Salute a tutti
ho tradotto il libro di Aimè Fèlix Tschiffely "Tschiffely's Ride"e la casa editrice Equitare di Rosia (SI) me l'ha pubblicato. Si tratta del resoconto del viaggio da Buenos Aires a Washington D.C. compiuto nel 1925 da Tschiffely con due cavalli Criollo di 18 e 16 anni. Cavalli provenienti dal Chubut una regione della Patagonia. I cavalli erano cresciuti selvaggi fino a poco prima della partenza, ma sono diventati leggenda. Mancha e Gato sono riusciti a percorrere 16.000 chilometri un tragitto superiore a quello dello stesso Marco Polo arrivando poi a New York per essere festeggiati sulla quinta Avenue in gran parata scortati dalla polizia a cavallo.
Per la verità il loro cammino è stato assai più lungo si calcola che abbiano percorso circa 23.000, ma accontentiamoci dei 16.000 chilometri cioè le 10.000 miglia che modestamente Tschiffely mette nel sottotitolo. Quasi tre anni di viaggio ad una media di circa quaranta chilometri al giorno attraversando Bolivia. Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Costa Rica, Salvador, Guatemala, Messico ed in fine Stati Uniti.
Spero di aver fatto una buona traduzione, che il libro vi piaccia e sentire i vostri pareri.
Grazie a tutti
vittorio ferro
:happy_birthday-736:
Allora e' per merito tuo che possiamo leggere il diario! Grazie mille!
:thanku: E' nella mia lista di futuri acquisti!
Gli eroi di questo libro sono due cavallini criollo, infatti se seguite il collegamento - in Argentina - come tali son trattati; la loro impresa è misconosciuta in Itaglia, ma è senza dubbio una delle pagine più straordinarie della storia del cavallo di tutti i tempi.
E' emblematica la partenza da Buenos Aires, i due cavalli furono accompagnati per un tratto da un lallo...leggete il libro e saprete come va a finire.
Acquisterò codesto buk appena sarà pubblicato il libro sulla mascalcia del M/llo Blasio che sto aspettando per usufruire di un ulteriore sconto proposto dalla casa editrice.
(http://img855.imageshack.us/img855/3421/gatol.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/855/gatol.jpg/)
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Ecco il trio mentre si appresta ad affrontare una zona desertica del Perù che chissà perché viene chiamata matacaballo...ammazzacavallo. :icon_eek:
Un "in bocca al lupo" per Vittorio.
http://hayqueteneraguante.blogspot.it/2011/12/facanha-de-mancha-e-gato-cardal-lado-de.html
Grazie per la notizia e in bocca al lupo (intanto cerco di recuperarlo per la mia biblioteca!)
Penso che me lo procurerò! nel frattempo ho trovato il sito http://www.aimetschiffely.org/ per saperne qualcosa di più (Raffaele mi aveva giù nominato il caso, molto tempo fa). Una cosa mi ha impressionato: l'età dei cavallini nel momento dell'impresa; 16 e 18 anni! E sarebbero vissuti fino a 35 e 40 anni.
P :occasion14: come dice lo standard del criollo.. selezioniamo per frugalita' e resistenza. Purtroppi fino a pochi anni fa era impossibile stabilire l' eta' degli argentini.. tornavano ad avere nove anni ad ogni passaggio di mano.. ma son sicura che molti moltissimi abbiano passato onorevolmente i 25.. ho seguito le vicissitudini di alcuni argentini da scuola, conosciuti ormai 17 anni fa.. quando loro ovviamente ne avevano nove :icon_rolleyes: ebbene, sono ancora a passeggio, una fa scuola. E non sembrano affatto " vecchi". Credo che con il libretto obbligatorio ci saranno molti cavallu, argentini e non, a passare i 20, 25.. e speriamo oltre! O
Personalmente mi fa sorridere la " ferocia" del pezzato, che aggrediva chiunque tranne il "suo" umano. Mi fa sorridere perche' la storia argentina riporta altri cavalli simili, cavalli da guardia :horse-smile: il mio sarebbe un po' cosi' ( mai pericoloso ma diffidente) e nel maneggio vicino c'e' un over 20 che con il padrone galoppi a pelo con il collare, grooming senza essere legato.. e con gli estranei niente, una vipera. Per fargli il coggin il proprietario deve stare a casa da lavoro..
Scusatemi per il terribile OT... :horse-embarrassed:
Il deserto si chiamava e si chiama Matacallo (cioè ammazza cavallo) perchè per attraversarlo si dovevano percorrere 150 chilometri a temperature molto elevate e lungo il percorso non c'era assolutamente possibilità di trovare acqua potabile e di conseguenza per i cavalli era quasi impossibile arrivare dall'altra parte vivi. Tschiffelly parti di sera senza acqua di scorta, fece abbeverare i cavalli ed impiegò 20 ore seguendo la spiaggia.
Ho pronto il progetto della biografia di Tschiffely in italiano su wikipedia ma non so come formattarlo. Se qualcuno lo sa fare o conosce qualcuno che lo sappia fare lo trova pronto sui progetti da ultimare di Wikipedia alla voce TSCHIFFELY. Scusate ma non so fare tutto. Grazie sin d'ora.
Citazione da: vittorio ferro - Aprile 23, 2013, 09:13:56 PM
Ho pronto il progetto della biografia di Tschiffely in italiano su wikipedia ma non so come formattarlo. Se qualcuno lo sa fare o conosce qualcuno che lo sappia fare lo trova pronto sui progetti da ultimare di Wikipedia alla voce TSCHIFFELY. Scusate ma non so fare tutto. Grazie sin d'ora.
La voce è su wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Aim%C3%A9_F%C3%A9lix_Tschiffely
C'è una richiesta di fonti a corredo delle informazioni che la voce contiene.
C'è poi una richiesta di "wikificazione", ma non è un gran problema, è roba che viene prima o poi sistemata. E' standard, quando una voce viene creata da chi non ha esprienza di
Sulle fonti, se puoi dovresti indicare le fonti delle principali affermazioni. Ho visto che la voce è stata creata da te il 21 aprile, e poi ci sono stati (pochi) interventi di sistemazione.
Anticipo un potenziale problema. Se questa voce l'hai copiata (non necessariamente tutta) da un tuo testo o sito, sul quale tu hai il copyright, dovresti dichiararlo e sistemare le cose con una procedura che non conosco bene, ma che prevede sostanzialmente un tuo ok "certificato" via OTRS. E' una cosa che si sistema, niente di che.
PS: faccio la spia. Qui circola un esperto di wiki, alex...
PPS: grazie per avermi fatto conoscere questa storia!
Wikipedia è ostica anche per me.
Vedo che l'articolo ha già avuto dei piccoli aggiustamenti da alcuni utenti; io non mi ci metto perchè è tanto che non faccio aggiustamenti "di stile e di sostanza" su wikipedia, mi limito a contribuire per aspetti specifici correlati a wikisource (e per wikisource nè il libro originale, nè la sua traduzione possono essere presi in considerazione perchè l'autore è trapassato da troppo poco tempo, e addirittura il traduttore è vivo e vegeto! Lunga vita al traduttore, anche se wikisource dovrà aspettare molti decenni ancora! :occasion14:)
Un consiglio a Vittorio: chiedi semplicemente una mano alla comunità di wikipedia, ma soprattutto: non prendertela se l'articolo che hai creato verrà modificato, nel tempo, sia in dettagli "stilistici" (ad esempio, nel "calore" che dovrebbe trasformarsi in una maggiore "freddezza") sia in aspetti più sostanziali. Inoltre, sarebbe bene che tu dicessi due parole di te nella tua pagina utente Utente:Vittorio ferro; non è obbligatorio, ma viene considerato un gesto cortese verso la comunità. Per un'altra questione ti scrivo un MP.
La pagina preparata per wikipedia. Una parte è stata ricavata traducendo la pagina già esistente in inglese tutto il resto è farina dl mio sacco. Si accettano suggerimenti.
Un caro saluto vittorio
Aimé Felix Tschiffely
Aimé Felix Tschiffely (nato il 7 maggio 1895 e morto il 5 gennaio 1954) nacque a Berna, fu insegnante in Inghilterra e Argentina, scrittore ed avventuriero. A.F.Tschiffely (come è meglio conosciuto) ha scritto diversi libri, il cui più famoso ed impareggiabile rimane:
Tschiffely's Ride del 1933 nel quale racconta il suo viaggio in solitario a cavallo dall'Argentina a Washington D.C., un'avventura epica che ancora oggi segna uno dei più grandi viaggi a cavallo di tutti i tempi.
A.F.Tschiffely era nato nel 1895 da un'antica famiglia svizzera dalla quale ricevette un'educazione diventando insegnante. Avventuriero di natura, lasciò la Svizzera a vent'anni per andare ad insegnare in Inghilterra, ma trovò una nuova passione che gli permise di arrotondare il suo stipendio e divenne un buon pugile. Poi andò a Buenos Aires dove si stabilì per continuare ad insegnare nella più importante scuola internazionale inglese, ma trovando ancora tempo, durante le lunghe vacanze, per cercare nuove avventure in groppa ai cavalli esplorando le pampas circostanti. Si fece molti amici tra gli allevatori e gli avventurieri ed apprese parecchio sui cavalli e sui costumi dei gauchos.
Nel 1925 all'età di trent'anni decise d'intraprendere un viaggio a cavallo da Buenos Aires a New York. A quel tempo la stampa tutta dichiarò la sua contrarietà pubblicando: "Impossibile! Assurdo! L'uomo deve essere matto!"
La prima pubblicazione del libro Tschiffely's Ride risale al 1933 ed il primo editore fu William Heinemann Ltd di Londra.
Negli anni trenta il nome di Tschiffely negli Stati Uniti era molto familiare, essendo stato ricevuto dal Presidente Calvin Coolidge Junior ed essendo apparso sulla rivista del National Geographic e questo gli consentì di ricavare dei buoni proventi dalla vendita dei suoi libri divenuti molto popolari.
Il libro è il resoconto del suo sbalorditivo viaggio di otre 16.000 chilometri a cavallo da Buenos Aires a New York. Concepì il suo piano e il 24 aprile del 1925 Tschiffely partì con due cavalli nativi dell'Argentina, di razza Criollo, Mancha (Macchia) e Gato (Gatto). Si trattava di cavalli selvaggi del Chubut appartenuti al cacique tehuelche Liempichum (Io Ho Piume) e forniti dal dottor Emilio Solanet. Questi erano i diretti discendenti dei primi cavalli spagnoli importati nel 1535 da Don Pedro de Mendoza, fondatore della città di Buenos Aires, (i primi cavalli importati nel Nuovo mondo). Questi cavalli erano della miglior razza spagnola ( a quel tempo la migliore al mondo) che nelle pampas divennero ferali. Erano leggendari per la loro robustezza, intelligenza e resistenza. Con caparbia determinazione, il trio attraversò le pampas, scalò le Ande della Bolivia, lottò attraverso gli infuocati deserti di sabbia del Perú. I tre, per poter attraversare l'Ecuador, dovettero nuovamente risalire sulle Ande. Nuotarono nei fiumi infestati da alligatori della Colombia, e si aprirono la loro via tra le fitte giungle di Panama. Attraversarono quindi l'America Centrale, prima il Costarica e poi El Salvador quindi il Guatemala, paesi devastati da anni di guerre. Giunto poi in Messico, e nonostante qui fosse in corso una rivoluzione, il Governo gli assegnò una scorta armata perché potesse attraversare incolume il paese. A Città del Messico fu ricevuto con gli onori che sono riservati solo ai sovrani ed ai capi di stato. Fu festeggiato con banchetti e spettacoli in suo onore che si protrassero per settimane. Il suo viaggio è poi proseguito fino a giungere a Washington D.C. nell'autunno del 1928 con i suoi due fedeli compagni in perfette condizioni, ed accolti infine trionfalmente a New York il 20 settembre del 1928. In America fu ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente Calvin Coolidge Junior. Sempre a Washington fu invitato dalla National Geographic e tenere una relazione all'auditorium e a scrivere un articolo per la loro prestigiosa rivista. A New York fu portato in trionfo in groppa Mancha da Broadway lungo la Quinta Strada fino al Central Park scortato dalla Polizia a cavallo e più tardi i due cavalli furono esposti per dieci giorni al Madison Square Gardens per l'International Horse Show. Per gli Argentini e gli Svizzeri rappresenta un autentico mito. Questa impresa ha reso famosa la razza del cavallo Criollo argentino che da quel momento si è espansa e valorizzata in tutto il continente americano e non solo. Il viaggio si svolse in 504 tappe alla media giornaliera di 46,2 chilometri ed il percorso fu di oltre ventiduemila chilometri.
Dopo la sua "Cavalcata" Tschiffely divenne un famoso autore di successo ed andò a vivere a Londra dove incontrò e sposò la cantante lirica argentina Violeta Hulme. In questa città scrisse altri libri uno dei quali fu "Don Roberto"(1937) la biografia di un suo grandissimo amico Robert Bontine Cunninghame Graham che era morto nel 1936. Nel 1937 Tschiffely ritornò in Sud America dove intraprese un altro lungo viaggio, questa volta in auto. L'auto fu fornita dalla Ford. Il viaggio si svolse in Patagonia. Ne ricaverà il libro This Way Suthward (1940). In quest'occasione Tschiffely si dedica a descrivere le condizioni del clima, del territorio, dei mutamenti che, inevitabilmente, porta il progresso, e narrando i fatti più interessanti, sebbene poco noti, della conquista di quei difficili territori. Tornò al villaggio indiano da cui erano partiti i suoi due cavalli e constatò il miserevole stato di indigenza in cui, oramai emarginati, vivevano gli indiani . Un altro suo libro interessante è The tale of two horses; un racconto per ragazzi in cui la "Cavalcata" viene descritta dai due cavalli Mancha e Gato secondo il loro punto di vista. Questo è un compendio a Tschiffely's Ride, perché già abbastanza voluminoso, e, come dice Cunninghame nella prefazione, adatto anche agli adulti che potrebbero apprendere molte cose interessanti. Fu Tschiffely, infine, che incoraggiò Lucas Bridges, uno dei più grandi esploratori dell'epoca, a scrivere Ultimo confine del mondo, edito in Italia dalla Einaudi, e che lo aiutò nella stesura.
Tschiffely morì nel 1954 per complicazioni dopo un piccolo intervento chirurgico. Dopo la morte le sue ceneri furono portate in Argentina e sparse sulle pampas a Lujan.
Nel museo di Lujan una sezione è dedicata a Tschiffely e ai suoi due cavalli.
Dal 1999, su iniziativa della Federazione Nazionale Equestre, in ricordo del loro arrivo trionfale a New York, il 20 settembre in Argentina si commemora El Dia Nacional del Cavallo.
Nel 2004 Marianne du Toit, la viaggiatrice sudafricana, rifece il percorso di Tschiffely, anche lei con due Criollo, completando il suo viaggio in 21 mesi.
La presente biografia è stata scritta da Vittorio Ferro il traduttore di Tschiffely's Ride.
Il sito ufficiale di Tschiffely è : www.aimetschiffely.org.
Libri dell'autore:
- Tschiffely's Ride in italiano dalla casa editrice Equitare (2013) ISBN 978-8888-266-923
- Round and about Spain (1952) viaggio in Spagna con una motocicletta
- Bohemia Junction (1951) La sua autobiografia di quarant'anni di viaggi e d'avventure ISBN 1-59048-015-5
- The Tale of Two Horses (1949) libro per ragazzi ISBN 1-59048-012-0
- Ming e Pong(1948) libro per ragazzi
- This Way Southward (1945) il viaggio in auto in Patagonia
- Coricancha: Discovery of Perù and conquest of the Inca Empire(1943) vedi anche Coricancha.
- Don Roberto: The Life of R.B.Cunninghame Graham (1937) biografia del suo grande amico London: William Heinneman Ltd.
- Bridle Paths: The Story of a Ride Trought Rural England (1936) ISBN 1-59048-013-9
- Little Princess Turtle Dove fiaba per bambini
- The Man from Woodpecker Creek ( di prossima pubblicazione in Inglese)
- Ultimo confine del mondo in collaborazione con E.Lucas Bridges edito da Einaudi ISBN 978-88-06-19758-2
Ha contribuito inoltre alla stesura del libro: My First Horse (1947)
[img][/]
A chi lo desidera posso inviare la foto in alta definizione della copertina del libro e la locandina che ho preparato per la promozione. Qui ancora non ho capito come si faccia l'inserimento di una foto o di un allegato in formato PDF.
Scrivetemi a:
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Ecco fatto!
Vado a memoria, è vero che i due cavallini furono domati per l'occasione e - tanto per gradire - si fecero qualche migliaio di km - condotti da gauchos professionisti - per raggiungere, da dove si trovavano, Buenos Aires luogo di partenza della "passeggiata" ? E' vero che camparono fino ai 35/40 anni ?
Non sarebbe più corretto dire che Tschiffley era un maestro elementare ?
Faccio una domanda che può sembrare un po' stupida (forse lo è :icon_rolleyes:), ma c'è una relazione con un topico attivo.
Tschiffley potrebbe essere definito "un buon cavaliere"?
Citazione da: vittorio ferro - Aprile 21, 2013, 08:59:21 PM
Salute a tutti
ho tradotto il libro di Aimè Fèlix Tschiffely "Tschiffely's Ride"e la casa editrice Equitare di Rosia (SI) me l'ha pubblicato. Si tratta del resoconto del viaggio da Buenos Aires a Washington D.C. compiuto nel 1925 da Tschiffely con due cavalli Criollo di 18 e 16 anni. Cavalli provenienti dal Chubut una regione della Patagonia. I cavalli erano cresciuti selvaggi fino a poco prima della partenza, ma sono diventati leggenda. Mancha e Gato sono riusciti a percorrere 16.000 chilometri un tragitto superiore a quello dello stesso Marco Polo arrivando poi a New York per essere festeggiati sulla quinta Avenue in gran parata scortati dalla polizia a cavallo.
Per la verità il loro cammino è stato assai più lungo si calcola che abbiano percorso circa 23.000, ma accontentiamoci dei 16.000 chilometri cioè le 10.000 miglia che modestamente Tschiffely mette nel sottotitolo. Quasi tre anni di viaggio ad una media di circa quaranta chilometri al giorno attraversando Bolivia. Perù, Ecuador, Colombia, Panama, Costa Rica, Salvador, Guatemala, Messico ed in fine Stati Uniti.
Spero di aver fatto una buona traduzione, che il libro vi piaccia e sentire i vostri pareri.
Grazie a tutti
vittorio ferro
Caro Raffaele credevo di aver finito per oggi , ma mi scordo sempre che ci sei tu in agguato.
Si, i cavalli sono stati portati su dal Chubut, una regione della Patagonia. Hanno percorso circa 1.500 chilometri mangiando quel che trovavano lungo la via. I profesisonisti come li chiami tu sono dei fior fiore di professionisti cioè i GAUCHOS. L'hai visto il monumento al gaucho nella mia pagina facebbok:
https://www.facebook.com/ferro.vittorio?ref=tn_tnmn
Perchè non lo mettiamo qui. Ti mando la foto.
Il maestro...
qui vittorio è molto indeciso su cosa risponderti sai perchè? Perchè a me risulta che era un insegnate di educazione fisica o meglio insegnava alcune discipline, ma quali non saprei proprio. So che in Inghilterra era contento della sua scuola perchè poteva montare. (scuola per figli di ultra benestanti) Su quel che faceva in Argentina, sebbene abbia tradotto la sua autobiografia, non fa alcun cenno alla sua attività didattica. Che poi non è una vera autobiografia , ma bensì una carrellata dei personaggi più strani e importanti incontrati durante il suo vagabondare per il mondo. Era riservatissimo per quel che riguardava la sua sfera privata. Io ho dei parenti svizzeri e non riesci a cavargli niente . Non per niente lui era una svizzero.
Mi sono dimenticato qualcosa?
Si! Sai come sono stati condotti i cavalli dai gauchos con la madrina. La madrina è la cavallo con la campanella . In una quindicina di giorni i cavalli legati a lei ci si abituano talmente che una volta lasciati liberi non si allontano mai dalla giumenta Però si abituano al suono di una sola campanella se la si sostituisce non rispondono più..Di notte la madrina viene impastoiata con le manejas (scusa vado a naso sono trascorsi molti anni da quand'ero in terra gaucha)e se ne sta quasi ferma saltellando qua e là Gli uomini comunque in questi casi montano di guardia facendo in modo che i cavalli non si allontanino troppo.
A lei teste avvocato Raffaele.
ciao
vittorio
Alex mi stanno chiamando per cena e mia madre ha 85 anni.
Scusa la fretta non capisco il significato della tua domanda. Da quel che ho letto finora su di lui e con tutti io tipi strani che ha frequentato . Domadores, toreri, charros, cowboys, pistoleri(Bob Appin) un fior fiore di pistolero, io sarei propenso a dir di sì senza troppo pensarci su. Se ne intendeva di maniscalcia, di cure da anche ricette per evitare i vampiri.
Ciao corro se no non mi da più da mangiare.
ciao vittorio
In un forum la cosa più interessante è collegare fra di lorole discussioni più diverse. In un topic attivo, qualcuno chiedeva un consiglio: "per diventare un buon cavaliere è preferibile meno lezioni, ma di livello più alto (e quindi più costose) o più lezioni, di livello un po' inferiore (e quindi meno costose)?". Al che io ho chiesto: ""Buon cavaliere" da che punto di vista? per fare cosa? Da qui il collegamento. Non ho dubbi che Tschiffely fosse un ottimo cavaliere: lo prova il suo viaggio e soprattutto il fatto che alla fine i suoi avalli erano in condizioni perfette. Tuttavia sono quasi certo che facendolo montare in una ripresa di dressage sarebbe stato giudicato assai mediocre.... :icon_rolleyes:
Caro Alex
ora mi è tutto più chiaro.
Qui mi trovi del tutto impreparato. Io mi considero un "grezzo." Io non ho mai avuto maestri. Mi considero un uomo del "campo" come dicono in terra gaucha. Ho mangiato e bevuto con gente semplice che di dressagge e salto ad ostacoli non ha nemmeno mai sentito parlare. Il cavallo l'ho scelto tra un branco di una quindicina di cavalli ed ho scelto il peggiore(inesperiienza). Era come me: indipendente, maleducato in recinto e sapeva ridere di me e come farsi beffe di vittorio e ne aveva subito di tutti i colori, ma aveva un cuore e un'intelligenza da far invidia ai più blasonati purosangue. A farla breve credo che sia stato questo che ha stregato Tschiffely. In nessuno dei suoi libri che io ho letto ho mai trovato alcun riferimento a nessun concorso ippico. Quando viveva a Londra, dopo il suo viaggio, frequentava la gente del circo. La zona poi durante la seconda guerra mondiale è stata distrutta completamente dai bombardamenti e di circhi non se n'è più parlato. Frequentava, grazie alla sua fama ed al suo amico Robert Bontine Cunninghame l'alta società. Nel cuore però aveva la gente semplice e sentiva la necessità, lo dice lui stesso, di rifugiarsi tra la gente del circo che a quel tempo aveva difficoltà a tirare avanti. Conclusione non credo che il dressage interessasse al nostro eroe. Questo è quanto da quel che ne so io.
ciao
vittorio
Un buon gaucho come considerebbe i cavalieri " sportivi"?
Il piede non sara' lungo la verticale.. ma hai voglia di vedere un gaucho atterrato dall' equino! O a litigare per le pozze d' acqua . Se vedessero me e l' asino mi condannerebbero senza appello gia' nella conduzione a mano.. non che io sia un cavaliere sportivo, anzi.. non son piu' nemmeno cavaliere! Ma spero si sia capita l'idea di fondo.
Caro Bubba
non vorrei far nascere polemiche su questo argomento. I gauchos hanno il loro mondo, bevono matè a tutte le ore, montano su selle che noi useremmo soltanto come basti. Non sanno fare a meno delle pelli di pecora e la loro concezione del tempo, per loro fortuna, non combacia con i nostri ritmi di vita.
Conclusione: non sono qui per dare giudizi che anche involontariamente ed in tutta buona fede potrebbero irritare, legittimamente, altre persone.
Ciao
vittorio
Scusami, neppure io. Non intendevo e mi dispiace se il mio intervento e' sembrato andare in quella direzione. Peovero' a toglierlo ( se si puo')
Citazione da: vittorio ferro - Aprile 25, 2013, 08:56:18 PM
Conclusione non credo che il dressage interessasse al nostro eroe.
Ho usato il dressage come puro esempio di "bella equitazione", avrei potuto dire "alta scuola". Tanto per distinguere due cose: la
buona equitazione dalla
bella equitazione; non è detto che coincidano, anche se hanno numerosissimi punti in comune. E francamente ogni tanto intravedo, in alcuni principi che vengono dati per scontati (es. la questione della riunione), il rischio che per sforzarsi (mancando l'obiettivo, in genere, o raggiungendolo solo con enorme fatica, e complicandosi enormemente la vita) a raggiungere la bella equitazione nel frattempo si pratichi un'equitazione che non è nè bella, nè buona.
Ciao Vittorio e ciao a tutti.
A questo link http://quikmaps.com/show/239682 (http://quikmaps.com/show/239682) , potete trovare la mappa con segnati i luoghi toccati da Tschiffely nel suo viaggio. Il percorso non è completo perchè sto ancora leggendo il libro.
Saluti e Arrivederci.
Ha! Allora sei tu quello che ha aggiunto (fuori posto!) il link alla pagina di wikipedia :horse-cool:
L'ho messo a posto. Forse era meglio linkarlo quando avevi finito il libro, e il percorso. Comunque quando c'è tutto togli il "parziale" :)
Una delle prime recensioni del libro.
[url][
(http://www.cavallo2000.it/category/cavalli_in_libreria-id_12.htm),
/url]
Un'altra è apparsa su Cavallo Magazine.
Acquistato oggi, non vedo l'ora di iniziarlo!
Salve a tutti
ho creato un gruppo aperto su facebook dedicato al libro di Tschiffely. Chi vuole unirsi sarà il benvenuto.
Un caro saluto vittorio
https://www.facebook.com/groups/558605297524803/565319803520019/?notif_t=like
Eccoci! Finalmente ho letto Tschiffley's ride.
Consiglio la lettura!
A me è piaciuto tantissimo. Le descrizioni dei paesi attraversati sono interessanti ma il libro vale solo per le frasi sui cavalli.
Personalemente ho preso nota del fatto che:
-i due criolli erano ferrati
-erano bestiole pestifere, 16 e 18 anni. Il più mannaro era un cavallo padronale, come spesso succede. Accettava in sella solo Tschiffely
-accompagnato per un tratto da dei cavalli americani, l'autore li descrive "praticamente inutilizzabili, pessimi nuotatori, nervosi e del tutto inadatti a cavarsela in questo tipo di situazioni"
-il controllo del cavallo. Ci dicono sempre che il cavallo non può prendere iniziative, perchè è pericoloso specie "fuori". Secondo Tschiffley "Gato mi aveva dato una buona lezione e non l'ho mai più contraddetto quando si rifiutava di avanzare su terreni dubbi
e poi.. la cosa più lallista del mondo. La risposta che tutte noi ragazze abbiamo sognato ma che ci avevan sempr edetto non esistesse.. l'amadrinado!
Lasciate ogni speranza, amadrianre un cavallo non è possibile per noi ma ci sarà di conforto sapere che esiste. Riporto "Ormai eravamo diventati amici per la vita, o amadrinado coem dicono i gauchos (...)Per poter apprezzare in pieno l'amicizia di un cavallo, l'uomo deve vivere con lui all'aperto un lungo periodo di tempo; quando l'animale raggiungerà una zona che non conosce, non si allontanerà mai dal cavaliere ma desidererà al sua compagnia e in caso di pericolo cercherà la sua protezione. Da quel momento entrambi i cavalli mi furono così affezinati ch enon dovetti più tenerli legati (...) al mattino sarebbero rimasti lì ad aspettarmi salutandomi sempre con un amichevole nitrito2.
Ultimo, sulla doma ( o meglio sull'età giusta)"i cavalli criolli sono noti per la longevità, sopratutto nei casi in cui vengano domati in età matura, vale a dire quando abbiano sei anni o più. Tra i dieci e i venti i criollo sono al loro massimo.
Il che mi ha fatto venire in mente un vecchio testo che riportava come "l'età giusta per addestrare un cavallo è quando ha sei, sette o otto anni, secondo il clima in cui è nato". Mi pareva roba pseudoscientifica (il testo è del 700) invece... rieccola in Tschiffley.
Gato e Mancha sono vissuti fino a 35 e (quasi) 40 anni
Mi spiace deludere Bubba e le altre ragasse, ma l'amadrinado, ha una spiegazione più prosaica di quella prospettata dal libro che scomoda l'amicizia per giustificare quei comportamenti.
Per prima cosa vediamo cosa vuol dire amadrinado: è il participio passato del verbo amadrinar che vuol dire fare da madrina: di battesimo, di cresima o di matrimonio, in questo caso la madrina si chiama/si chiamava pronuba, per estensione, amadrinar vuol dire proteggere, occuparsi di qualcuno, accudire, ecc.
In italiano non abbiamo il verbo corrispettivo, forse, affiliare - affigliare potrebbe rendere bene: minore assunto in una famiglia e per estensione: iscrivere, associare, aggregare, appunto.
Sappiamo però che i gauci hanno la lieta abitudine di formare coi loro lalli le tropillas.
Tropilla, più o meno significa squadra, truppa...
Le più vispe di voi che hanno una certa dimestichezza coi lalli hanno già capito di hosa si tratta, le altre dovranno aspettare...
No dai, non distruggermi l' amadrinado! :horse-wink:
Seriamente ho presente come formano le tropie ( non ricordo come di scrive) ma la cosa carina e' che questi si sono legati a lui. Non li ha addestrari a stargli vicino ( infatti i primi tempi li legava per eviatre che sparissero) son diventati fratelli se non per affetto almeno per consuetudine. Ma e' gia' una cosa bellissima.
Aggiungo, l' autore pareva sorpreso che i cavalli lo avessere riconosciuto dopo anni.
A,me sembra normale eppure ranti sono convinti che i cavalli non ci riconoscano come individui e che comunwue ci dimentichino subito.Perche'?!? E' una leggenda nata per vendere l' equino senza rimorsi? Tu che hai visto parecchi cavallicredi che ti riconoscano o sei del partito non distinguono/ non ricordano?
Mi compiaccio: consuetudine, quello è, ed è un hosa bellissima, ma bisogna prenderla per quello che è.
Sono della seconda che hai scritto.
Ma la quistione merita una ulteriore attenzione.
Mia cara, Babbo Natale esiste, e tra qualche giorno arriva, i miei nipotini l'aspettano con anzia, anche se . Mimmina - 6 anni - ha detto: tanto lo so che BabboNatale è papà!!
Vogliamo crederci ancora a BabboNatale? Credere ancora ai relazionisti equitanti o vogliamo cercar di capire veramente cosa sono i cavalli... ammeso che siano qualcosa?
Citazione da: Bubba - Dicembre 20, 2015, 07:51:50 AM
No dai, non distruggermi l' amadrinado! :horse-wink:
Seriamente ho presente come formano le tropie ( non ricordo come di scrive) ma la cosa carina e' che questi si sono legati a lui. Non li ha addestrari a stargli vicino ( infatti i primi tempi li legava per eviatre che sparissero) son diventati fratelli se non per affetto almeno per consuetudine. Ma e' gia' una cosa bellissima.
Aggiungo, l' autore pareva sorpreso che i cavalli lo avessere riconosciuto dopo anni.
A,me sembra normale eppure ranti sono convinti che i cavalli non ci riconoscano come individui e che comunwue ci dimentichino subito.Perche'?!? E' una leggenda nata per vendere l' equino senza rimorsi? Tu che hai visto parecchi cavallicredi che ti riconoscano o sei del partito non distinguono/ non ricordano?
Certo che chi parla di cavalli dovrebbe essere un po' più coerente.... una volta si afferma che hanno una memoria indelebile, un'altra che si dimenticano le cose subito... :horse-wink:
In effetti.. ricordano l' addestramento, i luoghi, i sentieri.. eppure lo svizzero ha dovuto fare varie prove per convincersi che lo risconoscevano davvero. E una volta convintosi che i cavalli lo avevan riconosciuto.. se ne e' stupito ( io, da brava lallista, mi son stupita di lui :firuu:)
grazie Raffaele per la risposta, leggero' volentieri il tuo pensiero se vorrai approfondire la questione.
Io sono propensa a credere che ci riconoscano ma essendo il pensiero contrario abbastanza diffuso mi interesserebbe sapere perche'.