in certe condizioni, è una possibilità concreta? E se sono informati, chi è che li ha informati? Il gestore del maneggio? Il veterinario? Il maniscalco?

4. E restano poi le altre due domande: la sferratura di riposo è una buona idea, come lo era un tempo, oppure è una vecchia sciocchezza da dimenticare?

5. Ci sono patologie che risentono positivamente della sferratura?

1. Hem...più che fondamentalista, sono realista, non trovi? Lo dici tu stesso quando ammetti che nella realtà è impossibile  ricreare le ideali condizioni naturali e quindi si deve scendere a compromessi  :benedizione:

2. Io ho 2 cavalli e 2 pony. I cavalli lavorano (ogni tanto hanno periodi di riposo) e senza ferri, come ho già raccontato prima, non sono in grado di farlo. Si può "giocare", ma quando i ritmi aumentano, per evitare danni, si ferra. I pony stanno scalzi da anni. E da anni non fanno praticamente nulla se non farsi pettinare la criniera dalle figlie delle mie amiche e tirare minuscoli carichi ogni morte di papa, qualche esibizione di lavoro in libertà e mazzuolarsi tutti i giorni, più  volte al giorno, tra di loro. Il giorno che mi venisse mai lo skizzo di riattaccarli al calesse o usarli a basto in passeggiate e trek, appena si consuma l'unghia, scatta la rimessa del ferro.
In vigna, c'è chi ha usato i cavalli scalzi. Ma non lavorava tutti e 30 gli ettari, ma solo 5 o 6. Appena il carico di lavoro è aumentato (alla vigna si è aggiunto qualche attacco su strada, molto lavoro in bosco e campo), chissà come mai, i cavalli hanno cominciato ad esternare qualche problema (zoppie agli anteriori, rigidità ai posteriori, meno resa sul lavoro). Ad osservarli, erano senza piede, con tutto quel che ne consegue e che ho descritto quando ho parlato delle bestemmie di Prince. Ora, starà ai proprietari decidere se continuare con la gestione natural oppure ferrare.
Chi invece ha aumentato il carico di lavoro mantenendo i cavalli ferrati, non ha avuto problemi.
Quindi: se si gioca, va bene quasi sempre tutto, ma se si lavora davvero, bisogna attrezzarsi. Insomma, puoi andare in alta montagna con le infradito perché ci vai comodamente in spiaggia, ma poi non ti lamentare se caschi nel dirupo o ti si congelano i piedi.

3. Basterebbe il buon senso. Molte volte non c'è e per seguire le proprie convinzioni, non si guarda la realtà dei fatti.

4. Dipende, dal cavallo e dalle condizioni del luogo dove riposa.

5. Bisogna chiederlo a veterinari e maniscalchi, in base alle loro esperienze.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Ottobre 01, 2015, 02:38:36 PM
Io la penso proprio esattamente come Miky e ho avuto la stessa esperienza  :occasion14:

la mia é una cavalla da tiro leggero, pesa sui 600 kg.

Spero di trovare davvero il tempo prossimamente di raccontare la nostra esperienza, penso potrebbe interessare.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Nicola - Ottobre 01, 2015, 05:52:56 PM
Le domande di Alex non avranno mai risposta, per manifesta ed incolpevole incomunicabilità tra differenti generi.

Alex esercita una "professione" e la sua mente lavora a partire da questo postulato.

Non voglio entrare nel dettaglio della sua, ma del concetto di "professione".

La "professione" possiede alcune caratteristiche di base:

- si vorrebbe basata su presupposti di scientificità;
- dal presupposto di cui sopra deriva la tendenza ad elaborare sistemi e modelli ripetibili, e fenomeni statisticamente validi;
- per conseguenza diretta la professione tende alla condivisione attraverso la parola scritta con obiettivo di universalità dei principi, dei sistemi, dei modelli;

Il concetto di "arte/artigianato" si basa invece:

- sull'irripetibilità della singola opera;
- sulla comunicazione del sapere in forma pratica e principalmente orale;
- sulla scarsa diffusione delle "regole dell'arte".

Ora, Alex sa che i principali promotori "moderni" del movimento barefoot hanno provato, almeno in principio, ad affrontare il tema con rigore scientifico:

- hanno proposto "modelli standard" di morfologia del piede, gestione, alimentazione;
- hanno fatto provenire i loro modelli da uno studio che voleva giungere a rango di rilevanza statistica;
- hanno proposto tecniche e sistemi per riprodurre i modelli standard.

La riuscita di questo tentativo è dubbia, ma io non griderei al fallimento, anzi.

Il problema è e resta che l'artista/l'artigiano dice che il cavallo è senza piede e chi cerca di approcciare il problema a livello "scientifico" si chiede:

- senza piede rispetto a quale parametro preso a riferimento?

Qui uno dice che un metro è l'unità base del Sistema internazionale e l'altro risponde che il metro non gli serve perché lui lavora con le mani e sa a tatto quando la misura è giusta.

 
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Ottobre 01, 2015, 10:19:11 PM
No guarda la misura la dà la dolorabilità del cavallo prima e le lastre del veterinario poi.

Qui c'é molto poco da filosofeggiare  :benedizione:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Nicola - Ottobre 01, 2015, 10:34:00 PM
A pensare in questo modo la medicina sarebbe ancora legata indissolubilmente ai salassi come panacea.

La tua risposta é la dimostrazione pratica che le domande di Alex non possono avere risposta sensata
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Ottobre 01, 2015, 10:50:04 PM
Citazione da: SilvyCH - Ottobre 01, 2015, 10:19:11 PM
No guarda la misura la dà la dolorabilità del cavallo prima e le lastre del veterinario poi.

Qui c'é molto poco da filosofeggiare  :benedizione:

:perfect:

Concordo pienamente.
Inutile stare a filosofeggiare se poi, al lato pratico, non si sanno/non si vogliono riconoscere i mille segnali di disagio che il cavallo invia.
SE si è in grado di riconoscere i segnali, si chiama il vet per le lastre per avere un riscontro, altrimenti si ricade nel vortice delle "storielle" di cui accennavo nei post precedenti.

Le risposte esatte, giuste e sensate, ce le danno i cavalli, ogni singolo soggetto la sua; il tutto può venire confermato dall'intervento dei professionisti  (maniscalco e veterinario)...non sono sterili formule matematiche o rigidi schemi: non dimentichiamoci che abbiamo a che fare con esseri vivi, unici , non con dei numeri.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Ottobre 02, 2015, 01:16:39 AM
Citazione da: SilvyCH - Ottobre 01, 2015, 10:19:11 PM
No guarda la misura la dà la dolorabilità del cavallo prima e le lastre del veterinario poi.

Qui c'é molto poco da filosofeggiare  :benedizione:

Francamente, mi interessano moooolto di più i segni di dolore del cavallo che le lastre. Esattamente come l'ortopedia umana moderna valorizza moooolto più i sintomi e i segni funzionali che le radiografie della colonna vertebrale.

E' una cosa molto curiosa osservare, per me, la considerazione "magica" in cui vengono tenuti gli esame del sangue e le radiografie nel cavallo.... non dico che non servano, naturalmente; ma mi incuriosisce l'enormità del valore diagnostico che gli viene attribuito.

La definizione di Miky del concetto "senza piede" è interessante (eccesso visibile di consumo + sensibilità), basta che le due cose siano presenti contemporaneamente, altrimenti hanno poco senso: se quello che sembra un eccesso di consumo NON è associato a sensibilità, NON configura la situazione "senza piede", proprio come non è detto che sia senza piede un cavallo che manifesta sensibilità. La definizione però è interessante ma non "assoluta"; può essere che un piede "consumato" sia sensibile per tutt'altro, e che il consumo non abbia la minima relazione con il fastidio/con il dolore. La verifica sarebbe semplice: se il fastidio/il dolore sparisce prima che la suola e la muraglia abbiano il tempo di ricrescere, allora è abbastanza evidente che la loro lunghezza/il loro spessore con il dolore c'entra molto poco.

Ma di certo chiunque pronuncia la famosa frase "questo cavallo è senza piede" queste cose le sa già.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: silviasco - Ottobre 02, 2015, 09:07:01 AM
Seguo questa discussione con grande interesse, perché mi interessa approfondire bene la questione... Da profana, leggendo, mi salta subito all'occhio una cosa: Miki tu dici che anche i tuoi cavalli che vivono scalzi, nel momento in cui hanno un incremento del carico di lavoro devono essere ferrati per evitare di andare in sofferenza. E che la ferratura li mette da subito in condizione di affrontare bene il lavoro. Perfetto, strategia sicuramente pratica e funzionale, niente da dire. Quel che mi domandò è: non sarà che il dolore è dovuto al fatto che il piede non ha avuto il tempo di reagire all'aumento di carico?
Io faccio un lavoro per lo più di ufficio, quando mi capita di fare qualche ora in montagna ovviamente il giorno dopo sono piena di dolori, questo non vuol dire che la mia struttura fisica non mi consente quello sforzo, e che ho bisogno di qualche strana protesi per andare in montagna: vuol semplicemente dire che avrei bisogno di fare allenamento costante per affrontare quello sforzo senza soffrirne.
Per analogia, può essere che il piede di un cavallo solitamente a riposo su terreno morbido abbia bisogno di un periodo di "indurimento" per affrontare poi senza problemi anche il lavoro.
Poi, che questo sia in pratica impossibile, perché l'esigenza di svolgere un lavoro non può attendere, è senz'altro vera, e quindi il ferro è una soluzione pratica ed efficace, che risponde al bisogno di poter disporre immediatamente dell'animale quando serve. Questo avvalorerebbe la pratica della sferratura da riposo: se ti ferro per lavorare (il "male necessario"), quando non devi lavorare ti sferro, evitando un "male" non più necessario (a patto che il cavallo non sia stato ferrato talmente a lungo da avere la suola troppo sensibile e delicata).
Se non sbaglio avevo letto proprio su questo forum i consigli di Senofonte per rinforzare lo zoccolo (il paddock sassoso): i cavalieri dell'antica Grecia non conoscevano i ferri, eppure dovevano poter disporre prontamente dei propri cavalli, ergo dovevano fare in modo che il piede fosse sempre sollecitato, anche nei periodi di "riposo".
La cosa curiosa è che quando parlo con proprietari, gestori di maneggio ecc., che non hanno approfondito l'approccio barefoot, tutti tendono a credere che il proprio cavallo non possa stare scalzo perché i terreni sono troppo duri, mentre in realtà è l'esatto contrario, un bel paddock morbido impedisce al piede di rinforzarsi abbastanza.
Volevo poi esprimere apprezzamento per il post di Nicola, non sembra nemmeno scritto da un ingegnere   :horse-wink:. Ci sono molti ambiti delle conoscenze umane che non possono essere descritti esaustivamente a parole, e che necessitano di un apprendimento "esperienzale" diretto, es sfido chiunque ad imparare a lavorare a maglia semplicemente leggendo un manuale, perfino le illustrazioni non sono di grande aiuto se non c'è qualcuno che ti mostri il modo corretto e ti faccia sentire la tensione del filo, ecc.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: SilvyCH - Ottobre 02, 2015, 01:04:03 PM
Citazione da: Nicola - Ottobre 01, 2015, 10:34:00 PM
A pensare in questo modo la medicina sarebbe ancora legata indissolubilmente ai salassi come panacea.

La tua risposta é la dimostrazione pratica che le domande di Alex non possono avere risposta sensata

avevo fretta e ho risposto in due righe, ma il succo é quello che poi ha precisato Miky!

e sulle lastre, rispondendo ad alex, c'é poco da non affidarsi: fatte correttamente e lette correttamente, danno esattamente l'idea di cosa sta succedendo (rotazioni nell'asse, spessore suola, sofferenze articolari, etc etc).
Certo ci vuole un veterinario competente e con le attrezzature giuste.

Silviasco quello che dici é la base della teoria barefoot ma purtroppo personalmente ho avuto molte esperienze che la contraddicono e come ultima in ordine cronologico proprio con la mia cavalla (in paddock duro, con sassi e seguita e allenata correttamente aspettando anche questi mesi di ipotetico rinforzo della suola).
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: silviasco - Ottobre 02, 2015, 02:38:13 PM
Silvy, sarebbe interessante raccogliere questo tipo di esperienze, per completezza di informazione verso chi si avvicina al barefoot... Propongo di aprire un topic apposito nella sezione barefoot, perché qui saremmo OT sia come sezione sia come argomento specifico del topic. Vado ad aprire, spero di leggervi di là
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Nicola - Ottobre 03, 2015, 09:38:03 AM
Il Topic resta interessante ma si va fuori tema.

Alex ha chiesto ad esperti di mascalcia se determinate prescrizioni sono universalmente note e praticate.

Le risposte si susseguono raccomando esperienze personali.

A tre domande come quelle di Alex avrei immaginato risposte tipo:

- i testi moderni di mascalcia ne parlano/non ne parlano
- Negli ultimi convegni il tema é stato trattato/non é stato trattato in questo modo
- le statistiche dicono che

Temo che la mascalcia non gestisca alcuna delle sue tematiche di interesse nella maniera succitata.

Quanto alla raccolta sistematica di dati, Alex aveva dato vita al progetto Coorte sul forum barefooters.

Era un'inizio di approccio corretto. Quello si
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: segreto - Ottobre 03, 2015, 07:04:14 PM
Mi sono piaciuti molto i distinguo di Nicola sulla differenza di mentalità tra "professionista" e "artista/artigiano".
So che ora sono fuori tema ma ormai la strada è in discesa e non riesco a fermarmi, come quando da ragazzino scendevo di corsa dalla collina per vedere il cavallo che passava e gli ruzzolavo tra le zampe perchè non riuscivo a fermarmi.

Bene: Nicola merita una replica.
E' vero, la domanda di Alex non è proponibile perchè sottintende un metodo di pensiero che non è compatibile con la figura tipo del target a cui è destinata.
Ma Nicola deve ammettere che anche nel campo delle professioni (non avendo ancora la scienza scoperto tutto) al serio professionista si chiede di "metterci del suo" provando ad ipotizzare il possibile sulla base della sua sensazione di esperienza (che non è propriamente l'esperienza).
O no?

Segreto
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Miky Estancia - Ottobre 05, 2015, 01:15:41 PM
Citazione da: silviasco - Ottobre 02, 2015, 09:07:01 AM
1. Miki tu dici che anche i tuoi cavalli che vivono scalzi, nel momento in cui hanno un incremento del carico di lavoro devono essere ferrati per evitare di andare in sofferenza. E che la ferratura li mette da subito in condizione di affrontare bene il lavoro. Perfetto, strategia sicuramente pratica e funzionale, niente da dire. Quel che mi domandò è: non sarà che il dolore è dovuto al fatto che il piede non ha avuto il tempo di reagire all'aumento di carico?

2. Per analogia, può essere che il piede di un cavallo solitamente a riposo su terreno morbido abbia bisogno di un periodo di "indurimento" per affrontare poi senza problemi anche il lavoro.
Poi, che questo sia in pratica impossibile, perché l'esigenza di svolgere un lavoro non può attendere, è senz'altro vera,

1. Il dolore è dovuto al fatto che il cavallo ha lavorato senza ferro, l'unghia quindi si è consumata (al posto del ferro) e il cavallo si è ritrovato "senza piede".
Per analogia: scalza, mettiti uno zaino e vai a camminare su terreni misti. Ti verrà male ai piedi perché non sei abituata (anche se magari a casa e in giardino cammini scalza), ma se fai percorsi brevissimi e senza troppe sollecitazioni, prima o poi ti abitui. Se invece non puoi permetterti di andare per gradi e devi per forza andare scalza con zaino in spalla da Roma a Torino in un tot di tempo, e magari ti tocca correre e non puoi star tanto li a fare il sofistico a scegliere il terreno migliore,  è praticamente certo che la pelle dei piedi ti si consuma e arrivi alla carne viva, prima che il piede abbia tempo di abituarsi e fare il callo come i piedi degli aborigeni.

2. I miei cavalli, ad esempio, vivono 365 giorni l'anno notte e giorno su sabbia molto abrasiva...si consumano le unghie anche a riposo scalzi, figurati se li attacco regolarmente  :firuu:
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: Nicola - Ottobre 06, 2015, 09:38:29 AM
Citazione da: segreto - Ottobre 03, 2015, 07:04:14 PM
Ma Nicola deve ammettere che anche nel campo delle professioni (non avendo ancora la scienza scoperto tutto) al serio professionista si chiede di "metterci del suo" provando ad ipotizzare il possibile sulla base della sua sensazione di esperienza (che non è propriamente l'esperienza).
O no?

Segreto

Verissimo, con il distinguo che "il suo" lo può mettere nel solco di un corpus legislativo e normativo.

Questo vale anche quando il professionista registra un brevetto, ad esempio.

In ambito di professione è difficile far passare per proprie idee magari già ampiamente pubblicate.

Poi io sono un appassionato d'arte ed artigianato, ma quando l'artigianato incontra la strada dei miei cavalli, uso cautela estrema.
Titolo: Re:Tre domande a chi conosce la mascalcia
Inserito da: alex - Ottobre 06, 2015, 09:57:34 AM
Citazione da: Miky Estancia - Ottobre 05, 2015, 01:15:41 PM

1. Il dolore è dovuto al fatto che il cavallo ha lavorato senza ferro, l'unghia quindi si è consumata (al posto del ferro) e il cavallo si è ritrovato "senza piede".

Il mio dubbio sul fatto che il legame consumo-indolenzimento  deriva dalle esperienze di un escursionista barefoot che ho già citato. Ha riferito la seguente esperienza molto interessante: in trekking in montagna, di più giorni, suterreni tosti, alla fine della prima giornata i suoi cavalli sferrati manifestano un po' di fastidio; il fastidio si riduce progressivamente nei giorni successivi; non c'è nessun consumo di muraglia anzi, alla fine del trekking i cavalli hanno bisogno di un piccolo pareggino.

Da qui l'idea che il consumo e l'indolenzimento non procedano di pari passo, e i dubbi su cosa sia veramente il cavallo "senza piede"; dubbio accentuato dal fatto che ho l'impressione che un cavallo con ottimo pareggio barefoot e perfettamente dritto potrebbe essere giudicato "senza piede" da alcuni maniscalchi (che effettivamente avrebbero difficoltà ad applicare un ferro su un piede che per loro è molto "corto"). Da cui la mia idea che il cavallo "senza piede" sia, per alcuni, un cavallo con la muraglia troppo corta per applicarci bene il ferro.