Mi piace molto l'interpretazione che McLean dà del contatto (intendendo, per il momento, una minima tensione delle redini, quel tanto che basta al cavallo per distinguerla chiaramente dalla "tensione nulla").
McLean la inserisce nel continuo "dialogo" fra cavaliere e cavallo, basata sul "rinforzo negativo" (ossia un segnale di "Bravo!" che viene assegnato ogni qual volta il cavallo risponde correttamente a una richiesta, consistente in togliere qualcosa: la tensione).
La tensione delle redini, secondo Mclean, ha questi tre semplicissimi e generali significati:
* tensione nulla: Bravo! E' un segnale transitorio e rapido, un piccolo, breve rilascio che conclude ogni ciclo ben fatto di richiesta-risposta corretta. Significa: "Bravo! Hai risposto correttamente alla ma richiesta."
* contatto: una minima tensione costante che mantiene il rapporto fra cavaliere e cavallo. Non chiede assolutamente nulla, ma ha il significato "neutro" e generale di "ok, avanti così che vai bene"
* tensione superiore al contatto: è un preciso segnale, che chiede qualcosa. Nel caso che il cavallo non risponda quasi immediatamente, aumenta rapidamente di intensità fino ad ottenere la risposta. E' un grave errore arrivare alla tensione massima senza ottenere una risposta; in questo caso, l'errore è del cavaliere, che ha "chiesto troppo".
Con questo schema, una richiesta a cui il cavallo risponde bene, a un aiuto leggero, avviene così:
contatto - contatto - contatto - leggero aumento di tensione - risposta corretta del cavallo - immediata tensione nulla - contatto - contatto
Se è certo che il cavallo conosce il segnale ma non risponde all'aiuto leggero, la sequenza è la sequente:
contatto - contatto - contatto - leggero aumento di tensione - nessuna risposta del cavallo - aumento brusco della tensione - risposta corretta del cavallo - immediata tensione nulla - contatto - contatto
Agendo in questa maniera, vi è un continuo, anche se impercettibile, addestramento, basato sul rinforzo sistematico di ogni risposta positiva; è un tipico caso di rinforzo negativo, "il premio che consiste nel togliere", e quello che si toglie immediatamente, sistematicamente, è la tensione, azzerandola per un attimo.
La cosa veramente difficile è di prendere l'abitudine di quel breve, istantaneo rilascio; un'altra cosa difficile è saper mantenere il contatto sempre leggero, sempre alla stessa intensità, in modo che il messaggio "bene, avanti così" sia chiarissimo. Occorre vincere il vizio di pensare: il cavallo sta rispondendo bene a questo segnale, quindi continuo a darlo con la stessa intensità. Sbagliato! Se la tensione resta identica nel momento che il cavallo risponde, il messaggio è confuso e contradditorio. Il cavallo si chiede: Non va bene così? Cosa devo cambiare nella mia risposta per ottenere che questa tensione cessi? E siccome sta facendo la cosa giusta, qualsiasi cosa faccia di diverso, è senz'altro sbagliata. Da qui in poi un tira-e-molla di segnali contrastanti e di confusione, che avviliscono un cavallo non energico, mentre fanno imbestialire un cavallo energico.
Siete d'accordo fin qui? vi ritrovate?
No.
Non sei d'accodo con l'interpretazione del pensiero di Mclean, o con il metodo?
Il metodo mi pare buono, ma so bene che ce ne sono altri; ad esempio, io NON uso il contatto e quindi devo arrangiarmi diversamente. Altri non usano il rilascio immediato come rinforzo negativo; altri non usano l'immediata intensificazione del contatto in caso di mancata risposta..... l'importante è sapere cosa si fa, e farlo sempre con una regola evidente sia per il cavaliere che per il cavallo, che permetta una assoluta coerenza (meno coerenza=più confusione).
Vuoi espandere un pochino il tuo No, se hai il tempo?
Ma la tensione la intendi su entrambe redini?
Quella minima tensione che costituisce il contatto, sì, secondo McLean; ovviamente la tensione che è segnale no, la tensione di una redine sola ha un significato e la tensione di entrambe un altro.
Mclean è molto semplice nella messaggistica: tirare una redine=girare; tirare due redini=rallentare. E altrove dimostra anche di essere un tassativo applicatore del principio "mani senza gambe, gambe senza mani". Il meccanismo dell'azione delle gambe, secondo Mclean, è identico: minima (MINIMA) pressione, che non dice nulla se non "ok, andiamo avanti così"; pressione maggiore, che dà un segnale, come le redini; rinforzo negativo con immediato azzeramento della leggerissima pressione, per dire "Bravo hai capito!".
Allora no, non sono d'accordo neanche col suo modo semplicistico di vedere l'equitazione "tiro una redine = giro" e così via. Applico il principio del rilascio di tensione sulla redine interna, a volte anche per giri di campo interi anche solo per verificare che il cavallo mi tenga come riferimento quella esterna.
io sono tendenzialmente d'accordo, tranne che:
1) quando si fa una richiesta (aumento della tensione) e non vi è risposta, io non applicherei un aumento BRUSCO della tensione, ma: aumento graduale e/o richiesta intermittente (una specie di Tic Tic, piccoli colpetti verso l'alto, gentili, come dire "oh attento, pistola, stai attento a quanto ti chiedo")
2) il contatto è si leggero però non impercettibile o pressochè impercettibile. comunque la bocca la devo sentire, il cavallo un pò deve tendere le redini, se no è finto.
Cu-oto.
Beninteso: io non seguo la tecnica di McLean. Seguo piuttosto le idee di Rashid che ha uno "schema" assolutamente diverso. Ma.... farò bene? mi interessano moltissimo anche le idee e i metodi che non seguo.
McLead dà, proprio per quel brusco aumento del segnale, una impressione di brutalità. Ma io capisco le sue ragioni. Il rischio di una crescita progressiva della tensione è l'assuefazione e la scarsa chiarezza del segnale. Si rischia di perdere la leggerezza dell'aiuto. Stesso discorso sulla chiarezza vale per l'entità del contatto, cosa assolutamente diversa dall'appoggio (di cui parleremo poi, sentendo soprattutto chi ha esperienza di corsa con i PSI). Il minimo che serve per distinguere il contatto in modo assolutamente chiaro dal rilascio, che è, di tutti, il punto fondamentale.
Si parla, ovviamente, di segnali dati a un cavallo che certamente li conosce. Se si deve insegnare il significato di un segnale, nel corso dell'addestramento vero e proprio, immagino che le cose siano completamente diverse. Se un cavallo non capisce, è inutile gridare: non capisce lo stesso, anzi: capisce ancora meno.
Vi chiederei un'opinione sul metodo tal quale: lasciando in un secondo momento la discussione su altri metodi, che però devono essere espressi con altrettanta chiarezza altrimenti "non vale". :horse-wink:
Mclean ha una visione infantile e semplicistica che non corrisponde affatto ad una equitazione corretta. Per fermare un cavallo NON si tirano entrambe le redini. Ma si ferma l'azione della mano. E l'azione del corpo. Delle spalle, del bacino, della gamba. Etc. Per fermare un cavallo correttamente sono imprescindibili e non scindibili le due e piu azioni.
Mi piacerebbe sapere come monta Mclean e vedere il cavallo sotto di lui.
Questo se si monta con contatto.
Il cavallo si ferma anche solo con il corpo, o solo con la voce.o solo appoggiando le redini sul collo.
La sua mi sembra tanto una teorizzazione senza tenere conto della pratica reale.
Bè, per te è facile: ha un grosso sito in inglese.
http://www.aebc.com.au/theaebctrainingsystem
Queste le recensioni che vengono riportate a corredo del suo libro da Google Books, "Equitation Science (http://books.google.it/books/about/Equitation_Science.html?id=2ZAh_qqnGgQC&redir_esc=y)":
CitazioneEquitation Science is one of those rare books that is going to change the way we train and manage horses forever. It brings together a fundamental understanding of the way horses think and behave and presents a system of modern training that has the welfare of the horse at its core – it must be the foundation work for the next generation of professional and amateur riders and trainers. Riders will ride better, trainers will train better and we will have happier, healthier horses.
—Wayne Channon, International Grand Prix Rider Written by two internationally recognised experts, Equitation Science is the first book to draw together the principles of this emerging field into a much-needed coherent source of information.
The goal of equitation science is to enhance our understanding of how horses think and learn, and to use their natural behaviour to train, ride or compete with them in as fair a manner as possible. The welfare consequences of training and competing horses under different protocols are explored. Drawing on traditional and emergent techniques, this book incorporates learning theory into an ethical equine training system suitable for all levels. It also focuses on evidence-based approaches that improve rider safety.
I found this a very interesting and enlightening book. Equitation Science will help anyone involved with horses to understand them more and to be more effective in their training and education. The knowledge this brings to anyone involved with horses should help to make the horses' lives easier and therefore allow the partnership between humans and equines to flourish.
—Yogi Breisner, British Eventing Performance Manager
Equitation Science is an ambitious and thorough look at an enormous range of areas, approaches and factors concerning the training of horses. The authors have an underlying theme to their text of scientifically assessing and then also promoting the use of ethical and humane methods of horse training to increase all sport horses' welfare and happiness within their sporting requirements. Equitation Science also provides an invaluable insight as to how and why what we do with our horses actually works.
—Paul Tapner, Professional International Advanced Eventing Rider, Badminton CCI**** 2010 Winner
Affermare che sia un totale incompetente mi pare azzardato. Molto più probabile che io, riferendo le sue idee, abbia cannato alla grande; vi prego, se potete, di verificare.
Quando monti un galoppino, della teoria ci fai un bel niente .
Un psi galoppa tranquillamente 800-900 merti al minuto.
I velocisti partenza da fermi con le gabbie per fare 1000metri ci mettono 58-56 secondi.
Il mio che è di categoria bassa fà 2100metri in pista in 2minuti e 18secondi.
Sai il contatto dove te lo metti :vfncl:
Il controllo di un cavallo si ottiene con la tecnica +cura della psiche equina, e un mare di cose che devi saper fare
Perdonami ma non vuol dire un bel niente se qualcuno n alto ha detto che e' un libro necessarie e che cambierà il modo di addestrare. Si chiama marketing.
Io nn ho visto cambiamenti e nemmeno ora guardando le olimpiadi non ho visto ne lui ne cavalieri che si appoggino completamente a lui. Ma cavalieri che non si limitavano a "tirare entrambe le redini per fermare.".
Suvvia.
Spesso questo teorizzatori sono proprio tali senza una gran pratica dietro.
Ri-perdonami ma lo dici al bimbo di 4 anni al battesimo della sella sul pony spompo "tira tutte e due le redini per fermare. Tirane na per girare." un qualsisiasi addestratore o caaliere da mediocre in su sgranerebbe gli occhi davanti ad una affermazione del genere.
Non basare il tuo giudizio su McLean su questo, per favore. Potrei aver capito malissimo. Il topic non ha questo come argomento, ho detto quello che mi sembrava di aver capito solo perchè mi era stato chesto; il "centro" del topic è il problema del contatto, e le sue due conseguenze: rilascio come rinforzo negativo, aumento della tensione come segnale.
Facciamo conto che tu mi abbia detto, cosa che avrei preferito: "E' impossibile che McLean abbia detto una cosa del genere, essendo un esperto noto a livello internazionale, senz'altro sei tu che non hai capito una beata mazza". Questo lo accetto molto volentieri. Ovviamente la conseguenza sarebbe che ti chiederei di spiegarmi tu stessa il pensiero autentico di McLean, non appena, con tutta la calma, tu avessi avuto il tempo di studiarlo.
Il resto, per favore, consideriamolo OT.
Dove e da chi sia riconosciuto poco mi importa e poco vuol dire.
Anche parelli e' conosciuto in tutto il mondo ma lo,ritengo un emerito incompetente. Come tanti altri che si sno fatti un nome internazionale ma null'altro.
Dunque.
In base alle frasi da te riportato ovviamente.
Un addestramento corretto presuppone che il cavallo abbia imparato,a seguire la mano, la redine, o il peso dello,stesso (se trattasi di bridle horse). Questo si insegna dalla capezza e con minimo di pressione se si vuole chiamare tale.
Io non tiro le teredini e non le rilascio. Mi limito a serrare la mano e cessare il movimento. Il cavallo non cozza, non tira, non va ncontro a pressioni ne tironi? Prima della mano il,cavallo percepisce il corpo e l'arrestare del movimentodel bacino e del corpo in genere...del respiro. Poi un cambio di peso, più profondo e centrale .Già da quello viene moolto prima della mano ferma.
Quella del tirare le redini e' davvero risibile.
Ti ripeto ancora una volta. NON ha senso che tu giudichi McLean da quello che ho detto sull'azione delle redini.
In ogni caso, se "tirare" non ti piace, posso sostituirlo con "aumentare la tensione", e qui non puoi negare; la variazione di tensione, quella che misurerebbe un tensimetro, varia per forza, qualsiasi cosa tu faccia con me mani, perchè è l'unico messaggio che può essere trasferito lungo un oggetto con la forma di una redine dalla tua mano alla bocca o al muso del cavallo. Se neghi che questo messaggio esista (e non può esistere se non come variazione di tensione), allora le redini non ti servono perchè non trasferiscono alcunchè: fanne a meno.
O tu affermi che su una redine possa passare un messaggio che sia altro rispetto alla variazione di tensione? E se non è variazione di tensione, cos'è?
Sei sempre contro il mondo... Dai anche questo ha scritto un libro che ha venduto un mucchio di copie... in tutto il mondo come Parelli e i suoi giochi...
Ora lo scrivo anch'io un volumetto il titolo... La mia cavalla gioca a canasta...
Chissà se troverò il consenso del punbblico... :icon_axe:
Carodubbio se il galoppino non si ferma al massimo fai un altro giro di pista dov'è il problema... :blob9: :blob9:
Citazione da: alex - Agosto 09, 2012, 05:13:17 PM
Ti ripeto ancora una volta. NON ha senso che tu giudichi McLean da quello che ho detto sull'azione delle redini.
In ogni caso, se "tirare" non ti piace, posso sostituirlo con "aumentare la tensione", e qui non puoi negare; la variazione di tensione, quella che misurerebbe un tensimetro, varia per forza, qualsiasi cosa tu faccia con me mani, perchè è l'unico messaggio che può essere trasferito lungo un oggetto con la forma di una redine dalla tua mano alla bocca o al muso del cavallo. Se neghi che questo messaggio esista (e non può esistere se non come variazione di tensione), allora le redini non ti servono perchè non trasferiscono alcunchè: fanne a meno.
O tu affermi che su una redine possa passare un messaggio che sia altro rispetto alla variazione di tensione? E se non è variazione di tensione, cos'è?
Assolutamente no. E assolutamente si.
Può benissimo non essere tensione. Il cavallo sente. (il famoso feel) un mondo di altre cose oltre la tensione.
Prova a prendere una capezza d corda con una longia da arborei sta o paracadutista. Di ugelli buone nn le schifezze parelli. E con una enorme pancia in mezzo no alla capezza e uno all'altra estremità e muovi solo di pochi centimetri la corda. Sempre laschi sisma mi raccomando. E fallo tamburellare leggermente sulla corda. Vedrai. Ti si aprirà un mondo sulle sensazioni trasmesse senza tensione.
Se no fallo tenendo in mano un morso con attaccato delle redini di cuoio.
Per i bridle horse che si montando SENZA TENSIONE se no devi ricostruire la bocca al cavallo. E' un seguire of i piccolissima variante del peso delle redini. I romal sono atti cn nodi e nodini in modo da raggiungere un certo peso che dia una certa sensazione. Più sono pesanti più sono precisi e meno movimento richiedono per essere seguiti.
Il buon Alex è certamente in buona fede, purtroppo non sa, che fa riferimento a strani personaggi che scrivono/riscrivono libri pubblicati 200 anni fa,
La tecnica è semplice, si cambia la vecchia terminologia equestre, si inframmezzano i periodi con moderne parole sciscisci scientifiche, si adattano i mezzi ai nuovi clienti dell'equitazione, si depurano le verità troppo forti e vualà il gioco è fatto.
Siccome siamo in pochi ad accorgerci del gioco, questi truffaldi hanno delle praterie davanti a se: - pubblicano libri, vendono metodi, organizzano stages sicuri di trovare un pubblico pagante disposto a farsi indottrinare.
Nel mondo, per ogni forma di Parmigiano Reggiano se ne vendono tre di parmesan, la gente mangia e magari apprezza quella schifezza per il semplice motivo che non conosce l'originale, non ha parametri sufficienti e sopratutto non ha quel minimo di cultura per capire la contraffazione.
Quanti in codesto foro conoscono il vero Parmigiano Reggiano ? :ignor:
Scherzi MARIO?
Un galoppino se lo presenti in pista e non è super perfetto alla mano, e meglio che rimani a casa che tanto fai ultimo.
Un galoppino deve essere guidato con il solo pensiero, e vero che in ippica il contatto e troppo cercato, ma i cavalli buoni si montano con la minima forza .
Una volta metto su a tibul un fantino nuovo, gli dò gli ordini di corsa e vai, il cavallo fa secondo al fantino dico; sei stato bravo lo hai montato bene,
mi guarda e fà; si ma io non ho fatto niente questo cavallo fa tutto da solo :horse_race-128:
Resto strabiliato dalla risposta di piciopacio; io forse potrei contestare il metodo di McLean, che non è affatto un nuovo metodo, ma è la mera applicazione di quanto lui (piciopacio) va dicendo: se il cavallo non risponde, un aiuto più forte, finchè risponde; la prossima volta avrà imparato che l'aiuto leggero sarà implacabilmente seguito da quello forte in caso di mancata risposta. L'aiuto leggero è una "promessa" o se volete una "minaccia" dell'aiuto più forte. Una translitterazione esatta dell'assioma di L'Hotte. Io non sono convinto, e ho i miei motivi che non discuterò qui: lui dovrebbe. Piciopacio, mi prendi forse per un minchione pronto a seguire il primo guru che mi racconta qualche ben confezionata stupidaggine buonista? McLean ridicolizza gli addestratori "naturali" tanto quanto riabilita, sotto una luce scientifica, alcuni principi dell'equitazione classica; piuttosto, la sua è una lotta serrata contro alcune degenerazioni e alcune regressioni dell'equitazione attuale, soprattutto di quella di dressage competitivo, di cui menziona le conseguenze talora drammatiche sulla psiche del cavallo, prima causa della macellazione di un sacco di puledri che non reggono.
A Muriel vorrei dire che resto impressionato dalla difficoltà di comunicazione e dalla scarsa propensione a capire quello che l'interlocutore dice. Non dovrebbe essere difficile ammettere che qualsiasi cosa uno faccia a un'estremità della redine, lo faccia in modo continuo e persistente, lo faccia in modo alternato, lo faccia vibrando, lo faccia trasmettendo con le vibrazioni una specie di alfabeto morse, c'è una sola cosa che può viaggiare dalla sua estremità cavaliere all'estremità cavallo: una variazione di tensione, modulata e/o intensa quanto si vuole, ma sempre una variazione di tensione è. Mi sembra di intravedere, in questo atteggiamento, una personale battaglia di principio contro il concetto "tensione delle redini", e quando per questioni di principio si arriva a negare l'evidenza, la discussione smette di essere discussione e inizia ad essere controversia e competizione, e il mio interesse - essendo io poco competitivo - cade rapidamente a zero.
A questo punto, se abbiamo esaurito il tema "contatto", penso che il topic, per quanto mi riguarda, sia concluso; continuate pure voi.
Dal primo post di codesto topico, sembra che questo Mclead, abbia inventato l'equitazione.
Un autore serio dovrebbe mettere bene in chiaro che sta facendo riferimento alle teorie o alla pratica di qualcun'altro e quindi può ampliare quell'argomento, può contestarlo, può disprezzarlo, può analizzarlo, può confrontarlo, può divulgarlo.
Il generale Decarpentry, un grande cavallerizzo, cofondatore della FEI, il massimo erudito di Equitazione europeo, il più grande scrittore accademico equestre, si definisce molto modestamente un divulgatore. e fa continuamente riferimento alle sue fonti.
So Maclead, nel suo libro cita le sue ? Spero di si.
Piciopacio, tanto vale che tu mi chieda se McLean è analfabeta, o è stato in grado di leggerli, questi autori.
McLean è un ricercatore.
O pensi di essere l'unico con il dono dell'alfabetizzazione, oltre che (lo ammetto) un buon esperto di alcuni aspetti complessi dell'equitazione (non tutti, perchè alcuni li scarti senza degnarli di un briciolo di attenzione)?
A che serve che io mi affanni a mettere link e nomi esatti, se non ci si cura nemmeno di seguirne uno, o di dare un minimo colpetto di Google?
I ricercatori, a volte, vanno a ricercare in reconditi meandri ciò che è sottolalucedelsole da alcuni secoli.
Dovrei leggere sto Mclead...chi è mai costui?
Sarà un professore universitario, che con dotti ragionamenti ci spiega quello che (Tom Bass) un bambino di 9 anni capisce da solo ?
No, è uno dei pochissimi addestratori e riabilitatori di cavalli che hanno anche studiato abbastanza per capire cosa significa ricerca scientifica. Un caso assai raro; per molti, profondamente irritante, vedo.
Una delle stupidaggini che circola nell'equitazione è che, siccome "val più la pratica della grammatica" (giustissimo) vale anche l'erronea conclusione che chi conosce la grammatica per forza non conosce la pratica (che è una grossa stupidaggine)
Quanto a informarti su chi è McLean, Google aiuta.
Il fatto che degli scienziati si occupino di lalli non mi irrita affatto, sarebbe cosa buona e giusta se lo scienziato facesse partire i suoi ragionamenti da realtà ormai acquisite e non presentasse le sue elucubrazioni come originali.
Ok. Se l'avatar è un mulo, è azzeccato. Ma mi sembra però un asino, e allora cambialo.
E' un asino, un asino con una piccola esperienza equestre e che ha fatto qualche buona lettura.
Se lo scienziato non ha letto le questioni, ha rifatto una scoperta vecchia di 300 anni, se le ha lette, sta ripetendo con altre parole ciò che è stato stampato 100 anni fa.
Tranquillo, 10 a 1 che le ha lette; il suo contributo non è quello, ma è invece quello di spiegarle (e non solo quelle....) alla luce della ricerca scientifica sui meccanismi dell'apprendimento.
Se tu mi dicessi che McLean è troppo appassionato del condizionamento operante, carota e bastone, e poco disponibile a esplorare gli "strati successivi" della cipolla dell'apprendimento, ti darei ragione; è la critica, ragionevole, che a McLean fanno varie persone di cui ho stima, e che non cito per nn trascinarle in una sterile controversia. Ma siccome McLean dice, in termini (finalmente) scientifici esattamente quello che dici tu, e usa il suo modello scientifico per togliere un po' di arte e aggiungere un po' di scienza, di metodo, di riproducibilità ai principi dell'equitazione classica, è veramente paradossale che tu faccia questo tipo di critica.
Ne riparliamo quando l'avrai letto. Altrimenti parliamo a vuoto.
Cambia l'avatar e mettici un mulo che è più adeguato. Anche un bardotto andrebbe benissimo, in base a quello che abbiamo detto altrove.
Bene, questo Mclead spiega al leone perché ai leoni piace la carne, interessante molto interessante: - per le pecore of course.
purtroppo per la nostra società di oggi è necessario spiegare ed avvalorare scientificamente anche l'ovvio (su basi certe), credo essenzialmente per evitare che un'altro (su basi nulle) salti su a dire l'esatto opposto dell'ovvio vanificando il tutto
se io mi invento un gioco, per quanto valido sia, e lo chiamo del porcospino (parelli), chiunque può dire che nessuno ha mai visto i porcospini giocare con i cavalli, e quindi screditare gli sforzi fatti ad insegnare ai meno abili a non farsi pestare i piedi dai cavalli
altro esempio:
se uno dice di sostituire le forze istintive del cavallo con quelle trasmesse dal cavaliere (baucher) qualche veterinario può arrivare a dire di non aver mai trovato traccia di tali forze trasmesse nelle autopsie (fatto vero) e vanificare anche qua gli sforzi per fare capire un concetto di addestramento
usare una terminologia scientifica al posto di una equestre mette semplicemente al riparo da questi rischi
convengo che sia un po' triste ridurre tutto a sterile scienza e abbandonare il vecchio, ma basta non esagerare, più che altro basterebbe avvantaggiarsi dello scientifico per avvalorare i procedimenti che vi fanno capo, e continuare con l'empirico ritenuto migliore quando mancano le evidenze scientifiche, non vedo tutti sti problemi
i problemi li crea il mulo, basta combatterlo sul suo terreno: ignoratelo
Citazione da: piciopacio - Agosto 10, 2012, 02:26:56 PM
Bene, questo Mclead spiega al leone perché ai leoni piace la carne, interessante molto interessante: - per le pecore of course.
Pensa a quello stupidotto di Newton, tanto scervellarsi per capire perchè la mela gli è caduta in testa. Le mele cadono, che ci importa perchè? Basta sapere come schivarle. Cos'altro serve sapere?
Menti contorte, che vogliono capire il perchè delle più banali ovvietà.
Il riferimento a Newton, mi pare un tantinello azzardato, tanto più che il nostro si avventura - lui o il suo traduttore - nel nostro territorio senza usare/senza conoscere la giusta terminologia equestre italiana/europea.
Ma a questo mi sono ormai rassegnato, ognuno scrive come gli pare.
Siccome io sono il suo traduttore, e al tempo ero ignorante ancora più di adesso, mi scuso degli errori e invito chiunque ne abbia la possibilità di tradurre meglio.
Se poi meglio nessuna traduzione che una traduzione cattiva, mi scuso di aver tradotto; e infatti da molto tempo non lo faccio più.
Scripta manent...ho una simpatica collezione di emerite escortanate fatte da traduttori ai quali va comunque il nostro applauso in quanto hanno fatto un notevole e benemerito sforzo.
I tuoi sono errori tecnici, il tuo itagliano è comprensibile cosa che non si può dire di altre versioni ad esempio, cosa significa: - ........
vabbè, scrivo qualcosa sul tema..
CitazioneO tu affermi che su una redine possa passare un messaggio che sia altro rispetto alla variazione di tensione? E se non è variazione di tensione, cos'è?
questo è esatto, agire sulle redini si riassume generalmente in variazioni di tensioni, chi lo nega si sbaglia, e fa ippocrisia
è pur vero che pare possibile ottenere risposte solo appoggiando le redini sul collo per voltare, oppure che sia sufficiente la vista della mano che si apre per girare, e dunque usare sensazioni tattili e/o visive al posto delle trazioni di redine, ma non credo si parli di questo in questo topic, altrimenti rispondo che pure con le gambe si possono codificare molte cose, per non parlare se si combina l'uso dell'assetto, o di una frusta mostrata ora a destra ora a sinistra, ma qua credo si parli di azioni di redini, per cui, se si mette mano ad una redine è per farla agire fisicamente, le altre tecniche complementari o alternative qua non le considero
dunque agire su una redine significa applicare su questa un'azione che logicamente vuole provocare una reazione nel cavallo, se non provoca nulla semplicemente stiamo agendo inutilmente, se provoca qualcosa significa che la tensione che è passata attraverso la redine era sufficiente da suscitare un comportamento/una modifica nel cavallo
le azioni che possono passare attraverso una fettuccia di corda o di cuoio possono solo essere delle "trazioni" o delle "vibrazioni", non mi viene in mente nessun'altra "forza" generabile da una mano umana che possa viaggiare attraverso un'oggetto come le redini
da sella, una "trazione" tenderà a spostare l'imboccatura verso la direzione in cui viene mossa la mano (alto, basso, destra, sinistra, indietro, mentre verso l'avanti è impossibile a meno di utilizzare redini rigide cioè bastoni), la "vibrazione" tenderà a far giocare l'imboccatura nei versi in cui viene fatta oscillare la mano (oscillazioni destra/sinistra oppure alto/basso oppure indietro/neutro)
la questione però non sono tanto queste trazioni o vibrazioni, ma piuttosto quello che provocano, perché senza un'educazione precisa la risposta sarà diversa da cavallo a cavallo, quindi, serve qualche indicazione di più del banale (seppur valido) concetto del condizionamento operante, il cavallo è un soggetto biomeccanico complesso, e anche il tipo di imboccatura a cui fanno capo le redini trasforma l'effetto delle azioni di mano, quindi, se sul significato del contatto nullo e sul contatto leggero neutro più o meno siamo tutti d'accordo, resta da scoprire tutto il mondo che sta dietro alle cause e agli effetti delle tensioni superiori
Intanto grazie. Hai ragione, l'apertura della mano - se è accentuata - esce dall'angolo cieco del cavallo e viene vista. Tuttavia l'apertura accentuata non è ben vista in alcuni stili di monta, e comunque richiede un addestramento specifico per essere un segnale immediatamente chiaro per il cavallo, a meno che non sia accompagnata da una tensione.
Ma questo topic voleva fermarsi molto prima: al "contatto neutro". Cos'è, quant'è, è necessario, è opzionale, quali sono i suoi vantaggi, come trasformarlo, dal punto di vista del messaggio, in qualcosa che è "neutro"? Come evitare di sbagliare? Come evitare di confondere il cavallo, impedendogli che lo confonda con un aiuto leggero? Come accorgersi di questa confusione, se avviene, e come rimediare?
l'intensità e soprattutto la qualità del contatto, inteso come iniziativa dell'uomo (perché c'è anche quello partente da iniziativa del cavallo) dipende esclusivamente dalla qualità dell'assetto e della posizione in sella del cavaliere
qualunque azione accentuata non è ben vista da nessun tipo di equitazione fatta come si deve, perché il prima possibile si deve tendere a sostituire le azioni di mano con l'assetto, con discrete redini di appoggio, con discrete pressioni di gambe, e poi azioni vistose se da un canto sono necessarie all'inizio, dall'altro disturbano l'equilibrio e vanno evitate appena possibile
purtroppo anche ad alti livelli nessuno si preoccupa di dare al cavallo un'educazione preliminare alla mano, e tutte le discussioni sul contatto si perdono dietro gli effetti dipendenti dalle reazioni istintive di ciascun soggetto, cè quello che tira di sua iniziativa (e obbliga ad un contatto neutro forte), c'è quello insofferente (che pare leggero e non vuole contatto), c'è quello che porta il naso al vento (che obbliga a forzarlo con un morso a leve), e a seconda a chi chiedi che montano uno di questi soggetti ed al suo buono o cattivo assetto avrai impressioni sul contatto neutro diverse, chi ti dirà che è meglio non usarlo (cavallo insofferente), chi ti dirà che ci vuole averlo forte (cavallo che tira di sua iniziativa), etc
il vero "contatto neutro" ideale (guarda caso, sinonimo di ramener) è il risultato di un'educazione alla mano specifica per ciascun cavallo, ed oltre un certo grado di perfezionamento è anche dipendente dalla corretta posizione di testa e incollatura nello spazio in rapporto al movimento eseguito