:boooh:
Vorrei chiedervi come intendete voi il lavoro da terra.. a cosa mirate, se lo vedete come un punto di partenza per dell'altro...o un punto d'arrivo.
Insomma... vedete voi!
Div, sei un continuo spunto di riflessioni, ma come fai??!!! :occasion14:
Il Lavoro a Terra... definizione dal dizionario Mucca-Italiano = quella cosa orrenda in cui la mucca scappa beata a destra e manca ed io la rincorro schivando le doppie e facendo finta che sia tutto calcolato... :love4:
No, dai, siamo seri...
Il lavoro a terra per me è una cosa complicatissima... più che altro perchè non ho la più pallida idea di come si faccia ed i pochi metodi che mi hanno proposto non mi hanno proprio conquistata.
Da brava testadilegno, ho deciso che il lavoro a terra me lo faccio da ammutinata.
Una parte di lavoro a terra, per la mucca è stata fondamentale proprio a livello di "rieducazione". Per prima cosa perchè, lavorando da terra, hai la possibilità di esprimere meglio e con più strumenti le tue richieste; poi perchè VEDI quello che fa il cavallo (io in sella ho una sensibilità vomitevole); ed infine perchè senza il peso addosso, il cavallo si muove più sciolto e, quando si comincia un nuovo esercizio, credo che sia tanto di guadagnato se il cavallo capisce cosa deve fare in una situazione più agiata possibile.
Faccio un esempio... insegnare a sella l'educazione alla gamba, secondo me è impossibile. Lo so, ci sono passata. Da terra, con una longia ed una frusta lunga o un bastone, o una scopa, o qualsiasi cosa poggiata contro la spalla... e poi con la corda corta e la mano... ecco che si insegna molto meglio!!
Quindi io, personalissssssssima opinione, vedo il lavoro a terra in tre "situazioni":
- cavallo libero - gioco oppure lavoro
- cavallo sellato - lavoro e miglioramento/apprendimento di nuovi esercizi
- una sana via di mezzo... una cosa che... quando spercia spercia...
... non necessariamente in quest'ordine. :blob3:
Il lavoro a terra a cavallo sellato, al mio livello superschifo, è solo ginnastica quotidiana... un po' di decontrazione della bocca, un po' di flessione... giusto un piccolo riscaldamento. Però all'inizio il lavoro a terra è stato utile per capire, sia io che lei, dove doveva essere flessa, questa benedetta testona...
Se proprio la mucca folleggia, qualche minuto di sgroppe per scaricarla... ma chiamarlo lavoro a terra è proprio una licenza poetica
Il momento di cavolaggine può avere ragione di esistere o meno... a me la cavolaggine rallegra. :blob9: E' un po' una via di mezzo, perchè la mucca se ne sta in capezza (ergo se le va di obbedire obbedisce, altrimenti si fa i cavolacci suoi e io mi altero un filino... :icon_axe:) e io le insegno sì a fare degli esercizi... ma sono cose per lo più mongoloidi.
Tipo il passo spagnolo, l'inchino, il saluto/jambette, le piroette sugli anteriori... fondamentalmente cose che le vengono da schifo, che non servono a nessuno e a nessuno fregheranno mai (non siamo il maneggio per queste cose, grazie all'universo tutto! :love4:)... però mi divertono nel profondo. E oltre a divertirmi, mettono a dura prova il sistema di comunicazione con l'equino.
Ho imparato più cose sulla testa della mucca nel tentativo di insegnarle la jambette che in molte altre occasioni.
Ma credo che il vero punto di arrivo sia il lavoro con il cavallo libero, senza costrizioni.
Perchè il gioco, dopo un po' si stabilisce... man mano che il rapporto migliora, al cavallo viene voglia di giocare con il padrone... ma siamo due menti che cooperano allo stesso livello... un po' ti inseguo io, un po' tu... prima io corro e tu inchiodi, poi il contrario.
Invece nel lavoro in libertà resta (nel mio immaginario, perchè è un lido in cui non sono mai del tutto approdata) un certo margine di indipendenza e cooperazione, ma in linea di massima il cavallo fa quello che il cavaliere chiede.
L'unico istante di meraviglia di questo tipo nel rapporto umano/mucca viene vissuto non grazie a me. Infatti è abitudine degli allevamenti olandesi girare alla corda i cavalli senza corda... i puledri lo imparano dalle madri fin da piccini e gli resta dentro come una parte normalissima di lavoro.
E' una cosa bellissima... ma non ne ho alcun merito e non me la godo come vorrei... :happy1:
C'è purtroppo da dire, sempre a mio modestisssssimo parere, che la nascita di correnti di pensiero molto naturali e molto "sentimentali" (non voletemene, non è una critica, ma un descrizione, nel senso che si va proprio a "sensazione") ha favorito il fiorire di una serie di imbecilli imbelli che di cavalli capiscono più o meno un'ostrega, ma che hanno seguito un corso (solo teorico) di venti ore. Dopodichè questi geni di paese si presentano come "Istruttori di Questoequello". Ecco... e a volte tu ci caschi, e li paghi per sentirti rimpire la testa di strombolate che se il Mr. Questoequello lo sentisse, gli prenderebbe magari male al pensiero di essere associato a certi cretinozzi.
Diventa quindi sempre più difficile per noi che siamo gnorri, documentarci con efficacia, affidarci con fiducia, legarci con lealtà... perchè appena sentiamo dire "il mio metodo parte con il lavoro a terra" ecco che ci parte una sinfonia di sospetti...
"Ma sarà mica che questo non sa montare?"
"Ma sarà che tanto a terra se il cavallo non fa quello che voglio, quello dà la colpa al nostro rapporto poco coinvolgente e mi liquida così?"
"Ma sarà che invece che fare lavoro vero a terra, questo ci riempie solo il cavallo di fasce, fascette e fascioni perchè non gli hanno insegnato altro?"
Vi racconto un episodio...
vecchio maneggio... arriva uno stimato insegnante di Parelli (esprimo un parere, non fucilatemi: a me il Parelli non gusta in modo particolare. Non ci sputo, ma non mi fa sbavare). Il costo della lezione è altissimo e, dato proprio che io non ci sbavo, decido di non partecipare.
Lezione a cavallo libero. Il grande guru (e senza critiche al metodo in sè, ma alla persona un tantinello arrogantella che lo praticava) getta libero in un campo gigantico, un cavallo totalmente pazzoide. Fatta questa bravata, il guru invoglia la padrona terrorizzata a rincorrere in cavallo folleggiante e a giocare con lui.
Conclusione ovvia: il giorno dopo la padrona aveva un occhio nero e metà del viso gonfissima grazie ad una testata del cavallo.
Ho tentato di seguire dei corsi che insegnavano a lavorare a terra con il cavallo... ma non ho resistito.
Infine ho deciso per l'ammutinamento ed il lavoro inventato.
Ma non vedo l'ora di sentire voi altri e spero di poter imparare qualcosa da voi!!!
Il lavoro da terra, secondo me, insegna molto come funziona e come ragiona il cavallo. Perchè noi ragioniamo in primo luogo con gli occhi, da sopra il cavallo non lo vedi, da terra sì, e quello che vedi dopo te lo porti anche in sella, sotto forma di quel poco di sensibilità che non basta mai.
A parte ciò, lo faccio quando non posso montare, quando non ho tempo, non ho voglia di tirare fuori una quintalata di roba e rimetterla via dopo l'uso. Perchè il cavallo è anziano e va bene se lo monto 2 volte alla settimana, ma ci divertiamo entrambi a fare qualcosina anche negli altri giorni.
C'è stato un periodo, quando avevo scoperto il divertimento del lavoro in libertà, che andavo in maneggio mattina e sera, una volta montavo, l'altra facevo mezz'oretta da terra.
E' divertente, istruttivo per entrambi, se non gli si rompe le scatole con "scomodità", si diverte anche il cavallo, lo si muove, gli si insegnano cose che tornano utili in altri momenti.
C'è anche gente che con i cavalli fa solo quello.
E' la conditio sine qua non per un buon addestramento in generale e per la sella.
Il lavoro da terra deve comprendere tutte quelle cose che poi si chiedono da sella. Una sorta di alfabeto per poi mettere insieme le parole.
Di insegna la mano, le andature, le velocità, l'equilibrio, la gamba (ebbene si) e il cavaliere in sella. E molto altro.
Lavoro importante quanto se non più del lavoro da sella.
Non e' n gioco. E' il fondamento per il futuro.
Saltare il lavoro da terra su un cavallo e' come saltare le elementari nella istruzione nei bambini.
Almeno nella mia esperienza.mcn n buon lavoro da terra i cavalli non hanno MAI fatto una piega o un rifiuto o un problema da sella e l'apprendimento da sella e' sempre proseguito molto più velocemente.
:occasion14:
Il lavoro da terra? La vedo come Muriel, ossia il punto di partenza per tutto il resto.
Mi spiego: Prendi un puledro di 2 anni che è stato sì maneggiato, ma il giusto..e devi creare un rapporto di comuicazione con lui. Non esiste più la figura dello spaccaossa, ossia il ragazzetto di turno il cui lavoro è montare sù al volo e fare il rodeo finchè il cavallo non si arrende. Allora ti metti lì da terra e iizi l'ammansimento.
MA poi arriva il dunque, ossia insegnare le cose al cavallo e, a parer mio, la BASE è insegnargli a fermarsi. Wooooooo e il cavallo si deve fermare. Ci metterà 10 giri. Poi 8, poi 5...alla fine si fermerà dopo solo mezzo giro e io sarò felice, perchè avrà associato e collaborato.
Quando poi sarò in sella, il woooooo sarà già familiare e non dovrò tirare le redini.
Quindi quasi tutto si può insegnare da terra....
Però capisco anche chi faccia del lavoro a terra un FINE..come per fargli fare gli spettacoli o certe figure, anche se non è molto nelle mie corde.
Il lavoro da terra per me è importante quando per esempio prima di montare la cavalla deve mettersi tranquilla e in ordine. Mi serve per osservarla nelle sue andature, nei suoi movimenti, nella sua capacità di concentrarsi sul lavoro e di "ascoltare" quello che le chiedo.
Così facendo non è proprio un gioco ma un modo per conoscersi meglio. Sinceramente io preferisco fare tutto questo montando e riscaldandola prima del lavoro...ma mi rendo conto che con il lavoro da terra tutto diventa come più "completo", e scusate se non mi sono espressa con termini appropriati
Il lavoro da terra... mai senza.
E' la base, il punto di partenza, il primo approccio, la condizione necessaria per stabilire un buon rapporto con il proprio equide.
Da lì parti, da lì insegni, da lì conosci e ti fai conoscere... è un'arte, un gioco, un duro lavoro... una parola MAGNIFICO.
Ultimamente lo preferisco quasi al montare, anche quando ottengo queste facce dal mio cavallo: :horse-scared:
Citazione da: Muriel - Maggio 13, 2012, 08:30:04 AM
E' la conditio sine qua non per un buon addestramento in generale e per la sella.
Il lavoro da terra deve comprendere tutte quelle cose che poi si chiedono da sella. Una sorta di alfabeto per poi mettere insieme le parole.
Di insegna la mano, le andature, le velocità, l'equilibrio, la gamba (ebbene si) e il cavaliere in sella. E molto altro.
Lavoro importante quanto se non più del lavoro da sella.
Non e' n gioco. E' il fondamento per il futuro.
Saltare il lavoro da terra su un cavallo e' come saltare le elementari nella istruzione nei bambini.
Almeno nella mia esperienza.mcn n buon lavoro da terra i cavalli non hanno MAI fatto una piega o un rifiuto o un problema da sella e l'apprendimento da sella e' sempre proseguito molto più velocemente.
Concordo pienamente.
Inoltre, ci si ritorna sempre, per risolvere problemi di addestramento o fisici.
ciao a tutti.
prendo spunto da alcune cose che sono state dette in merito al gioco con il cavallo, all'interazione con il cavallo scosso in maneggio.
ho notato che tutti i metodi che tendono a fare "rapporto" da terra (quindi tolto il lavoro alla corda vero e proprio, che è ginnastica, palestra) propongono degli esercizi o giochi da fare con il cavallo.
questa cosa non mi convince per alcuni motivi. questi esercizi o giochi in realtà nulla hanno a che fare con il rapporto. semplicemente standarizzano delle richieste e delle risposte.
se io volessi rinsaldare il rapporto con il mio cavallo, diventare suo amico, non gli imporrei alcun esercizio e alcun gioco. vorrei che questo rapporto fosse vero, che il sentimento e l'affetto fossero spontanei. invece gli esercizi o giochi che dir si voglia sono standard e impongono un'azione con una certa ripetizione e con un certo crescendo di intensità, fino alla risposta auspicata. quindi la risposta che otteniamo non è mia una risposta spontanea e sincera.
per questo secondo me non è vero che con il lavoro da terra si impara a capire il cavallo, si impara il suo linguaggio. è sempre addestramento, è sempre linguaggio umano, esattamente come quando stiamo in sella e insegnamo al cavallo che la gamba vuol dire avanti.
altra cosa che non mi piace è che con il lavoro da terra a cavallo scosso si usa sempre la pressione, la scomodità, la paura. il cavallo ha paura del telo su cui lo facciamo passare. noi semplicemente gli mettiamo pressione finchè è così scocciato da passare sul telo nonostante la paura. diverso sarebbe se noi lasciassimo il telo nel campo finchè il cavallo non lo calpesta da solo, quando se la sente.
in verità gli esercizi fanno sempre leva sulla pressione per superare qualche paura. il che è comunque sempre una costrizione. che mi va benissimo, ma che non centra nulla con il rapporto e con la sensibilità e con l'amicizia.
Partiamo da un presupposto.
Il cavallo non prova affetto nel senso umano del termine, il cavallo ha delle priorità e la propria sicurezza è la prima.
Il cavallo è un animale che vive in rigida e precisa organizzazione piramidale, il dominante ha come prima priorità la sicurezza del branco.
Se necessario il dominante fa spostare tutto il branco, più in piccolo, il dominante fa spostare i sottoposti.
Con il lavoro a terra, oltre ad insegnare al proprio cavallo esattamente quello che dicevi, cedere alle pressioni e quant'altro... ti metti comunque nella posizione di far spostare il tuo cavallo e di conseguenza ti metti in una posizione di dominanza.
Questo stringe il rapporto tra te il cavallo, scaricandolo di alcune responsabilità e quindi dandogli tranquillità.
Inoltre l'equitazione, il montare in generale, E' PRESSIONE.
Ogni richiesta è una pressione che applichi, più o meno intensa, ma è pressione che rilasci al momento dell'esecuzione della richiesta stessa.
Ora la sensibilità del cavaliere sta nel decidere quanto è questa pressione, se uno spostamento dell'equilibrio o una pressione con la redine una tirata in bocca o una speronata in pancia... ma tutto è pressione.
Quanto al discorso sul telo, buste o qualsiasi altra cosa, se non hai fretta puoi desensibilizzare il cavallo secondo i suoi tempi, non necessariamente devi mettere pressioni costanti e forti per affrettare i tempi.. anche qui dipende dalla sensibilità di chi sta lavorando col cavallo.
In sostanza, non sono d'accordo con quello che hai scritto! :)
ah ma guarda che io facevo una riflessione un pò diversa-
dicevo che il "gioco" non esiste (perchè è sempre pressione, induzione ad una risposta auspicata, addestramento insomma) e che non si fa nessun "rapporto".
si sottomette il cavallo, nel senso equestre di sottomissione: obbedienza.
era una riflessione in merito alla scelta - a mio avviso infelice - dei termini.
gioco, lavoro in libertà, rapporto, gioco dell'amicizia etc etc....
per me per un cavallo questi esercizi sono la stessa cosa che fare una sessione di lavoro a sella (a parte che non ha il peso del cavaliere in sella) e dunque non credo che sia meno stressante per la sua psiche, non credo che sia piu rilassante, non credo che sia meno severo. è lavoro. e credo sia onesto chiamare le cose col loro nome, invece di edulcorarle con epiteti carini come "giochi".
Che intendi con gioco?
Se per gioco intendiamo quelli che intende tipo Parelli, o gioco quelli che fanno i bambini con le bambole e un pallone?
Possiamo evitare di chiamarlo gioco, ma non possiamo dire che il lavoro da terra non crea un rapporto, al contrario... lo crea e come, a mio avviso
beh non lo crea più di una norma sessione di lavoro a sella.
ma non c'è nulla di libero in tale rapporto. è un rapporto obbligato, un pò come quello tra datore di lavoro e dipendente.
Non sono assolutamente d'accordo con questa tua affermazione, io penso l'esatto contrario.. :) va beh...
Citazione da: PokerFace - Maggio 14, 2012, 06:17:00 PM
beh non lo crea più di una norma sessione di lavoro a sella.
ma non c'è nulla di libero in tale rapporto. è un rapporto obbligato, un pò come quello tra datore di lavoro e dipendente.
Io non sono convinta di questo. Il cavallo vuole collaborare con noi per non so bene quale istinto.
Io non la vedo in modo così sterile. Anche perché sono convinta che ogni cavallo abbia il sacrosanto diritto di dissentire.
Non so che tipo di lavoro fai o hai visto fare.
entro in punta di piedi qui...
Io piccola artigiana del lavoro alla corda e non solo.
Approdai alla corda gurdando delle oscure stampe della Scuola di Vienna appese anni fa in una club hause..."Certo questi facevano il cavallo quasi solo alla cavallerixxa e rifinivano da sella" mi dissero..
Foorse a qualcosa serve allora mi dissi...peccato che al di la di voi...di chi ne ha per varie motivazioni e/o passioni e con differenti modalità magari, provato i benefici adesso impera il motto che "Lavorare alla corda fa male ai cavalli perchè fanno le rallegrate si feriscono e poi non ha scopo dal sella"... :icon_confused:
Col lavoro alla corda personalmente ho:
-Ricostruito "fuducia" negli oggetti simil fruste del "veterano" così tanto "voluto" bene che se qualcuno a 150 metri azzardava a fare il gesto di raccogliere un sasso o aveva un frustino in mano la povera bestia partiva a randa come se non esistesse che il dover salvarsi.
- Fatto la schiena e incollatura a cavallo anziano e cavallo ex galoppatore...taaaanto tempo e pazienza
- Inengnato la cessione alla gamba e praparato al galoppo dx (sconosciuto agli ex galoppini)
tanto altro che non mi dilungo MA cosa fontamentale...ridotto la MIA cellulite :horse-cool:
Pokerface, siccome il cavallo non è una bicicletta, e ha una testa sua, per farlo funzionare devi per forza stabilire e gestire un rapporto. Sarà un rapporto padrone/animale, addestratore/animale, diverso dai rapporti tra persone. Ma proprio perchè è diverso, e devi gestirlo tu, perchè non puoi dare responsabilità all'animale, te lo vuoi studiare? ti ci vuoi impratichire, allenare? Il lavoro a terra serve anche a questo. Serve a te per capire bene come funziona il rapporto con il cavallo, serve ad entrambi per imparare un linguaggio comune di aiuti, cioè comandi. Rispettare l'animale vuol dire anche non aspettarsi che faccia le cose per motivazioni che non può avere, salvo arrabbiarsi se non le fa.
Non è vero che addestrare il cavallo da terra vuol dire rompergli le scatole, aluni fanno questo, ma ci sono altri metodi.
Io gioco con il mio cavallo anche quando lo monto, nel senso che io gioco, e lui è il mio giocattolo. Però faccio in modo che si diverta anche lui, altrimenti il gioco non mi piace.
Citazione da: PokerFace - Maggio 14, 2012, 06:17:00 PM
beh non lo crea più di una norma sessione di lavoro a sella.
ma non c'è nulla di libero in tale rapporto. è un rapporto obbligato, un pò come quello tra datore di lavoro e dipendente.
Per dire così, hai mai provato? E se si, con quale metodo?
Perchè...scusa ma è uno dei miei lavori, e a me risulta tutto il contrario. Con il lavoro a terra si costruisce il rapporto col cavallo...almeno come si fa qui da noi.
Imparo a comunicare col cavallo in modo facilmente comprensibile da lui, costruisco un rapporto gerarchico (sono il capo, non il bipede che dispensa carote o gli sballonzola sulla schiena) quindi pongo delle richieste che vengono accettate perchè provengono da un capo (si ha fiducia del capo e lo si rispetta). Non c'è nulla di noioso e ripetitivo in questo, a meno che non si cominci a meccanizzare (e questo non fa parte del nostro modo di lavorare).
Il cavallo passa sul telo (almeno nel mio modo di lavorare) non perchè ne ha due scatole piene di me che glielo chiedo o perchè ha paura (di chi, di cosa? In caso di paura poi il cavallo reagisce o con la fuga o con la resistenza passiva e allora non avremo un passare sul telo, ma un cavallo senza controllo che magari ci investe), ma semplicemente perchè glielo chiedo e sa che se accondiscende ad una mia richiesta, avrà il suo tornaconto (niente premi in cibo, solo pausa, riposo, esattamente come avviene tra i suoi consimili).
C'è obbligo o condizionamento certo, ma del tipo che il cavallo conosce e accetta, quello tra capobranco e sottoposto, la cosa più naturale per lui...
Durante il lavoro in libertà, quello vero e ben fatto....i cavalli non sono minimamente stressati o annoiati e il gioco...esiste eccome....basta guardare un video di Jean François Pignon o di suo fratello Frederic....
mi sa che c'è un fraintendimento di base.
da quel che ho capito poker sta velatamente facendo allusione a una scuola (o a un insieme di scuole) che utilizza il lavoro a terra chiamandolo gioco e basa gran parte del metodo sulla ripetizione degli esercizi con vari stadi di pressione.
io personalmente concordo con lui sul fatto che non è quello il legame che voglio col mio cavallo in cui non è vero che creiamo un rapporto o un'intesa, semplicemente gli insegnamo come rispondere ai nostri stimoli, lo condizioniamo.
dall'altro punto di vista anche io uso il lavoro a terra (poi specificherete cosa intendete con lavoro a terra e quello in libertà perchè ho paura che ognuno intenda qualcosa di diverso) per rafforzare il rapporto, ma perchè aumento la rispondenza del cavallo ai miei comandi e quindi diminuisco il numero di contrasti e momenti spiacevoli.
in questo modo posso avere un rapporto più sereno perchè i contrasti sono minimi e più facilmente risolvibili. non sto parlando la sua lingua o diventando amico col mio cavallo...
tornando a prima: cosa è per voi il lavoro da terra?
lavoro alla corda, alle doppia longe, cavallo libero a fare esercizi o a girare alla corda, semplice rincorrersi in giro, passare barriere/cavalletti/salto in libertà/ecc, arie di alta scuola, ecc..
perchè non si può dire che il lavoro alla doppia longe sia paragonabile allo yo-yo di parelli o al salto in libertà o al passare sui teli.
quindi in che caso specifico usate certi esercizi, in quali momenti dell'addestramento del cavallo, in quali contesti, con quale frequenza, ecc?
Per quanto mi riguarda il lavoro alla corda non é lavoro da terra.
Nel senso che è una parte di questo.
Per me si lavora da terra, con e senza corda, con e senza bardatura.
Quando lo utilizzo?
Quando ho un cavallo nuovo, quando ho un cavallo non abituato e non collaborativo agli aiuti in sella, quando ho un cavallo che ha forti rifiuti, quando voglio insegnare qualcosa di nuovo.
E comunque con il mio cavallo non faccio meno di 2-3 sessioni a terra a settimana.
P.s. È notizia recente che pare che nel nph stiano abbandonando il termine 7 giochi
però midnight il tuo intervento vuol dire tutto e niente. nel senso che come imposti il lavoro a terra?
il lavoro alla corda è una sessione a sè delle 2-3? ne fa parte? monti dopo? alla corda giri solo alle 3 andature o proponi anche il lavoro su due piste? ecc
grazie rhox, hai capito perfettamente quello che intendevo, ma l'hai spiegato in modo molto più comprensibile.
per tornare in tema... io per fare il fisico ho girato alla corda un pò con tutto, ma mi son trovato bene in particolar modo con la redine pessoa. ho anche trovato molto utile girare su un leggero dislivello.
poi (non so se per voi è lavoro da terra... forse no) faccio spesso passeggiate a mano o in bicicletta con il cavallo. a mano faccio anche percorsi un pò impegnativi con salite e discese ripide. quando sono in bicicletta vado più in piano (se no mi sfianco troppo......). i cavallo sono bravissimi e sembrano gradire. facciamo anche piccoli guadi, fossi, ponticelli, sottopassaggi/gallerie eccetera. devo dire che non si spaventano quasi mai, al massimo guardano e soffiano qualche secondo se c'è davvero qualcosa di terribile, se no in genere mi seguono con la testa a ciondoloni.
ovviamente però non galoppano, qualche volta in bici li faccio trottare sulle stradine di terra battuta. quando li porto a mano, solo passo.
Citazione da: rhox - Maggio 15, 2012, 08:53:31 AM
però midnight il tuo intervento vuol dire tutto e niente. nel senso che come imposti il lavoro a terra?
il lavoro alla corda è una sessione a sè delle 2-3? ne fa parte? monti dopo? alla corda giri solo alle 3 andature o proponi anche il lavoro su due piste? ecc
Beh Rhox il mio messaggio vuol dire tutto e niente perchè la domanda che poni vuol sapere tutto e niente!
Nel senso che.. DIPENDE :chewyhorse:
Ovvero, dipende dal cavallo che lavoro.
Se siamo all'inizio, il lavoro sarà prettamente alla corda, iniziamo con le andature e gli stop, le transizioni e lo stop.
Poi cerco di insegnare da terra a cedere alle pressioni e a non dargli contro.
Nei cavalli più "avanti" come lavoro, insegno passi laterali, cessioni alla gamba ecc ecc.
Tutto quanto.
Quindi per me non è solo girare e ginnasticare ma è lo stesso che poi farò in sella, quindi anche lavoro sulle due piste.
Quando non siamo all'inizio, cerco di farlo nel campo, così che possiamo lavorare proprio sul perimetro, ma anche sui cerchi, slalom e quant'altro.
A volte dopo il lavoro a terra monto, altre volte se è stato impegnativo o lungo, magari non monto... dipende
ecco, molto più chiaro :horse-wink:
Citazione da: rhox - Maggio 15, 2012, 09:46:59 AM
ecco, molto più chiaro :horse-wink:
Bene!!! :horse-cool:
E tu invece che ci dici?
io da terra lavoro alla corda, discretamente.
non mi lancio molto oltre perchè la mia cavalla mi fa montare il nervoso in un nanosecondo per cui finiamo a litigare. lei non collabora e io in realtà sono autodidatta in questo senso quindi evito non sapendo come eventualmente correggere o chiedere meglio.
lavoro un po' su barriere e cavalletti, teli, ecc seguendo le linee guida del metodo tellington
ma io non ho grandi velleità addestrative quindi mi accontento di poco
ma in realtà dedico poco tempo in generale, spesso arrivo in uno stato in maneggio per cui libero le cavalle in un prato a mangiare e io rilasso i nervi..
quindi se muovere le mascelle o andare in giro a piedi per le colline è considerabile lavoro a terra (come nel caso di pokerface) ne faccio un sacco, se no ne faccio poco.
p.s. non ero intervenuta proprio perchè ritengo di aver ben poco da dire, ho cercato di ampliare e chiarire l'argomento e di interpretare led ue versioni che si erano create in questi ultimi interventi :horse-wink:
Citazione da: rhox - Maggio 15, 2012, 10:09:25 AM
io da terra lavoro alla corda, discretamente.
non mi lancio molto oltre perchè la mia cavalla mi fa montare il nervoso in un nanosecondo per cui finiamo a litigare. lei non collabora e io in realtà sono autodidatta in questo senso quindi evito non sapendo come eventualmente correggere o chiedere meglio.
Altrove avevo capito che fai un po' di clicker-training. Mi confondo con qualcun'altra?
Citazione da: rhox - Maggio 15, 2012, 08:20:13 AM
mi sa che c'è un fraintendimento di base.
da quel che ho capito poker sta velatamente facendo allusione a una scuola (o a un insieme di scuole) che utilizza il lavoro a terra chiamandolo gioco e basa gran parte del metodo sulla ripetizione degli esercizi con vari stadi di pressione.
io personalmente concordo con lui sul fatto che non è quello il legame che voglio col mio cavallo in cui non è vero che creiamo un rapporto o un'intesa, semplicemente gli insegnamo come rispondere ai nostri stimoli, lo condizioniamo.
dall'altro punto di vista anche io uso il lavoro a terra (poi specificherete cosa intendete con lavoro a terra e quello in libertà perchè ho paura che ognuno intenda qualcosa di diverso) per rafforzare il rapporto, ma perchè aumento la rispondenza del cavallo ai miei comandi e quindi diminuisco il numero di contrasti e momenti spiacevoli.
in questo modo posso avere un rapporto più sereno perchè i contrasti sono minimi e più facilmente risolvibili. non sto parlando la sua lingua o diventando amico col mio cavallo...
tornando a prima: cosa è per voi il lavoro da terra?
lavoro alla corda, alle doppia longe, cavallo libero a fare esercizi o a girare alla corda, semplice rincorrersi in giro, passare barriere/cavalletti/salto in libertà/ecc, arie di alta scuola, ecc..
perchè non si può dire che il lavoro alla doppia longe sia paragonabile allo yo-yo di parelli o al salto in libertà o al passare sui teli.
quindi in che caso specifico usate certi esercizi, in quali momenti dell'addestramento del cavallo, in quali contesti, con quale frequenza, ecc?
Se poker allude alle scuole che propongono giochi e alla fine meccanizzano, mi trovo perfettamente daccordo con voi sul fatto che....rapporto zero o giù di lì e condizionamento parecchio.
Per me il lavoro a terra è tutto un insieme di lavori che si effettuano da terra appunto, da praticare a rotazione a seconda del soggetto e degli obiettivi da raggiungere, con frequenze da adattare ad ogni soggetto senza nessuno schema fisso che porta inesorabilmente al meccanizzare e non serve alla costruzione del rapporto.
Il mio modo di lavorare, sia alla doppia longia, alle redini lunghe, in libertà o su percorso paure, non è mai mirato all'esercizio perfetto, ma alla ricerca della relazione col cavallo. Solo con una buona e fine relazione, posso pensare di ottenere un risultato perfetto (ad esempio il passaggio in debardage del "trous du souris", è impensabile se non si ha una relazione molto forte col cavallo: la ripetizione meccanica non è possibile viste le infinite variabili sulla difficoltà del passaggio).
Citazione da: bionda - Maggio 15, 2012, 12:09:40 PM
Citazione da: rhox - Maggio 15, 2012, 10:09:25 AM
io da terra lavoro alla corda, discretamente.
non mi lancio molto oltre perchè la mia cavalla mi fa montare il nervoso in un nanosecondo per cui finiamo a litigare. lei non collabora e io in realtà sono autodidatta in questo senso quindi evito non sapendo come eventualmente correggere o chiedere meglio.
Altrove avevo capito che fai un po' di clicker-training. Mi confondo con qualcun'altra?
ci lavoro poco, è molto più utile con la cavalla di nicola che con la mia.
non ho ancora trovato un premio che la stimoli veramente molto a cercare soluzioni quando non le capisce al volo, è assolutamente frustrante per cui spesso lascio perdere (ad esempio il targeting va benissimo finchè ce l'ho in mano io ad altezze accettabili o per 2 sessioni. lo sposti a terra e se ne va, glielo metti sotto al muso mentre gironzola e lo evita volontariamente, alla terza sessione in cui proponi qualcosa se ne va o resta immobile, ecc)
Per me il lavoro da terra è esattamente quello che dice la parola, ossia tutto ciò che avviene tra cavallo e cavaliere quando quest'ultimo non è in sella.
Lavoro da terra è l'ammansimeto del cavallo nei primi stadi della doma, poi è il maneggiameto per il grooming, è la ginastica alla corda e in tondino, con e senza bardatura nonchè l'introduzine e affinamento delle tecniche e dei movimeti del cavallo nelle sue 6 possibili direzioni: avanti, indietro destra, sinistra, alto e basso.
Certo, non tutto si può fare da terra, per ovvi motivi fisici: uno spin da terra lo posso solo abbozzare e sarà più un pivot sui posteriori. Però da terra riesco a impostare tutte le basi di ciò che mi servirà a sella.
Concordo con l'inutilità della meccanizzazione di certi metodi 'addestrativi'.
Ho seguito per un po' lezioni di horseman-program e assistito (nel senso di guardare, esserci, assistere apputo) per un'intera primavera alla doma di una cavalla con questo metodo..e tuttora non capisco cosa serva avere il cavallo che alla fine sa girare intorno a te alla distanza di 3,70 senza corda, che si avvicina se ti abbassi, che indietreggia se lo guardi con gli occhi della suocera.
Servono se vuoi fare quello. Ma diventa qualcosa fine a se stessa...
Beh il discorso delle tecniche di hoseman-pogram o scuola italiana italiana di horseman o Parelli, (per quanto diverse tra loro) servono per stabilire una gerarchia.
Sono tecniche codificate per poter stabilirsi come leader eletti o leader imposti nei confronti del cavallo, quindi sono fini a questo tipo di specifica, il senso è quello di ottenere un cavallo più collaborativo e confidente.
E' un modo come un altro per comunicare col cavallo.
Magari il fine non è solo quello di preparare un cavallo per le gare, che sappia quindi eseguire delle manovre alla perfezione ma che sia comunque gestibile da terra in una certa maniera.
Non dico che sia giusto o sbagliato, che sia meglio o peggio, che sia necessario o meno, dico solo che non è una cosa fine a se stessa, ma che nel loro modo di vedere serve a qualcosa.
Sempre per quella che è la mia esperienza, fare certe cose con cavalli ancora da domare, consente di avere nel momento della doma vera e propria e dell'addestramento, cavalli più collaborativi e che hanno meno rifiuti.
Un alvoro come un altro insomma.
Serve a chi ha paura del cavallo. Ma dire che si instaura un rapporto confidente per me non e' affatto corretto.
Di dominanza sicuro. Ma di fiducia era sono molto scettica. E collaborazione ancora più scettica.
Bisogna vedere a cosa dai più valore e a cosa miri o cerchi.
Perdonami Muriel, ma non entrerò in questo discorso perchè tanto porta solo a una parte, già ho assistito a conversazioni del genere, rispetto la tua opinione essendo tu una persona indubbiamente esperta e sicuramente molto più di quanto non lo sia io.
Non sono un domatore, nè un addestratore, nè un trainer, sono un appassionato e ho fatto delle esperienze, alcune belle e alcune meno belle, ora come ora sono contento di quello che ho sperimentato, di quello che sto ottendo con dei lavori da terra che mi hanno insegnato.
Di una cosa sono certo, nel mondo dell'equitazione (e parlo a 360°) ci sono più professori che cattedre, tutti si dichiarano aperti al dialogo e al confronto ma alla fine, la cosa giusta è solo quella che fanno.
Quindi in questa ottica e panoramica, torno a ripetere, non dico che sia giusto o sbagliato, che sia meglio o peggio, che sia necessario o meno, io ho un cavallo confidente e rilassato, gestibile e collaborativo, di questo son contento.
Se voi ottenete risultati migliori, sono felice, magari un giorno, tra tanti anni, arriverò alle stesse conclusioni.. chissà :)
Solo una cosa stonata hai detto: SERVE A CHI HA PAURA DEI CAVALLI.
Non ho mai avuto paura dei cavalli, nemmeno nella mia più totale inesperienza, (anche perchè non mi sono scontrato con cavalli pericolosi).. certi metodi servono per avere un primo approccio di come comunicare con il cavallo in maniera meno coercitiva, a me è servito a questo