E' una vita che dico che l'uso delle scarpelle è una ferratura fatta con altri mezzi, che tradotto vuol dire che i pedi lallini, per lavorare, devono esser protetti, se si hazzeggia, si pote andar scalzati: se il lallo ha pedi boni si hazzeggia a lungo, se li ha mali non si hazzeggia affatto.
Alex aveva accennato alla evoluzione della isicher - il gigante nella produzione di scarpelle - per puro caso (cercavo di comprare le renegate) ho trovato questi linchi, come vedete, la scarpella si sta man mano avvicinando come forma come concezione al - ahi ahi ahi - ferro di lallo, anzi è diventata un ferro di cavallo tennologico, benissimo, ciò piacere, ciò piacere !
Cari barefutti rassegnatevi, state diventando dei maniscalchi a vostra Scajola, i maniscalchi - invece -dovranno adeguarsi ed imparare a maneggiare plastiche, solventi, paste epossidiche, et attrezzini specifici.
La strada è quella, lo dicevo da tempo, vedrete che non è finita quì, l'evoluscion tennologica ci porterà altre vive e vibranti novità, ma, è curioso, che per raggiungere l'ideale naturalità del lallo, si debbano usare - in dosi massicce - la chimica, l'industria, l'alta tecnologia.
Gli amerikani lo hanno capito da tempo... capiscono subito dove c'è un bisiniss e ci investono in intelligenza e in ricerca e - lovviamente - ci mettono i talleri.
https://www.youtube.com/watch?v=9XOnsSITm5o&feature=youtu.be
http://blog.easycareinc.com/blog/hoof-boot-news
L'importante della discussione ferri-non ferri è che sia circolata l'idea che quando una protezione allo zoccolo serve, serve; quando non serve, non serve; IMHO i casi in cui non serve sono abbastanza numerosi, molti di più di quelli che ritiene il cavaliere medio, l'ìstruttore medio e il maniscalco medio. Su come distinguere i due casi (quando serve, quando non serve) c'è del lavoro da fare, e ogni polemica fra parti avverse non fa che aumentare la confusione e l'incertezza.
Non spero che questa idea si diffonda rapidamente; vedi la questione dell'influenza della luna sulle coltivazioni; per sradicare un luogo comune ci vogliono alcuni secoli.
Pazienza.
quindi unica differenza é il peso e il fatto che non si utilizzano chiodi?
interessante la pasta da inserire tra suola e scarpetta, avrà davvero un buon effetto?
Io sono arrivata al punto di dover ferrare la mia (prima volta in 6 anni e mezzo di vita) perché dopo che due egregi barefooter me l'hanno azzoppata sugli anteriori per due volte, é guarita ma la punta non cresce abbastanza rispetto al consumo.
però ho il problema che vivendo fuori, se dovesse capitare che si strappa malamente un ferro...rischia grosso.
Queste mi sembrerebbero valide soluzioni...se si possono lasciare su almeno 6 settimane e non rischiano di creare danni.
che ne pensate?
Io penzo che col tiempo, si troverà il sistema per fare in modo che i ferri non inchiodati stiano su 28 mesi senza ploblema, per ora, credo, che ci sia il plovlema della esfoliazione naturale del corno che limita il tiempo dell'ancoraggio della colla.
Ecco una riflessione intelligente:
Dall'altro mi preoccupa: potrebbero esserci evidenze che effettivamente l'uso del cavallo sferrato ha dei limiti, più seri di quanto commercialmente propalato.
Ah capisco! Grazie.
per la tua seconda affermazione....per me le evidenze ci sono sempre state, a disposizione di chi ha occhi per vederle (detto da una che si é prefissata dalla nascita della puledra "starà sferrata finché si potrà")
ma si sa che il business é il business.
Chiarire quando serve una protezione, e quando non serve.
Siccome l'idea corrente era che una protezione serve sempre, l'errore più grosso (come numero di cavalli interessati e quindi come ordine di grandezza) stava lì. Inutile negarlo. Come detto millanta volte, miriadi di cavalieri, istruttori e pure maniscalchi avevano la ferma (anche se insostenibile, in base all'evidenza) convinzione che pochi chilometri di asfalto avrebbero il cavallo sferrato a piede scalzo nella pietosa condizione di "restare senza piede".
Mi spiace, Raffaele, che tu non abbia mai ammesso questa ovvietà, e abbia sempre ribattuto sottolineando questa o quella esagerazione o imprecisione dei barefooters. Sei arrivato fino a immaginare che Horses and roads fosse un falso .... quindi, la tua è una posizione di parte, motivata probabilmente dall'insofferenza di un approccio commerciale, proprio come è di parte (per identico motivo) la tua polemica contro Parelli; ma sempre una posizione di parte. Ora, dibattere con chi ha una posizione di parte può essere divertente, soprattutto per chi assiste.... a me non diverte affatto.
La butto, come mio solito, sul piano atletico/sportivo umano.
A mio avviso le nuove soluzioni dovranno, soprattutto, avere la caratteristica dell'asportabilità. Quando si parla di calzature, l'esperienza umana dice che la facile asportabilità/sostituibilità/eliminazione delle scarpe ha garantito aumenti di prestazione eccezionali.
Guardate Bolt: ha piedi che hanno visto certamente lunghi periodi scalzi da ragazzino, e come la maggior parte degli umani, vive scalzo una media di 8-10 ore al giorno.
Per la disciplina che pratica utiliza svariati modelli di calzature, per i più differenti usi: pista, running, palestra...
Se fossero difficilmente asportabili....non oso immaginare....
Esatto. Anche a me ha colpito l'evoluzione della EasyCare verso protezioni non rimovibili (passo-passo; prima l'incollatura di scarpette "standard", poi le Glove, che non incollate stanno su per miracolo, infine i nuovi "ferri di plastica"). Commercialmente è magnifico, le soluzioni "usa e getta" sono fantastiche per incrementare le vendite, ma il limite sottolineato da Nicola c'è, eccome. Fra l'altro, se non vado errato, i nuovi "ferri di plastica" costano parecchio di più di quelli in ferro tradizionali.
Mi piacerebbe che la EasyCare fosse costretta a rinunciare ai brevetti di tutte le scarpette di cui dismette la produzione. E che anche tutte le altre industrie, che dismettono i loro prodotti per questioni commerciali/per promuovere nuove produzioni, fossero obbligate a fare la stessa cosa.
Come al solito Nicola dice cose intelligenti, ma credo che stavolta sbagli il paragone con Bolt, il corno dello zoccolo è materia insensibile, i pedi umani sono carne viva.
Comunquei, i ferri sono già asportabili /devono essere asportati periodicamente.
Ai i PSI delle piste cambiano ferri ogni volta che serve: ogni 3/7/10/20 giorni, quasi sempre, i maniscalchi usano gli stessi buchi per non frangere la muraglia più del necessario.
Comunque, credo che si vada nella giusta direzione, creare una protezione con caratteristiche simili a quelle del corno che si asportano ogni 30/40 giorni, in pratica, una ferratura senza effetti collaterali negativi, appunto.
Detto questo, ribadisco che una ferratura ben fatta e regolarmente rinnovata ha pochissime controproducenze, basta andare sui campi di gara e di lavoro equestri, quanti lalli scalzi vediamo?
Un salto indietro di un secolo o due e avremmo potuto dire: la fasciatura stretta delle gambe dei neonati ha poche controindicazioni, quanti neonati trattati decentemente vediamo non fasciati?
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 12, 2015, 01:43:03 PM
Come al solito Nicola dice cose intelligenti, ma credo che stavolta sbagli il paragone con Bolt, il corno dello zoccolo è materia insensibile, i pedi umani sono carne viva.
Vero, se si prende lo atto che è un problema di spessore che separa la parte viva e sensibile dalla parte insensibile. Negli equidi lo spessore è certamente maggiore, ma nell'uomo non è del tuto inesistente...sbaglio?
Citazione da: Nicola - Gennaio 12, 2015, 04:49:06 PM
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 12, 2015, 01:43:03 PM
Come al solito Nicola dice cose intelligenti, ma credo che stavolta sbagli il paragone con Bolt, il corno dello zoccolo è materia insensibile, i pedi umani sono carne viva.
Vero, se si prende lo atto che è un problema di spessore che separa la parte viva e sensibile dalla parte insensibile. Negli equidi lo spessore è certamente maggiore, ma nell'uomo non è del tuto inesistente...sbaglio?
Non sbagli affatto. Il duro strato corneo plantare umano è perfetto omologo del fettone; la suola invece non ha omologo funzionale ma solo anatomico, si tratta di quell'area che nell'uomo sta fra unghia e polpastrello, in genere completamente protetta dall'unghia, e prende il nome di "solea".
Ovviamente le somiglianze finiscono nella falange, perchè l'uomo è un "plantigrado", appoggia l'intera pianta del piede e le callosità principali si sviluppano bel lontano dalle falangi; ma quelle callosità sono un omologo "insensibile e non vitale" molto fedelle alla suola e al fettone del cavallo.
Oddio!
Tutti sanno che il lallo cammina su un dito, dunque, quello che dici è impertinente, il paragone dovrebbe esser fatto tra il dito humano e il piede lallino.
Lo zoccolo lallino è paragonabile all'artiglio della tigre, all'unghione del bove, all'unghia humana, agli unghioni del cane etc. etc.
Per quanto riguarda la necessità di asportare le protezioni agli zoccoli, posso dire che possono esser lasciate fisse per un periodo consistente senza ploblemi, guarda le extenscion delle unghie humane, noi ragasse sappiamo che le ricostruzioni bellille delle nostre unghie durano dalle 3 alle 4 settimane, tempora quasi omologo alla durata di una buona ferratura tradizionale o all'incollaggio futuro delle protezioni sintetiche.
http://www.ricostruzioneunghie.org/
Lapsus. Leggasi "Il duro strato corneo del polpastrello".
E per quanto mi riguarda la finisco qui; questa questione mi ha veramente stufato.
Già, ma per non lasciare in13 il pubblico pagante devo dire che:
si dà il caso che la pianta del piede non è il polpastrello e che il callo/la callosità non è unghia/zoccolo pur essendo formati della stessa sostanza.
Il callo si forma dove c'è costante frizione/pressione, vedi i polpastrelli di un chitarrista/di un bassista, lo zoccolo è una struttura anatomica formato anche da una parte cheratinosa derivata dalla pelle, plobabilmente formatasi col meccanismo sopra descritto in un nostro remotissimo comune ancestrale.
Comunque, le unghie e le corna e gli zoccoli e le penne e le scaglie e le piume e i capelli e li peli e le ciglia e sono degli "accessori" della pelle.
Stranamente i PSI che hanno pelle sottile, serica hanno - in generale* - zoccola dalle muraglie sottili e di consistenza scadente.
*Ho detto in generale, non mi venite a dire che il vostro purosangue va - come un treno - scalzo: ci sono delle mirabili eccezioni, tantomeno che ci sono allevamenti dove i polledri e le fattrici PSI stanno scalzi: è normale.
il pubblico pagante non vuole che la discussione termini qui o prenda una piega polemica.
Il fatto che le scarpette stiano evolvendo significa che sul mercato c'é richiesta e il fatto che inizino a somigliare per principio alle ferrature potrebbe voler dire che c'é interesse anche nel mondo agonistico.
perché un conto é il lallo in paddock che in passeggiata può scegliere dove camminare per evitare i sassini che gli creano disturbo (non dico per forza dolore, ma perlomeno disturbo)
un conto é il lallo che deve andare in gara (endurance, attacchi, salto ostacoli....tutte le discipline che non prevedono un fondo standardizzato e ideale come per esempio nel dressage) e non può mica rovesciare la carrozza nel fosso perché preferisce camminare sull'erbina a fianco dello sterrato o atterrare da un salto su un cumulo di terra magari un po' duro e al salto successivo provare ansia per quel che accadrà...
quindi fermo restando che il piede scalzo 23 ore al giorno con movimento in paddock é la soluzione ideale per la GESTIONE, qual é la soluzione ideale per l'ora in cui il cavallo sportivo deve dare il massimo di sé come atleta?
(l'ora o i periodi, le settimane, il mese....)
a me sembra positiva questa evoluzione.
Con Alex non c'è polemica, solo posizioni differenti, differenti perché lui è un parvenus del lallo... ha solo 20anni di esperienza e io - ahimé - ho frequentazioni col lallo (et altri animala) da oltre mezzo secolo.
Quello che sta accadendo è quello che pronosticavo/che auspicavo: una naturale evoluzione della ferratura, le scarpelle sono una involuzione, un ritorno al passato sia pur colla tennologia attuale, si torna alle solea spartae/ferrae nate ben prima della ferratura inchiodata.
Come che sia, se vogliamo delle prestazioni dallo lallo/se vogliamo utilizzarlo, bisogna scendere a dei compromessi: ferri, frustini, speroni, imboccature, capezzoni servono/sono necessari, altrimenti ce lo teniamo in giardino e ce lo sollazziamo tal quale il criceto nella gabbietta.
Dopo quarant'anni di professione praticata almeno 8-9 ore al giorno, capisco finalmente la frase di Azzopardi: "Spesso l'esperienza non è che la ripetizione degli stessi errori, fatti con sufficiente frequenza". Aimè, quanto è vero.
Purtoppo in equitazione ho iniziato troppo tardi per guadagnare questo livello di esperienza.
Fra trent'anni, avrai anche tu lo stesso livello di esperientia; il giolivo Azzopardi ha parafrasato il vecchio detto di Wilde: l'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori niente di originale... ma chi èAzzopardi? Un podologo? Ha il cognome che è tuto un programma. :dontknow:
Mi piace condividere con voi ragasse questo linco, riguarda la podologia bovinia... mi direte che c'entrano le vacche coi lalli, colla barefutteria? C'entrano, c'entrano!
Se volete beccatevi il linco: http://andreacerrone.blogspot.it/2009/09/introduzione-alla-podologia-bovina-la.html
http://andreacerrone.blogspot.it/2009/08/introduzione-alla-podologia-bovina.html
Questo è il linco che intendevo evidenziare, ma anco l'altro meso per sbalio è interessante.
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2287987/Crocs-horses-Plastic-slip-hooves-making-nailing-horseshoes-thing-past.html
http://www.equiflex24.com/prepare.html
http://www.imprintshoes.co.uk/
https://ponywair.com/products/
http://plastichorseshoes.co.uk/
http://www.cera24.com/en/innovations-products/cera-endurance-pro.html
http://nanoflexinc.com/nanoflex-horseshoe/
http://www.happyhoofwear.com/en/
http://www.soundhorse.com/
http://www.plastichorseshoes.com/
Questi linki sono solo alcuni dei tanti produttori di ferrature alternative, ma è solo l'inizio ne vedremo di altri e di belli.
Ora le domande sorgono spontanee: perché tanto impegno in investimenti ricerca e studio in questo sectore?
Per il benesere del lallo? No - perché è un affare miglionario, lo scopo è sostituire il ferro con la plastica.
Perché si va su materie plastiche?
Perché tolti i costi di ricerca e impianto il prodotto vale pochi centesimi a "ferro".
Perchè un gigante come la isicher si è lanciata nel campo delle ferrature alternative?
Per le ragioni appena dette e per non farsi superare dalla concorrenza.
Perché non si insiste sulle scarpelle?
Perché non funzionano commercialmente, il targhet è solo per una nicchia di utanti.
Cosa deduciamo da tutto questo?
Che i piedi dei lalli che lavorano e sottolineo lavorano/fanno attività sportive serie hanno bisogno - quali che siano - di protezioni.
Anche se centra poco vi informo che domenica in Francia si corre il PRIX D'AMERIQUE, la più prestigiosa corsa europea al trotto , corsa aperta a tutto il mondo,siamo alla massima espressione di qualità per velocità e forza fisica.
Bene su 18 partecipanti ;
15 sferrati
2 ferrati solo gli anteriori
1 ferrati solo i posteriori.
Va bene che la pista francese è unica al mondo fatta con la carbonella, ma resta il fatto che sferrati si cammina molto bene , anche se va detto che nella vita di tutti i giorni vanno con i ferri, poi in occasioni mirate e specifiche la tendenza e di correre sferrati
Non confondiamo le acque, i trottatori (specie di squola svedese) si allenano coi ferri, anzi con ferri speciali e con aggiunta di pesi proprio per amplificare il gesto una volta che vengono alleggeriti per la gara... si tratta di un escamotage/un trucco/un "sotterfugio"; finita la gara gli rimettono i ferri.
Citazione da: carodubbio - Gennaio 23, 2015, 01:48:19 PM
Anche se centra poco
, anche se va detto che nella vita di tutti i giorni vanno con i ferri, poi in occasioni mirate e specifiche la tendenza e di correre sferrati
Il mio intervento lo trovo solo informativo e non incasinativo o intorbitivo ( è Italiano? :studioso:)
e non per incasinare o intorbidare :horse-wink:
La cosa che mi diverte immensamente è quando Raffaele fantastica che un giorno ci saranno ferri della stessa consistenza ed elasticità della muraglia, magari con delle solette della stessa consistenza e elasticità di un'ottima e spessa suola; e magari, posteriormente, con un cuneo fatto di materiale della stessa consistenza e elasticità del fettone; e uniti saldamente alla capsula, senza alcun chiodo.
Insomma: del tutto indistinguibili da un piede eccellente sferrato e ben condizionato.... e allora, non sarebbe il caso di "fabbricarsele", se possibile, con il materiale più naturale che esista, ossia: permettendo al piede che questa "ferratura" se la costruisca da sè? :horse-wink:
Quando la ricerca si mette in moto (investe grossi capitali) vuol dire che c'è il bisiniss, la scoperta, l'innovazione frutta miglioni di euri in brevetti, solo alcuni grandi uomini ci rinunciano vedi Sabin, ma - scusate l'accostamento - lo ha fatto anche Tom Bass per ragioni analoghe in campo lallino.
Se la ricerca si sta indirizzando verso quel settore vuol dire che il mercato potenziale è enorme, gli analisti, prima di investire, hanno capito/sanno che il cavallo - per essere utilizzato - ha bisogno di avere i piedi protetti... ma vaaaa??!! e non prendono in considerazione l'utopia che il piede la "ferratura" se la costruisce da sè fatto possibile ma a condizioni particolari e con dei limiti oggettivi (hai scordato il b.p.?) dunque impraticabile dai professionisti sportivi o da chi usa il lallo veramente.
Dai sacchi di iuta e cuoio di Xenophon, agli ipposandali in ferro romani, alle protezioni in paglia di riso usa e getta giapponesi, ai corni di muflone mongoli, ai ferri del Fiaschi, alle ferrature in lega moderne, alle renegate metti e leva, alle ferrature in coliuretanosolforosoadiacente future è un escursus continuo, un fil rouge che è legato alla stessa necessità.
Non mi parlare di Frilens e del suo libercolo, prima di tutto nessuno sa chi sia costui, ha pubblicato (pare) solo quel trattatello, quel testo non è stato ripreso da nessun suo contemporaneo, mentre altri testi di studiosi ben conosciuti e coevi al Nostro, descrivono tutt'altra et opposta situescion, inoltre, quel trattatello si trova solo in una o due biblioteche americane ed è stato scoperto solo adesso... sniff sniff puzza di bruciato.
Frilens ha detto delle meretriciate (vedi i lalli di Napoleone) tal quale la barefuttatrice professionista (la sola) da me conosciuta che insisteva sugli stessi concetti di Frilens: i lalli scalzi possono lavorare incondizionatamente come quelli ferrati, ma quando le ho detto facciamo la prova non si è vista più... la perdono perché è anche omeopata, dunque, plobabilmente crede alla memoria dell'acqua... tu credi alla memoria dell'acqua?
Citazione da: raffaele de martinis - Gennaio 24, 2015, 05:19:12 AM... tu credi alla memoria dell'acqua?
Figuriamoci! Non credo nemmeno alla
memoria dell'uomo, soprattutto in equitazione.... dove l'acqua calda viene riscoperta ogni pochi secoli.
Bravo! Per consecutio logica non puoi credere che i lalli possano lavorare incondizionatamente scalzi al pari di quelli ferrati per codesta ragione - all'uopo - se ne inventano di ogni, beccatevi questo:
https://www.youtube.com/watch?v=fOaSGlh51t4
Mai creduto; ma rimpiango di aver creduto a chi diceva che pochi chilomentri di asfalto, e un cavallo resta senza piede.
Io ci credo, l'ho visto coi miei oculi.
Ai tempi, capitò che un lallo di noi scavezzacolli perse un ferro anterioro, eravamo non lontanissimi dalle scuderie, ci dicemmo: poco male, mettiamoci al passo e si arriva tranquillamente lo stesso a casa.
Per accorciare prendemmo l'asfalto, dopo tre/4 km il cavagliere dovette fare piede a terra e sciropparsi un'altra mezzoretta di cammino col lallo zoppicante alla mano.
Io stesso - per anni - ho usato l'asfalto come smeriglio per pareggiare, poi dipende molto dall'andatura... pochi km di galoppo furibondo su un asfalto abrasivo e il piede non protetto va a farsi fottere.
Se la ferratura permette di fare "pochi km di galoppo furibondo su asfalto", abbi pazienza, allora questo è un fantastico motivo per non ferrare.... così i deficienti evitano di farlo.
Grazie a fare lavori mirati sull'asfalto ho sempre fatto tornare sani cavalli mandati al macello, e vero che la parte maggiore del recupero la faccio sul bagnasciuga , ma per riequilibrare gli zoccoli faccio asfalto, e ogni volta il maniscalco non ha mai messo becco sui risultati che ottengo non avendo niente da rimproverare .Naturalmente si deve avere una discreta conoscenza generale di molti cose che riguardano sia la meccanica del cavallo che la sua alimentazione
Per chiarire per i pochi lettori che non lo sanno: intendi, che lavori sull'asfalto sferrato, vero? Lo ammetto, io non ho mandato mai Asia "al galoppo furibondo per chilometri" sull'asfalto, ma dopo vari chilometri sull'asfalto a un trotto cadenzato non sono mai riuscito a vedere alcuna usura dello zoccolo. Non ho nemmeno mai visto sbeccature della muraglia, ma quello può dipendere dal fatto che gli zoccoli delle mie cavalle non hanno mai le muraglie esageratamente lunghe. Sono certo che se non pareggiassi, e le lasciasssi esageratamente lunghe, e poi facessi una corsa sull'asfalto, vedrei grossolane sbeccature; ma la sbeccatura non c'entra nulla nè con l'abrasione, nè con il "restare senza piede". La sbeccatura di una muraglia troppo lunga io la chiamo "auto-pareggio" e non provoca zoppia.
Si sferrato ma solo molto passo e trotto molto leggero al galoppo no, solo il canterino e per pochi metri
Caro Marco fai esattamente autopareggio e/o calleggio; gli sbrecchi non hanno mai azzoppato nessuno... che abbia pedi boni, ma si parlava di "ferrare con altri mezzi", beccatevi questa:
https://www.youtube.com/watch?v=0R_pPMU3T50
Va bene che vado ot, ma giusto per informare.
Far muovere un cavallo sull'asfalto serve anche nel mio caso (ex galoppini) a far ritrovare al cavallo movimenti armonici, e a far riequilibrare i suoi movimenti , perché vengono spinti cosi al massimo per farli rendere che si abituano a usare solo il diagonale sano e quello rovinato lo risparmiano.
Invece facendoli muovere sull'asfalto tornano a usare i due diagonali nello stesso modo , ripartendo gli sforzi in eguale misura, ma la realtà più importante resta che fanno un movimento in sicurezza perché il terreno sotto i loro piedi è sempre uguale e uniforme, in questo modo si riesce a ottenere la loro fiducia verso di noi , e per questo poi si passa alla fase successiva del lavoro base nel rettangolo, ma anche in campo aperto si fa chiedendo di continuo al cavallo fermate girate e tutto il repertorio base,usando la semplicità si ottiene tutto.