Premetto che con quel titolo ho cercato palesemente di aggirare la censura.
Cito da Idunas, della quale ho peraltro un'ottima opinione. Lo faccio, approfittandomi del suo testo solo perché mi servono quelle sue righe per introdurre l'argomento:
Citazione da: Idunas-Sanni - Settembre 14, 2016, 03:23:40 PMIn una scommessa del anno 1684 con un nobile inglese il Sig. von Haxthausen sosteneva che i cavalli danesi avevano la stessa resistenza come quelli inglesi e fu così che questo stalloncino tigrato addestrato nell'alta scuola fino alla capriola era quello scelto per percorrere il tratto tra il castello di Frederiksborg e il castello di Christiansborg a Copenaghen (35km) in massimo 45 minuti. Lui partì e arrivò alla meta in 42 minuti salvando l'onore della Danimarca e della sua razza. Purtroppo lui, esausto e schiumando, fu dimenticato e morì sul posto. Per ringraziarlo il suo corpo è stato imbalsamato e si può vederlo nella posa di una capriola nel museo del castello di Christiansborg.
E vengo al dunque.
Ogni volta che sento testimonianze di questo tipo (che parlano di animali vittime della stupidità umana, il cui ricordo ora viene asservito alla perpetuazione di valori inesistenti) penso che l'uomo, come condizione irrinunciabile per resistere al peso (non lieve) della realtà, abbia bisogno di raccontarsi favole o creare miti che sfociano in paradisi della memoria.
Quelli là avevano vinto la scommessa ed erano contenti. Ma il tragico è che avevano ben calcolato i vantaggi della vittoria: molto più preziosi della sofferenza di un essere vivente nel quale, ne sono certo, lo stato d'animo con cui ha vissuto tutta la vicenda è stato l'angosciata inconsapevolezza.
Ricordo qui il cavallo del raccontino di RdM, che annegò nel mar di Marmara o da quelle parti; ricordo le foto dei cavalli nelle nostre civilissime carneficine europee (la prima e la seconda, con tante altre in mezzo e dopo); ricordo i cavalli che cadono nelle corse in ippodromo; ricordo i palii, alcuni utili alla mafia, altri utili a far spettacolo per non-cresciuti.
Ma quel che mi irrita di più è l'alta probabilità che simili falsi valori vengano proposti alla gioventù: il buon animale che si sacrifica (o meglio, è sacrificato) per il padrone.
Segreto
P.S.: Anni fa mi ero fatto una maglietta con la scritta:"non far fare al tuo cavallo quello che non sai fare tu". Facevo gare di endurance e, per un minimo di coerenza, non sono mai partito in gare più lunghe di sessanta chilometri, distanza che, spostando di poco i valori, corrispondeva a una gara di maratona (quarantadue chilometri e pochi). E non più di due gare a stagione.
Sono stato costretto a non indossarla, la mia maglietta, su richiesta di una persona a cui dovevo qualcosa (non soldi) e che ne vedeva disturbati i suoi "Clienti".
Chissà perchè, questo tuo topico mi era sfuggito. Peccato! Mi piace molto. In particolare mi è piaciuta l'associazione fra l'episodio di Raabe, il salto dalla piattaforma sul mare, e quello della galoppata mortale. Anch'io ho fatto questa associazione immediatamente.
Forse vado OT :horse-embarrassed: ma ricordo che nel sito long rider c' e' una hall of shame. Riporta tutti i cavalieri che han tentato di entrare nella storia dei lunghi viaggi a scapito della salute delle cavalcature
Purtroppo devo correggerti, magari fossero tutti.... in realtà ci sono solo quelli di cui si ha notizia; moltiplicherei il numero per cento o forse per mille, per avere una vaga idea del loro effettivo numero. In equitazione si riferiscono più volentieri i successi che gli insuccessi.
Vero
Ci sono anche quelli che fanno una porcata e pure se ne vantano pubblicamente; ma per fortuna sono di più (spero) quelli che dopo averla fatta se ne vergognano....
mi allaccio al tuo discorso dei cavalli utilizzati nelle nostre utili ed indiscutibili guerre .
spero di non essere OT :
chi conosce questa storia ? ha ispirato un recente film .
Io sono ALBINO nato nel 1932 assegnato da puledro al Reggimento Savoia Cavalleria 3°, ove ho imparato ad essere orgoglioso, generoso e coraggioso come tutti cavalli ed i Cavalieri che hanno avuto l'onore di servire questo Reggimento fino dal 1692. Il mio occhio cieco conserva luminosa l'immagine del glorioso Stendardo – la mia gamba lancina per la ferita da guerra : orgoglio di combattente – le mie orecchie odono sempre la tromba del CARICAT ed il grido incitatore degli squadroni al galoppo verso la morte, la gloria e la vittoria – la mia groppa porta ancora la sella affardellata ed in arcione è sempre FANTINI, il sergente maggiore che colpito a morte tenne la punta della sciabola verso il nemico in fuga – la mia memoria vive del ricordo di tutti gli eroici Cavalieri che nella leggendaria carica di Isbuschenskij scrissero col sangue la piu bella la più gloriosa pagina di Storia della cavalleria di tutto il mondo. Ringrazio il Reggimento "Gorizia Cavalleria 3°" per avermi concesso di trascorrere la vecchiaia nella scuderia del mio Colonnello Bettoni comandante ad Isbuschenskij, ed auguro "bonnes nuovelles" al Reggimento, allo Stendardo ed ai suoi cavalli corazzati.
ALBINO
Mutilato, ferito e reduce dalla Russia.
Grinta richiama alla mia memoria qualcosa che pensavo fosse ormai totalmente cancellato: il mito di Albino, cavallo d'Italia (tra l'altro un maremmano arrivato all'esercito, se ben ricordo, per requisizione).
Me la presentavano dorata, da bambino e da nipote di un ufficiale che aveva fatto la scuola di Pinerolo. E io mi rammaricavo che non ci fossero più cariche da fare!
Ahimè, che distorsioni nelle zucchette de bambini. E quanto rimangono, le tracce.
Segreto
Ammetto che a me piacciono le storie di cavalli eroi ben consapevole che l'eroismo per l'animale non esiste. Anzi sono certa che come scrive segreto i cavalli in questione sono angosciati.
Letto però nella versione "raccontata"da parte del cavallo come qua la storia di Albino l'angoscia viene a me. Leggendola l'unico pensiero mio era come sia perverso il genere umano.
La maglietta è carina. Ma più significativo trovo la domanda
Vorresti essere il tuo proprio cavallo?
La maggior parte dei cavalieri direbbe, senza riflettere, di sì.
Io onestamente non vorrei essere la Dori. Certo mangia, beve e viene accudita. Ma del ultimo se ne potrebbe fregare di meno. Intanto sta almeno 20 ore in box, quando esce esce da sola e gli viene distribuito fieno solo due volte al giorno. E questa non è vita da cavallo. Soli che non ho alternativeal momento.
Un racconto più realistico dalla parte di un cavallo è quello di Black Beauty della scrittrice Anna Sewell. Magari dovrebbe diventare letteratura obbligatoria per cavalieri.
Ma tanto oggi il cavallo non viene più dichiarato eroe, ma porta piuttosto le xolpe se il successo manca.
A pensarci tutta l'umanità è basata su storie e favole. Oltre a quelle l'uomo ha bisogno di una guida e a chi dare colpe.
Uno dei "miti del membro" è quello della doma miracolosa. Ho già detto qua e là che sto lavorando su wikisource per la digitalizzazione di Morgante (di Pulci), opera scritta con un certo fascino, perfino divertente.... ebbene, ho trovato anche (fra le moltissime descrizioni di cavalli e del loro comportamento) una di queste mitiche "dome in un colpo solo", interessa a qualcuno o sto perdendo il mio tempo facendone perdere anche a voi....?
Continui pure a suonare maestro
Grazie Grinta.
Il cavallo selvaggio era cattivissimo:
Noi savam cinquecento cavalieri,
Diceva il messo e giunti alla montagna,
Fumo assaliti da questo destrieri;
Non si potea fuggir per la campagna;
Missesi in mezzo fra' tuoi cavalieri:
Non fu mai lupo arrabbiato nè cagna,
Che così morda, e divori, ed attosche,
Nè anco i calci suoi paion di mosche.
Rinaldo scende dal suo forte Baiardo e lascia che si arrangino:
Come Baiardo il caval bravo vede,
Non l'arebbon tenuto cento corde:
A guisa di battaglia lo richiede,
Corsegli addosso, e tempestava e morde;
E l'uno e l'altro si levava in piede;
Parean le voglie lor del pari ingorde:
Chi annitrisce, chi soffia, e chi sbuffa;
E per due ore o più durò la zuffa.
Poi esegue la doma miracolosa:
Rinaldo un poco si stette a vedere;
Ma poi veggendo che 'l giuoco pur basta,
E che co' morsi quel bravo destriere
E colle zampe Baiardo suo guasta,
Dispose fare un colpo a suo piacere;
E mentre che Baiardo pur contasta,
Dette a quell'altro un pugno tra gli orecchi
Col guanto, tal che non ne vuol parecchi.
E cadde come e' fussi tramortito;
Baiardo si scostò, ch'ebbe paura:
Gran pezzo stette il cavallo stordito,
Poi si riebbe, e tutto s'assicura:
Rinaldo verso lui presto fu gito;
Prese la bocca alla mascella dura,
Missegli un morso ch'aveva recato,
E quel cavallo umíle è diventato.
Miracolo! Doma completa, Rinaldo ne fa dono alla bella del canto:
Rinaldo, che gli avea donato il core,
Ben poteva il caval donare a quella:
Trovossi un fornimento al corridore;
Rinaldo addosso gli pose la sella,
E lasciossi trattar dal suo signore,
Come si mugne una vil pecorella:
Poi vi montava, e preso in man la briglia,
Gli fe far cose che fu maraviglia.
Il canto completo qui: https://it.wikisource.org/wiki/Morgante_maggiore_I/Canto_decimoterzo
Citazione da: Idunas-Sanni - Ottobre 18, 2016, 12:59:58 PM
Un racconto più realistico dalla parte di un cavallo è quello di Black Beauty della scrittrice Anna Sewell. Magari dovrebbe diventare letteratura obbligatoria per cavalieri.
Black Beauty! Che meraviglia! A casa dei miei c'era (c'è tuttora) una collana di libri per ragazzi in inglese, che in adolescenza mi misi in testa di leggere, dizionario alla mano. Il primo che scelsi fu, guarda caso, proprio Black Beauty (il tutto, prima di iniziare anche le prime lezioni in maneggio, da totale ignorante). La storia mi piacque molto, ma porca paletta non c'era verso di trovare traduzione di molti termini tecnici equestri (e non si poteva googolare all'epoca!)! Perplessa, proseguivo nella lettura sperando di capirci qualcosa più avanti, in alcuni casi era così, in altri meno... ora lo rileggerei volentieri (googolando a più non posso!). È davvero una bella, commovente storia, molto "dalla parte del cavallo", che ti fa capire cosa era la vita quotidiana dei cavalli al lavoro nella società ottocentesca, quelli dei poveri erano soggetti a sforzi immani e sistemazioni pessime, quelli dell'alta società si beccavano le mode e le fisse del momento (ad esempio quella di far andare i carrozzieri con il collo tirato indietro in verticale tramite apposito finimento, di cui non trovai traduzioni ma che compresi bene come funzionava).
Grazie Idunas per avermi ricordato questo bel libro, appena inventano le giornate da 48 ore me lo rileggerò con piacere 😛)
Silvia, Black Beauty in Italiano e scaricabile: https://archive.org/details/remoroautobiogra00sewell
Grazie Bionda, ma ormai, dopo aver letto tutta la collana, e svariati altri libri in inglese fra cui tutto il Signore degli anelli :studioso:, credo che lo preferirei comunque in lingua originale! Non è l'inglese l'ostacolo ad intraprendere la rilettura, ma questa fastidiosa caratteristica delle giornate di avere solo 24 ore (ora capisco il senso del titolo del giornale degli industriali, persone notoriamente molto impegnate: si deve leggere così "😳 Sole 24 Ore?!?"😄)
Comunque utilissima segnalazione la tua, perché è davvero bello e insomma nessuno ha più scuse ormai per non leggerlo! Grazie! :occasion14:
i guanti in quel periodo storico non erano proprio i supersottili di ora , un ca**ottone era simile ad una botta con una mazzetta .
mi riporta in mente questo episodio ,di un anziano signore che oramai gioca a briscola con il Diavolo :
era grosso e aveva mani come badili ,paonazzo e ridanciano sempre un pò ciucco e con una gran fantasia quando si trattava di bestemmiare , un Leopardi blasfemo diciamo !
era famoso perchè , inginocchiò un mulo particolarmente allegro con un solo pugno , ben assestato alla base del cranio , vicino all' orecchio .
e a detta di molti ,dopo quella doma fast , il mulaccio infame divenne molto ubbidiente e propenso all'obbedienza !!
la proponiamo come nuova tecnica di doma dolce ? :benedizione:
Dietro le oreccje i cavalli son fragili.
Io avevo letto di un cavallo ucciso da un pugno dato " in centralina". Forseve' una leggenda ma un macellaio mi ha confermato cheve' il loro tallone d' Achille
Anche noi siamo fragili nella zona.. "rompersi l'osso del collo" o restare paralizzato per un trauma in zona capita anche a noi
Citazione da: grinta - Ottobre 19, 2016, 10:44:09 AM
...era grosso e aveva mani come badili ,paonazzo e ridanciano sempre un pò ciucco e con una gran fantasia quando si trattava di bestemmiare , un Leopardi blasfemo diciamo !
era famoso perchè , inginocchiò un mulo particolarmente allegro con un solo pugno , ben assestato alla base del cranio , vicino all' orecchio .
e a detta di molti ,dopo quella doma fast , il mulaccio infame divenne molto ubbidiente e propenso all'obbedienza !!
Domanda del dubitatore: ma l'hai visto tu?
Per la miserrima conoscenza che ho dell'etologia sarei più propenso a credere che nessuno potesse più avvicinarsi a quel mulo senza scatenare una fuga.
Come dire: "Le favole metropolitane non hanno necessariamente bisogno di una metropoli".
Segreto
Eh, Segreto, esiste una zona grigia, "il mistero del travaglio".... perchè mai molti animali si tranquilizzano quando sono totalmente immobilizzati? Che cosa succede nella loro testa? Noi non siamo in grado di capirlo, ma è stata in grado di intuirlo la Grandin, forte del suo leggero autismo; e continuo a trovare tracce dell'intuizione della Grandin qua e là. La doma di Rinaldo, e l'episodio raccontato da Grinta, li metto fra queste tracce che colleziono. Un'altra traccia l'ho scoperta in un libro assolutamente scientifico sui felini, dove è riportata la testimonianza di un uomo che è sopravvissuto a un attacco di un leone che l'aveva atterrato, afferrato fra le fauci e trascinato via. Immaginate cos'ha riferito della sua esperienza?
Dubitiamo, dubitiamo.... non diamo del tutto per scontata l'inverosimiglianza della cosa.
no che non l ho visto ! mica sono l'onnipresente Onnipotente ! poi sono giiiiovanissimo , ed il fatto accadde prima della mia nascita .
ma non dubito , il fatto è avvenuto in presenza di testimoni , ed è diventato un gesto leggendario proprio perchè mai raccontato dal protagonista , ma sempre da chi assistette alla scena , infatti come si usa da me , ogni volta che il fatto veniva raccontato , era sempre anticipato da un giuramento sui propri figli ed una bestemmia dal narratore di turno , bollandone cosi l'autenticità !
comunque , vero o no , di muli ne ho visti molti , e dopo episodi simili sembrano calmarsi e di molto , forse in quel momento avviene la rottura . pare che la rassegnazione in quelle bestie sia uno dei pochi modi per farli collaborare .
un episodio violento gli si stampa meglio in testa , ma bisogna esser bravi , deve esser seguito di un errore e deve poi seguire con l'immediato lavoro per funzionare meglio . proprio come per i cugini più nobili .
un altra doma veloce la vidi invece con i miei occhioni :
un ragazzaccio particolarmente vivace , al momento del carico della legna non collaborava , era il suo secondo viaggio ed il primo gli aveva sicuramente lasciato un brutto ricordo , fatto sta che mordeva e tentava di fuggire in ogni modo , evitando il carico .
venne preso , immobilizzato , caricato quasi del doppio di un solito carico , legato corto di coda ad un agricolo italiano e fatto scendere a valle a passo di tamburo , cioè ogni impuntata una legnata .
il giorno dopo ,al momento del carico stette immobile e trasportò a valle tranquillo e spensierato , non accennò a nessuna rivolta ne quel giorno ne gli altri che io potei vedere .
Spero che i tuoi terrificanti racconti, Grinta, non condizionino la smania educativa di qualcuno suggerendo alternative veloci ai normali metodi.
Per contro leggevo che nel regio esercito, all'inizio del secolo scorso, per ben disporre i puledri della rimonta a lasciarsi "gestire", i marescialli suggerivano di ungergli di grasso (sic.) le parti intime per togliere loro il fastidio degli insetti. Non di spiaccicarglieli addosso con la paletta.
Segreto
io personalmente non ci vedo nulla di cosi terrificante . non sono punizioni date a caso o forme di divertimento .
è semplicemente la via giusta e penultima soluzione in caso di non collaborazione .
la via ultima è il brasato .
queste persone guadagnano e mandano avanti le loro famiglie con i cari animali , e non hanno proprio tutta 'sta gran voglia e tempo di assecondarli psicologicamente oppure di comprenderli etologicamente.
li piegano e basta . li fanno nascere per fare quello e quello devono fare , ciò non toglie che li nutrono ottimamente , li riparano e li ferrano meticolosamente e li riservino dal lavoro quando occorre .
li trattano forse meglio di chi li usa a guisa di gioco o di peluche , perchè devono funzionare al meglio e durare il più possibile per rientrare di tutte le spese . poi se il soggetto è irrecuperabile , per non rimetterci del tutto , lo si passa al coltello .
non è barbarie , è un uso che se ne può fare , forse il più antico . ed è sicuramente il primo motivo che ci ha fatto interessare in antichità al cavallo .
Ho capito il tuo astuto gioco, Grinta: piazzare in un topic intitolato "Miti del membro" un bel "Ragionamento del membro"!
Ottima coerenza, ottimo populismo di stampo papal/deamicisiano (il povero villico che sbevazza, picchia il mulo, picchia la moglie e rispetta l'autorità).
Un po' scarso però il senso del "valore aggiungibile" alla ricostruzione storico/sociologica.
Puoi fare di più.
Segreto
Su su spiegami come ci sei arrivato fino a questo ragionamento , punto per punto .
Anche perché rileggendomi non riesco a ritrovare quello che scrivi tu .
Spiegami anche la questione del ragionamento del membro va che son curioso e tutto orecchie !
Forse ho leso il suoi gentil animo sire ?
Nel caso fosse , mi perdoni perché non era di mio intento.
Domani correrò subito a farmi stampare una polo con su scritto : non far al tuo cavallo quello che lui sicuramente vorrebbe fare a te ! Ma porgi l' altra guancia !
Mah, grinta, il fatto che i mulari usino di questi metodi non è garanzia che siano i migliori al mondo, né che si debbano considerare metodi eticamente validi.
La gente di montagna veniva da un mondo duro e violento, e questi episodi sono parte di quel mondo. Ma la violenza viene dall'iniquità sociale, non è un tratto inevitabile dell'animo umano, ne è una triste degradazione. Di sicuro avrai letto "padre padrone", romanzo epico certo, ma non è un trattato di pedagogia, né peraltro di sessuologia.
Non giudico il mularo, che probabilmente è stato cresciuto a legnate, e probabilmente a sua volta legna, se non la moglie, almeno i figli (dal che si potrebbe forse dedurre che ama i suoi muli come figli?!?). Ma non mi sento nemmeno di elevarlo a modello, ecco. :firuu:
A me i miti interessano molto, compresi quelli del membro. Sbaglia chi ci crede ciecamente, ma sbaglia anche chi non ammette che in ogni mito c'è una parte di verità, e talora pure di utilità; altrimenti non sarebbero sopravvissuti - suppongo che anche i miti abbiano una loro specie di evoluzione naturale, e la legge dell'evoluzione è che sono molte di più le entità che si estinguono di quelle che sopravvivono a lungo.
Ammetterete che il parallelismo fra quello che racconta il Pulci nel 1400 e quello che ci racconta Grinta nel 2000 è piuttosto notevole.... :horse-wink:
Riguardo quel che riferivi tu, alex, mi viene in mente l'immobilità come fingersi morto, ultima chance che val la pena giocarsi quando tutto è perduto. A proposito del tuo tizio preso dal leone, ricordo in un documentario un tizio sfuggito all'attacco di un grizzly così, decidendo con immenso sangue freddo di fingersi morto (comunque non ne uscì illeso...). E ancora, l'istinto dei piccoli degli ungulati che attendono accucciati immobili il ritorno della madre in caso di separazione. E ricordo un altro documentario in cui un ghepardo aveva trovato una piccola gazzella, così accucciata nell'erba. Poteva papparla senza fatica alcuna, ma in realtà non sapeva che farsene. La toccava con le zampe, la leccava, ma era visibilmente disorientato. Purtroppo per la gazzellina, a un certo punto questa s'è alzata e ha fatto due falcate di fuga, venendo fulmineamente abbattuta. L'istinto predatorio è innescato dal movimento.
Per cui ci sta che degli animali preda abbiano, nel loro repertorio di comportamenti possibili, l'immobilità assoluta quando tutto è perduto. Quel che non mi torna è come questo possa cambiare permanentemente il comportamento di un soggetto riottoso; mi vien da pensare che al più, rifarà il morto, ma non che impari a collaborare...
Citazione da: silviasco - Ottobre 20, 2016, 10:41:28 PMQuel che non mi torna è come questo possa cambiare permanentemente il comportamento di un soggetto riottoso; mi vien da pensare che al più, rifarà il morto, ma non che impari a collaborare...
E' proprio quello che sembra anche a me.
Alex, tu certo hai inteso che i miti a cui alludevo non sono quelli della Gimbutas, di Frazer, di Mircea Eliade, dei buoni vecchi tirreni ed egei, ma sono favole costruite e maneggiate dal potere.
Questi miti sono un meccanismo sociale, quelli invece un patrimonio dell'umanità.
Ti ricordi quando, tra le tue traduzioni sul piede scalzo c'era anche una bella pagina di una simpatica signora americana e pacifista, molto indirizzata alla non violenza? O ricordo male io?
Segreto
certo che è proprio un posto strano questo .
intervenire su un topic che si chiama miti del membro , dove si raccontanio tutti gli avvenimenti di quella bestia dell'uomo sui poveri animali , poi raccontarne un paio e venir chiamati ragionatori del membro !
lo piglio per complimento .
per chiudere la delicata storia dei muli rispondo solo @silviasco :
Citazione da: silviasco - Ottobre 20, 2016, 10:13:21 PM
Mah, grinta, il fatto che i mulari usino di questi metodi non è garanzia che siano i migliori al mondo, né che si debbano considerare metodi eticamente validi.
La gente di montagna veniva da un mondo duro e violento, e questi episodi sono parte di quel mondo. Ma la violenza viene dall'iniquità sociale, non è un tratto inevitabile dell'animo umano, ne è una triste degradazione. Di sicuro avrai letto "padre padrone", romanzo epico certo, ma non è un trattato di pedagogia, né peraltro di sessuologia.
Non giudico il mularo, che probabilmente è stato cresciuto a legnate, e probabilmente a sua volta legna, se non la moglie, almeno i figli (dal che si potrebbe forse dedurre che ama i suoi muli come figli?!?). Ma non mi sento nemmeno di elevarlo a modello, ecco. :firuu:
ma ti sei accorta che hai scritto un accozzaglia di bestialità banali generaliste quasi razziste e piene di luoghi comuni ?
Citazione da: grinta - Ottobre 21, 2016, 08:23:07 AM
ma ti sei accorta che hai scritto un accozzaglia di bestialità banali generaliste quasi razziste e piene di luoghi comuni ?
No. Vivo in un posto di montagna. Lavoro in montagna e frequento gente di montagna. Ho visto più volte al lavoro i mulari, almeno qualcuno di quelli delle mie parti, non so se dalle tue sono diversi. E ho scritto quel che penso e quel che so, in relazione agli episodi che tu hai riportato. Se tu hai visto cose diverse, o pensi cose diverse, potresti limitarti a raccontare la tua esperienza e portare il tuo punto di vista senza tentare di sminuire quella degli altri.
Sgradevole.
Segreto
NON alludevo agli interventi di Silvia, sia chiaro.
Segreto
Ecco , ora va molto meglio.
Quindi tu puoi sminuire e generalizzare e avere un opinione sul mio scritto ed io no ? .. democrazia e coerenza allo stato puro ...
Comunque se dalle tue parti sono nel modo che tu descrivi, certo i prodotti non devono essere un gran che , quindi ti perdono , visti gli esempi , non puoi essere da meglio .
Dalle mie parti chi sceglie di fare mestieri umili e di sopravvivere a posti ostili come fanno i mulari è degno di grande considerazione , delinquere o trasferirsi sarebbe più facile .
Ma la limitazione è limitazione è quindi possiamo fare tutte le discussioni di questo mondo , non le capiresti, parliamo due lingue differenti .
Come il caro , carissimo Segreto , che dietro ad una sintetica sola parola vuol mostrare il suo disappunto .
Ma questo è un foro , la parola deve scorrere impetuosa ed abbondante come un torrente di montagna , così da dissetare i curiosi e gli interessati !
Ma la mancanza di contenuti a volte giuoca brutti scherzi , inaridisce , secca , fa diventare sintetici e sgradevoli stucchevoli e banali .
La invito al confronto mio caro Segreto , scendiamo insieme questa montagna come le dolci acque , o se preferisce come i miei amati muli .
Ma non si impunti , non sfugga alla mansione.
Quanto mi piacerebbe accompagnare il nostro sodalizio verbale con il passo di tamburo .
Niente insulti alle persone.
Le critiche per favore limitatele alle idee.
Mi scuso, Bubba.
Segreto
Grinta sinceramente qua certi comportamenti sono stati tollerati solo per Raffaele..