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autopercezione o come diavolo vogliamo chiamarla

Aperto da segreto, Luglio 30, 2015, 09:43:19 PM

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segreto

Ciao a tutti.
Mi è venuta la  curiosità di sapere a quale distretto del corpo va l'attenzione di ognuno di noi, quando, montando, "ci sentiamo nel giusto".
Penso che per ognuno sia diversa.
Per quel che riguarda me, la mia attenzione si concentra sull'articolazione delle caviglie.
Niente mi rassicura come la capacità di assorbimento delle caviglie.
Se le sento dinamiche, flessibili e ben posizionate, tre dita dietro l'asse del ginocchio, mi danno la sensazione del controllo totale del cavallo.
Se loro continuano ad avere l'onere della tenuta in assetto ogni forma di intervento risulta leggero.
E per voi? Quali autopercezioni vi aiutano di più?

Nota: contrariamente a molti amici, professionisti, agonisti o dilettanti evoluti,  più assidui di me sul forum, a me piace privilegiare le problematiche del cavaliere rispetto a quelle del cavallo, a cui va enorme rispetto, comprensione per la scomoda posizione e un po' di affettuoso paternalismo (che non guasta mai).
Mi piacerebbe che si parlasse di più del cavaliere perchè, in fin dei conti, come mi hanno insegnato tanti anni fa, "non è mai colpa del cavallo".

Segreto

alex

Molto interessante, fra l'altro una "chiave" per entrare nei diversi stili di monta.

Niente caviglie per me; le mie gambe sono là abbandonate, con il minimo di peso che non mi fa perdere le staffe.  Il mio organo dell'autopercezione è la colonna vertebrale, tratto lombare. Mi sento "bene" quando sento che il bacino segue morbidamente la schiena del cavallo, mentre il mio torace è assolutamente fermo; il che significa che il tratto lombare si adatta al complesso movimento della sella senza alcuna resistenza e senza alcun ritardo. Mi riesce per ora solo al passo, e al trotto molto lento; forse per questo sono le andature che preferisco (da bravo ippotrasportato). Il mio obiettivo è di sentire la stessa cosa a qualsiasi andatura.
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

Concordo sul ruolo delle caviglie.

Ad esempio anche battendo la sella al trotto le caviglie devono marcare ogni tempo, come fosse sempre il trotto seduto: uno, uno, uno, uno.... e mai fare: uno, due, uno, due, uno, due... I due tempi sono una faccenda solo del busto/bacino che si solleva e si abbassa, ma le caviglie devono tornare giù sia quando il busto è all'apice superiore, sia quando torna a quello inferiore. Molto spesso invece si vede la gente mettere giù bene il tallone quando si siede, ma rimanere sulle punte quando si alza. E se non ci sto attento capita anche a me perché viene proprio naturale sbagliare, specie se stai su un cavallo che ti spara per aria ogni tempo.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

roberto.

Interessante si.Secondo me il corpo essendo uno e indivisibile è importante tutto dalle caviglie alla testa non si puo dividere . Ogni parte (osteopatia,olistica medicine millenarie orientali,arti marziali) influenza le altre. La testa in avanti preme in dentro il torace che a sua volta tira fuori la pancia, etc..........Quindi non si puo curare uno a non l altro. Se dovessi dire dove va la mia attenzione maggiroe magari direi coscie ,polpacci, bacino. Però credo sia bene prenderli piu come punto di partenza dai quali poi partire per sistemare tutto il corpo.

mr. Ed

I "check" più frequenti per me riguardano la posizione dei piedi/caviglie e delle spalle, quello che c'è in mezzo di solito si adegua di conseguenza.

Kimimela

Secondo me l'attenzione di ognuno di noi va sulla nostra parte peggiore dell'assetto...per quanto mi riguarda la zona lombare che tendo a irrigidire un po' nel trotto seduto/senza staffe.
Quano riesco a dare a quella parte la forma corretta allora sic he mi sento bene  :horse-wink:
La Medicina (Canto Apache)
"Il vento e' la mia medicina che spazza via le pietre dalla mia mente. La pioggia e' la mia medicina che lava le mie ossa stanche.
Il mio cavallo è la mia medicina, e quando cavalco il ritmo del suo passo dentro mi accende"

elleon

La mia autopercezione sta nella mente. Quando mi sento in armonia con il cavallo, riesco a seguirlo senza infastidirlo minimamente e a fondermi con i suoi movimenti. Quando " sento" questo, cioè il totale annullamento avendo la completa padronanza, riesco a montare bene e mi sento sicura.
Conquista la fiducia di un cavallo e avrai conquistato il mondo..

Miky Estancia

Concordo con Elleon.
Dalla sella, ok, ma quando lavoro a terra, ancor di più.
Mani e voce traducono quello che la mente proietta...mi capita specialmente quando passo l'erpice con Prince  :love4:
La cosa che tollero meno al mondo, anche meno dell'ignoranza, è la maleducazione. Perché se avere il cervello piccolo è una disgrazia, essere cafoni è una scelta. A.P.

Idunas-Sanni

Mi sento nel giusto quando testa, collo e spalle sono liberi e rilassati oltre al respiro regolare. Più che sono stressata generalmente (dalla vita quotidiana) più tendo a mantenere il respiro e mi contraggo fino al dolore nella mandibola, il collo e le spalle. Per cui sono due cose (respiro e contratture) che vanno insieme. Poi è giustissimo ciò che ha scritto Roberto, ogni parte del corpo influenza delle altre - ragione perché raramente la correzione diretta di una parte del copro porta a successo durevole (tipo "abbassa il tallone") e io quando sono contratta così mi sento rigida in generale e non in flusso e in sintonia con il cavallo. Insomma il mio movimento contro quello del cavallo.

In fin fine pero mi sento bene quando sotto sento il cavallo sciolto, allora posso NON concentrarmi più sul mio assetto lasciando che semplicemente monto.
Il cavallo è il tuo specchio. Non ti adula mai. Rispecchia il tuo temperamento. E rispecchia anche i tuoi cambiamenti di umore. Non ti arrabbiare mai con il tuo cavallo, potresti pure arrabbiarti con il tuo specchio. (Rudolf G. Binding)

max

Citazione da: alex - Luglio 31, 2015, 08:22:08 AM
Mi sento "bene" quando sento che il bacino segue morbidamente la schiena del cavallo, mentre il mio torace è assolutamente fermo; il che significa che il tratto lombare si adatta al complesso movimento della sella senza alcuna resistenza e senza alcun ritardo. Mi riesce per ora solo al passo, e al trotto molto lento; forse per questo sono le andature che preferisco (da bravo ippotrasportato). Il mio obiettivo è di sentire la stessa cosa a qualsiasi andatura.

Non avevo letto il tuo intervento completo. Ora che l'ho letto ti dico che non è conveniente, è una chimera. Il movimento orizzontale del bacino è compatibile solo con le oscillazioni del passo e del galoppo (se questo è ben cadenzato) ma non con quelle del trotto, al trotto il cavallo ti spara verso l'alto non verso l'avanti. Ad un trotto sostenuto per realizzare l'unione perfetta del bacino bisogna aggrapparsi alle redini, oppure aggrapparsi fortemente con le gambe se le si hanno abbastanza lunghe, tutte cose che cozzano con la leggerezza degli aiuti. Lascia perdere me che sono un baccalà a qualunque andatura, ma tutti i cavalieri bravi che ho visto e che fanno della leggerezza di aiuti un punto fermo, cioè che scelgono deliberatamente di non aggrapparsi più di tanto al cavallo, e che restano dritti in sella senza stravaccarsi all'indietro, al trotto medio si lasciano lanciare in aria e ricadono dritti, accolti dai cuscini della sella. Oltre una certa velocità non si può fare altrimenti, l'importante è non irrigidirsi a causa di questi continui decolli e atterraggi, ma rimanere rilassati sempre. Più sei rilassato e meno ti lancia per aria, meno ti lancia per aria e più sembra che sei attaccato alla sella ma in realtà non stai usando attivamente il bacino, il tronco del cavaliere sale e scende tutto insieme, fermo. Non riuscirai mai ad assorbire la spinta verso l'alto del trotto con un movimento orizzontale del bacino, son due cose distinte. Chi lo fa sembra solo un invertebrato molliccio e comunque ci riesce solo mettendo il busto con le spalle talmente indietro da tenere queste ultime fuori dall'asse delle spinte verso l'alto che riceve.
Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

segreto

Non so come si riporta una citazione (sono poco capace di girare sui social) ma vorrei commentare quel che scrive Max.
Aggrapparsi al trotto non mi sembra un'azione utile nè dignitosa per chi ha come obiettivo la sintonia leggera.
Al trotto sostenuto a me è stato insegnato di uscire dalla spinta  del cavallo, appena dopo che l'ho ricevuta, per non diventare bagaglio.
La mia figurazione è un elastico alla fibia dei calzoni, teso in avanti, che mi tira in avanti/alto (45 gradi circa, quindi non orizzontale o verticale, la direzione, non la mia inclinazione).
L'elastico poi, resistendo mentre scendo, non mi fa tornare a sacco sulla paletta della sella.
Dov'è la forza dell'elastico? A me pare di sentirla partire dalle anche e non dai lombi, che sono storicamente più facili ad irrigidirsi.
Quando l'elastico tira, si mantenga l'inclinazione del tronco di pochi gradi in avanti, se no la zucca squilibra tutto ciondolando anche se non ci sembra.
O no?
Quando l'elastico non lavora bene, sento l'impulso che se ne va.

Segreto

alex

Citazione da: max - Luglio 31, 2015, 09:13:08 PM
Chi lo fa sembra solo un invertebrato molliccio e comunque ci riesce solo mettendo il busto con le spalle talmente indietro da tenere queste ultime fuori dall'asse delle spinte verso l'alto che riceve.

Bella immagine: la monta da mollusco.
Ma ti pongo un quesito. La spinta verso l'alto al trotto proviene per forza dalla contrazione di qualche muscolo del cavallo. Nulla nel trotto è simmetrico, quindi dev'essere la spinta di alcuni muscoli che si contraggono prima da un lato, poi dall'altro. Quali sono questi muscoli? E rispetto alla spinta del posteriore, com'è sincronizzata la loro contrazione?
La nuda Verità è una donna difficile da amare. L'illusione invece è una donna seducente, amorevole, a cui è facilissimo restare fedeli.

max

#12
Ma è impossibile stare dietro a ragionare sui muscoli mentre monti, ma sai quanti ce ne sono e come lavorano e a che velocità?!? A parte che non ho ancora trovato delle dispense esaurienti a questo riguardo, ma diventi matto se cerchi di capirlo, difatti qualunque manuale fa delle semplificazioni, oppure si concentra sulle ondulazioni della colonna, che sono sempre complicate ma meno dei muscoli.

La spinta verso l'alto proviene dal fatto che tutto il cavallo si alza e si abbassa sotto l'effetto del gioco delle gambe. Si alza di più da dietro, che è quella spinta che ti fa credere che ci sia una componente orizzontale, e poi si alza anche davanti. Succede perché i posteriori sono più lunghi degli anteriori quando si dispiegano per spingere, e siccome che spingono per diagonali senti anche che un posteriore si alza alternativamente più di un'altro e via di seguito. Tu credi che siano contrazioni muscolari ma sono solo le diverse parti del cavallo che si muovono in tempi e modi diversi. Le contratture muscolari ad esempio non le senti direttamente, le senti attraverso le diverse parti che non si muovono o non reagiscono come dovrebbero.

Al trotto, a differenza delle altre andature, il cavallo oscilla molto poco, è quasi un tronco fisso che saltella da un diagonale all'altro. Le oscillazioni della colonna ci sono ovviamente, sono delle impercettibili esse laterali, ma non le senti direttamente. Anche qua le senti indirettamente attraverso la gabbia toracica del cavallo che oscilla di qua e di la e ti spinge via ora una gamba ora l'altra. C'è sempre una gamba che senti spinta più in fuori dell'altra per via dell'asimmetria naturale.

Trottare bene seduti (e riuscire poi a stare bene seduti in un passage) significa avere una schiena d'acciaio che tiene su una sola linea bacino, busto e testa senza cedere di un millimetro agli scossoni. Cosa succede... succede che per realizzare questa schiena d'acciaio dobbiamo essere tonici ma non "rigidi".
La rigidità si trasmette per contagio a tutto quanto, nel cavallo come nell'uomo, e così si finisce per essere rigidi anche nei glutei, nelle cosce, nei polpacci, nelle braccia... anche il cavallo diventa rigido e cominciamo a rimbalzare (ne so qualcosa purtroppo). Nel momento che riusciamo a rilassarci e rimanere rilassati per qualche giro (rimanendo però dritti e tonici con la schiena, senza abbandonare testa, torace, lombi alle oscillazioni) automaticamente si smette di rimbalzare perché il bacino fa il suo lavoro di ammortizzatore automaticamente, non c'è bisogno di pensare a come usarlo, perché se pensi a come usarlo inevitabilmente lo contrai di nuovo o comunque diventa tutto macchinoso.

IMHO.

Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.

segreto

Perchè da mollusco?
E non, che so, da salmone, che sfrutta le spinte meglio della lumaca?
Le metafore sono pericolose.
Segreto

max

Modello mollusco:
https://youtu.be/kCMjmTjmPjQ?t=1m57s

Modello tutto d'un pezzo:
https://youtu.be/ZC7F0Z-Ijpo?t=21s

Il secondo, nonostante a prima vista sembri un qualcosa di rigido, è l'unico che permetta degli aiuti chiari durante il trotto. Perché anche il peso e il bacino sono degli aiuti, ditemi voi nel primo modo come fai a distinguere un aiuto di peso o di bacino se tutto si muove attivamente in modo convulso? Anche nel secondo caso si intravede il bacino oscillare durante la transizione, ma più perché è rilassato che perché lo muova in modo attivo, e tutto il resto è fermo, il busto rimane tutto d'un pezzo sulla linea verticale degli scossoni.

Quel pochissimo che sapete vi impedisce di capire quel moltissimo che non conoscete.