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Il Parere degli Esperti => Vet Corner => Topic aperto da: francobelmonte - Novembre 17, 2013, 11:02:10 AM

Titolo: Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 17, 2013, 11:02:10 AM
Un messaggoio del veterinario Tomas Teskey agli amici di bitlessandbarefoot-studio ed ai lettori di lingua italiana...

Dear lovers of horses,

If you or one of your family were injured, would you seek out the best possible care? Why? I ask you this because it really is a CHOICE that you make. While we are surrounded today by a society that...


http://www.bitlessandbarefoot-studio.org/category/sindrome-navicolare/
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Novembre 17, 2013, 03:01:55 PM
Carissimo Teskey! Che brava persona. Ho avuto con lui qualche contatto email; cordiale, comprensivo per il pessimo inglese,  :horse-scared:, disponibile, pronto nella risposta e generoso nel permettere di condividere illimitatamente i suoi lavori.

Se hai l'opportunità, Franco, mandagli tantissimi saluti dal suo primo traduttore italiano Alex. La storia di Krystal - che pure resta, in sè,un aneddoto, ma un bell'aneddoto - mi ha profondamente colpito.... eppure, stranamente, non ha colpito tante persone come avrei voluto.

Una domanda: secondo te, a prescindere da gruppi e gruppuscoli, quanti sono oggi, in Italia, i pareggiatori in grado di applicare bene il protocollo di riabilitazione della navicolite sferrando il cavallo, pareggiandolo e guidando i proprietari alla gestione più opportuna? E secondo te, a occhio, in che percentuale di casi questi pareggiatori "abili" ottengono una riabilitazione tale che il cavallo viva felice il resto della sua vita, magari lavorando poco? Non chiedo numeri, chiedo una valutazione spannometrica... Tu stai registrando i tuoi numeri?





Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 20, 2013, 07:26:47 PM
Lo farò Alex con tanto piacere. E spero di farvi incontrare un giorno.
E' un naturalista prima di essere un veterinario. E fa il vet. con tutto l'amore e l'incanto di un naturalista.

E' vero, quell'articolo (che TU hai avuto la saggezza di tradurre tanti anni fa) non solo non ha avuto la meritevole divulgazione, gli ha causato e continua a causare problemi. Sono molti a desiderare che lui stesso abbia bisogno di un medico. I suoi nemici sono tanti e ancora maggiore é il numero di quelli che "hanno paura" e con la paura regolano le loro azioni. Sto in qualche modo usando parole sue...
Non colpisce perchè anche i migliori guardano alla tecnica e poco al cuore. Questo fu l'obiettivo di quell'articolo che scrissi un paio di anni fa per Yvonne, ti ricordi? Hearth and Tecn..

Alla domanda cerco di rispondere sinceramente. E' un fatto che la nostra tecnica, la mia, la tua, quella di Ipparco, viene dopo la gestione corretta e la sferratura. Una unghia corta accompagnata al natural boarding è assolutamente vincente. Purtroppo da qualche tempo sono presentate nuove linee di guida, da parte di alcuni, che si concretizzano in piedi lunghi e meccanicamente sfavorevoli. Pareti che debbono necessariamente rimanere attive nonostante tutto e così via. Nel nostro caso, ciò si traduce in una zona di breakover distale rispetto al corretto con tutto quel che ciò comporta. Se non altro un inutile allungamento dei tempi e della sofferenza.

Secondo Ramey, con cui ho parlato di questo forse qualche mese fa, si tratta di un fenomeno pendolare. Ovvero, coloro che non hanno tecnica ne teoria e basano la loro azione sulla copiatura sempre eguale di un modello possono cambiare la loro interpretazione ma l'esito é casuale. Chi ha "lavorato"  troppo su alcuni tessuti in passato resosi conto che qualche cosa non va si ritira, senza fermarsi dove logica vorrebbe, nella inazione.

Non so rispondere perché come sai tra i navicolitici diagnosticati tali ben poche sono in effetti le disease e molte le syndrom. La sferratura accompagnata alla sopravvenuta maturità del proprietario fa il resto. Dei navicolitici veri o presunti tali provenienti dallo sport la maggior parte viene macellata, i restanti cambiano padrone e vita. E nessuno si ricorda più di loro.

Per quel che mi riguarda la maggior parte sono semplici infezioni al fettone che cambiando ambiente si risolvono facendo svanire come neve al sole le diagnosi avventate o di comodo. Ramey per esempio ne ha solo uno solo, radiograficamente compromesso,   costretto a calzare le scarpette da sempre anche in passeggiata e non si riesce a farne a meno.

Spannometricamente :-) la percentuale è altissima considerando anche che l'attività condotta è prevalentemente su sabbia o erba.

Se mi permetti però, purtroppo, non credo che coloro che sono capaci di applicare un protocollo siano tanti. Quando incontro qualcuno, o per via dell'inglese o per via del fatto che la teoria e esperienza degli altri è snobbata, non trovo  lettori di Rooney, di Ramey, di Strasser. Si, forse un paio di articoli ma se si va appena più a fondo non sono conosciute nemmeno le ragioni cui conseguono, o dovrebbero conseguire, le differenti modalità di intervento di coloro che sono considerati i maestri. Quindi tornando a quanto accennavo prima, si tratta di natural boarding nella speranza che il cavallo ci metta tanto del suo.

il primo problema d tutti coloro che cercano di fare scuola vera é che non c'è chi vuole sgobbare sui libri.   Ma se non si sgobba sui libri non si può pretendere poi di rubare con gli occhi. Abbiamo tanti riproduttori ma pochi artisti.

Dovrò scrivere a Tomas la prossima settimana. Aprirò con i tuoi cari saluti.   
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Bubba - Novembre 20, 2013, 08:30:20 PM
Mi inserisco brevemente per ringraziare te, Alex e tutti coloro che si sono presi la briga di tradurre e diffondere, credendoci e sperando di contribuire al benessere dei cavalli.
Grazie!
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 21, 2013, 07:07:26 AM
Inserimento opportuno Bubba! Non ci sono aggettivi per descrivere il suo lavoro. Produce anche e soprattutto a distanza di tempo. Spero che un giorno o l'altro riprenda. Magari ha già ripreso e io non lo so. Purtroppo le traduzioni mangiano molto del nostro tempo. Nel mio caso le traduzioni ed i commenti a "The Horse's Hoof" trimestrale costano a conti fatti 10 mattine (come dire tre mattinate al mese). Ho ricevuto un piccolo aiuto solo da Ipparco e un certo Fabrizio Gennenzi, un intellettuale marca Alex (non ti arrabbiare Alex) che pochi conoscono.
Il vero salto di questa Italia provinciale, diciamo un saltino, avverrebbe con la comprensione almeno dell'inglese scritto. Gli ultimi ragazzi che sono saliti sul carro di bitlessandbarefoot-studio nel 2013 hanno bruciato le tappe per questo. Sono in grado di leggere Founder da soli, tutto ... non stralci. Sono in grado di ascoltare "Under The Horse" e di leggere "Shoeing,a ..." o di capire La Pierre. Insomma sono veri studenti. Le traduzioni di Brollo con il testo a fronte, come nei classici greci, sono di aiuto anche alla prima veloce traduzione e comprensione di vocaboli nuovi.

www.bitlessandbarefoot-studio.org
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 21, 2013, 10:58:36 AM
Ma lasciate che ritorni brevemente ad Alex ed al protocollo. Se per protocollo intendiamo ad es. quello della American Hoof Association spesso mancano le condizioni per applicarlo pienamente.

Primo i terreni di riabilitazione.
Secondo le scarpette. E le solette.
Terzo gli spazi.
Quarto l'igiene.

1- Al di fuori dei maggiori centri, dove purtroppo i cavalli vengono stabulati, troviamo fondi inadeguati. Impenetrabili d'estate , fangosi d'inverno.
2- Le scarpette rimangono un optional poco gradito al nuovo proprietario (povero) del cavallo "navicolitico" o per insufficienza economica o più spesso intellettuale. La frase ricorrente è vedremo... se sarà necessario... quando non sarebbe il caso ne di attendere ne di mettere in discussione di fatto la prescrizione fatta da un professionista.
Comportamento che tradisce immaturità e la malcelata scelta di fare il barefooter per risparmio.
3- Le solette, di diversa densità e spessore, sono misconosciute a causa della diffusa credenza, ANCORA E NONOSTANTE TUTTO, sulla necessità e correttezza teorica del carico periferico. Le solette sono fondamentali infatti per la distribuzione del carico ed impegno della suola e fettone.
4- L'igiene veterinaria intesa come benessere animale e non come tecnica per il contenimento della trasmissione di malattie al consumatore è lontana dall'essere praticata. Se l'atterraggio di punta é la conseguenza di un dolore nella parte posteriore del piede questo dolore é determinato da immaturità strutturale o appunto da infezioni esito di condizioni igieniche approssimative o mancanti.

In sostanza, tornando indietro di qualche post, che il professionista sia del livello di Ipparco o un modesto tagliaunghie lo spazio del trimmer è limitato ed i protocolli, se conosciuti debbono essere adeguati, mortificandoli, alla realtà. Questo, attenzione, non mette professionisti e cialtroni sullo stesso piano. Semmai eleva alla massima potenza la capacità di ottenere comunque un risultato da parte dei primi nel solo interesse del cavallo nella speranza che il proprietario prima o poi segua. 
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 21, 2013, 11:36:45 AM
Dimenticavo gli spazi

3- Gli spazi non garantiscono quasi mai la possibilità di movimento autonomo al cavallo descritta come necessaria nei protocolli. Il cavallo viene invece "mosso" con tutti gli errori, sovrapposizioni ed omissioni possibili. Quando il dr. Rooney nel '73 scrive:
"Lasciate il cavallo "navicolitico" barefoot. Troverà i suoi piani, seguiteli. La vostra impressione o capacità sono inferiori a quelle della natura"
si riferisce a possibilità e spazi difficili da immaginare per la maggior parte degli europei che vivono in città che spesso e lodevolmente suppliscono con il loro coinvolgimento è vero ma si tratta pur sempre di animali che si "riabilitano" seguendo un programma di movimenti imposti umani non di loro libera espressione.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Novembre 21, 2013, 07:58:59 PM
Praticamente, ci hai detto che in Itaglia/in Europa non ci sono le condizioni, le conoscenze, i materiali e gli specialisti per "curare" la navicolite secondo i sistemi barefutti.

Sbaglio ?
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: francobelmonte - Novembre 21, 2013, 09:13:06 PM
Credo che la risposta sia già nei miei post precedenti. Mi riferisco a protocolli. Quel che é sicuro é che le virgolette tra cui hai racchiuso la parola curare si addicono alla "ferratura terapeutica" per stessa esplicita e continua ammissione nell'Adams'.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Novembre 22, 2013, 02:12:12 AM
terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

se terapia vuol dire quanto sopra, esiste ed è dimostrabile la ferratura terapeutica ovviamente coadiuvata da opportune medizine.

Cavallo saltatore: a 16 anni diagnosticata navicolite agli anteriori, ora và per i 22 e continua a saltare a buon livello.
Terapia: ferratura rullante chiusa (ad uovo) con barbette laterali e solette in gomma, accorciamento della punta con generoso mustangrollo;  :icon_eek: cicli di somministrazione di 20 ml crysanphyton equistrum e di 6 gr. aspirina per dì; non c'è stato bisogno di intervenire con antinfiammatori sintetici; raccomandazioni: evitare il  lavoro sul duro, limitare il trotto dando la preferenza al passo e al galoppo.

Questo esempio mi è stato dato - per conforto - perché il mio lallo è da poco in quelle condizioni.
Appena ferrato rullante  :icon_eek: Oddo si è messo dritto.

Chiedo scusa al veterinario nostro ospite se ho pubblicato il lavoro di un suo collega, se vuole, avrei piacere che - per linee generali - lo commentasse.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Novembre 22, 2013, 11:16:30 AM
Terapia - inutile andare a cercare il greco - è parola ambigua, esiste ed è estremamente praticata nei casi incurabili umani la "terapia palliativa" che non si propone altro che il sollievo dei sintomi senza alcuna ambizione di modificare il corso della malattia.

Da questo punto di vista tutto è terapeutico.

Tutavia un valente maniscalco (quello invitato a tenere lezioni presso l'Università di Padova, se non ricordo male) ammetteva che esistono molte ferrature "correttive" e poche ferrature "terapeutiche"; ovviamente lui usava il termine nel senso di "intento di guarigione". Onesto.

Basta non giocare con i termini e non lasciare intendere che l'intento di tutte le terapie è la guarigione della malattia, che "terapeutico" significa "atto a guarire la malattia in una certa proporzione di casi". Altrimenti, si prende la gente per il cucullo.

Mi pare di capire che la navicolite (qualsiasi cosa essa sia...)viene classificata dalla veterinaria ufficiale  come malattia degenerativa, irreversibile, progressiva, inguaribile, e come tale viene impostato il trattamento. Sbaglio?

Di fronte a una asserita "riabilitazione del cavallo con navicolite", sulla base di questo inquadramento, si resta fra l'increduli e lo sciettici e si sospetta fortemente la mistificazione. Qualcuno scrolla le spalle, qualcuno reagisce "alla piciopacio", a seconda della propria attitudine/personalità. Sbaglio?

Mi aspetto che almeno un piccolissimo numero di persone (e di veterinari) vada a "toccare con mano"; ma sono anni che aspetto....  :dontknow:






Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Novembre 22, 2013, 11:23:06 AM
Riporto il protocollo per la gestione del "caudal foot pain" utilizzato e approvato dall' Auburn Veterinary College, sia in presenza che in assenza di lesioni visibili radiologicamente.
"Caudal Foot Pain: The relatively easy lifestyle horses enjoy in domestication typically does not foster complete development of the lateral cartilages, digital cushion, sole or frog corium. This in turn can cause both chronic heel pain and also a less severe 'sensitivity' that leads to toe first landing common in domestic horses. It is often the compensative toe-first landing that leads to lesions of the navicular bone, deep digital flexor tendon, coffin bone, and ligaments attached to the navicular bone [Robert M. Bowker VMD, PhD].
Under our Hoof Rehabilitation Protocol caudal foot pain (with or without radiographic evidence of disease) is treated as internal weakness or developmental deficiency of the caudal foot. Our working theory is that additional damage can be prevented by allowing/encouraging a heel-first impact. This is initially achieved by:
·         Prioritizing the treatment of any painful frog sulcus infections
·         Preserving natural frog thickness and callus
·         Trimming the heels as stated above with an eventual target of positive 5-10 degree P3 solar angle to the ground plane (exceptions readily allowed for various conformation issues)
·         Keeping breakover in a position [relative to the dorsal aspect of P3] that would exist with perfect wall connection and sole thickness.
·         Providing hoof protection that decreases foot pain to promote a heel first landing and meets the requirements stated above.
Once comfort and heel first impact are established, the internal development of the foot is encouraged by:
Keeping the horse barefoot (for turnout) and the feet routinely (every 3-6 weeks) trimmed/balanced.
Encouraging exercise/riding in padded hoof boots. Our working hypothesis is that the vertical flexion of the boot promotes lateral cartilage flexion/development, and the foam rubber pads stimulate development of the solar corium, frog corium and digital cushion. Barefoot riding is allowed only when comfort and heel first impact is achieved on the given terrain. Barefoot riding is then encouraged, as it tends to accelerate foot development.
Pea gravel loafing areas are provided in stalls, around gates, shade or watering areas the horse frequents. This stimulates and calluses the bottom of the foot while providing vertical support to P3 through the sole.
Turnout with pasture mates as much as possible to maximize movement, and thus maximize the stimulation of internal foot development.
The realistic goal is not to reverse the navicular pathology presented, but arrest its progression and to complete the development of the caudal portion of the foot. Implementation of this hoof care and husbandry system typically results in a wider, stronger 'more able' foot and a comfortable horse. The distinguishing advantage to this system for horses with caudal foot pain and 'navicular syndrome' is that soundness and usability typically increase over time and the need for protective or corrective devices decreases."

Ho sottolineato i passaggi salienti.
Ovviamente eventuali danni preesistenti, soprattutto a livello osseo e cartilagineo, difficilmente si potranno riparare, ma se si riesce ad evitare un ulteriore degrado e portare alla remissione dei sintomi, il risultato mi pare comunque più che soddisfacente, visto che in passato questa patologia veniva considerata una malattia degenerativa inarrestabile.
Mi dispiace molto per Oddo, e spero che la soluzione adottata, per quanto non si concili molto con la mia visione del problema, possa portare a risultati altrettanto soddisfacenti.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Novembre 22, 2013, 02:53:41 PM
terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che nel caso che ho descritto possa trattarsi di : terapia sintomatica ma sempre di terapia si tratta...il lallo/i lalli stanno bene/fanno bene - con gli accorgimenti prescritti - le attività per le quali sono stati addestrati.

Non sono preparato ma - così ad occhio - le ferrature sono terapeutiche in questo senso, e non mi pare poco.
Anche per gli umani un grandissimo numero di malattie viene curato in maniera sintomatica; io stesso, sono sopravvissuto - fin'ora - all'asma in questa maniera: ce l'ho da vent'anni, essa non è diminuita di un grammo, ma con le giuste terapie e gli adatti stili di vita essa è sotto controllo.

Io non ho niente contro la barefutterìa, quello che trovo insopportabile è la campagna terroristica che i barefutti "devono" fare contro la mascalcia...






Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Novembre 22, 2013, 09:55:09 PM
Questo forum si distingue da altri per la scarsissima virulenza della polemica ferri-non ferri. Mi sembra che sia un fatto obiettivo. A me basta che tutti accettino l'adagio della vecchia mascalcia: "Shoe is a necessary evil", corrispondente alla nostrana "Il ferro è un male necessario", anch'esso della vecchia mascalcia; e che si accetti l'idea che quel "necessario" non riguarda il semplice atto di montare, ma riguarda la necessità di ottenere dal cavallo prestazioni superiori alle sue possibilità fisiche effettive, per età, per debolezza dei piedi, per incipienti patologie.

Fintanto che non ci sarà una larga, diffusa accettazione di questa semplice, banale  verità, il dibattito resterà confinato nella "controversia per partito preso" e al proprietario non saranno dati gli elementi necessari per un vero consenso informato.



Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 02:26:46 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Novembre 22, 2013, 02:12:12 AM
terapìa s. f. [dal gr. ϑεραπεία]. –

1. In medicina, studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie: una t. giusta o sbagliata, efficace o senza effetto; secondo le finalità che si propone in relazione allo stato morboso: t. etiologica o causale, intesa a sopprimere l'agente causale della malattia; t. sintomatica, limitata a rimuoverne i sintomi; t. patogenetica, intesa a interferire nei meccanismi d'insorgenza della malattia; t. preventiva...

se terapia vuol dire quanto sopra, esiste ed è dimostrabile la ferratura terapeutica ovviamente coadiuvata da opportune medizine.

Cavallo saltatore: a 16 anni diagnosticata navicolite agli anteriori, ora và per i 22 e continua a saltare a buon livello.
Terapia: ferratura rullante chiusa (ad uovo) con barbette laterali e solette in gomma, accorciamento della punta con generoso mustangrollo;  :icon_eek: cicli di somministrazione di 20 ml crysanphyton equistrum e di 6 gr. aspirina per dì; non c'è stato bisogno di intervenire con antinfiammatori sintetici; raccomandazioni: evitare il  lavoro sul duro, limitare il trotto dando la preferenza al passo e al galoppo.

Questo esempio mi è stato dato - per conforto - perché il mio lallo è da poco in quelle condizioni.
Appena ferrato rullante  :icon_eek: Oddo si è messo dritto.

Chiedo scusa al veterinario nostro ospite se ho pubblicato il lavoro di un suo collega, se vuole, avrei piacere che - per linee generali - lo commentasse.


Dimenticavo di dire che il lallo va riferrato ogni 25 giorni perché: come tutti sappiamo, la punta cresce più in fretta dei talloni, dunque non bisogna  che il pede vada di nuovo all'indietro,
Una coppia di ferri rullanti chiusi ad uovo costa 34 euri + speditione, non è poco, anzi è molto.

Dunque, con la collaboratione di un giovin maniscalco che ho preso sotto la mia ala protettora, ho modificato dei ferri in alluminio: costo 12 euri, il lallo li ha accettati con entusiasmo, prima di darvi la ricetta voglio vederli alla prova di sforzo/di resistenza, nel caso metterò anco le photo.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Dicembre 12, 2013, 02:36:02 PM
Citazionecome tutti sappiamo, la punta cresce più in fretta dei talloni
A me codesta cosa giunge del tutto nuova e inaspettata (e infondata)..
Tutti i piedi che pareggio ( e parliamo di circa 100 cavalli) crescono esattamente alla stessa velocità su tutta la circonferenza dello pede, da tallone a tallone. L'unica eccezione si verifica quando c'è stato un danno vascolare, e di solito ciò causa un RALLENTAMENTO della crescita in punta (ad esempio come accaduto probabilmente ad Asia di Alex) o nelle zone altrimenti interessate.
Quello che hai osservato tu probabilmente è un CONSUMO differenziale dei talloni rispetto alla punta, abbastanza caratteristico nei piedi ferrati.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 02:40:19 PM
...di cosa stò parlando ?

Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Dicembre 12, 2013, 02:51:06 PM
Se non lo sai tu di cosa stai parlando..  :firuu:
Era solo una puntualizzazione per evitare di mettere in giro idee strane. Salvo problemi, l'unghia deve CRESCERE alla stessa velocità su tutta la circonferenza del piede (altrimenti si deformerebbe lo zoccolo).
Coi ferri però la punta non si consuma per niente, mentre i talloni un po' sfregano sul ferro e si consumano, di conseguenza quando si leva il ferro la punta è più lunga rispetto ai talloni. Ma non perchè è cresciuta di più dei talloni.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 02:56:52 PM
A prescindere che nessun lallo scalzo, consuma i piedi in maniera eguale...a meno ché non si trovi un lallo perfetto di andature/di appiombi che affronti solo rettiliei pianeggianti, l'elaterio del lallo: massimo ai talloni inesistente in punta da cosa è determinato ?
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Dicembre 12, 2013, 03:20:31 PM
Che c'entra l'elaterio?

In ogni caso, esiste la prova provata della velocità di crescita della muraglia e sono i sottili segni orizzontali che sono francamente patologici se marcati, ma sono pressochè normali se appena accennati e a stento visibili. Se queste cerchiature, per poco che si vedano, sono parallele fra loro, non si scappa: la velocità di crescita della muraglia è identica.

Se la velocità non è identica, come nel caso di Asia, il risultato è "il ventaglio" delle cerchiature; situazione assolutamente e gravemente patologica. In Asia, effettivamente la muraglia cresce in punta più lentamente che sui talloni.... disgraziatamente.  :dontknow:
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Dicembre 12, 2013, 03:22:57 PM
Consumo è una cosa, crescita un'altra.. Certo, pochissimi cavalli domestici consumano la muraglia in modo perfettamente uniforme, e proprio per questo esiste il pareggio.
L'andamento progressivo dell'elaterio dalla punta ai talloni è determinato dalle strutture interne allo zoccolo: la falange rigida e quasi indeformabile (osso) nella metà anteriore, cartilagini alari e cuscinetto plantare (tessuti fibrocartilaginosi elastici e flessibili) nella parte posteriore.
Il tutto contornato da un sottile strato di materiale connettivo (corion) che agisce da smorzatore (ha una consistenza simile ad un gelpad) e permette un minimo di flessibilità anche nella zona anteriore.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 03:33:53 PM
Coi ferri però la punta non si consuma per niente, mentre i talloni un po' sfregano sul ferro e si consumano, di conseguenza quando si leva il ferro la punta è più lunga rispetto ai talloni.
Ma non perchè è cresciuta di più dei talloni.


L'ultima parte è vera, la mia espressone è stata infelice,

Comunque non si tratta di ploblemi di consumo ma di compressione e cheratizzazione del corno che è vero - cresce in maniera uniforme ma data la struttura dello pede fa si che la parete sia ad età e consistenza differenziata.

Dunque la punta: fatta per afferrare e per massima protetione (si trova davanti) sia bella tosta perché più vecchia, più compressa più cheratinizzata, mentre, a scalare: mammelle - quarti, si arriva ai talloni che sono mosci.

Caro Ipparco, ti ho chiesto del perché della differente consistenza della muraglia, del corno, della parete, della materia cheratinosa, della parte esterna dello zoccolo...perché mi parli di ossa, corion, cuscinetti, cartilagini e compagnia cantando ?

(http://img43.imageshack.us/img43/9682/nb0o.jpg) (http://imageshack.us/photo/my-images/43/nb0o.jpg/)

Uploaded with ImageShack.us (http://imageshack.us)
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 03:56:42 PM
Mentre Ipparco consulta i suoi testi, vogli aggiungere che la plova di quanto ho scritto si ha guardando lo spessore della muraglia: largo in punta e sottile al tallone.
Plobabilmente oltre che a crescere in maniera uguale, il corno in partenza è di spessore uniforme, si inspessisce progressivamente verso il basso.
Dunque il meccanismo descrito oltre che sulla consistenza del corno, incide sul suo spessore che è differenziato con la stessa progressione della durezza: Punta massimo spesore, tallone minimo spessore...o no ?
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Dicembre 12, 2013, 04:10:21 PM
La variazione dello spessore nulla ha a che fare con la velocità di crescita. Inoltre ho notato una curiosa abitudine (almeno del maniscalco incaricato di redigere il libretto che viene adottato come "libro di testo" in alcuni corsi di istruttore FISE): quello di misurare lo spessore della muraglia sulla superficie spianata immediatamente prima della ferratura, ossia su una sezione fortemente inclinata; da ciò la sorprendente misura dello "spessore della muraglia in punta" di ben 2 cm!!!!

Ovvio che una tal misura risente un pochettino dell'inclinazione (aimè, talora ben lontana dai 45-50°) della punta rispetto al suolo.... più l'angolo si riduce, più lo "spessore" della muraglia aumenta. Per motivi puramente geometrici, lo spessore apparente di un tubo di spessore costante, tagliato obliquamente, è massimo alle estremità e minimo nella parte centrale (nello zoccolo, nell'area dei quarti). I talloni, con la loro forma complessa, si giudicano male; in ogni caso nei talloni non esiste una "estremità opposta" della sezione.

Conclusione: gran parte delle variazioni di spessore della muraglia fra punta e quarti è semplicemente apparente.

Chi vuole "farci l'occhio" a queste apparenti variazioni prenda un tubo di ferro e lo tagli con varie inclinazioni; constaterà la cosa con i suoi occhietti.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Dicembre 12, 2013, 04:16:23 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 02:56:52 PM
A prescindere che nessun lallo scalzo, consuma i piedi in maniera eguale...a meno ché non si trovi un lallo perfetto di andature/di appiombi che affronti solo rettiliei pianeggianti, l'elaterio del lallo: massimo ai talloni inesistente in punta da cosa è determinato ?
Scripta manent..

La differenza di consistenza tra talloni e punta io non l'ho mai potuta constatare, nè l'ho mai trovata citata da nessuna parte.
Per quanto riguarda la differenza di spessore, mi accodo ad Alex.
Su piedi sani lo spessore della muraglia (misurato perpendicolarmente alla superficie esterna) è pressochè costante su tutta la circonferenza.

Tanto per dare un'idea:
(http://hoofrehab.com/Article/Wildhorses/Sub%20page/100_1973.JPG)
(sono piedi di mustang, mai pareggiati da mano d'uomo)
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Dicembre 12, 2013, 04:25:31 PM
Ci sono in giro per il webbo moltissime sezioni sagittali di zoccoli.... trovamene una, Raffaele, in cui si veda questo fenomeno di "ispessimento della muraglia verso il basso".

Se ci fosse, si vedrebbe. Ma non c'è. Non c'è perchè il contributo di accumulo di nuovo materiale delle lamine a distanza dalla corona è minimo. La discussione è solo se questo contributo manchi del tutto o esista, sempre restando minimo. La stessa identica cosa vale per le unghie umane.

Quello che mi perplinge è la seguente considerazione: se tu, che hai una cultura equestre di gran lunga superiore alla media, hai questi ostinati pregiudizi..... cosa mai ci sarà nel cranio del cavaliere, del veterinario, dell'istruttore, del maniscalco comune?
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Dicembre 12, 2013, 04:55:50 PM
CitazioneSe ci fosse, si vedrebbe. Ma non c'è. Non c'è perchè il contributo di accumulo di nuovo materiale delle lamine a distanza dalla corona è minimo. La discussione è solo se questo contributo manchi del tutto o esista, sempre restando minimo. La stessa identica cosa vale per le unghie umane.
Nell'ultimo libro di Ramey, Bowker (a memoria direi fosse uno dei capitoli curati da lui) tratta l'argomento.
In particolare fa presente che, data la forma conica dello zoccolo, se non venisse aggiunto materiale da parte delle lamine, la muraglia, nel suo viaggio dalla corona fino a terra, si assottiglierebbe visibilmente, e che quindi deve esserci aggiunta di materiale, in quantità non trascurabile. Questa ipotesi è stata verificata mediante analisi istologiche. Lo spessore però non aumenta, si limita a non diminuire..
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Dicembre 12, 2013, 05:26:05 PM
Tanto per "chiarire" l'argomento: nessuno immagini che il fenomeno della crescita dell'unghia, nella sua immensa banalità apparente, sia un fenomeno che la scienza ha chiarito fino in fondo. Il fatto che l'unghia scorra sul suo letto, pur restanto tenacemente aderente al letto stesso, è - almeno per quanto risulta da testi molto recenti di dermatologia umana - un problema irrisolto, persino nella banale, sottile e piatta unghia umana. Nel cavalli il problema è moltiplicato dallo spessore della muraglia, dalla terribile forza di taglio che agisce sulla muraglia stessa nel caso di "carico periferico" (tonnellate nel caso dell'atterraggio su un piede dopo un salto!)  e dalla finezza e dalla complessità del sistema delle lamine, primario e secondario.... eppure che la muraglia scorra dall'alto al basso non è solo evidentissimo per la migrazione di segni dall'alto al basso, ma anche per la struttura delle lamine, un magnifico disegno di centinaia di sottili creste disposte longitudinalmente.

E' curioso che su un argomento su ui la scienza più avanzata si interroga perplessa, magari una persona comune, pensandoci fra sè e sè, sia certo  di conoscere la risposta anzi: ritiene che la risposta sia un'ovvietà a cui  solo un ritardato non arriva....  :icon_rolleyes:
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Dicembre 12, 2013, 07:15:04 PM
...si va bè e la differente dureza tra punta e tallo ? Come la mettiamo ?

E' evidente che l'elaterio avviene in maniera progressiva: nullo in punta maximo ai talloni...basta toccare con mano.

Per quello che riguarda lo spessore, mi vado a munire di un calibro e di macchina fotografica e vediamo se è apparente.

Le unghie dei vertebrati hanno la stessa meccanica, le stesse strutture sia che si tratti del lallo che dell'artiglio di un gatto: in uno si è privilegiato l'appoggio: solea fettone, nell'altro la presa: la punta e e forse le mammelle, punta che al limite estremo è diventato un artiglio.

Cosa c'entra tutto questo col fatto che ho modificato dei ferri per risparmiare dinero...solo Iddio lo sa.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 15, 2014, 09:42:18 AM
Confesso: le discussioni foresi non sono al centro dei miei pensieri, ma ieri sera, ho visto per terra il corno appena tagliato dal maniscalco e ho avuto un lampo l'ho raccolto e ho constatato:

larghezza della muraglia ai talloni cm 0.4; larghezza della stessa in punta cm. 0.8.

Inoltre, man mano che si va verso la punte, la parte di suola che è restata attaccata, è sempre più solidale: ai quarti l'ho tolta facilmente colle dita, verso le mammelle già più difficile - ho preso le pinze - alle punte mi son fermato perché avrei dovuto forzare molto e si stava spaccando anche la muraglia che era attaccata.

I più vispi di voi hanno capito che si tratta di un reperto proveniente da un lallino da squola: m.1.35.

Appena ho la camera vi mando le photo.



Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Gennaio 15, 2014, 12:43:41 PM
O mirabolante et vispo cavaliero, abbi la bontà et la munificienza di osservare li umili et semplici oggetti quassotto riportati:
(https://lh4.googleusercontent.com/nwigv8CbEgqUzgGyNCcDoESO3RCrQbsSd_kwrO8jODM=w452-h339-no)
Trattasi di un pezzetto di comune tubo metallico da carpenteria, diametro 20 mm, spessore 1,25 mm
Esso è stato tagliato alle due estremità con angolazioni differenti per assomigliare allo pede equino: la estremità superiore perpendicolarmente al suo asse longitudinale, per simulare la corona, la estremità inferiore ad un angolo di circa 45°, per simulare lo bordo distale dello pede.
Qui puoi constatare come lo spessore sia perfettamente uniforme:
(https://lh3.googleusercontent.com/-mo7Pr0jtIng/UtZwFWraj9I/AAAAAAAAA60/QA2NQ7_sBrQ/w452-h339-no/2014-01-15+12.14.18.jpg)
Capovolgiamo ora il nostro semplice modellino per osservarne l'impronta a terra:
(https://lh6.googleusercontent.com/-WjAbS34Som8/UtZwKiEwEhI/AAAAAAAAA7c/fN0F_RgvUZg/w452-h339-no/2014-01-15+12.15.27.jpg)
Ho misurato lo spessore apparente ai quarti e in punta: rispettivamente 1,25 mm (spessore reale) e 2-2,1 mm in punta (sezione inclinata), ovvero grossomodo le stesse proporzioni che hai riscontrato sulla tua "fetta" di unghia.
(https://lh5.googleusercontent.com/-naq7RAKAmeE/UtZwMUDgAHI/AAAAAAAAA70/0W1ZuLxdnLc/w452-h339-no/2014-01-15+12.18.55.jpg)
Qui, per rendere più calzante l'analogia, ho "pareggiato" la "muraglia" in modo equivalente a quanto farebbe un maniscalco, eliminando un "anello" di muraglia seguendo il piano d'appoggio: spero si veda bene come lo spessore apparente cambia sensibilmente in base al punto in cui lo vado a misurare.
Ovvero: lo spessore di una struttura va misurato sempre in senso perpendicolare alla sua superficie esterna. Tu lo hai fatto? O hai misurato invece lo spessore apparente, l'impronta a terra?

Per quanto riguarda la suola, se quella ai quarti e ai talloni si sbriciolava, vuol dire che erano troppo lunghi, e che il piede stava "scaricando" la suola nel tentativo di liberarsi della muraglia di troppo (facendola rompere perchè non più protetta dalla suola sul lato interno).
Su un piede scalzo e ben gestito, ammettendo che il cavallo si muova correttamente e a sufficienza su terreni adeguati, questa differenza non la trovi.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 15, 2014, 01:17:21 PM
Non ti seguo sul piano metallurgico, ma come spieghi che ai talloni e ai quarti la tenaglia và nel burro e in punta trova il legno ?
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Gennaio 15, 2014, 02:40:30 PM
Provo a rispondere io.

1. perchè in punta la tenaglia lavora in obliquo e quindi deve tagliare uno spessore (obliquo) superiore.
2. non escluso che come la suola anche la muraglia si indurisca effettivamente se lavora (si "incallisca"); ma ci credo abbastanza poco
3. la distanza dal "vivo" (e quindi dall'umidità del corion) della punta è molto superiore  rispetto a quella nei quarti e nei talloni (come è dimostrato che è raro inchiodare in punta) e quindi in punta la muraglia è più dura perchè è meno idratata.

Ma sono discussioni abbastanza sterili perchè dovrebbe essere abbastanza facile raccogliere una evidenza: basterebbe procurarsi alcuni monconi e sezionare gli zoccoli parallelamente alla corona, misurando poi lo spessore della muraglia sulla sezione. Non escludo che si possa trovare una differenza; ma escludo tassativamente che si possa trovare uno spessore di muraglia di 2 cm come sta scritto riguardo allo spessore apparente vista dal maniscalco (trovato su una dispensa ad uso degli studenti di veterinaria).
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Gennaio 15, 2014, 02:45:21 PM
Non si tratta di metallurgia, ma di geometria.. Poteva essere anche un tubo di plastica, legno o cartone, avevo quello sottomano..

Su quello che osservi relativamente alla consistenza della suola, quasi sicuramente deriva dal fatto che al pareggio/ferratura precedente la punta è stata accorciata più dei talloni, ripeto.
Se invece ti riferissi alla consistenza della muraglia, quasi sicuramente si tratta di un degrado dovuto alla presenza del ferro.
Sui piedi scalzi sani non si osserva, ad esempio. I talloni, soprattutto d'estate, sono spesso la parte più dura e difficile da pareggiare, richiedendo l'utilizzo delle tenaglie anche per rimuovere pochi millimetri di materiale.
Inoltre vale l'osservazione fatta da Alex: in punta la tenaglia deve attraversare la muraglia in diagonale, quindi incontra più materiale. Ma non perchè è più spessa, nè più dura...
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 15, 2014, 02:58:37 PM
Secondo me state facendo scoperte strabilianti, la cosa migliore sarebbe portare codesti vostri studi/risultati ad un congresso di podologia equina, alla Scuola di Mascalcia di Pinerolo, alla Royal  Blacksmiths Association, alla Associazione maniscalchi americana, passerete alla storia !
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Gennaio 15, 2014, 03:01:33 PM
(http://www.farriery.eu/2011/01-06.JPG)
Sezione di zoccolo parallela alla corona, dal sito di Hans Catelijns (podologo, tradizionale, laureato in veterinaria). Spessore della muraglia perfettamente uniforme.
Guarda che non stiamo dicendo niente di straordinario, la maggior parte dei veterinari e maniscalchi seri lo sanno già..
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 16, 2014, 01:39:14 AM
Miei cari, per un momento dimenticate di essere barefutti, tra l'altro siamo in una setione neutra, lasciate da parte ogni considerazione sulla tecnica mascalcica e credete a quanto sotto e datemi spiegatione, meglio se la spiegatione la dia Flavio.

(http://imagizer.imageshack.us/v2/800x600q90/823/z4rn.jpg) (https://imageshack.com/i/mvz4rnj)

Questo è l'avanzo del primo pareggio del maniscalco, ho fatto lo schemino perchè colla photo non si vede una mazza.

Comunque, credo che sia abbastanza facile raccogliere pezzi simili durante una ferratura e si può verificare.

Io vedo/tocco che la muraglia ha larghezza variabile, sento che la punta è più "dura" rispetto i talloni e i quarti, la suola residuale in punta non si stacca (forse per mancanza di precedente elaterio), si stacca facilissimamente/è caduta ai talloni (elaterio magno), si stacca con sforzo progressivo dai quarti alle mammelle.

Può darsi che quello che vedo/che tocco non sia vero, ma leggo in un vecchio testo di mascalcia del colonnello Hickman:
la parete è di eguale spessore dal bordo prossimale a quello distale (cioè dall'alto in basso) ma è più spessa in punta che ai talloni....nel piede non ferrato, la punta è - proporzionalmente - più dura dei talloni pertanto è un'ottima protezione, mentre il corno più elastico dei talloni (complici le barre) favorisce l'elaterio...




Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Gennaio 16, 2014, 09:02:59 AM
Intanto vedo che il tuo maniscalco "entra nella suola buona" in punta.... è questo il difetto maximo del pareggio per il piede sferrato fatto da un maniscalco: assottiglia la suola buona alla punta, e probabilmente lascia troppo lunghi i talloni; e questo viziaccio se lo portano dietro anche quei maniscalchi che pareggiano piedi scalzi. Poi il cavallo resta a lungo sensibile, chissà come mai.

Costruisciti un archetto d'acciaio diciamo di tre quarti di circonferenza, e provane l'"elaterio". Vedrai che l'elaterio c'è; e l'illusione ottica è che l'acciaio sia più elastico ai "talloni" che alla punta. In realtà, l'elasticità deriva da una identica deformazione in tutto l'arco.  Riprova come va l'elaterio del modello inchiodando solo un breve tratto della "punta" su una tavoletta.... vedrai che l'elaterio ai talloni diminuisce sensibilmente, l'archetto si "irrigidisce" anche se hai inchiodato solo un quarto della circonferenza.

Anche una ferratura con pochi chiodi, tutti in in punta + mammelle, lasciando liberi i quarti e i talloni, diminuisce di molto l'elaterio.

Wildhorse aveva un bel modellino in carta, un origami, dello zoccolo con suola, fettone, barre.... premendolo da sopra si simula l'elaterio. Ottimo per verificare la realtà fisica del fenomeno: basta bloccare con due dita la punta impedendo che si allarghi e si "sente" immediatamente la variazione dell'elaterio del modellino.

Beninteso: mi sono convinto che esiste un elaterio "giusto", uno "insufficiente" e uno "eccessivo"; la mania di aumentare l'elaterio secondo me provoca danni altrettanto gravi delle pratiche che lo diminuiscono troppo; ma questo è un discorso del tutto diverso.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Gennaio 16, 2014, 11:41:38 AM
Condivido in toto il commento di Alex.
Alla prima occasione in cui mi capiterà di pareggiare un piede stabilmente scalzo un po' lunghetto, fotograferò "l'anello" di muraglia rimosso, che posso già anticipare non presenterà suola attaccata in nessun punto, nè ai talloni nè in punta.
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 16, 2014, 01:44:35 PM
Miei cari, per un momento dimenticate di essere barefutti, tra l'altro siamo in una setione neutra, lasciate da parte ogni considerazione sulla tecnica mascalcica e credete a quanto sotto e datemi spiegatione, meglio se la spiegatione la dia Flavio.

Ma siete scemi ???

Stò parlando di spessore di muragliie, non me nefrega una beata del maniscalco e poi quello non era il mio maniscalco !!
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Flavio - Gennaio 16, 2014, 02:17:19 PM
per favore  non voglio essere tirato in ballo.

c'ò chi sostiene una teoria ; c'è chi sostiene  un'altra teoria.


Non credo che  i sostenitori dell'una convincano i sostenitori dell'altra.

Credo che il topic possa continuare all'ininito, ma alla fine ognuno resta delle sue convinzioni.

Unica nota , il cavallo non è una macchina,  non viene costruito con stampi o presse, ed e' soggetto a stimoli  di diversa natura, allevato in modo diverso , mangia  diverso  con cibi diversi  in ogni posto  .
Tutte queste variabili , e ce ne sarebbero ancora ed  ancora, mi portano alla conclusione  che  pue essendoci unalinea guida generale, dopo ogni cavallo e' costruito a modo suo.

chiarisco : ho  fatto latesi in  anatomia patologica, insomma autopsie piu' o meno, e per due anni  mi sn diertito a  stagliuzzare cadaveri di animali.
Nei cavalli notavo che alcuni organ, la milza ad esempio in alcuni era lunga 30 -40 cm  in altri arrivava ad essereil doppio. Ed il cavallo  non evidenziava problemi alla milza , solo ceh le cndizioni di allevamento ed allenamento lo portavano  ad aere un organo cosi' dimensionato.

ora   il piede ha una sua anatomia e conformazione. Ma  trovatene due uguali....  quindi ci sta quello che scrive uno , e quello che scrive l'altro
a mio avviso.

ciao

fm
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: alex - Gennaio 16, 2014, 04:48:26 PM
Non guardo mai in che sezione mi trovo.... guardo solo i titoli dei "nuovi topic non letti". 
Mi spiace, solo adesso mi rendo conto - dalla risposta di Flavio - di dove siamo ... mi spiace di quella che è una specie di "intrusione", perlomeno da parte mia.

Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: carodubbio - Gennaio 16, 2014, 07:43:54 PM
Mi tocca rispolverare il mio motto; lo so fare.
Senza aver mai studiato la teoria veramente, cerco si di documentarmi ma non ci dedico la vita, quella la dedico sul pratico ho fatto le mie scelte , tutti i cavalli che ho avuto soffrivano del navicolare , presi mezzi morti li ho riportati in buone condizioni visto dal fatto dei risultati perché in pista tornavano a vincere.
Ammetto che infiltro le articolazioni massimo 3 volte l'anno (ogni 120 giorni), da sempre alterno ferratura a scalzo, secondo le mie impressioni valutando il carico di lavoro che ho fatto, sferrato il cavallo mi rimane più gestibile nei lavori mattutini nei periodi che diminuisco il lavoro puntando solo al mantenimento e sul rilassamento generale fisico mentale e articolare
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 17, 2014, 04:33:33 AM
...Tutte queste variabili , e ce ne sarebbero ancora ed  ancora, mi portano alla conclusione  che  pue essendoci unalinea guida generale, dopo ogni cavallo e' costruito a modo suo.

La mia tiratura in ballo riguardava proprio questo: la linea generale.

Domanda: in linea generale è giusto affermare che la punta dello zoccolo è più spessa, più compatta, meno elastica, più cheratinizzata dei talloni ?

Chi meglio di te - per scienza ed esperienza - può dare un parere ?

La risposta, non implica iscriversi ad un partito, ma arricchirà chi ti ha posto la domanda: io.

Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Flavio - Gennaio 17, 2014, 09:12:56 AM
spesso , ma non sempre,
dipede dall'uso,  dal terreno , dalla razza, dal peso, dall'alimentazione, dal clima, dalla gestione, dalla conformazione dell'arto.

E qua chiudo : frncamente non mi  sono mai posto il problema in 27 anni di  professione.  Piedi ne ho testati a migliaia,  ne ho visti  con muraglie spesse a tutte le parti con talloni piu' spessi della punta e viceversa , come piedi con muraglia uguale dovunque.
Ne ho visti di tondeggianti , ovoidali , eccentrici, conici  ,cilindrici , etc..etc..etc...

ah,
Trovatemi due persone con piedi uguali..........

preferisco   trattare  di problematiche  di sobbattiture di infiammaziode del legamento impari ( spesso confusa con navicolite 1 ), di bursite navicolare ( non navicolite  2) , di infiammazione dei legamenti sospensori del navicolare  ( spesso confusa con navicolite  3)
di sindrome podo trocleare .
Venivi chiamato per risolvere problemi, e ne ho risolti a volte con ferrature correttive , a volte con pareggi, a volte con altre metodiche sia di conduzine che farmacologiche.

per favore lasciatemi stare da questo dibattito se sia piu' spessa qui o la.  Sono solo un veterinario  ormai datato  , non il vangelo .

fm

I
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Ipparco - Gennaio 17, 2014, 11:58:53 AM
Grazie Flavio per il tentativo di mediazione.
Posso capire che la discussione possa apparire sterile, ma di fatto penso che contenga un elemento di fondo importante: quanto influisce sulla comprensione di un fenomeno o della geometria di una struttura la nostra percezione?
E può una percezione distorta divenire talmente diffusa e accettata da essere considerata una verità granitica nonostante sia infondata? Con che conseguenze?
A mio avviso queste non sono domande sterili: molte pratiche comunemente accettate nel presente o nel passato sono sopravvissute grazie a questo fenomeno, nonostante non avessero/abbiano alcun fondamento scientifico. In veterinaria e mascalcia di sicuro, ma ancor di più nell'addestramento, nella stabulazione, nell'alimentazione ecc.
Un esempio lampante può essere la focatura: per secoli è stata considerata una "panacea". Da 15-20 anni è considerata dannosissima e assolutamente da evitare, quasi ovunque. Come mai? E' cambiata la focatura, o è cambiato il modo di "percepirla" (inteso in senso lato, quindi anche studi clinici, scientifici)?

Per quanto riguarda lo spessore della muraglia, personalmente lo ritengo un aspetto non del tutto trascurabile per questo motivo: esistono alcune situazioni che possono portare la muraglia a crescere più sottile e fragile di quanto non sarebbe se queste condizioni non sussistessero. Una di queste è la deformazione prossimale della corona ai quarti, condizione piuttosto comune, e che oltre all'assottigliamento della muraglia, può causare problemi più seri, come setole, problemi circolatori ecc.
Ora: se prendiamo per buona l'idea che ai quarti la muraglia sia sistematicamente più sottile che in punta (frutto, dal mio punto di vista, anche di una percezione errata dovuta al fenomeno geometrico discusso sopra), rischiamo di perdere un potenziale campanello d'allarme su una condizione di sofferenza del piede.
Inoltre, la geometria di una struttura ci parla anche della sua meccanica, quella ottimale, le varie possibili aberrazioni, i modi per migliorarla..
Non vale la pena di perdere un po' di tempo per chiarire questo aspetto, e provare a sfatare un mito, un luogo comune vecchio di secoli?
Io penso che questo lavoro d'indagine non sia mai del tutto "sprecato". Offre spunti di riflessione, l'occasione per confrontarsi con idee differenti dalle proprie, un motivo per approfondire la propria conoscenza.

Spero in ogni caso che la presenza di questo topic nella tua sezione non ti infastidisca. Nel caso vedrò di spostarlo o farlo spostare.
Un caro saluto
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: Flavio - Gennaio 17, 2014, 03:13:31 PM
Chiarisco ,

questa non è la mia sezione , sono un semplicissimo utente  ; moderatore lo sono sull'altro forum , quindi non sono io ad indicare il diritto di esserci o meno.
Anche se lo fossi non mi infastidirebbe comunque.

Pur partendo da una valida base, dopo tutti questi anni mi sono un attimo arreso.  Come dire,  troppe volte ho sbattuto contro muri di gomma.
Dai diuretici per combattere la mioglobinuria  , proprio l'opposto di que che si deve fare.....
Ai  " problemi di spalla "  nonostante il pezzo di ferro acuminato estratto dalle lacune del fettone...
Imboccature che sono strumenti di tortura
e potrei continuare  chissà per quanto.

da giovane criticavo  alcuni vecchi veterinari  per la loro " non presa di posizione "  , adesso li capisco , eccome se li capisco....

Ho un solo fegato, e ci tengo a che duri  a lungo. Ha già sofferto molto   di " Luppolite " miei ( molti ) anni rugbystici.

fm
Titolo: Re:Tomas Teskey DVM e la sindrome navicolare. Comunicazione.
Inserito da: raffaele de martinis - Gennaio 19, 2014, 12:30:38 AM
Grazie per la risposta, eleganza vuole che qualsiasi commento o opinione a proposito sia inopportuna.

Afferro l'occasion per segnalare agli amministratori di questo inclito foro che hanno un tesoretto in casa e non se ne accorgono:

http://www.cavalloplanet.it/index.php?topic=318.0

Io sarebbo ben felix di ospitare - nella sala di lectura - una setione dove venisero adunati et messi in risalto i ricordi di Flavio.
Li ho stampati, è un materiale prezioso che il dottore ha messo a nostra dispositione, meritano una doverosa et adeguata cornice per la grande qualità degli scritti.

Mi son piaciuti, oltre che per la valenza scientifico-tennica degli argomenti, anche per la leggerezza e la convivialità della forma: chapeau !

Globalli ?!?!?

Se proprio non vi va questo spostamento segnalate quel topico come "importante".  :horse-wink: