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Club House => I cavalli..in generale => Topic aperto da: alex - Maggio 16, 2017, 07:13:54 AM

Titolo: L'assioma della sensibilità
Inserito da: alex - Maggio 16, 2017, 07:13:54 AM
Ho improvvisamente riconsiderato il "primo principio di Rarey" che dice, più o meno, in modo sibillino e apparentemente inverosimile: "Il cavallo risponde invariabilmente ad ogni richiesta che sia fatta secondo la sua natura".

Da questa frase, facile ad equivocare, una ricerca faticosa di cosa sia questa famosa "natura del cavallo", come se ne esistesse una identica per tutti i cavalli.

Sbagliato: forse Rarey semplicemente si riferisce alla natura particolare e individuale di ciascun cavallo, che occorre innanzitutto cogliere facendo uso della sensibilità. E allora sparisce l'illusione di trovare un metodo, una tecnica che funzioni con qualsiasi cavallo; ogni cavallo richiede che la richiesta venga fatta nel modo che gli è adatto. IN altre parole, occorre conoscerne parecchie, di tecniche, ed essere capaci di scegliere e utilizzare quelle adatte.

Al solito, il "generatore di intuizioni" (giuste o sbagliate che siano) è Mastro Raffaele, che recentemente ha affermato: "per prima hosa bisogna capir con chi si ha a che far..."

Lo so che è la scoperta dell'acqua calda, ma mi pare che l'uso della sensibilità sia uno dei pochi elementi comuni ad ogni buona equitazione.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 16, 2017, 09:28:03 AM
ah io sono super daccordo.

ecco perchè chiunque ti vende una tecnica come un metodo universale ti sta inchiappettando.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: max - Maggio 16, 2017, 09:42:35 AM
Io invece condanno fermamente questo modo di pensare.

Raffaele ha una personalità enorme, e riuscirebbe a convincere e portare dalla sua chiunque. Alex è sull'orlo. Altri già stavano dalla sua e si compiacciono semplicemente di ciò che dice.

Sarebbe come dire, che un nutrizionista deve avere un enorme intuito perché nessuna persona è uguale ad un'altra ed allora ogni tentativo di serio metodo o studio non vale gli sforzi. E' ovvio che l'intuito serve ma ci vuole un terreno fertile su cui coltivarlo. Questo terreno è uno studio serio ed anco un metodo di base serio da dove partire poi a fare quelle poche varianti.

Siamo andando verso l'empirismo ed a me sale il sangue al solo pensiero.
Dovrei istituire una parola contraria alla parola contraria per sentirmi meglio....

Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: alex - Maggio 16, 2017, 10:13:21 AM
Fallo! Fallo!  :horse-cool:

(ps: non ho detto che non bisogna studiare.... anzi: bisogna studiare da varie fonti, accademiche o non accademiche, l'importante è evitare gli assiomi)

Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: max - Maggio 16, 2017, 10:33:50 AM
Non ne avrei affatto il tempo... sono solo irritato da certe affermazioni o comunque da quel retropensiero che tende sottilmente a far credere che tantovale abbandonarsi all'empirismo, che comunque l'esperienza dei vecchi cavallari non la si può acquisire da noi povere vergini...

A me sale il sangue al solo pensiero di cosa ho visto fare a "iocheneicavallicisononato".

Fate corsi.

Fate corsi.

Fate corsi.

Non fatevi spennare inutilmente, certo, valutate... ma fateli.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 16, 2017, 10:48:07 AM
Scusa ma cosa intendi con corsi?
Costosi stage del membro?
Gente che ti vende un metodo pseudo scientifico che garantisce risultati certi sulla base della biodinamica e meccanica?
Puoi applicare i tomi alla lettera ma se non senti il cavallo e non senti quando fare una azione o quando smetterla sei solo un incapace, magari erudito, ma sempre un incapace.
In piú io montando un casino di cavalli posso dirti la mia idea. Io ho un mio metodo di lavoro, ma sono aperto alle eccezioni. Ringrazio i cavalli coi quale non funziona o funziona poco il metodo standard di lavoro, perchè mi insegnano a mettermi in dubbio, ad essere umile, a chiedere una mano e un consiglio, a informarmi su altre strade.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: alex - Maggio 16, 2017, 11:39:13 AM
Da un certo punto di vista capisco max - giustamente sostiene che occorre conoscere bene la regola per riconoscere e saper affrontare l'eccezione. Ho vissuto questa cosa nel mondo barefoot quando si considerano prima i casi di zoccolo patologico che quelli di zoccolo normale.

Ma capisco anche Poker, in effetti a nulla serve conoscere a menadito una tecnica, un aiuto, se non si sa quando applicarlo e quando interromperlo; e questo non solo cambia da cavallo a cavallo, ma cambia da momento a momento nello stesso cavallo.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 16, 2017, 11:44:40 AM
ma che uno debba sapere quello che fa e anche perchè lo fa è fuor di dubbio.
nessuno dice "ue, geppè, pigghiate un cavaddru e imparati dassolo".
però è ovvio che le individualità vanno tenute a mente, perchè se si applica un metodo rigido (assioma) senza essere disposti a metterlo in dubbio, modificarlo, sospenderlo, integrarlo in base ai risultati e alle risposte che da il cavallo... allora si è solo pappagalli.
dove sta il fascino dell'equitazione, se non nell'avere a che fare con un essere unico, diverso da tutti gli altri, un individuo.
è per questo che tutto è sempre nuovo in equitazione, non c'è spazio per la noia.
per me è più pericoloso il discorso di max di quello di raffaele.
perchè è facile diventare fanatici e applicare aciticamente: uno si fa un corso di Parelli, di Karl, di mia nonna, si compra i libri, le videocassette e si rincoglionisce pensando che quella è più o meno la bibbia.
e allora applichi (in genere male) quel metodo all'infinito, anche se il cavallo ti fa le pernacchie, anche se non hai nessun risultato, anche se vai indietro invece di andare avanti. perchè ti sei fissato.
e allora ciao, è inutile anche parlare con gli invasati.
prova a dire ai leggeri di mettere il cavallo dietro la verticale, di dare una sgambata al cavallo, di staccargli 2 denti. eppure son tutte cose che, alla bisogna, è necessario fare.
poi comprano il filetto in corda di Moneta. perchè è più dolce.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: sissy - Maggio 16, 2017, 01:01:32 PM
In linea generale concordo moltissimo con Max.

Probabilmente quando ho parlato di una "equitazione unica" non mi sono fatta capire.

Detta molto in sintesi" l'equitazione è il linguaggio del corpo .

Per arrivare a  far sì che cavallo e cavaliere si capiscano occorrerà percorrere strade diverse, a seconda del cavallo,ma ilsistema di lavoro è solo quello.

Durante l'apprendimento di questo linguaggio, ci vorranno cose diverse ed è proprio qui che entra in gioco la duttilità e la sensibilità del cavaliere,capire come comunicare con il cavallo,ma questo non potrà prescindere  dall' accordare i movimenti dei due corpi.

Esempio banalissimo,se io voglio procedere dritta  e invece sposterò il mio peso da un lato,farò un cosa contraria al movimento del cavallo e questo non è giusto, il linguaggio del mio corpo sarà errato ed il cavallo non lo comprenderà (o farà molta  fatica),ovviamente se durante l'addestramento il cavallo non vorrà andare dritto nonostante io sia dritta,dovrò intervenire per farglielo fare,ma il fine sarà quello di andare entrambi dritti ,perchè solo così rispetteremo il movimento.


L'essere insieme è un mezzo,ma soprattutto ilfine.

Durante la codifica del linguaggio potrò usare vari modi per renderlo chiaro al cavallo,ma una volta che avremo stabilito quel linguaggio corretto,sarà più semplice seguirlo per il cavallo,perchè si armonizza con il suo movimento.




Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: Melis - Maggio 16, 2017, 01:16:23 PM
I metodi son millemila, se andiamo fuori dai soliti maestri classici. I cavalli son unici, nel loro carattere, morfologia. L'equitazione invece, è una sola. Quella bella. punto. Che poi uno faccia cutting, o vada in passeggiata, o faccia le corride, salti le case o faccia dressage, è una sola.

Non si può prendere un metodo e applicarlo a tutti, non funziona o a volte, se funziona ci si mette più tempo, quando invece ci si potrebbe arrivare con un altro metodo "meglio recepito" per QUEL cavallo.

Ovvio che a monte bisogna "studiare", vedere, provare, curiosare, imparare. Da tutti.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: max - Maggio 16, 2017, 02:16:41 PM
Chi inorridisce al pensiero di aderire a UN metodo o UN corso, è perché ha GIA' esperienza sufficiente per capire che non esiste UN metodo unico e non è possibile che sia sufficiente UN solo corso.

Così dico anche io.

Ma se ho davanti uno che parte da zero, non posso dirgli "lascia perdere i metodi e anche i corsi alla fine sono fuffa", perché il poveretto che alternative avrebbe?!?

Lo indirizzerei da Parelli o da Karl (qua in zona ci sono quelli) a seconda della sua passione, e forse non lo metterei neppure in guardia dal lasciarsi coinvolgere troppo perché lo priverei dell'entusiasmo iniziale che abbiamo avuto tutti. AL massimo, dopo un po', se ancora lo incontrassi, gli chiederei "come va"? E magari allora potrei sbottonarmi di più.

Dirò di più. Se mai un giorno dovessi ingegnarmi ad insegnare seriamente qualcosa a qualcuno, sarei costretto volente o nolente a studiarmi una base teorica - un metodo appunto - basato su altrettanti metodi del passato, per aver qualcosa da cui partire a ragionare... per forza!

Talento e sensibilità hanno bisogno di regole per potersi sviluppare... regole che poi alla fine si abbandonano spontaneamente. Ma alla fine.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: sissy - Maggio 16, 2017, 02:40:48 PM
mi trovo sempre più in accordo con Max  e anche con Melys.

Tra l'altro non amo le "etichette".La buona equitazione è una sola e ha le sue regole da cui partire,altrimenti non sarebbe possibile avere una base.

Dalal base, fatta di principi, si articola il discorso,ma il fine sarà quello di arrivare a lavorare in sintonia con il cavallo,puntando ad ottenere il massimo con richieste minime e questo si può ottenere solo andando incontro al movimento corretto,rispettando ciò che la natura ha previsto per la sua locomozione.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 16, 2017, 03:05:15 PM
o porca zozza, e io che pensavo che il fine dell'equitazione fosse culare, battere la sella controtempo, precedere o carrozzare, sgambare 200 volte per partire al trotto, aprire la mano fino al ginocchio per girare ecc ecc.

eh, mi sa che mi devo iscrivere anche io ad un corso di equitazione.... sono però indeciso sul maestro da seguire....
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: milla - Maggio 16, 2017, 03:07:20 PM
Ma come Poker indeciso sul maestro da seguire???
Mi pare ovvio  :horse-wink: :firuu:
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: alex - Maggio 16, 2017, 03:15:55 PM
Dire che la buona equitazione è una sola è come dire che la vera religione è una sola. Lo dicono in tanti, ciascuno della sua. Io sono tendenzialmente agnostico (non ateo), esattamente per questo motivo.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: Melis - Maggio 16, 2017, 03:22:15 PM
No Alex, dire che l'equitazione è una sola, e cioè bella, è come dire che il modo di stare al mondo è uno solo, cioè "bene". COME lo fai, son cacchi tuoi. La divinità alla quale ti rivolgi, pure.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: alex - Maggio 16, 2017, 03:29:12 PM
Francamente a me non interessa nulla che l'equitazione sia bella, mi interessa che sia buona. L'equitazione bella implica uno spettatore, il "terzo incomodo" per titillare il quale si fanno cose per niente buone. L'equitazione buona riguarda solo il binomio.

La storia è ricca di casi orripilanti di cose fatte perchè sembravano "belle".
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: max - Maggio 16, 2017, 04:05:44 PM
Dunque Poker asserisce di non avere più bisogno di aggiornarsi o di rivedere alcunché di quello che sa o fa.... beato lui....

Quello che semplicemente succede, andando avanti, è di diventare più schizzinosi su chi andare ad ascoltare o vedere, ma no di certo smettere di ascoltare o vedere (e quindi anche perché no andare a corsi o conferenze).
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 16, 2017, 04:33:21 PM
è proprio il contrario, bello mio.
sono semmai quelli che fanno 200 stage UGUALI che pensano di sapere tutto.
io monto con 350 cavalieri diversi, tutti piu bravi di me, nella mia scuderia montano 2 dei piu grandi cavalieri italiani in termine di somma vinte in italia, e pensi che non imparo da loro ogni fottutissimo secondo?
e pensi che non chiedo? che non faccio lezioni? che non accetto consigli?
AHAHAHAAHAHAHA
forse se devi insegnare l'umiltà devi rivolgerti ad altri allievi, visto che io mi sa che sono uno dei pochi che le lezioni le prende invece di farle.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: max - Maggio 16, 2017, 09:07:08 PM
Ma guarda che mica ce l'ho con te direttamente... ovvio che era una provocazione... però tu non puoi fare il figo e disprezzare chi cerca il sapere ovunque, solo perché ti ritieni fortunato ad avere possibilità di imparare senza muoverti, te ne rendi conto, si?

Ma anche fossi un genio che si è fatto da solo, senza bisogno di imparare da nessuno, non è comunque logico deridere o sconsigliare di imparare un metodo se questo metodo è valido anche solo al 51%.

Ci piace deridere i seguaci di Pippo, o del ginecologo o del baffone perché è divertente fare quelli che hanno capito e che ne possono fare a meno. Mi ci metto anche io, anche io vedo i limiti di questi metodi chiusi e li critico. Ma.....

Intanto devo qualcosa a ciascuno di quei metodi e poi in giro la fuori ci sono persone che il principio delle pressioni non sanno cosa sia, la lezione alla gamba non sanno cosa sia, si fanno pestare dai cavalli senza sapere cosa fare e INSEGNANO, magari sono istruttori primo livello. Una bella vacanza studio prima da McLean o Telatin, poi da Parelli e poi da Pippo non potrebbe che giovargli. Per non parlare della diatriba ferrato o scalzo. Anche lì una bella gita a sentire cos'hanno da dire i vari capiscuola non potrebbe che far bene.

Certo, poi bisogna restare liberi. Sarebbe meglio restare liberi. Ma anche chi decide di non staccarsi da un metodo ha pur comunque un suo diritto di scelta che va rispettato.

E 200 stage UGUALI non li consiglio a nessuno, forse parti da un presupposto sbagliato di quello che sostengo.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: sissy - Maggio 17, 2017, 12:26:30 PM
Citazione da: alex - Maggio 16, 2017, 03:29:12 PM
Francamente a me non interessa nulla che l'equitazione sia bella, mi interessa che sia buona. L'equitazione bella implica uno spettatore, il "terzo incomodo" per titillare il quale si fanno cose per niente buone. L'equitazione buona riguarda solo il binomio.

La storia è ricca di casi orripilanti di cose fatte perchè sembravano "belle".

In italiano l'aggettivo bello ha anche un significato morale e non solo formale,andando a descrivere una cosa buona,virtuosa.

In questa accezione ,di solito viene usata la frasebella equitazione.

Scomodo un attimo gli antichi greci nella definizione del "bello",soprattutto relativo all'arte.(l'arte greca si ispira alla natura ed è proprio concepita come una imitazione di essa, anche l'equitazione è un'arte dove l'uomo si ispira alla natura del cavallo per lavorarci insieme).

Il bello ideale è composto sia dal bello formale (proporzione,equilibrio ed armonia),sia da una bellezza morale (Bontà e bene).Tralascio altri ragionamenti filosofici, per brevità.


Quindi,l'arte equestre, è bella ,quando è fatta bene.
Inquesto contesto la sensibilità  è la "bacchetta magica" che permette di armonizzare il nostro movimento con quello del cavallo,rispettandone la natura.
Titolo: Re:L'assioma della sensibilità
Inserito da: PokerFace - Maggio 17, 2017, 12:41:19 PM
nell'arte greca però non c'era solo l'apollineo. c'era anche il dionisiaco.
Raffaele è il nostro dioniso ahahahahahahahahahaha.
personalmente, preferirei essere invitato ai baccanali piuttosto che ad una tragedia di Sofocle.

d'altro canto, ci greci piacevano le donne panzerotte e senza tette. quindi non prenderei l'ideale di bellezza greco come termine di paragone.