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Composizione del buon fieno

Aperto da Incanto, Settembre 04, 2012, 10:43:44 PM

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Incanto

Salve a tutti, ho letto in altri topic di questa sezione i vari criteri per distinguere e classificare le varie tipologie di fieno, li ho trovati molto validi. Però non accennavano alla composizione del fieno, ( veccia, sulla, erba medica ecc ecc). Secondo me, anche questo è un criterio importantissimo, anzi forse il più importante di tutti. Da cosa è composto il fieno che somministrate ai vostri cavalli?
Quello che usiamo in scuderia è fieno di veccia, e grazie al suo valore super energetico, riusciamo a fare a meno di qualunque altra integrazione ( mangimi, pastoni ecc ecc). Specifico che si tratta di cavalli sportivi che vengono lavorati ogni giorno, all'inizio ero scettica anche io ma pelo lucido, niente coliche e cavalli in forma mi hanno fatto cambiare idea. Cosa ne pensate??
Nessuna ora della vita è sprecata se passata in sella..

DivinityOfDarkness

Io dico che hai ragionissima, infatti mi piacerebbe che si iniziasse a creare topic in stile 'monografia' in cui si parla, ad esempio nel tuo caso, della veccia.

Il tutto, corredato con foto reali della pianta verde e di come può apparire una volta essiccata, se e quali differenze ci sono tra un taglio e l'altro ecc.. in modo da creare una sorta di guida per capire che fieno compriamo o come sceglierlo sul campo, in base alle nostre esigenze.

Dove ci sono i cavalli... c'è la cacca.

alex

Interessante! ma - proprio null'altro? nemmeno integrazione minerale? E la veccia, da noi introvabile, perchè viene coltivata: come coltura di rotazione? E se sì, con che colture viene ruotata?

Che un buon fieno possa essere un alimento completo, non ho dubbi; il mio dubbio nasce dal fatto che mi immaginavo che in "buon fieno" fosse polispecifico, se possibile da prato stabile, per garantire che il terreno non sia eccessivamente "sfruttato" e che la varietà di specie (comprendente anche graminacee) assicurasse una varietà di nutrienti. Ma abbiamo un esperto in foraggi in questo forum: attendo con grande curiosità il suo parere.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

bionda

Intanto ho trovato questo sito: http://alimenti.vet.unibo.it/default.aspx

Peccato che certi valori sono riferiti a bovini e suini, i cavalli non li considerano.

Mi sembra di aver capito che la veccia è un po' come la medica.
"Entschuldige, mein Tier, ich werde schon noch dahinterkommen"
Udo Bürger
"Scusami, mio animale, prima o poi ci arriverò"

Incanto

Divinity: potrei postare qualche foto del fieno in questione, purtroppo non posso farvi sentire l'odore meraviglioso che invade il fienile, mi ricorda moltissimo le bustine da tè...

Alex: No, non diamo nient'altro. E i cavalli riescono a svolgere prestazioni agonistiche molto frequenti  e lavoro quotidiano senza problemi, pelo lucido, tantissima energia e nemmeno un accenno di costole, insomma sembra impossibile ma è così. Il mangime lo somministriamo in casi veramente sporadici ( tipo fattrice incinta con puledro in allattamento). Il fieno di veccia so che è abbastanza introvabile anche qui, infatti per averlo siamo costretti a coltivarlo da soli  ( ahahah parlo al plurale ma non ho mai preso una zappa in mano..) Ma non è per nulla conveniente a livello pratico-economico, nel senso che c'è un lavoro enorme dietro: se ne produce poco rispetto all'area coltivata, se ci piove su si rovina ed è delicato per altri mille motivi, coltivarlo e trasportarlo in maneggio ha un costo enorme ma in fondo ne vale la pena visti i risultati.

Bionda: pare che sia anche meglio dell'erba medica..
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alex

Infatti, mi risultava una cosa strana.... L'unico utilizzo che io conoscevo, per la veccia, è la "cultura da sovescio", che sarebbe: per arricchire un terreno "stanco" dopo numerose coltivazioni, una tecnica eccellente è seminarci la veccia, e poi, senza raccoglierla, arare interrandola; il terreno, già arricchito di azoto naturale (come fa qualsiasi leguminosa), si arricchisce ulteriormente dell''humus che deriva dalla trasformazione della massa vegetale.

Però, facendo così, il terreno effettivamente si arricchisce ma..... il raccolto non è gran che.  :icon_rolleyes:

Segnalo la cosa all'amico Alberto Barozzi, appassionato di alimentazione equina. Per curiosità, e in linea di massima, quanto fieno di veccia mangia al giorno un cavallo? E, seconda domanda: avete mai fatto eseguire un'analisi del vostro fieno, per valutarne la composizione? Forse non sarebbe una cattiva idea, se utilizzate gli stessi terreni in monocultura, ripetendola dopo  alcuni anni.... con il tempo, potrebbe impoverirsi di qualche microelemento, e in questo caso, una rotazione colturale forse non sarebbe una cattiva idea. Idee in libertà di un non-esperto, eh....  :icon_rolleyes:

A meno che non facciate l'astuta mossa di utilizzare il letame del maneggio come concime..... in questo caso, il "ciclo" dei microelementi sarebbe probabilmente chiuso e potreste andare avanti praticamente all'infinito.
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Incanto

Ciao Alex, non sarai un esperto ma da ciò che scrivi ne sai sicuramente più di me in fatto di colture...
dunque, noi somministriamo all'incirca una balla di fieno al giorno. Suddivisa in due tranches: mattina e sera. Si tratta di cavalli che competono a certi livelli, giovani e che lavorano ogni giorno (solo la mia cavalla è più anzianotta e non compete spesso ma lavora ogni giorno e segue lo stesso regime).
No, che io sappia non abbiamo mai fatto valutare la composizione,  ma il ragazzo che se ne occupa è un agronomo e gestisce lui il lavoro di chi mette mano lì, per cui lui stesso sceglie cosa piantare ( sicuramente ci saranno piccole percentuali di sulla e altre piante), dove e in che percentuale. Siccome disponiamo di diversi ettari di terreno, solo una parte di questi viene coltivata a veccia e, se non erro, la porzione di terreno varia di anno in anno proprio per evitare quello che dicevi tu ( l'impoverimento del terreno)...
Facci sapere cosa dice Alberto Barozzi!
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alex

Un giretto in Google con "fieno di veccia" mi ha mostrato che non è una cosa così rara.... la cosa curiosa è che in fondo alla prima pagina di Gogle, sotto "Post recenti", c'è il tuo post qui. :-)

Chiederesti al ragazzo che la coltiva qualcosa in più, tipo specie della veccia (villosa o sativa?), l'eventuale consociazione con altre erbe, la resa a ettaro - insomma, qualche notizia tecnica "da agronomo"?
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Incanto

Certo alex, mi agronomizzerò con piacere ! Forse lo vedrò domani ;)
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GiuseppeIardella

Sono d'accordo con quanto scrive Alex.
Mi permetto di aggiungere che un buon fieno è il prodotto di una serie di variabili - miscela delle sementi, stagione, piogge prima e dopo lo sfalcio, presenza di corpi estranei o insetti tossici, condizioni di stoccaggio... -  spesso così difficili da controllare che un fieno veramente buono è un bene prezioso.
In linea di massima un fieno di prato polifita prevalentemente a graminacee (con un 20-35 % di leguminose, per lo più medica) può essere considerato ottimale.
Mediamente un fieno del genere contiene intorno a 2MCal/kg di Energia Digeribile, ca. il 10% di Protidi Grezzi, il 2% di Grassi Grezzi, il 25% di Cellulosa ed un tasso di Carboidrati Non strutturali molto variabile da dall'8 al 25%. Il rapporto Ca/P è in media di 2,5
Questo fieno per un cavallo che non lavora o lavora poco può costituire il 100% della razione. L'unica integrazione davvero necessaria in questi casi è quella di Sodio - di cui i foraggi scarseggiano - e che può essere somministrato come semplice sale da cucina oppure in rotoli o mattonelle da leccare.
Quanto alla variabilità di composizione, questa è un punto critico maggiore: infatti fra una partita e l'altra, fra un momento di sfalcio e l'altro (nella giornata!) le differenze analitiche possono essere molto significative.
Inoltre un fieno dell'anno precedente arriva alla primavera con un valore nutritivo ridotto drasticamente (anche della meta').
Per questo una analisi di un campione adeguato e svolta presso un laboratorio specializzato sarebbe il modo migliore per poter impostare una dieta ideale e su misura per il singolo cavallo.

Il teo mw

l'alternanza di colture depauperanti, miglioratrici e da rinnovo è sicuramente la scelta migliore per una pratica agronomica old stile che assicura di mantenere una fertilita e lavorabilita del suolo nel tempo, ovviamente accostata a un opportuno piano di concimazione.
Tuttavia tutto cio non è oggi, o almeno non lo era fino a ieri, economicamente sostenibile.
Esistono comunque colture che sopportano benissimo la monosuccessione.
Tanto è vero che sui terreni non si valutano quasi mai i singoli microelementi, ma la composizione granulometrica, la sostanza organica, la capacita di scambio cationico e anionico (cioè la reazione del terreno, in soldoni la capacita del terreno di interagire con la pianta) il pH, azoto fosforo, potassio, raramente magnesio, ferro, zinco, calcio e altri.
In termini agronomici un prato stabile è un investimento che mantiene o addirittura migliora le caratteristiche del terreno, preservandone l'erosione e limitando le perdite per lisciviazione incrementando anche il contenuto in sostanza organica del terreno.
Per quanto riguarda i prati seminati normalmente (ad esclusioni di loetti e loiesse che sono di norma colture annuali in purezza) si preferiscono polifiti per dare una completezza in termini nutrizionali, mantenere una buona produzione nell'arco dell'impianto e migliorare le carateristiche chimico fisiche del terreno.
I miscugli sono ovviamente diversi a seconda della durata e dell'utilizzo, sempre comunque caratterizzati da miscugli di graminacee e leguminose
tra le graminacee decisamente utilizzate sono i loietti, la festuca, fleolo e avena
tra le leguminose i trifogli decisamente, scarsamente la medica, poi il favino la veccia e il pisello.
A seconda di localizzazione geografica, tipo di regime idrico e utilizzo si mischiano le essenze per avere un prato da sfalcio o da pascolo.