Come avevo proposto in apertura di topic, propongo di annotare in una discussione separata (questa) eventuali osservazioni, commenti ecc. sull'articolo Istruzione delle reclute a cavallo (estratto da Rivista di Cavalleria) che sto pubblicando, pezzetto per pezzetto, in altro topico.
Suggerirei anche di leggere quell'articolo tenendo conto del post del colonnello Angioni, che riassume la biografia e l'opera di Caprilli; l'epoca dell'articolo (1898) è quella giusta per ricostruire l'ambiente umano e culturale e le discussioni correnti di quel periodo, in cui Caprilli operava e stava raffinando il suo metodo. Inoltre i frequenti riferimenti a regolamenti di cavalleria esteri (francese, russo, tedesco e austriaco) ci permette di farci un'idea delle idee correnti anche altrove, dell'humus in cui Caprilli è, per così dire, germinato.
Per quanto mi riguarda, io ho trovato la risposta ad alcune domande che mi ero fatto, e a cui avevo cercato di darmi risposta, ed è stato molto simpatico trovare lì le risposte belle e confezionate. L'impressione generale è che l'istruzione delle reclute, come raccomandata e descritta, non sia per niente male e che potrebbe essere adottata oggi nell'istruzione di qualsiasi principiante il cui fine sia quello di scorrazzare in sicurezza in campagna.