Adocchiando da lontano chi porta un cavallo alla longhina e capezza, inevitabilmente lo considero un test; chi non supera il test, ha paura del cavallo; e se ha paura del cavallo, il mio "pregiudizio" è che non è "uomo di cavalli", e che anche come cavaliere non sarà gran che, perchè chi ha paura non sarà mai sufficientemente rilassato, non riuscirà ad avere "sensibilità e tatto".
Il parametro che uso è semplicissimo: guardo come tiene la longhina. Chi ha paura, la tiene corta e leggermente tesa; chi ha molta paura, la tiene cortissima, la afferra a un palmo dalla capezza; chi non ha paura, la tiene lunga e pendente, e tuttavia il cavallo gli resta a fianco, anche se nulla lo trattiene di forza; l'unico caso in cui la longhina si tende, è per occasionali e brevi indicazioni; poi torna molle.
Portare un cavallo così era la prima cosa che ci insegnava Lessio; apparentemente facile, a vederlo fare, ma.... mica tanto.... :icon_rolleyes:
Sono scusati solo quelli a cui è stato insegnato di fare così, e che non hanno avuto ancora il tempo di sottoporre OGNI cosa che gli è stato insegnato a critica profonda e severa; in questo caso, il test guizza via da chi conduce il cavallo e punta dritto sull'istruttore.
La longhina non va tenuta nè cortissima, nè molle "a pancia" perchè potrei inciamparci io come il cavallo. Se devo sollecitare Angelz a seguirmi tengo sempre la longhina morbida, avvicino l'altra mano al moschettone e lo tiro in modo leggero. Se tirassi da lontano potrebbe farmi il giro precedendomi, zomparmi in testa, saltarmi se le aggrada, etc.
Ma anche c'è un altro test sul modo in cui si porta alla lunghina: quello che mi resta in mano lo avvolgo a forma di otto e poi lo stringo nel pugno, e così faccio con la longia quando lavoro da terra. Tanti sono quelli che avvolgono la lunghina attorno alla mano e dita...poi i danni potrebbero essere seri
Bah !
A me insegnarono a tenere il lallo corto. per un semplice fattore di sicurezza corto va tenuto.
Forse il compianto Lessio vi faceva portare lalli a dondolo, io un lallo sconosciuto lo porto corto per principio, anche il Caimano - che conosco da 12 anni - lo porto corto, a volte cortissimo, di certo non ho paura di lui e dei lalli in generale ma lui sa quando è tenuto lungo, lo sente e se c'è l'occasione ti frega.
Ho visto Lessio rieducare un giovane stallone sanfratellano difficile (per colpa dei proprietari dotati di poco polso). Conoscevo Lessio come persona estremamente affabile, anche se emanava una strana durezza.... la si sentiva quando "ti trattava da cavallo" per far sentire all'allievo nel corpo e nella psiche cosa significa "una richiesta decisa": intimidiva. Faceva passare immediatamente la voglia di resistere. Non per violenza.... per una forma inesplicabile di energia, "palpabile".
In quella occasione, con quel giovane stallone, l'ho visto durissimo..... l'ho visto pretendere e ottenere che lo stallone non facesse sciocchezze; al primo accenno di stupidaggine, la reazione era istantanea e molto, molto, molto energica ed efficace. Ma la longhina, finchè il cavallo non pensava la sciocchezza, era neutra.
Chiarisco il senso della "longhina lunga": non lunga da inciamparsi, non lunga da permettere al cavallo di superarti, o di mettersi dietro di te; lunga quel tanto da permettere al cavallo di stare comodo al tuo fianco, nè troppo avanti nè troppo indietro, nè troppo vicino nè troppo lontano; diciamo un'ottantina di centimetri, con una leggera "pancia" a dimostrare che non vi è alcuna tensione. Per il "contatto" basta il peso della longhina + moschettone, meglio se con un bel moschettone pesante (dovremo parlare prima o poi della palla sotto il bosal, e del pesante moschettone della "corda Parelli", strettamente apparentata...). Ogni tensione in più deve essere vista come un segnale da interpretare e da eseguire, come pure deve essere interpretato come un segnale la sensazione leggera di tensione laterale che provoca il moschettone "non a piombo", com'è se la longhina è molle.
I miei migliori esperimenti (coronati da successo) li ho fatti con il mio "stallone", il famoso pony Spirit, in grado di trascinare via un robusto uomo di scuderia.... lo portavano in giro con la longhina a catena, passata in bocca, per controllarlo più o meno. Lui si crede uno stallone grande e forte! E io lo porto in giro con la longhina "come diceva Lessio".
In quella occasione, con quel giovane stallone, l'ho visto durissimo..... l'ho visto pretendere e ottenere che lo stallone non facesse sciocchezze; al primo accenno di stupidaggine, la reazione era istantanea e molto, molto, molto energica ed efficace. Ma la longhina, finchè il cavallo non pensava la sciocchezza, era neutra.Questa è un'applicazione classica dell'assioma che tutti noi pratichiamo nel portare un lallo alla mano, col chifney colla catena, con la capezza, con l'imboccatura, col capezzone ecc. ecc..
Caro dottore per il tuo sollazzo ti posto questo tubo: si parla di cani ma partendo dai cavalli, guardalo tutto e dopo averlo visionato - in una lunga fredda notte carsica - trastullati a leggere i commenti dei
canisti italioti, sono assai istruttivi.
Non sono riuscito a mettere il video, ecco allora il linco:
https://www.youtube.com/watch?v=S1tixC0B7Y8
Le analogie fra addestramento (e riabilitazione) di cani e cavalli sono parecchie.... affidarsi a uno strumento è efficace; ma affidarsi soprattutto allo strumento che sta, molliccio e gelatinoso, all'interno del nostro cranio è in ambedue i casi un po' più difficile, ma più risolutivo e anche più sicuro.
Il "collare magico" mi fa venire in mente la marea di incredibili, complicatissime imboccature rinascimentali di Fiaschi, ognuna descritta "quella giusta" per un determinato cavallo.
Tutte le mattine passeggio il cavallo a mano dopo il lavoro per piu di 40 minuti, passati a brucare .
Da quando tengo il cavallo ultracorto nei punti e momenti che so puo fare il cretino, non si e più mosso, in altri momenti lascio la corda lunga e sto lontano, ma quando vedo che si prepara non solo lo tengo ultracorto ma ci sto appiccicato alla sua testolina esplosiva :pazzo:
Carodubbio si comporta da vero uomo di cavalli, le regole dettate dal compianto Lessio sono pura teoria, un ingenuo tentativo di adattare la realtà ai nostri desideri.
Il lallo si tiene o corto o molto lungo, la lunghezza intermedia potrebbe essere letale.
In alcuni casi dobbiamo/è necessario tenere quel determinato lallo/in quella determinata situazione corto cortissimo.
Dirò di più, il Caimano mi ha lussato una clavicola perché - ad una presentazione - invece di mettere la solita catena alla barbozza ho usato una capezza tipo Parrelli...eppure ero già molto esperto e allora ancora abbastanza forte.
Ma guarda che discussione interessante su una apparente banalità.... sapete cosa mi ha fatto venire in mente questo topic? La discussione in atto sull'uso delle redini (e sull'intensità del "contatto") nelle diverse monte (alcune: inglese, MW, camargue), oltre, ovviamente, a quanto dice il fin troppo citato McLean, chiacchiarando con un utente che chiedeva lumi sulle difficoltà che deve attendersi passando dalla monta inglese alla MW.
Lasciamo perdere Lessio, per favore; l'ho nominato ma me ne pento. Inutile discutere le sue idee, che magari io ho completamente travisato e riferisco male.
Completo comunque il mio test. Ho sbagliato a dire che giudico dalla lunghezza della lunghina: in realtà giudico dal fatto che nonostante la longhina molle il cavallo cammina sereno a fianco di chi lo conduce; nè troppo avanti, nè troppo indietro, nè troppo vicino nè troppo lontano.
Allora non capisco, nè cosa intendeva Lessio nè cosa intendi tu.
Condurre un lallo alla mano ha una regola di base: - mano dx a 20/30 cm dal freno, l'altra tiene le volte della longhina della corda, punto.
Detto questo - a seconda delle circostanza - cambia il freno, cambia la lunghezza della longhina, cambia la distanza per portare il lallo.
I lalli sanfratellani - non domati - presi dal branco sono portati col capezzone a strangolo e con la corda lunga 7/8 metri e anche di più, il fatto necessita di uno o due aiutanti che vanno dietro.
I PSI all'ingresso delle gabbie sono condotti con la longhina attaccata al filetto non più lunga di 2/3 metri con la mano tenuta a pochissima distanza dal freno.
Gli arabi da sciò li tengono con una longhina di 4/5 metri e li conducono alla distanza di circa tre metri.
Cosa c'entra la distanza e la maniera di tenere la longhina con la paura del lallo solo Iddio lo sa.
Parlo di cavalli calmi. Mica di cavalli spaventati, o di cavalli infuriati, o di cavalli non ancora ammansiti, da rieducare per vizi comportamentali seri.... parlo della regola, non dell'eccezione. Parlo di qualcosa non facilissima da ottenere, ma che deve essere il primo obiettivo: calmo. E dell'arte di fare in modo che il cavallo resti calmo, ma attento; insieme a chi lo conduce, come dev'essere insieme a chi lo monta; ma non per costrizione continua. Fate che il cavallo voglia quello che volete voi: tu citi l'Assioma, il mio obiettivo finale (non il mio assioma, detesto gli assiomi) è questo.
Chi sa condurre alla longhina un cavallo normale, in modo che sia calmo, attento e "insieme" a chi lo conduce, secondo me ha una marcia in più; e mentre lo fa, fa un lavoro quasi invisibile, ma importantissimo.
PS: non ho usato la parola calmo per caso. :icon_rolleyes:
Citazione da: madamen67 - Novembre 17, 2012, 12:32:46 PM
Ma anche c'è un altro test sul modo in cui si porta alla lunghina: quello che mi resta in mano lo avvolgo a forma di otto e poi lo stringo nel pugno, e così faccio con la longia quando lavoro da terra. Tanti sono quelli che avvolgono la lunghina attorno alla mano e dita...poi i danni potrebbero essere seri
Dopo che mi hanno raccontato di pollici staccati di netto dalla mano :horse-scared:, ci faccio attenzione anch'io.... mai anelli, sulla longhina :horse-cool:
Tranne che nei casi di specie già citati:
Condurre un lallo alla mano ha una regola di base: - mano dx a 20/30 cm dal freno, l'altra tiene le volte della longhina della corda, punto.
Che i lalli siano calmi o agitati è secondario.
I tedeschi attaccano i puledrini al fascione della loro mamma per abituarli ad andar corti fin da bimbi.
(http://img341.imageshack.us/img341/2550/deutchv.png) (http://imageshack.us/photo/my-images/341/deutchv.png/)
Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
CitazioneCondurre un lallo alla mano ha una regola di base: - mano dx a 20/30 cm dal freno, l'altra tiene le volte della longhina della corda, punto.
Il bravo Claudio Bisio direbbe dopo il tuo commento: "
Assiomatico". :horse-wink:
Altri pareri? altre esperienze?
Citazione da: alex - Novembre 17, 2012, 11:32:55 PM
....insieme a chi lo conduce, come dev'essere insieme a chi lo monta; ma non per costrizione continua. [i]Fate che il cavallo voglia quello che volete voi[/i]: tu citi l'Assioma, il mio obiettivo finale (non il mio assioma, detesto gli assiomi) è questo....
Hai citato (senza saperlo ?) Baucher, il
tuo obiettivo è lo stesso/dovrebbe essere lo stesso di qualunque cavaliere evoluto.
Guardati l'ultimo Oliveira, sembra che faccia niente, eppure il lallo risponde e pare che faccia tutto da solo
per grazia ricevuta.
Il Maestro sta usando strumenti potenzialmente dolorosissimi, la briglia e gli speroni Oliveira...lo fa con delicatezza, minaccia solo di usarli, ma il lallo li ha
assaggiati, li conosce bene.
Alex, porto in giro il mio cavallo come dici tu, ma sono un po' di anni che lo porto in giro. Gli ho insegnato a starmi accanto, non dietro, perchè devo sempre con la coda dell'occhio vedere dove guarda. Lo faccio di proposito, perchè lo trovo bello da vedere.
Se porto in giro altri cavalli, in prima battuta provo a dargli fiducia, come faccio con il mio. Funziona con la maggioranza di loro, però, ad onor del vero, generalmente non mi offro di ritirare dal paddock bestiacce notoriamente maleducate, ma solo cavallini bravi :horse-smile:
Citazione da: carodubbio - Novembre 17, 2012, 08:29:08 PM
Da quando tengo il cavallo ultracorto nei punti e momenti che so puo fare il cretino, non si e più mosso, in altri momenti lascio la corda lunga e sto lontano, ma quando vedo che si prepara non solo lo tengo ultracorto ma ci sto appiccicato alla sua testolina esplosiva
Esatto. Dipende dalle situazioni e dal cavallo. Se vedo uno che tiene un cavallo agitato con la lunghina che fa la pancia, lo considero NON uno che non teme il cavallo, ma un cretino.
Se vedo uno che tiene la lunghina appena sotto al moschettone, chi mi dice che quella non sia la prima volta che conduce quel cavallo e che quindi non si tratti solo di SANA PRUDENZA?
Io col mio settimana scorsa passeggiavo nel campo completamente buio (era ancora un po' sudato e non abbiamo la giostra nè lampade nè nulla), lunghina molle legata a un passante dei jeans, io davanti, lui dietro. Abbiam passeggiato quasi un'ora. Una roba da PAZZI a prima vista, ma sebbene il nodo fosse di extrasicurezza, il cavallo mio e la situazione rilassante, un mio occhio era sempre sempre verso di lui.
Quando porto lo stallone alla femmina, COL CAVOLO che mi permetto certe cose. Quello lì sbuffa, rampa, urla, s'impenna, scalcia dall'eccitazione.... quindi mano ben vicina al moschettone, braccio teso e pronto a richiamare all'ordine in caso di eccessiva euforia.
Diverso è se si parla di gente 'del mestiere', o che si comporta in modo extraprudente con il cavallo 25enne di proprietà da 20 e che noi sappiamo essere una pasta. Allora lì sì che posso usare il metro di giudizio di Alex e NON è raro vedere situazioni simili nei corsi e nei weekend di 'equitazione naturale': cavalli lobotomizzati tenuti alla lunghina come se fossero leoni...
E ordunque mi chiedo: ma te l'ha ordinato il dottore di avere un cavallo?
bisogna anche tener conto che prendere un cavallo corto alla lunghina perchè lo si sente teso gli si trasmette ancora più tensione. è esattamente come irrigidirsi in sella quando il cavallo punta qualcosa..
personalmente io porto i cavalli con la pancia alla corda. l'unico momento in cui la tengo più corta è quando escono dal box dopo un po' che non lo fanno e sono esuberanti. e lo faccio unicamente per non farmi pestare o spintonare e doverli punire innescando la miccia.
sono 20 anni che faccio così e miei istruttori mi hanno sempre insegnato a non aver paura a condurre un cavallo anche esuberante e come gestire le sue reazioni. anche quando ne porti 4 contemporaneamente e poi devi infilarli in 4 box diversi..
per me la gestione a terra soprattutto su queste cose manca parecchio
IN pochissime parole, mi pare che stiamo parlando di due cose un po' diverse, che però vengono spesso confuse: prudenza (ottima cosa, in equitazione) e paura (cosa pessima, in equitazione). All'onestà intellettuale di ciascuno distinguerle caso per caso, guardando dentro se stesso.
Portare un cavallo normale, tranquillo, rilassato con la longhina corta per me è segno di paura; non necessariamente di chi lo conduce, spesso di chi gli ha insegnato a fare così; sbaglierò, ma questa è la mia impressione "a colpo d'occhio".
Se vedeste uno guidare tenendo la mano destra sempre sul freno a mano, perchè non si sa mai che il freno principale, pigiandolo, risulti guasto: che pensereste? Prudenza?
mah, quando porto a mano a passeggiare il mio cavallo lo tengo abbastanza lungo , anche se a volte mi tocca accorciare perchè tenta di fermarsi a mangiare.
errore mio, mi è capitato spesso di portarlo a fare passeggiate a mano e fermarci in certi punti dove c era erba molto bella e non riesco a dissociare le due cose..
vabè, tornando in topic, io prendo qualsiasi cavallo abbastanza molle , ma non perchè sono senza paura, semplicemente perchè m è sempre venuto più istintivo così .
è la stessa cosa di girarli alla corda, con certi cavalli ti viene naturale (percè sono loro a chiedertelo) lasciarli più molli, col mio attuale cavallo, seppur bravissimo, mi viene da tenere la longe tesa e lui prende un blando appoggio (anche in capezza) e si tende con l incollatura.
credo che dipenda proprio dall istinto , più che da un ragionamento logico.
anche senza stare a fissare la lunghina, se uno ha paura del suo cavallo lo si capisce già da lontano
Citazione da: alex - Novembre 19, 2012, 08:02:36 AM
Portare un cavallo normale, tranquillo, rilassato con la longhina corta per me è segno di paura; non necessariamente di chi lo conduce, spesso di chi gli ha insegnato a fare così; sbaglierò, ma questa è la mia impressione "a colpo d'occhio".
beh quando ero ancora più impreparata di adesso, commettevo la madornale imprudenza di tenere il cavallo con la mano al moschettone o addirittura all'anello della capezza. perchè nel terrore che succedesse saddio cosa mi pareva di controllare meglio la situazione (stolta!)
allora mi è stato insegnato di tenere la longhina a circa 20-25 cm dall'anello.
però mi rendo conto in effetti che se il cavallo è rilassato non ha molto senso
Tra le varie figure di persone di cavalli che ho frequentato, tutti mi hanno insegnato le REGOLE da tener conto per far si che il rischio di farsi male venga ridotto al massimo, ma questo rischio resta sempre, rispettando le regole hai basse possibilità di prendere un colpo, ma come sempre ci si illude o si fa troppo affidamento sulla propia esperienza che si ha.
Quando ho preso il cavallo che chiamo Gass, da subito ho avuto troppo la mano leggera perche il cavallo è pacioccone , anche quando si muove si controlla con facilità senza il cifney , anche se fisicamente è grandino per essere un PSI , 175cm al garrese ne trovi pochi in giro al prezzo di 1500euro.
La prima volta che mi ha beccato all'altezza della vita , stavo davanti a lui circa 150cm, solo che prima mi è venuto incontro e all'improvviso si è girato su se stesso tirando un calcio , mi ha preso in pieno ma nessun danno fisico ( verso il 4 mese che era con me), nel periodo estivo portato in un maneggio per quasi 3 mesi di matto a mano ne ha fatte tante ma con spazi aperti e corda lunga niente e successo.
L'anno scorso per colpa di una nevicata straordinaria, dopo aver fatto la mia uscita quotidiana , con la neve abbondante il cavallo non ha piu pascolato, solo dopo 3 settimane il cavallo piano piano è tornato a brucare, una domenica mattina dopo 35minuti che stava tranquillo, viene verso di me, rimango fermo come un cretino, in piu mi trovo con le spalle al muro posso solo andare avanti o dietro di lato ho il cavallo e l'altro il muro, il cavallo fa passi in avanti veloce in avanti , mi accorgo se corro un rischio faccio passi indietro, il cavallo tira un calcio mi prende in pieno sul VISO, tre punti superficiali sul naso , nessuna frattura solo una vena rotta, per fortuna era sferrato altrimenti di sicuro perdevo un occhi e qualche dente
Citazione da: Laura - Novembre 19, 2012, 11:55:58 AM
anche senza stare a fissare la lunghina, se uno ha paura del suo cavallo lo si capisce già da lontano
Brava, secondo il test di Alex io - e miei allievi e quelli che portano i PSI - abbiamo paura magna dei nostri lalli.
Secondo me il test di Alex
è una boiata pazzesca.
(http://i42.tinypic.com/17sun9.jpg)
Il muro è quello che si vede in fondo , dove c'è un rifornimento, muro alto nel punto dove ero sopra i 2,50 m
Ma serve proprio la longhina....Io dico di no....Ho cominciato ad usarla da quando ho il cavallo in un maneggio. A casa mai usata..ed anche ora se non c'è nessuno ne faccio a meno...
Citazione da: raffaele de martinis - Novembre 19, 2012, 01:04:24 PM
Brava, secondo il test di Alex io - e miei allievi e quelli che portano i PSI - abbiamo paura magna dei nostri lalli.
Secondo me il test di Alex è una boiata pazzesca.
Non è detto.... ho pensato al tuo caso, e al caso di altri, che non hanno paura ma tengono comunque il cavallo corto:
CitazionePortare un cavallo normale, tranquillo, rilassato con la longhina corta per me è segno di paura; non necessariamente di chi lo conduce, spesso di chi gli ha insegnato a fare così
Anche a me avevano insegnato a tenere la longhina corta; io non avevo paura, la tenevo corta perchè mi è era stato insegnato. Poi ho incontrato una persona che non aveva paura dei cavalli, e mi ha corretto; e ho capito che chi mi aveva istruito prima, aveva paura.
Il mondo dell'equitazione è pieno di persone che, insospettabilmente, hanno paura dei cavalli. Hanno paura di cosa il cavallo farebbe,se sfuggisse al controllo; e quindi sono preoccupatissimi, se non hanno strumenti che li rassicurino sul fatto che
hanno il cavallo sotto controllo. Negarlo sarebbe un'altra manifestazione di
ippocrisia.
Inutile dire che è solo ed esclusivamente una questione psicologica.... non c'è longhina lunga o corta che tenga, se un cavallo decidesse che ti vuole uccidere o che vuole sfuggirti, ti ucciderebbe o sfuggirebbe in tre secondi.... questi strumenti e le istruzioni per il loro uso corretto sono
rituali di rassicurazione. :icon_rolleyes:
Ho fortissimi dubbi che chi mi insegnò a portare il lallo così ne avesse paura, trattasi di normale routine di sicurezza.
Caro dottore, stai certo che con una longhina ed un chifney, nessun lallo mi sfuggirebbe, ne relizzerebbe il suo desiderio di ammazzarmi anche ora che non sono più nel fiore degli anni.
Ho preso una doppietta nello sterno che mi ha messo KO: - tenevo la dolce puledrina lunga, immaginate se non fosse stata dolce e sopratutto non fosse stata puledrina ?
secondo me dipende tutto dal cavallo, ci sono cavalli che appena sentono la lunghina un pò più lunga fanno i matti e iniziano a galoppare, e ci sono i cavalli che anche senza lunghina ti stanno accanto come un amico, e al maneggio dove vo io ci sono due cavalli, con questa diversità, la cavalla che montavo, ora è in pensione, appena lasciavi un pò la lunghina più lunga partiva a tutto galoppo e o la lasciavi andare o ti trascinava via, perciò andava tenuta molto corta e molte volte non bastava, si poteva allungare solo quando eri sicuro che stesse con tutti e 4 gli zoccoli incollati a terra xD la kimmo è una cavalla fenomenla mentre il cavallo che monto ora e con cui sto costruendo un legame, spero, ti segue come un amico anche senza lunghina, certo non al pascolo, ma in giro tra i box si, te cammini e lui ti segue con il suo nasone all'altezza della mano, e da qui io ho compreso che la lunghezza della lunghina cambia di cavallo in cavallo, non si può pensare, almeno secondo me, di capire se uno è teso o no dalla lunghezza della lunghina
un cavallo che parte al galoppo appena molli un po' la lunghina è maleducato. non ci sono altre cose da dire..
un cavallo deve essere condotto a mano senza grossi problemi, corda lunga o meno (e qua si sta parlando in realtà di tenere una mano vicino al muso o meno perchè non ce lo vedo raffaele a viaggiare con la corda in costante tensione). se non lo sa fare glielo si insegna con tempo e pazienza
Test infallibile è il primo approccio con il cavallo, l'approccio base e quindi anche come si conduce con la lunghina. Ma bisogna sempre stare in sicurezza! Perchè il margine tra sicurezza e stoltezza, molte volte, è veramente sottile!
Quindi, secondo il mio parere, l'uomo di cavalli lo può riconoscere solo un cavallo!! ;) !!
Intanto una conclusione: condurre un cavallo alla longhina, in sicurezza e senza timore, è una cosa veramente difficile. Seconda conclusione: nessuno insegna come farlo in modo ragionato, "ben fatto"; la regola standard "mano a 20 cm dal moschettone" è grossolana, una semplificazione che denota solo il disinteresse per questa pratica. Diciamo la verità: Parelli, in questo e pure altro, giganteggia; e pure la Tellington ci tiene moltissimo. Spiegare bene queste cose, e dimostrare con i fatti che sono piccole cose possibili,ma che nessuno ha mai spiegato per bene, è forse la chiave del loro (in gran parte meritato) successo.
Ricordo, del libro della Tellington, di come spiega che man mano che il controllo del cavallo si basa su "altro" rispetto alla fisica della corda e degli attrezzi, la longhina può essere tenuta sempre più lunga; e questo corrisponde perfettamente alla mia esperienza, in passeggiata spesso allungo e allungo la corda, sempre chiedendo (e ottenendo) al cavallo di restare "con la spalla all'altezza della mia spalla", fino a due metri e più; so che chi è veramente bravo potrebbe ottenere questo risultato senza longhina. L'ho fatto perfino in bicicletta! Pensate voi che controllo posso avere del cavallo, con la forza fisica, guidando la bici con una mano e tenendo la longhina nell'altra, con il cavallo a due metri e più di distanza.... ottenendo che il cavallo stia sempre alla mia altezza.... se il cavallo volesse, quando ci metterebbe a farmi volare miseramente o a costringermi a mollare? Uno strattoncino, e sarei a terra....
Anche condurre un cavallo alla longhina è una piccola arte difficile; poche storie. C'è da qualche parte un post in cui chi è passato dalla monta inglese (che prevede un contatto continuo e rassicurante fra mano e bocca) alla monta western (che questo contatto non lo prevede affatto, o quasi) ammette una certa preoccupazione, all'inizio; stessa identica cosa vale per la conduzione alla lunghina "cn contatto" o "senza contatto".
conta che però in parelli e in tellington quello che vedi normalmente è lavoro, non semplice conduzione. che poi questo lavoro si rifletta anche sulla semplice conduzione è in secondo momento..
sono esercizi che il lavoro impara e poi riflette nel quotidiano, quando non hai lo stick sempre in mano (perchè tutti e due richiedono negli esercizi uno stick, usato in modo molto diverso)
Citazione da: kaya - Novembre 19, 2012, 11:08:02 PM
Test infallibile è il primo approccio con il cavallo, l'approccio base e quindi anche come si conduce con la lunghina. Ma bisogna sempre stare in sicurezza! Perchè il margine tra sicurezza e stoltezza, molte volte, è veramente sottile!
Quindi, secondo il mio parere, l'uomo di cavalli lo può riconoscere solo un cavallo!! ;) !!
Quoto! :pollicesu:
Citazione da: rhox - Novembre 20, 2012, 08:10:55 AM
conta che però in parelli e in tellington quello che vedi normalmente è lavoro, non semplice conduzione
E chi dice che le due cose siano diverse? Il principio della coerenza non dovrebbe stabilire che il tipo di relazione con il cavallo sia sempre quella, coerente e costante, "lavoro" o "non lavoro"? Le cose non si semplificano? Vale anche per la conduzione dei cani: la "passeggiata", equivalente alla "semplice conduzione", secondo alcuni addestratori è nè più, nè meno che lavoro. Eseguire una "semplice conduzione" è una cosa che faccio con interesse, e con molta, molta concentrazione; se il cavallo non lo conosco, è attraverso la conduzione che "prendiamo le misure" e, se le cose vanno bene, ci "accordiamo". Insisto... la "semplice conduzione" è un'attività estremamente sottovalutata. E' un peccato.
Se mi farai l'onore di venirmi a trovare, ti farò fare un corso fullimmerscion di conduzione da Oddo.
Si passa dallo chifney, alla testiera con catenella al barbozzale, alla capezzina fatta all'uncinetto e addirittura a: senza testiera, senza longhina il Caimano va da solo, è condotto senza nulla addosso. :icon_eek:
Tra questi due estremi ci sono tante sfumature, tra le quali lo: stai lì parcheggio alla cauboi, sta fermo con la longhina penzolante.
Oddo ed io abbiamo deciso di fare un clinic di handhorseconduscion :icon_eek:, il costo - per tre giorni f.i. - è di soli 1800 euri + IVA :icon_eek:.
Ça va sans dire, che per il mio amico Alex il corso è a gratis.
Con fattura però...
Citazione da: alex - Novembre 20, 2012, 04:38:17 PM
Citazione da: rhox - Novembre 20, 2012, 08:10:55 AM
conta che però in parelli e in tellington quello che vedi normalmente è lavoro, non semplice conduzione
E chi dice che le due cose siano diverse? Il principio della coerenza non dovrebbe stabilire che il tipo di relazione con il cavallo sia sempre quella, coerente e costante, "lavoro" o "non lavoro"? Le cose non si semplificano? Vale anche per la conduzione dei cani: la "passeggiata", equivalente alla "semplice conduzione", secondo alcuni addestratori è nè più, nè meno che lavoro. Eseguire una "semplice conduzione" è una cosa che faccio con interesse, e con molta, molta concentrazione; se il cavallo non lo conosco, è attraverso la conduzione che "prendiamo le misure" e, se le cose vanno bene, ci "accordiamo". Insisto... la "semplice conduzione" è un'attività estremamente sottovalutata. E' un peccato.
sono esercizi che vanno affrontati nel tempo, non è che prendi la bacchetta o lo stick, la capezza o la lunghina messa giusta e il cavallo si sa condurre. inizialmente c'è la bacchetta/stick che serve a eseguire meglio l'esercizio e questa non ce l'hai sempre quindi almeno parzialmente c'è una differenza tra quando lavori e quando conduci.
per lo meno per il metodo tellington ogni modo di condurre il cavallo ha uno scopo ben preciso nell'ambito di un lavoro
Ho un libro di Bea Borelle di soli esercizi di conduzione alla lunghina. Non usa stick e neanche capezze strane o altra attrezzatura firmata. E' propedeutico all'altro libro di esercizi da circo. Alla fine di ogni capitolo c'è una specie di "ripresa" per mettersi alla prova. L'ho trovato carino, a me è stato utile come introduzione al lavoro da terra, uno stimolo giusto per me per cominciare a ragionare sull'addestramento e il cavallo ha imparato cosine che tornano utili nel quotidiano.
Rhox, Per un certo periodo ho portato spesso il frustino con me, quando dovevo portare il cavallo da qualche parte, p.es. per portarlo in doccia, non vedo dove sta il problema, meglio avere il frustino in mano, che fare delle sceneggiate.
Ecco che la cosa si fa interessante.
Intanto, mi rammarico di non aver potuto provare a condurre Oddo (io l'ho buttata.... aveva bisogno di camminare un po', ci ho provato ma non ho insistito: se chi faceva passeggiare, che non era Peppino, me l'avesse concesso, sarei stato felicissimo ma avrei considerato chi me lo dava un pericoloso sventato... non si dà in mano uno stallone come Oddo a uno sconosciuto! :icon_rolleyes:); poi arriverei a una conclusione: conduce bene un cavallo chi, nonostante condurlo bene sia difficile, lo conduce, lunga o corta che si tenga la longhina, dando l'impressione che sia facile, e fatto quasi senza pensarci, chi ha letto qualcuno dei miei post più recenti sa che è una citazione generale che si riferisce a tutte le arti, e vale anche per quell'arte minore che è condurre un cavallo.
Il nostro ponetto Spirit, che si crede feroce e grossissimo stallone, mi sta insegnando molto e mi sta dando grandi soddisfazioni.
Citazione da: bionda - Novembre 20, 2012, 11:45:09 PM
Rhox, Per un certo periodo ho portato spesso il frustino con me, quando dovevo portare il cavallo da qualche parte, p.es. per portarlo in doccia, non vedo dove sta il problema, meglio avere il frustino in mano, che fare delle sceneggiate.
certo si può, non è comodissimo..
e il frustino non servirebbe a parare le scenate, ma a fare gli esercizi
Se trasformo in "esercizio" il movimento che il cavallo non vorrebbe fare, evito la sceneggiata, perché l'esercizio l'ha imparato e me lo fa sempre e comunque. Inoltre il cavallo vedendomi il frustino in mano si pone mentalmente in modalità "lavoro" e aspetta le mie richieste, invece di prendere iniziative.
Citazione da: bionda - Novembre 21, 2012, 09:12:59 AM
Inoltre il cavallo vedendomi il frustino in mano si pone mentalmente in modalità "lavoro" e aspetta le mie richieste, invece di prendere iniziative.
Hai detto due cose interessanti e da sviluppare! Grazie! Spero che venga fatto in topic dedicati.
Modalità lavoro e
iniziative.
Esiste la "modalità lavoro"? E' necessario evitare le "iniziative"? E' giusto che nella modalità lavoro le iniziative siano azzerate (in termini assoluti)?
In un mio vecchio post riferivo di una serie di articoli da Rivista di Cavalleria, dove si parla della "autonomia e iniziativa degli squadroni". Nella scienza della guerra a cavallo, gli squadroni in combattimento dovevano fare una sola cosa: eseguire gli ordini. Piccolo svantaggio: se avevano difficoltà a sentire, o capire, gli ordini, restavano confusi e incerti. Quegli articoli discutono il principio, e propongono invece di aumentare notevolmente autonomia e iniziativa. Mi pare che l'analogia sia interessante, e da sviluppare.... anche perchè proprio in quel tempo Caprilli raccomandava di permettere al cavallo una certa autonomia e iniziativa nel modo di eseguire i compiti che gli vengono affidati dal cavaliere (soprattutto nel salto).
Per me non è scomodo avere la bacchetta in mano...Io la uso sempre di bambù e anche abbastanza lunga più di un frustino da dressage..e anche più spessa..
per me la modalità lavoro inizia quando il cavallo si relaziona con me o con altri bipedi. Quindi comprende tutto ciò che ha a che fare con la gestione da terra e da sella. Non sono consentite al cavallo manifestazioni autonome: se è gasato impara a contenersi; se qualcosa lo spaventa o lo incuriosisce sa che in nessun caso deve seguire il proprio istinto: basta un semplice richiamo di voce. Nella conduzione a mano sono vietate intemperanze di ogni genere. Si cammina all'altezza della spalla, calmi e rilassati. Ci ho lavorato un bel po' di tempo ma i risultati ci sono. Detesto i cavalli che ti trottignano sui piedi, che non rispettano il tuo spazio, che avanzano o che si fanno tirare, che ti portano per i fatti loro maschi - femmine o castroni che siano. La conduzione a mano è affar serio ed è addestramento. Non uso nè frustino nè capezze a nodi, nè capezzoni: la longhina non tira. Insomma, come portare un cane al guinzaglio :chewyhorse:
Alex, non fraintendermi, il mio cavallo sembra più un bambino viziato che un bravo soldatino. Per lui "modalità lavoro" vuol dire "mamma chiede sciochezzuole e io mangio carote", perciò ama il frustino.
Citazione da: old duck - Novembre 21, 2012, 10:10:28 AM
per me la modalità lavoro inizia quando il cavallo si relaziona con me o con altri bipedi.
Ecco, questo è quello che ci vuole: in fondo, questa, in una parola, è la base della
coerenza. Permettetemi un po' di fantasia.... chiamiamola "modalità centauro", che deve scattare
sia per il cavallo che per l'uomo ogni qual volta da due individui, diversi e indipendenti, uno bipede, l'altro quadrupede, diventano uno solo.... mi piace come idea, perchè la "modalità centauro" sta anche a indicare che sia il cavallo, che l'uomo, quando si avvicinano, devono "cambiare modalità"", e qualsiasi cosa facciano la modalità deve restare "modalità centauro".
Diciamo che guardando da lontano un uomo che conduce un cavallo, mi piace vedere in azione la "modalità centauro", lunga o corta che sia la longhina; e c'è qualcosa di riconoscibile.
:icon_eek: :icon_eek:
IL muto commento di Mario mi fa venire il dubbio di aver detto una stupidaggine maiuscola.... pazienza.
mi fai venire in mente una meravigliosa poesia traboccante di fantasia e amore di Pablo Neruda: Ode al cane
(...)
la gioia
d'esser cane e d'esser uomo
tramutata
in un solo animale
che cammina movendo
sei zampe
ed una coda
intrisa di rugiada.
bellissima Luna!
Ma diciamola tutta, l'empatia che si crea con il cane, col piffero che si crea anche con il cavallo....
veramente non saprei, io non ho cani.
ma la poesia è splendida (come tutto Neruda del resto): se non la conoscevi, ti consiglio di andarla a cercare e leggerla per intero.
La conoscevo ma è bello rileggerla!
Ok, fine OT!!!
Citazione da: Laura - Novembre 22, 2012, 04:02:05 PM
bellissima Luna!
Ma diciamola tutta, l'empatia che si crea con il cane, col piffero che si crea anche con il cavallo....
Per me, l'empatia con il cavallo è molto, molto maggiore. E' empatia psichica e fisica, è il mito del Centauro reso reale. Il grado di addestramento e la finezza di comunicazione che sono la base di un'equitazione anche primitiva è enormemente superiore a quella media usata con i cani. Ogni tanto mentre salgo in sella penso: e io mi fido ad affidare la mia vita a questo strano animale, che pensa in modo così diverso da me, che potrebbe uccidermi con una singola zoccolata e potrebbe scaraventarmi via come e quando vuole .... sì, posso fidarmi; ma lo sento quasi come un miracolo.
Il cane resta "altro", con il cavallo, si diventa tutt'uno, volenti o nolenti.
...con il cavallo, si diventa tutt'uno, volenti o nolenti.
Quello che dici è vero, e rispecchia l'aspetto idilliaco lallista vigente bei fori, però.
In altro tempo, fino ai 40anni ed oltre, mi sollazzavo a sistemare lalli infami/difficili/viziati o da domare, non tanti, saranno stati una ventina (??).
Mia moglie, quando mi vedeva tornare sorridente e soddisfatto col lallo biricchino madido di sudore diceva: - ho sposato un deficiente.
Ovviamente ero perfettamente consapevole di cosa potesse succedere, bene, prima di montare questo era il mio pensiero, lo accompagnavo con un sommesso ringhio: - caro amico, tu non mi butti giù, se devo cadere cadiamo assieme e se fai troppo lo ** son mazzate...mai fatto una passata di lignati ma una o due nerbate - tanto bastavano - all'occorrenza.
Sono caduto da cavallo innumerevoli volte, in tre di queste mi son fatto male, ma non ricordo di esser mai caduto quando mi caricavo in quella maniera.
Per mio trastullo - o se preferisci: volente o nolente - dovevo diventare tutt'uno (ma non come l'intendi tu) anche con lalli infami.
Ricordo che il famoso Re portoghese, unica finestra che abbiamo sull'equitazione medioevale, raccomandava la monta di cavalli infami o difficili come obbligatoria nella formazione del cavaliere fatto, in tutta la fase intermedia dell'istruzione; ossia nel momento in cui il cavaliere non è più un vero principiante e, montando cavalli bravi e ben addestrati, ha la falsa e illusoria percezione di aver imparato l'equitazione. Tale percezione gli impedisce, secondo il Re,di procedere oltre. Tale Re proponeva all'istruttore del "cavaliere medio" di proibire tassativamente la monta su cavalli "fatti".
Solo dopo percorsa con successo questa fase "infame" il cavaliere poteva ritornare ai cavalli fatti, o al suo cavallo personale, e procedere.
Capisco quello che vuoi dire.... l'empatia dell'infamità. :-) E' anche lei una forma di empatia, se è vera empatia. Mi ricorda l'improvvisa, inesplicabile trasformazione dr Jekill-Mister Hide che ho visto nell'amico Lessio, mentre conduceva quello stalloncino Sanfratellano "che aveva scoperto la sua forza".
Non bisogna arrivare agli eccessi consigliati da Duarte, nè imitarmi, anzi lo sconsiglio.
A chi volesse cavalcare bene, consilio di montare quanti più cavalli possibili: alti, bassi, grossi. piccoli, flemmatici, nevrili, generosi, retrivi...questa è la migliore squola di equitazione possibile.
IO anche ormai 59enne, sello ancora cavalli discretamente complicati.
Il mio istruttore di equitazione, mi ha fatto sellare diversi tipi di cavalli, o provato in maniera semplice un cavallo da dressag, saltatori da 170cm al garrese- un doppio poni 150cm - un poni 110cm e saltare con niente sotto la sella qualche pensiero me passato di schiantarmi sulla siepetta di 60cm :laughter-485:.
Di sicuro piu cavalli e razze diverse selle e piu impari, anche se adesso sono monomarca
Citazione da: kaya - Novembre 19, 2012, 11:08:02 PM
Test infallibile è il primo approccio con il cavallo, l'approccio base e quindi anche come si conduce con la lunghina. Ma bisogna sempre stare in sicurezza! Perchè il margine tra sicurezza e stoltezza, molte volte, è veramente sottile!
Quindi, secondo il mio parere, l'uomo di cavalli lo può riconoscere solo un cavallo!! ;) !!
Non è vero, a volte i lalli accolgono il neofita/l'incosciente/l'imprudente con sorprendente benevolenza -vedi i bimbi molto piccoli.
Ricordo un mio stallone - piuttosto complicato - che avvicinato da una signora, con le stesse precauzioni che ella riservava al suo cagnolo da salotto, invece di mostrare la sua irruenza come faceva d'abitudine - con mia somma sorpresa - la lasciò fare, la seconda volta - però - stava per ammazzarla.
A parte queste facezie, i lalli non riconoscono l'esperto uomo di cavalli, ma sentono lo stato d'animo di chi avvicina...come?
Loro leggono benissimo il body language, l'esempio paradigmatico fu
the clever Hans un cavallino che alla fine dell'800 faceva mirabili operazione matematiche; in realtà, dava le risposte giuste leggendo le reazioni minimesimali sul volto degli astanti.
Mi direte che l'esperto uomo di cavalli è rilassato quando si avvicina ai lalli, non è sempre vero, la maggior parte di quelli che hanno un atteggiamento
macho col nobile equino - nei fatti - ne hanno paura, potrei portare decine di esempi di gente che tratta i lalli da una vita e che sotto sotto se la fa sotto. :icon_eek:
Ho sbagliato la mia età :firuu:, sono 49 a gennaio 2013.
Questa mattina mentre facevo posso al mare , buoi totale e sento un rumore di auto+vedo i fari, è un marinaio che con la sua gip di rado incontro, il cavallo non ha paura delle auto, ma questo pescatore tiene sul retro della gip un cane legato che abbaia e basta, per questo aspettavo che la gip mi passi davanti , ma non vedo il cane , una frazzione di secondo sento un rumore di catena , >:( è il cane che segue la gip con la catena che fa un rumore forte, il cavallo naturalmente parte al galoppo testa alta, mi trovo al galoppo dietro la gip e alle mie spalle sto cavalo di cane che segue la gip.
Per fortuna che il mio cavallo si è calmato subito, ma di imprecazioni ne ho mandate un mare,
e il pescatore mi ha visto perche indosso il giobbotto segnaletico
Di primo acchito mi son detta "ecco, sei una fifona" dovuto a come porto il mio cavallo: corto cortissimo, braccio destro teso ad allontanarmi il piú possibile dai suoi piedoni, 8 metri di longe nella mano sinistra per "dargliela" in caso di necessitá... Poi ci ho pensato un po', il mio cavallo é un quindicenne hispanoarabe in fase di rieducazione a causa delle sue ferite del quore, violente e numerose nella sua "vita precedente"... Portarlo fuori mi risulta un po' scomodo, é estremamente disordinato, distratto, cerca "casa", é dinoccolato come un adolescente cresciuto troppo di fretta, mi pesta i piedi per pura distrazione...
La cavalla di mio marito la porto "lunga" il giusto, nel senso che é cosí brava che la longhina é un invito ad andare assieme da qualche parte... Lo stesso vale per il vetusto cavallo del mio bambino... Il pony lo porto con un pelo piú di attenzione, forse, sicuramente porto in modo canonico il puledro di due anni, intero, sdomo, quasi selvaggio...
Ora mi chiedo: c'é davvero un solo modo giusto e che definisca la paura, l'essere uomo di cavalli, l'esperienza e/o capacitá della persona, oppure a seconda del cavallo/momento/situazione possiamo avere "posture" diverse senza essere etichettati?
Mia cara hai perfettamente ragione, comunque esistono delle regole per condurre i lalli da terra in sicurezza e a quelle bisognerebbe attenersi specialmente coi cavalli che non si conoscono.
Secondo il metro dettato dalla simpatica escortanata riferita da Alex, nel condurre il mio lallo sarei uno schizofrenico che alterna stati di fiduciosa incoscienza a situazioni nelle quali sono nel terrore assoluto.
Eppure il lallo - addestratissimo - è sempre lo stesso ed è con me da tanti anni.
Il fatto è che in certe situazioni è perfettamente inutile tenerlo stretto, in altre lasciarlo comodo comporterebbe guai ma di quelli seri.
Per ridurre la portata della mia "escortanata" occorre contestualizzarla.
1. conosco i cavalli che vengono guidati
2. conosco l'ambiente in cui vengono guidati; so da dove vengono e dove vanno; so che non sono stalloni
3. esamino il modo in cui sono condotti in funzione del loro atteggiamento e del loro comportamento.
4. esamino se altri (o io stesso) sanno condurre il cavallo più lungo senza problemi
tenuto conto di tutto questo, giudico quanto uno è "uomo di cavalli" dalla lunghezza e dalla tensione della longhina.
In generale, c'è un rapporto fra come uno conduce un cavallo da terra e come lo conduce montato; chi si sente al sicuro solo con un continuo contatto "forte" e non si sente sicuro allentando, in certe occasioni, le redini, fino a lasciarle del tutto inattive, secondo me ha paura del cavallo; al contrario, chi si sente sicuro su un cavallo con le redini lunghe, a qualsiasi andatura, galoppo compreso (ma certo: non in qualsiasi circostanza!!!) dimostra di non aver paura.
Chi ha paura del cavallo in generale, non è uomo di cavalli.
Ugualmente, non è uomo di cavalli chi non usa l'opportuna prudenza: ma prudenza e paura non sono la stessa cosa.
Infine: il mio giudizio non è che una opinione personale che mi faccio nella mia testa; e le opinioni personali sono insindacabili.... :icon_rolleyes:
....brevemente:
- grazie Raffaele per la tua cortese attenzione e puntualizzazione!
- scusa Alex, non avevo certo l'intenzione di "sindacare" le tue o altrui opinioni, pensavo solo di poter dire la mia, personalissima, esperienza con i miei cavalli; grazie in ogni caso, leggere il topic da te iniziato, mi ha dato lo spunto per un'autoanalisi comunque utile!
- son qui da mezza giornata: l'ultima cosa che desidero é crearmi antipatie né tantomeno rompere gli zebedei a nessuno!!!
Felices Fiestas :horse-scared:
Già, le opinioni sono insidacabili: è mia opinione che quel metro di judicio sia una simpatica escortanata.
Dai tempi di Xenophon ci sono regole che dettano a che altezza bisogna attaccare gli anelli, da che parte montare sul lallo, come fare per farlo avanzare, come tranquillizzarlo ecc. ecc.
Le norme son di per se generali, se alla norma applichiamo tutte le variabili e condizioni che dici tu non non è più una norma è un fai da te della beata.
I lalli per convenzione vengono portati dalla sx, tenuti corti con la mano dx, il resto della longia tenuto a spire nella sx, punto.
Che si porti il proprio lallo puccipucci lallosetto tenuto con una longhina a tre metri è una scelta personale che non mi turba affatto.
Questo fatto - più che la paura o meno del lallo da parte del conduttore - spiega il vecchio adagio che dice: il lallo più buono ammazza il padrone.
La puledrina (non mia) nata e cresciuta in casa a Kussen und Delicatessen che mi fu affidata e che conoscevo benissimo che tenevo bella lasca a pascolare l'erbetta in una aiuola mi scaricò una doppietta in pieno petto, sono quì a parlarne perchè l'infame aveva solo 4/5 mesi e ovviamente era scalza.
Citazione da: mile - Dicembre 27, 2012, 06:54:19 PM
- son qui da mezza giornata: l'ultima cosa che desidero é crearmi antipatie né tantomeno rompere gli zebedei a nessuno!!!
Felices Fiestas :horse-scared:
Maffigurati se rompi gli zebedei... il tuo post è stato di una chiarezza e onestà unica.
Perchè, come credo d'aver già detto, a volte, nel far gli spavaldi, ci si rimette in salute. Il mese scorso, se alex m'avesse vista, m'avrebbe preso per terrorizzata: puledro di 9 mesi, maschio, esuberante... tenuto corto e col braccio teso e molto spesso lo richiamavo con due colpetti e reclamavo il mio spazio. Perchè? Perchè la proprietaria, nel prenderlo dal box, s'è fatta spiaccicare sullo stipite della porta e il cavallino ha iniziato a tirarla dove le pareva. E lei..lo teneva a quasi un metro, con questo cosino che le trotterellava intorno.
Ottima situazione per prendersi una rampata in faccia o una doppietta nello sterno.
Le ho detto: o lo tieni lungo lungo (ossia gli fai la corda) o lo tieni corto.
Le regole non sono boiate, ma son fatte per trovare un buon compromesso di sicurezza per chi non sa fare, sta imparando e/o non sa da che parte cominciare, come questa ragazza che, come primo cavallo, s'è presa un puledrotto da tenere a casa. Solo che se il cane ti salta addosso e ti lecca è un conto, se lo fa un cavallino da 200kg, crescendo arriverà a 500 e t'ammazza.
A una persona che non sa fare e che non si sa rapportare che dici? Le dici che "la lunghezza dipende dallo stato d'animo del cavallo, dal quanto è 'carico', dalla situazione e dal momento"? Facendo così, le hai detto tutto e non le hai detto niente.
Come la regola di usar sempre la lunghina. E' una cavolata? I cavalli di scuderia che conosco, per portarli da A a B li prendo per la capezza e via, ma diversi elementi col cavolo che li sposto così, perchè basta che facciano uno scatto e perdo la presa, lasciandoli belli e liberi di andarsene in paese al piccolo trotto.
Citazione da: carodubbio - Novembre 28, 2012, 02:15:48 PM
Ho sbagliato la mia età :firuu:, sono 49 a gennaio 2013.
Complimenti, capisco l'errore grammaticale, ma sbagliarti sulla TUA età!! Poi cavolo, di solito uno gli anni se li leva, mica se ne aggiunge una manciata!! :laugh3: :laugh3: :laugh3: :laugh3: :laugh3: Sei un mito..
Dalle risposte vedo che evidentemente non mi sono spiegato.
Forse avrei dovuto dire "longhina lasca" invece che "longhina lunga". Ho fatto attenzione alla lunghezza della longhina quando porto un cavallo: la lunghezza è sufficiente a non essere tesa. Saranno sessanta-settanta centimetri; quanto basta perchè faccia una minima "pancia" quando è tenuta con il braccio esattamente nella stessa posizione "canonica" che si usa per le redini (braccio rilassato, avambraccio a 90 gradi rispetto al braccio). In pratica tengo la longhina esattamente come tengo le redini. La differenza fra questa tenuta di longhina e quella comunemente praticata (più corta e in leggera tensione) è esattamente la stessa che passa fra la tenuta delle redini della monta inglese ("contatto" con redine leggermente tesa) e quella della MW ("contatto" determinato dal solo peso della redine). Tenuta così, la longhina permette al cavallo di manifestare liberamente la sua "scelta" di stare vicino al conduttore, oppure di tirare o fare resistenza; in questo caso, ovviamente, il conduttore esperto "dà un segnale" di rallentare o accelerare che può essere tanto meno percettibile quanto più è tempestivo; il tutto in totale sicurezza perchè il cavalo non può nè sopravanzare il conduttore, nè arretrare fino a porsi alle sue spalle (entrambe situazioni potenzialmente pericolose).
Adesso mi sono spiegato meglio?
Confermi, Raffaele, che la mia è una escortanata?
Mile, non preoccuparti: la mia battuta sulla insindacabilità delle opinioni non era rivolta a te.... sono anni che io e Raffaele ci punzecchiamo amichevolmente in questo stile. :occasion14: Nel farlo la mia audacia rasenta la temerarietà, tenuto conto che Raffaele, in fatto di cavalli, ne sa "un po' più" di me..... :icon_rolleyes: si vede che mi piacciono le sfide, nonostante tutto.
Sì ma da pagina 1 a pagina 5 hai dato tanti di quegli aggiustamenti al tiro che manco un decreto legge al parlamento :firuu: :firuu:
We', guarda che scherzo..
Già, sembriamo Totò e Peppino, Stanlio e Ollio, Coppi e Bartali, don Camillo e Peppone...cara Mila non ti impressionare lo facciamo per il pubblico sollazzo...ma volendo possiamo cambiare registro ed adeguarci:
"caro Alex, dovresti vedere la nuova cuffiettina per il mio Foffo, l'ho scelta in pendant con il sottosella fucsia che mi hai consigliato l'ultima volta"....
ma che dici Raffa: - "sai benissimo che il fucsia non è più aptudeit, è una cosa da trogloditi...ora va il marronglassè, ma sai qual'è la cosa fichissima ??
Il nuovo unguento per zoccoli del lallo...è un prodotto americano, lo puoi avere perfino con brillantini o con effetti flou davvero moooolto carini, per la mia Loose Bread B. H. ho scelto una tinta pazzzesca: - rosso babbonatale in perfetto tema col periodo.
Lo voglio...lo voglio...LO VOGLIO: Alex, dimmi quanto costa ??
...una sciocchezza: solo 400 euri la confezione, ma per i lalli barefutti applicano lo sconto del 70%...TIE' COSì IMPARI A FERRARE IL CAIMANO !!
Citazione da: DivinityOfDarkness - Dicembre 27, 2012, 11:58:03 PM
Sì ma da pagina 1 a pagina 5 hai dato tanti di quegli aggiustamenti al tiro che manco un decreto legge al parlamento :firuu: :firuu:
Rivediamo il nucleo del post n. 1.
Citazione da: alex - Novembre 17, 2012, 09:32:10 AM
Il parametro che uso è semplicissimo: guardo come tiene la longhina. Chi ha paura, la tiene corta e leggermente tesa; chi ha molta paura, la tiene cortissima, la afferra a un palmo dalla capezza; chi non ha paura, la tiene lunga e pendente, e tuttavia il cavallo gli resta a fianco, anche se nulla lo trattiene di forza; l'unico caso in cui la longhina si tende, è per occasionali e brevi indicazioni; poi torna molle.
Mi sono già scusato di quel "lunga" equivoco; avrei dovuto dire "lasca", ossia "senza alcuna tensione, in modo che faccia una piccola "pancia". Da quel "lunga" qualcuno ha immaginato che fosse così lunga da mettere uil cavallo a rischio di inciamparsi :horse-wink: e altri tanto lunga da permettere al cavallo di sopravanzare il cavaliere abbastanza da tirargli una doppietta in pieno petto. :horse-scared:
Mi prendete evidentemente per un deficente.... :occasion14:
We', guarda che scherzo anch'io.
Raffaele, in questo caso è il tuo umorismo si rivela piuttosto "aptudeit" :laugh3:
Comunque, come la giri o la rigiri non è da questo particolare che si giudica un cavagliere, il cavagliere lo vedi dal coraggio, da tempismo, dalla fantasia.
Il problema è che - in Itaglia - ci sono pochissimi veri istruttori di equitazione e ancor più pochi addestratori di cavalli... che fanno i lalli ?
Loro malgrado imparano le schifezze che vengono loro insegnate, si adattano al "gambegambe"...vedo dei cavaglieri che montano da diecine d'anni: non hanno fatto alcun progresso, i loro salti di qualità sono acquistare un lallo più performante: cambiano un cavallo che faceva le ottanta con uno che fa i centodieci.
Per concludere, la mia insindacabile opinione sull'implacabile test per valutare un uomo di cavalli è che è una escortanata pazzesca, sarebbe come valutare l'abilità di un pilota dalla maniera di come costui mette in moto la sua vettura.
in effetti l'altruismo (cit.) c'entra poco con l'equitazione.
Citazione da: raffaele de martinis - Dicembre 28, 2012, 06:15:22 PM
Comunque, come la giri o la rigiri non è da questo particolare che si giudica un cavagliere, il cavagliere lo vedi dal coraggio, da tempismo, dalla fantasia.
Scusami. Chi ha parlato mai di come si giudica un
cavagliere? Per me può essere
uomo di cavalli anche un bravo stalliere o un bravo groom o un bravo allevatore o un bravo carrettiere o un bravo maniscalco mai montati in sella.
La tua visione è piuttosto estensiva, come dire che le comparse di cinecittà, Federico Fellini, le sartine, Marcello Mas***nni, i macchinisti, Vittorio De Sica, i trovarobe son tutti "uomini di cinema".
Usai cavagliere per attinenza fonetica alle rime di De Gregori ma in effetti ecco cos'è un uomo di cavalli: -
Uomo di lalli: - si intende quello che sa stare in sella con disinvoltura, sa usare gli aiuti con piena competenza, conoscendone l'uso e gli effetti che producono.
Spesso si confonde - a torto - l'uomo di cavalli con il cavallerizzo, il primo come ho detto, è un cavaliere solido ed abile, il secondo deve aggiungere a queste qualità le conoscenze teoriche e culturali atte a spiegare i principi dell'equitazione e la capacità di dirigere un maneggio.
Uno dei compiti del cavallerizzo e la formazione di uomini di cavalli.
Francesco Baucher - Dizionario Ragionato di Equitazione - Parigi 1833.
Il concetto è ribadito mirabilmente nel capitolo decimo delle "Questioni": il Generale mette alla prova dei palafrenieri come uomini di cavalli con effetti esilaranti...
Citazione da: raffaele de martinis - Dicembre 29, 2012, 02:26:54 AM
Marcello Mas***nni,
Un cordiale aff'anculo al correttore di parolacce...
Riflettendo su quello che avevi detto - cioè che il cavaliere non si giudica da queste quisquilie - mi è venuto in mente che se il buon cavallo dovrebbe essere calmo, in avanti, dritto, il buon cavaliere dovrebbe essere calmo, energico, retto; che ne dici?
Quanto alla "tenuta canonica" della longhina: oggi ho montato Asia portando Ami dalla sella alla longhina; ed entrambe le cavalle erano così sensibili e calme che nella stessa mano tenevo le due redini di Asia e la longhina di Ami.
Mi sono sforzato di tenere alla longhina Ami nel modo canonico che tu illustravi - a trenta centimetri dall'anello; ma per quanto mi sia sforzato, purtroppo non ci sono riuscito. :dontknow:
...forse sostituirei l'energico con autorevole, dando per scontato che l'autorevolezza provenga dall'esperienza e sia corredata dal sentiment[/i - sentimento: traducono quelli che rendono il franzose alla lettera; sensibilità equestre - senso del lallo traduco io inoltre non guasterebbe avere tatto equestre...quella qualità che permette al cavagliere di entrare immediatamente in sintonia con tutti i lalli che monta agendo dove c'è bisogno quando c'è bisogno con tutto il tatto e la delicatezza possibile, appunto.
Capperacci!!!! Due su tre ti vanno bene! Sono realmente lusingato - e non sto scherzando affatto.
Ovviamente il mio gioco si basa sulla massima simmetria dei tre requisiti calmo, in avanti, dritto. Su calmo non c'è discussione; su retto, mi piaceva per il fatto che richiama (oltre all'assonanza dritto-retto) il secondo requisito di Marjorie, che afferma che un cavaliere dev'essere coerente e integro; provo a difendere "energico" contro l'ottima alternativa "autorevole.
Avrai notato che calmo, in avanti, dritto non si sovrappongono fra loro: riguardano caratteristiche totalmente indipendenti. Ora, "energico" è ugualmente indipendente da "calmo" e "retto" e ha una strettissima parentela con "in avanti". Non si tratta di energia fisica, ossia di forza: ad esempio, non c'è nulla di strano nel dire che una persona anziana e magari acciaccata è "energica", basti pensare alla carissima Margherita Hack (che purtroppo non sta bene: leinvio un cordiale saluto che purtroppo non leggerà mai, penso). Chi affermerebbe che non è "energica"?
Autorevole invece non ha questa caratteristica di indipendenza, perchè, mi pare, non c'è autorevolezza senza calma. Tanto varrebbe ridurre i criteri a due: autorevole e retto; ma si perderebbe la simmetria tre a tre.
Certo la Professoressa non mi vede: mi son messo in piedi e ho messo giù il cappello.
La Sua Decisione ? (- - - - - -) !
Dici a me? :icon_eek:
Intanto aggiungo due soli requisiti e dal bravo cavaliere si passa al bravo cavallerizzo.
A calmo, energico, retto aggiungiamo colto e carismatico ed è fatta. Mi pare di essere riuscito a trovare altri due elementi indipendenti da tutti gli altri.
Anche umiltà, appena uno fa esperienza li vedi che sembrano capire tutto
Quella è semplice mancanza di cultura..... se uno è veramente colto è umile per forza, perchè ha ben presente l'immensità della sua ignoranza residua. Molto più facile trovare spocchiosità nell'erudito, che è tutt'altro.
Piuttosto spero che la mia idea di carisma sia corretta.... per me è quella capacità che "affascina" l'allievo e gli rende piacevole imparare da chi gli insegna. Quanti disastri derivano dal fatto che purtroppo carisma e cultura sono indipendenti.... un insegnante dotato di carisma senza cultura può fare danni terribili, e ficcare nella testa di un sacco di persone convinzioni incrollabili (sbagliate) che non li abbandoneranno mai, per tutta la vita.
Citazione da: raffaele de martinis - Dicembre 30, 2012, 01:55:41 AM
Certo la Professoressa non mi vede: mi son messo in piedi e ho messo giù il cappello.
La Sua Decisione ? (- - - - - -) !
Mi riferivo alla decisione di Margherita Hack: ha escluso di farsi operare per poter (forse) migliorare le sue condizioni di salute, a novant'anni è certo la cosa più saggia da fare, sa che non siamo immortali.
Trovo le sue rughe bellissime...lei è bellissima.
Altri si rattoppano, si stirano, si siliconano, si botulinano, si capellano per tentare di sembrare eterni quarantenni...il risultato ? Imbarazzante.
La cosa è molto strana molti personaggi televisivi che erano vecchi quando ero ragazzo, li vedi giovani invece mi guardo allo specchio e i segni il tempo ne ha messi diversi, che stranezza :holmes:
Va bene aver cura del propio corpo fisicamente e mentalmente, curare all'inverosimile l'aspetto del viso non trovo come si possa etichettare , che c'è di male nell'accettare il tempo che passa
Citazione da: alex - Gennaio 06, 2013, 09:11:19 AM
Piuttosto spero che la mia idea di carisma sia corretta.... per me è quella capacità che "affascina" l'allievo e gli rende piacevole imparare da chi gli insegna. Quanti disastri derivano dal fatto che purtroppo carisma e cultura sono indipendenti....
Rasputin, Ghandi, Vanna Marchi, Gesù, Hitler, il Che, Bin Laden, Giovanni Paolo II, Berluscone, Pertini, Peron, M.T. di Calcutta, Mao Tze, la Tacher, Mussolini, Obama...di codesti personaggi si è detto e si dice tutto il bene e il male possibile ma nessuno può negare che abbiano avuto carisma.
Dunque, il carisma può esser slegato - oltre che dalla cultura - da tante altre cose con effetti - a volte -disastrosi e comunque dirimenti tra i
tifosi e gli
oppositori del carismatico personaggio.
Uno per tutti: Adolfo Hitler, ancor'oggi esistono i
nazisti dell'Illinois che a lui si ispirano, dirò di più: in Ungheria (ma non solo lì) esiste un movimento nazi che non è folcloristico come quello disegnato nel film
i Blus Brothers.
Pochi giorni fa parlavo con un signore ungherese, non sciocco e di notevole cultura, che convintamente auspica che la svolta a destra nel suo paese sia ancor più marcata e maggioritaria.
Oltre la destra che è già al governo, esiste - in quel parlamento - un movimento dichiaratamente filonazista che ha il 16 % di rappresentanza, quello che è sconfortante è che gli aderenti a quel partito sono in massima parte giovani e giovanissimi.
Lui ce l'ha con gli zingari e gli ebrei, credo che se avessi continuato la conversazione (con un vaffa l'ho piantato in asso lasciandolo con un sorriso ebete in faccia) avrei scoperto che il range dei nemici della Ungheria comprende : - le potenze plutodemocratiche, gli omosessuali, i comunisti, gli intellettuali, le donne...nulla di nuovo sotto il sole.
Ah certo: oltre che dalla cultura, il carisma è indipendente anche dalla rettitudine; carisma senza rettitudine (e peggio ancora se con cultura, il mix è ancora più insidioso) provoca disastri senza fine. Occorrerebbe essere sempre guardinghi e riconoscere il carisma (che provoca una specie di "innamoramento" e che quindi è profondamente irrazionale) per difendersene, quando non è inoppugnabilmente unito alla rettitudine.
uh come siete andati a finire lontano! argomenti non semplici :studioso:
tornando in tema lunghina corta / lunghina lunga, riflettendo in base ai vostri commenti, ultimamente ho condotto il mio tenero equide un pochettino più lungo... e... MAGIA MISTERO MAGIA... non succede nulla!
però quando il suo lato PSI per qualche motivo fa capolino, effettivamente mi sento meglio con la mano destra vicina alla capezza.
quindi sono o non sono donna di cavalli?
no, non lo sono perchè ci ho fifa :P
Ma come Luna, te la suoni e te la canti da sola? Ti fa le domande e ti rispondi? Ma noooo dai! In effetti dal discorso lunghina corta sì-lunghina corta no c'è stato un allargamento a macchia d'olio...verso lidi perigliosi e irti di scogli...
Inevitabile OT (e benvenuto, spesso l'OT è la parte migliore di una discussione), visto che difficilmente si sarebbero potute riempire ben 7 pagine 7 di post su una banalità :horse-wink: come la corretta lunghezza della longhina.
Ieri ho provato a condurre con cautela alla longhina un cavallo sconosciuto. Un purosanguone di quelli grandi, circa 20 cm più alto della mia Asia - un vero gigante (buono). Ci ha fatto caso, a come lo conducevo, con il pensiero rivolto a questo 3d. Diciamo che lo conducevo "lunghetto con prudenza". Tutto è filato liscio. :horse-smile:
I cavalli fanno i cretini con le persone che conoscono, quando vengono maneggiati da sconosciuti restano sul chi va la ma senza muovere un orecchio
Anche quello che dice carodubbio ha la sua bella parte di verità...(uè, ma come te la passi? E Gass?)
Carisma e cultura, che stiano insieme o no, possono essere armi micidiali, sirene dal canto affascinante senza la rettitudine, che però è data da una condotta di vita consapevole. Chi non sa maneggiare gli esplosivi di solito si fa male...sono vaneggiamenti o quello che dico ha pure un fondo di verità?
Ammetto che mi fa sorridere l'immagine del "puledrone tenuto lunghetto con prudenza".
Citazione da: carodubbio - Gennaio 07, 2013, 01:39:57 PM
I cavalli fanno i cretini con le persone che conoscono, quando vengono maneggiati da sconosciuti restano sul chi va la ma senza muovere un orecchio
Esattissimo. Notato molte volte. Ovviamente per il proprietario è una frustrazione indicibile.... :icon_rolleyes:
Sfruttando bene questo "momento magico" si può instaurare una "buona relazione" con relativa facilità, e farla durare.
Proviamo a girare la frase e vediamo se funziona lo stesso:
"Gli umani fanno i cretini con i cavalli che conoscono; quando maneggiano cavalli sconosciuti restano sul chi va la ma senza fare minkiate"
Direi che più o meno fila. :icon_rolleyes:
applausi a carodubbio e anche a alex per aver rivoltato (giustamente) la frittata :blob9:
infatti i primi problemi col mio dolce equide compaiono ora, dopo 4 mesi. fino ad adesso eravamo in luna di miele :chewyhorse: