Appena trascritto:
CitazioneNe vi sarà a temere che possa avvenirne un logoramento maggiore nei quadrupedi; inquantochè ciò che sciupa il cavallo non è il galoppo, ma sono i bruschi arresti, il manovrare su piazze d'armi ghiaiose o su terreni duri che, specie nell'estate, quando le unghie aride dei piedi sono poco elastiche, producono col ferro percosse tremende sulle articolazioni.
http://it.wikisource.org/wiki/Pagina:Rivista_di_cavalleria_(Volume_I,_1898).djvu/125#ferrosulduro
Quindi: il ferro NON protegge lo zoccolo dal terreno duro, ma accentua gli effetti dannosi sulle articolazioni.
Il ferro è fatto per i terreni non troppo duri.
I piedi dei lalli - ferrati o no - non son fatti per il terreno duro.
L'habitat naturale del cavallo è/era la prateria, la steppa, la pampas.
Il selciato, il lastricato, l'asfalto, il pavè furono inventati per le ruote non certo per i piedi lallini, bovini, mulini, asinini...la sola forza motrice dell'umanità fino a non tanto tempo fa.
Alcune steppe si trasformano stagionalmente in molli acquitrini e in distese dalla consistenza assai simile all'asfalto. I terreni morbidi/umidi diventano cemento non appena ghiacciano. La sopravvivenza del cavallo dipende dalla possibilità di adattamento rapido ai cambiamenti ambientali: perfino ai cambiamenti stagionali; e pure alla possibilità fisica di sopportare il fastidio/il dolore di galoppare pazzamente su un terreno inadatto ai suoi zoccoli, per tempi limitati, se le condizioni (predatore in attacco) lo richiedono.
Fino a quando gli era possibile il lallo migrava seguendo la stagionalità dell'erba come le zebre e gli gnu e i bisonti, da animale domestico e stato l'uomo ad ovviare a codeste conditioni extreme, con la transumanza, coi ripari, colla fienagione.
Di sua sponte il lallo sceglierebbe sempre terreni sciolti, morbidi ed erbosi...non potendo si adatta.