Non voglio generalizzare, ma lasciatemi dire che ho visto un pareggio di cavallo scalzo fatto da un maniscalco normale (considerato bravo) e ne sono rimasto amareggiato.
Ovvio che da un caso non si può generalizzare; ma anche un solo caso basta per smentire la "regola" che tutti i maniscalchi, apprezzati per il loro lavoro usuale, sappiano per forza pareggiare un cavallo scalzo. Nessun pareggiatore, di nessuna scuola (pur nelle differenze fra scuola e scuola) avrebbe pareggiato così. Non avrebbe pareggiato così nemmeno il più negato degli allievi di un corso di pareggio, di quelli di due giorni di durata, su cui tanto si ironizza.
Quali sono stati gli errori principali, secondo te? O, insomma, cosa ritieni abbia sbagliato?
Semplice: ha pareggiato come se dovesse ferrare; ma con meno cura, tanto non serviva un piano liscio a cui far combaciare il ferro.
Adesso sono in grave imbarazzo. Francamente mi secca affrontare il discorso con il maniscalco, il quale avrebbe avuto - se interessato - decine di occasioni di chiedermi qualcosa e non l'ha mai fatto; mi secca criticare il suo lavoro con il proprietario; mi secca anche parlare con il gestore del maneggio, che sono convinto sia uno di quelli che - in buona fede, probabilmente - ritiene che qualsiasi maniscalco possa fare una cosa così banale come pareggiare un cavallo sferrato e verosimilmente ha suggerito quindi di far pareggiare il cavallo dal maniscalco. Mi secca anche non fare niente seguendo la vecchia buona regola "chi si fa gli affari sua" ecc. Mi secca auto-valutarmi e affermare che so determinate cose, vorrei che la valutazione su quello che so venisse da altri. Insomma, qualsiasi cosa faccia o non faccia, è una gran seccatura... ma chi me l'ha fatto fare, di approfondire questa questione! Si vive così bene nella beata ignoranza totale!
Il primo di voi che afferma che qualsiasi maniscalco sa pareggiare perfettamente un cavallo sferrato, lo aggredisco malamente. Utente avvisato, mezzo salvato.
Basta aspettare che il cavallo inizi a marcare (di solito non ci vuole molto) e poi dare garbati suggerimenti al proprietario :chewyhorse:
I maniscalchi di solito non sanno pareggiare (salvo poche eccezioni), è che si propongono per non perdere il lavoro (di solito pareggiano a metà cifra di un pareggiatore professionale), almeno questo è quello che succede qui. Poi il cavallo marca, il maniscalco dice che ha l'unghia tenera/bianca/troppo fragile e che è uno di quei cavalli che non possono stare sferrati, quindi si torna al ferro (e al prezzo pieno)
Beh, essere i soli artefici di un'imbarazzante critica verso il lavoro di qualcuno non è buona cosa. Ma la critica diventa legittima se richiesta.
Il proprietario ti chiederà mai un parere? Si: gli dici quello che pensi. No: ti fai i fatti tuoi. Mi pare semplice.
Max... la devi smettere di rubarmi le risposte !!! :horse-wink:
Pareggio barefutto standard: accorciare la muraglia (le barre fanno parte della muraglia) ai livelli della sola, non toccare mai sola e fettone se non per puro maquillage, arrotondare i bordi dello zoccolo, punto.
Qualsiasi testa di pene con un minimo di pratica e comprendonio è in grado di fare ciò...
https://www.youtube.com/watch?v=ghLrSIL7fas
Allora diciamo che hai incontrato un maniscalco testa di pene che non si è informato, non è stato informato, non si è voluto informare.
Qualsiasi maniscalco - con un minimo di applicazione e un paio di corsi fullimmerscion - è in grado di fare il barefutto, il barefutto con 3/4 anni di pratica e di lezioni presso un maestro. sarà in grado di ferrare e forgiare...
Bene.
Quanti sono, in percentuale, i maniscalchi che non si sono informati, non sono stati informati (da chi?), non si sono voluti informare, secondo te? Perchè è del tutto inutile dire che un maniscalco imparerebbe in un attimo se volesse (ne sono convintissimo), se non vuole.
E poi: fra quelli che non sono informati ecc., quanti sono i quelli che lo ammettono francamente? Perchè se un proprietario non ha accumulato una minima esperienza, che elementi ha per rendersi conto se il maniscalco sa pareggiare, o non sa pareggiare, ossia di verificare che quello che afferma il maniscalco che dice di saper pareggiare sia vero?
Non ammetto neppure in via ipotetica che un maniscalco, che sa come si pareggia un cavallo scalzo per farlo andare dritto, lo pareggi apposta male, per dimostrare che i ferri sono necessari; ma penso che nemmeno Cilla intendesse questo.
Max e Raffaele, concordate nel dire che occorre tacere finchè non si è interpellati. Mi costa parecchio, ma sto imparando a farlo. Tuttavia, non ne sono orgoglioso.
Non solo nessuno ne è orgoglioso, ma a lungo andare ti cambia dentro, ti fa stare male, ti rende un frustrato.
E devi moltiplicarlo per tre: vale per i piedi come vale per l'addestramento e la stabulazione.
Amen.
Purtroppo è così, (mi ripeto): in altro tempo rischiai delle coltellate per dei lallacci che avevo visto per la prima volta e mai più avrei rivisto in seguito, si risolve il ploblema non frequentando certi ambienti... perché il sangue bolle, bolle ancora.
Questione d'argent.
I maniscalchi sono restii a pareggiare perché temono di perdere clienti, i pareggiatori pareggiano pure le teste di minchia per fare clienti.
La miscion barefutta dovrebbe essere il far si che i barefutti diventino inutili.
Un lallo scalzo vuole: stabulazione giusta e movimiento nei limiti delle sue possibilità (B.P.), se ha bisogno del pareggiatore vuol dire che si è fallato nel movimento e/o nella stabulatione o si è superato il break-point..
Citazione da: cilla - Agosto 05, 2014, 11:11:09 AM
I maniscalchi di solito non sanno pareggiare (salvo poche eccezioni), è che si propongono per non perdere il lavoro (di solito pareggiano a metà cifra di un pareggiatore professionale), almeno questo è quello che succede qui. Poi il cavallo marca, il maniscalco dice che ha l'unghia tenera/bianca/troppo fragile e che è uno di quei cavalli che non possono stare sferrati, quindi si torna al ferro (e al prezzo pieno)
....secondo me non è vero che i maniscalchi non sanno pareggiare... direi che ci sono pochi veri maniscalchi che sanno fare bene il loro lavoro, ovvero pareggiare e ferrare correttamente...
...e la prova è il maniscalco che ti fa il discorso dell'unghia tenera/bianca/troppo fragile ecc ecc ....
....ho visto ferrature pessime e pareggi pessimi fatti da una categoria come l'altra....
Io dico solo che preferisco far toccare i miei cavalli da un bravo maniscalco con 30 anni d'esperienza e una buona scuola alle spalle piuttosto che da un "pareggiatore" con 4 giorni di corso alle spalle...
Il problema è che c'è gente che appiccica i ferri da 30 anni e sono la maggioranza. Poi se parliamo di un maniscalco che ha fatto la scuola militare, che ha studiato e che si aggiorna sicuramente sarà anche in grado di pareggiare e anche bene, ma non è questa la categoria di cui parlava Alex.
I pareggiatori: sicuramente ci sarà in giro anche gente improvvisata, io ho avuto fortuna, quelli che ho conosciuto hanno iniziato sui propri cavalli per convinzione e hanno studiato fino a poter pareggiare anche i cavalli altrui, per lo meno hanno una conoscenza approfondita dell'anatomia dello zoccolo e della sua meccanica, degli appiccicatori di ferri temo di non poter dire lo stesso
Citazione da: Shady - Agosto 06, 2014, 11:09:44 PM
Io dico solo che preferisco far toccare i miei cavalli da un bravo maniscalco con 30 anni d'esperienza e una buona scuola alle spalle piuttosto che da un "pareggiatore" con 4 giorni di corso alle spalle...
E grazie tante. Il paragone da fare è: fa un peggiore (più dannoso) pareggio il maniscalco di lunga esperienza, ma di qualità così così (poca scuola, scarse letture, scarse discussioni eccetera) o il pareggiatore con quattro giorni di corso?
Senza dubbio il primo: perchè il suo errore classico è quello di pareggiare
troppo, mentre l'errore classico del pareggiatore principiante (che non sia un perfetto idiota, ovvio) è quello di pareggiare
troppo poco; e non c'è paragone fra i danni del primo tipi di errore, e quelli del secondo. Fra l'altro, l'errore di secondo tipo è facilmente e velocemente rimediabile; per rimediare quello del primo tipo possono volerci
mesi.
Xenophon&C. hanno governato lalli scalzi o scarpellati per 4000 anni: kein pareggiatori, i gauci del prof. Barrile travagliano da una vita con lalli scalzi: kein pareggii, così pure i mongoli delle steppe.
Pare che per camminar scalzi sia importante - per i lalli - il callopede, concetto sul quale insisto da una vita ma che è trascurato dai barefutti.
Ora, un lallo sano et calloso va latino malgrado il paregiator cortese, il maniscalco imbecille, e l'esperimento a tenagliate buttate ad minchiam sulla muraglia fatto dal sottoscritto igniorante.
La domanda sorge spontanea: perché applicarsi a pareggiare invece di studiare paddocchi Xenophon o meglio ancora giostre con fondi di mine?
Citazione da: raffaele de martinis - Agosto 08, 2014, 02:01:32 AM
Xenophon&C. hanno governato lalli scalzi o scarpellati per 4000 anni: kein pareggiatori, i gauci del prof. Barrile travagliano da una vita con lalli scalzi: kein pareggii, così pure i mongoli delle steppe.
Pare che per camminar scalzi sia importante - per i lalli - il callopede, concetto sul quale insisto da una vita ma che è trascurato dai barefutti.
Fra le cose che trascuri c'è anche il fatto che qui andare scalzi significa innanzitutto sferrare (=togliere i ferri e passare la "transizione"), perchè anche i cavalli giovani, in cui la ferratura avrebbe potuto essere perfettamente evitata in presenza di ottimo piede e di storia di allevamento adeguata, vengono ferrati lo stesso. Vedi il tuo caso della Sanfratellana, per la cui inutile ferratura mi sono così rammaricato.
CitazioneOra, un lallo sano et calloso va latino malgrado il paregiator cortese, il maniscalco imbecille, e l'esperimento a tenagliate buttate ad minchiam sulla muraglia fatto dal sottoscritto igniorante.
Lo sai che non è vero. Pochi colpi di coltellaccio su suola, barre e fettone, per "pulirli", un lavoretto di pochi secondi di un maniscalco esperto, e quel cavallo, prima che "ricalleggi", ci vogliono mesi. E se sai che non è vero, perchè lo dici?
CitazioneLa domanda sorge spontanea: perché applicarsi a pareggiare invece di studiare paddocchi Xenophon o meglio ancora giostre con fondi di mine?
Si, sì.... la gente si lamenta per il costo di una scarpetta e accetterebbe invece volentieri il costo di una giostra, vero? Tieni poi conto che Xenophon ha parlato di
stalle in ciottolato, di
piattaforme in ciottoli sciolti, ma mai (se non ricordo male) di paddock ciottoloso; quello di chiama "paddock De Martinis". Queste sono una battute; la risposta seria è la seguente: già a suo tempo ti ho riferito l'ipotesi di Ramey per spiegare il fatto che i nostri cavalli, qui e ora (nel mondo occidentale), lavorino tanto o lavorino poco hanno sempre e quasi tutti il problema di un
eccesso di crescita della muraglia. Non voglio annoiare i gentili ascoltatori ripetendo le solite cose.
Citazione da: alex - Agosto 08, 2014, 06:48:11 AM
già a suo tempo ti ho riferito l'ipotesi di Ramey per spiegare il fatto che i nostri cavalli, qui e ora (nel mondo occidentale), lavorino tanto o lavorino poco hanno sempre e quasi tutti il problema di un eccesso di crescita della muraglia. Non voglio annoiare i gentili ascoltatori ripetendo le solite cose.
Ripetila, Alex, per chi se la fosse persa
Essendo io un barefutto indipendente, per prima cosa prescriverei di scegliere un lallo mai ferrato, secondo, il lallo mai ferrato dovrebbe avere i pedi boni, perché la selectione ha promosso altre qualità e ha trascurato i pedi boni: vedi i PSI.
Detto che non bisogna mai toccare sola e fettone, colla muraglia ci puo fare l'uncinetto, lovviamente nel limite del mustangrollo.
Xe prescriveva la stabulazione su un pavè acciottolato, io ho fatto una via di mezzo anche perché il lallo aveva a disposizione parte dello spatio in terra battuta al coperto e lettiera, i ciottoli col tempo si sono incementati tra diloro e c'era il ploblema della pulizia delle fianfre: quali impossibile rimuovere, ora quel paddocco è diventato quasi pianeggiante ed è abitato da due o tre lalli ferrati. :icon_eek:
L'eccessiva crescita della muraglia è perché il lallo si muove poco e su fondi flosci, col paddocco Xe et lavoro mai avuto bisogno di pareggiatore (la pareggiatrice/veterinaria che vide quei pedi si limitò a fotografarli): quando non avevo il paddocco: autopareggio su asfalto vetroso, ci davo un colpetto di smeriglio forse una o due volte all'anno.
La giostra dovrebbe essere obbligatoria secondo normativa europea, non tanto per l'autopareggio barefutto ma per far movere i lalli (anche ferrati) che - a volte stanno fermi 5 giorni su sette, sarebbe d individuare il tipo di ciottolino più adatto al pede scalzo e a quelo ferrato.
Ricordo che il lallo cammina sulla sola et sullo fettone la muraglia partecipa al sostegno ma serve sopratutto da protectione e da coltello per afferrare il suolo delle ubertose praterie americane dove si è evoluto il lallopede, il piede tondo di Xe, e mustang pede di Jack sono "aberrationi" utilitaristiche volute dall'homo e dalla natiura.
Citazione da: alex - Agosto 07, 2014, 11:31:04 PM
Il paragone da fare è: fa un peggiore (più dannoso) pareggio il maniscalco di lunga esperienza, ma di qualità così così (poca scuola, scarse letture, scarse discussioni eccetera) o il pareggiatore con quattro giorni di corso? Senza dubbio il primo: perchè il suo errore classico è quello di pareggiare troppo, mentre l'errore classico del pareggiatore principiante (che non sia un perfetto idiota, ovvio) è quello di pareggiare troppo poco; e non c'è paragone fra i danni del primo tipi di errore, e quelli del secondo. Fra l'altro, l'errore di secondo tipo è facilmente e velocemente rimediabile; per rimediare quello del primo tipo possono volerci mesi.
...allora il mio maniscalco ti piacerebbe perchè toglie poco, non pulisce come quando deve ferrare... insomma, anche se non ne capisco molto, si vede bene che fa due lavori diversi, si vede bene il piede lavorato per poi essere ferrato e quello pareggiato.
Evviva!
Non dirò mai che tutti i pareggiatori sono bravi, nè che tutti i maniscalchi siano incapaci di pareggiare; anzi: se un maniscalco con un minimo di sale in zucca volesse imparare il pareggio barefoot, e pure scegliere il meglio delle varie "scuole", sostengo che ci metterebbe un attimo! Il problema è che usualmente non lo vogliono fare; e parallelamente, non credo siano molti i pareggiatori che, considerato tutto quello che c'è da considerare, dicano "Visto come stanno le cose, questo cavallo è meglio ferrarlo", in quei casi (pochissimi, pochi o tanti che siano) in cui questa è, per il bene del cavallo, la scelta migliore.
Viste le povere considerazioni che fa un maniscalco super come Blasio sul cavallo sferrato nella famosa intervista, spero di più nei maniscalchi giovani che in quelli anziani, di vastissima esperienza.
Il M/llo Blasio considera il lallo come animala da servitio: lavoro, sport. si è formato per questo.
Si è espresso in quel modo semplicemente perché reputa che il lallo deve essere a disposizione del cavagliere et non viceversa.
Nessun lallo scalzo può sopportare gli allenamenti e le gare ad alto livello in qualsiasi disciplina senza protezione, tantomeno trainare un pesante carrellone per molti km ogni giorno 300 giorni all'anno.
Altro discorso è per noi che usiamo il lallo moderatamente, per questo ci basta e ci sollazza anco un lallo scalzo... un picchiatello che cognosco, in giuventude, era piuttosto scavezzacollo a cavallo; senza ferri o sarebbe dovuto diventato saggio, o avrebbe azzoppato qualche diecina di lalli.
mi inserisco brevemente perchè se non sbaglio alle olimpiadi si son presentati in dressage cavalli scalzi.
Io non riesco a gestire bene nemmeno il mio che fa attività scarsa/nulla, però evidentemente qualche cavallo scalzo regge bene gli allenamenti intensi (tralasciando i cavalli da endurance che anche quest'anno hanno vinto la tevis. Con scarpette però)
Citazione da: Bubba - Agosto 13, 2014, 10:22:04 AM
mi inserisco brevemente perchè se non sbaglio alle olimpiadi si son presentati in dressage cavalli scalzi.
Un conto e il giorno della gara altro i 365 dell'anno.
Essendo a livello teorico praticamente sotto zero, mi baso solo sul fatto pratico e dei risultati ottenuti, allenare un cavallo per uso sportivo usando la ferratura ti permette di ottenere dei risultati a livello fisico atletico troppo diversi se vai solo sferrato , c'è una velocità che si raggiunge solo con la ferratura, e in qualsiasi gara il tempo che viene impiegato per la prestazione sportiva resterà sempre un parametro che non lo puoi togliere
almeno metà dalle discipline equestri non sono giudicate dal tempo.. quindi per tutte queste i ferri non servono? :firuu:
Citazione da: fede.spin - Agosto 08, 2014, 10:20:34 AM
Citazione da: alex - Agosto 08, 2014, 06:48:11 AM
già a suo tempo ti ho riferito l'ipotesi di Ramey per spiegare il fatto che i nostri cavalli, qui e ora (nel mondo occidentale), lavorino tanto o lavorino poco hanno sempre e quasi tutti il problema di un eccesso di crescita della muraglia. Non voglio annoiare i gentili ascoltatori ripetendo le solite cose.
Ripetila, Alex, per chi se la fosse persa
Mi era sfuggita la richiesta.
L'idea di Ramey è che la velocità di crescita della muraglia si adegui al consumo o meglio: che il movimento faciliti e acceleri la crescita della muraglia. Le cose sarebbero fatte in modo che purchè l'attività fisica sia costante, nel tempo crescita e consumo si bilanciano e si raggiunga la felice condizione di "autopareggio": tanto cresce, tanto si consuma.
Ma i nostri cavalli non hanno affatto un'attività costante: certi giorni lavorano, certi giorni non lavorano. Secondo Ramey, l'effetto di questo lavoro stop-and-go sarebbe che la muraglia è stimolata eccessivamente a svilupparsi nei giorni di lavoro, dopodichè continua a crescere con la stessa velocità, "per inerzia", anche nei primi giorni di sosta.... e non si consuma a sufficienza.
In effetti, non no mai trovato cavalli che si auto-pareggiano ad eccezione di una categoria: i vecchi pensionati, al pascolo, che fanno una vita "sempre uguale". Non è che facciano molto movimento, tutt'altro; eppure alcuni non hanno bisogno di pareggio. Un amico, con un grosso "pensionato" con parecchi cavalli liberi, mi conferma che in circa due anni (se non ricordo male) si raggiunge l'equilibrio e non serve più pareggiare.
Avremo mai la possibilità, noi cavalieri del XXI secolo, tranne fortunate eccezioni, di usare il cavallo nel modo che per lui è migliore ossia: con estrema costanza, su per giù lo stesso movimento ogni giorno?
No; e allora l'autopareggio sfuma.
Quello che dice Ramey è possibile se si fanno andature blande/da pascolo: 15/30 km algiorno, queste medie di spostamento facevano egli antigui, nel medio evo (l'ho sentito su RaiStoria), dato il pessimo stato delle strade, i carri erano trainati sopratutto da buoi, animala lento pede dalle andature "pacifiche".
Altra cosa e fare il corriere: galoppate sfrenate per portare la posta ai tempi di Ciro correndo più veloce degli aironi in volo, la ricrescita dell'unghio mai avrebbe potuto compenzare il conzumo.
Il ploblema fu risolto con un accuratissimo servizio di cambio lalli e di cavaglieri con l'uso di alcune migliaia di uomini e alcune centinaia di migliaia di 4upedi usati a rotazione.
Ci sono cenni storici a longhe percorrenze fatte a tutta birra da un solo cavagliere con un solo cavallo in circostanze eccezionali: avvisare con anticipo l'attacco nemico... in quel caso - supponiamo - che il lallo - a fine corsa - fosse anche a fine vita.
Ma certo: tutte le forme di adattamento fisiologico valgono e funzionano in un determinato "intervallo di valori"; fuori non valgono più. Esempio: la termoregolazione funziona correttamente entro un certo intervallo di temperature; fuori di quell'intervallo, ci si assidera oppure si va in ipertermia (e in entrambi i casi si rischia seriamente di crepare). Questo non significa affatto che il meccanismo di regolazione non esiste; nè che funzioni solo per variazioni "blande".
E non l'ho sempre detto che i ferri "servono per andare oltre i limiti fisiologici del cavallo"? Definiamoli decentemente però; diciamolo, che l'idea che hanno molti, anche fra gli "esperti", che un paio di chilometri di asfalto senza ferro e un cavallo è "senza piede", è una emerita ... ata; da come parli tu, sembra che tali ...ate siano prerogativa tipica dei tuoi "antagonisti". mai una volta, che ti abbia sentito elencare una bella serie di stupidaggini correnti nel mondo della mascalcia: perchè? Io so che tu le sai, ma per qualche motivo misterioso ritieni opportuno tenertele per te, e spulciare quelle dei barefutti (o cambiando argomento, dei parelliani ecc).
Questo è veramente un peccato.
Ho detto dei nocumenta della ferratura: assolute banalità.
Le stesse che disse il M/llo Blasio riguardo i ploblemi del lallo scalzo, un maniscalco esperto toglie solo la suola "cattiva" (quella che la mancanza di attrito lascia cadere)... una volta i barefutti facevano questa distinzione, poi hanno capito che nel lallo scalzo la suola è tutta bona.
Non ho avuto il privilegio di conoscere Blasio, ma conosco bene un allievio diretto - Alessandro - e alcuni indiretti (Ezio che mi ferra/ferrava il lallo è uno di questi), siamo al livello di eccellenza... dubito che gente che ha trattato centinai di lalli, con una consolidata manualità giornaliera su pedi lallini non sappia effettuare le semplici manovre richieste dalla barefuteria corrente.
Citazione
L'idea di Ramey è che la velocità di crescita della muraglia si adegui al consumo o meglio: che il movimento faciliti e acceleri la crescita della muraglia. Le cose sarebbero fatte in modo che purchè l'attività fisica sia costante, nel tempo crescita e consumo si bilanciano e si raggiunga la felice condizione di "autopareggio": tanto cresce, tanto si consuma.
Ma i nostri cavalli non hanno affatto un'attività costante: certi giorni lavorano, certi giorni non lavorano. Secondo Ramey, l'effetto di questo lavoro stop-and-go sarebbe che la muraglia è stimolata eccessivamente a svilupparsi nei giorni di lavoro, dopodichè continua a crescere con la stessa velocità, "per inerzia", anche nei primi giorni di sosta.... e non si consuma a sufficienza.
Avremo mai la possibilità, noi cavalieri del XXI secolo, tranne fortunate eccezioni, di usare il cavallo nel modo che per lui è migliore ossia: con estrema costanza, su per giù lo stesso movimento ogni giorno? No; e allora l'autopareggio sfuma.
Per avere una crescita costante si deve lavorare su diversi lati:
1)movimento costante tutti i giorni
2)alimentazione = rispettare sempre gli stessi orari e stesse dosi , meglio dare ogni tanto qualcosa in meno come kg che in più
3)pulizia costante dello zoccolo usare ogni tanto il grasso e usare pomate per massaggiare le corone
4) olio di gomito nell'usare la striglia
Già...Carodubbio - bravo - sottolinea un fatto importante, la striglia/la strigliata.
Siccome le zoccole sono una appendice della pelle, bisogna curare anche quella, sopratutto quella, i barefutti se ne sono dimenticato, non così gli antichi che dicevano: una buona strigliata vale una mezza razione di biada...
Carodubbio e Raffaele: spiegatevi meglio. In effetti questa cosa mi lascia pensoso; non l'avevo mai considerata, nè la capisco; spiegatemela bene.
E' ben vero che un pelo lucido è indice certo di salute, ma non è altrettanto ovvio che lucidare il pelo sia un trucco per risanare un cavallo malato; proprio come una pelle liscia e fresca è indice di giovinezza, ma non si ringiovanisce affatto con una plastica o una palata di costose creme antirughe o con un peeling ben fatto. Così ragionavo nella mia testa, ditemi dove e perchè sbagliavo.
Carodubbio-->3)pulizia costante dello zoccolo usare ogni tanto il grasso e usare pomate per massaggiare le corone
...sarà.... ma io son quasi 10 anni che non uso grasso, pomate o quant'altro sugli zoccoli dei miei cavalli (ovvero non solo uno) e non me ne sono mai pentita.
Forse dipende anche da dove vivono i miei cavalli.... ho un terreno oserei dire "miracoloso" perchè rende gli zoccoli belli e sani, specialmente nella brutta stagione quando si trasforma in fango e più ci s'imbrattano e più migliorano i piedi :horse-wink:
Dicevano: Buon governo metà razione. Strigliare è mezzo abbiadare.‐ Una buona strofinata vale una passeggiata, http://www.cavalloplanet.it/index.php?topic=2545.0 il buon governo et in particolare la cura/pulitia della pelle è fondamentale nel contesto generale della gestione :icon_eek: dello lallo, lovvio che la spazzola non cura nè guarisce ma aiuta, si che aiuta la salute della pelle et dunque dello corno, delle zoccole, dello pede... tutti sappiamo che lo corno, li peli, li capelli, li crini sono delle productioni della pelle.
Certamente il fango sarà ottimo per la cura di bellezza pediculare, meno indicato per lavorarci, lo sapevano già gli antichi che scarpettavano in caso di fanga, me lo diceva il mio lallo, d'inverno si sceglieva di sua sponte terreni più comodi.
Non sono soddisfatto. Gli antichi sui mantelli ne dicevano di cotte e di crude, mi resta il dubbio che questa idea della strigliatura sia della stessa famiglia, in relazione allo zoccolo.
Vero che il contatto fisico è uno strumento fenomenale per accrescere il legame uomo-cavallo; probabile che gran parte dell'ammansimento passi attraverso il governo; possibile perfino che abbia un ruolo (probabilmente neuroendocrino) sullo stress e quindi sulla salute in generale (i topi di laboratorio manipolati gentilmente e accarezzati resistono maggiormente alle malattie); vero infine che ci dev'essere pure qualcosa buono nel TTouch della Tellington-Jones, anche se a me sembrano pratiche assai vicine alla magia; ma queste sono risposte che mi sono dato io sul perchè il governo è importate; sui vostri perchè, Raffaele e Carodubbio, mi resta la nebbia.
Citazione da: Shady - Agosto 13, 2014, 11:53:31 PM
Carodubbio-->3)pulizia costante dello zoccolo usare ogni tanto il grasso e usare pomate per massaggiare le corone
...sarà.... ma io son quasi 10 anni che non uso grasso, pomate o quant'altro sugli zoccoli dei miei cavalli (ovvero non solo uno) e non me ne sono mai pentita.
Forse dipende anche da dove vivono i miei cavalli.... ho un terreno oserei dire "miracoloso" perchè rende gli zoccoli belli e sani, specialmente nella brutta stagione quando si trasforma in fango e più ci s'imbrattano e più migliorano i piedi :horse-wink:
Idem, parola per parola. :icon_rolleyes:
Malattie delle Unghie:
I disturbi che possono colpire le unghie sono moltissimi e di svariata natura: l'origine può essere ricondotta a carenze alimentari, ad infezioni di lieviti, funghi o muffe, a patologie metaboliche di varia entità, a malattie delle pelle; anche le cattive abitudini di vita possono incidere sulla salute delle unghie.
Sembrerebbe che la buona salute delle unghie dipenda anche dall'alimentazione (i barefutti lo sanno) ma anche del buono stato generale della pelle (e questo i barefutti non lo sanno ancora), li antigui lo sapevano.
Che il buon stato della pelle si ottenga anche da una accurata pulitia ça va sans dire!
IO dico la mia liberi di continuare con le vostre metodiche.
Sta di fatto che ho sempre ricevuto complimenti da diversi tipi di persone appassionati o professionisti, una volta un vecchio CAPORALE di scuderia persona preparata e esperta, mentre si rideva nello scambiare 2 chiacchiere dentro un box di Roma Capannelle il giorno di una corsa, va a aprire con le dita delle sue mani il manto del cavallo per controllare la situazione e dopo questo banale controllo mi ha riempito di elogi
Carodubbio, non metto in dubbio che tu possa aver ragione: voglio capire il perchè potresti aver ragione.
Lo so anch'io che una malattia della pelle (o una malattia associata a alterazioni della pelle e del mantello) può associarsi a una malattia dello zoccolo. Caso tipico: la malattia di Cushing. Questo non significa però che curare il mantello di un cavallo ammalato di Cushing provochi il minimo giovamento allo stato degli zoccoli.... piuttosto occorre curare la condizione di base, che causa danno sia al mantello che agli zoccoli; ma è tutt'un'altra storia.
Attendo di conoscere con quale meccanismo, e in quali casi, il governo del mantello possa avere un ruolo diretto e causale con il miglioramento dello stato degli zoccoli. "Lo dicono molti" e "è noto fin dall'antichità" non mi basta.
Il mantello ha una funzione ben specifica, e lavare con acqua serve solo a tenere pulita la parte esterna del manto, quella importante resta la parte nascosta che durante gli allenamenti se non tenuta pulita non fa la sua funzione naturale di termoregolazione , un mantello sano da sempre e sinonimo di cavallo che ha una digestione corretta, avendo una digestione corretta tutto il corpo del cavallo dalla punta delle orecchie alla suola degli zoccoli ne trae beneficio, non è che se ci do di striglia 3 ore al giorno un cavallo lo mantengo in perfetta salute, ma di sicuro anche se faccio le stesse cose con le quali ho risultati , se elimino una buona strigliatura non saranno mai allo stesso livello per una ottima gestione.
Mi ricorderò sempre nel vedere un servizio sulla fiera di Verona dove inquadrarono 2 cavalle da tiro di un famoso personaggi anziano ,le cavalle sembravano splendere con il loro manto pieno di pomelli, da li per arrivarci a avere questo risultato di tempo ne ho impegnato, basta avere costanza e non sorvolare su operazioni che anche se possono sembrare poco importanti hanno invece un punto fermo dal quale non ci si deve spostare.
Sul fatto di ingrassare ci può anche stare visto che dipende dove il cavallo passa la giornata,
sul fatto di frizionare le corone non tanto perché la corona va curata restando la fabbrica della zoccolo.
Nel caso del mio ultimo cavallo sono arrivato a questo risultato solo al 2 anno , il primo se ne andato solo per metterci una pezza sul disastro del mantello, il secondo per portare a rimettere in ordine un complicato meccanismo , solo al 3 anno ho raggiunto un ottimo risultato