Molto di parla della paura del cavallo (della paura che sente il cavallo), poco della paura del cavallo (ossia del fatto che l'uomo sente paura del cavallo).
Molti dei principi equestri che circolano sono dettati dalla paura del cavallo, nel secondo significato. Direi che i cavalieri si dividono in due gruppi: quelli che questa paura la sentono parecchio, e quelli che la sentono poco. La comunicazione fra i due gruppi è molto difficile, partono proprio da premesse diverse e procedono per strade diverse, dando per scontate cose diverse.
Alcuni di coloro che sentono paura lo ammettono come loro limite; altri invece sono convinti che chi sente meno paura è un imbecille e un irresponsabile e come tale va trattato. In genere viene citato in queste occasioni il famoso proverbio "el caval più bon gà copà el paron", o sue varianti. :blob3:
Io da giovane completamente irresponsabile, tipo andare a provare cavalli appena arrivati di cui non si capiva una cippa o cavalli che sapevi già che facevano un bel casino.
Ora direi che non ho voglia proprio di rischiare però non vorrei neppure un cavallo amorfo che al tempo schivavo come la peste !!!
La cosa buffa è che ho fatto danni a cavallo alle mie gambe ma non in momenti in cui rischiavo, proprio in modo stupido (il peggiore con cavallo che è scivolato su lastra di ghiaccio di una fontanina durante una gara di endurance)
Io delle volte ho paura. Quando sono oggettivamente in pericolo. Per fortuna sono molto reattivo e l adrenalina mi toglie li per li la paura e la rimpiazza con una specie di rabbiosa perseveranza.
Quando domo io e c'è qualche reazione pericolosa io ho paura ma al tempo stesso sono esaltato su di giri.
Passato il momento di baruffa e finita la sessione quando scendo mi capita una specie di calo di tensione mi sento debole e mi tremano le gambe. Insomma non nego la paura ma ho dei meccanismi interni per cui la trasformo in reazione adrenalinica, come se diventassi invincibile.
Personalmente credo di mettermi spesso in situazioni oggettivamente pericolose a cavallo. E quando sento il vulcano sotto la sella so che sta per succedere un casino e allora la paura che provo (che è profonda e angosciante) è solo un brivido, un attimo, poi mi sale il sangue alla testa (nel senso che mi si scalda la faccia e di arrossa) e combatto come se fosse una reazione del tipo "ah si? Sei tu che devi aver paura di me, ti faccio passare l idea".
Se vengo picchiato in terra poi è dura. Poi il cavallo passa una brutta giornata. Anche le cadute devono servire. La ribellione del cavallo non deve mai avere successo. Se cadi devi subito risalire e far capire al cavallo che quello che segue a un lancio di umano è un brutto quarto d ora. E quando cado ho paura. Ma a freddo, dopo, quando monto il cavallo successivo. Poi mi passa. Ma all inizio sono timoroso e sull attenti, faccio meno di quanto farei normalmente. Sono umano e ho ragionato molto sulle mie paure. E posso dire che non ho mai paura a vuoto, di qualcosa che potrebbe accadere. Ho paura di fronte al pericolo, ma penso che sia normale.
Vi faccio notare - lo faccio notare a chi cita esempi di aggressioni da parte di cavalli, per cui la paura del cavallo (diversa dalla paura dell'incidente a cavallo) sarebbe giustificata, che gran parte degli omicidi avvengono fra partner; da cui sarebbe legittimo diffondere la paura del propio compagno/compagna, che è obiettivamente una delle persone più pericolose, e che più probabilmente ci ammazzerà, se ci dovesse succedere.
Vi sentireste di sostenerlo?
Alex in parte sono d'accordo
Secondo la paura nell'essere umano nasce per tre motivi : l'esperienza, l'influenza esterna e l'istinto
Se quando sei piccolo ti dicono che i serpenti sono cattivi, brutti, mordono e uccidono, tu avrai paura dei serpenti
O magari un giorno mentre stai guardando un serpente, quello ti attacca...da quel giorno probabilmente sarai spaventato dai serpenti
Oppure ancora, quando il cavallo ti fa difese per la prima volta, anche se magari non ne hai mai sperimentate, comunque ti prende un po' di paura. É normale, siamo umani, é spirito di sopravvivenza.
chi ha brutte esperienze con cani/cavalli spesso rimane timoroso nei confronti di questi animali
Però se trova un compagno canino/equino buono e sicuro, piano piano ritrova la fiducia...anche se rimarrà sempre diffidente nei confronti di tutti gli altri cani/equini
Idem per gli altri esseri umani, se nella vita hai avuto esperienze molto negative, sicuramente la diffidenza nei confronti degli altri sarà molto maggiore.
Però la sfera dell'affettività umana é talmente complicata che una generalizzazione del genere é abbastanza azzardata. I casi di omicidio del partner poi sono talmente variegati che trovare una costante che gli accomuni tutti é difficile
Nella maggioranza dei casi però chi viene ucciso dal partner già subiva violenza domestica, quindi un fondo di paura abbastanza consistente nei confronti del compagno già c'era sicuramente
Se si diffondesse la paura nei confronti degli altri però, si formerebbero delle persone diffidenti, chiuse...purtroppo queste cose capitano, ma la vita andrebbe vissuta senza la continua ansia della morte, senza che venga avvelenata dalle paure
Perché ci sono tante altre cose che risultano mortali, eppure continuiamo a farle
Citazione da: PokerFace - Marzo 02, 2016, 01:02:52 PM
Passato il momento di baruffa e finita la sessione quando scendo mi capita una specie di calo di tensione mi sento debole e mi tremano le gambe.
Verissimo :icon_eek:
Negli sport cosiddetti "estremi" quella botta di adrenalina, così ben descritta, è probabilmente ciò che più attrae e che più motiva. I mediatori chimici che agiscono sul cervello sono delle potenti "sostanze".
PS: l'omicidio del partner è solo un esempio, per dire che episodi singoli e isolati di violenza estrema non possono essere generalizzati a una "relazione" e non giustificano una paura "sistematica". Mi sbaglierò, ma a me sembra di saper "leggere", nell'atteggiamento di un cavallo normale, la sua aggressività; e in certe circostanze mi metto in posizioni e situazioni pericolose, dove se il cavallo volesse potrebbe uccidermi in quattro decimi di secondo, ma non sento alcuna paura perchè so che il cavallo non vuole uccidermi, e non lo farà. In altre situazioni, me ne guardo bene. Da molti, molti anni mai nessun cavallo mi ha tradito.
Eppure ci sono persone che hanno paura dei cavalli a prescindere. Non hanno brutte esperienze regresse o altro - semplicemente temono i cavalli in sè. A me sembra molto sensato avere paura di un cavallo: disinterpretare i segnali o sottovalutare le reazioni può equivalere a farsi molto male.
Mi sembra molto più interessante chiedersi perchè noi non ne abbiamo :chewyhorse:
Io ho paura del cavallo in modo "normale" nel senso che sapendo bene che male ti puo' fare, anche involontariamente, sono sempre molto attenta a tutto...e nonostante questo l'incidente e' dietro l'angolo.
Molto fa secondo me il cavallo stesso e la fiducia che si crea nel binomio.
Io ho la fortuna di avere due cavalle: l'una l'opposto dell'altra....e mi rendo conto che con quella che e' sempre tranquilla e serafica mi approccio in modo totalmente diverso, sono molto piu tranquilla io perche' so che lei non ha mai reazioni brusche, non ha mai reazioni di spavento etc...etc...
Con l'altra che invece e' molto sull'occhio sono diversa io, sono molto piu attenta e molto meno permissiva con lei proprio perche' ho paura che abbasando la guardia involontariamente mi faccia del male.
Non confondiamo prudenza e paura. La prudenza viene dalla parte "ragionante" del nostro cervello, la paura da strutture più profonde, più emotive e primitive, e meno razionali.
Il mio maestro Alessandro Lessio era prudente; ma era evidente che non aveva paura. Io cerco di imitarlo, e mi viene abbastanza facile e naturale essere prudente (molto di più di molti cavalieri!) senza avere paura.
Portiamo il discorso su un caso che conosco bene. La BB diminuisce il rischio che il cavallo si ribelli violentemente o prenda la mano; chi l'ha provata seriamente, l'ha constatato (Camilla ci ha dato una magnifica testimonianza diretta ieri, se non sbaglio). E' un concetto facile da razionalizzare, non lo faccio qui, e che è confermato dall'esperienza. Eppure, molti avrebbero paura di uscire in campagna senza una robusta imboccatura. Affrontano un rischio maggiore solo perchè l'imboccatura li rassicura sulla teorica possibilità di controllare l'animale. Sentono meno paura. Soffrono - per dirlo con Hopkins in una memorabile scena di Istinct - dell'illusione del controllo.
Beninteso: il giorno che proverò paura, abbandonerò subito l'equitazione - se quella che faccio si può chiamare così.
io ho paura. ultimamente il mio cavallo fa un po' il difficile, e ne ho molta - infatti sto meditando se non sia il caso di prendermi una bella pausa di riflessione :firuu:
in particolare ho paura da sella, quando il cavallo per x motivi DECIDE di fare qualche difesa.
non ho paura di uno scarto, eppure il mio cavallo devo dire che scarta abbastanza, per es. nelle giornate ventose. a volte sono anche caduta, ma non mi sono mai spaventata di questo, l'ho sempre vissuto con molta serenità, pazienza e anche tenerezza per il mio scemone che vede i mostri.
però vado nel panico quando quello DECIDE di disobbedire, o protesta. tipico suo per esempio è smontonare, neanche con troppa violenza eh, ma quando è proprio incavolato nero butta la testa giù fra gli anteriori e salta praticamente a piedi uniti sul posto :icon_rolleyes:
ecco, in questi casi non ho la paura di cadere o di farmi male, cioè ce l'ho, ma è secondaria rispetto al senso di "perdere il controllo" dell'animale, e (forse soprattutto) rispetto al timore che mi incute la sua reazione "violenta", la sua ribellione.
ovviamente, un cavaliere con un minimo di tecnica migliore e sangue più freddo del mio non si fa intimidire, mette gamba e risolve.
sinceramente credevo (mi illudevo) di aver imparato a gestire queste situazioni, ma adesso sto scoprendo che non era vero, che il problema era solo sotto controllo ma non scomparso, come i tizzoni sotto la cenere. è un po' frustrante.
da terra invece non ho paura per niente, né a mano né alla corda né libero.. però lui è buono eh non fa gesti brutti.
E' anche un problema tecnico; la paura causa tensione; la tensione è incompatibile con una buona equitazione. Se il sillogismo vale, ne consegue che chi ha paura non può fare buona equitazione.
Ci sono due soluzioni: usare strumenti di controllo del quadrupede che danno una falsa sicurezza (falsa ma fa passare la paura: problema risolto :horse-wink:); oppure lavorare direttamente sulla paura.
Luna puo' capitare, anche a me succede e in effetti ti viene voglia di non montare per un po'...non so da cosa dipenda questa condizione mentale...perdche' poi e' solo questo: condizione mentale! perche noi siamo sempre le stesse, le nostre capacita' sono sempre le stesse se non migliorate e I cavalli sono sempre gli stessi...eppure a volte la paura passa avanti a tutto
Alex come si fa a lavorarci sopra?
Citazione da: alex - Marzo 02, 2016, 05:21:38 PM
E' anche un problema tecnico; la paura causa tensione; la tensione è incompatibile con una buona equitazione. Se il sillogismo vale, ne consegue che chi ha paura non può fare buona equitazione.
certo che vale, è ovvio che sia così. sono consapevole.
a me in fondo basterebbe non paralizzarmi completamente ma riuscire a mettere una buona gamba per mandarlo avanti :chewyhorse:
Il primo passo è esserne consapevoli..... smettere di mentire a se stessi. Il resto .... che ne so io, non sono mica uno psicologo, :horse-wink: l'importante è rendersi conto che il problema non sta nè nel cavallo, nè nelle attrezzature, ma negli strati profondi del nostro cervello. Per questo mi piace chi ammette semplicemente: io in BB in campagna non uscirei perchè avrei paura.
Alcuni superano la paura con comportamenti rituali, quasi degli "esorcismi". Chi ha paura della jettatura, è rassicurato dal possesso di un adeguato ed efficace amuleto. In pratica non servono a niente, non diminuiscono il rischio di una virgola, ma bastano per ridurre la paura entro limiti accettabili. Ci giurerei che molte delle abitudini equestri consolidate rientrano in questa categoria. Ma ci vorrebbe una tonnellata di senso critico per scovarle una a una.
Tutte noi abbiamo paura, almeno in qualche occasione la si ha.
Quando si va a montare un lallo infame è lovvio che si abbia il cacotto... ma che fai non ci vai?
Mi capitò qualche volta situazione del genero: collare al collo per non aggrapparmi alle redini, staffe accorciate, ragioniere alla mano e la ferma convinzione: se mi devimandare per le terre ci andiamo assieme. Funziona, sono caduto molte volte ma mai in quelle situescions.
Ora vi faccio irritare come vespe irritate: https://www.youtube.com/watch?v=QAkTh7rMe0o
detto che quei baldi giovini - in quella situescion - corrono meno rischi delle liete giocatrici coi lalli, il rito è chiaro...
Citazione da: alex - Marzo 02, 2016, 05:21:38 PM
E' anche un problema tecnico; la paura causa tensione; la tensione è incompatibile con una buona equitazione. Se il sillogismo vale, ne consegue che chi ha paura non può fare buona equitazione.
Non ho mai avuto paura in senso generale del cavallo, neppure da piccina, quando mia mamma temeva che i cavalli potessero involontariamente schiacciarmi (lei aveva paura di tutti gli animali grandi), io andavo ovunque vedessi dei cavalli e mi ci mettevo in mezzo, parlo ad esempio di fiere del bestiame o fattorie. La prima volta che qualcuno ha cercato di mettermi su un pony ho avuto paura, non del cavallo, ma del tipo che mi tirava su.
Ho invece paura di alcune cose, di alcuni momenti, il più delle volte a causa di immaginazioni senza senso o a causa di regole che devo seguire ma che non mi appartengono (dare gambe quando invece io, istintivamente, fermerei il cavallo aspettando che si calmi per poi riprendere il lavoro, ad esempio)...
Ho potuto notare che se è vero che la paura crea tensione e la tensione impedisce di fare una buona equitazione, è anche vero che un buon assetto e molta pratica limitano la sensazione di paura: avevo molte meno paure quando avevo sviluppato un buon assetto e montavo tre volte a settimana, dopo la pausa che ho dovuto prendermi, mi sono ritrovata a sentire molto più spesso la sensazione di tensione che ostacola la ricerca di un assetto accettabile, che nel frattempo ho perso...
La paura del cavaliere poi impanica anche il cavallo (di solito, non sempre), che spaventa il cavaliere, che spaventa il cavallo, che spaventa il cavaliere, che...nel mio caso, scende al volo, in altri casi resta in sella e si calma per primo (cosa migliore per tutti), in altri ancora fa il patatrac...
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 02, 2016, 07:29:16 PM
Quando si va a montare un lallo infame è lovvio che si abbia il cacotto... ma che fai non ci vai?
infame o meno, se hai il cacotto a montare il cavallo, chi te lo fa fare?
mi riferisco agli amatori, per i quali il cavallo dovrebbe essere un piacere e un divertimento. ma se non è buono, che piacere eh? :icon_rolleyes:
voglio dire che sono d'accordo che le paure vadano affrontate, è l'unico modo di superarle o almeno di contenerle.
tuttavia quando sono molto forti, quando condizionano in anticipo, quando una "si sente male" all'idea di sellare, forse è il caso di fermarsi a riflettere un momentino quanto ne valga la pena. perché montare a cavallo non è un obbligo.
inoltre, si rischia anche di sciupare il cavallo, perché se non si è capaci di intervenire in maniera efficace a fronte della sua ribellione (grande o piccola che sia), in breve tempo il cavallo si vizia (o meglio si dis-addestra o meglio ancora si ri-addestra in maniera sbagliata).
questo caso qui è emblematico al proposito, e lo conosco bene e personalmente:
Citazione da: Wild - Marzo 02, 2016, 08:13:24 PM
(dare gambe quando invece io, istintivamente, fermerei il cavallo aspettando che si calmi per poi riprendere il lavoro, ad esempio)...
perché se lui si sta ribellando per x motivi al lavoro e tu lo fermi per calmarlo, lui ti riproporrà sempre il comportamento che hai (involontariamente s'intende) premiato. e anzi sarà sempre più difficile riportarlo all'obbedienza.
è una spirale negativa da cui si esce o con un enorme sforzo di volontà e autocontrollo oppure, se non basta come nel caso di donnicciole come me, con un buon aiuto esterno di una persona capace.. ma capace non solo di rimettere "in riga" il cavallo, capace soprattutto di "sbloccare" il cavaliere. e non è facile.
Citazione da: PokerFace - Marzo 02, 2016, 01:02:52 PM
Io delle volte ho paura. Quando sono oggettivamente in pericolo. Per fortuna sono molto reattivo e l adrenalina mi toglie li per li la paura e la rimpiazza con una specie di rabbiosa perseveranza.
Quando domo io e c'è qualche reazione pericolosa io ho paura ma al tempo stesso sono esaltato su di giri.
Passato il momento di baruffa e finita la sessione quando scendo mi capita una specie di calo di tensione mi sento debole e mi tremano le gambe. Insomma non nego la paura ma ho dei meccanismi interni per cui la trasformo in reazione adrenalinica, come se diventassi invincibile.
Personalmente credo di mettermi spesso in situazioni oggettivamente pericolose a cavallo. E quando sento il vulcano sotto la sella so che sta per succedere un casino e allora la paura che provo (che è profonda e angosciante) è solo un brivido, un attimo, poi mi sale il sangue alla testa (nel senso che mi si scalda la faccia e di arrossa) e combatto come se fosse una reazione del tipo "ah si? Sei tu che devi aver paura di me, ti faccio passare l idea".
Se vengo picchiato in terra poi è dura. Poi il cavallo passa una brutta giornata. Anche le cadute devono servire. La ribellione del cavallo non deve mai avere successo. Se cadi devi subito risalire e far capire al cavallo che quello che segue a un lancio di umano è un brutto quarto d ora. E quando cado ho paura. Ma a freddo, dopo, quando monto il cavallo successivo. Poi mi passa. Ma all inizio sono timoroso e sull attenti, faccio meno di quanto farei normalmente. Sono umano e ho ragionato molto sulle mie paure. E posso dire che non ho mai paura a vuoto, di qualcosa che potrebbe accadere. Ho paura di fronte al pericolo, ma penso che sia normale.
questa non è paura...o meglio è una paura "controllata"..è quasi sana...
il fatto che tu stesso ti renda conto che quando hai paura hai una scarica di adrenalina che te la fa affrontare...è già segno che la tua non è proprio paura...ma più consapevolezza che sta per succedere qualcosa che forse avrai difficoltà a controllare...ma che allo stesso tempo ti gasa...
in breve...la paura non ti fa eccitare...la paura quella vera...ti blocca...
per far un esempio, quando sono in pista che magari la moto mi scappa per un attimo...il classico high side...ma che non finisce in una caduta....
il quel momento le mie mutande triplicano il volume....ma un attimo dopo arriva la scarica di adrenalina...che mi fa aprire tutto il gas...e andare ancora più forte...
se avessi paura..paura vera della moto...dopo una cosa del genere...la prendi e la metti in un angolo...
io non soffro l'altezza se sono s una cosa stabile e fissa...ma se sono su una scala a pioli appoggiata semplicemnete ad un palo...a 10m di altezza...se faccio tanto di guardare giu...mi blocco...ho paura...
quindi la paura vera del cavallo...è quella che tremi per salirci....
Ho intervistato un caso di paura vera, seguita a una doppietta a tradimento in pieno addome, le cavalle mareish possono farlo, alle volte, è "più forte di loro".
Una paura tale che era impossibile montare di nuovo.
Superata solo con il "gioco dell'amicizia". In poche settimane.
Bah, la paura passa una volta che sei in sella, poi - una volta che conosci le infamità - passa del tutto, si ha paura dell'ignoto, dell'estraneo, se si conosce il biricchino e sai come pigliarlo non c'è più motivo di esser in ambasce, l'importante è sapere cosa si sta facendo e di essere calmi.
Poi l'ho detto: collare al collo per non aggrapparmi alle redini, staffe accorciate, ragioniere alla mano e la ferma convinzione: se mi devimandare per le terre ci andiamo assieme. Funziona, sono caduto molte volte ma mai in quelle situescions.
Voi femminelle belle non potete capire... da ragassino si faceva normalmente a botte, si facevano le "sfide", a volte mi è capitato di affrontare coetanei più grossi e forti di me, mai tirato indietro; ricordo Giacomino, un teppistello, si credeva il ras del quartiere, l'ho menato di brutto... prima un pò di paura c'era, poi mi son convinto che dovevo dargliele che gliele avrei date e gliel'ho date... minchia se glielo ho date, ovviamente le ho anche prese, ma vi assicuro che non sentivo dolore, l'importante - in quel momento - era menarlo.
Citazione da: Luna di Primavera - Marzo 03, 2016, 11:04:28 AM
Citazione da: Wild - Marzo 02, 2016, 08:13:24 PM
(dare gambe quando invece io, istintivamente, fermerei il cavallo aspettando che si calmi per poi riprendere il lavoro, ad esempio)...
perché se lui si sta ribellando per x motivi al lavoro e tu lo fermi per calmarlo, lui ti riproporrà sempre il comportamento che hai (involontariamente s'intende) premiato. e anzi sarà sempre più difficile riportarlo all'obbedienza.
è una spirale negativa da cui si esce o con un enorme sforzo di volontà e autocontrollo oppure, se non basta come nel caso di donnicciole come me, con un buon aiuto esterno di una persona capace.. ma capace non solo di rimettere "in riga" il cavallo, capace soprattutto di "sbloccare" il cavaliere. e non è facile.
Sì, me ne rendo conto, infatti sto lavorando molto per cercare di risolvere questo mio problema, perché mi rendo conto che sia una delle cose più sbagliate in assoluto, ma non è semplicissimo né vincere l'istinto né vincere il timore che viene quando l'istinto perde...basterebbe che riuscissi ad andare fino in fondo almeno una volta e parte del problema sarebbe risolto...col tempo e con la guida del mio istruttore, che per fortuna capisce che non voglio fare di testa mia, ma che proprio mi riesce difficile imparare questo meccanismo, ce la farò...spero...
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 03, 2016, 11:55:38 AM
Bah, la paura passa una volta che sei in sella, poi - una volta che conosci le infamità - passa del tutto, si ha paura dell'ignoto, dell'estraneo, se si conosce il biricchino e sai come pigliarlo non c'è più motivo di esser in ambasce, l'importante è sapere cosa si sta facendo e di essere calmi.
Non lo so, Raffaele, a me le paure sono venute dopo aver conosciuto qualcosa, non prima...forse perché conosco solo parzialmente praticamente qualunque cose e allora ho sempre quella parte ignota da disvelare...mha...
Anche a me spaventa più una situazione conosciuta e rischiosa.
Se io non ho mai saltato, saltare non mi spaventa. Se invece cado una, due, tre volte saltando, allora mi viene paura.
Un approccio "ragionato" alle cose temibili comporta innanzitutto che si distingua i concetti di "pericolo" e "rischio", non è intuitivo. Il pericolo è la caratteristica intrinseca di un oggetto/di una situazione (es. il fatto che la corrente elettrica possa fulminare) mentre il "rischio" è la probabilità che tale pericolo di realizzi in pratica (es. protetto con un ottimo isolante, un conduttore di corrente elettrica resta pericoloso, ma il rischio si annulla quasi completamente o completamente).
Che il cavallo sia pericoloso non ci piove; che il rischio, in determinate condizioni e con opportuni accorgimenti, possa essere ridotto moltissimo (senza mai diventare zero.... il rischio si riduce, ma non si annulla mai!) è altrettanto evidente.
La paura non ragiona in termini di probabilità: ragiona in termini di pericolo oppure sbaglia clamorosamente nella valutazione del rischio.
Poi c'è la questione della percezione del pericolo/del rischio.... qui può succedere di tutto; la percezione può essere molto miope, e comunque è condizionata dall'esperienza individuale, e ne risultano spesso comportamenti irrazionali: per ridurre un rischio minimo, ma percepito come forte, spesso si adottano misure che sembrano avere un rischio basso, e invece ce l'hanno alto.....
Bravo Alex, è così.
Ad esempio: un lallo nevrile in avanti è meno "rischioso" di uno freddo, flemmatico, pacioccoso, da tiro, da carne.
Evidente che se tutto fila liscio il ploblema non si pone, ma se si comincia a discutere?
Ora, se ci si limita alla lieta relatione, quei gagliardi vanno benissimo, ma se vogliamo prestazioni allora son "uccelli per diabetici".
Il bestio di tal fatta, se decide di sottrarsi non ci sono santi, diventa ramingo, mentre il PSA, il PSI e loro derivati, per loro natura vanno avanti, scappano, spingono, allora, la metà del ploblema è risolto.
Il lallo arabo che sembra così skizzato - in caso di discussione - è meno pericoloso di un placido comtuà... non ci credete?
Una esperienza ce l'ho con la mezzosangue noriker-avelignese che ho raddrizzato.... non ricordo se ve l'ho già raccontato, aveva la credenza di girare a sinistra. Il problema è che girava a sinistra anche se a sinistra c'era un intrico di rovi o un bosco fitto. :blob3:
In un attimo di distrazione, mi son trovato in un intrico similare, con un ramo orizzontale bassissimo che si avvicinava.... la cavalla procedeva a passo tranquillo ma inesorabile. Il ramo mi ha appiattito all'indietro sulla sella e sulla groppa della cavalla, ma era abbastanza sottile da alzarsi un po' facendomi passare; graffiato, senza più occhiali, ma su per giù indenne.
Io ho sempre pensato che quando un cavallo si fosse impennato/avesse fatto qualche difesa da terra avrei avuto paura
Poi con il mio é successo, anche molto spesso, e la paura c'era ma era diversa...non ho mai pensato di lasciarlo mentre faceva i suoi show. Non saprei descriverlo
Ecco io ho più paura dell'idea che mi faccio delle cose.
Magari anche quando guardo un percorso penso "oddio é troppo grosso, le girate sono strette, ora ci ammazziamo" poi una volta preso il galoppo riesco a essere lucida e non provo più quasi nulla
Idem per le difese, se penso ad un furgone/sgroppata mi viene paura. Poi quando mi succede, dopo la difesa, lavoro ancora tantissimo, perché se ha abbastanza energia per fare stupidate può benissimo lavorare ancora
L'unica cosa che mi fa proprio paura sono le frene. Se mi capita di cadere dopo una frena poi ho sempre l'ansia che il cavallo si fermi di nuovo...e finisce che monto rigida e caccio troppo i cavalli
Un bel po' di anni fa avevo anch'io la paura delle difese del cavallo.
L'ho superata facendo l'esatto contrario di quello che raccomandano i so-tutto-io: gliele davo tutte vinte ...gli umani mi prendevano anche in giro... Con il quadrupede però nel tempo abbiamo stabilito una comunicazione equilibrata. Adesso al 99% fa quello che gli chiedo, al massimo prova a dire "Mammi... non vorrei", "sì bimbo, ce la fai", "bravo bimbo! ce l'hai fatta", bimbo tutto contento e mammi pure.
Penso che con un nuovo cavallo potrei ottenere la stesso risultato, per la stessa via, in un tempo molto (ma molto) più breve.
boh io a dargliele tutte vinte ho fatto un casino, ed eravamo arrivati al punto che non si muoveva più da centro campo.
Queste vostre esperiemze divergenti, potrebbero dipendere dal carattere del cavallo, dallo spirito con cui va in difesa e da come era stato abituato precedentemente?
Oppure da un vostro modo diverso di dargliela vinta?
Appunto secondo me dipende.
Dipende se per difesa intendiamo una difesa al lavoro, oppure si confonde il temine con "allegria"
Io se il cavallo sgroppa per allegria (quindi non perché si mette contro) lo mando in avanti e lo ignoro e stop.
Se si mette in difesa, anche lì dipende. Se non vuole fare una cosa che fa abitualmente si prende la "punizione" (che in realtà é solo un rafforzo della richiesta iniziale) e finché non esegue la richiesta diventa più forte e di conseguenza lui si trova sempre più scomodo...lo scopo é fargli capire che eseguire un certo comando senza protestare é molto meglio che rompere e faticare il triplo
Oppure c'è la difesa che arriva perché il cavallo non riesce fisicamente a fare qualcosa, magari per una rigidità o altro...allora lì é inutile insistere. Cambio esercizio, lavoro ancora e magari riprovo a fine lavoro e nei giorni seguenti
Citazione da: Ina:) - Marzo 04, 2016, 11:27:36 AM
Se non vuole fare una cosa che fa abitualmente si prende la "punizione" (che in realtà é solo un rafforzo della richiesta iniziale) e finché non esegue la richiesta diventa più forte e di conseguenza lui si trova sempre più scomodo...lo scopo é fargli capire che eseguire un certo comando senza protestare é molto meglio che rompere e faticare il triplo
questo è il caso mio.
se si pianta, o sgroppa perché per es. non gli va di galoppare, dargliela vinta (= fermarlo, desistere, e magari già che ci siamo smontare e arrendersi) è la cosa peggiore che si possa fare, in termini di addestramento. io l'avevo incasinato così, e c'è voluto un bel po' a scasinarlo.
non so a cosa si riferisce bionda, ci racconti un po' di più?
Ho la netta impressione che il famoso "mai darla vinta" sia una delle cose su cui riflettere seriamente. L'impressione è che "uno bravo" sappia chiedere sempre e solo quello che il cavallo farà senza particolari difficoltà e senza difese; altrimenti si è sbagliato qualcosa. Dopodichè quel motto non spiega come rimediare al caso in cui l'errore del cavaliere è clamoroso, perchè il cavallo non sa o non può; l'aumento dell'intensità della richiesta, o la punizione, dovrebbero essere infatti riservati solo ai casi in cui il cavallo sa e può ma non vuole.
Il "metodo Bionda" va studiato con cura: mette al riparo da errori che possono minare seriamente la fiducia del cavallo nel cavaliere.
Bisognerebbe che Bionda spiegasse cosa faceva esattamente, potrebbe essere interessante.
eddai alex, il cavallo che non vuole esiste eccome ed è anche abbastanza diffuso. non è mica cattiveria la sua, è solo stato (involontariamente s'intende) ri-addestrato a strategie che dal suo punto di vista sono vincenti.
Ma certo che c'è! Tuttavia nego che sia semplice capirlo in una frazione di secondo (distinguendo il caso in cui "non può" in senso lato, per esempio se sente un dolore che il cavaliere non riconosce, o "non sa" perchè non riesce a capire un aiuto confuso e magari contradditorio).
Le tecniche per ottenere qualcosa sono due e hanno i loro estimatori; o si ripete un aiuto di bassa intensità, senza stancarsi, fintanto che arriva la risposta giusta, o si aumenta bruscamente l'intensità dell'aiuto; probabilmente bisognerebbe conoscere bene entrambe le tecniche e utilizzarle con intelligenza, a seconda dei casi.
Mi pare che JDO - con la sua insistenza sull'importanza della ripetizione - usi prevalentemente la prima strategia.
Citazione da: alex - Marzo 04, 2016, 03:19:48 PM
Ma certo che c'è! Tuttavia nego che sia semplice capirlo in una frazione di secondo
sono d'accordo, però in un binomio che si frequenta da tempo ognuno dei due "conosce il suo pollo" :doh:
Giusto.
Riportando la discussione al topico: se il cavaliere non fa quello che c'è da fare in caso di rifiuto del cavallo per paura della possibile reazione del cavallo, non va bene.
Citazione da: alex - Marzo 04, 2016, 04:05:10 PM
se il cavaliere non fa quello che c'è da fare in caso di rifiuto del cavallo per paura della possibile reazione del cavallo, non va bene.
E' un luogo comune. Preferisco essere pratica.
Bionda spiegaci meglio, se Olliver si rifiutava di fare qualcosa o faceva qualche difesa tu come risolvevi? Io non ho capito.
Non so se sia questo il caso ma una volta ad un amico portarono una bestiola redtia da riaddestrare.
un cavallo di grande taglia, nato e cresciuto in casa, pieno di " ctedenze". In particolare alla richiesta galoppo faceva del suo peggio.
L' addestratore disse che la vosa la potevi risolvere in due modi: o gli chiedi il galoppo e poi te la giochi " o ti o mi" oppure smetti del tutto di chiederglielo. Per lungo tempo e lo lavori/ condizioni/ rendi ubbidiente su altro. Lui disse " finche' si dimentica il vizio". Una volta rimesso agli ordini avrebbe accettato anche il galoppo.
Per la cronaca,.ovviamente il proprietario aveva fretta, si opto' per " ne restera' soltanto uno".
Disgraziatamente funziono' in qualche modo con l' addestratore e alla prima caccia alla volpe ( simulata, of course) la bestiola si libero' del proprietario nel tempo di un sospiro.
Citazione da: milla - Marzo 04, 2016, 04:51:35 PM
Bionda spiegaci meglio, se Olliver si rifiutava di fare qualcosa o faceva qualche difesa tu come risolvevi? Io non ho capito.
Come non hai capito? Se lui si rifiuta di fare una cosa, ci rinuncio, non si fa quella cosa. E' così anche adesso, solo capita molto raramente.
Se un cavallo si difende, ha un motivo. Io monto per divertirmi, non devo dimostrare niente a nessuno, meno che mai ad un animale. Se il cavallo si difende, minimo minimo gli sto dando fastidio, e questo non è divertente per nessuno dei due, perchè insistere?
Le difese che mettono paura al cavaliere sono quelle violente, smontonate, impennate, fugoni. Il cavallo fa anche fatica a farle. Impara velocissimo a non farle più, se vede che lo ascolti e che basta molto meno per farsi rispettare. Prima cosa il mio cavallo ha imparato che non aveva bisogno di smontonare e buttarmi per terra, se gli facevo male, basta una microsgroppatina ridicola di avvertimento, e gli dico "ok, scusa, non lo faccio più". Si stabilisce una base di fiducia reciproca. Su quella base è facile costruire.
Alle volte scoprire un'ovvietà è geniale. Brava Bionda! :occasion14:
Si bionda, ma questo può funzionare con un cavallo come il tuo che comunque un minimo di voglia di fare qualcosa ce l'ha, presumo. O come la mia, che non vede l'ora che la sello per andarci a fare un giro fuori.
Ci ho messo un anno a sistemare il cavallo di un amica a cui l'avevano sempre data vinta. Era arrivato al punto di non muovere un solo passo montato. Una statua. Fermo, immobile. Un cavallo perfettamente sano. Non aveva motivo di rifiutare di fare un po di passo. L'unico motivo era che non gli andava. Preferiva stare al paddock con gli amici.
Che fai, lo lasci fare? Te lo tieni come cavallo di compagnia? Un cavallo di 5 anni?
Citazione da: bionda - Marzo 04, 2016, 11:07:26 PM
Citazione da: milla - Marzo 04, 2016, 04:51:35 PM
Bionda spiegaci meglio, se Olliver si rifiutava di fare qualcosa o faceva qualche difesa tu come risolvevi? Io non ho capito.
Come non hai capito? Se lui si rifiuta di fare una cosa, ci rinuncio, non si fa quella cosa. E' così anche adesso, solo capita molto raramente.
Se un cavallo si difende, ha un motivo. Io monto per divertirmi, non devo dimostrare niente a nessuno, meno che mai ad un animale. Se il cavallo si difende, minimo minimo gli sto dando fastidio, e questo non è divertente per nessuno dei due, perchè insistere?
Le difese che mettono paura al cavaliere sono quelle violente, smontonate, impennate, fugoni. Il cavallo fa anche fatica a farle. Impara velocissimo a non farle più, se vede che lo ascolti e che basta molto meno per farsi rispettare. Prima cosa il mio cavallo ha imparato che non aveva bisogno di smontonare e buttarmi per terra, se gli facevo male, basta una microsgroppatina ridicola di avvertimento, e gli dico "ok, scusa, non lo faccio più". Si stabilisce una base di fiducia reciproca. Su quella base è facile costruire.
Quando montavo sempre il solito cavallo anch'io facevo così e ho ottenuto ottimi risultati devo dire! :occasion14:
Dipende dalle difese... Perché se il cavallo si mette in difesa che non vuole partire al galoppo che fai non galoppi più?!
Oppure quando vogliono seguire gli altri cavalli che fai vivi una vita in sezione?
Secondo me dipende dalle difese e dal cavallo...avvolte è meglio lasciar stare avvolte è meglio non dargliela vinta...
Per tornare al discorso delle paure, io ho sempre un po di ansia quando monto un cavallo che non conosco..
Tornando al topic della paura, io al contrario ho paura quando sono a terra. Da piccola un pony mi calciò in bocca, e da quel momento ho una paranoia quasi ossessiva di quando gestisco il cavallo da terra.
In sella invece mai, raggiungo una concentrazione tale da non pensarci, soprattutto durante le gare, l'ansia scompare al suono della campanella. Nel mio caso (o almeno credo) da sella non ho paura perché mi fido ciecamente del mio istinto e delle mie sensazioni, anche perché sono quasi sempre corrette. Una volta passai per un recinto dei maiali, e il mio cavallo, che di solito non ha paura di niente, si bloccò. Io non ebbi paura, lo lasciai guardare un po' e poi lo convinsi ad andare avanti. Forse per voi è scontata la cosa, ma io avevo appena iniziato a cavalcare, quindi l'episodio mi fece abbastanza impressione.
Per le difese, io ho imparato ad insistere molto e a non mollare. Quando un cavallo si impianta, io insisto senza aumentare lo stimolo, faccio la rompi scatole :firuu: questo metodo lo applico solo se il cavallo non ha voglia, finora nessun cavallo mi ha fatto mai difese per dolore, quindi non so come reagirei a questa evenienza.
Ma la paura non è razionale, se uno ha paura delle sgroppate ne ha paura che siano di rifiuto, di fastidio, di allegria, di mal di schiena...
Io comunque ritengo che quello che fa bionda non sia un dargliela vinta, ma cercare di capire le cause della reazione invece di menare gratis. Sgroppa alla partenza al galoppo? Provo a mettere meno gamba, meno mano, parto all'altra mano, provo alla corda, provo domani... un cavallo ben addestrato che lavora il giusto non vedo perchè dovrebbe ribellarsi per principio.
Tanti cavalli non sono ben addestrati, sono abbastanza furbi da capire chi hanno in sella e da agire di conseguenza per risparmiare energia
Altrimenti non si spiegherebbe perché alcuni cavalli montati da principianti fanno gli strunz e quando sale l'istruttore/cavaliere diventano dei gioiellini
C'è un altro punto da trattare in questo topic; e non sono le paure soggettive ma la motivazione a proseguire un percorso che, in qualche situazione, e quasi semnpre all'improvviso, genera paura.
Perchè lo facciamo?
E questa domanda vale per chi indulge nella versione apollinea dell'equitazione (leggi: lallismo) come per chi pratica la versione "dionisiaca" (leggi: quelli che montano con un obiettivo, dal tipo Alex al tipo Pocker con tutti quelli che ci stanno in mezzo).
E non a caso ho rispolverato un linguaggio da "mito greco".
Cosa ne pensate?
Segreto
Io credo che sia perché amiamo le sfide, l'imprevidibilità delle situazioni, e dopo averle superate ci si sente emotivamente bene.
Come chi scala le montagne: arriva in cima affrontando freddo, il poco ossigeno e il rischio di cadere o di essere investito da una valanga. Perché lo fa? Per la senzazione finale, il benessere che ne deriva. E credo che questo meccanismo sia come una droga.
Vorrei raccontarvi anch'io la mia esperienza di paura. Io ho iniziato a montare che avevo 43 anni. Ho sempre adorato i cavalli e tendenzialmente la gioia di montare ha sempre superato il timore per un animale così grande e potenzialmente pericoloso. Pericolosità di cui sono sempre stata molto consapevole anche se gran parte della paura mi derivava più dal timore di non potermi più occupare di mio figlio piccolo nel caso mi fossi fatta male...insomma, istinto materno e senso di responsabilità messi insieme. La svolta c'è stata nel momento in cui ho preso la prima cavalla in mezza fida, una cavalla tendenzialmente fredda ma molto sensibile agli eventi esterni -persone, rumori, odori - per cui reagiva con fughe e scarti, oltre ad avere l'abitudine di sgroppare alle prime richieste di galoppo o alle frustatine (e sottolineo ine) di sollecito. All'inizio, per tutto il primo anno che l'ho avuta avevo paura di queste reazioni ma poi, essendo lei particolarmente docile e comunque rispettosa, mi sono messa in una condizione di "ascolto" nei suoi confronti e ho cominciato a capire le cose che la spaventavano e quelle che la infastidivano e ho raggiunto una tale serenità in sella che lei di conseguenza si è tranquillizzata molto e aveva sempre meno reazioni improvvise e se le aveva si smorzavano subito. Una cosa che la terrorizzava era stare in campo coperto con il vento che muoveva il telone del tetto...Un giorno c'era un gran vento e lei era molto spaventata e io ho pensato che dal suo punto di vista aveva ragione ad aver paura e sarebbe stato compito mio rassicurarla e così è stato e abbiamo fatto una lezione bellissima, tutte e due concentrate alla faccia del telone che si muoveva!! Insomma, nella mia piccola esperienza la paura, paradossalmente, l'ho vinta proprio pensando un po' da mamma....con un senso di protezione e di comprensione per quelle che possono essere le paure di un altro essere vivente ... Quando sei mamma e hai paura per qualcosa comunque ti metti nella condizione di non trasmettere le tue paure a tuo figlio perché se no è la fine per lui....a chi può far riferimento se non a te? Con quella cavalla è stato così è adesso che ho ricominciato a montare con un'altra cavalla, in un altro posto mi accorgo comunque di aver acquisito una tranquillità che all'inizio non avevo....certo io non monto né puledri né stalloni!
Peperina bella la tua esperienza! E anche la metafora della mamma, mi è piciuta :pollicesu:
Questo topic mi piace particolarmente perché rappresenta un po' il motivo per cui mi sono iscritta al forum.. la mia paura nei confronti delle paure del mio cavallo.. E un po' mi rincuora leggere che non sono l'unica (dal mio punto di vista, quando guardo altri montare ho sempre l'impressione che non abbiano mai paura e quindi provo una sorta di stima/invidia..) Quindi leggere le vostre esperienze è stato illuminante :occasion14:
Al di là dei risultati tecnici, agonistici ecc, trovo che una delle soddisfazioni più grandi che si possano provare nell'equitazione, e che sia paragonabile anche ad esperienze di vita di tutti i giorni, sia proprio quella di affrontare la paura e riuscire a vincerla.. certo, non la si sconfigge mai del tutto, ogni situazione è a sé.. ma ad esempio io nel mio piccolo posso dire di aver vinto, perché inizialmente tutti mi dicevano di cambiare cavallo perché non sarei mai stata in grado di gestirlo o di gestire le mie paure nei suoi confronti.. invece dopo un anno e mezzo siamo ancora qua e abbiamo fatto passi da gigante.. certo a volte se mi fa scarti particolari o mini fughe ho ancora quei due secondi di annebbiamento da panico ma riesco a ricompormi abbastanza in fretta e non ho paura a riprovare l'esercizio, cosa che prima non riuscivo a fare.
L'importante è capire qual'è il modo migliore per aiutare il cavallo a superare queste paure. Mi piace l'idea di essere io la sua guida, che lui debba fidarsi di me per superare le sue paure. Trovo che sia questo a rendere magico e unico il rapporto tra cavallo e cavaliere.
Citazione da: bionda - Marzo 04, 2016, 11:07:26 PM
Le difese che mettono paura al cavaliere sono quelle violente, smontonate, impennate, fugoni. Il cavallo fa anche fatica a farle. Impara velocissimo a non farle più, se vede che lo ascolti e che basta molto meno per farsi rispettare.
non so bene qual è la sfumatura che non coincide, penso che abbia ragione Nyna, cioè c'entra la motivazione del cavallo a difendersi.
quando smetto di chiedere galoppo (per dire il mio problema che parte dal galoppo) per "rispettare il suo desiderio pora stella che ha ragione lui", Etrillo per un po' fa il bravo al trotto, poi inizia a ripropormi la difesa (cioè la strategia che lui ha trovato vincente) anche al trotto. è successo così che un poco alla volta due anni fa siamo finiti immobili al centro del campo. e sta succedendo così anche adesso.
Citazione da: segreto - Marzo 05, 2016, 08:52:13 PM
C'è un altro punto da trattare in questo topic; e non sono le paure soggettive ma la motivazione a proseguire un percorso che, in qualche situazione, e quasi semnpre all'improvviso, genera paura. Perchè lo facciamo?
me lo sto chiedendo davvero intensamente.
Citazione da: nyna - Marzo 05, 2016, 08:57:43 AM
Che fai, lo lasci fare? Te lo tieni come cavallo di compagnia? Un cavallo di 5 anni?
il controcanto di questa domanda più che legittima è: ma da amatori quali siamo, quanto ha senso forzarlo, costringerlo, farglielo fare controvoglia?
perché motivare con la frusta (ovviamente prima ti ci vuole la frusta, per potergli dopo somministrare il premio) non è bello.
Luna io non conosco nè te nè il cavallo ma mi verrebbe da pensare alla noia... montando cavalli giovani mi sono accorta che non propongono mai reazioni di rifiuto a quello che facciamo, e mi sono fatta l'idea che sia così perchè hanno energia da vendere e sono entusiasti (nel vero senso della parola) di andare, anche solo in circolo al trotto. Invece con i cavalli da scuola (o cavalli semplicemente più maturi) mi accorgo che serve una motivazione in più perchè tutto questo bisogno di muoversi non c'è e il lavoro in campo senza nuove sfide non li incuriosisce più di tanto. Poi magari tu esci in campagna tutti i giorni per cui tutto ciò non ha niente a che fare con te :horse-embarrassed:
Riguardo alla motivazione, fissare obiettivi a breve e lungo termine secondo me è un ottimo modo per affrontare le paure. Se io voglio fare una 1 di completo avrò interesse a superare la mia paura di saltare in campagna. Se voglio prendermi un puledro domato e insegnargli io tutto il resto dovrò essere pronto a gestire reazioni di tutti i tipi, perchè non so che carattere avrà il cavallo.
Poi gli obiettivi non devono essere fissati nella pietra, si possono sempre modificare. Se mi accorgo che galoppare in campagna a 400 m/min mi spaventa troppo, bene non farò completo, e via dicendo.
Che senso ha farglielo fare controvoglia? Per come la vedo io tutto ciò che facciamo con i cavalli è puro condizionamento e lo fanno sì controvoglia. Non è che un puledro sdomo è contento quando gli metti la sella per la prima volta o lo incapeszzi per la prima volta. I cavalli si addestrano e fanno quello che gli diciamo, ma non perche gli va. Dai, bisogna essere realisti.
I problemi iniziano quando i cavalli capiscono che possono NON fare quello che gli viene chiesto. Lì sono guai.
Comunque per la cronaca, io non ho mai usato la frusta con quel cavallo. La frusta come strumento per la lezione alla gamba è molto utile, ma bisogna vere il sangue freddo di continuare la richiesta anche se il cavallo si difende. Non tutti ci riescono. E visto che il cavallo non lo dovevo montare io, ho evitato la frusta.
Ho usato un rametto. Un rametto di un albero; flessibile e con foglie alla fine. Il solo rumore li manda avanti immediatamente. Lo uso anche con i puledri. Funziona benissimo anche un sacchetto di plastica legato alla frusta lunga.
Luna io la penso esattamente come Nyna, è ovvio che tutti i nostri cavalli preferirebbero passare la giornata a paddock piuttosto che con noi sulla schiena, ma dal momento che noi ci siamo comprate un cavallo e facciamo tanti sacrifici per mantenerlo una scelta ad un certo punto si impone: o il cavallo collabora per farci divertire un'oretta oppure noi rinunciamo al nostro divertimento e continuiamo a mantenerlo come tagliaerba vivente.
Anche io concordo con milla e le altre.
Il cavallo deve essere un piacere...visti I numerosi sacrifici che si fanno sia economici che di tempo...se anche quel poco che gli chiediamo deve essere una lotta allora io personalmente non ci sto...
Vero e' che pero' dobbiamo chiedere quello che il cavallo puo fare e non andare oltre...
io sto montando molto conto terzi.
tra i tanti, anche la cavalla della moglie del boss.
niente, la monto tutta settimana e faccio un lavoro fantastico, la cavalla è meravigliosa, mi ci diverto.
oggi la monto e fa schifo, mi viene da vomitare tanto è orrenda e inutile e rigida e veramente spiacevole.
allora, siccome m'è salita la carogna, sono sceso.
ho deciso che è meglio lavorarla solo alla corda, se no le faccio passare una brutta brutta ora e povera non è neanche colpa sua ma di chi la distrugge tutti i weekend.
ho deciso che non la monto più, tempo perso. la metto in giostra e la giro alla corda, fine della storia, al massimo ci vado in passeggiata così non ci litigo.
bello eh, rovinare i cavalli??
ecco di cos'hanno paura i cavalli. ecco qual'è la vera paura di un cavallo. avere in sella un cavaliere che li vizia e li rovina e poi, purtroppo, uno che dovrebbe rimetterli in riga.
a noi non piace menare i cavalli, punirli, piegarli, spezzargli la volontà. siamo talora costretti a farlo solo perchè c'è chi fa le cose alla membro canino. l'equitazione non è per tutti, bisognerebbe lasciar perdere. e chissefrega se tutti mi dicono che la coccola, che la tiene bene, che le mette il grasso, che "ha una grandissima passione" (dicono anche che ha più passione di me, sta sciura, solo perchè fa tante moine).
la responsabilità per i cazziatoni che si prendono i cavalli è dei loro proprietari che franno bordello.
che cavalla schifosa, in soli 2 giorni, in soli 2 giorni. un cesso. una cosa da vomito, tutta contro la mano, schiena spezzata, sorda alla gamba, sorda alla mano... che schifo di roba, che rottame, che vomito.
in giorni così smetterei del tutto, tanto non serve a niente, basta un cretino a fare danni.
sì ecco anche io mi sento un po' così.
Poker ma possibile che la moglie del tuo boss riduca la cavalla così solo per averla montata 2 giorni?
Io sono una capra a montare però nemmeno io riesco a fare danni simili :icon_confused:
i cavalli sono meritocratici.
a loro non glie ne sbatte niente se li ami, se hai tanta passione, se tu adori montare, se tu vivi per l'equitazione.
a loro frega solo quello che effettivamente, oggettivamente sai fare.
del fatto che tu ti impegni tanto se ne strafregano.
questo fa si che siano grandi maestri di vita, per chi vuole vedere le cose come stanno.
purtroppo ci sono persone che non sentono niente in sella, che non sono mai tempestive, che quando devono mettere la mano mettono la gamba e quando devono mettere la gamba mettono la mano.
persone con l'equilibrio di un elefante in punta di piedi.
persone che fanno sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato.
la negazione dell'equitazione.
l'equitazione DEVE ESSERE UN PO UN PIACERE PER TUTTI E DUE CAVALLO E CAVALIERE. se tu il cavallo lo torturi, lo martori, lo disgusti, lo spezzi, lo terrorizzi, ma cosa monti a fare??? ma non lo vedi CHE NON VA BENE NIENTE?? non lo vedi che fai schifo in sella, fai pietà, sei una accozzaglia di modi sbagliati e grossolani e che parli una lingua del tutto incomprensibile non solo per il cavallo ma anche per chi ti guarda da terra.
io provo solo disgusto per queste persone prive di autocritica, ma poi cosa vuoi dirle??? lei NON SENTE. lei NON SENTE che la cavalla fa schifo, è ripugnante, è tutto sbagliato, è spezzata in due, ha la schiena al contario, è contro la mano, sorda alla gamba. LEI NON LO SENTE.
e in effetti che cosa ci possiamo fare??? se sei DALTONICO cosa ci puoi fare?? non è che VUOI ESSERE DALTONICO. lei vorrebbe montare bene. lei ama i cavalli, davvero. ma NON SI ACCORGE di essere una specie di sacco di me**a putrido e disgustoso in sella. Lo fa in buona fede. E per quante lezioni faccia, non ci arriva, non ci può arrivare, è NEGATA.
io ho visto parecchi principianti ma piu o meno tutti ci stavano dentro poveri cristi. questa monta da 20 anni e per me è peggio del turista che sale in sella all'isola d'elba a fare il giro in bermuda e infradito. la guardo e spero che mi si rinsecchiscano i bulbi oculari, spero che le mie pupille si trafiggano da sole con degli spilli appuntiti perchè la cecità sanguinolenta sarebbe meno dolorosa dello spettacolo stomachevole a cui devo assistere.
(oggi mi son svegliato male, scusate)
:horse-scared: adesso Poker meta' di noi appenderanno la sella al chiodo :horse-scared: :icon_pidu:
Scherzo ma ti capisco. I cavalli sono dei santi e vederne rovinare uno buono e' doloroso.
A noi han rovinato un buon purosangue ( buono per le passeggiate, non chissa' che animale finemente addestrato) in.una sola uscita e quando ci penso mi viene ancora il nervoso)
Poker dopo una giornata di emme leggere il tuo intervento mi ha fatto morire ahahah :icon_pidu:
A me non é mai capitato di vedere l'anti equitazione. Però a questi livelli di incapacità ci vorrebbe un po' di amor proprio nel capire che si é negati e anche un po' di sincerità da parte di chi ti vede.
I miei su questo punto, forse essendo ex equitanti, sono stati molto schietti fin dall'inizio. Prima di cominciare le lezioni mi é stato detto che, se dopo un primo periodo di prova, fossi risultata poco portata o proprio negata non avrebbe avuto senso mandarmi a lezione e quindi mi sarei dovuta accontentare di passeggiare con l'avelignese decrepito e stra bravo di mio zio.
Citazione da: AnnaQ - Gennaio 01, 1970, 05:02:53 AMmontando cavalli giovani mi sono accorta che non propongono mai reazioni di rifiuto a quello che facciamo, e mi sono fatta l'idea che sia così perchè hanno energia da vendere e sono entusiasti (nel vero senso della parola) di andare, anche solo in circolo al trotto. Invece con i cavalli da scuola (o cavalli semplicemente più maturi) mi accorgo che serve una motivazione in più perchè tutto questo bisogno di muoversi non c'è e il lavoro in campo senza nuove sfide non li incuriosisce più di tanto.
Dipende molto dal carattere del cavallo. In questo periodo sto montando un cavallo "maturo" (19 anni) che l'altro giorno ha puntato un'oxer a caso da 1.30m del tipo: "ti prego ANDIAMO. Andiamo andiamo andiamo!" E ce n'è voluto per fargli passare quell'idea.
Un altro più giovane invece, vado verso il primo salto della lezione (sempre una crocetta bassa) e lui si ferma sempre del tipo: "Ma la faccio? Ma la devo proprio fare? Sei sicura sicura? Non posso tornare in letargo per un'altro po'?"
I salti successivi li fa benissimo ma il vizio della 1a crocetta rimane.
Poker, capisco la tua frustrazione, ma credo che nessuno dica alla moglie del boss che monta male. Nemmeno un'istruttore. E lei si convince che se nessuno la critica allora sta facendo nel modo giusto. Chi tace acconsente.
Io stessa sto subendo in questo periodo due istruttrici che mi impongono di montare in due modi diversi perché il mio bacino è bloccato e non sanno né cosa mi rende così rigida né come risolvere questo problema. Però prima quando facevo gare più basse nessuno mi correggeva per la mia rigidità, ed io pensavo fosse giusto montare così.
Io mi sto rendendo conto che più vado avanti con gli anni e più divento fifona.
Non sono mai stata una coraggiosa però ultimamente direi che sto esagerando.
Ovviamente le paure ti vengono dopo i primi incidenti e dipende da quello che ti capita .....
Io per esempio ho il terrore del cavallo che mi prende la mano.
Non riesco a farmela passare.
Ho una cavalla piuttosto elettrica e io quando monto lei non sto mai tranquilla e ovviamente le trasmetto questa mia ansia.
Diventa tutto un'ansia!
La sento sotto pronta a scoppiare per un nonnulla e mi terrorizzo.
Anche io mi son detta più volte che non me lo ha ordinato il medico di montare a cavallo ......
Però non voglio rinunciare perché mi piace troppo nello stesso tempo.
Ma monto troppo poco e meno monti meno ti passa la paura.
Ora poi devo trovare il coraggio di montare anche il puledro.
Ho deciso che appena arriverà una temperatura mite e costante mi prenderò una settimana di ferie e starò appiccicata al mio istruttore tutto il giorno e speriamo di sbloccarmi!
Anita io credo che sia anche normale che, col passare degli anni, le persone diventino più fifone o meglio più prudenti; ti rendi conto di più dei pericoli, hai la consapevolezza che se ti fai male ti incasini con il lavoro-casa-figli-famiglia ecc., ci rendiamo conto di essere meno elastici, meno agili, più fragili.
Io non sono mai stata una spericolata però se penso a certi rischi che ho corso da ragazzina senza rendermene conto nè pensare alle eventuali conseguenze mi vengono i brividi :horse-scared:, certe cose col cavolo le rifarei adesso, ci tengo alle mie vecchie ossa :horse-wink:
Poi credo che la paura non sia qualcosa di negativo, spesso sento dire con un po' di disprezzo-commiserazione-superiorità che il Tizio o la Tizia ha paura di montare, beh io credo che sia perfettamente normale, sano e legittimo aver paura (entro limiti ragionevoli ovviamente), uno che non ha paura per me è un incosciente.
Milla, sì certo hai ragione sotto questo aspetto però la mia paura sta diventando esagerata.
Dipende molto anche da come mi sento è in questo periodo lo stress è forte però vorrei proprio tanto che sparisse questa ansia che mi prende quando monto Zamantha.
Ovviamente sto lavorando su me stessa .......
Speriamo bene!
Eccomi, io sono la paura in persona! Forse anche l'anti-equitazione ahah :occasione:
Mi fa piacere leggere delle vostre difficoltà, anche se in molti casi mi sembra un tipo di paura controllabile, o addirittura solo prudenza, che invece non è mai troppa.
La paura vera è quella che blocca. E ve lo dice una che vi assicuro la provava, tanto da stare male il giorno prima di montare. La paura non sana è quella che poi si tramuta in panico, che ti fa spegnere il cervello e ti blocca.
Ho iniziato così, soffrivo moltissimo di vertigini, ora va molto meglio ma purtroppo alle volte ritorna. Tipo in questo periodo.
Non saprei spiegarvelo, proprio perché non c'è nulla di razionale. Per dirvi, non posso propriamente dire di avere paura quando succedono cose tipo sgroppate, fughe o cose del genere, perché ultimamente mi sta capitando spesso ed anzi, in quei momenti mi sale l'adrenalina, divento lucida e reagisco benissimo. Dopo lavoro anche molto meglio!
Credo si tratti più di un'insicurezza di fondo, che riguarda davvero me e non la paura del cavallo. Diciamo che quando sono in sella trova la sua massima espressione :firuu:
Anche perché da terra non ho nessun tipo di timore, anzi. Solo la giusta prudenza!
Considerate anche che prima di iniziare equitazione io non riuscivo neppure a scendere le scale mobili dei centri commerciali :horse-embarrassed: cosa che invece ora faccio ad occhi chiusi, e ne vado fierissima! hahah :occasion14:
Citazione da: PokerFace - Marzo 07, 2016, 06:45:13 PM
i cavalli sono meritocratici.
a loro non glie ne sbatte niente se li ami, se hai tanta passione, se tu adori montare, se tu vivi per l'equitazione.
a loro frega solo quello che effettivamente, oggettivamente sai fare.
del fatto che tu ti impegni tanto se ne strafregano.
questo fa si che siano grandi maestri di vita, per chi vuole vedere le cose come stanno.
purtroppo ci sono persone che non sentono niente in sella, che non sono mai tempestive, che quando devono mettere la mano mettono la gamba e quando devono mettere la gamba mettono la mano.
persone con l'equilibrio di un elefante in punta di piedi.
persone che fanno sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato.
la negazione dell'equitazione.
l'equitazione DEVE ESSERE UN PO UN PIACERE PER TUTTI E DUE CAVALLO E CAVALIERE. se tu il cavallo lo torturi, lo martori, lo disgusti, lo spezzi, lo terrorizzi, ma cosa monti a fare??? ma non lo vedi CHE NON VA BENE NIENTE?? non lo vedi che fai schifo in sella, fai pietà, sei una accozzaglia di modi sbagliati e grossolani e che parli una lingua del tutto incomprensibile non solo per il cavallo ma anche per chi ti guarda da terra.
io provo solo disgusto per queste persone prive di autocritica, ma poi cosa vuoi dirle??? lei NON SENTE. lei NON SENTE che la cavalla fa schifo, è ripugnante, è tutto sbagliato, è spezzata in due, ha la schiena al contario, è contro la mano, sorda alla gamba. LEI NON LO SENTE.
e in effetti che cosa ci possiamo fare??? se sei DALTONICO cosa ci puoi fare?? non è che VUOI ESSERE DALTONICO. lei vorrebbe montare bene. lei ama i cavalli, davvero. ma NON SI ACCORGE di essere una specie di sacco di me**a putrido e disgustoso in sella. Lo fa in buona fede. E per quante lezioni faccia, non ci arriva, non ci può arrivare, è NEGATA.
io ho visto parecchi principianti ma piu o meno tutti ci stavano dentro poveri cristi. questa monta da 20 anni e per me è peggio del turista che sale in sella all'isola d'elba a fare il giro in bermuda e infradito. la guardo e spero che mi si rinsecchiscano i bulbi oculari, spero che le mie pupille si trafiggano da sole con degli spilli appuntiti perchè la cecità sanguinolenta sarebbe meno dolorosa dello spettacolo stomachevole a cui devo assistere.
(oggi mi son svegliato male, scusate)
Io amo quest'uomo
io invece vorrei farvi leggere questo:
http://www.horsecollaborative.com/day-gave-riding-forever/
è una favoletta ma fa riflettere.
Nyna lo amiamo in due quell'uomo :laugh3: :laugh3:
Luna, che pensi della storiella che hai postato?
Io concordo in parte, comprendo e condivido la questione "non sono più una ragazzina, adesso ho molti più timori di allora e quindi non mi sento serena in sella come una volta", però non sono d'accordo sul fatto di non provare più lo stesso amore o attaccamento ai cavalli solo perché per qualche anno c'è stato un distacco. Io ho smesso per 9 anni, smesso del tutto non mi ci avvicinavo nemmeno perché soffrivo troppo, ma non passava giorno senza che io pensassi ai cavalli e senza provare il desiderio di ricominciare. Li sognavo di notte, ogni volta che guardavo un film con cavalli mi veniva il magone. E infatti appena ho potuto, ho ricominciato, e anche se non è facile perché, come ben spiega lei, non siamo più le ragazzine spavalde e un po' incoscienti di una volta, se i cavalli li hai dentro dalla nascita, non puoi non provare più quell'amore e quella passione viscerale.
Quindi secondo me i casi sono due: o la sua passione non è mai stata così forte, oppure la paura offusca la sua mente e di conseguenza mente a se stessa. Ma se così fosse prima o poi tornerà a galla e non potrà farne a meno.
no, secondo me non è così.
secondo me lei sta facendo un grande gesto di onestà intellettuale: sta dicendo che non è più in grado di montare, e che non è colpa del cavallo, è colpa sua.
non dice che non ama più i cavalli, dice che, per come si sente lei, non è il caso di continuare a montarli.
Sono d'accordo in parte, però in fondo la paura è una cosa che si può almeno provare a superare, se davvero lo si vuole. Poi se dopo mesi e mesi che provi proprio non riesci, ok. E comunque non per forza devi montarli, se li ami puoi anche avere un altro tipo di contatto. Quanta gente ha il cavallo ma non lo monta? È una scelta. Penso solo che se c'è quella passione, non puoi starci lontana, prima o poi ti ci ritrovi. Ripeto, non per forza in sella.
Questa frase però:
"I had lost touch with them, lived a whole life between and become aware of my mortality. I hadn't visited them enough over the years, and I'd left it too late to reconnect."
A mio avviso, lascia trasparire che lei parla proprio di rapporto, di contatto, di connessione. Poi chiaro, è interpretabile, come tutto...
Però come spunto per riflettere sulla paura è ottimo (io poi ho tanti problemi al riguardo), quindi grazie per averlo postato :-)
in quella frase, per come l'ho capita io, sta spiegando perché secondo lei oggi non si sente più in grado di montare, e cioè che nel periodo di tempo in cui non ha avuto la possibilità di montare è cambiata moltissimo e oggi è molto diversa da quella ragazzina spensierata che era una volta.
Citazione da: BigDream - Marzo 10, 2016, 11:28:14 AM
Luna, che pensi della storiella che hai postato?
Io concordo in parte, comprendo e condivido la questione "non sono più una ragazzina, adesso ho molti più timori di allora e quindi non mi sento serena in sella come una volta", però non sono d'accordo sul fatto di non provare più lo stesso amore o attaccamento ai cavalli solo perché per qualche anno c'è stato un distacco. Io ho smesso per 9 anni, smesso del tutto non mi ci avvicinavo nemmeno perché soffrivo troppo, ma non passava giorno senza che io pensassi ai cavalli e senza provare il desiderio di ricominciare. Li sognavo di notte, ogni volta che guardavo un film con cavalli mi veniva il magone.
Quotone
Non mi fa molta simpatia la signora del racconto di Luna. E' ovvio che a 40-50 anni non puoi pensare di rimontare in sella dopo anni e anni e fare le stesse cose che avresti fatto a 15. Le ci voleva un po' di umiltà per godersi quello che invece nella sua condizione poteva fare, probabilmente sempre più e meglio che niente.
eh bionda ma se hai paura del cavallo che fa il cavallo è dura eh.
it was not that he was too wild, too young, too strong. He was just a horse being a horse. It was that I was too cautious, too old, too weary. Horses hadn't changed, I had.
(...)
Some things can't be recreated, no matter how much money one throws at them, and no matter how much one wishes it to be so.
A proposito di paure, ne ho una abbastanza specifica che peró mi passa appena salgo in sella e mi sento stabile: quella di cadere di lato, i particolare dal lato esterno.
Dovete sapere che ho un ginocchio debole a causa del quale una volta caddi da uno stallone al galoppo, non ressi la sua forza e cedetti, caddi di lato verso il centro del campo e non mi feci assolutamente nulla, da allora peró mi chiedo che sarebbe successo se fossi caduta dalla parte opposta e...sì...la caga c'è...e più il campo è chiuso più ho timore. Inoltre da allora non sopporto sentire il cavallo che cominca a prendere la mano al galoppo: so che probabilmente non rouscirei a stare su in caso di fugone e tento di prevenirlo in tutti i modi e di evitarlo.
L'andatura che curo di più è il galoppo, l'andatura che mi riesce peggio è sempre il galoppo. Pro e contro della paura in un'unica andatura...
Intre ho paura che il cavallo scivoli nei circoli al galoppo, ma anche lì passa quando mi concentro su quello. So che certe cose possono accadere, ma trovo più tranquillità nel momento in cui so come ridurre il rischio che accadano e ho fiducia nell'istruttore che certamente mi avrà dato un cavallo dritto, addestrato e abituato a svolgere determinati esercizi.
Io ho smesso a causa della paura.
Ho montato per 10 anni, senza però aver mai la possibilità di prendere una mezzafida, anche se ho avuto occasione di montare dei cavalli di un commerciante che mi hanno insegnato un'equitazione più sensibile.
Non ho mai trovato però l'istruttore giusto: ho girato tanti maneggi alla ricerca di qualcuno che insegnasse veramente come gestire il cavallo senza accontentarsi di dare qualche indicazione di base.
Ho saltato per un po' e mi sono resa conto che non mi bastava più essere mandata contro l'ostacolo senza avere una minima cognizione di come gestire l'avvicinamento.
Mi sono appassionata al lavoro in piano e tre anni fa è arrivata la mezzafida.
Cavallina di 17 anni, bella arzilla e da montare con la testa. L'ho tenuta quasi un anno, poi i fattori esterni sono diventati per me insostenibili: dovevo montare non solo senza istruttore, ma anche in un maneggino con soli due box. Praticamente ero sempre sola.
Dopo un paio di cadute, ho deciso che l'equitazione è uno sport già difficile di per sé, senza doversi complicare la vita in questo modo.
Ho continuato con il lavoro piano e finalmente ho trovato un posto dove insegnavano monta classica. Il mio problema da risolvere era la paura in sella, accumulata in un anno di equitazione solitaria con una cavalla sull'occhio. L'istruttore era molto esigente in sella, mi sentivo incapace ma piano piano miglioravo.
Dopo pochi mesi nel nuovo maneggio, l'incidente.
Pulendo i piedi al cavallo, mi sono presa un calcio in testa. Per fortuna mi ha preso di striscio col ferro all'attaccatura dei capelli. Non ho sentito male lì per lì, nemmeno mi sono resa conto di cosa fosse successo.
Ho visto tutto nero e mi sono sentita un attimo in black out.
Di corsa all'ospedale, mi hanno messo i punti e si è risolto tutto bene. Fisicamente.
A niente è servito essere perfettamente consapevoli che non è stato un calcio di cattiveria ma un incidente.
Da lì le cose si sono rovesciate: se prima ero tesa quando salivo, improvvisamente montare in sella era diventato un sollievo. La gestione da terra mi spaventava.
Ho montato ancora per qualche mese sporadicamente, visto che il posto era senza coperto ed era autunno.
A gennaio mi sono resa conto che l'equitazione doveva essere un piacere. Che non era bello né naturale sperare che piovesse per annullare la lezione.
Così ho smesso.
Ormai è un anno che sono ferma, e penso spesso alla possibilità di ricominciare. In un posto dove mi aiutino a gestire e superare la paura con la tecnica, dove possa sviluppare una competenza sia da terra che in sella che mi aiuti a essere consapevole di come gestire le situazioni normali e di difficoltà.
Il problema alla fine è sempre stato tutto qui.
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, posso capirti, io ho preso un calcio in pieno sulla mandibola. Per fortuna me l'ha dato un pony sferrato, quindi me la sono cavata una mandibola slogata, però ho comunque avuto molti problemi alla bocca, perfino ora dopo quasi 10 anni porto l'apparecchio mobile.
Posso dirti che col tempo la paura passa, purtroppo gli incidenti accadono, non si può mai eliminare il rischio.
Fra...mamma mia
Di che zona sei?
Ma perché abbiamo paura di fare dei tranquilli esercizi nella cavallerizza, dove se cadiamo nella sabbia assai raramente ci facciamo la bua - normalemente - ci sporchiamo solo i pantaloni fichissimi che abbiamo appena comprato, e invece ci tuffiamo allegramente nel traffico caotico delle nostre città montando un giolivo motorino che se cadiamo - normalemente - ci rompiamo le ossa e - comunque - non penziamo mai alla nera signora che è là appollaiata sulla nostra spalla?
La domanda è banale, la risposta è facile, assai facile.
Io mi sento sempre più stupida, quale sarebbe la risposta scusa?
Quoto Raffaele
Per carità l'incidente capita, andare a cavallo é rischioso, ma salire ogni giorno in macchina e immettersi nel traffico forse lo é di più
Io guido sia la macchina che la moto (ho una moto da trial, difficile da guidare in strada), mi piace andare veloce
Io sono fatalista : se deve succedere, mi succede anche se sto chiusa tutta la giornata in casa
Però, io all'inizio ho imparato con mio padre a guidare, ed ero terrorizzata, mi veniva l'ansia ogni volta che dovevo salire in macchina, sudavo...
Quando ho iniziato con scuola guida invece pian piano la paura é andata via!
Secondo me quindi dipende anche da chi ti insegna a renderti sicuro, a mio avviso!
La risposta è: la forza dell'abitudine. I fanti giocavano a carte in trincea nella I Guerra mondiale, si fa l'abitudine a qualsiasi pericolo e a qualsiasi rischio.
Già, l'abitudine+la cognoscenza, se si conosce qualcosa e si sa come prenderla non si ha paura, non si può aver paura, non si deve aver paura, altrimenti il lavoro non è sopportabile e il divertimento diventa un incubo....
(http://i.imgur.com/PV0nP.jpg)
Non esistono metodi o istruttori contro la paura, ma vincerla è facile, basta frequentare l'oggetto pauroso tutti i giorni, nel caso del lallo - però - dovete imporre una o due regole di disciplina/di sicurezza, altrimenti il bestio vi cambia i connotati a sua scajola.
La prima regola è: non dimenticare che noi siamo noi e loro sono loro, se il vostro bestio travalica i confini sarà meglio ricordarglielo... se l'avete ben educato basta la terribil voce
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 19, 2016, 08:32:35 PM
Non esistono metodi o istruttori contro la paura, ma vincerla è facile, basta frequentare l'oggetto pauroso tutti i giorni...
Oh saggezza divina, perchè ti offri a pochi e non a tutti?
Sarei curioso di sapere cosa pensano delle tue teorie terapeutiche le persone che subiscono attacchi di panico.
Segreto
Quanto all'uso della storica foto dei carpentieri nordamericani che lavoravano alla costruzione di grattacieli: ricordo di studi sulla loro etnia (indigena). Pare venissero più o meno tutti da un ceppo ristretto e avessero non ricordo quale particolarità neurologica che li preservava da pericolose percezioni legate al vuoto. Se cerchi, forse trovi.
Stiamo parlando di lieti cagasotto non di seri psicopatici, riguardo le vertigini, pare che esista una tribù pellerossa che geneticamente non ne soffrirebbe, ma siccome in tutto il mondo ci sono stati e ci sono centinaia di migliaia di persone che lavorano a quelle altezze, è solo una curiosità statistica.
Eppoi, era solo un esempio tra le migliaia da fare... quando ero in Sardegna conoscevo molti "corallari" - tanti erano napoletani - scendevano ad oltre 100 metri per raccogliere il corallo, per loro era come andare a raccoglier ciliegie... ogni tanto qualcuno andava in elicottero alla iperbarica della Maddalena - se non morivano o se non restavano malconci - il giorno dopo erano di nuovo in mare.
Non definirei "seri psicopatici" le migliaia di persone che soffrono di attacchi di panico. :chewyhorse:
Gli attacchi di panico o disturbo da panico - classificati ed inseriti come "panic attack/s (PA/s)" o "panic disorder (PD)" nel DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali)
Bé, se ti piace, possiamo definirli "seri disturbati mentali", ma la sostanza non cambia, perché di questo si tratta... è una vera e propria patologia psichica che - a volte - provoca disagi indicibili tra cui - quello più atroce - la sensazione di morte...
io personalmente non ho mai avuto paura di un animale in vita mia (nemmeno dei serpenti!), ma ora che mi sono capitate alcune cadute in poco tempo ho un po' paura delle reazioni del cavallo ai miei comandi, in particolare delle fughe quando chiedo il galoppo oppure sempre delle fughe dopo un salto. non avendo ancora un assetto stabile mi trovo in difficoltà e mi accorgo di essere in tensione...
Anche l'ansia è inclusa nel DSM ma definire "serio psicopatico" una persona ansiosa mi pare un cincinin eccessivo, idem per la depressione.
Che il DAP sia una cosa spiacevolissima e potenzialmente invalidante è certo, che sia una patologia psichiatrica idem ma, ripeto, definire un paziente di questo tipo "seriamente disturbato mentale" è un'esagerazione.
Scusa l'intrusione Zazolino, chiudo l'ot.
Paura è una cosa, panico (di fronte a un pericolo reale e concreto) è un'altra, attacco di panico che nasce dal nulla o quasi una cosa ancora diversa (e veramente molto seria). Aggettiviamolo come vogliamo, in modo più o meno politically correct, ma resta un problema molto, molto serio.
Serio psicopatico, serio disturbato mentale, puretroppo definiscono un tizio/una tizia che ha seri disturbi psichici, serie patologie psichiche.
L'attacco di panico - di per se grave, invalidante perfino - spesso è associato ad altre patologie di ordine psichico, come la depressione... purtroppo ho avuto una esperienza famigliare: depressione + attacchi di panico, la persona - a me cara, mi duole dirlo, era affetta da una seria psicopatia, era una seria psicopatica.
Detto questo, cara milla, per quel che mi riguarda, puoi chiamare questi meschini come più ti aggrada...
Per strani motivi sembra offensiva, la parola "psicopatico"..... invece (se usata a proposito) dovrebbe avere la stessa "colorazione emotiva " di "cardiopatico". Bizzarrie del linguaggio.
Citazione da: The Shire - Marzo 19, 2016, 12:19:32 PM
Mi dispiace molto per quello che ti è successo, posso capirti, io ho preso un calcio in pieno sulla mandibola. Per fortuna me l'ha dato un pony sferrato, quindi me la sono cavata una mandibola slogata, però ho comunque avuto molti problemi alla bocca, perfino ora dopo quasi 10 anni porto l'apparecchio mobile.
Posso dirti che col tempo la paura passa, purtroppo gli incidenti accadono, non si può mai eliminare il rischio.
Incidente più serio del mio! Proprio quella era stata la paura mia e dei miei genitori: nel mio caso in fondo è andata bene.
Proprio quello mi ha spaventato: il fatto che sia stata fortunata. La fortuna non la puoi controllare.
Citazione da: raffaele de martinis - Marzo 19, 2016, 01:38:40 PM
Ma perché abbiamo paura di fare dei tranquilli esercizi nella cavallerizza, dove se cadiamo nella sabbia assai raramente ci facciamo la bua - normalemente - ci sporchiamo solo i pantaloni fichissimi che abbiamo appena comprato, e invece ci tuffiamo allegramente nel traffico caotico delle nostre città montando un giolivo motorino che se cadiamo - normalemente - ci rompiamo le ossa e - comunque - non penziamo mai alla nera signora che è là appollaiata sulla nostra spalla?
La domanda è banale, la risposta è facile, assai facile.
Raffaele, secondo me la risposta non è semplicemente l'abitudine. Anche, ma non solo.
Per quanto mi riguarda, a me spaventa il
non sapere.
Facciamo l'esempio di un cavallo condotto alla longhina che si spaventa e inizia a tirare.
Se io non so (non mi è stato insegnato e non ho sviluppato ancora abbastanza esperienza) come reagire di fronte a questa situazione, le mie azioni saranno inutili o peggio sbagliate. Magari mi spavento ancora di più perché temo che il cavallo mi rampi addosso, non so se tenere o lasciare. Se ho qualcuno che mi spiega che è difficile che il cavallo mi rampi, come devo tenere la longhina, dove devo posizionarmi per evitare incidenti e tranquillizzare il cavallo, riesco ad affrontare la paura più lucidamente poiché mi sono state insegnate delle azioni da mettere in pratica. Altrimenti resto in balia del cavallo e della mia paura.
L'esempio del traffico che fai tu è calzante. Il semaforo rosso è un segnale che io so come interpretare per mettermi al riparo da situazioni pericolose. Se io non capisco come funziona un cavallo, non so come interpretare i suoi segnali e rischio anche di farmi inghiottire da paure magari anche ingiustificate. Poi può capitare il pirata della strada che non rispetta la segnaletica, e appunto l'abitudine aiuta ad arginare questo tipo di paura.
C'è un mix di fortuna + conoscenza. Se non posso controllare la fortuna (il rischio non si elimina mai del tutto), con la conoscenza posso mettere una pezza a situazioni difficili.
Angeletta, ti rispondo in MP :horse-wink:
ci sono persone che sentono il cavallo, hanno l'istinto per il cavallo.
non c'è bisogno di spiegar loro nulla.
noi altri comuni mortali sarebbe meglio che fossimo un minimo istruiti anche da terra, su come si sta vicino a un cavallo. chissà perchè gli istruttori e i maneggio sta parte non la cagano di striscio.
in effetti se uno ci pensa basta un niente e ti fai male.
io ho rotto tante tante ossicine negli anni, sempre a destra (braccio destro, ginocchio destro, bacino a destra, tibia destra, caviglia, legamenti... tutto a destra). c'è chi pensa che è sfiga e coincidenza. e invece no, è che il cavallo si porta a destra, si sta alla sua sinistra.... e infatti...........................................
Questo che dici è sacrosanto.
Il problema è che lo si ammette, e poi si fanno ingiustificate ironie su Parelli et al, che per prima cosa insegnano come ci si avvicina e come si porta un cavallo..... poi ci si meraviglia se per insegnarlo chiedono dei soldi; i soldi che ho speso per corsi parelliformi sono quelli che ho meglio speso nella mia (scarsa) "carriera equestre" e che meno rimpiango.
... Per me nei maneggi si tende a trascurare il lavoro da terra, ma sul serio. Ho poi iniziato con le basi di Parelli, seguita da chi di dovere. Prima se giravo il cavallo e lui voleva andare ... Andava. Ora no. Prima se mi cadeva la longe e si impigliava dovevo pregare che si fermasse da solo, ora risponde al disimpegno anche in libertà e con una corda tra le gambe (provato, anche se involontariamente...). Insomma, piccole cose che però trovo molto utili. Infine anche i passi indietro senza tirare li trovo una gran cosa. Se lo tiro fuori dal box non mi trascina più in giro ...... Saranno cavolate ma vedo ad oggi anche groom professionisti che più che strattonare cavalli per fare due passi indietro o lanciarli alla corda a caso per farli andare e basta non fanno. Li imitavo e a volte avevo paura del mio stesso cavallo non avendone un vero controllo dato che con la forza vince lui. Ora per me è un'altra storia.
Magari non saranno novità. Magari sono cose già sapute da secoli. Ma se sono dimenticate, oppure: se chi le conosce le dà per scontate e si rifiuta di insegnarle..... allora trovando uno che le conosce e le insegna, è giustissimo pagarlo.
Sono banalità? Non importa; è dalle banalità che occorre cominciare.
:quoto:
Raffaele, concordo pienamente con te sul fatto dell'abitudine.
È altrettanto ovvio che ci debba essere anche una preparazione di base nel saper affrontare le situazioni critiche.
Il problema però resta irrisolto nel caso non ci fosse il tempo per montare a cavallo tutti i giorni, purtroppo.
Io sono convinta che se riuscissi a montare tutti i giorni o quasi risolverei tutte le mie ansie però non mi è possibile.
Dovrò aspettare la pensione se continuo così .........
:firuu:
io sono diviso tra due estremi...
ho molta confidenza e faccio anche cose considerate pericolosissime (tipo addormentarmici sopra sdraiato) con i miei cavalli e con quelli che conosco e che so' essere simili ai miei (a sangue freddo)
per contro ho molta paura dei cavalli da sella anche solo vagamente scattanti e nevrili, a livello di rifiutarmi assolutamente di montarli
Si vede che hai avuto brutte esperienze. Io ho montato, alle volte, anche cavalli molto in avanti, e mi sono trovato veramente bene. Non appena proverò un cavallo in avanti ma infame, sono certo che cambierò il mio punto di vista :horse-wink:
Citazione da: alex - Maggio 05, 2016, 03:31:31 PM
Si vede che hai avuto brutte esperienze. Io ho montato, alle volte, anche cavalli molto in avanti, e mi sono trovato veramente bene. Non appena proverò un cavallo in avanti ma infame, sono certo che cambierò il mio punto di vista :horse-wink:
premesso che non mi sono mai fatto veramente male... ma a volte in un lontano passato mi e' successo di provare a montare dei cavalli nevrili e sensibili, sia inglesi che western, e mi sono sempre trovato in grossa difficolta' nel gestirli, a livelli di non riuscire nemmeno a farci 10 metri finendo per urlare disperato a chi stava a terra di venire ad aiutarmi per scendere...
comunque la sensazione che si ha stando su un cavallo sensibile, scattante ed energico per me e' puro terrore... ne faccio volentieri a meno...
i cavalli di questo tipo richiedono non solo una certa tecnica equestre che io non ho, richiedono anche un cavaliere dalle mani leggere, con un buon'assetto e movimenti sciolti, e che abbia il controllo delle proprie emozioni e sappia tranquillizzare il cavallo...
io al contrario sono un grassone imbranato con i riflessi lenti, le manacce pesanti da carrettiere e vado nel panico molto facilmente (non solo a cavallo, anche in auto sono terribile)
di fatto io finisco a fare la gara col cavallo a chi ha piu paura, invece di trasmettergli sicurezza...
in buona sostanza ho bisogno di un cavallo da montare in capezza o al massimo con un filettone molto dolce, insensibile all'assetto, lento e pigro, e sopratutto che non abbia bisogno di essere rassicurato dal cavaliere, ma che al contrario sappia rassicurare me che tra i due sono spesso quello che ha piu paura...
Io invece ho il problema opposto :laugh3: io e i cavalli freddi non facciamo nulla di produttivo. Sono una persona che ha un livello di attenzione pari a zero, e su un cavallo freddo perdo totalmente la concentrazione. È più forte di me, e oltre che a cavallo questo mi dà problemi con lo studio e con la vita in generale.
I cavalli caldi invece ti costringono a fare attenzione, e questo per me è un bene perchè almeno so quello che sto facendo e come lo sto facendo.
Citazione da: The Shire - Maggio 06, 2016, 10:57:45 PM
Io invece ho il problema opposto :laugh3: io e i cavalli freddi non facciamo nulla di produttivo. Sono una persona che ha un livello di attenzione pari a zero, e su un cavallo freddo perdo totalmente la concentrazione. È più forte di me, e oltre che a cavallo questo mi dà problemi con lo studio e con la vita in generale.
I cavalli caldi invece ti costringono a fare attenzione, e questo per me è un bene perchè almeno so quello che sto facendo e come lo sto facendo.
quello che scrivi e' molto strano letto da me...
anche io faccio fatica a mantenere l'attenzione e proprio per questo ho difficolta' sia a montare cavali caldi sia a guidare l'auto nel traffico...
un cavallo caldo per me e' una vera tortura da montare ed e' un potenziale suicidio...
per me il bello di andare a cavallo e' di stare seduto comodo su un tranquillo bestione che non si spaventa di nulla e non fa' schizzi, e mi porta in giro da solo piano piano al passo ciondoloso, e che quando si ferma a mangiare l'erba mi permette di sdraiarmici sopra e magari fare pure un pisolino...